D00-01. Introduzione

L’ESPERIENZA DELL’AVVENTO

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Di George I. Butler

[All’epoca in cui furono scritti questi articoli, il pastore Butler era presidente della Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno. In questi dieci articoli della Review and Herald, egli racconta le esperienze dei credenti nell’avvento dal 1844 al 1851, ponendo un’enfasi particolare sulla “porta chiusa” e sulla nascita del “messaggio del terzo angelo”]

Review and Herald, 10 febbraio 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 1

INTRODUZIONE

I vecchi avventisti del 1844 scompaiono rapidamente. Solo un piccolo gruppo è ancora tra noi e  gran parte della nostra gente non conosce personalmente i fatti collegati con la data stabilita, il breve periodo di confusione che seguì prima della presentazione del messaggio del terzo angelo e gli eventi legati alla storia iniziale. Essi sanno poco di quel fenomeno conosciuto con il nome di “dottrina della porta chiusa” o delle cause che la produssero. Ci sono oggi pochissimi operai tra noi che conoscono questi fatti di persona. Padre Bates, i pastori White e Andrews e molti di coloro che predicarono pubblicamente non ci sono più.

Tuttavia, connessi con quell’interessante periodo, ci sono fatti di profondo interesse e di importanza vitale per la nostra opera attuale. Questo messaggio è unito a tutta quell’esperienza da legami indissolubili. Se l’esperienza dell’Avvento non è stata da Dio, neppure questa può esserlo. Se si trattò di un movimento fanatico, anche questo deve esserlo. Ma se in quel primo messaggio possiamo rintracciare un vero movimento profetico, anche questo certamente lo è. Entrambi sussistono o cadono.

I nostri oppositori compirono sforzi disperati per mostrare che alcuni grandi errori erano strettamente legati con l’opera svolta dopo la data stabilita, sperando così di screditare il movimento intero. Su questo argomento è stato sprecato inutilmente più inchiostro che su ogni altro.

Quel periodo della nostra storia sarà sempre oggetto di grandissimo interesse per tutti coloro che credono in questo messaggio. L’esperienza vissuta allora dal popolo di Dio è stata forse tra le più difficili mai affrontata da un organismo religioso nel corso dei secoli. Chi scrive è stato allevato, fin da piccolo, nell’attesa dell’esperienza dell’avvento e aveva dieci anni quando la data prevista del 1844 arrivò e trascorse. Ricordo molto bene gli eventi degli anni che seguirono. A quell’età le impressioni si fissano nella memoria in modo profondo.

Ho appreso il messaggio del terzo angelo quando gli avventisti osservatori del sabato non erano che una cinquantina in tutto il mondo. Ho quindi un’ampia conoscenza dei fatti collegati alla sua storia più antica.

Dopo aver parlato di questi argomenti nel Tabernacle [una rivista, ndt], mi è stato richiesto di trascrivere per la Review alcuni dei fatti di questo interessante periodo della storia dell’avvento. Spero che i lettori della Review non trovino ciò solo interessante, ma che aumenti in loro la fiducia nella correttezza della nostra posizione e serva da difesa quando i nemici cercheranno di abbattere la fede in quest’opera sacra. Sono certo, per conoscenza personale, che non dobbiamo temere nulla dall’indagine più minuziosa sulla storia iniziale dell’avvento. Più si investiga in modo attento, meglio sarà per la causa; dobbiamo temere solo una conoscenza parziale dei fatti. Quando comprenderemo appieno i fatti correlati alla cosiddetta “dottrina della porta chiusa”, non avremo nulla di cui vergognarci.

I credenti nell’imminente ritorno di Cristo furono dolorosamente e amaramente delusi nel non vedere il Signore nel 1844. Per un certo tempo furono confusi. Dubbi e interrogativi produssero gravi incertezze nei credenti sinceri. Alcuni, che si attendevano una realtà migliore, abbandonarono la fede; molti tornarono nel mondo. Fu un periodo di grande prova. Ma quando irruppe la luce del terzo messaggio, si capì in quale direzione andare e il passato diventò chiaro.

È onestamente impossibile, per coloro che vengono a conoscenza di questi fatti, percepirli nello stesso modo e con la stessa intensità di quanti li vissero in prima persona. Possiamo credere alle parole che ci vengono narrate, ma i fatti non saranno mai così reali come se li avessimo visti di persona e avessimo provato le emozioni da protagonisti. Come popolo corriamo il grande pericolo di non condividere oggi per fede lo spirito dell’avvento che si manifestò allora, e di avere al suo posto uno spirito mondano, indifferente, disattento, che pervade tutta la cristianità.

Dovremmo invece rallegrarci maggiormente di vedere manifestarsi tra di noi l’antico fuoco dell’avvento e quell’interesse profondo che si vide nel 1844. Desideriamo che quell’esperienza riviva in mezzo a noi. Vogliamo che si manifesti quello spirito di sacrificio capace di infondere vita e di spingere all’opera. Se tale spirito permeasse la chiesa intera insieme con la gloriosa conoscenza che abbiamo della verità, ben presto udremmo risuonare la proclamazione del messaggio in tutte le direzioni. Proprio di questo siamo carenti.

Speriamo, anche se in debole misura, di offrire ai lettori della Review alcune idee relative a quel periodo così interessante. Nel prossimo numero parleremo della parte conclusiva dell’esperienza del 1844. (G. I. B).

D00-02. “Prima della data stabilita del 1844”

Review and Herald, 17 febbraio 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 2

 

“PRIMA DELLA DATA STABILITA DEL 1844”

 

Gli avventisti non potranno mai dimenticare l’esperienza di quell’anno perché non si era mai visto nulla di simile nella storia di questo popolo. Padre Miller si era prodigato per circa dieci anni nell’annunciare l’evidenza dell’imminente ritorno di Cristo. Altri operai di spicco erano stati in contatto con lui e con la sua opera. Per due o tre anni, prima del 1844, la dottrina aveva suscitato grande attenzione. I giornali la commentavano e i predicatori avventisti erano benvenuti nelle chiese cosiddette ortodosse, poiché grandi risvegli accompagnavano la loro opera. I cristiani più sinceri, appartenenti alle varie chiese, erano favorevoli alla dottrina predicata e amavano lo spirito che l’accompagnava. Studiosi e teologi eminenti le prestavano attenzione, scrivendo articoli pubblicati dai giornali più rappresentativi; alcuni appartenevano a quella stessa categoria di persone che si opponevano alla dottrina. Ma le repliche di quelli che la difendevano ebbero un successo così completo che l’opposizione non fece altro che aumentare l’interesse.

La data si avvicinava e l’influenza del movimento diventava sempre più ampia. Era diventato il tema generale di riflessione, l’argomento principale di conversazione in grandi parti del paese. L’interesse più intenso prevalse tra gli avventisti stessi. Gli argomenti presentati da Miller e dai suoi collaboratori erano per loro così chiari da renderli sicuri che la venuta del Signore fosse a portata di mano. Sentivano nel profondo dell’anima che avrebbero visto il Signore di lì a poco.

In quest’epoca di freddo formalismo, possiamo a malapena comprendere lo spirito di abnegazione verso i non convertiti e l’intenso interesse per la salvezza delle anime. La potenza dello Spirito di Dio era presente nei loro incontri, al punto che molti di coloro che partecipavano per oziosa curiosità o per schernire, erano spinti a donarsi a Dio, a umiliare se stessi confessando i loro peccati con profondo pentimento e versando lacrime amare. Poi si rallegravano con tutto il proprio essere perché il Signore riversava su loro la sua benedizione. Chiunque udiva, allora, il canto dei credenti non lo dimenticava più, perché sembrava trasmettere una forza particolarmente solenne e profonda, una dolcezza celeste che incantava gli ascoltatori e addolciva il loro cuore. Molti si recavano alle riunioni per ascoltarlo.

La predicazione esprimeva grande solennità che aumentava sempre di più man mano che la data si avvicinava.

L’opera si estese con grande forza, negli anni 1843 e 1844, in tutte le direzioni, specialmente negli stati orientali di questo paese. E abbiamo abbondanza di prove per dimostrare che si estese più o meno in tutte le parti del mondo. Non daremo, in questo articolo, un resoconto generale o coerente dell’opera del primo messaggio durante quel periodo così interessante. Eravamo troppo giovani per avere qualcosa di più di una conoscenza locale. La vita del Padre Miller mostrerà molti fatti interessanti; altrettanto faranno le eccellenti opere del pastore White, Life Incidents (Fatti della vita) o Life Sketches (Schizzi di vita), in vendita presso gli uffici e i depositi librari. Penso che tutti i lettori della Review dovrebbero leggerle attentamente. Tutti coloro che credono nell’opera attualmente in corso dovrebbero conoscere il messaggio del primo angelo in modo più completo. Menzionerò soltanto alcune cose che ho avuto modo di osservare personalmente.

Ricordo in modo chiaro una serie di sermoni sull’avvento pronunciati da Columbus Green a Waterbury, nel Vermont, mi pare nella prima metà del 1843. Predicò nella chiesa metodista del villaggio. Non potrò mai dimenticare l’impressione di solennità comunicatami da quell’incontro e dalla predicazione di Green, nonostante allora fossi solo un ragazzino. Il locale era pieno zeppo di gente e tutto era immobile come la morte, eccetto la voce dell’oratore. Era molto pallido in volto e le sue parole avevano la solennità del Giudizio, mentre parlava dei falsi pastori e della loro terribile condanna nel giorno del Signore. Mentre (Green) presentava queste cose con parole roventi, il signor Stone, pastore congregazionalista locale e persona che non aveva alcun amore per la dottrina dell’avvento, si alzò in mezzo all’assemblea con uno sguardo di sfida, e rimase in piedi come se prendesse quelle critiche per se stesso. Green parlò con vigore ancora maggiore e, usando un linguaggio estremamente tagliente, dipinse il giudizio che attendeva quelli che appartenevano alla classe dei falsi pastori. Sebbene siano passati più di quaranta anni, la scena è vivida nella mia mente come se fosse accaduta ieri.

Ricordo con la stessa chiarezza un camp meeting [congresso all’aperto o sotto un tendone, ndt] tenuto dagli avventisti a Cabot, nel Vermont, a cui parteciparono i miei genitori. Per l’occasione, erano presenti il pastore Shipman e un gran numero di altri importanti predicatori. Fu un congresso molto frequentato. Ricordo la predicazione tenuta dal grande pulpito nel boschetto e un mare di visi rivolti in alto, pieni di fervore e solennità. Rammento con grande chiarezza gli incontri in gruppi più piccoli, tenuti nelle tende, che si svolgevano negli intervalli tra i servizi regolari. In essi si realizzava un lavoro scrupoloso in favore delle anime.

Diversamente dai nostri consueti camp meeting, quasi tutto il tempo tra i servizi di culto regolari fu riempito da incontri nelle piccole tende. Qualcuno iniziava a pregare o a cantare e le persone cominciavano ad accorrere. Vi fu un grande impegno per le anime che si trovavano ancora nell’oscurità. Una supplica fervente si levava a Dio in loro favore fino al momento in cui queste cedevano e ricercavano Dio in modo autonomo; la gioia era grande quando arrivava la vittoria. Ci furono molte più confessioni di peccato, complete e sincere, di quelle che abitualmente vediamo in questi giorni. Gli incontri continuarono in tanti altri luoghi e così molte persone si convertirono.

Vi erano persone che uscivano di buon mattino e si recavano nel bosco, per cui se ne potevano scorgere molte, in ginocchio qua e là, mentre imploravano la benedizione di Dio. Da diverse parti si poteva udire la voce della preghiera. Non ci fu alcuna manifestazione di frivolezza e lo spirito si rendeva presente. Sincerità, devozione e amore per l’avvento di Cristo erano ogni dove. Oh! Se fossero presenti in maggior misura oggi!

Ricordo bene le riunioni che precedettero la data stabilita. Nella mia città natale, gli avventisti non possedevano un loro luogo di riunione, perciò adattarono una grande stanza all’ultimo piano della fabbrica di amido dei signori “Parker e Butler”, entrambi diaconi della chiesa battista e sinceri avventisti. Qui si tennero continue adunanze, frequentate da grandi folle. Poco prima dello scadere del tempo fissato, le riunioni divennero a getto continuo. La maggior parte dei credenti abbandonarono le messi nei campi senza mieterle, dando così modo ai poveri di soddisfare i propri bisogni. Essi sentivano che, riponendo le messi nei magazzini come in ogni altra stagione, avrebbero contraddetto la loro fede, dal momento che credevano che il Signore sarebbe tornato dopo poche settimane.

Mi ricordo di un agricoltore ricco e molto parsimonioso che possedeva un grande orto. Uscì e si recò nel suo campo proprio prima della data stabilita e, avendo visto molte mele per terra, le raccolse e le portò in casa. Durante la notte, la sua coscienza fu così turbata per quello che aveva fatto che si alzò e le gettò via. Naturalmente si trattò di un caso estremo, ma ci dà un’idea dell’intensità dello spirito che prevaleva in quei giorni. Il tempo designato venne nell’ultima settimana di ottobre. Praticamente nessuno dei credenti, quell’anno, cavò le patate prima che il terreno gelasse; ma la loro perdita fu minima perché il clima si mantenne mite e le patate raccolte in anticipo marcirono, quell’anno, mentre quelle lasciate nel terreno più a lungo si salvarono.

Subito prima dello scadere del tempo, gli incontri si susseguirono costantemente. Nella località in cui mi trovavo non ci fu alcun eccitamento fanatico tra i credenti, si manifestò invece un sentimento di grande solennità e umiltà, poiché ognuno era alquanto ansioso di sapere se sarebbe stato in grado di reggere il Giudizio. In quel periodo, le persone diventarono molto più oneste e confessarono peccati inimmaginabili. Molte persone che ritenevano il battesimo per aspersione altrettanto valido di quello per immersione, arrivarono alla conclusione che era meglio scendere nell’acqua come aveva fatto il Signore, sebbene non avessero ricevuto alcuna pressione ad agire così. Le persone si convincevano facilmente di cose sulle quali prima nessuno avrebbe mai potuto persuaderli. Non ci furono follie di alcun tipo, quali “abiti per l’ascensione verso il cielo”; invece molti erano ansiosi di poter ricevere gli abiti del carattere con cui superare la prova del Giudizio.

Durante la notte in cui il tempo era giunto alla fine, le riunioni non cessarono. C’era una marmaglia di gente ubriaca e rumorosa, che schiamazzava tutt’intorno e rendeva odiosa quella notte. Ma i fedeli pregavano ancor più intensamente che Dio li custodisse, li proteggesse e li salvasse. Se mai degli uomini avevano dato prova di onestà e fede vera, fu in quel momento. I loro cuori erano interamente coinvolti perché ritenevano con la massima certezza che il tempo del giudizio si stesse chiudendo. Allora, in ogni dove, si udirono pianti e invocazioni a Dio perché manifestasse la sua approvazione. Poi, la mattina spuntò e il Signore non era venuto. Molti continuarono ancora ad attenderlo per giorni, ma presto tutti si resero conto che erano stati delusi e i loro cuori si fecero molto tristi. Nessuno può comprendere pienamente l’amarezza della delusione se non quelli che la vissero in prima persona. Di questo parleremo la settimana prossima. (G. I. B.)

D00-03. “L’amara delusione che seguì lo scadere del tempo”

Review and Herald, 24 febbraio 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 3

 

“L’AMARA DELUSIONE CHE SEGUÌ LA DATA STABILITA”

 

La transizione dalle esperienze gloriose ed emozionanti dei pochi mesi antecedenti la data stabilita alle realtà amare della delusione fu di grandissima importanza. Nessuno può rendersene conto se non quelli che la vissero in prima persona. Prima dello scadere dell’ora stabilita gli avventisti richiamavano l’attenzione ovunque andassero; grandi congregazioni seguivano le loro predicazioni; la stampa era ricca di notizie sulla loro opera ed erano al centro dell’attenzione di tutti. Le persone rimanevano più o meno convinte che c’era del vero nella loro predicazione e molti avvertivano un certo grado di ansietà nel timore che potesse essere completamente vera. Quest’ultima categoria pensava di dover esaminare la questione attentamente.

Quando la data stabilita trascorse, tutto cambiò: quelli che non avevano fiducia nel movimento, naturalmente, si sentirono vittoriosi. Erano frequenti espressioni come: “L’avevo detto!”; “Eravate un branco di pazzi e di fanatici!”; e altre ancora. Coloro i quali avevano temuto che la dottrina potesse essere vera, adesso che il tempo era passato erano, naturalmente, lontanissimi dal credere che in essa ci fosse mai stato un briciolo di vero e mostravano grande zelo nel denunciarlo. Un gran numero di coloro che avevano professato di credervi se ne allontanarono prima possibile e si unirono ai nemici di quanti vi restavano fedeli.

Vennero a galla le storie più ridicole e assurde sugli avventisti, e furono raccontate con una sicurezza tale che molti le credettero vere. Ecco che, subito dopo la data stabilita, ebbe origine la storia dell’“abito dell’ascensione”, in un momento in cui quasi tutto, anche se abbastanza meschino, veniva creduto su questo povero gruppo disprezzato. Non si ebbe mai menzogna più ridicola e vergognosa. Chiunque conoscesse veramente ciò in cui credevano quelle persone sapeva che nulla era in maggiore contrasto con le loro convinzioni sul ritorno di Cristo del supporre che indossare un qualsiasi tipo di abito esteriore avrebbe avuto un peso per la loro salvezza. [I credenti nell’avvento] si aspettavano di essere trasformati, in un attimo, da una condizione di mortalità a una di immortalità. Che cosa aveva a che fare la foggia del loro vestito con tutto questo?

Per diverse settimane fu molto spiacevole mostrarsi in pubblico in alcuni luoghi. I ragazzi, per le strade, gridavano: “Quando salirete in cielo? Non ci siete ancora andati?”. E altre esclamazioni simili. Quei poveri credenti, disprezzati e guardati dall’alto in basso, pensavano di essere i più sciocchi fra gli uomini.

Ma la cosa più dura da sopportare era il fatto che essi stessi non capivano il perché di quella delusione. Invece di essere innalzati nelle dimore del cielo, erano abbandonati alla debole compassione di nemici malvagi e di professori formalisti che li guardavano dall’alto in basso come pazzi fanatici. Ma che cosa potevano rispondere? Come potevano affrontare la marea di critiche che arrivava da ogni direzione? Non erano in grado di dare una spiegazione [a quanto era successo] e la questione era del tutto oscura ai loro occhi. Avevano gli stessi gloriosi argomenti dei quali le loro anime si erano appagate. Non vi scorgevano in essi nessun errore. Eppure, il Signore non era venuto.

Sentivano che il tempo non poteva essere lungo, ma non avevano prove alle quali i loro cuori potessero ancorarsi. Erano nel dubbio. Molti dei loro fratelli esitavano e alcuni erano tornati nelle chiese che avevano abbandonato quando, alcuni mesi prima, era risuonato il grido della caduta di Babilonia. Ma ce n’erano molti che non avrebbero mai potuto farlo. Sentivano che Dio li aveva guidati e abbandonare la loro esperienza dell’avvento significava abbandonare tutto il loro essere cristiani. Non avevano seguito assiduamente la Parola di Dio al meglio delle loro capacità? Non avevano forse visto la manifestazione dei frutti dello Spirito legata alla loro opera? Le prove che avevano sostenuto non apparivano ancora così chiare? A quale realtà dovevano ritornare? A un mondo malvagio? A una chiesa formale, fredda, conflittuale, che odiava quella dottrina che appariva loro come la più gloriosa? No! Non potevano farlo. Dovevano restare fermi dove erano finché Dio non avesse dato loro una luce per andare avanti.

C’erano alcuni testi della Scrittura che per loro, in questo momento, erano particolarmente preziosi. “Ascoltate la parola del Signore, voi che tremate alla sua parola. I vostri fratelli, che vi odiano e vi scacciano a causa del mio nome, dicono: ‘Si mostri il Signore nella sua gloria, affinché possiamo vedere la vostra gioia!’. Ma essi saranno svergognati” (Isaia 66:5). “Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché: ‘Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l’anima mia non lo gradisce’” (Ebrei 10:36-38). Questi e altri testi simili parevano essere stati lasciati di proposito per quelle persone esauste che, dopo aver atteso, erano passate attraverso l’amara esperienza prevista, però, dall’autore dell’Apocalisse con l’immagine della chiesa che mangia il “piccolo libro”, dolce all’inizio, ma molto amaro in seguito (Apocalisse 19:9,10).

Un’altra causa di dolore per loro era il fatto che, dopo la data stabilita, nell’insieme dei credenti stessi era penetrato un influsso disgregante. In mezzo a loro cominciò a manifestarsi, qui e là, un gruppo di fanatici che introdusse appunto un influsso disgregante. Costoro affermavano di avere una grande luce da parte del Signore, pregavano ad alta voce e a lungo, leggevano molto la Bibbia, mostravano delle facce lunghe e agivano in modi molto stravaganti. Facevano professione di una luce e di una santità superiori, ma non erano gran che disposti a lavorare con le loro mani, sebbene desiderassero fortemente che altri lavorassero per loro.

D’altro canto, prima che fossero trascorsi molti mesi dopo la data stabilita, un gran numero di avventisti iniziò a perdere fiducia nelle posizioni sostenute in passato. Alcuni iniziarono a indicare nuove date per la venuta del Signore; altri cercarono invece di scompaginare le date che erano state generalmente accettate nel passato. In molti credenti cominciò a manifestarsi la tendenza alla ricerca della popolarità e della mondanità, specialmente tra quelli che cercavano di sconvolgere le vecchie pietre miliari della fede.

Tutto questo originò grande prova e perplessità tra i sinceri e fedeli credenti nella verità sostanziale del grande movimento dell’avvento. Essi caddero in uno stato di ansia particolarmente penoso, tanto da non sapere quale soluzione prendere. Da una parte parve che i loro fratelli e molti dei pastori che li dirigevano e nei quali riponevano la fiducia fossero sulla via del ritorno nel mondo e sembravano perdere la fede nelle grandi verità del messaggio; pareva anche che avessero con loro ben poco dello Spirito di Dio.

Dall’altra, questi spiriti fanatici apparivano così stravaganti nel modo di agire e nelle idee che [i credenti sinceri e fedeli] non sapevano proprio cosa pensare di loro. Molti addirittura li accolsero nelle loro case, per paura di respingerli, ma senza sapere se si potessero considerare figli di Dio oppure no. Li tennero, comunque, sotto attento controllo, nell’attesa di sviluppi che dessero loro maggiori certezze. Era come se non ci fosse più alcuna tromba che emettesse un suono “ben definito”. Perciò, ascoltarono i vari toni prodotti per poter determinare la loro posizione. Studiarono moltissimo le loro Bibbie e invocarono Dio con grandissimo fervore. Non potevano ripudiare il loro passato, ma erano incerti del presente e pieni di ansia per il futuro.

La loro posizione era, per molti aspetti, forse la più difficile vissuta dal popolo di Dio dalla resurrezione di nostro Signore. Assomigliava, in vari modi, all’esperienza dei discepoli dopo la crocifissione del Signore. Ma coloro che avevano atteso la sua seconda venuta dovevano aspettare ancora più a lungo prima che la vera luce cominciasse a risplendere. Per mesi fu difficile vedere molti dei vecchi avventisti sorridere insieme. La loro perplessità era grandissima, ma Dio aveva delle benedizioni in serbo per loro, per il tempo in cui gli indecisi dovevano essere selezionati. La luce allora si sarebbe finalmente manifestata. (G. I. B)

D00-04. “La Porta Chiusa e questioni affini”

Review and Herald, 3 marzo 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 4

“LA PORTA CHIUSA E QUESTIONI AFFINI”

Forse, fra gli argomenti legati al movimento dell’avvento, la dottrina della porta chiusa è stato quello che i nostri nemici hanno cercato di usare con più decisione per accusarci. Propongo di esaminare la questione molto da vicino e di presentare i fatti che vi sono legati a beneficio di quelli del nostro popolo che non vi hanno familiarità. Scopriremo cose molto diverse da quelle che furono presentate dai nostri nemici.

Abbiamo affermato che, prima della data stabilita, i credenti erano ferventi e devoti, e abbiamo anche attestato l’amara reazione che ne seguì. Se prima era tutto caratterizzato da zelo, sincerità e impegno, dopo seguirono dolore, delusione e incertezza. Per i credenti, l’odio accanito contro la dottrina dell’imminente ritorno di Cristo, manifestato da molti membri di chiesa e così simile a quello degli ebrei verso i discepoli che avevano creduto nella prima venuta di Cristo, era una solida prova che lo Spirito di Dio era stato tolto. Avevano fatto il massimo per avvertire il mondo e sapevano che Dio li aveva benedetti. Sapevano che tale insegnamento era basato sulla roccia della verità eterna: la Parola di Dio. Quindi si rendevano anche conto che coloro i quali si opponevano accanitamente a tale opera combattevano contro Dio.

Mentre il tempo passava, si era diffuso tra tutti i credenti sinceri il sentimento generale di aver portato a termine la loro opera. Giorno per giorno, essi attendevano ancora, vegliavano e desideravano intensamente l’apparizione del Salvatore, non sapendo perché ritardasse. In quel tempo nessuno dava credito alle loro idee sull’avvento, né manifestava il minimo interesse ad ascoltarli: erano considerati dei fanatici perché, dopo la delusione, non avevano intenzione di abbandonare le loro convinzioni.

Il grande cambiamento, manifestatosi nello spirito quasi diabolico degli oppositori e nei propri sentimenti personali riguardo all’opera di salvezza delle anime, insieme con la forza di alcuni testi della Scrittura, li portò alla conclusione che la loro opera in favore del mondo era conclusa. Miller e altri credevano che la porta si sarebbe chiusa poco prima del ritorno di Cristo. In una lettera al pastore J. V. Himes, del 6 ottobre 1844, egli scrisse: “Ho la ferma opinione che il prossimo sarà l’ultimo giorno che il Signore concederà ai peccatori come tempo di prova. Entro dieci o quindici giorni da allora, essi vedranno colui che hanno odiato e disprezzato a loro vergogna ed eterno disonore”.

Questo era del tutto naturale alla luce di testi come: “Chi è ingiusto continui a praticare l’ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora. Ecco, sto per venire” (Apocalisse 22:11,12). Senza alcun dubbio il tempo di prova si sarebbe chiuso poco prima dell’apparizione di Gesù.

Quando il grido di mezzanotte finì e il tempo passò, [i credenti] sentirono l’ultima grande prova era raggiunta: a quel tempo era questo il sentimento più diffuso a livello collettivo. Il loro intenso impegno per le anime era terminato e lo spirito diabolico che li circondava rendeva tutto ancora più chiaro alle loro menti.

Dopo che la data stabilita fu trascorsa, Miller scrisse in un’altra lettera indirizzata al pastore Himes: “Abbiamo compiuto la nostra opera che consiste nell’avvertire i peccatori e nel cercare di risvegliare una chiesa formalista. Dio, nella sua provvidenza, ha chiuso la porta; noi possiamo solo incitarci reciprocamente a essere pazienti e diligenti per rendere sicura la nostra chiamata ed elezione. Stiamo ora vivendo nel tempo specificato da Malachia 3:18 (e anche da Daniele 12:10 e Apocalisse 22:10-12). Sulla base di questo testo, non possiamo fare a meno di vedere che poco prima che Cristo ritorni, ci sarà una separazione tra giusti e ingiusti, tra buoni e malvagi, tra quelli che amano la sua apparizione e quelli che la odiano. E mai, dai giorni degli apostoli, si è prodotta una linea di divisione come quella tracciata intorno al decimo o al ventitreesimo giorno del settimo mese giudaico. Da allora essi dicono che non hanno alcuna fiducia in noi. Da parte nostra abbiamo bisogno di pazienza dopo aver fatto il volere di Dio, affinché possiamo ricevere la promessa”.

In un’altra lettera, pubblicata sull’Advent Herald [Araldo dell’avvento], egli afferma: “Ho creduto, e devo confessare di crederlo ancora oggi, di aver compiuto la mia opera di avvertire i peccatori, e ciò è accaduto nel settimo mese”.

George Needham, altro importante ministro avventista, afferma in Voice of Truth [La voce della Verità], del 19 marzo 1845:

“Sono e rimango convinto, fin dal decimo giorno del settimo mese, che la nostra opera in favore del mondo e delle vergini stolte è compiuta. Non posso giungere a nessun’altra conclusione, altrimenti dovrei negare che quel glorioso movimento è opera di Dio. Ma questo non potrò mai farlo. Le vergini stolte si sono recate presso le vecchie istituzioni dove vendono olio e ci chiedono di seguirle, e il mondo è con loro per comprare una piccola quantità di olio, e noi dovremmo andare da loro con la speranza di far loro del bene? No, che non abbiamo a perire”.

J. B. Cook, altro avventista di spicco, scrive nell’Advent Testimony [Il testimone dell’avvento): “Se la causa dell’avvento e il suo popolo sono degni dell’intercessione divina o se è questa l’epoca in cui dobbiamo attendere il Signore, allora ci troviamo di fronte alla porta chiusa, secondo la rappresentazione della storia dell’avvento. Le parole che ho rivolto a molti sono state: ‘Io credo nella porta chiusa proprio come voi l’avete vissuta’”.

Abbiamo presentato questi brani scritti da avventisti influenti, nessuno dei quali era implicato in quello che noi chiamiamo il messaggio del terzo angelo. Potremmo citarne molti altri che insegnarono convinzioni simili e che ebbero un ruolo importante nel grande movimento del ‘44. Non c’è alcun dubbio che per mesi, dopo la data stabilita, aleggiò il sentimento generale che l’opera di avvertire il mondo era conclusa. Questo perché:

  1. Essi credevano che la proclamazione del messaggio, in passato, fosse un adempimento della profezia, un annuncio solenne che “l’ora del giudizio di Dio è venuta”, perché il Signore aveva benedetto in modo considerevole il movimento e quanti ne facevano parte. Essi non potevano dubitare che ciò fosse vero senza negare la propria fede.
  2. L’atteggiamento assunto da coloro che avevano respinto il messaggio era spiacevole e cattivo, simile a quello di chi aveva rifiutato Cristo; e ciò era, per i credenti sinceri, la prova chiara del rifiuto di una luce e di una verità importanti. Hanno ritenuto, pertanto, che Dio li avesse respinti.
  3. La loro posizione e i loro sentimenti rendevano la questione ancora più chiara. Il loro spirito aveva sopportato un pesante fardello in favore di ogni genere di persone: si erano dati da fare incessantemente per avvertirle e salvarle, dando fondo a tutte le loro risorse in modo generoso, disposti a fare ogni sacrificio. Sentivano che era lo Spirito di Dio a spingerli. Ma ora ciò che provavano era del tutto diverso. L’impegno era passato e ritenevano di aver portato a termine il loro compito. Inoltre, non c’era più nessuno che desiderasse la loro opera. In tali circostanze, era così strano avere la sensazione che “la porta fosse chiusa”, così come la Parola di Dio aveva detto che sarebbe accaduto in un determinato momento? Che cosa avrebbero potuto provare, altrimenti, senza gettar via tutta la loro meravigliosa esperienza?

Mentre i mesi passavano, dopo la data stabilita, i credenti iniziarono a dubitare e ad abbandonare le loro esperienze passate. Uomini di rilievo, come George Storrs, fecero esattamente così e, in sei mesi, un gran numero di loro fu preda del turbamento. I capi del movimento iniziarono a guardarsi attorno alla ricerca di nuove basi alle quali affidarsi: invece di attendere con pazienza e di ricercare la vera luce nella spiegazione biblica del santuario celeste e del messaggio del terzo angelo, dimostrarono la mancanza di vera fede sconvolgendo i punti di riferimento della vecchia concezione dell’avvento e abbandonando il grande movimento perché caratterizzato da fanatismo. La vera fede si mostra sempre in tempi di oscurità e persecuzione, di incertezza e impopolarità. Per molti di loro si manifestò una grande carenza, come poi i fatti dimostrarono e, senza dubbio, fu per tale ragione che Dio permise che vivessero questa esperienza.

Per sei anni di seguito alcuni avventisti spostarono la data del compimento dei 2.300 giorni di Daniele 8. Ne risultarono delusione e confusione tra di loro. Ma i credenti veri e fedeli non presero parte a quest’opera così insensata. Molti fra i vecchi operai cominciarono a parlare di uscire allo scoperto per “risvegliare le chiese sonnecchianti” che avevano respinto la luce. Ma i risultati non furono incoraggianti. Nel 1843 e nel 1844, sonori appelli si erano levati per spingere ad abbandonare l’opera di Dio perché sbagliata, perché manifestazione di mesmerismo e così via.

Il 29 aprile del 1845 ci fu un grande incontro degli avventisti ad Albany, nello stato di New York. Erano presenti operai importanti e oltre cinquanta predicatori. Furono predisposti dei piani per tornare al lavoro, come avevano fatto prima della data stabilita. Si diede libero corso a forti espressioni sul grande movimento del passato. Fu riferita da parte dei presenti la seguente dichiarazione del pastore J. V. Himes: “Il movimento del settimo mese produsse un mesmerismo profondo sette piedi”. Quello che loro stessi avevano riconosciuto in passato come opera dello Spirito di Dio che li spingeva al lavoro e al sacrificio per la sua causa; quello che aveva prodotto un’esperienza ricca di solennità e di profondità inusuali nei secoli trascorsi, era ora denunciato come mesmerismo.

Da allora la grande massa della collettività avventista cominciò a perdere la propria forza. In mezzo a essa penetrò una gran confusione. Azzannarsi e divorarsi l’un l’altro fu all’ordine del giorno e, presto, quel vasto corpo di oltre 50.000 avventisti, uscito dalle chiese popolari al grido di “caduta è Babilonia”, cominciò a disintegrarsi, spaccandosi in tante divisioni e andando in pezzi, a poco a poco, fino a perdere la capacità di spronare le persone a credere nel ritorno di Cristo. Come le vergini stolte, persero l’olio – lo Spirito di Dio – e presero posizione contro l’attività di proclamazione dell’avvento svolta in passato, il sabato e la vera opera di Dio; la loro condotta fu molto triste e scoraggiante.

Ma vi erano, disseminate qua e là, persone oneste che non volevano e non potevano seguire questa linea di condotta. Esse continuavano a pregare per essere illuminate, si tenevano strette ai pilastri della fede e credevano che Dio avrebbe aperto la via davanti a loro. Di questa esperienza parlerò più avanti. (G. I. B.)

D00-05. “Lo Sviluppo Graduale delle Verità del Messaggio del Terzo Angelo”

Review and Herald, 10 marzo 1885, L’Esperienza dell’Avvento. N° 5

La transizione dalla delusione seguita allo scadere del tempo nel 1844, alla piena luce del sistema di verità concesso in dono tramite il messaggio del terzo angelo, fu lento, in un certo senso.  E non possiamo pensare che le cose potessero andare diversamente. Il cambiamento da una forte aspettativa per l’apparizione immediata del Signore,  alla posizione di attesa, di vigilanza, che assunsero in seguito, era grandissimo. E fu ancora maggiore fino alla comprensione piena del soggetto del santuario, della proclamazione mondiale del terzo messaggio, dell’opera assegnata alla nostra stessa nazione  come è rivelato nella profezia, e di verità collegate.

Queste verità, quando pienamente comprese, produssero un cambiamento completo nel popolo relativamente al suo atteggiamento e alle sue concezioni del dovere assegnatogli. Invece del sentimento che la sua opera per il mondo fosse compiuta, come si pensò quando il tempo, nel corso del 1844, fu trascorso, vide che era necessario agire con zelo perché capì che i 144.000 dovevano essere suggellati col sigillo del Dio vivente e che il messaggio doveva giungere a “ popoli, nazioni, lingue e re.”

Facciamo attenzione allo sviluppo graduale che risulta in questo processo di grande cambiamento. Come abbiamo visto nei precedenti articoli, si svilupparono tra gli Avventisti vari gruppi nell’arco di alcuni mesi dopo lo scadere del tempo.  Mentre i mesi trascorrevano ed essi cominciavano a guardarsi attorno alla ricerca di un fondamento stabile, la gran parte di loro abbandonava il grande movimento del passato e prendeva posizione affermandone la falsità, l’ispirazione spiritista di tipo mesmerista , dicendo che non si trattava di un vero compimento della profezia, ma era un grande errore, benché in buona fede. Iniziarono a stabilire nuove date e a rimettere ordine fra quelle proposte che apparivano più affidabili. Facendo così, dimostrarono che erano davvero privi di una fede duratura.

Ma molti ce n’erano che non potevano ignorare così la loro preziosa esperienza mettendo da parte la loro fede. Credevano fermamente che il grande movimento del 1844 era un compimento della profezia, che era stato pronunciato il “grido di mezzanotte”, che i 2300 giorni si erano conclusi e che il primo e il secondo messaggio erano stati dati. Credevano che fose giunto il tempo della pazienza dei santi: il tempo dell’attesa vigilante.

Erano a questo punto, alla ricerca sincera di una luce ulteriore che spuntasse e che facesse loro comprendere quale fosse il proprio dovere. Con quale vigore pregarono e investigarono le loro Bibbie nessuno lo saprà mai eccetto quelli che attraversarono quell’esperienza.  Loro non avevano alcuna simpatia per la gran massa degli Avventisti che avevano tralasciato le vecchie pietre miliari, perciò in molti luoghi stabilirono degli incontri separati. Essi sentivano che lo Spirito di Dio era rattristato dalla condotta di quelli che avevano rinnegato la loro passata esperienza.

Fu il caso di Waterbury, nel Vermont, dove viveva mio padre. Lui ospitava delle riunioni a casa sua, anche se la casa dove si tenevano gli incontri regolari degli Avventisti era poco lontana. Alcuni credenti di altre città si riunivano là e avevano la sensazione che Dio li benedicesse facendo loro dono del vecchio spirito dell’avvento, perché essi Lo ricercavano con umiltà. Così era in molti luoghi.

Nel 1846 O.R.L. Crozier, un ministro avventista, scrisse un srticolo memorabile sul santuario, che fu pubblicato sul giornale Avventista  Day Star ( Stella del Mattino).  In questo articolo emersero moltissime delle verità che noi sosteniamo oggi su quel soggetto. La tematica del santuario e dell’espiazione non  fu chiarita del tutto, ma in quello scritto si trovò molta verità, che stimolò ulteriori ricerche.

In breve tempo, questo soggetto così centrale per lo schema complessivo della salvezza fu investigato in profondità e fu compreso nelle sue connessioni da alcuni di coloro che cercavano la luce del Signore.  Questo apportò loro un grande conforto, infatti per mezzo del tema del santuario ricevettero una spiegazione della grande delusione.  “ Fino a duemilatrecento sere e mattine, poi il santuario sarà purificato,” questa frase ora brillava di luce celestiale. Attraverso i tipi dell’Antico Testamento videro che il nostro Signore  e Salvatore era entrato nell’ultima e conclusiva fase della sua opera, che la purificazione del santuario coincideva col giudizio investigativo, e che dopo questo veniva il tampo della cancellazione del peccato dai libri del ricordo di Dio. Adesso potevano comprendere tutta la loro delusione e la loro opera futura si spalancava loro dinanzi.

Prima ancora tra di loro era iniziato il dibattito sulla questione del Sabato. Fin dal 1844, una sorella Battista del settimo giorno, di nome Preston, aveva abbracciato la dottrina dell’avvento a Washington, nel New Hampshire, dove esisteva un nutrito gruppo di credenti.

Con l’ausilio di opuscoli, ed altro, e lavorando direttamente con le persone, un buon numero aveva iniziato a osservare il Sabato del Signore.  Fu questo il canale per mezzo del quale il sabato fu per la prima volta introdotto tra gli Avventisti. Da quel piccolo inizio la verità del Sabato si è diffusa fino agli estremi confini della terra.

Col passare del tempo, molti iniziarono  predicare il Sabato : il pastore T.M. preble lo insegnò a lungo e vi richiamò l’attenzione dei credenti tramite un libretto che possiamo datare il 13 Febbraio 1845.  Ma, non riuscendo a vedere la riforma del Sabato all’interno del messaggio del terzo angelo, lo abbandonò, e in seguito ne divenne un duro oppositore. Lo stesso vale per il pastore J.B. Cook e per altri ministri avventisti che in seguito lo abbandonarono per la stessa ragione. Ma in tal modo la verità su questo argomento fu presentata a molte anime oneste le quali ne fecero tesoro.

Nel 1845, il Pastore Joseph Bates cominciò a insegnare il sabato biblico e altri lo abbracciarono come frutto dei suoi sforzi.  In questo periodo anche il Pastore James White e sua moglie lo accolsero. Questi, con il Fratello Bates. Rimasero per un periodo soli nel suo insegnamento pubblico, ma da allora il progresso della causa fu davvero rapido.

Mentre queste verità si diffondevano all’estero, la luce cominciò a brillare anche sul messaggio del terzo angelo e questo diede avvio a un’opera da compiere. In connessione con tali soggetti altri se ne rischiararono, come il suggello dei 144.000, l’opera del nostro stesso governo svelata dalla profezia, e, in breve, nello spazio di alcuni anni dallo scadere del tempo la nostra teoria della verità presente fu pienamente sviluppata.

Ciò che è notevole è che non ci furono mai delle dottrine di una certa importanza evidenziate da questo messaggio che noi dovessimo abbandonare in seguito.  Ancor più luce  si è riflessa su vari aspetti, e di tempo in tempo nuova verità si è aggiunta, ma noi non abbiamo dovuto attraversare l’esperienza mortificante che caratterizzò gli Avventisti della prima ora.  Loro hanno costantemente oscillato da una cosa ad un’altra, predicando quest’anno una nuova data   per poi smentirla quello successivo; alcuni accettando una dottrina, mentre altri gruppi in mezzo a loro ne sposavano un’altra e, gradualmente, in uno stato di confusione e di disordine, dividendosi in fazioni.  Ma nella nostra causa fin dall’inizio c’è stato un aumento costante della luce e dell’unità nella fede e nell’azione.

Questo movimento fu molto piccolo e insignificante agli inizi, ma è cresciuto stabilmente tanto che ora sta facendo dieci volte di più, per diffondere nel mondo le verità della dottrina dell’avvento di quanto abbiano fatto tutti gli altri gruppi di credenti avventisti messi insieme. Nel 1845 erano forti di 50.000 persone e l’opera si poteva dire a malapena iniziata. Essi poi ridicolizzarono questo “movimento insignificante”, non tennero in alcun conto le visioni e non ci prestarono quasi nessuna attenzione ma ora la bilancia è notevolmente cambiata. Quelle visioni che fecero oggetto di un tale disprezzo si sono dimostrate una meravigliosa fonte di luce e di benedizione per quest’opera, e la loro influenza non è mai stata maggiore di quanto lo sia oggi. E ancor meglio, Dio ci ha accompagnato per tutto il nostro cammino ed è ancora pronto ad aiutarci nella diffusione di queste verità.

Ci vollero forse sei o sette anni, dallo scadere del tempo, prima che tutti i dettagli della verità presente fossero pienamente sviluppati e compresi, e prima che coloro che credevano nel messaggio del terzo angelo apprezzassero, come facciamo nel presente, la portata della loro opera  e del loro dovere di farlo conoscere al mondo. Ci volle pressappoco quel tempo prima che l’opinione pubblica fosse in condizione di accogliere la proclamazione di queste dottrine con qualche speranza di successo, visto il grande disprezzo dimostrato per il nome stesso di Avvento a causa della grande delusione. Da allora in poi, tuttavia, la Provvidenza tracciò una strada per quelli che predicavano la Sua verità. Nel nostro prossimo articolo tratteremo della dottrina della “porta chiusa” e della sua relazione con l’opera legata al terzo messaggio. — G. I. B.

D00-06. “La Dottrina della Porta Chiusa tra i credenti nel Messaggio del Terzo Angelo – I”

Review and Herald, 17 marzo 1885, L’Esperienza dell’Avvento. N° 6

Siamo arrivati a un punto di grandissimo interesse.  I nostri nemici affermano che, fin dall’inizio di questa opera, che noi denominiamo “il messaggio del terzo angelo, cioè fino al 1851, quelli che vi furono coinvolti credevano che non c’era alcuna salvezza per i peccatori, e che le visioni della Signora E.G. White insegnavano la stessa dottrina.

Ne concludono quindi che le visoni non sono affidabili e che tutta l’opera cade in disgrazia. Queste accuse sono state ripetute a iosa, e alcune anime sono state ingannate e gettate per questo nell’oscurità.

Per aiutare costoro e per salvare altri dallo stesso destino, proponiamo di sondare approfonditamente queste accuse e di riscontrare quale verità ci sia in esse. Noi ammetteremo tutta la verità che contengono e ne esporremo l’errore. Se questa è la verità divina, possiamo permetterci di essere onesti,   Se invece non reggerà la prova di un’indagine accurata e di una piena conoscenza dei fatti, prima quelli che vi sono coinvolti ascolteranno la verità, meglio sarà per loro. Loro, fra tutti, sono i più interessati alla conoscenza della verità.

Non c’è mai alcun vero guadagno nel nascondere un fatto o nell’inganno.  Crediamo che sia sempre meglio ammettere tutta la verità che c’è in una questione piuttosto che nasconderla. L’onestà è la migliore linea di condotta. Dicendo questo, tuttavia, desideriamo che sia chiaro che noi non abbiamo alcuna idea che ci fosse qualcosa legato all’origine di questo messaggio che qualcuno volesse nascondere. Per essere compresi al meglio quando ci inoltreremo nell’esame di questo soggetto, affermeremo brevemente le posizioni che ci impegneremo a sostenere con le prove più evidenti; cioè:

  1. Che in comune con la parte maggiore degli Avventisti, nel 1844 e alcuni mesi dopo, quelli che successivamente credettero nel messaggio del terzo angelo sentivano che “la loro opera in favore del mondo era conclusa.” Essi pensavano che il giudizio era terminato e che il Signore sarebbe tornato “prestissimo”.
  2. Che mentre la maggior parte degli Avventisti, entro sei mesi dallo scadere del tempo stabilito, avevano abbandonato il movimento del ’44 poiché sbagliato, e si erano rimessi all’opera per “risollevare le vecchie chiese”, altri credenti vi si mantennero legati perché lo ritenevano un adempimento della profezia e quindi cercarono con forza la luce e la trovarono nella grande verità del santuario, nei messaggi, ect. Furono in grado di dare una spiegazione alla delusione e  l’ opera da compiere ora divenne chiara dinanzi a loro.
  3. Che a motivo della conoscenza di queste verità ora possedevano una comprensione intelligente della “dottrina della porta chiusa”. Al termine dei 2300 giorni, nel 1844, Cristo aveva cambiato il suo ministero sacerdotale spostandosi dal luogo santo al luogo santissimo e aveva cominciato l’opera del Giudizio, l’ultima e conclusiva che gli era affidata. All’atto di questo cambiamento la porta del primo appartamento fu chiusa e si aprì la porta del santissimo. Questo è messo in luce da Apocalisse 3:7,8 e da altri testi scritturali. Tutti quelli che cedettero nel messaggio riconobbero questo cambiamento e csì è tuttora. Fu un cambiamento reale e portò alla scoperta di verità importanti.
  4. Che essi avevano, dunque, molto da dire sulla “porta chiusa” perché in tal modo avevano riconosciuto la genuinità del movimento del passato , il quale si era distinto da quegli Avventisti che avevano invece abbandonato tutto. Essi credevano anche che quelli che avevano rifiutato il primo messaggio e vi si erano opposti duramente erano stati rigettati da Dio. Inoltre non più tardi del 1851 ebbero molto da dire sulla “porta chiusa”, perché fino ad allora i loro sforzi nel fare proseliti erano stati fortemente limitati a quelli che avevano creduto alla dottrina dell’Avvento nel 1844.
  5. Ma anche che la loro credenza nella “dottrina della porta chiusa” non era tale da interdire la salvezza di quelli che non avevano rifiutato il primo messaggio, oppure di quelli che solo dopo lo scadere del tempo avevano raggiunto l’età della loro responsabilità, perché si possono rinvenire moltissimi esempi secondo i quali essi si impegnarono a fondo per la salvezza di tali persone.
  6. Che la visione della signora E.G. White, tanto spesso citata, si armonizza perfettamente con queste posizioni.
  7. E infine che le Scritture stesse si armonizzano perfettamente con una simile concezione della porta chiusa, e di fatto i vari testi trasmettono lo stesso insegnamento.

Abbiamo già preso in considerazione in modo esauriente il primo punto, relativo alla grande massa degli Avventisti dopo lo scadere del tempo. Abbiamo mostrato che William Miller, con altri ministri e uomini di spicco per alcuni mesi cedettero veramente che la loro opera in favore del mondo fosse compiuta: si attendevano che il Signore tornasse “immediatamente per cui studiarono con grande attenzione quelle scritture che parlano della chiusura del giudizio subito prima dell’apparizione di Cristo. Citeremo da uno scritto di William Miller, sull’ Advent Herald  del l’11 dicembre 1844:

“Abbiamo compiuto la nostra opera che consiste nell’avvertire i peccatori e nel cercare di risvegliare una chiesa formalista. Dio, nella sua provvidenza, ha chiuso la porta; noi possiamo solo incitarci reciprocamente ad essere pazienti e diligenti per rendere sicura la nostra chiamata ed elezione. Stiamo oggi vivendo nel tempo specificato da Malachia 3:18  e anche da Daniele 12:10, e Apocalisse 22:10-12. Sulla base di questo testo, non possiamo fare a meno di vedere che poco prima che Cristo venga, ci sarà una separazione tra giusti e ingiusti, tra buoni e malvagi, tra quelli che amano la Sua apparizione e quelli che la odiano. E mai, dopo i giorni degli apostoli, si è prodotta una linea di divisione come quella tracciata intorno al decimo o al ventitreesimo giorno del settimo mese giudaico. Da allora essi dicono che non hanno alcuna fiducia in noi. Da parte nostra abbiamo bisogno di pazienza dopo aver fatto il volere di Dio, affinché possiamo ricevere la promessa.”

Possiamo notare come quei testi che indicano che il tempo della prova si chiuderà prima della venuta di Cristo furono fatti propri da credenti delusi di quel tempo. Ma dopo alcuni mesi questa posizione fu abbandonata e la maggior parte di loro lasciò del tutto il movimento.  E così si ritrovarono nelle tenebre. Chi può dire cosa sarebbe potuto accadere se l’intero corpo dei  credenti fosse rimasto fedele fino al momento in cui la luce del terzo messaggio non fosse manifestata pienamente? Se i figli d’Israele avevano la possibilità di entrare immediatamente in Canaan nel caso fossero rimasti fedeli a Dio, chi può dire che, parallelamente, se tutto l’Avventismo di allora fosse rimasto strettamente legato al terzo  messaggio, facendo risuonare nel modo intero il messaggio di avvertimento, l’opera non avrebbe potuto compiersi molto tempo fa? Al contrario essi mostrarono la pochezza della loro fede e tralasciarono la verità del passato.

Quelli fra loro che non abbandonarono la loro fede, ma attesero la luce, sostennero a quel tempo le stesse concezioni che avevano gli altri a proposito della porta chiusa. Ma quando la verità del santuario fu compresa, unitamente alle verità del messaggio attuale, una nuova luce rifulse nelle loro menti e si diffuse in molte direzioni. Ora avevano qualcosa per cui impegnarsi. I loro primi sforzi naturalmente si rivolsero ai vecchi credenti che avevano conosciuto l’opera di Dio trasmessa nel Primo messaggio.  Bates padre, il  Pastore e la Signora White viaggiarono molto per rintracciare quei fedeli in diverse parti del paese.  Molti accolsero la verità con la gioia più grande perché dava una spiegazione  delle loro difficoltà  e forniva loro una solida base sulla quale poggiare.   Nessuno, se non quelli che attraversarono quell’esperienza, può rendersi conto della gioia che li colse alla vista della luce più chiara.

Per parecchi anni non ci fu in generale tra gli increduli nessun interesse per l’ascolto della dottrina dell’avvento. Lo proibiva il marchio che pesava sul movimento fin dal passato. Il pensiero ricorrente era quello di trovare quelli che amavano la dottrina dell’avvento per presentare loro la verità presente. Perciò la provvidenza divina sembra dar forma ai loro sforzi diretti completamente a quelli che già credono, e non in direzione degli increduli.

Ancora, in tutte quelle località dove vivevano i fedeli dell’Avvento, la dottrina era più o meno nota e la luce del Signore aveva brillato; di conseguenza le persone erano state messe alla prova su di essa.  Quelli che avevano rifiutato la dottrina si trovavano  proprio nella stessa posizione di quei Giudei che avevano rifiutato l’opera di Giovanni Battista.  Cristo disse che costoro “ avevano rifiutato il consiglio di Dio contro loro stessi.”

I credenti nel terzo messaggio non sentivano alcun dovere nei confronti di questo gruppo e, poiché non scorgevano tra la gente in generale alcun interesse per la verità, di conseguenza non fecero alcuno sforzo particolare per portar loro la verità. Erano fortemente impegnati nel soccorrere i loro fratelli dal pericolo costituito dalle teorie sul tempo della fine caratteristiche degli Avventisti del primo giorno e  nel tentativo di tenerli legati alla loro fede nell’opera, cercando contemporaneamente di mantenere ferma e ardente la loro stessa fede. – G.I.B.

D00-07. “La Dottrina della Porta Chiusa tra i Credenti nel Messaggio del Terzo Angelo – II”

Review and Herald , 24 marzo 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 7

 

“LA DOTTRINA DELLA PORTA CHIUSA TRA I CREDENTI NEL MESSAGGIO DEL TERZO ANGELO”

Quando i credenti videro risplendere la luce della comprensione sul santuario celeste, molte cose a proposito della loro posizione e della delusione subita divennero chiare, e tra di esse anche la dottrina della “porta chiusa”. Non intendo dire che fin dall’inizio tutti avessero compreso l’argomento nel suo pieno significato, sarebbe stato irragionevole aspettarsi tanto, ma esso offrì la chiave per chiarire gradualmente l’intero problema. Cercherò di spiegare questo processo passo dopo passo.

Si resero conto che la purificazione del santuario alla fine dei 2.300 giorni non indicava la purificazione della terra per mezzo del fuoco, ma piuttosto quella del tempio di Dio nel cielo, antitipo del santuario costruito da Mosè. Tale purificazione significava la rimozione o l’eliminazione del peccato (il giudizio investigativo) ed era in relazione con l’ultima opera svolta dal nostro grande Sommo Sacerdote immediatamente prima del suo ritorno sulla terra. Tale comprensione fece nascere nella loro mente una grande luce su molti argomenti. Nel tipo terreno, il ministero o servizio sacerdotale terminava nella prima parte del santuario quando il sommo sacerdote iniziava la sua opera nel luogo santissimo. Questo era indicato dalla chiusura della prima porta e dall’apertura della seconda nel santissimo.

I credenti investigavano le loro Bibbie con grande cura e così Apocalisse 3:7-11 diventò per loro un testo molto convincente: “All’angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre: ‘Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ecco, ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per riconoscere che io ti ho amato. Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch’io ti preserverò dall’ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona’”.

Filadelfia significa “amore fraterno”. Una descrizione appropriata dell’interesse intenso, affettuoso che i credenti ebbero l’uno per l’altro nella gloriosa esperienza del 1844. Questo modo di esprimersi si applica al tempo immediatamente precedente la venuta di Gesù: “Ecco io vengo presto”. “Colui che ha la chiave di Davide” deve essere il Figlio di Davide, il nostro Salvatore. Davanti ai credenti sono poste una “porta aperta” e una “porta chiusa”. Essi “non avevano rinnegato il suo nome”.

Ma c’era un altro gruppo di persone che dichiarava di essere il vero popolo di Dio, “gli ebrei”, che si era opposto a loro [i credenti, ndt] e che sarebbe stato umiliato quando i risultati avrebbero provato che i credenti erano nel giusto, ed esso nell’errore. “I vostri fratelli, che vi odiano e vi scacciano a causa del mio nome, dicono: ‘Si mostri il Signore nella sua gloria, affinché possiamo vedere la vostra gioia!’. Ma essi saranno svergognati” (Isaia 66:5). Questi credenti erano giunti al tempo della “costanza dei santi” di cui si parla nel messaggio del terzo angelo: “Qui è la costanza dei santi” (Apocalisse 14:12). La loro posizione non può essere equivocata: essi erano i credenti nell’imminente ritorno di Cristo. Dinanzi a loro erano poste una “porta aperta e una porta chiusa”.

Questo è spiegato benissimo dal cambiamento di servizio del nostro grande Sommo Sacerdote, “il decimo giorno del settimo mese” del 1844. Non c’è altra spiegazione. E non abbiamo mai conosciuto nessuno che potesse smentirla. Ogni punto presente in questo passo della Scrittura è esemplificato nell’esperienza dell’avvento nella data stabilita e dopo di essa. A ciò essa si applica.

Questo testo diffonde una luce speciale sulla natura della porta chiusa. Presenta una “porta aperta” di accesso a tutti i veri credenti e, contemporaneamente, riconosce il cambiamento di posizione e di servizio di Cristo nel momento in cui inizia la sua opera finale. Se si tratta di un cambiamento reale, esso dovrebbe essere riconosciuto con la massima certezza dal popolo di Dio sulla terra, il quale è guidato dallo Spirito in tutta la verità. Lo riconobbero infatti quelli che seguirono la via della chiara luce del santuario e dell’ultimo messaggio; invece non lo fecero la grande massa degli avventisti, che aveva abbandonato l’opera del passato, e i membri delle chiese più popolari. La “porta chiusa” e la “porta aperta” sono ora accettate da tutti coloro che credono saggiamente nella verità presente.

Queste opinioni portarono i credenti a modificare la loro fede sulla fine del tempo di grazia. Essi avevano condiviso queste idee con gli altri avventisti subito dopo lo scadere della data stabilita e continuarono a sostenerle fino a che una nuova luce illuminò il santuario. Avevano ancora molto da dire sulla “porta chiusa”, ma ora la collegavano con una “porta aperta”.

Studiando l’esempio del sommo sacerdote terreno, essi appresero che il tempo di grazia continuava nel tipo “dopo” l’inizio del servizio all’interno del luogo santissimo. Quando egli svolgeva il suo servizio davanti al Signore e faceva l’espiazione per il popolo, portava con sé il pettorale del giudizio, che conteneva i nomi delle dodici tribù d’Israele. Quelli i cui cuori erano umili e penitenti erano le persone a favore delle quali veniva compiuta l’espiazione.

Parallelamente nell’antitipo succedeva questo: i credenti arrivarono a capire che quelli che si erano pentiti dei loro peccati e avevano riconosciuto la vera opera di Dio, avrebbero ricevuto il beneficio dell’espiazione del nostro grande Sommo Sacerdote, compiuta nell’ultima fase della sua opera. Non vogliamo dire che tutti lo compresero immediatamente, in quanto la luce si diffuse gradualmente. Ci furono persone che, dopo la data stabilita, si erano mostrate per anni responsabili, o che non avevano rifiutato la luce: le loro menti furono risvegliate in modo da ricercare Dio.

Siamo sicuri che non si può trovare un solo caso umano di questo tipo, in cui sia stata data prova certa di sincerità, che sia stato mai messo da parte dal corpo dei credenti, in nessun momento dopo la nascita di quel messaggio. Non abbiamo mai udito neppure un accenno in proposito. Se casi di questo genere si verificarono prima che si dispiegasse la luce che possediamo nel tempo attuale, (quando cioè ci si atteneva alla dottrina della cosiddetta “porta chiusa”), l’interesse verso di loro fu giustificato in base alla supposizione che i loro nomi erano “scritti sul pettorale del giudizio”, oppure che in qualche altro modo Dio aveva provveduto per loro. Nessuna anima sincera fu mai respinta.

Ma non ci si deve dimenticare che pochissimi, eccetto gli avventisti, mostrarono interesse durante questa fase dell’opera, perché grande era l’impopolarità della dottrina dell’avvento. Di conseguenza la loro attenzione non fu richiamata su tutta l’estensione del soggetto del santuario, il quale mostra che tutti coloro che non hanno respinto la luce possono entrare, se lo vogliono, mentre l’opera del giudizio è ancora in corso. Ma i credenti pervennero a questa comprensione in modo graduale. Fino al 1850-1851 non avevano compreso che il loro compito futuro doveva in gran parte rivolgersi a quanti erano al di fuori dal gruppo dei vecchi fedeli avventisti. Fino ad allora esso era rimasto quasi del tutto limitato a questi ultimi. Essi avevano compreso questa dottrina modificata della “porta chiusa” e avevano molto da dire in proposito, perché si trattava di un punto molto importante dato che segnava la distinzione tra le due classi di avventisti: quelli che avevano abbandonato il grande movimento del 1844 e quelli che vi credevano ancora. I primi cercavano di risvegliare le chiese tradizionali e più diffuse, individuando nuove date, scombinando le vecchie e, infine, abbandonando quell’opera gloriosa tacciandola di “fanatismo”. I secondi, al contrario, affermavano che si trattava di un messaggio dato da Dio, predetto nel modo più chiaro dalla profezia e facente parte dell’ultimo grande avvertimento 0che doveva chiudere il tempo di grazia.

La dottrina delle porte “aperta” e “chiusa” all’interno del santuario celeste costituiva la pietra di volta della vera arcata dell’avvento: la chiave che svelava per intero il mistero e illuminava la loro posizione. Perché, se Cristo aveva spostato il suo servizio dal luogo santo a quello santissimo nell’autunno del 1844, allora, davvero l’“ora del giudizio è venuta”. Il primo era un messaggio dato da Dio e, ora che il primo e il secondo erano stati dati, il terzo doveva seguire. La grande maggioranza degli avventisti doveva quindi essere paragonata alle “vergini stolte”, era cioè nelle tenebre.

Riscontriamo allora come coloro che credevano fin dalle origini nella verità presente si riferissero spesso alle controversie sulla “porta chiusa” avute con gli avventisti del Primo Giorno [osservatori della domenica] addirittura fino al 1850-1851. Essi rimandavano l’attenzione degli oppositori alle loro stesse dichiarazioni fatte dopo la data stabilita e mostravano quanto le posizioni attuali fossero contraddittorie. Portavano loro le prove del fatto che avevano veramente abbandonato la vera fede nell’avvento.

Mentre scrivo ho qui davanti un opuscolo di 48 pagine su due colonne, intitolato The Advent Review, pubblicato nel 1850 da Hiram Edson, David Arnold, George W. Holt, Samuel W. Rhodes e James White (comitato editoriale) a Auburn, N.Y. Esso è quasi interamente costituito di articoli e brani scritti dai più eminenti ministri avventisti: William Miller, J.V. Himes, S. Bliss; A. Hale, J. Marsh, J. B. Cook, e molti altri.

Come dichiarato nelle note introduttive, questo opuscolo fu pubblicato per mostrare chi aveva “lasciato da parte la fede originale”. Dalle loro parole, confrontate con le posizioni che essi presero allora, risulta chiaramente che tutti questi personaggi di rilievo, eccetto Miller che era morto, avevano abbandonato quella “fede originale” e che i credenti nel terzo messaggio erano solo quelli che si erano aggrappati a quella vecchia fede. Vediamo così qual era il significato della dottrina della “porta chiusa”, nel novero dei credenti, dopo che si giunse alla comprensione del santuario.

Ogni volta che essi vi si riferiscono deve essere considerata in connessione con la “porta aperta”, nella quale essi credevano ugualmente.

Per mostrare che fino al 1850-1851 credevano in una porta chiusa, nel prossimo articolo daremo alcune citazioni tratte dalla loro stessa pubblicazione The Present Truth [La verità presente], pubblicata dal luglio del 1849 fino al novembre del 1850, e dal primo volume della Review and Herald, la prima rivista pubblicata con questo nome e datata “Paris, Me., November 1850”, mentre il primo volume termina il 9 giugno 1851. In questi brani presenteremo dei fatti non noti a molti di quelli che hanno abbracciato la verità negli ultimi 25 anni.

Questi fatti hanno un forte legame con quell’interessante periodo di transizione che va dal primo e secondo messaggio al messaggio del terzo angelo. I nostri oppositori hanno tentato di farci apparire timorosi che i fatti legati alla “porta chiusa” vengano alla luce, ma noi promettiamo di rendere note queste citazioni che essi considerano estremamente riprovevoli e di presentare loro dei fatti che spiegano completamente quei brani. (G. I. B.)

D00-08. “La dottrina della Porta Chiusa tra i credenti nel Messaggio del Terzo Angelo – III”

Review and Herald , 24 marzo 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 8

 

“LA DOTTRINA DELLA PORTA CHIUSA TRA I CREDENTI NEL MESSAGGIO DEL TERZO ANGELO”

 

Ci apprestiamo ora a presentare alcuni brani sul tema della “porta chiusa”, capaci di mostrare come i credenti nel messaggio si attennero a tale credenza fino al 1850-1851. Nel sesto numero del primo volume della Review and Herald, pubblicata a Paris, Me., nel febbraio del 1851, si trova una lettera che un fratello scrisse al figlio. Comincia così: “Fin dalla presentazione della verità ho abbracciato il sabato, settimo giorno, e la porta chiusa, perché costituivano il mio ultimo rifugio in questo giorno oscuro e triste”. E circa a metà del suo scritto dichiara: “Perciò abbracciai il ‘grido di mezzanotte’, la ‘porta chiusa’ e il messaggio del terzo angelo perché erano il mio estremo rifugio, come ho già affermato”.

Ma in quale genere di “porta chiusa” crede questo fratello? Gli oppositori direbbero: “Naturalmente, se crede totalmente in una porta chiusa, questo esclude tutte le conversioni”. Invece, che cosa dice in proposito? Alcune righe più avanti si esprime come segue: “Esaurirei presto il mio tempo e la tua pazienza se dovessi presentarti il soggetto della porta chiusa per intero. Mi basta dire che, secondo me, essa non esclude tutte le conversioni. In verità esclude quelli che hanno rifiutato completamente tutti questi messaggi.

Io credo che i nomi registrati nel ‘libro della vita dell’Agnello’ siano stati portati in giudizio il decimo giorno del settimo mese; che poi il Figlio ha portato i loro nomi dinanzi al Padre come l’antitipo del ‘pettorale del giudizio’”. È ragionevole supporre che questi punti di vista fossero in accordo con le opinioni di coloro che li pubblicarono sulla Review, altrimenti non ci sarebbero stati.

Continuiamo con l’offrirvi un brano dalla Review del gennaio 1851, tratto da uno scritto del mio compianto padre, il quale abbracciò la verità nel 1850. Proviene da una lettera che scrisse al pastore Joseph Marsh, redattore dell’Advent Harbinger [L’araldo dell’avvento], uno dei primi e più autorevoli giornali avventisti. Il pastore White la pubblicò sulla Review. In questa lettera indirizzata a Marsh, mio padre presenta alcuni motivi per accettare la verità presente, affermando: “Allo scadere del tempo (1844) credetti che la porta fosse chiusa; e non ero il solo. Lei stesso e quasi ogni altro credente avventista, per mesi dopo la data stabilita, credeste che l’opera in favore del mondo fosse compiuta”. Quindi cita alcuni passi tratti da dichiarazioni di Miller e di altri per dimostrare che credevano proprio questo.

Poi chiede: “Se non abbiamo avuto il grido di mezzanotte, quando, e dove, e come possiamo averlo?”. In seguito parla del Congresso di Albany, dell’effetto che ebbe sull’insieme dei credenti, della confusione e del senso di freddezza che si insinuò tra di loro. Poi conclude così: “Abbiamo davanti a noi un’altra verità che ha la funzione di una prova, cioè il messaggio del terzo angelo; e io temo davvero che sarà una prova troppo ravvicinata per alcuni dei leader del movimento avventista. I capi non amano essere guidati, ma il Signore umilierà i grandi ed esalterà gli umili. Gli ultimi saranno i primi e i primi ultimi. Sono stato grandemente benedetto nell’aver incontrato i fratelli del sabato, settimo giorno, e della “porta chiusa”. Essi si tengono stretti al passato e difendono la nostra attuale posizione. Credo che loro abbiano la verità e che Dio li stia guidando per mezzo del suo Spirito”.

Ma in che tipo di porta chiusa credeva? In una lettera scritta al fratello e alla sorella White, pubblicata sulla Review del gennaio 1851, egli afferma: “Da quando sono stato convertito alla porta chiusa e al sabato, settimo giorno, mi sono messo all’opera in questa città e in molte città vicine…per cercare di eliminare dalle menti degli altri parte del pregiudizio che sentivo così profondamente in me… Dalla conversazione con gli altri e dalla mia passata esperienza ho imparato che la porta chiusa è stata come la grande secca sulla quale gli Avventisti hanno incagliato la loro nave e l’hanno affondata”.

Poi parla delle posizioni contraddittorie sui messaggi, sul grido di mezzanotte e così via… e afferma: “Vedi come tutti questi fratelli hanno evitato il tema della porta”. A questo punto egli si dilunga a parlare dei vari movimenti presenti in mezzo a loro, come “fossero disseminati qua e là sulle montagne”, ecc.; poi fa questa osservazione: “Essi suppongono che la porta chiusa escluderebbe completamente dallo Spirito di Dio tutti gli inconvertiti, che abbiano ricevuto la luce oppure no, che siano giovani o vecchi. Io penso invece che se questo tipo di persone potesse comprendere veramente la porta chiusa e il messaggio del terzo angelo, almeno alcuni di loro vedrebbero quale è la vera linea della profezia e proverebbero ancora gioia nella luce. Mi sono sforzato di cercare quelli che non hanno abbandonato la nostra trascorsa esperienza su tali messaggi, e ho cercato di mostrare loro che cosa sono il santuario e la porta chiusa; cioè che il santuario di cui si parla in Daniele 8:14 sta attraversando un’opera di purificazione” (E. P. Butler).

So per esperienza personale che il modo in cui mio padre intendeva la porta chiusa era allora in perfetto accordo con il fratello e la sorella White. Mostrerò quindi le opinioni del pastore J. White su questo soggetto tramite una citazione tratta dalle sue stesse dichiarazioni. Appena due mesi dopo questi fatti, nel numero di aprile della Review and Herald, a pagina 64, è stata pubblicata una lettera di M. M. Truesdail nella quale egli pone la domanda: “La porta chiusa esclude qualsiasi conversione?”. Così risponde il Pastore White:

Risponde il pastore White: “La conversione, nel senso più stretto, indica un cambiamento dal peccato alla santità. Pertanto rispondo prontamente che essa non esclude tutte le conversioni. Credo che coloro i quali hanno udito il messaggio del “vangelo eterno” e lo hanno rifiutato, oppure che hanno rifiutato di ascoltarlo, ne sono esclusi . Per questo genere di persone non abbiamo alcun messaggio. Essi non hanno orecchie per noi, a meno che non abbassiamo il livello della verità a tal punto da non esserci più in essa alcuna salvezza. Ma ci sono persone che possono essere convertite.

1. I fratelli che sbagliano. Crediamo che nella chiesa di Laodicea ci siano molti che saranno ancora convertiti perché l’apostolo, nella sua epistola, si rivolge ai fratelli che aspettano. ‘Fratelli miei, se qualcuno tra di voi si svia dalla verità e uno lo riconduce indietro, costui sappia che chi avrà riportato indietro un peccatore dall’errore della sua via salverà l’anima del peccatore dalla morte e coprirà una gran quantità di peccati’ (Giacomo 5:19,20).

2. I figli che non erano abbastanza grandi per ricevere o rifiutare consapevolmente la verità, quando il nostro Sommo Sacerdote chiuse la sua opera di mediazione nel luogo santo alla fine dei 2.300 giorni, sono soggetti disponibili per la conversione dal peccato alla santità. I loro nomi furono segnati sul pettorale del giudizio e sono oggetto della mediazione di Gesù. Le vie di Dio sono giuste: egli darà a ogni essere intelligente un’occasione di salvezza.

3. Quando Elia pensava di essere solo, Dio gli disse: ‘Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal’. Noi crediamo che Dio si è riservato una moltitudine di anime preziose e alcune di queste perfino nelle chiese. Queste saranno manifestate ‘al tempo opportuno’. Esse vivevano in base alla luce di cui disponevano quando Gesù concluse la sua opera di mediazione per il mondo, e quando udranno la voce  del Pastore nel messaggio del terzo angelo riceveranno con gioia tutta la verità. Si convertiranno alla verità e dai loro errori. Ma riteniamo di non aver alcun messaggio per loro attualmente; ‘chi ha orecchio per intendere, intenda’ Il nostro messaggio si rivolge ai laodicesi, perché ancora alcune di queste anime devono essere manifestate”.

Ecco le opinioni che quest’uomo così influente espresse con chiarezza a proposito del messaggio della “porta chiusa. Da un attento esame del primo volume della Review  e di diversi numeri della rivista The Present Truth, non ci sono dichiarazioni del fratello e della sorella White antecedenti a questo periodo, che contraddicano questa definizione della porta chiusa. Fino a questo momento essi avevano ancora il sentimento che il loro compito e il loro messaggio era rivolto ai vecchi credenti avventisti, i quali avevano una comprensione dei 2.300 giorni, della gloriosa esperienza del 1844, e così via.

Per una ragione simile, i discepoli, dopo la crocifissione, per parecchi anni svolsero la loro attività in favore degli ebrei, prima di andare dai gentili, i quali non conoscevano nulla dell’opera del passato. Tuttavia, potevano essere raggiunti i figli che si erano risvegliati a un senso di responsabilità e, afferma il fratello White, Dio “darà a ogni essere dotato d’intelligenza un’occasione di salvezza”. Erano parole nobili e sagge. Di conseguenza, dobbiamo per forza concludere che secondo lui quelli che non avevano ricevuto la luce non erano esclusi dalla dottrina della porta chiusa, come essi avevano sostenuto. “Noi crediamo che Dio si è riservato una moltitudine di anime preziose, alcune anche nelle chiese. Queste Egli renderà manifeste ‘al tempo opportuno’”. Sembra dunque che le loro idee intorno alla porta chiusa escludessero chiunque eccetto i fedeli avventisti? I nostri oppositori lo dicono, ma noi abbiamo una conoscenza migliore di queste cose.

Tuttavia alcuni dicono che il pastore White, in alcuni numeri del The Present Truth, abbia usato un linguaggio incongruente con queste dichiarazioni. Citeremo qui le parole a cui essi si riferiscono, tratte da The Present Truth, Oswego, N.Y., maggio 1850, n. 10, p. 79:

“Quando giungemmo a quel tempo (1844), tutta la nostra simpatia, l’interesse e le preghiere per i peccatori cessarono; e vu furono il sentimento e la testimonianza unanime che la nostra opera per il mondo era finita per sempre. I tralci viventi sulla terra simpatizzeranno e si accorderanno con la ‘Vera Vite’ che è nel cielo. La ragione per cui i tralci viventi sentivano che la loro opera per il mondo fosse conclusa era che i 2.300 giorni erano terminati ed era giunto il tempo in cui Gesù chiudeva la porta del luogo santo per passare nel luogo santissimo, per ricevere il regno e purificare il santuario.

‘Ma – afferma l’oppositore – la porta della misericordia non sarà chiusa fino alla venuta di Gesù’. Non leggiamo nulla nella Bibbia che identifica tale porta con quella della misericordia, né insegniamo che essa sia stata chiusa nel 1844. ‘La misericordia divina dura in eterno’. Egli è tuttora misericordioso verso i suoi santi e lo sarà per sempre. E Gesù è ancora il loro avvocato e sacerdote.

Ma il peccatore al quale Gesù ha spalancato le braccia per tutto il giorno e che ha rifiutato le offerte di salvezza, fu lasciato senza un avvocato quando Gesù uscì dal luogo santo e chiuseo la porta nel 1844. La chiesa professante che rifiutò la verità è stata anchìessa rifiutata…  L’oppositore afferma: ‘Io credo che Gesù si trovi ancora sul propiziatorio’. Lasciatemi dire, in risposta a questa asserzione così frequente, che Gesù non è mai stato sul propiziatorio e non ci sarà mai. Il propiziatorio si trova nel luogo santissimo, dove Gesù è entrato alla fine dei 2.300 giorni. Esso si trova sull’arca dei dieci comandamenti con sopra i cherubini pieni di gloria. Il nostro Sommo Sacerdote sta davanti al propiziatorio e col suo sangue intercede per Israele.

Se la porta (rappresentata dalla porta della parabola) non si chiude finché Gesù non scende dal cielo tra le fiamme di fuoco, allora dove avverrebbe l’atto del bussare e di dire: ‘Signore, Signore, aprici’? È evidente che la porta si chiude prima del secondo avvento e che i non credenti ne sono ignari; ecco perché bussano alla porta chiusa e dicono: ‘Signore, Signore, aprici!’. Quando sarà venuto il gran giorno della collera divina e i non credenti saranno informati della loro situazione di perdizione, essi non busseranno con la speranza di essere ammessi. No, no! Al contrario fuggiranno verso le rocce e le montagne per mettersi al riparo”.

Presentiamo questi lunghi brani del fratello White per descrivere fedelmente le espressioni più efficaci da noi trovate nei suoi primi scritti sul tema della porta chiusa. Non proponiamo di seguire l’esempio degli oppositori che estrapolano alcuni passi dal loro contesto, cioè le espressioni più forti che possono trovare nel suo modo di esprimersi, e forse trascurano il legame con altri passi che ne chiarirebbero il senso. Invece è nostra cura presentare dei passi che coprono tutte le fasi del soggetto in esame. Esaminiamo con attenzione questo modo di esprimersi:

  1. Insegna che alla fine dei 2.300 giorni il servizio del nostro grande Sommo Sacerdote all’interno del santuario è mutato, e perciò una porta è stata chiusa e un’altra aperta. È quello che gli avventisti credono ancora.
  2. Che questo cambiamento nell’opera del servizio sacerdotale costituisce un cambiamento “reale” dell’opera di Cristo. In quel momento è iniziato l’esame dei libri del ricordo nei cieli. Il giudizio investigativo, l’eliminazione dei peccati e la loro rimozione dai registri dove sono iscritti tutti i figli di Dio iniziarono come preparazione all’atto di porre quei peccati sulla testa del capro antitipico, cioè Satana. Si tratta invero dell’opera più importante e deve essere riconosciuta dal popolo di Dio, che sarà pronto per la venuta di Cristo. Gli avventisti del settimo giorno lo credono ancora.
  3. Come abbiamo affermato più volte in questi articoli, quando i credenti pervennero a questo punto così importante nel 1844, tra di loro ci fu un sentimento diffuso che la loro “opera per il mondo fosse conclusa”. Date le circostanze, come avrebbero potuto pensare in modo diverso? Dovremmo avere motivo di attenderci qualcosa di meno significativo in corrispondenza del verificarsi di questo importante cambiamento nel ministero di Cristo? Sarebbe stato ragionevole supporre che, dopo aver predicato un messaggio così solenne, quale era il loro, essi avrebbero continuato a sentire lo stesso impegno di prima per i peccatori che avevano respinto il loro messaggio? Se questo fosse stato il loro sentimento, sarebbe stata la prova che non avevano davvero alcuna fiducia nella loro predicazione.
  4. Sarà stato notato dal lettore attento che in questi brani le uniche categorie di persone delle quali il fratello White parla come di “reietti” sono i peccatori, “ai quali Gesù durante tutto il giorno aveva spalancato le braccia, ma che avevano respinto le offerte di salvezza”, e “la falsa chiesa che aveva respinto la verità”. In sintesi, proprio quelle categorie alle quali era stato predicato il messaggio di avvertimento, ma che l’avevano rifiutato. In queste osservazioni non è rintracciabile una sola parola che suggerisca che coloro i quali non erano ancora in grado di prendere una posizione responsabile o quelli che non avevano rifiutato la luce fossero inclusi tra quanti erano stati lasciati fuori. Gli avventisti del settimo giorno credono tuttora che quelli che respinsero deliberatamente l’appello saranno perduti. “Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena” (Luca 14:24).

Vediamo allora che questi brani, i più convincenti che i nostri oppositori possano presentare, non provano quanto i suddetti oppositori affermano, e cioè che il pastore White avrebbe insegnato che non vi sarebbe stata salvezza per nessuno se non per chi avesse fatto parte dei destinatari del primo messaggio. Queste parole sono in perfetta armonia con il brano che abbiamo presentato, scritto meno di un anno dopo, nel quale lui stesso afferma esplicitamente la sua convinzione che “una moltitudine di anime preziose” sarebbero ancora state raggiunte.

È ben noto che i credenti di questo periodo ritenevano in modo deciso che le 144.000 anime sarebbero state “segnate con il sigillo del Dio vivente” (il santo sabato) e sarebbero state portate in cielo fra coloro che erano in vita al momento del ritorno di Cristo. Si suppone che siano stati circa 50.000 gli avventisti che uscirono dalle chiese di origine nel 1844. Molti di loro abbandonarono il movimento dopo che fu trascorsa la data stabilita. Tutti possono constatare, allora, che questi credenti si aspettassero che più di 100.000 persone sarebbero state raccolte al di fuori dei vecchi credenti avventisti. È davvero ridicola, dunque, l’affermazione dei nostri oppositori secondo cui questi osservatori del sabato pensassero che nessuno eccetto i vecchi avventisti avrebbe potuto essere salvato dopo il 1844! Questi costituivano evidentemente la “moltitudine” a cui si riferiva il fratello White nel passo citato prima.

Per sottolineare ancora meglio queste posizioni, vogliamo introdurre dei brani tratti dagli scritti del fratello David Arnold, uno dei fratelli più anziani e fedeli, pubblicati nel dicembre del 1849, esattamente cinque mesi dopo la stampa del primo numero del The Present Truth [La verità presente], e quattro mesi prima che fossero scritti questi brani dal fratello White. A pag. 45 del numero di dicembre 1849, troviamo i passi seguenti:

“Cristo chiuse il suo servizio giornaliero, o continuo, [ovvero la sua mediazione] nella prima stanza del santuario celeste e ‘chiuse la porta’ (la sottolineatura è dell’autore) che nessun uomo può aprire, e aprì una porta nella seconda stanza, o luogo santissimo, che nessun uomo può chiudere (cfr. Apocalisse 8:7,8); e passò attraverso il secondo velo, portando davanti al Padre, sul pettorale del giudizio, tutti coloro per i quali compie ora l’opera di intercessore”.

Ci chiediamo: “Chi sono quelli per i quali egli agisce in tal modo?”. Citiamo ancora: “Ma – dice l’oppositore – questo non lascia forse la generazione attuale, che solo dopo quel tempo ha acquisito il senso di responsabilità, senza un intercessore o un mediatore, priva dei mezzi della salvezza? In risposta alla sua obiezione, osserverei che, poiché si trovavano allora in uno stato di innocenza, essi ebbero il diritto a essere registrati sul pettorale del giudizio esattamente come quelli che avevano peccato e ricevuto il perdono, e sono quindi, nel presente, oggetto dell’intercessione del nostro Gran Sommo Sacerdote”.

Questo fu scritto cinque anni dopo la data stabilita nel 1844. Devono esserci state più di cento milioni di persone che hanno raggiunto la capacità di una scelta responsabile durante questi cinque anni dopo il ‘44. La posizione del fratello Arnold, che sappiamo essere stata appoggiata dal fratello White fin dalla sua comparsa sulla stampa, prevedeva la salvezza possibile di tutti costoro. Lo stesso principio, sebbene non lo menzioni qui, accorderebbe esattamente lo stesso privilegio a chiunque non avesse negletto la luce.

L’intera questione, secondo il punto di vista dei primi credenti, si spostò sulla natura dell’opera di Cristo nel luogo santissimo. Essi credevano, come possiamo chiaramente constatare, che quanti pervennero agli anni della responsabilità dopo che Cristo ebbe cambiato il suo ministero sacerdotale erano oggetto della sua grazia. Egli intercede per questi come per coloro che avevano accolto la verità in precedenza. I loro nomi sono stati inclusi tra quelli portati sul pettorale del giudizio. Non c’è nulla che io possa trovare nei loro scritti tale da escludere l’idea che chi non avesse rifiutato la luce non potesse essere preso in considerazione dal nostro Gran Sommo Sacerdote. Per tali persone egli avrebbe intercesso precisamente nello stesso modo. Riconosciamo comunque che su questo concetto, a quel tempo, essi non si espressero moltissimo, perché tutto il loro impegno era rivolto alle “pecore perdute della casa d’Israele”, cioè ai credenti nel primo messaggio.

Fu, senza dubbio, nel piano di Dio che quanti avevano familiarizzato con le verità del grande movimento dell’ora stabilita e che erano stati battezzati con il suo spirito [del movimento], dovessero essere i primi a udire il messaggio del terzo angelo; proprio come quelli che avevano udito Giovanni Battista e il Cristo dovevano ascoltare la predicazione degli apostoli dopo il giorno della Pentecoste. Costoro dovevano formare un nucleo in vista di una grande opera e sarebbero stati più strettamente ancorati alle verità del messaggio di quanto potessero esserlo i novizi. Sarebbero stati capaci di dare il loro apporto nel foggiare i nuovi credenti in armonia con lo spirito dell’opera.

Quindi, Dio fece in modo che dovessero udire l’ultimo messaggio di avvertimento per primi e questo, come dice il fratello White, fu il primo impegno che svolsero. Solo in seguito iniziarono a lavorare per quelle “moltitudini” che ancora dovevano essere introdotte nel loro movimento. Questo intervento del fratello Arnold, pubblicato prima di quello del fratello White da noi citato, è una prova positiva che le guide spirituali dell’opera non credevano in una porta chiusa che avrebbe escluso tutti eccetto i vecchi credenti avventisti. Poiché esse credevano in una “porta aperta” e in una “porta chiusa”, nessuno era escluso eccetto quelli che avevano respinto la luce della verità. Nel prossimo articolo presenteremo una prova più sicura di questa. (G. I. B.)

D00-09. “La Dottrina della Porta Chiusa tra i Credenti nel Messaggio del Terzo Angelo – IV”

Review and Herald, 7 aprile 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 9

 

“LA DOTTRINA DELLA PORTA CHIUSA TRA I CREDENTI NEL MESSAGGIO DEL TERZO ANGELO”

 

Nell’articolo precedente abbiamo presentato dei brani che mostravano come quella che è definita la dottrina della “porta chiusa” fu sostenuta dai credenti nel 1850-1851. Ma abbiamo anche chiaramente provato che essa escludeva solo le persone che avevano respinto la luce. Abbiamo citato alcuni scritti del pastore White con le espressioni più forti che i nostri oppositori possano trovare per far apparire che nessuno, a parte i credenti del 1844, poteva essere salvato. Abbiamo visto come essi non siano assolutamente riusciti a provare il loro assunto. Presenteremo ora nuove prove a conferma delle nostre affermazioni. A pagina 72 della rivista The Present Truth, pubblicata a Oswego, N.Y., nell’aprile 1850, troviamo la notizia seguente:

“Si sta compiendo un’opera interessantissima tra i giovani figli del ‘rimanente’ in questa città. La loro salvezza è stata il soggetto principale dei nostri incontri durante gli ultimi due sabati e Dio ci ha benedetti in modo meraviglioso. La verità ha prodotto un buon effetto su di noi e sui nostri figli. La sera successiva all’ultima domenica, tenemmo un incontro a loro speciale beneficio e lo Spirito del Signore è stato sparso in mezzo a noi. Tutti i figli si sono inginocchiati davanti al Signore, mostrando di capire l’importanza di osservare i comandamenti, in particolare il quinto, e di ricercare la salvezza per mezzo di Gesù Cristo. Questo è stato uno degli incontri più interessanti dei quali io sia mai stato testimone”.

Poiché quanto precede sembra un articolo di tipo redazionale (infatti non è firmato), deve essere stato scritto dalla penna del pastore White. Fu pubblicato giusto un mese prima dell’articolo contenente il lungo brano, a sua firma, che abbiamo citato la scorsa settimana, e che contiene quelle dichiarazioni così forti sulla porta chiusa, considerate dagli oppositori la prova che egli credesse nella impossibilità della salvezza per alcuno se non per i vecchi credenti avventisti. Invece, in questo scritto lo vediamo affaticarsi, senza dubbio in collaborazione con sua moglie, con l’interesse più profondo per i cari figli che stavano “cercando la salvezza”. Proprio questa era stata la loro principale occupazione per due settimane e si era rivelata fonte di grande benedizione per loro e per i figli.

Tuttavia i nostri oppositori concludono, da ciò che egli pubblicò un mese dopo, che egli credesse che nessuno di questi giovani figli poteva essere salvato perché, nel 1844, essi non erano dei credenti. Così stavano impegnandosi con tutte le loro forze per la salvezza di coloro che pensavano non potessero essere salvati! Può darsi che questa sia la loro conclusione, ma non è certo la nostra.  Sappiamo, quindi, che essi non professavano nessuna di quelle convinzioni relative alla porta chiusa, che gli oppositori attribuiscono loro.

Nel numero di Novembre di The Present Truth , alle pagine 84 e 85, vi è il resoconto della conversione di persone giovani e del battesimo di una persona che deve essere stata troppo giovane per far parte dei credenti del 1844. Questo brano si trova in una lettera di S. W. Rhodes, un importante operaio avventista di quel tempo. In esso è evidente quale fosse la loro comprensione della porta chiusa.

Nell’ultima pagina dell’ultimo numero di The Present Truth, in una lettera del pastore Joseph Bates, troviamo quanto segue:

“Il nostro incontro a Waitsfield fu benedetto da Dio. Il fratello e la sorella Butler vennero da Waterbury con i fratelli Chamberlain e Churchill; i fratelli Hart e Bailey vennero da Northfield; e le persone del posto , insieme con la famiglia del fratello Lockwood, parteciparono al nostro incontro. Alla fine il fratello Butler si arrese alla verità”.

Personalmente, ricordo quel periodo come se fosse ieri, anche se si trattava del 1850. Mia madre osservava il sabato da circa un anno. Mio padre invece vi si opponeva con forza, benché fosse stato un convinto credente nel grande movimento dell’avvento del passato. La luce sul tema del santuario lo portò ad accettare il sabato come giorno di riposo.

Faccio riferimento a questo incontro, perché vi è menzionato il fratello Churchill. Egli fu uno dei primi casi di conversione dal mondo alla verità presente, avvenuta dopo il 1844. Come abbiamo detto, l’opera degli avventisti fino a quel momento era stata rivolta quasi interamente alle “pecore perdute della casa d’Israele”, cioè ai vecchi credenti avventisti. Essi constatarono che i non credenti non mostravano alcun interesse per le verità tanto preziose al loro cuore, perciò la loro attenzione fu rivolta a quelli che avevano amato la fede avventista per i quali si impegnarono ardentemente. Questo era, evidentemente, nei piani di Dio.

Heman Churchill, di Stowe, nel Vermont, qui menzionato, non aveva fatto parte del movimento avventista del 1844. Aveva sposato, in seguito, una figlia della sorella Benson, un’avventista del 1844. Ricordo bene quando venne a Waterbury, nel Vermont, e seguì l’incontro nella casa di mio padre dove alcuni si riunivano di tanto in tanto. Costoro furono veramente sorpresi, in un primo momento, nel vedere che una persona che non aveva creduto nel passato fosse interessato alla dottrina avventista. Quindi, non fu respinto ma accolto. Era un uomo onesto e zelante, e dato che i fratelli scorgevano in lui sincerità, lo accettarono come un vero convertito. Non sono in grado di ricordare la data esatta in cui egli iniziò a cercare Dio, sebbene io possa ricostruire con la memoria gli incontri di Waterbury ai quali fu presente; ma sappiamo da questa lettera del pastore Bates che ciò avvenne prima di questo incontro, tenutosi nell’autunno del 1850. Infatti, egli era presente in qualità di credente all’incontro di Waitfield, al quale abbiamo fatto riferimento sopra. Bates lo chiama “fratello”. E la sua conversione fu oggetto di una grande clamore nel mondo circostante.

Se, quindi, i nostri oppositori avessero avuto ragione nell’affermare che i credenti credevano in una porta chiusa che escludeva interamente tutti fuorché i vecchi avventisti, come avrebbe potuto Heman Churchill essere ricevuto come un vero convertito? Questa è una prova evidente che le loro affermazioni erano false. Non può essere trovato alcun esempio nella storia delle origini del movimento in cui qualcuno che manifestasse sincerità nella ricerca di Dio sia stato respinto. Al contrario, i fratelli erano felicissimi di ogni segno che mostrasse il desiderio di tali persone di ricevere la benedizione divina.

Da una lettera ricevuta recentemente dal fratello Ira Abbey, di North Brookfield, nello stato di New York, il cui nome è collegato all’affermazione conclusiva di questo articolo, mi prendo la libertà di estrarre quanto segue:

“Dopo che la data stabilita passò, fui un deciso credente nella dottrina della porta chiusa. Ma quando il messaggio del terzo angelo fu predicato, io e mia moglie lo abbracciammo. Tra il 1846 e il 1850 il fratello e la sorella White vennero a casa nostra e si dimostrarono molto zelanti nei confronti dei bambini e di quelli che non avevano respinto la verità. Essi si impegnarono in favore delle anime non convertite e non ricordo di aver mai udito la sorella White dire che non c’erano speranze per loro; al contrario c’era speranza per chi fosse ricaduto nel peccato e per chi non aveva respinto la verità”.

Questo è un estratto di una lettera privata che non fu scritta per la pubblicazione; ma la testimonianza è così chiara che ci assumiamo la responsabilità di inserirla nell’articolo.

Presentiamo subito dopo una citazione da una dichiarazione di Marion C. Truesdail, da lei sottoscritta insieme ad altre cinque persone:

“Durante la visita della signorina Harmon (ora signora White) a Paris, nel Maine, nell’estate del 1845, le riferii in dettaglio le vicende di una mia cara amica alla quale il padre aveva proibito di frequentare le nostre riunioni; conseguentemente lei non aveva respinto la luce. Sorridendo mi rispose così: ‘Dio non mi ha mai mostrato che non c’è salvezza per queste persone. Ciò vale solo per coloro ai quali è stata presentata la luce della verità e l’hanno consapevolmente respinta’. La risposta della signorina Harmon coincideva con la mia idea della porta chiusa, e giustamente non si poteva derivarne nessun altra”.

Il fatto qui presentato è certo decisivo sulla natura della porta chiusa nella quale gli avventisti credettero fin dal 1845.

Presenteremo ora una dichiarazione molto esplicita e un’affermazione esaustiva che investe l’intera esperienza della porta chiusa, fatta da credenti nel messaggio del terzo angelo prima dell’anno 1851. C’è un numero considerevole di testimoni viventi che abbracciarono la verità in un tempo così precoce, i quali sanno se tali affermazioni sono vere o no. Perché la loro testimonianza non dovrebbe esser presa in considerazione al riguardo? Abbiamo ottenuto le firme di un buon numero di loro, i quali abbracciarono la verità fin dal 1850, tutti dopo aver fatto parte del movimento del 1844.

“Noi sottoscritti, avendo ben conosciuto il movimento dell’avvento nel 1844, allo scadere del tempo previsto, e avendo anche abbracciato le verità del messaggio del terzo angelo fin dal 1850, con la presente e con gioia associamo i nostri nomi alla dichiarazione seguente relativa alla dottrina della porta chiusa, sostenuta dai credenti nel messaggio del terzo angelo, dal tempo del suo nascere fino all’ultima data menzionata e oltre:

Essi (gli avventisti) credevano,in armonia con Apocalisse 8:7,8 e con altri testi delle Scritture che, alla fine dei 2.300 giorni di Daniele 8:14, Cristo aveva terminato la sua opera nel primo luogo del Santuario celeste, spostato il suo ministero sacerdotale nel luogo santissimo e iniziato l’opera del giudizio, modificando di conseguenza la sua relazione con il piano della salvezza. In questo momento una porta fu aperta e una fu chiusa.

Credevano anche che coloro i quali avevano ricevuto la chiara luce del messaggio del primo angelo e vi erano stati ostili, opponendovisi aspramente, erano stati reietti da Dio. Ma non credevano che coloro che non avevano avuto la luce, o che non avevano potuto scegliere in piena responsabilità prima del 1844, sarebbero stati reietti se avessero ricercato Dio con onestà di cuore.

Se credevano, con William Miller e con la grande maggioranza degli avventisti, immediatamente dopo la data stabilita, che la loro opera in favore del mondo fosse compiuta e che il Signore sarebbe tornato molto presto, tuttavia dopo che la luce sul santuario e sul messaggio del terzo angelo ebbe spiegato il motivo della loro delusione, essi non credevano più che il tempo della misericordia fosse passato, salvo che per quelli che avevano respinto la luce”.

J.B Sweet, South Saginaw, Mich. – Samuel Martin, West Ridge, N.H. – Ira Abbey, North Brookfield, N.Y. – Signora R.B. Abbey, North Brookfield ,N.Y – Signora Diana Abbey, North Brookfield ,N.Y – Signora M.B. Abbey, North Brookfield ,N.Y – Herman S. Gurney, Memphis, Mich. – Ann E. Gurney, Memphis, Mich. – Wm Gifford, Memphis, Mich – Signora Mary S. Chase, Battle Creek, Mich. – Signora S.M. Howland,  Battle Creek, Mich. – Signora F.H. Lunt, Battle Creek, Mich. – Signora Melora A. Ashley,  Battle Creek, Mich. – Signora Caroline A. Dodge,  Battle Creek, Mich. – Signora Sarah B. Whipple,  Battle Creek, Mich. – Signora Uriah Smith,  Battle Creek, Mich. – Signora Paulina R. Heligass, Moline, Kan. – R.G. Lockwood, St.Helena, Calif. – Ruben Loveland, North Hide Park, Vt. – Signora Belinda, Loveland, North Hide Park, Vt.

Ecco qui un argomento difficile da controbattere: più di una ventina di testimoni tuttora viventi che attestano chiaramente e con forza quanto di loro conoscenza a proposito della dottrina della porta chiusa. D’altra parte i nostri oppositori, che sollevano un tale clamore su di essa, in realtà non ne sapevano niente. Non facevano personalmente parte del movimento e avevano ottenuto informazioni relative di seconda mano; al contrario i testimoni che abbiamo citato erano parte attiva nel messaggio e sapevano di cosa parlavano. Abbiamo dimostrato oltre ogni dubbio che i nostri oppositori accusano falsamente i primi credenti quando affermano che essi insegnavano che non vi era nessuna salvezza eccetto che per coloro i quali erano stati fedeli avventisti prima del 1844. (G. I. B).

D00-10. “La fine del tempo di prova per coloro che respingono la luce”

Review and Herald, 14 aprile 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 10

 

“LA FINE DEL TEMPO DI GRAZIA PER COLORO CHE RESPINGONO LA LUCE”

 

Quando abbiamo provato che i primi credenti nel messaggio del terzo angelo non credevano in una porta chiusa che escludesse quelli che non avevano respinto la luce, abbiamo liberamente ammesso, durante tutto il nostro esame del problema, che essi credevano invece che coloro i quali avevano consapevolmente respinto la verità non sarebbero stati salvati. Alcuni potrebbero giudicarlo un punto di vista privo di carità. Perciò, proponiamo di prendere in considerazione, in questo articolo, ciò che la Bibbia insegna sulla fine del tempo di grazia per le persone prima della fine delle loro vite naturali.

Comprendiamo che Dio accorda a ogni uomo una certa misura di luce, a seconda dei tempi e dei luoghi e in base alle diverse circostanze. Quando questa luce è deliberatamente rifiutata, Dio ritira il suo Spirito e quella persona non avverte più i suoi interventi in lei. Non vogliamo dire che tale persona non può essere salvata in caso di pentimento, ma in certe circostanze questo tipo di individui non avverte mai il desiderio di pentirsi. Il vero pentimento è prodotto dall’opera dello Spirito di Dio che agisce come agente di rimprovero nel cuore (Giovanni 16:7,8). Non possiamo dubitare che milioni di individui segnino così il loro destino eterno.

Gli antidiluviani terminarono il loro tempo di grazia prima che venisse il diluvio. Il Signore disse:

“Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo”; “Nei miei decreti, la fine di ogni essere vivente è giunta poiché la terra, a causa degli uomini, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò, insieme con la terra. Fatti un’arca di legno di gofer” (Genesi 6:3,13,14). Essi non volevano arrendersi agli sforzi dello Spirito, perciò Dio li respinse e ritirò da loro il suo Spirito. Ciò accadde molto tempo prima che la pioggia iniziasse a cadere. Lo stesso avvenne con Sodoma e Gomorra: avevano oltrepassato la linea di confine della misericordia divina prima che cadesse su di loro il fuoco dal cielo.

In molte delle esperienze dei figli d’Israele furono spiegati gli stessi principi. Quando mormorarono e si lamentarono e a più riprese si ribellarono, alla fine giunsero a un punto in cui la misura era colma. Numeri 13 e 14 contengono un’illustrazione efficace: le spie tornarono con un cattivo rapporto e il popolo credette loro e disse: “Scegliamo un capo e torniamo in Egitto”. Non volle ascoltare il consiglio di Caleb e Giosuè. Allora Dio disse loro: “Voi porterete il peso delle vostre iniquità ancora per quarant’anni e conoscerete il venir meno della mia promessa”, “non entrerete di certo nel paese nel quale giurai di farvi abitare, ad eccezione di Caleb, figlio di Gefunne, e di Giosuè, figlio di Nun”.

La sentenza era stata pronunciata e il loro destino terreno era stato fissato. Possiamo sperare che alcuni di loro si siano pentiti dei loro peccati e che possano essere stati salvati; ma la decisione fu presa che non dovessero mai vedere la terra della promessa e che non vi sarebbero mai entrati. Le loro peregrinazioni erano il tipo di quelle di molti altri che dovevano imitare la loro condotta nella vita spirituale.

Siamo continuamente messi in guardia dal loro esempio, affinché anche noi non falliamo come loro. Così accadde ancora nella storia futura di quella nazione: le dieci tribù note come “Efraim”(perché questa era la tribù guida) apostatarono finché la misericordia divina non fu loro tolta. “Poiché Israele è ribelle come una vitella recalcitrante … Efraim si è unito agli idoli; lascialo” (Osea 4:16,17). I terribili effetti che ne seguirono furono la prova che la misericordia di Dio era stata tolta.

Giuda Iscariota passò il limite del suo tempo di grazia molto prima della sua morte. Quando Cristo disse di lui che “sarebbe stato meglio per quest’uomo che non fosse nato”, il suo tempo di grazia era trascorso. Il nostro Salvatore ci insegna che quelli che bestemmiano contro lo Spirito Santo non avranno mai perdono “né in questo mondo né nel mondo a venire” (Matteo 12:31,32). E San Paolo ci parla di una categoria di persone che “crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono a infamia;” ed “è impossibile riportarli di nuovo al ravvedimento” (Ebrei 6:6,7).

Chi può dubitare che i capi dei giudei che avevano visto le opere potenti di Cristo, che avevano cospirato contro di lui e lo avevano messo a morte, dicendo :“il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”, avessero oltrepassato il limite della misericordia? Il giudizio contro di loro indugiò per anni, ma li colse infine per mezzo delle terribili calamità che ricaddero su quel popolo. Dio attese perché c’erano delle anime oneste che dovevano essere raccolte di mezzo ai reietti. Tutto il mondo malvagio terminerà il suo tempo di grazia prima dell’apparizione di Cristo.

Quando il nostro Salvatore termina il suo ministero sacerdotale, lo annuncia con parole solenni: “Chi è ingiusto continui a praticare l’ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora. Ecco, sto per venire”, ecc. ( Apocalisse 22:11,12). Il tempo di grazia per ogni persona è allora chiuso per sempre e questo avverrà prima che Cristo appaia.

Ecco davanti a noi i principi generali sui quali Dio fonda il suo governo morale. Egli presenta le sue offerte di grazia a coloro che periscono, li implora di accostarsi a lui e di essere salvati. Ma se queste offerte di misericordia sono disprezzate e il suo tenero amore è disdegnato, alla fine egli cessa di intercedere per loro. Li lascia seguire la loro strada. Questi diranno: “La mietitura è finita, l’estate è trascorsa e noi non siamo stati salvati” (Geremia 8:20).

C’è un gruppo di persone alle quali il Signore dirà: “Poiché, quand’ho chiamato avete rifiutato d’ascoltare, quand’ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch’io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno” (Proverbi 1:24-26,28). Chi può negare che ci siano molte persone come queste per le quali il tempo di grazia, per quanto riguarda qualche speranza di raggiungerli, è praticamente concluso?

Se questo è vero per i principi generali, è ancora più evidente che quelli che rifiutano gli ammonimenti personali rifiutano la loro stessa salvezza. Così il nostro Salvatore, parlando dell’opera di Giovanni Battista (Luca 7:29,30) dichiara: “Tutto il popolo che lo ha udito, anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio, facendosi battezzare del battesimo di Giovanni; ma i farisei e i dottori della legge, non facendosi battezzare da lui, hanno respinto la volontà di Dio per loro” “I pubblicani riconosciuto la giustizia di Dio” accettando l’opera di Colui la cui missione era stata predetta dalla profezia. Quando venne come il profeta aveva annunciato, essi lo ricevettero. Essi furono trovati in armonia con l’opera di Dio. “Ma i farisei e i dottori della legge hanno respinto la volontà di Dio per loro” rifiutando questa stessa opera.

È un fatto grave essere trovati in disarmonia con l’opera di Dio predetta dalla profezia: quando volontariamente rifiutiamo tale opera, rifiutiamo Dio che ne è l’autore, e di conseguenza causiamo il nostro stesso rigetto. Ascoltate il grido doloroso del nostro Salvatore mentre contempla la città condannata: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta” (Matteo 23:37-38). “Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi” (Luca 19:42). Ecco qui il nostro caro Salvatore, che piange nell’angoscia, osservando il suo popolo che giunge alla fine del tempo di grazia inconsapevolmente, e non può salvarlo.

In che modo questi principi così chiari si applicano all’esperienza del 1844? Siamo di fronte a uno dei più importanti movimenti che siano mai stati predetti dalla profezia: esso annunciò al mondo che “l’ora del giudizio divino” era giunta, che il periodo profetico più lungo di tutta la Bibbia era compiuto, che Cristo sarebbe presto apparso in gloria e che il gran giorno della collera di Dio stava per iniziare. Questo messaggio di avvertimento giunse in tutte le parti della terra; migliaia di persone si impegnarono a proclamarlo, e decine di migliaia lo abbracciarono. Si diffuse con una potenza mai vista nella chiesa da molti secoli. Moltitudini di peccatori e di scettici furono convertiti per suo mezzo. Esso recava tutti i segni di un messaggio genuino inviato dal cielo.

La proclamazione compiuta in quel tempo segnò il passaggio del nostro Sommo Sacerdote dall’opera di intercessione in favore dell’uomo davanti a Dio, al compimento dell’opera speciale consistente nel cancellare i peccati di tutto il suo popolo dai libri della memoria divina, fino alla chiusura definitiva del periodo di grazia. Nessun evento dell’opera del nostro Salvatore potrebbe avere importanza maggiore di questo. I re e i profeti avevano atteso con impazienza e con il più profondo interesse quest’opera di giudizio. Tale movimento non era forse altrettanto importante di quello di Giovanni Battista? Il suo era stato proclamato da un solo uomo, nello spazio di pochi mesi, su un territorio meno esteso di alcuni dei nostri stati e a una popolazione comparativamente piccola. Questo fu predicato da migliaia di persone, si diffuse fino nelle parti più remote della terra e fu il compimento di molte profezie importanti. Lo udirono milioni di persone. Coloro che respinsero il messaggio di Giovanni respinsero il consiglio di Dio a danno delle loro stesse anime. Quanto più evidente, allora, il fatto che lo stesso effetto sarebbe seguito al rifiuto di questa luce più grande!

Questo messaggio del tempo, basato sulla profezia, fu il primo di una serie di tre che costituiscono l’ultimo avvertimento al mondo e che ci conducono fino al ritorno di Cristo. Apocalisse 14:6-16. Si tratta di messaggi strettamente legati fra loro, ciascuno dei quali presenta aspetti del profondissimo interesse per l’umanità. Questa stessa serie è presentata in una delle parabole del nostro Salvatore. Luca 14:16-24.

“Un uomo preparò una gran cena e invitò molti; e all’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: ‘Venite, perché tutto è già pronto’. Tutti insieme cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: ‘Ho comprato un campo e ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi’. Un altro disse: ‘Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi’. Un altro disse: ‘Ho preso moglie, e perciò non posso venire’. Il servo tornò e riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa si adirò e disse al suo servo: ‘Va’ presto per le piazze e per le vie della città, e conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi’. Poi il servo disse: ‘Signore, si è fatto come hai comandato e c’è ancora posto’. Il signore disse al servo: ‘Va’ fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena. Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena’”

Sono qui rappresentati i tre appelli alla cena nuziale dell’Agnello che corrispondono ai tre messaggi. Il servo è inviato per le strade all’“ora della cena”, cioè alla fine del giorno. Al primo appello sono presentate delle scuse: un oggetto mondano è più importante per loro dell’invito alla cena. Il convincente messaggio corrisponde al terzo della serie di Apocalisse 14. Le sue verità sono molto chiare, ma molto impopolari e contrarie ai nostri interessi mondani; e nessuno, salvo quelli le cui coscienze li costringono, vi presteranno attenzione.

Presta attenzione alle parole seguenti: “Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena”.

Il rifiuto di quel solenne invito al giudizio equivale al rifiuto “del consiglio di Dio contro il nostro stesso bene”, proprio quello che accadde al tempo di Giovanni Battista. “I vostri fratelli, che vi odiano e vi scacciano a causa del mio nome, dicono: ‘Si mostri il Signore nella sua gloria, affinché possiamo vedere la vostra gioia!’. Ma essi saranno svergognati” (Isaia 66:5). “Quel cattivo servitore che dirà nel suo cuore: ‘Il mio signore tarda a venire’” “sarà battuto di molti colpi”. Quella categoria di persone che grida “Pace e sicurezza”, mentre i servitori fedeli porgono il messaggio del Signore, non sarà pronta. “Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo”. Quelli che rifiutarono la luce furono rigettati da Dio.

Questi e molti altri testi della Scrittura dimostrano chiaramente quali terribili conseguenze derivano dal rifiuto della luce sulla venuta di Cristo. C’è da stupirsi allora che i credenti, nel 1844, attribuissero tanta importanza alla luce che Dio aveva dato loro? C’è da stupirsi che giungessero alla conclusione che quelli che avevano odiato e respinto tale luce portassero su di loro la disapprovazione di Dio? Quale altra conclusione avrebbero potuto trarre?

Non era possibile, a meno che non ammettessero contemporaneamente che la verità che amavano non aveva più alcuna importanza. Non avrebbero potuto farlo senza mettersi in ridicolo e senza condannare la loro gloriosa esperienza. Nei loro oppositori rintracciarono lo stesso spirito che aveva caratterizzato gli antichi ebrei che avevano respinto la predicazione di Giovanni. Perciò, giunsero per costoro alla stessa conclusione che Gesù aveva insegnato relativamente ai giudei ostili. Perciò ritennero che essi erano reietti da Dio.

Nella vasta conoscenza che abbiamo avuto di quest’opera, viaggiando dal Maine alla California, dal Minnesota al Texas, e incontrando molte migliaia di credenti in occasione di grandi incontri all’aperto, non abbiamo ancora mai conosciuto una sola persona che, oppostasi duramente ai primi messaggi, abbia poi abbracciato il terzo. Perciò le conseguenze provano che la posizione assunta dai credenti era giusta. Quelli che respinsero la luce di Dio furono da lui reietti. (G. I. B).

D01-01. Il Decalogo scritto su tavole di pietra nel Santuario celeste

L’ARCA DEL PATTO, SARÀ RITROVATA? – INTRODUZIONE

(Una dichiarazione preparata nel 1962 da R.L. Odom, redattore dell’Index, e aggiornata dall’Ellen G. White Estate nel 1989 )

Se esaminiamo gli insegnamenti dello Spirito di Profezia prodotti in risposta agli interrogativi sull’arca del patto, celata agli uomini, e sulle tavole della legge di Dio, è essenziale prendere in considerazione il fatto che sono esistite due arche del patto – una appartenente al santuario terreno e una al santuario celeste – e che in ciascuna è conservato un esemplare delle tavole di pietra sulle quali fu scritto il decalogo. Entrambe le arche e questi due esemplari della legge divina sono stati celati alla vista degli uomini. Pertanto è necessario determinare quale dei due esemplari delle tavole dei dieci comandamenti sarà esibito alla vista degli abitanti della terra, in futuro.

Indice

  • Il decalogo scritto su tavole di pietra nel santuario celeste
  • L’originale è conservato nell’arca in cielo
  • La legge conservata nel santuario terreno è stata nascosta con l’arca in una grotta
  • “Quando si terrà il giudizio”
  • Due descrizioni delle future manifestazioni dell’arca


Il Decalogo scritto su tavole di pietra nel Santuario celeste

I dieci comandamenti sono stati scritti su tavole di pietra e conservati nell’arca del patto del santuario celeste, proprio come era avvenuto nel santuario terreno. Così è insegnato nelle seguenti dichiarazioni di Ellen G. White:

“Mi fu ordinato di prendere in considerazione i due luoghi del santuario celeste … Il velo fu sollevato, e io potei gettare lo sguardo nel secondo luogo, dove vidi un’arca che aveva l’apparenza dell’oro più prezioso. Come bordo ad ornamento del coperchio dell’arca era stata realizzata un’opera bellissima consistente in una serie di corone. Nell’arca erano poste le tavole di pietra contenenti i dieci comandamenti” (EW, pp. 251, 252).

“Il Signore mi offrì una visione del santuario celeste. Il tempio di Dio fu aperto nel cielo e così mi fu mostrata l’arca di Dio sormontata dal propiziatorio. Due angeli stavano alle due estremità dell’arca con le ali distese sul propiziatorio e le facce rivolte verso di esso. Questo, secondo la spiegazione datami dall’angelo che mi accompagnava, rappresentava le schiere celesti che guardano la legge di Dio, scritta dal suo stesso dito, con timore riverente … Gesù ne sollevò il coperchio e io contemplai le tavole di pietra sulle quali erano scritti i dieci comandamenti” (LS, p. 95).

“Ma il Signore mi offrì anche una visione del santuario celeste. Il tempio di Dio era aperto nel cielo e così mi fu mostrata l’arca di Dio… Gesù ne sollevò il coperchio e io vidi le tavole di pietra sulle quali erano scritti i dieci comandamenti” (1T, p. 76).

Nella descrizione della visone offertale del santuario celeste e dell’opera sacerdotale nella sua fase conclusiva all’interno del luogo santissimo, Ellen White afferma:

“ Mi fu mostrato che il rimanente seguiva Gesù nel luogo santissimo e contemplava l’arca e il propiziatorio, rapito dal loro aspetto glorioso. Allora Gesù sollevò il coperchio dell’arca, ed ecco apparvero le tavole di pietra con i dieci comandamenti in esse impressi” (EW, p 255).

“L’arca contenente la legge di Dio, l’altare dell’incenso e altri strumenti per il servizio, presenti nel santuario terreno, avevano la loro esatta controparte nel santuario superiore. Nella santa visione l’apostolo Giovanni poté entrare nel cielo e là osservare il candelabro e l’altare dell’incenso e, poi, quando ‘il tempio di Dio fu aperto’ contemplò anche ‘l’arca del suo testamento’ (Apocalisse 11:19)” (4SP, p. 261).

“In questo tempio, dimora di Dio, “… egli ha preparato il suo trono per la giustizia e il giudizio. Nel luogo santissimo c’è la sua legge, la norma di giustizia con la quale sarà giudicata tutta l’umanità. L’arca che contiene le tavole della legge è ricoperta dal propiziatorio, davanti al quale il Cristo presenta i meriti del suo sangue in favore dei peccatori” (GC, p. 415).

“L’arca del tabernacolo terreno conteneva le due tavole di pietra sulle quali erano scritti i precetti della legge di Dio. L’arca era semplicemente il contenitore delle tavole del Decalogo: era la presenza di questi precetti divini che le conferiva valore e carattere sacro. Quando il tempio di Dio in cielo fu aperto, si vide l’arca del suo patto. Nel luogo santissimo del santuario celeste è custodita con cura la legge divina, legge che fu promulgata da Dio stesso in mezzo ai tuoni del Sinai e scritta dal suo stesso dito su tavole di pietra” ( GC 433, 434).

D01-02. L’originale è conservato nell’Arca del cielo

Le tavole dei dieci comandamenti custodite nell’arca del patto del santuario celeste sono l’“originale”, invece quelle che si trovano nell’arca del santuario terreno ne sono una trascrizione o una copia. Questo è l’insegnamento espresso dallo Spirito di Profezia nelle seguenti dichiarazioni:

“Menti e cuori sacrileghi hanno pensato di essere abbastanza potenti da cambiare i tempi e le leggi di Dio, ma al sicuro negli archivi del cielo, cioè nell’arca divina, si trovano i comandamenti originali, scritti sulle due tavole di pietra. Nessuna autorità sulla terra ha il potere di trarre queste tavole fuori dal loro sacro nascondiglio, sotto il propiziatorio” (7BC, p. 972; ST, February 28, 1878).

“Non mettete la vostra influenza contro i comandamenti di Dio. La legge è ancora quella che Dio scrisse nel tabernacolo celeste. L’uomo può calpestare la sua copia terrena, ma l’originale è custodito nell’arca di Dio, in cielo; e sul coperchio che è sopra la legge si trova il propiziatorio. Gesù sta proprio dinanzi a quell’arca per intercedere in favore dell’uomo” (1BC, p. 1109).

“Gli avventisti avevano seguito per fede il loro Sommo Sacerdote dal luogo santo al luogo santissimo e lo avevano visto presentare il suo sangue davanti all’arca di Dio. All’interno di quell’arca sacra c’è la legge del Padre, quella che Dio stesso aveva pronunciato in mezzo ai tuoni sul Sinai e scritta con il proprio dito sulle tavole di pietra. Non un solo comandamento è stato annullato; non uno iota o una virgola sono stati cambiati. Quando Dio diede a Mosè una copia della sua legge, conservò il grande originale nel santuario che sta nell’alto dei cieli” (SP, pp. 273, 274; SR, pp. 379, 380).

“Nessuno, però, poteva fare a meno di rendersi conto che se il santuario terrestre era una raffigurazione o un modello di quello celeste, le legge collocata nell’arca del patto sulla terra era una trascrizione di quella che si trovava nell’arca del patto in cielo. L’accettazione della verità relativa al santuario celeste implicava il riconoscimento delle esigenze della legge di Dio e l’obbligo dell’osservanza del sabato del quarto comandamento. Questo suscitò un’amara e accanita opposizione nei confronti della spiegazione delle Scritture che rivelavano il ministero di Gesù nel santuario celeste” (GC, p 435; SR, pp. 380, 381).

“La legge di Dio, custodita nel santuario celeste, è il documento originale di quel codice i cui precetti scritti sulle tavole di pietra e ricordati da Mosè nel Pentateuco erano solo una trascrizione” (GC, p. 434).

D01-03. La legge che era conservata nel santuario terreno è stata nascosta con l’arca in una grotta

Le tavole del decalogo conservate nel santuario terreno erano nell’arca quando, poco prima della distruzione del tempio ad opera dei babilonesi all’epoca di Geremia, fu nascosta in una grotta da alcuni uomini giusti. Tuttavia, le seguenti dichiarazioni dello Spirito di Profezia non menzionano Geremia come colui che ha avuto una parte nel nascondere l’arca:

“Prima della distruzione del tempio, Dio fece conoscere ad alcuni dei suoi fedeli servitori il destino del tempio, orgoglio d’Israele, ma anche oggetto di idolatria quando il popolo peccava contro Dio. Egli rivelò loro anche la futura cattività di Israele. Questi uomini giusti, proprio prima della distruzione del tempio, rimossero l’arca consacrata che conteneva le tavole di pietra e, con cordoglio e tristezza, la nascosero in una grotta, dove doveva restare nascosta al popolo d’Israele e di Giuda a causa dei loro peccati. In seguito, non doveva più esser loro restituita. Così l’arca consacrata è ancora oggi nascosta e non è mai stata disturbata, fin dal tempo del suo occultamento” (4SG, 1864, pp. 114 e115; 1SP, 1870, p.414; SR, p. 195).

“Tra gli uomini giusti di Gerusalemme, ai quali il proposito divino era stato rivelato, ce n’erano alcuni che decisero di porre lontano da mani profane la sacra arca che conteneva le tavole di pietra sulle quali erano stati impressi i precetti del decalogo. E così fecero. Con spirito di cordoglio e di tristezza, celarono l’arca in una grotta, dove doveva restare nascosta al popolo d’Israele e di Giuda a causa dei loro peccati e, da allora, non doveva più essere loro restituita. Quell’arca consacrata è nascosta ancora oggi. Non è mai stata disturbata dal tempo del suo occultamento”. (PK, pubblicato nel 1917, p. 453).

Notate in modo particolare che Ellen White dichiarò che l’arca “ non è mai stata disturbata dal tempo del suo occultamento”.

D01-04. “Quando si terrà il giudizio”

Secondo lo Spirito di Profezia, si avvicina il tempo in cui le tavole di pietra, sulle quali sono scritti i dieci comandamenti, saranno nuovamente mostrate agli abitanti della terra. Citiamo qui, in ordine cronologico, tutte le affermazioni di E. G. White a noi note:

“Le teorie umane sono esaltate, onorate e poste là dove invece dovrebbero essere posti Dio e la sua legge. Ma Dio non ha alterato la sostanza di ciò che è uscito dalle sue labbra. La sua parola resterà salda per sempre, immutabile come il suo trono. Quando ogni caso sarà stato esaminato nelle corti del cielo, questo patto sarà rivelato, scritto in modo chiaro con il dito di Dio. Il mondo sarà chiamato in giudizio davanti alla Giustizia infinita per ricevere la sua sentenza: una vita modellata su quella divina in caso di obbedienza, oppure la morte in caso di trasgressione” (Ms 82, 1899; cfr. RH, 20 novembre 1913; e PK, p. 187).

“Dio scrisse i comandamenti proprio con il suo dito su due tavole di pietra. Esse non furono lasciate nelle mani degli uomini, ma furono poste nell’arca; e nel gran giorno in cui ogni causa sarà decisa, saranno di nuovo mostrate, con incise i dieci comandamenti, in modo che tutto il mondo le veda e le comprenda. Allora il giudizio espresso contro gli uomini sarà inappellabile” (Lettera 30, 1900; 19MR, p. 265).

“Il documento prezioso della legge fu posto nell’arca del patto, e ancora si trova lì, nascosto in modo sicuro alla umana progenie. Ma nel tempo fissato da Dio queste tavole di pietra saranno esibite per costituire una testimonianza dinanzi al mondo intero contro il disprezzo dei suoi comandamenti e contro il culto idolatra del falso sabato.” (Ms 122, 1901; 1BC, p. 1109).

“Che momento di trionfo sarà, per tutti coloro che sono stati fedeli e veraci, l’ora in cui il tempio di Dio sarà aperto nel cielo! Sarà allora visibile l’arca del patto, dove furono poste le due tavole di pietra sulle quali è scritta la legge di Dio. Queste tavole saranno tolte dal loro nascondiglio e rivelate perché siano visibili i dieci comandamenti scritti dal dito di Dio. Sebbene attualmente giacciano ancora nell’arca del patto, costituiranno in futuro una testimonianza convincente della verità e delle richieste vincolanti della legge di Dio” (Lettera 47, 1902; 7BC, p. 972).

“La santa legge dei dieci comandamenti, scritta su tavole di pietra dal dito di Dio e poi collocata nell’arca, rappresenta il modello della giustizia. Nell’ultimo grande giorno della storia, essa apparirà dinanzi agli ubbidienti e ai disubbidienti e tutti i malvagi saranno condannati. Essi vedranno che le loro azioni derivavano da un carattere depravato e comprenderanno di aver vissuto una vita che non ha fatto altro che continuare la ribellione iniziata nelle corti celesti. Saranno consapevoli di ogni crudeltà e di ogni atto malvagio che hanno disonorato il loro Creatore e determinato l’infelicità che riempie il mondo” (Ms 5, 1904; 13MR, p. 381).

“ Lo Spirito Santo impresse queste verità nel mio cuore e nella mia mente in modo così indelebile come la legge scolpita dal dito di Dio sulle tavole di pietra che ora si trovano nell’arca, ma che saranno di nuovo mostrate nel gran giorno in cui sarà pronunciata la sentenza contro ogni scienza malvagia e seduttrice prodotta dal padre della menzogna” (Lettera 90, 1906; CM, p. 126).

“C’è un santuario e in quel santuario l’arca e nell’arca le tavole di pietra dov’è scritta la legge pronunciata al Sinai in una scena di tremenda grandiosità. Queste tavole di pietra sono riposte nei cieli e saranno presentate in quel giorno in cui si terrà il giudizio e i libri saranno aperti, per cui gli uomini saranno giudicati secondo quanto scritto nei libri. Saranno giudicati dalla legge scritta con il dito di Dio e data a Mosè perché la depositasse nell’arca. Un registro delle azioni di tutti gli uomini viene conservato, perché ogni uomo riceva la giusta sentenza secondo le sue opere, siano esse buone oppure cattive” (Ms 20, 1906; 20MR, p. 68).

“Abbondanti prove attestano l’immutabilità della legge di Dio. La legge fu scritta con il dito di Dio perché non fosse mai cancellata né distrutta. Le tavole di pietra sono state nascoste da Dio, in modo che siano mostrate nel gran giorno del giudizio, esattamente come egli le scrisse” (RH, 26 marzo 1908; 1BC, p. 1109).

“Quando si terrà il giudizio, i libri saranno aperti e ogni uomo sarà giudicato in base a quanto scritto nei libri, allora le tavole di pietra, nascoste da Dio sino a quel giorno, saranno rese manifeste al mondo perché costituiscano la norma della giustizia. Allora uomini e donne si renderanno conto che il prerequisito della loro salvezza è l’obbedienza alla legge perfetta di Dio. Nessuno accamperà scuse per il proprio peccato. Per mezzo dei giusti principi di quella legge gli uomini riceveranno la loro sentenza di vita o di morte” (RH, 28 gennaio 1909; 1BC, p. 1109; da Ms 117, 1908).

“ Dio non ha alterato le parole che sono uscite dalle sue labbra. La sua parola sussisterà stabile per sempre, immutabile come il suo trono. Al giudizio, quando ogni causa sarà decisa nei tribunali del cielo, questo patto sarà reso manifesto, evidentemente scritto col dito di Dio. Il mondo sarà chiamato in giudizio davanti alla sbarra della giustizia infinita per ricevere la sentenza” (RH, 20 novembre 1913; dal Ms 82, 1899; cfr. PK, p. 187).

“Dio non infrangerà il suo patto, né muterà le parole uscite dalle sue labbra. La sua parola sussisterà stabile per sempre, immutabile come il suo trono. Al giudizio questo patto sarà manifestato, chiaramente scritto con il dito di Dio, e il mondo sarà chiamato in giudizio davanti al tribunale della giustizia infinita per ricevere la sentenza” (PK, p. 187; dal Ms 82, 1899; cfr. RH, 20 novembre 1913).

Nelle dichiarazioni sopra citate, diversi concetti sono degni di nota. In nessuna è detto che le tavole della legge saranno presentate dagli uomini come risultato di un loro ritrovamento materiale nella grotta dove erano nascoste. Infatti è detto chiaramente che Dio stesso le renderà manifeste agli uomini. Inoltre, in una sua affermazione Ellen White precisa che “queste tavole di pietra si trovano nei cieli”. Infine, è detto che il tempo in cui Dio farà specificatamente questo sarà:

  • “quando ogni causa è decisa nei tribunali celesti”;
  • “nel gran giorno in cui ogni causa è decisa”;
  • “quando il tempio di Dio nel cielo sarà aperto”;
  • “nell’ultimo grande giorno”;
  • “in quel gran giorno in cui sarà pronunciata la sentenza contro ogni scienza malvagia e seduttrice”;
  • “in quel giorno quando si terrà il giudizio e i libri saranno aperti e gli uomini saranno giudicati dalle cose scritte nei libri”;
  • “nel gran giorno del giudizio”;
  • “ al momento del giudizio”.

D01-05. Due descrizioni delle future manifestazioni dell’Arca

In altri passi dei suoi scritti, Ellen White descrive due circostanze in cui le tavole di pietra saranno presentate. Tuttavia ella non specifica quale dei due esemplari delle tavole della legge sarà reso visibile. È quindi possibile fornire un’interpretazione che identifichi sia l’uno che l’altro come tale da adempiere la predizione relativa alla rivelazione delle tavole di pietra nascoste.

1. Proprio prima del secondo avvento. Descrivendo gli eventi che accadono subito dopo la caduta delle prime sei fra le sette piaghe e immediatamente prima della settima e della seconda venuta di Cristo, Ellen White afferma:

“Mentre queste parole di santa devozione salgono a Dio, le nubi sono ricacciate indietro e sono visibili i cieli stellati, indicibilmente gloriosi in contrasto con il firmamento oscuro e minaccioso che li circonda da entrambi i lati. La gloria del cielo rifulge come da cancelli socchiusi. In quel momento appare, in contrasto con il cielo, una mano che afferra le due tavole di pietra chiuse l’una sull’altra. La mano apre le tavole e così i precetti del decalogo sono rivelati, tracciati come da una penna di fuoco. Le parole sono così chiare che tutti possono leggerle. La memoria si risveglia, le tenebre della superstizione e dell’eresia sono spazzate via da ogni mente, e le dieci parole di Dio, concise ma complete e autorevoli, sono offerte alla vista di tutti gli abitanti della terra. Quale codice meraviglioso! Quale meravigliosa circostanza!” (4SP, pp. 456, 457.

“Mentre queste parole, che esprimono una profonda fiducia, salgono fino a Dio, le nubi gradatamente si allontanano e appare il cielo tempestato di stelle, luminoso, in contrasto con l’oscura e minacciosa zona dall’altra parte dell’orizzonte. Attraverso le porte aperte si scorge la gloria della città eterna. Poi, stagliata sullo sfondo del cielo, appare una mano che regge due tavole di pietra piegate insieme. Dice il profeta : ‘I cieli proclameranno la sua giustizia; poiché Dio stesso sta per giudicare’ (Salmo 50:6). Quella santa legge, che manifesta la giustizia di Dio, proclamata sul monte Sinai fra tuoni e lampi fiammeggianti come guida di vita, è rivelata ora agli uomini come l’unica regola di giudizio. La mano apre le due tavole e su di esse si vedono i precetti del decalogo scritti a caratteri di fuoco. Le parole sono talmente chiare che tutti le possono leggere” (GC, p. 639).

Qui è di nuovo chiaro che Dio, e non l’uomo, svelerà le tavole. Le tavole della legge saranno presentate “come l’unica regola di giudizio”. Questo avverrà dopo che l’istruttoria del giudizio si sarà conclusa per tutti gli uomini.

2. All’incoronazione finale di Cristo. Descrivendo l’incoronazione finale di Cristo e il giudizio conclusivo degli uomini alla fine del millennio, Ellen White dichiara:

“Affascinati, gli empi hanno seguito l’incoronazione del Figlio di Dio. Nelle sue mani vedono le tavole della legge divina, quegli statuti che essi hanno disprezzato e trasgredito. Assistono alle manifestazioni di meraviglia, di estasi e di adorazione dei salvati. Odono il loro canto, le cui note melodiose raggiungono la folla che è fuori dalla città. Poi, tutti insieme esclamano: ‘Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore Iddio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni’ ( Apocalisse 15:3), e prostrandosi adorano il Principe della vita” (4SP, p. 484; GC, pp. 668-669).

D02-01. Introduzione

I FONDAMENTI BIBLICI DI UN PROFETISMO MODERNO

 

Di Frank. B. Holbrook

Biblical Research Institute

Aprile 1982

Il dono profetico ha il suo fondamento nel bisogno di comunicazione tra la Deità e la famiglia umana caduta nel peccato. L’occultismo e la categoria del falso profetismo sono due sistemi che hanno agito, in tutta la storia umana, per ingannare e sviare gli ignoranti e gli incauti dal modo corretto di comunicare con Dio. D’altra parte, le modalità comunicative di Dio – fondamentalmente il dono profetico – sono delineate chiaramente nelle Scritture (Numeri 12:6; Amos 3:7; Luca 1:70).

Quattro parole (tre ebraiche e una greca) sono impiegate nelle Scritture per indicare lo strumento umano che interviene in tale forma di comunicazione. Ro’eh (1 Samuele 9:9; Isaia 30:10) e il più consueto chozeh (2 Samuele 24:11; Amos 7:12; 2 Re 17:13; ecc.) si riferiscono entrambi alla nozione di “vista” e sono tradotti comunemente con “veggente”. Sembrano esprimere l’idea che Dio apra gli “occhi”- alla comprensione del profeta – qualunque sia l’informazione o il messaggio che voglia trasmettere per mezzo del profeta.

Il significato della parola successiva, che è anche quella usata più spesso, vale a dire nabi, con il suo equivalente greco prophetes, lo si ritrova nei testi che seguono:

“L’Eterno disse a Mosè: ‘Vedi, io ti ho stabilito come Dio per il faraone, e tuo fratello Aaronne sarà il tuo profeta. Tu dirai tutto quello che ti ordinerò e tuo fratello Aaronne parlerà al faraone …’” (Esodo 7:1,2).

“Tu gli parlerai e gli metterai le parole in bocca. Io sarò con la tua bocca e la bocca sua, e vi insegnerò quello che dovrete fare. Egli parlerà per te al popolo; e così ti servirà da bocca e tu sarai per lui come Dio” (Esodo 4:15,16).

Da quanto espresso nei testi citati, nei quali Mosè e Aaronne dovevano rispettivamente impersonare il ruolo di Dio e di profeta, è evidente che il profeta (nabi) era considerato un portavoce designato da Dio stesso. Nella versione dei Settanta (Septuaginta), il termine che in questo caso sta al posto dell’ebraico nabi è prophetes, che ritroviamo anche nel Nuovo Testamento e dal quale deriva la parola profeta nella nostra lingua.

Prophetes è una parola composta dalla preposizione pro, che ha il significato di “dinanzi” – o “al posto di”, come in questo esempio – e dal verbo phemi, che vuol dire “parlare”. Quindi, in senso generale, il profeta è il portavoce di un altro. Ma, nel contesto biblico, il vero profeta è portavoce e interprete di Dio, cioè è un comunicatore divinamente ispirato, un interprete o un portavoce della Divinità. In tal modo i termini nabi – prophetes sottolineano l’aspetto della trasmissione proprio del ruolo profetico. Considerate complessivamente, le quattro parole disegnano un ruolo e una funzione unici: un profeta è colui che riceve delle comunicazioni da parte di Dio e ne trasmette le intenzioni al suo popolo.

Risulta quindi prevedibile che l’idea del parlare per Dio possa assumere la diversa sfumatura di predicare per Dio. Di conseguenza, alcuni ritengono che il dono della profezia nel Nuovo Testamento a volte si riferisca più semplicemente all’esposizione della parola nella predicazione (Lenski, p. 760, su Romani 12:6). Alcuni lo interpretano come il “dono della predicazione ispirata” (International Critical Commentary (ICC) su 1 Corinzi 13:2, p.287), o di “una potente predicazione” (ICC su 1 Corinzi 12:10, p.266). Tuttavia, dal contesto di 1 Corinzi 12-14 , risulta chiaro, sebbene l’azione del “profetizzare” possa talora assumere la forma di una predicazione efficace (1 Corinzi 14:3), che solo la predicazione basata sulla rivelazione divina corrisponde pienamente alla nozione di profetismo (1 Corinzi 14:30) e non quella che si limita alla semplice chiarificazione delle Scritture con l’aiuto dello Spirito, cosa che può capitare a ogni ministro che parla per Dio.

Il Nuovo Testamento attesta una differenza tra il semplice ministero della Parola e il ministero profetico, tra l’“insegnante” e il “profeta” (Efesi 4:11; 1 Corinzi 12:28). La predicazione di Barnaba e Paolo sui temi della salvezza si rassomiglia molto. Ma mentre l’uno parlava fondandosi sull’autorità della Parola scritta, l’altro lo faceva con l’autorità addizionale della rivelazione divina (Galati 1:11,12).

Se alcuni studiosi ritengono che “l’azione profetica” (propheteuo) nel Nuovo Testamento si riferisca talvolta alla predicazione, si deve ammettere che una categoria di persone, le quali ricevettero e trasmisero rivelazioni specifiche e dirette da Dio, ebbero la funzione vera e propria di profeti. (Luca 1:25-38; Atti 11:27,28; 13:1; 15:32; 21:9). In che cosa consistette la loro funzione?

D02-02. Il ruolo del dono profetico nel NT

Nelle fondamentali liste dei doni spirituali presenti nel Nuovo Testamento il “dono profetico” viene annotato come il secondo, tra quello degli apostoli (il primo) e quello di insegnanti (il terzo) (cfr.1 Corinzi 12:28-30; Efesi 4:11). Tale dono non sostituisce il ruolo degli apostoli, ma la sua funzione influenzò da vicino sia gli apostoli sia i membri della chiesa in generale. Alcuni degli apostoli stessi furono rivestiti con questo dono. Le attività delle persone che ne furono dotate nel Nuovo Testamento possono essere riassunte come segue:

1. Erano a volte incaricate di avvertire di difficoltà imminenti (Atti 11:27-30; 20:23; 21:10-14). Nel primo esempio (Atti 11), l’annuncio di una carestia incombente portò come risultato la creazione di un legame fraterno tra i gentili convertiti di Antiochia e i giudeocristiani di Giudea. Questi, in genere contrari alle usanze dei gentili, di buon grado inviarono dei soccorsi ai Giudei, loro fratelli in Cristo.

2. Grazie a tale dono ebbe inizio l’attività delle missioni straniere (Atti 13:1,2). Ebbe anche la funzione di individuare le località dove i primi missionari dovevano lavorare (Atti 16:6-10). Nel secondo viaggio missionario paolino si dice che l’apostolo fu accompagnato da Sila, un profeta (Atti 16:40).

3. Nel corso di una crisi dottrinale, ebbe la funzione di incoraggiare e di confermare la comunità nella vera dottrina. La crisi riguardò la relazione tra i rituali giudaici e la salvezza dei gentili convertiti. Un concilio ecclesiastico rappresentativo prese una decisione in armonia con le direttive dello Spirito (Atti 15), benché questa non fosse accettata intimamente da tutti. La controversia era esplosa ad Antiochia e alla sua comunità venne indirizzata per lettera la decisione del concilio. Giuda e Sila svolsero temporaneamente un’attività pastorale in questo luogo: “Giuda e Sila, anch’essi profeti, con molte parole li esortarono [parakaleo: appellarsi, incoraggiare, esortare] e li fortificarono [episterizo: rafforzare, consolidare]” ( Atti 15:32).

4. I profeti edificarono, incoraggiarono e consolarono la chiesa. “Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione [oikodomè, che in senso metaforico indica la costruzione della vita spirituale), di esortazione [paraklesis: incoraggiamento, esortazione] e di consolazione [paramuthia: incoraggiamento, conforto, consolazione]” (1 Corinzi 14:3).

5. Il profeta tese (in collaborazione con gli altri doni) a unificare la chiesa nella vera fede e a proteggerla dalle false dottrine. “E lui che ha dato alcuni come … fino a che tutti giungiamo all’unità della fede … affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore. (Efesi 4:11-15).

6. I profeti, in collaborazione con gli apostoli prestarono il loro aiuto nella fondazione della chiesa. “Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare” (Efesi 2:20; cfr. 3:5; 4:11).

“Il binomio apostoli-profeti può contribuire ad avvicinare fra loro l’Antico (profeti) e il Nuovo Testamento (apostoli) in quanto entrambi rappresentano il fondamento dell’insegnamento della Chiesa. Ma il fatto che nel testo l’ordine delle parole sia invertito (non “profeti e apostoli”, ma “apostoli e profeti”) suggerisce che probabilmente ci si riferisca a dei profeti neotestamentari. Se le cose stanno così, il loro accostamento agli apostoli nell’opera di fondazione della Chiesa risulta significativo. Si deve fare quindi riferimento a un piccolo gruppo di insegnanti ispirati che, in associazione con gli apostoli, resero insieme testimonianza a Cristo e il cui insegnamento, derivato dalla rivelazione (Efesi 3:5) ebbe un ruolo centrale”(John R. W. Stott, God’s New Society [Downers Grove, IL: Intervarsity Press, 1979], p.107. Per un punto di vista analogo, vedi W.R. Nicoll, The Expositor’s Greek Testament, ed. [Grand Rapids, MI: Wm B. Eerdmans Publishing Company, reprint 1961], 3: 299, 300).

D02-03. Il Prolungamento del dono profetico

Come abbiamo già notato, il Nuovo Testamento enuncia una dottrina dei “doni spirituali”, o charismata, che significa “doni della grazia” (1 Corinzi 12; Efesi 4). Quest’azione, per la quale lo Spirito Santo riveste di sé singoli membri della chiesa, è volta al “perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero, per l’edificazione del corpo di Cristo” (Efesi 4:12). “Ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto” ha il dovere di impiegarlo al servizio della chiesa per assisterla nel progresso della sua opera sulla terra (1 Pietro 4:10,11; cfr. Romani 12:6,7).

Poiché i doni devono essere continuamente accordati nel modo che lo Spirito reputa più adatto, “fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo” ( Efesi 4:13), è ovvio che questi debbano operare fino al compimento del ministero della chiesa e dell’opera del giudizio.

Non c’è alcuna prova nella Scrittura che Dio voglia ritirare il dono profetico o qualsiasi altro dono prima del ritorno di Cristo (cfr. 1 Corinzi 13:8-12). Invece, l’antica profezia di Gioele 2:28-32, che viene riproposta da Pietro (Atti 2:16-21), preannuncia una grande, finale, effusione dello Spirito Santo e un’azione decisiva svolta dai doni spirituali. In connessione con questo, è appropriato notare che anche i falsi profeti saranno attivi alla fine dei tempi (Matteo 24:24).

D02-04. Il Canone Biblico e i Doni Spirituali

Le Sacre Scritture, composte di Antico e Nuovo Testamento, sono esse stesse il prodotto dell’azione del dono profetico. Indirettamente, proprio le Scritture indicano un canone di scritti sacri. Le varie parti dell’Antico Testamento erano, nelle loro suddivisioni, già note e comprese al tempo di Gesù. In Matteo 23:35, Gesù indica indirettamente i suoi limiti esterni – da Genesi a 2 Cronache (l’ultimo libro della Bibbia ebraica) – e in Luca 24:27,44 la sua tripartizione – la Legge di Mosè, i profeti e gli scritti, il primo dei quali erano i Salmi.

La lettera agli Ebrei descrive così i modi in cui la rivelazione si presenta a noi: “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Ebrei 1:1,2). A partire da Mosè (nel XV secolo a.C.) ha avuto inizio la registrazione delle rivelazioni divine; nel corso dei secoli altri profeti fissarono per iscritto i messaggi affidati loro nel modo in cui Dio ritenne più adatto, per promuovere la comprensione del suo popolo. Infine, Dio scelse di rendere la sua ultima rivelazione per mezzo di suo Figlio. Gesù Cristo ha dato alla famiglia umana la rivelazione più grande che un uomo potesse ricevere (Giovanni 1:18). Il Nuovo Testamento è l’ispirata testimonianza apostolica e l’interpretazione di Gesù Cristo e del suo insegnamento. Se la sua vita e la sua rivelazione sono irripetibili, l’attestazione che gli scritti neotestamentari ne danno è altrettanto irripetibile. Osservate il seguente schema:

schema

Dato che la vita di Cristo sulla terra e l’interpretazione che ne danno gli apostoli, ci consegnano la definitiva rivelazione di Dio, nessuna funzione del dono profetico (in quanto parte dei doni spirituali) successiva al Nuovo Testamento, può uguagliare, sostituire, oppure aggiungere qualcosa alla sua testimonianza unica. Anzi, tutte le successive rivendicazioni del dono profetico devono essere messe alla prova dalle Scritture (1 Tessalonicesi 5:19-21; 1 Giovanni 4:1-3; Matteo 7:15-20).

La funzione post-canonica del dono profetico, ovunque esso appaia, sarà simile alla funzione avuta al tempo degli apostoli, e continuerà a prodursi con l’autorità dello Spirito che parla alla chiesa per suo mezzo. Tale funzione può così essere riassunta:

Una manifestazione post-canonica del dono profetico

  1. Indicherà la Scrittura come il fondamento della fede e della condotta;
  2. Illuminerà e chiarificherà gli insegnamenti già presenti nelle Scritture;
  3. Applicherà i principi della Scrittura alla vita di tutti i giorni;
  4. Può essere un catalizzatore che dirige la chiesa verso il compimento del mandato affidatole nelle Scritture;
  5. Può assistere la chiesa nella sua edificazione;
  6. Può rimproverare, avvertire, istruire, incoraggiare, consolidare e favorire l’unità della chiesa nelle verità della Scrittura;
  7. Può avere la funzione di proteggere la chiesa dalla falsa dottrina e di consolidare i credenti nella verità.

D02-05. Manifestazione del Dono alla Fine dei Tempi

Gioele 2:28-32. Vivendo alla “fine dei tempi” (nella prospettiva dell’Antico Testamento; 1 Pietro 1:20; Ebrei 1:2), l’apostolo Pietro vide nell’effusione dello Spirito, manifestatasi alla Pentecoste per mezzo del dono delle lingue (Atti 2), un adempimento della profezia di Gioele.

Tuttavia, la Pentecoste pare che sia stata piuttosto un adempimento solo parziale, poiché Gesù pone i segni nel sole e nella luna, menzionati da Gioele, dopo l’epoca oscura della persecuzione e in maggiore prossimità all’avvento del “grande e terribile giorno del Signore” (Gioele 2:31). Inoltre, Gioele fa riferimento in modo specifico a una manifestazione del dono della profezia, pertanto una realizzazione completa dell’antica predizione di Gioele richiederebbe una manifestazione del dono profetico alla fine dei tempi.

Matteo 7:15-20; 24:24. Poiché Gesù preannunciò l’apparizione di “falsi profeti” alla fine dei tempi, tale predizione costituisce una prova presunta della vera manifestazione di tale dono.

1Corinzi 12; Efesi 4; ecc.  La dottrina neotestamentaria dei “doni spirituali” (che includono il dono profetico) non è mai stata abrogata. Se il passato può dare qualche indicazione per il futuro, dobbiamo prender nota del fatto che il dono profetico in genere operò in periodi di crisi o carichi di significato speciale: Noè prima del diluvio; i profeti maggiori e minori si raggruppano nei periodi critici della storia d’Israele, quando Assiria, Babilonia e Persia minacciano l’esistenza di Israele, o vi influiscono profondamente; Giovanni Battista prima della venuta di Cristo; ecc.

Sarebbe quindi ragionevole attendersi qualche genere di manifestazione profetica prima della conclusione del tempo di grazia e del secondo avvento, che rappresentano la conclusione del piano della salvezza.

Apocalisse 12:17; 19:10. Se i nostri pionieri mettevano in risalto la predizione di Gioele 2 per difendere una manifestazione legittima del dono di profezia, non erano però indifferenti alle implicazioni di Apocalisse 12: 17 e 19:10. In un articolo sulla Review and Herald del 16 ottobre 1855, James White affermò:

“Ma riferiamoci a Gioele 2:32 per vedere dove egli situa la profezia. ‘E avverrà che chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato, poiché sul monte Sion e a Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto il Signore, così pure tra i superstiti che il Signore chiamerà’. È compito del rimanente testimoniare di queste cose. È il rimanente (cioè l’ultima porzione della chiesa) che osserva i comandamenti di Dio e ha la testimonianza di Gesù Cristo (cioè lo Spirito di Profezia, secondo Apocalisse 19:10), nella maniera più certa, che ha il compito di diffondere questo messaggio di liberazione. ‘Chiunque invocherà il nome del Signore’, in un tempo di tribolazione quale non era mai avvenuto prima, condividerà con gli altri tale liberazione. ‘Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui?’ (Luca 18:7). La stessa invocazione del nome del Signore è simboleggiata dall’angelo (Apocalisse 14:15) che grida a gran voce a colui che siede sulla nuvola: ‘Metti mano alla tua falce e mieti; poiché è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura’.

Dio ha sempre manifestato la sua potenza in favore dei suoi figli secondo le loro necessità e quelle della opera che devono compiere. Possiamo mai supporre, anche solo per un momento, che il popolo di Dio attraverserà i pericoli degli ultimi giorni e fronteggerà il tempo di tribolazione, incomparabile con ogni altro nel passato, senza che Dio si manifesti per mezzo di quei doni che egli stesso ha riservato per la chiesa? È così, in verità. Dio ha promesso, tramite il profeta Gioele, di compiere grandi cose per il rimanente, ‘prima che venga il grande e terribile giorno del Signore’”.

1. Il libro dell’Apocalisse tratteggia la figura di due donne: una pura, rivestita di luce (Apocalisse 12), e una caduta, designata con il nome di “Babilonia la grande”. In un certo senso le due donne simboleggiano la stessa entità: il cristianesimo. Entrambe hanno dei discendenti (12:17; 17:5). Apocalisse 12 sembra delineare l’immagine dei leali seguaci di Dio e il corso della loro storia; Apocalisse 17 simboleggia lo sviluppo e il corso dell’apostasia cristiana.

La donna pura che si nasconde nel deserto per sfuggire alla persecuzione sia del dragone (12:17) sia della donna caduta (17:6), nella sua essenza rappresenta una pluralità di gruppi fedeli al Signore. Tali gruppi (benché non siano necessariamente puri sotto ogni aspetto della dottrina, si veda a proposito la storia simbolica della chiesa in Apocalisse 2:3) conservarono la fede in Dio e la lealtà alle Scritture durante l’età buia del Medio Evo. Come deve essere identificato allora il “rimanente della sua discendenza” (“il resto della sua progenie” secondo altre versioni): deve essere compreso come un rimanente del cristianesimo della fine dei tempi in senso generale, oppure deve essere delimitato come un gruppo specifico di cristiani?

2. Il libro dell’Apocalisse sembra descrivere i genuini seguaci di Dio alla fine dei tempi secondo due diverse classificazioni: (a) “quelli che restano della discendenza di lei che osservano i comandamenti di Dio (12:17), e (b) il popolo di Dio che è in Babilonia (18:4). Questo implicherebbe – tecnicamente – che il gruppo designato come “rimanente” in Apocalisse 12 non costituisca la totalità dei veri cristiani in senso generale, ma sia qui delimitato piuttosto come gruppo specifico dotato di precise caratteristiche: essi osservano i comandamenti di Dio e hanno la testimonianza di Gesù.

Inoltre, è ragionevole ritenere che il rimanente, in altre parole l’ultima propaggine del popolo di Dio cui si riferisce Apocalisse 12:17, si farà anche portatore dell’ultimo messaggio di Dio. Tale messaggio è descritto in Apocalisse 14:9-12 come quello del “terzo angelo”. Si tratta di un messaggio specifico che comprende dei punti ben determinati e anche i contenuti del messaggio dei primi due angeli (vedi Apocalisse 14:6-14). Se quelli che compongono il “rimanente” di Apocalisse 12 sono gli estensori del messaggio del terzo angelo (Apoc.14), allora dovrebbero necessariamente rappresentare un gruppo specifico di cristiani, che si distinguono per le caratteristiche di quel particolare messaggio. Storicamente gli avventisti del settimo giorno hanno ritenuto di adempiere il ruolo del terzo angelo; di conseguenza abbiamo naturalmente visto il nostro movimento come simboleggiato in Apocalisse 12:17.

3. “La testimonianza di Gesù” (12:17). La questione in questo caso consiste nel chiedersi se la frase denoti una manifestazione del dono profetico alla fine dei tempi in un gruppo definito come “il rimanente della discendenza di lei”.

L’espressione “testimonianza di Gesù” ricorre sei volte nel libro dell’Apocalisse (1:2,9; 12:17; 19:10; 20:4). Il primo problema concerne la sua traduzione. Ce ne sono due grammaticalmente possibili:

  1. La testimonianza intorno/concernente Gesù (genitivo oggettivo) = ciò che i cristiani  testimoniano intorno a Gesù; “coloro che rendono testimonianza a Gesù”.
  2. La testimonianza da/ proveniente da Gesù (genitivo soggettivo) = i messaggi da parte di Gesù alla chiesa.

Gli elementi che possiamo trarre dall’uso di questa espressione nel libro dell’Apocalisse suggeriscono che dovrebbe essere compresa come un genitivo soggettivo (una testimonianza da parte o per mezzo di Gesù) e che tale testimonianza è resa attraverso la rivelazione profetica. Ecco alcuni altri documenti in proposito:

a. Apocalisse 1:1,2. “Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi … e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni. Egli ha attestato come parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo tutto ciò che ha visto”.

In questo contesto è evidente che “Rivelazione di Gesù” designa una rivelazione da parte o per mezzo di Gesù a Giovanni, il quale, di conseguenza la registra come testimonianza proveniente da e per mezzo di Gesù. Entrambe le espressioni al genitivo esprimono meglio il loro senso all’interno del contesto come genitivi soggettivi e si accordano con le parole conclusive di Cristo in questo libro: “Colui che attesta queste cose, dice: ‘Sì, vengo presto!’Amen!” (Apocalisse 22:20)

Nel suo commento alla stessa espressione in Apocalisse 19:10, James Moffat scrive:

La testimonianza di Gesù equivale in pratica a Gesù che testimonia(2:20). È l’autorivelazione di Gesù, (secondo il capitolo 1:1, dovuta in ultima analisi a Dio stesso) la quale spinge all’azione i profeti cristiani. È lui che dà contemporaneamente l’impulso e il soggetto delle loro affermazioni. (W. Robertson Nicoll, The Expositor’s Greek Testament, ed. [Grand Rapids : Wm. B. Eerdmans Publishing Company, 1961 reprint ] v. 5, p 465)

b. Se paragoniamo Apocalisse 19:10 con 22:9 troviamo un collegamento tra la testimonianza di Gesù e la funzione profetica:

19:10 – “Guardati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli” e

22:9 – “Guardati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli” e

19:10 – “come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù”

22:9 – “come i tuoi fratelli, i profeti…”

c. Apocalisse 19.10 definisce la testimonianza che proviene da Gesù come “lo spirito della profezia”. Per quanto James Moffat consideri la frase come una glossa, ne analizza il significato a partire dalle implicazioni di un genitivo soggettivo.

Poiché la testimonianza di (cioè resa da) Gesù è (cioè costituisce) lo spirito di profezia”. Questo … definisce in modo specifico i fratelli che portano la testimonianza di Gesù come possessori dell’ispirazione profetica. (Ibid.)

4. L’espressione “spirito di profezia” può essere compresa in tutti e due i sensi:

  1. Può riferirsi allo Spirito Santo che mette per iscritto o veicola la rivelazione profetica. “Degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21). Espressioni come lo “Spirito della grazia”, “lo Spirito della verità”, ecc., designano lo Spirito che conferisce la grazia o la verità. Nello stesso modo la testimonianza che proviene da Gesù può essere identificata oppure collegata con la funzione che lo Spirito possiede di ispirare il profeta con una rivelazione da parte di Dio (cfr. 1:10). Tale rivelazione è, in effetti, una testimonianza da parte di Gesù. Questa interpretazione della frase si accorda con 1 Pietro 1:11, che fa notare come i profeti dell’Antico Testamento fossero ispirati dallo “Spirito di Cristo” e pertanto trasmisero una sua testimonianza.
  2. L’espressione “spirito di profezia” può essere anche compresa come il carattere fondamentale o l’essenza distintiva della profezia. Gesù che porta la sua testimonianza è l’essenza vera o l’anima della profezia. James White lo espresse così: “Lo spirito, anima e sostanza della profezia, è la testimonianza di Gesù Cristo. Oppure, la voce dei profeti relativamente al piano e all’opera dell’umana redenzione, è la voce del Redentore” (Life Sketches [1880 ed.], 335-36, citato in SDA Encyclopedia, art., “Spirit of Prophecy”).

5. In entrambi i casi, il passo di Apocalisse 12:17 mette in evidenza il fatto che il rimanente ha (avente, participio presente di echo) la testimonianza profetica da parte di Gesù. Si tratta di un possesso che il rimanente – secondo i testi citati- ha o detiene mentre il dragone compie la sua offensiva finale contro il popolo di Dio alla fine dei tempi. (Vedi Arndt e Gingrich, A Greek-English Lexicon sull’uso di marturia [testimonianza in Apocalisse]).

6. Se la “testimonianza di Gesù” è veramente la testimonianza resa da Gesù alla sua chiesa attraverso il canale profetico, allora si pone la seguente domanda: la caratterizzazione di Apocalisse 12:17 sottolinea il possesso, da parte del rimanente, delle Sacre Scritture, Antico e del Nuovo Testamento, oppure di una manifestazione post-canonica dei doni spirituali nella forma del dono profetico? La prima asserzione appare un’idea troppo ovvia perché lo scrittore profetico la sottolinei, mentre una manifestazione del dono profetico nel contesto della fine sarebbe più significativa.

Questa profezia concernente il possesso, da parte del rimanente, della testimonianza profetica resa da Gesù, può essere paragonata ai tanti riferimenti al Messia nei Salmi davidici. Un lettore dei tempi dell’Antico Testamento avrebbe collegato a Davide molte, se non tutte, le affermazioni di questi salmi. In seguito – dopo la vita, la morte espiatoria e la resurrezione di Cristo – queste dichiarazioni sono state applicate in modo più vasto e più perfetto al Messia, il Figlio di Davide. Nella stessa maniera, nel compimento di Apocalisse 12:17, in seguito allo sviluppo del movimento del terzo angelo, possiamo ora vedere quanto non era evidente prima di tale sviluppo: cioè che il possesso, da parte del rimanente, della “testimonianza di Gesù” comprende la coinvolgente verità che Cristo ha scelto di parlare al suo popolo, ancora una volta, per mezzo del dono profetico. E tutto questo avviene quando la chiesa deve affrontare una miriade di sfide, in quanto si trova davanti al tempo della fine e agli atti conclusivi del giudizio divino.

D03-01. La nostra sola salvezza

CALAMITÀ E AMORE DI DIO; PECCATO, GIUDIZIO, E LA BREVITÀ DEL TEMPO

 Di Ellen G. White

 

La nostra sola salvezza

La giornaliera documentazione di vari disastri mostra che non c’è sicurezza in alcun luogo. Siamo in pericolo perfino nelle nostre case: infatti tempeste, inondazioni e incendi spazzano via migliaia di persone, mentre i terremoti ne distruggono altre migliaia. Se c’è un tempo nel quale dovremmo essere sobri e vegliare in preghiera, è proprio questo. Le nostre vite sono al sicuro solo quando sono nascoste con Cristo in Dio. Abbiamo bisogno di ogni giorno per purificarci proprio come egli è puro. Per noi c’è sempre speranza in Dio. La fede è la nostra difesa perché essa collega la nostra umana debolezza con la potenza divina. (Review and Herald, 29 gennaio 1884).

D03-02. “In ogni loro afflizione egli fu afflitto” Isaia 63:9

Pochi riflettono sulla sofferenza che il peccato ha causato al nostro Creatore. Tutti i cieli soffrirono durante l’agonia di Cristo; ma quella sofferenza non iniziò né finì con la sua manifestazione come uomo. La croce è una rivelazione per i nostri deboli sensi del dolore che, fin dal suo inizio, il peccato ha recato al cuore di Dio. Ogni allontanamento dalla giustizia, ogni atto di crudeltà, ogni fallimento del genere umano nel raggiungere il suo ideale, gli produce afflizione. Quando le calamità, che erano proprio il risultato della separazione da Dio (la sottomissione per mano dei loro nemici, la crudeltà e la morte ), ricaddero su Israele si dice che “si addolorò per l’afflizione d’Israele” (Giudici 10:16), “In ogni loro afflizione egli fu afflitto…li sollevò e li portò tutti i giorni del passato” (Isaia 63:9, versione Nuova Diodati).

Il suo Spirito “intercede per noi con sospiri ineffabili”. Mentre “tutta la creazione geme ed è in travaglio” (Romani 8:26,22), il cuore del Padre infinito soffre insieme con noi. Il nostro mondo è un vasto lazzaretto, un luogo di miseria su cui non permettiamo neppure ai nostri pensieri di soffermarsi. Se lo comprendessimo appieno, il peso sarebbe troppo terribile da sopportare. Ma Dio ne è pienamente consapevole e per distruggere il peccato e le sue conseguenze ha dato colui che ama di più, e ci ha dato la facoltà, grazie alla nostra cooperazione con lui, di porre fine a questo scenario di miseria. “E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine” (Matteo 24:14). (Education, pp.263, 264).

D03-03. “Un nemico ha fatto questo.” Matteo 13:28

Satana ama la guerra che prima eccita le peggiori passioni dell’uomo e poi conquista le sue vittime, oppresse dai vizi e dal sangue sparso, per l’eternità. Il suo scopo è appunto quello di incitare le nazioni le une contro le altre, perché così riesce a distogliere la mente degli uomini dall’opera di preparazione per il gran giorno di Dio.

Satana si serve anche degli elementi naturali per conquistare gli uomini impreparati. Egli ha studiato i segreti dei laboratori della natura e, nella misura in cui Dio glielo consente, esercita tutta la sua potenza per dirigere gli elementi stessi. Quando gli fu permesso di affliggere Giobbe, si affrettò a spazzar via greggi, mandrie, case, servi e figli, e con quale rapidità tutte queste calamità si susseguirono le une alle altre! Dio protegge le sue creature dalla potenza del distruttore. Poiché il mondo cristiano ha manifestato soltanto disprezzo per la legge divina, il Signore agirà secondo ciò che ha promesso: non accorderà le sue benedizioni alla terra e la sua protezione a coloro che si ribellano alla sua legge, ai suoi insegnamenti e inducono gli altri a fare la stessa cosa. Satana esercita il suo dominio su quanti non godono della protezione di Dio. Nell’intento di attuare i suoi piani, egli ne favorisce alcuni facendoli prosperare, mentre allo stesso tempo ne tormenta altri, per far credere agli uomini che è Dio ad affliggerli.

Facendosi passare per un grande medico, capace di sanare tutte le loro infermità, Satana provocherà malattie e calamità, tanto che città popolose saranno ridotte in rovina e desolazione. Egli è già all’opera, provocando incidenti e disastri sulla terra e sul mare: incendi, uragani, tempeste, grandinate, inondazioni, cicloni, maremoti e terremoti in ogni luogo e sotto mille forme. È così che egli esercita il suo potere. Distrugge i raccolti quasi maturi e provoca carestie e povertà; inquina l’atmosfera e migliaia di persone sono vittime di epidemie. Queste calamità saranno sempre più frequenti e disastrose. La distruzione si abbatterà sugli uomini e sugli animali. “La terra è in lutto, è spossata … gli altolocati fra il popolo della terra languono. La terra è profanata dai suoi abitanti, perch’essi han trasgredito le leggi, han violato il comandamento, han rotto il patto eterno” (Isaia 24:4,5). (The Great Controversy, pp. 589,590).

D03-04. “Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo.” Genesi 6:3

Viviamo nel tempo della fine. I segni dei tempi che si compiono in rapida successione dichiarano che il ritorno di Cristo è vicino, alle porte. I giorni in cui viviamo sono solenni e importanti. Lo Spirito di Dio si sta gradualmente, ma anche sicuramente, ritirando dalla terra. Piaghe e atti di giudizio si stanno già riversando su quanti disprezzano la grazia di Dio. Le calamità sulla terra e sul mare, le instabili condizioni della società, i pericoli dello scoppio di guerre, sono segni funesti. Essi preannunciano eventi di grandissima portata.

Gli agenti del male uniscono le loro forze e si consolidano; si fortificano in vista dell’ultima grande crisi. Nel mondo si verificheranno presto grandi cambiamenti e i movimenti finali saranno rapidi. (Testimonies for the Church, vol.9, p.11).

“È giunto il tempo in cui il mondo sarà in una tale sofferenza che nessun balsamo umano potrà alleviarla. Lo Spirito di Dio sta per essere ritirato. I cataclismi si susseguono. Infatti, sentiamo parlare sempre più frequentemente di terremoti e uragani, di incendi e inondazioni, con ingenti perdite di beni e di vite umane! Apparentemente queste calamità sono capricciose espressioni delle disorganizzate e sregolate forze della natura che sfuggono completamente al controllo dell’uomo. In realtà sono tutti mezzi usati da Dio per sensibilizzare gli uomini e le donne al pericolo che li minaccia” (Prophets and Kings, p. 277).

D03-05. “I tuoi giudizi sono veri e giusti” Apocalisse 16:7

Ma pochi hanno un’ idea della malvagità che c’è oggi nel nostro mondo, specialmente nelle grandi città… Il Signore ha stabilito un tempo in cui mostrerà la sua ira per i trasgressori che persistono nel rifiuto di essere obbedienti al Re dei re. Coloro che scelgono di mantenere un atteggiamento di slealtà devono essere visitati dalla misericordia divina per mezzo di giudizi, in modo che, se possibile, possano essere guidati alla comprensione del carattere peccaminoso della loro condotta. (Testimonies for the Church, vol. 9, p. 93).

È un segno della gloria di Dio l’essere misericordioso, ricco di perdono, di benevolenza, di bontà e verità. Ma la giustizia rivelata nella punizione del peccatore è sia vera espressione della gloria di Dio sia manifestazione della sua misericordia. (Review and Herald, 10 marzo 1904).

La potenza distruttrice esercitata dagli angeli, per ordine di Dio, sarà usata anche dai demoni quando egli lo permetterà. Esistono delle  forze pronte a diffondere ovunque la desolazione: aspettano solo che Dio lo permetta. (The Great Controversy, p. 614)

Quando Dio donò Cristo al nostro mondo, con lui donò anche tutti i tesori del cielo. Non ha risparmiato nulla di quello che poteva fare per condurre gli uomini al pentimento. Non ha da parte ulteriori risorse per la loro salvezza.

Dio sopporta a lungo la ribellione e l’apostasia di coloro che gli sono soggetti: anche quando la sua misericordia è disprezzata e il suo amore è disdegnato e deriso, ha pazienza con gli uomini fino a quando l’ultima risorsa per condurli al pentimento non si sia esaurita. Ma ci sono dei limiti alla sua indulgenza. A coloro che sino alla fine continuano a ostinarsi nella ribellione, egli toglie la sua amorevole protezione. La provvidenza non li proteggerà più dal potere di Satana. Saranno essi stessi ad aver respinto il giorno che la grazia aveva loro riservato.

Dio farà una resa dei conti con le nazioni. Nemmeno un passero cade a terra senza che lui se ne accorga. Quelli che avranno fatto del male al loro prossimo dicendo: “Come potrà Dio venirne mai a conoscenza?”, saranno chiamati un giorno a confrontarsi con una retribuzione a lungo rimandata. In questo periodo, la disobbedienza a Dio è un fatto estremamente comune. Gli uomini hanno raggiunto un tale livello di insolenza e di disobbedienza da colmare quasi del tutto la coppa della loro iniquità. Molti hanno ben oltrepassato i limiti della misericordia e presto Dio mostrerà di essere in verità il Dio vivente. Egli dirà agli angeli: “Non combattete ancora Satana nei suoi sforzi di distruzione. Lasciate che la sua cattiveria si riversi sui figli della disobbedienza, perché la coppa della loro iniquità è colma. Essi sono passati da un grado di malvagità all’altro, aumentando ogni giorno la loro sregolatezza. Non interverrò più per impedire al distruttore di compiere la sua opera”.

Questo tempo incombe su di noi e lo spirito di Dio si sta ritirando dalla terra. Quando l’angelo della misericordia spiega le sue ali per andarsene, Satana sarà libero di compiere gli atti malvagi che ha a lungo desiderato. Bufere, tempeste, guerra e spargimento di sangue: in questo egli trova la sua delizia, e così accumula il suo raccolto. (Review and Herald, 17 settembre 1901)

D03-06. “Recuperare il tempo” Efesi 5:16

L’opera che avrebbe dovuto essere compiuta da lungo tempo per conquistare le persone a Cristo, non è stata terminata. Gli abitanti di città empie che in breve saranno colpite da eventi calamitosi, sono stati crudelmente trascurati. Si avvicina il tempo in cui grandi città saranno spazzate via e tutti dovrebbero essere avvertiti di questi giudizi imminenti. Ma chi svolge quel servizio sincero che Dio richiede per il compimento di quest’opera? (Review and Herald, 10 settembre 1903).

Quattro angeli potenti trattengono ancora i venti della terra e così si impedisce la realizzazione di una terribile distruzione. Gli incidenti sulla terra e sul mare; il costante aumento di morti a causa di temporali, tempeste, disastri ferroviari, esplosioni; terribili inondazioni, i terremoti e i venti spingeranno le nazioni verso un conflitto mortale, mentre gli angeli trattengono i quattro venti, impedendo al terribile potere satanico di dispiegarsi nella sua furia finché i servitori di Dio non siano suggellati sulle loro fronti. Siate pronti, siate pronti. Vi imploro, siate pronti prima che sia troppo tardi! (Review and Herald, 7 giugno 1887).

D03-07. “Non più morte, né cordoglio, né grido” Apocalisse 21:4

Nell’atmosfera del cielo non può esistere la sofferenza. Nella dimora dei redenti non ci saranno lacrime, né cortei funebri, né segni di lutto. “Nessun abitante dirà: ‘Io sono malato’. Il popolo che abita Sion ha ottenuto il perdono della sua iniquità” (Isaia 33:24). Una grande ondata di felicità ricadrà su di voi e aumenterà sempre più durante l’eternità.

Siamo ancora in mezzo alle tenebre e allo scompiglio delle attività terrene. Consideriamo più seriamente quale sarà la condizione futura dei beati e facciamo in modo che la nostra fede diradi le nuvole dell’oscurità e ci faccia contemplare colui che morì per i peccati del mondo. Egli ha aperto i cancelli del paradiso a tutti coloro che lo ricevono e credono in lui. A essi dà il potere di diventare figli e figlie di Dio. Adoperiamoci perché le afflizioni che ci rattristano tanto divengano delle lezioni utili a spingerci avanti verso il traguardo del premio della nostra alta vocazione in Cristo. Il pensiero che il Signore tornerà presto ci incoraggi e questa speranza rallegri i nostri cuori. “Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà” (Ebrei 10:37). Siano benedetti quei servitori che, quando il loro Signore verrà, saranno trovati vigili e pronti.

Noi ci troviamo sulla strada del ritorno. Colui che ci ha amato tanto da morire per noi ci ha edificato una città: la nuova Gerusalemme è il nostro luogo di riposo. E non ci sarà alcuna tristezza nella città di Dio. Non si udirà più nessun pianto di dolore, né canto funebre per speranze infrante e affetti spezzati. Presto gli abiti del lutto saranno sostituiti dalla veste nuziale. Presto saremo testimoni dell’incoronazione del nostro Re. Coloro le cui vite sono nascoste in Cristo, coloro che su questa terra hanno combattuto il buon combattimento della fede, risplenderanno della gloria del Redentore nel regno di Dio.

Non passerà molto tempo e vedremo colui che è il centro delle nostre speranze di vita eterna. Alla sua presenza tutte le prove e le sofferenze di questa vita saranno insignificanti… “Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà” (Ebrei 10: 37). Guardate in alto, guardate in alto e che la vostra fede sia in continuo aumento. Che essa vi guidi lungo lo stretto sentiero che conduce attraverso le porte della città di Dio nell’aldilà, verso l’immenso e incondizionato futuro di gloria riservato ai redenti. “Siate dunque pazienti, fratelli… perché la venuta del Signore è vicina” (Giacomo 5:7,8). (Testimonies for the Church, vol.9, pp. 285-287).

D04-02. Il profeta è ispirato in modo diretto, non così gli altri

Nel senso più elevato, il profeta era colui che parlava per ispirazione diretta, comunicando al popolo i messaggi ricevuti da Dio. Ma lo stesso nome di profeta fu attribuito anche a coloro che, per quanto non così direttamente ispirati, furono chiamati da Dio a istruire il popolo nelle opere e nelle vie di Dio. Per preparare questa classe di insegnanti, Samuele, sotto la guida di Dio, fondò le scuole dei profeti. (Education, p.46)

D04-03. Guidato da Dio, ma non ispirato nel senso più completo

Un fratello chiese alla sorella White: ‘Pensa che dobbiamo giungere alla comprensione della verità da noi stessi? Perché non possiamo accettare le verità che altri hanno raccolto, prestando fede a costoro che hanno investigato a fondo tali argomenti? Così saremo liberi di andare avanti senza stancare la nostra mente nell’approfondimento di questi soggetti. Non pensa che le persone che hanno spiegato la verità in passato fossero ispirate da Dio?

Non oso dire che non fossero guidati da Dio, perché Cristo guida verso ogni verità; ma per quanto concerne l’inspirazione nel senso più pieno, la mia risposta è no. (Counsels to Writers and Editors, p.33,34)

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D04-04. L’assistenza angelica non è il fondamento per rivendicare l’ispirazione

A proposito di Martin Lutero Ellen White affermò:

“ Gli angeli del cielo erano al suo fianco e raggi di luce provenienti dal trono di Dio rivelavano alla sua mente i tesori della verità”. (The Great Controversy, p. 122)

E di William Miller scrisse:

“Per commuovere il cuore di un agricoltore che non aveva creduto nella Bibbia e per spingerlo allo studio delle profezie, Dio inviò il suo angelo. Gli angeli visitarono ripetutamente quell’uomo scelto da Dio, per guidare la sua mente e aprirla alla comprensione delle profezie che erano sempre risultate oscure al popolo di Dio”. (Early Writings, p.229).

Fonti attendibili riferiscono che Ellen White abbia a voce dichiarato di aver visto un angelo di Dio che era al fianco del pastore Uriah Smith mentre scriveva. Sebbene non ci sia conferma di questo in documenti scritti, quanto ella dice non è incoerente con quanto espresso nelle precedenti citazioni. Ma ci sono seri motivi per supporre che tali uomini, pur aiutati dallo Spirito di Dio, non fossero ispirati come lo erano i profeti.

Nel 1895, Ellen White riferì di un’esperienza nella quale un capo colportore le aveva posto direttamente la domanda sull’ispirazione dei libri scritti da Uriah Smith. “ Lei crede che siano ispirati, vero?”, le aveva chiesto. Lasciando intendere che considerava folle una simile domanda, replicò: “Forse lei può rispondere a tale domanda, io no”. (E. G. White, Lettera 15, 1895).

D04-05. Nel 1894 Ellen G. White discute la questione fondamentale

Di tanto in tanto mi giungono resoconti di affermazioni che la sorella White si dice avrebbe fatto, ma che sono del tutto nuove per me. Queste non possono non sviare il popolo di Dio dai miei veri punti di vista e insegnamenti.

Una sorella, in una lettera a un suo amico, parla con grande entusiasmo di un’affermazione del fratello A. T. Jones secondo la quale la sorella White avrebbe visto che il tempo è venuto nel quale, se manteniamo una giusta relazione con Dio, tutti possono ricevere il dono della profezia nella stessa misura di coloro che ora ricevono delle visioni. Da quale autorità proviene questa affermazione? Devo pensare che la sorella abbia frainteso il fratello Jones, perché non posso pensare che abbia detto questo.

L’autrice della lettera così continua: “Il fratello Jones ha detto ieri sera che le cose stanno in questo modo: Dio non parlerà a tutti per il beneficio di tutti gli altri, ma a ciascuno per il suo proprio beneficio personale. In questo consiste l’adempimento della profezia di Gioele. Ha affermato che ciò sta già verificandosi e ci sono molti esempi. Si è espresso come se pensasse che nessuno avrebbe avuto una posizione di rilievo come quella che la sorella White rivestì e rivestirà in futuro. Ha preso come esempio Mosè. Era un leader, ma contemporaneamente, nelle Scritture, ci si riferisce a molte altre persone che profetizzano, benché le loro profezie non siano state pubblicate…”. Queste idee relative alla funzione profetica, non esito a dirlo, sarebbe stato meglio che non fossero mai state espresse. Una dichiarazione come questa prepara la strada a una situazione dalla quale Satana trarrà sicuramente vantaggio per introdurre dei falsi esercizi spirituali. C’è il pericolo non solo che menti poco equilibrate siano portate verso il fanatismo, ma che persone astute sfruttino tale eccitazione della mente per favorire i loro propositi egoistici.

Gesù levò la sua voce per avvertirci: “Attenti ai falsi profeti, che vengono in veste di pecore, ma che intimamente sono dei lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti”. “Così dice il Signore degli eserciti, non date ascolto alle parole che questi profeti vi rivolgono, essi eccitano la vostra vanagloria. Essi presentano una visione che proviene dal loro cuore, ma non dalla bocca del Signore”. “Molti vi diranno: Ecco il Cristo; egli è là; non credete loro, perché falsi cristi e falsi profeti sorgeranno e faranno segni e prodigi, per sedurre, se possibile, anche gli eletti. Ma fate attenzione, perché io vi ho preannunciato tutte queste cose”. (Lettera 6, 16 marzo 1894, pubblicata in Selected Messages, vol. 3, p. 340, 341).

D04-06. Un avvertimento per il Pastore A.T. Jones

Lei non potrà essere mai abbastanza prudente quando parla del dono profetico e afferma che ho detto questo o quello a tale proposito. So benissimo che siffatte dichiarazioni incoraggiano uomini, donne e bambini a immaginare di aver ricevuto da Dio rivelazioni particolarmente luminose, mentre di fatto non hanno ricevuto alcuna luce. Mi è stato mostrato che questo costituirà uno dei capolavori di Satana per ingannare gli uomini. Lei sta imprimendo all’opera del Signore una direzione che non potrà essere corretta se non al prezzo di sforzi lunghi e di un ingente logorio spirituale, per salvare la causa di Dio dagli eccessi del fanatismo. (E.G. White, Lettera 103, 15 marzo 1894, pubblicata in Selected Messages, vol 2, p.86).

D05-A-01. Introduzione

“Vidi che in ogni tempo dovremmo lottare per essere liberi da ogni eccitamento insano e non necessario. Vidi che correvamo il grande pericolo di abbandonare la Parola di Dio  per adagiarci e confidare negli esercizi spirituali…

Vidi che in questo momento il messaggio doveva concentrarsi sulla verità, e la Parola di Dio doveva essere seguita rigorosamente e sostenuta davanti al popolo di Dio.   Sarebbe stato bello e amabile che il popolo di Dio fosse condotto nel giusto luogo a contemplare le operazioni divine  per mezzo degli esercizi delle visioni.” Ellen G. White, Manuscript 11,1850.

“Vidi che in ogni tempo dovremmo lottare per essere liberi da ogni eccitamento insano e non necessario. Vidi che correvamo il grande pericolo di abbandonare la Parola di Dio  per adagiarci e confidare negli esercizi spirituali…

Vidi che in questo momento il messaggio doveva concentrarsi sulla verità, e la Parola di Dio doveva essere seguita rigorosamente e sostenuta davanti al popolo di Dio.   Sarebbe stato bello e amabile che il popolo di Dio fosse condotto nel giusto luogo a contemplare le operazioni divine  per mezzo degli esercizi delle visioni.”

Ellen G. White, Manuscript 11,1850.

Una ristampa di 12 articoli pubblicati sulla Review and Herald
il 10,17,24 Agosto 1972; 15,22,29 marzo, 5,12,19,26 aprile e 2,9 agosto 1973

PERCHE’ QUESTA RISTAMPA

 

Nel messaggio da lei rivolto ai dirigenti della Conferenza Generale, nella sessione del 1893, Ellen White  diresse la sua attenzione all’importanza della storia sacra. “ Noi non abbiamo niente da temere per il futuro, a meno che non dimentichiamo la via per la quale il Signore ci ha condotto, e il suo insegnamento nella nostra storia passata.” Life Sketches, p. 196.

I 12 articoli che appaiono in questa ristampa furono scritti come risultato di una convinzione profonda dei dirigenti della chiesa e dell’autore che gli eventi attuali nel mondo religioso- in particolare il movimento neopentecostale o carismatico-  possono essere valutati appropriatamente solo alla luce della Parola di Dio e delle lezioni apprese attraverso la storia sacra , antica e moderna. Gli articoli furono in origine scritti per la Review and Herald, l’organo più rappresentativo degli Avventisti del Settimo giorno, e furono pubblicati in tre gruppi, durante il 1972 e il 1973.

La prima a comparire fu una serie di articoli dal titolo “The Ralph Mackin Story”. Queti articoli contengono delle linee guida interessanti per valutare il carattere della glossolalia nel movimento carismatico contemporaneo, in quanto il parlare in lingue fu uno degli elementi distintivi dell’esperienza Mackin nel 1908.  Molto c’è da apprendere dal modo in cui Ellen White si relazionò con questa situazione: ella ascoltò con attenzione il racconto che i Mackin fecero della loro storia, poi analizzò le varie fasi della loro esperienza.  La visione che le fu data alcuni giorni dopo le sue conversazioni con i coniugi Mackin e il consiglio che scrisse alla coppia e che inviò alle chiese sono inclusi in questi articoli.

A questi fece seguito una serie di sette articoli su esperienze estatiche della storia degli Avventisti delle origini.  Furono riesaminate quattro esperienza di glossolalia e particolare attenzione fu riservata alle esortazioni e ai consigli direttivi del 1850, i quali stabilirono una linea di condotta in relazione a quelli che Ellen White denominò come “esercizi spirituali.” La serie si concluse con dei consigli che stabilirono con chiarezza i criteri di giudizio per tali esperienze.

 Il terzo gruppo fu una serie di 2 articoli che presentavano due esperienze notevoli che comprendevano delle profonde manifestazioni spirituali, tuttavia assolutamente non del tutto comprese e accolte, ed etichettate da alcuni come espressione di fanatismo. Questa serie includeva degli ammonimenti a non allontanarsi facilmente dalla sana evidenza dell’opera dello Spirito di Dio.

I dirigenti della Chiesa ritennero bene che tutti gli Avventisti del Settimo giorno dovessero avere prontamente a loro disposizione i 12 articoli, cosicché, alla luce della storia denominazionale potessero giudicare la validità dei vari tipi di esercizi spirituali loro contemporanei.  Questa ristampa offre questi materiali in forma appropriata e gratuita per un’ampia diffusione.

KENNETH H. WOOD

Direttore della Review and Herald
Washington D. C.

D05-A-02. Tavola dei contenuti

ESPERIENZE ESTATICHE NELLA STORIA AVVENTISTA DELLE ORIGINI

  • Le lingue nella storia Avventista delle origini,15 marzo 1973
  • Lo Studio della Bibbia contrapposto alle esperienze estatiche, 22 marzo 1973
  • L’esperienza diretta della falsità, 29 marzo 1973
  • Il dono delle lingue a Portland, 5 aprile 1973
  • Guarigione miracolosa, 12 aprile 1973
  • Ellen White e il battesimo dello Spirito Santo, 19 aprile 1973
  • I criteri dati da Dio, 26 aprile   1973

LA STORIA DI RALPH MACKIN

  • La storia di Ralph Mackin ( I Parte),10 agosto,1972
  • La Parola- non sensazioni ( II Parte),17 agosto 1972
  • “Concepito per sviare” ( III Parte) , 24 agosto 1972

DUE NOTEVOLI ESPERIENZE DI RISVEGLIO

  • I risvegli: il tempo in cui Dio e Satana si mettono all’opera, 2 agosto 1973
  • Risveglio a Battle Creek, 9 agosto 1973

Risvegli. Il tempo in cui Dio e Satana si mettono all’opera- 1

  • Qualcosa non funzionò
  • Le riunioni interrotte

Risvegli. Il tempo in cui Dio e Satana si mettono all’opera- 2

  • Risveglio a Battle Creek
  • Che cosa andò storto?
  • Un tempo di luce e di tenebre

D05-B-01. Introduzione

Le esperienze estatiche non erano fuori dal comune tra i cristiani sinceri negli anni trenta e quaranta dell’’800. Vi furono implicati alcuni di coloro che poi divennero i nostri progenitori spirituali  . Esse consistono in : 1. Prostrazione fisica; 2. grida di lode a Dio ; 3.parlare in lingue sconosciute;4. guarigioni divine.  Riconsiderandole dal nostro punto di osservazione oggi, sembra che la genuinità di alcune di queste possa essere provata. Ma c’è anche evidenza che alcune fossero delle contraffazioni o fossero autoindotte in periodi di eccitamento.  Esploreremo queste esperienze in una serie di articoli, ponendole nel loro contesto storico e individuando la posizione di Ellen White nei loro confronti. Quando Ellen White racconta la sua prima esperienza all’interno del Risveglio dell’Avvento, prima che le fossero date le visioni, essa riferisce una quantità di occasioni in cui fu lasciata in stato di prostrazione per la soggiogante presenza dello Spirito di Dio.  Si ritiene che un’esperienza di tal genere abbia avuto luogo nel 1843:

“ M’inginocchiai tremante durante un circolo di preghiera.  Dopo che alcuni ebbero pregato, levai la mia voce in preghiera prima di esserne effettivamente consapevole…Lodai Dio dal profondo del mio cuore. Tutto era lontano da me, eccetto Gesù e la sua gloria, tanto che perse coscienza di quanto accadeva intorno a me. Lo Spirito divino riposava su di me con tale potenza da rendermi incapace di tornare a casa quella sera.  Quando tornai, il giorno dopo, nella mia mente c’era stato un grande cambiamento: mi pareva di non potere, se non con grande difficoltà, tornare a essere la stessa persona che aveva lasciato la casa di mio padre la sera prima. Questo passo era di continuo nei miei pensieri; “  Il Signore è il mio pastore; nulla mi mancherà.” Il mio cuore traboccava di felicità mentre sommessamente ripetevo queste parole.”   Testimonies, vol.1,p.31.

D05-B-02. Sopraffatta dallo Spirito

Raccontando un altro episodio accaduto durante la sua prima esperienza cristiana di giovane Millerita, ella racconta come, insieme ad altri, partecipò a una riunione circa sei mesi dopo quella sopra descritta. Il capitolo che riferisce tale informazione è intitolato “ Opposizione di fratelli tradizionalisti”.  Così ella racconta:

“ A volte lo Spirito del Signore rimaneva su di me con una potenza tale che tutte le mie forze mi erano sottratte. Si trattava di una prova per quanti erano usciti dalle chiese ufficiali… Molti non potevano credere che uno potesse essere a tal punto sopraffatto dallo Spirito di Dio da perdere tutte le sue energie…

Avevamo organizzato riunioni serali di preghiera in diverse località della città in modo da ospitare tutti quelli che volevano seguirle. La famiglia che era stata più pronta ad opporsi a me seguì una di queste. In quell’occasione, mentre i convenuti erano assorti in preghiera, lo Spirito del Signore scese su quella riunione e uno dei membri di questa famiglia si accasciò come  morto. I suoi parenti si levarono in lacrime intorno a lui, sfregandogli le mani e somministrandogli delle sostanze corroboranti. Alla fine  recuperò forza sufficiente per lodare Dio; così acquietò i loro timori, esprimendo a gran voce la prova tangibile di aver ricevuto su di sé la potenza del Signore. Il giovane uomo non fu in grado di tornare a casa quella sera.”  Ibid.,pp.44,45.

D05-B-03. Riluttanza a credere

Se la famiglia coinvolta accettò l’accaduto come una manifestazione della potenza dello Spirito di Dio, non c’era ancora la disponibilità a credere che era la potenza divina che si era a volte manifestata su Ellen, privandola delle sue naturali energie e riempiendole l’anima della pace e dell’amore di Gesù.  La consideravano come una che illudeva se stessa sotto l’influenza di una sovreccitazione emotiva. Questo lasciò Ellen in una grande perplessità, pur ricercando vigorosamente il Signore .  Ella riferisce che alcuni giorni dopo:

“ Mentre eravamo inginocchiati davanti al Signore, il mio cuore fu sollevato in preghiera e ricolmo di una pace che solo Cristo può dare. La mia anima gioì nell’amore del Salvatore e la forza fisica mi abbandonò. Con la fiducia di un fanciullo potei appena dire: ‘Il cielo è la mia dimora e Cristo il mio Redentore.”

“Un membro della famiglia prima ricordata che si opponeva al riconoscimento delle manifestazioni della potenza di Dio su di me, in questa occasione affermò la sua convinzione che mi trovassi in uno stato di eccitazione alla quale egli riteneva fosse mio dovere resistere, mentre io, al contrario, lo incoraggiavo come un segno del favore divino. I suoi dubbi e la sua opposizione  non ebbero alcun effetto su di me quella volta, perché mi sentivo in totale comunione col Signore e al di sopra di ogni influenza esterna.  Ma,  egli aveva appena finito di parlare che un uomo forte, Cristiano umile e devoto, fu gettato a terra davanti ai suoi occhi dalla potenza divina e la stanza fu ricolma di Spirito Santo.

Ripresami, fui molto felice di dare la mia testimonianza per Gesù e di raccontare del suo amore per me…

Il fratello che mi si era opposto allora si alzò e, in lacrime, confesso che i suoi sentimenti verso di me erano stati del tutto sbagliati. Mi chiese umilmente perdono e disse: ‘ Sorella Elena, non la ostacolerò mai più nel suo cammino.  Dio mi ha mostrato la freddezza e l’ostinazione del mio cuore, che però ha infranto con la prova della sua potenza. Io sono stato davvero in errore… Il mio cuore è convinto di aver lottao contro lo Spirito Santo.’”  Ibid. pp.45-47.

Quando, nel 1860, presentò la storia della sua vita in Spiritual Gifts, volume 2, ritornò al 1843, scrivendo quanto segue.

“ Lo spirito del Signore spesso riposava su di me in modo abbondante. Il mio fragile corpo non poteva sopportare il peso della gloria che la mia mente percepiva  e della quale si appagava e la mia forza fisica non di rado mi abbandonava.” p. 29.

D05-B-04. Un’esperienza immediatamente successiva alla prima visione

In una visione, datale probabilmente nei primissimi giorni del 1845, successiva di poco alla sua prima visione, avvenuta nel dicembre del 1844, ella afferma:

“ La mia forza mi fu tolta ed io caddi sul pavimento.  Mi parve di essere in presenza degli angeli.” Life Sketches,p.71.

Esperienze di tal genere si ripresentarono spesso e ci furono altre persone che, sotto l’influsso dello Spirito di Dio, caddero nello stesso stato di prostrazione. Scrivendo di un’esperienza avvenuta poco dopo il suo matrimonio, nel 1846, quando lei cadde gravemente ammalata, per cui i suoi vicini l’avevano data per spacciata, disse quanto segue:

“ In mio favore , molte preghiere erano state rivolte a Dio, ma al Signore piacque mettere alla prova la nostra fede.  Dopo che altri ebbero pregato, il Fratello Henry ( Nichols) cominciò a pregare : apparve molto provato e, investito della potenza divina, si alzò, attraversò la stanza e impose le sue mani sul mio capo, dicendo: ‘Sorella Elena, Gesù Cristo ti ha risanata’; poi cadde prostrato dalla potenza divina. Io credetti che quella fosse opera di Dio e la sofferenza si allontanò da me.” Spiritual Gifts, vol.2, p. 84.

Poco tempo dopo il Signore e la Signora Ralph caddero in uno stato di prostrazione fisica:

“La scorsa domenica eravamo dai Ralph, concentrati nella preghiera per ricevere dal Signore il suo speciale insegnamento su come dovevamo agire : recarci a New York oppure restare nel Connecticut?  Lo Spirito venne e sperimentammo un momento ricco di potenza divina . Sia il fratello che la sorella Ralph caddero prostrati e rimasero inermi per un po’ di tempo.” Lettera 1,1848.

D05-B-05. Gridare le lodi di Dio

All’inizio del 1850, James Edson, il secondo figlio di James ed Ellen White, che aveva sei mesi, si ammalò gravemente. Eccone un racconto dalla penna stessa di James White:

“ Il bimbo era ammalato, perciò Ellen lo unse e pregò per lui. La  potenza di Dio scese su di lui e noi tutti gridammo le sue lodi nel modo in cui il nostro animo ce lo imponeva. Mentre eravamo immersi in questo genere di sentimenti, Ellen fu rapita in visione.” Lettera  di James White a Leonard Hastings, 10 gennaio 1850.

In seguito, quello stesso anno, in un congresso che si tenne a Paris , nel Maine, i credenti manifestarono la loro gioia con la lode a Dio.  Ellen White racconta questa esperienza in una lettera scritta il 7 novembre:

“ Il nostro congresso di Topsham risvegliò un profondo interesse.  I presenti erano 28 e tutti vi presero parte attiva. Domenica la potenza di Dio discese su noi in forma di vento precipitoso.  Tutti si levarono e lodarono con forza il Signore: fu come quando venne posta la prima pietra a fondamento della casa di Dio.  La voce che esprimeva il pianto non poteva essere distinta da quella della lode.  Fu un tempo trionfante e tutti ne furono rafforzati e vivificati. Prima di allora non avevo mai testimoniato un tempo così potente.”  Lettera 28, 1850.

I resoconti, editi o no, negli anni seguenti indicano che in determinate occasioni in cui lo Spirito di Dio si manifestò in modo speciale, i santi si unirono in grida di lode a Dio.

Nella nostra storia più remota possiamo annoverare quattro esperienze accreditate consistenti in manifestazioni di glossolalia. La prima avvenne nel 1847, con lo scopo evidente di guidare un giovane verso la scelta del ministero. La seconda, nel 1848, ha al suo centro un problema dottrinale.  La terza, nel 1849, fornì l’impulso per l’ impegno missionario e la quarta, del 1851, consiste in una descrizione  della testimonianza dello Spirito come manifestazione della “presenza e della potenza di Dio.”

In modo significativo, la seconda esperienza confermò quella che in seguito si rivelò come una posizione non biblica, un errore, che col passare del tempo fu corretta per mezzo dello studio della Bibbia. In tal caso, l’esperienza, che coinvolgeva persone di onestà indiscussa, si dimostrò inaffidabile e sviante. Ma questa è una storia a parte.

Due nomi compaiono in modo evidente nelle prime esperienze di glossolalia: Ralph e Chamberlain. La prima di tali esperienze di cui abbiamo traccia è riferita in una deposizione scritta, firmata da credenti di onestà indiscussa che erano ben noti come affidabili , impegnati membri di chiesa.

“ Anche noi possiamo rendere testimonianza alla manifestazione del dono delle lingue. Durante un incontro a North Paris, nel Maine, ci pare nell’anno 1847 o 1848 – si trattava di un congresso generale- erano presenti il fratello e la sorella White, ma anche i fratelli Ralph e Chamberlain, che venivano dal Connecticut, e altri. Durante lo svolgimento del congresso lo Spirito di Dio si manifestò in modo speciale: il fratello Ralph parlò in una lingua sconosciuta e il suo messaggio fu diretto al fratello J. N. Andrews: il Signore lo aveva chiamato all’opera del ministero evangelico, pertanto egli doveva prepararsi per questo.  Il fratello E.L.H. Chamberlain si alzò immediatamente e interpretò quanto aveva detto.” Mrs. S. Howland, Mrs. Frances Howland Lunt, Mrs. Rebeckah Howland Winslow, N.N. Lunt,  Battle Creek, Michigan. ( in un documento dell’ E.G. White Estate, #311.)

La terza esperienza , avvenuta nel 1849, ebbe a che fare con l’impegno missionario personale.  Hiram Edson riferì la sua esperienza con S. W. Rhodes nel giornale  The Present Truth ( La Verità presente, dicembre 1849), solo pochi giorni dopo l’accaduto.

S.W. Rhodes aveva lavorato diligentemente nel movimento del Grande Risveglio sotto la guida di William Miller . Era un uomo facoltoso, ma aveva consacrato le sue risorse materiali alla diffusione del messaggio.  Quando il tempo dell’atteso ritorno di Cristo fu passato, Rhodes si sentiva umiliato.

Si era sottratto da ogni contatto pubblico, ritirandosi nelle foreste dell’alto Stato di New York. Si manteneva in vita cacciando e  pescando e con i frutti di un piccolo giardino.  Hiram Edson era a conoscenza del luogo in cui si trovava e così, in due diverse occasioni, cammino a piedi fino al nascondiglio e cercò di persuadere Rhodes a unirsi ai suoi fratelli nella fede. Ma entrambi i tentativi furono infruttuosi.

Il 7 novembre del 1849, Edson fece un terzo tentativo per recuperare il fratello Rhodes.  Dopo aver camminato per 14 miglia si sentì costretto a far marcia indietro, perché sentì dentro di sé che il tempo non era maturo.  Con questo pensiero costante nella mente, il pastore Edson partecipò a un congresso che si tenne a Centerport, New York, un Sabato e una Domenica , il 17 e il 18 novembre del 1849.  Là incontrò i fratelli Ralph e Belden, provenienti dal Connecticut, e James e Ellen White dal Maine. Le notizie che ne abbiamo dicono che si trattò di un “ momento di grande sollievo spirituale”.

Alla fine del congresso Edson presentò a Ralph il caso di Rhodes e scoprì che  sia lui che Ralph avevano maturato individualmente la convinzione di dover compiere un’opera insieme.  Quella sera circa sei persone ebbero una riunione di preghiera sul caso Rhodes.  Il Pastore Edson così si espresse:

“ Il fratello Ralph chiese al Signore, in segreto, di riversare il suo Spirito su di noi se era la sua volontà che andassimo alla ricerca del fratello Rhodes.  Lo Spirito si effuse su di noi e su noi riposò e il luogo divenne spaventoso e glorioso ad un tempo.  Mentre io interrogavo il Signore per sapere se avesse inviato il suo servitore con lo scopo di andare con me al recupero del fratello Rhodes, proprio  il fratello Ralph articolò una nuova lingua, ignota a tutti noi. Ne seguì l’interpretazione: “ Sì, egli verrà con te.”” Present Truth, Dicembre 1849, pag. 35.

Ora, era ben noto in tutto il gruppo che né James né Ellen White avevano manifestato alcuna convinzione a favore dell’interessamento espresso per Rhodes; inoltre Ellen White era stata esplicita nell’avvertimento rivolto a Ralph  “ di essere sicuro di aver ricevuto un incarico chiaro da parte del Signore.”  Gli disse che riteneva che i sentimenti di Edson per Rhodes fossero di pura simpatia.  Edson così continua:

“La mattina dopo avemmo una riunione di preghiera, e lo Spirito ci fu abbondantemente accordato, tanto che concesse alla sorella White la seguente visione, in contrasto con la sua opinione e il suo modo di sentire a proposito di andare alla ricerca del fratello Rhodes, espressi prima che  lo Spirito la rapisse in visione.”  Ibid.

Nel resoconto dei fatti quasi un’intera colonna è riservata alla presentazione della visione. Ne citiamo alcune righe:

“Durante la visione l’angelo indicò la terra, dove vidi il fratello  Rhodes immerso in fitte tenebre; ma ciò nonostante portava ancora in sé l’immagine di Gesù. vidi che era volontà di Dio  che i fratelli Edson e Ralph si recassero alla sua ricerca.  Vidi che i fratelli Edson e Ralph dovevano aiutarlo a credere che c’era ancora speranza e misericordia per lui,dovevano infine portarlo via , allora si sarebbe riunito al gregge e gli angeli li avrebbero seguiti nel loro cammino.” Ellen G. White, in  Present Truth,  Dicembre 1949.

Poco tempo dopo la visione i fratelli Edson e Ralph iniziarono il loro viaggio alla ricerca di Rhodes. Lo trovarono al lavoro in un campo vicino al Black River. Gli dissero che erano venuti nel nome del Signore, per cercare ancora una volta la sua amicizia, perché insieme sarebbero entrati nel regno.

D05-B-06. Ralph parla in una lingua strana

In quella circostanza ci fu ancora un’occasione per parlare una lingua nuova. E’ Hiram Edson, come testimone oculare, che lo riferisce:

“ Dio dispiegò il suo potere di convinzione e il fratello Ralph parlò in una lingua nuova, gliene diede l’interpretazione per attestare la potenza e dimostrare l’azione dello Spirito Santo.” Ibid.,p.36.

Con tono trionfante Hiram Edson riferì quanto segue:

“Il fratello Rhodes finalmente acconsentì a venire con noi e si mise all’opera per sistemare alcuni affari in vista della partenza… Il 23 novembre, venerdì, arrivammo fino alla casa del fratello Arnold, a Volney…Tutti si rallegrano di vedere il fratello Rhodes.”

Questo interessante racconto si chiude con queste parole:

“Egli rimane saldo in tutta la verità presente; e noi di cuore gli auguriamo buona fortuna nell’opera che ha intrapreso per ritrovare e nutrire il gregge disperso di Gesù.” Ibid.

Con questo resoconto, proveniente da un testimone oculare  , pubblicato su “The Present Truth”, un giornale che è stato letto ampiamente, è stata acquisita una conoscenza generale, dentro e fuori l’Avventismo, di questa esperienza relativa al parlare in lingue. La sua autenticità è senza discussione, ma se la lingua nuova parlata dal fratello Ralph era una lingua conosciuta non ci è dato sapere.

Un fatto, in connessione con questa esperienza, è di particolare interesse: la freddezza di Ellen White al riguardo.  Anche dopo la dimostrazione della lingua ignota, la Signora White non fu convinta che il tentativo di venire in aiuto del fratello Rhodes fosse giustificato da un preciso piano di Dio.  Concesse la sua piena approvazione ai tentativi di recuperare il fratello solo dopo che ebbe ricevuto una visione da Dio direttamente.  Il fratello Rhodes divenne in seguito un valido operaio nella causa del Signore e, l’anno successivo, il suo nome figurò sulla testata della Review and Herald  in qualità di membro del direttivo delle pubblicazioni.

Una quarta esperienza di glossolalia ebbe luogo nel Vermont, durante l’estate del 1851: essa ci è riferita, sulla Review and Herald  attraverso una lettera scritta a James White dalla (Sorella) F.M. Shimper.  Essa ci parla della ricca esperienza della chiesa di East Bethel, nella regione del Vermont, e racconta che il signore aveva di recente inviato tra noi il fratello Holt e ne aveva abbondantemente benedetto l’opera.

“Dopo il battesimo di sei persone fra di noi, il nostro caro fratello Morse fu consacrato per imposizione delle mani all’incarico di amministratore del culto nella casa di Dio.  Lo Spirito Santo rese la sua testimonianza con il dono delle lingue e con  solenni manifestazioni della presenza e della potenza di Dio.  Il luogo in cui ci trovavamo era tremendo, ma glorioso. Sentimmo veramente che non l’avevamo mai visto in quel modo.” Review and Herald , 19 agosto, 1851.

D05-C-01. Introduzione

La seconda delle quattro esperienze di glossolalia, appartenenti alla storia dell’Avventismo delle origini, delle quali abbiamo parlato nell’articolo della scorsa settimana, verteva sullo sviluppo della dottrina.  Il racconto completo del modo in cui il Signore guidò il suo popolo nell’ambito dottrinale merita uno studio dettagliato. Procedendo nel nostro esame, dobbiamo ricordare che il Signore conduce il suo popolo che ama la verità solo ad un ritmo che può seguire, senza che sia indebolita la fiducia in ciò che, nella sua esperienza appare più importante. Egli non guiderà mai il suo popolo in un modo che diminuirebbe l’importanza dello studio della Bibbia.

Trai primi Avventisti Joseph Bates fu l’apostolo della verità sul Sabato. Nell’agosto del 1846 egli pubblicò un opuscolo di 48 pagine sulle esigenze vincolanti poste dal settimo giorno, il Sabato.

Attraverso uno studio attento delle inconfutabili prove scritturali presentate in quel pamphlet, James e Ellen White accettarono tale verità, unendosi a un gruppo di circa 50 avventisti, osservanti del Sabato. Iniziarono l’osservanza di quel giorno dal venerdì sera ma, non fu prima di sei o sette mesi a partire da quel momento,che una visione data a Ellen White confermò la verità del Sabato, presentandole con forza la sua grande importanza. ( Vedi Early Writings, pp.32-35)

Tuttavia, benché le prove scritturali indichino  con chiarezza che il Sabato inizia il venerdì sera, questo principio non era chiaro per i nostri pionieri.  Joseph Bates, ,il vecchio capitano di mare, che era consapevole dei problemi di orario nelle diverse zone del mondo, concluse che per l’osservanza del Sabato ci si dovesse attenere al “tempo equatoriale” Pertanto sostenne che il Sabato dovesse iniziare alle sei del venerdì pomeriggio e terminare alle sei del Sabato pomeriggio. ( Questo era in evidente contrasto con il modo normale di contare l’inizio e la fine del giorno alla mezzanotte.) Ma, sussistendo alcune divergenze di opinione trai credenti su quando il Sabato dovesse cominciare, l’orario delle sei precise ebbe la meglio.

Nel 1848 alcuni degli Avventisti osservatori del Sabato, residenti nel Maine, dalla lettura di Matteo 28:1 , “ alla fine del sabato, all’alba del primo giorno della settimana,” trassero la posizione che il Sabato iniziasse e terminasse all’alba. Infine Ellen White ebbe una visione nella quale ascoltò l’angelo ripetere Levitico 23:32, “dalla sera alla sera seguente, celebrerete il vostro sabato.”  Questo contribuì a risolvere la questione indicando che era un errore fissare l’alba come inizio del sabato.

Più o meno nello stesso periodo, in un incontro avvenuto nel Connecticut, durante il quale gli Avventisti discutevano appunto il problema dell’inizio del sabato, si verificò una nuova esperienza di glossolalia.  James White scrisse quanto segue:

“ C’è stata una certa divisione sull’ora di inizio del Sabato. Alcuni lo iniziavano al calar del sole,  ma la maggior parte alle sei del pomeriggio.  Così una settimana fa, di Sabato, presentammo il problema a Dio in preghiera.  Lo Spirito Santo discese e il fratello Chamberlain fu rivestito della sua potenza e pronunciò delle parole ad alta voce in una lingua sconosciuta. Ne seguì questa interpretazione: ‘ Dammi un gesso, dammi un gesso’.  Bene, pensai, se nella casa non ce n’è alcuno allora avrò ragione di dubitare, ma in un attimo un fratello portò un bel gessetto.  Allora il fratello Chamberlain lo prese e, nella potenza dello Spirito, disegnò una figura sul pavimento.  Questa rappresentava le parole di Gesù : ‘Non ci sono dodici ore in un giorno?’ Il disegno rappresentava il giorno, ovvero l’ultima metà del giorno.  La luce del giorno si è già dileguata per metà quando il sole è a sud o a  mezza strada da ciascun orizzonte, alle 12 in punto.  Procedete ora in un senso e nell’altro per la durata di sei ore e otterrete le dodici ore del giorno.  In ogni periodo dell’anno il giorno finisce alle sei pomeridiane.  Satana vorrebbe allontanarci da questo orario, ma rimaniamo fermi a quel che Dio ha rivelato a noi e al fratello Bates.” Lettera di James White al “Mio Caro Fratello” ( My Dear Brother), 2 luglio 1848, scritta da Berlin, Connecticut.

Questa esperienza fu convincente nella cerchia dei credenti che continuarono a osservare l’inizio del sabato alle sei.  Fu in questo ambito che Dio fornì una guida di vasta portata al suo popolo.

D05-C-02. Visione sulla dipendenza dalle esperienze estatiche

Nel mese di dicembre del 1850, durante un congresso a Paris, nel Maine, dove tutti i presenti avvertirono il bisogno profondo della discesa dello Spirito di Dio, Ellen White ricevette una visione:

“ L’ultima sera eravamo tutti uniti nella preghiera ed esprimevamo la richiesta che lo Spirito del Signore cadesse su di noi. Il Signore prestò ascolto alle nostre sentite implorazioni.  Io fui rapita in visione e vidi tutta la grandezza e la santità di Dio. L’angelo disse: ‘Cammina attentamente davanti a lui, perché Egli è innalzato e risiede nell’alto dei cieli e il corteo della sua gloria riempie il tempio.’ Vidi che ogni cosa in cielo era in perfetto ordine…[ Quanto segue non è in relazione con questo argomento ]

“L’angelo disse: ‘Guardate e imparate a conoscere quanto l’ordine celeste è perfetto e bello: prendete esempio da esso…’

Vidi che gli esercizi spirituali correvano il rischio di essere contraffatti,perché le

opinioni e le conoscenze di quanti li praticavano li influenzavano in gran parte, quindi non potevano essere accolti con piena fiducia.  Ma nel caso che qualcuno dovesse trovarsi nella condizione dell’apostolo Paolo, il quale non sapeva più se era nel corpo e fuori del suo corpo, senza più alcun contatto con quanto lo circondava, e in questa circostanza Dio dovesse mettersi in comunicazione con lui per mezzo dei suoi angeli, allora non ci sarebbe stato nessun pericolo di sbagliarsi.

“ Vidi che noi dovremmo lottare in ogni tempo per renderci liberi da ogni genere di insana e  inutile eccitazione. Vidi che correvamo il grande pericolo di abbandonare la parola di Dio per appoggiarci e per confidare invece sugli esercizi.  Vidi che Dio, per mezzo del suo Spirito, si era avvicinato alla vostra compagnia in alcuni dei suoi esercizi e dei suoi suggerimenti , ma vidi che più avanti nel tempo ci sarebbero stati dei pericoli…

“ Vidi che il messaggio ora doveva concentrarsi sulla verità. La Parola di Dio doveva essere seguita con scrupolo e levata in alto per il beneficio del popolo di Dio.  E sarebbe stato bello e amabile che il popolo di Dio fosse introdotto in un luogo angusto, per comprendere le opere di Dio grazie all’esercizio delle visioni”.  Manoscritto 11,1850.

Il paragrafo seguente pone nuovamente l’accento sull’effetto funesto della dipendenza da esperienze o esercizi estatici, specialmente se intese come strumento per la scoperta della sana dottrina:

“ Vidi, durante il nostro incontro, che alcuni esponevano l’idea che l’opera di Dio consistesse nell’elargire esercizi spirituali e quanti vi si opponevano dovevano essere esclusi dalle riunioni. Allora le persone oneste e coscienziose iniziarono a tremare . ‘ Ho paura che dovrò essere espulso’- pensavano. Così essi allontanavano le loro menti da Gesù e le concentravano su se stessi e sugli altri. In conclusione le riunioni li lasciavano in condizioni peggiori di come li avevano trovati.  Vidi che dobbiamo cercare di sollevare le nostre menti al di sopra del nostro io in modo che dimorino in Dio, l’alto e l’eccelso.”  Ibid. .

Il significato di questa visione, concessa alla Signora White il 24 Dicembre 1850, non può essere sopravvalutato. Si tratta in effetti di un documento chiave. I credenti pregavano per l’effusione dello Spirito Santo, nella speranza di poter assistere a delle dimostrazioni concretamente osservabili. Le testimonianze di quel periodo mostrano che ci fu un’accelerazione delle esperienze estatiche.

Venendo al dunque, a Ellen White fu mostrato che nelle esperienze estatiche ( altrimenti dette “esercizi”) era nascosto il grave pericolo dell’inganno, poiché i preconcetti individuali “influenzavano comunque in parte gli esercizi stessi.” Di conseguenza non era possibile prestare automaticamente fede a tali esperienze. Esisteva però un mezzo di comunicazione sul quale ci si poteva basare fermamente e questo era costituito dalle visioni che Dio aveva dato ai profeti: in queste “ non ci sarebbe stato alcun pericolo, né alcun errore.”

Le fu ancora mostrato i possibili effetti negativi di un ‘”inutile” eccitazione e il serio pericolo di allontanarsi dalla Parola di Dio “per confidare negli esercizi spirituali”. Le fu mostrato che esistevano sì delle esperienze genuine in quelli che erano considerati esercizi carismatici, ma che comunque potevano riserbare dei pericoli nel futuro.

In questa visione è la Parola di Dio che venne magnificata.  Quando il popolo di Dio si fosse trovato in condizioni difficili, Dio lo avrebbe guidato e istruito per mezzo delle visioni.

D05-C-03. Un’esortazione a uno studio rinnovato della Bibbia

L’inquietudine mostrata da alcuni membri sull’orario d’inizio del Sabato e  l’insegnamento reiterato, rivolto loro attraverso il dono profetico, che li indirizzava alla Bibbia, probabilmente portò James White, nel 1855, a insistere perché J.N. Andrews, un giovane pastore residente a Paris, nel Maine, intraprendesse una ricerca attenta delle Scritture per rintracciare nella Parola di Dio degli elementi dimostrativi relativi al momento d’inizio del Sabato.  Durante l’estate, dopo svariate settimane di accurata ricerca nelle Scritture, dimostrò per mezzo di nove testi dell’Antico Testamento e di due del Nuovo che il Sabato aveva inizio all’ora del tramonto.

Le sue conclusioni furono lette al congresso di Battle Creek , del novembre 1855, e dall’evidenza scritturale presentata, i presenti si presero la responsabilità di spostare dalle sei all’ora del tramonto l’orario d’inizio del sabato. Tuttavia la decisione non fu del tutto unanime.  Joseph Bates, il membro più anziano del gruppo dei pionieri e apostolo della verità del Sabato, se ne dissociò non volendo rinunciare alle sue opinioni consolidate.  Ellen White, da parte sua, pensò che, dato che essi avevano osservato il sabato in questo modo per dieci anni, perché avrebbero dovuto cambiare ora ? Ne scaturì allora una frattura.

Tuttavia, alla fine del congresso  a Ellen White fu mostrato in visione che il sabato iniziava al tramonto.  Illuminante è la sua conversazione con l’angelo nel corso della visione:

“ Vidi che le cose stanno proprio così: ‘ Dalla sera all’altra sera celebrerete il vostro sabato.’ L’angelo disse: ‘ Prendi la Parola di Dio, leggila, comprendila e non potrai sbagliare.  Leggila con attenzione e vi troverai che cosa  e quando è la sera.’  Chiesi all’angelo se Dio disapprovasse il fatto che il suo popolo aveva cominciato il sabato in un modo diverso. Io fui guidata a ritroso fino alla prima origine del sabato e seguii il cammino del popolo di Dio fino a oggi, ma non vidi che il Signore fosse dispiaciuto né che avesse espresso disapprovazione nei suoi confronti.  Indagai sul perché le cose fosse andate in modo tale che così tardi noi dovessimo cambiare il tempo d’inizio del sabato.  L’angelo rispose: ‘ Lo comprenderete, ma non ancora, non ancora.’ E aggiunse: ‘ Se la luce viene e quella stessa luce è messa in disparte e rifiutata, allora si manifesta la condanna e la disapprovazione di Dio; ma prima che la luce si mostri, non c’è peccato, perché non c’è alcuna luce che essi possano rigettare.’  Vidi che secondo la convinzione di alcuni il Signore aveva mostrato che il sabato comincia alle sei precise, mentre io avevo semplicemente visto che cominciava a ‘sera’, e molti avevano dedotto che la sera significasse le sei di sera. Vidi che i servitori di Dio devono avvicinarsi gli agli altri, che devono unirsi maggiormente.”  Testimonies,  vol.1, p.116.

Due punti sono di primaria importanza.  Primo: i credenti devono riferirsi alla Parola di Dio per ricevere guida  in ambito dottrinale. Secondo: essi dovevano raggiungere l’unità. Negli anni seguenti James White si servì di questa esperienza  per illustrare il ruolo del dono delle profezia nella chiesa: questo non doveva sopravanzare lo studio della Bibbia, ma svolgeva la sua funzione nel proteggere la chiesa e nel consolidare la verità.  La Bibbia doveva sempre essere ritenuta sovrana e la sua autorità non doveva mai essere subordinata ai sentimenti o a esperienze di tipo estatico.

Non esiste alcuna testimonianza in cui Ellen White sostenga esplicitamente o dia il suo beneplacito a queste esperienze estatiche che si esprimono in lingue ignote, benché lei stessa ne fosse stata testimone in tre o quattro casi.   Era probabilmente rimasta in silenzio mentre osservava con interesse gli sviluppi  della storia del fratello Ralph.  Anche quando costui parlò in lingue non ne fu convinta. Le fu in seguito mostrato che il punto di vista e i sentimenti personali esercitano un influsso considerevole in tali situazioni.

Nel descrivere gli eventi che portarono alla sua presa di posizione in favore dei fondamenti biblici relativamente al problema dell’inizio del sabato, noi abbiamo fatto un salto di cinque anni in avanti rispetto alla visione del 1850, la quale avvertiva dei pericoli  di fare eccessivo affidamento su manifestazioni di tipo estatico. Seguirono altre visioni che rivelavano come uno spirito diverso dallo Spirito Santo poteva influenzare i sentimenti individuali.  In una visione  del 1851 ella tratteggiò l’esperienza  di certe persone che, in modo inconsapevole, erano sotto l’influsso di uno “spirito profano”. Ella dice che  “tale spirito influiva con forza sui sentimenti, e questi, molti di questi sentimenti erano tenuti come sacri, come se fossero stati promossi dallo Spirito Santo.”Lettera 2, 1851.

* James White nella Review del 4 dicembre 1855, affermò: “ Noi non siamo mai stati del tutto soddisfatti della testimonianza presentata in favore dell’orario delle sei… Il soggetto ci aveva tormentato, ma non avevamo mai trovato il tempo di compiere su di esso una ricerca approfondita.”

D05-C-04. Satana agisce in molti modi

Vidi che Satana era all’opera in vari modi tramite suoi intermediari.  Agiva per mezzo di ministri di culto che hanno respinto la verità e sono destinati a cocenti delusioni per il fatto di credere che sia una menzogna che essi possano essere riprovati. Mentre predicano o pregano, alcuni cadono prostrati e inermi, non per la potenza dello Spirito Santo, ma per quella di Satana infusa sui suoi agenti e, tramite loro, sulla gente.”  Early Writings,  pp. 43,44 ( 1849).

Negli anni successivi Ellen White mise in guardia su esperienze estatiche ingannevoli:

“In ogni circostanza e in ogni luogo in cui il Signore è all’opera e dà in dono una benedizione genuina, gli si contrappone anche una contraffazione, allo scopo di annullare l’effetto della vera opera di Dio. Per questo dovremmo essere estremamente attenti e camminare umilmente dinanzi a Dio, perché ci possa essere dato quel collirio spirituale col quale distinguere l’opera dello Spirito di Dio da quella di quello spirito che si traduce in  licenza e fanatismo. ‘Li riconoscerai dai loro frutti’ ( Matteo 7:20). Coloro che veramente contemplano Cristo saranno trasformati a sua immagine, proprio per opera dello Spirito del Signore, e cresceranno fino a raggiungere la completa statura di uomini  e donne in Cristo Gesù. Lo Spirito Santo di Dio ispirerà gli uomini all’amore e alla purezza e tale opera di purificazione si manifesterà loro personalità.”  Selected Messages , libro 1, p. 142.

D05-D-01. Introduzione

Gli incontri personali con false esperienze estatiche esercitò un forte influsso sulla formazione dei nostri progenitori. Il pastore Loughborough fu testimone di un fatto avvenuto durante la prima visita degli White in Michigan nel 1853. Insieme al pastore Loughborough dovevano condurre delle riunioni in quattro o cinque località, come  Tyrone, Jackson, Bedford, Battle  Creek e Vergennes, dove si trovavano dei gruppi di credenti.  In una visione, poco dopo il suo arrivo in Michigan, furono mostrate a Ellen White determinate persone e gruppi che avrebbero incontrato durante il loro itinerario. Quando ebbe trascritto tutto ciò, chiese al fratello Loughborough di farne una copia per lei.  La copia di quel materiale lasciò una profonda impressione  nella mente di Loughborough.  Vi lesse di una donna che esercitava un’influenza considerevole sugli Avventisti osservatori del Sabato presenti nella sua comunità,  ma che era in realtà un impostore e che, quando fosse stata rimproverata, si sarebbe alzata e avrebbe detto: “ Dio conosce il mio cuore.”

Arrivando a Vergennes alcuni giorni dopo, Ellen White riconobbe il luogo come quello dove avrebbe incontrato l’impostrice.  Riconobbe anche i credenti via via che arrivavano sui loro carri per partecipare al culto del sabato mattina. Mostrò a coloro che le stavano vicini che quanti si trovavano sul primo carro non erano in armonia con lei, invece un altro gruppo lo era, e un altro ancora era diviso, e così via.  Mentre James White parlava , una donna dal portamento imponente entrò in compagnia di due uomini. Questi vennero avanti e la donna si sedette vicino alla porta. In breve Ellen White prese il posto del marito sul pulpito.  Fece alcune osservazioni esortando i pastori a fare attenzione per non correre il rischio di rovinare l’opera di Dio.  Disse che Dio non avrebbe mai chiamato una donna a viaggiare per il paese con un uomo diverso dal proprio marito.  Alla fine ( come il Pastore Loughborough riferì) disse:

“Quella donna che si è appena seduta vicino alla porta afferma che Dio l’ha chiamata alla predicazione.  Ella viaggia con questo giovane che si è appena seduto davanti al pulpito, mentre quest’uomo, più anziano, suo marito,  – Dio abbia pietà di lui !- si affatica  a casa per guadagnare le risorse che loro impiegano per compiere la loro iniquità.  Lei fa professione di santità, dice di essere santificata.  Ma, nonostante tutte le sue pretese e i suoi discorsi sulla santità, Dio mi ha mostrato che lei e questo giovane uomo hanno violato il settimo comandamento.’”   Review and Herald,  6 maggio 1884.

Tutti si volsero in direzione della donna chiedendosi cosa avrebbe risposto.   Dopo un minuto circa si alzò, e con uno sguardo pieno di ipocrisia, disse :”Dio conosce il mio cuore.”   Erano le precise parole che, due settimane prima, la visione aveva predetto come sua risposta.

Durante la pausa del pranzo, nella casa dove gli White e il fratello Loughborough erano accolti, la signora White ricevette un’altra visione.  Terminata la visione, ella riferì ulteriori dettagli di quanto il Signore le aveva mostrato sulla donna al centro dell’attenzione:

“Questa donna afferma di parlare in lingue [disse Ellen White ] ma viene ingannata.  Lei non parla la lingua che sostiene di parlare; in realtà non parla alcuna lingua.  Se tutte le nazioni della terra si riunissero per ascoltare il suo discorso, nessuna di loro riconoscerebbe quanto dice, perché lei rpete semplicemente una quantità di borbottii privi di senso.”  Ibid. ,10 Giugno 1884.

Immaginate la sorpresa del pastore Loughborough che, tornando al luogo di riunione, trovò proprio lei che parlava in quella che sosteneva essere la lingua della vicina tribù indiana di nome Garlic.  Diceva che il Signore la inviava come missionaria presso quella popolazione.

Questo è ciò che Loughborough udì: “Kene keni, kene keno, kene kene,” etcetera.   Ibid.

Alla riunione che tenne il giorno dopo, questa donna parlò sul tema della santità, e nel mezzo del suo discorso eruppe di nuovo in una lingua sconosciuta.  Un Indiano che era stato invitato ad ascoltarla parlare nella sua lingua, saltò in piedi, dichiarando:  “ Un Indiano molto cattivo questo ! Un Indiano molto cattivo !”  Quando gli fu chiesto che cosa dicesse quella donna, egli dichiarò: “Nulla.  Lei non parla assolutamente Indiano.”

Alcuni giorni dopo, alla presenza di un interprete indiano che conosceva 17 lingue di quel ceppo, lei parlò e pregò nel suo linguaggio sconclusionato, e costui affermò che non aveva pronunciato una singola parola indiana.

La sua influenza fu passeggera, non solo a motivo di questa esperienza, ma particolarmente per la rivelazione che l’uomo col quale viaggiava e viveva non era suo marito. Col passare del tempo anche questo fu ammesso in una confessione.

D05-D-02. L’esperienza del Wisconsin

La seconda esperienza comprendente false manifestazioni estatiche ebbe luogo nel Wisconsin centrale negli anni 1860  e 1861. Vi furono coinvolti T. M. Steward e sua moglie, credenti della prima ora in quello Stato, in seguito giunti a occupare una  posizione di responsabilità, e una certa famiglia facente capo a  Solomon Wellcome.

La famiglia Wellcome, fra i primi Avventisti del Maine, si era stabilita nel Wisconsin verso la fine degli anni quaranta. Verso la metà degli anni ‘50 due figli accettarono la verità del Sabato e iniziarono a predicare le loro nuove convinzioni.  Presto Solomon Wellcome fece la conoscenza di T.M. Steward.  Fu chiaro fin dall’inizio che Wellcome aveva delle idee sbagliate sulla santificazione:

“ Mi fu mostrato che l’anziano K [Solomon Wellcome] camminava su un terreno pericoloso. Non è in armonia col messaggio del terzo angelo… Si porta dietro una teoria della santificazione di origine metodista e la presenta davanti a tutti attribuendole la massima importanza.  Invece le verità sacre che si applicano al tempo presente sono sottovalutate…. Satana ha preso il controllo della sua mente, tanto che ha fatto un gran danno alla causa della verità nel Wisconsin settentrionale.”  Testimonies, vol.1 , p.335.

Che cosa di preciso comportasse di sbagliato la sua dottrina della santificazione Ellen White non lo rivelò.  Ma c’è un documento storico interessante che descrive gli esercizi spirituali che avvenivano in una chiesa Metodista della zona più o meno in quel periodo:

“Qualcuno inizia a lamentarsi qui , poi là. Esclamazioni varie – Ah, oh,oh- uscivano da molti petti. Poi questi “Ah e Oh” divennero più numerosi e più fragorosi, finché infine ogni stato di silenzio e di ordine parve essersi perduto.  Avrei dovuto possedere almeno trenta occhi e orecchie per poter vedere tutti quei gesti e ascoltare tutti quei gemiti devoti… Una donna si strappò il cappello dalla testa , lo gettò via e si scompigliò i capelli.    Un’altra donna rivolse lo sguardo verso il cielo, si strinse con forza il petto e , come se non vi albergasse che una forte emozione spirituale, pronunciò queste parole: ‘ Vieni, mio Gesù, vieni mio caro Gesù, mio amato,’ ect.  Ora qui , ora là  uno emetteva semplicemente la sillaba ‘iih, iih!’ balzando ogni volta dalla propria sedia come se una vespa l’avesse punto… Uno corse davanti e cadde sul pavimento, mentre parecchi di loro gli danzavano intorno e, come dei posseduti, gridavano: ‘ Lo Spirito lo ha vinto! Ha ricevuto lo Spirito Santo,’ ect.” Wisconsin Magazine of History,  Giugno 1842,pp. 462-465.*

Dopo aver appreso dell’aumento del fanatismo nel Wisconsin, James White lasciò sua moglie a casa, a Battle Creek, col suo nuovo nato John Herbert, per visitare Mauston  e altri gruppi di credenti.  Non fu ben accolto; è significativo il suo resoconto dei timori che nutriva per la chiesa del Wisconsin:

“Pensiamo che sia nostro dovere dire qualcosa della manifestazione di questa opera qui, che alcuni chiamano ‘La Riforma’,  ma che a noi sembra piuttosto una deformazione…  Mentre predicavamo una sorella proruppe in un grido di opposizione, così attendemmo un po’ perché smettesse.  Fu con difficoltà che terminammo il nostro discorso…

“Questa cosiddetta riforma ha pronunciato alcune importanti sentenze.  Si dice che uno o più fra loro possiedono lo spirito di profezia e hanno visto cose estremamente interessanti.  Per esempio tutto il gruppo degli osservatori del Sabato che appoggiano la Review sono stati bollati come segue: ‘ Avvento’,’Babilonia’, ‘Perduti’, ‘Organizzazione’.  Ciò è fin troppo chiaro per richiedere un commento.  Dicono anche  che gli scritti della Sorella White, eccetto il primo opuscolo, erano tutti sbagliati… Noi esprimiamo verso questi cari amici che si trovano nell’errore la nostra compassione e le nostre preghiere.”  Review and Herald , 13 novembre, 1860.

All’inizio Steward e la sua cerchia più stretta furono poco sensibili alle argomentazioni e agli appelli di James White. Ma dopo non molto tempo fu chiaro che quanto era stato attribuito a Dio nasceva invece dal suo grande avversario.   The Review and Herald del 22 gennaio 1861( pag. ? ) conteneva una dichiarazione intitolata “La Confessione di una Delusione”, scritta da T. M. Steward:

“ A tutti i cari santi che si trovano nell’errore:  “ Poiché i miei corrispondenti mi hanno spesso posto la domanda: ‘ Di quale natura è l’opera compiuta a Mauston?’, ora mi piacerebbe esprimermi in proposito.  Inoltre sento che è mio dovere farlo, che sono del tutto pronto a farlo; e la mia preghiera è che il Signore ci salverà da tutti gli inganni che Satana ci propone oggi.

“Voi sapete bene che l’opera era appena cominciata quando il Fratello White si trovava là, e allora naturalmente io non avevo preso una decisione.  Li pregai che mi lasciassero solo perché potessi investigare l’argomento in modo soddisfacente . Avevo delle ragioni per dubitare, ma desideravo sottoporre tutto a un esame accurato. La ragione per cui l’ho difesa non dipendeva dal fatto che ne fossi convinto, ma perché non potevo riscontrare nulla che fosse calpestato nonostante le mie sensazioni.   Così osservavo tutto con grande ansia.  A volte scoprivo degli sbagli, ma mi si rispondeva: ‘ Tutto diverrà chiaro fra poco’ e questo faceva sì che ricercassi delle prove più evidenti.”

Questo documento storico fu reso disponibile da uno dei nostri pastori del Wisconsin, Adriel Chilson.  Se non possiamo identificare con certezza questa particolare esperienza con l’opera di Solomon Wellcome, è vero che c’è una forte evidenza che depone a favore di strette somiglianze.  L’articolo di Adriel Chilson, “ La Falsa Santificazione un secolo fa nel Wisconsin” , sarà pubblicato in un prossimo numero della Review.

D05-D-03. In lotta contro il dubbio

A volte mi veniva di esprimere dei dubbi  e la risposta che mi era data era : ‘Non dubitare’.  Così dovevo lasciar perdere per un po’.  Ma cercavo di ragionarci su e li consigliavo di  esercitare la loro facoltà di giudizio. Poi però mi si mostrava che ero sottoposto a una prova tremenda  e stavo passando attraverso un tentazione. Così, in conclusione, pensai che avrei lasciato che i fatti si sviluppassero da sé”.

Allora Steward mise in discussione alcune delle persone che erano coinvolte in queste esperienze, le visioni che asserivano di avere avuto e quanto tali visioni apparissero in armonia col messaggio: “ Noi  eravamo in possesso, come pensavamo,di molti dei doni dello Spirito, ma io non ero soddisfatto del loro sviluppo.  Poi, nella notte del 2 Gennaio, cominciò a prendere forma un nuovo aspetto, e tutti quelli che erano insieme e erano soggetti al suo influsso persero completamente il controllo di sé (  o cedettero al controllo di un potere invisibile). Le scene che seguirono io non sono in grado di descriverle. Io ero lontano , tenevo delle riunioni a Cascade, essendo partito il giorno prima.

“Le scene descritte cominciarono a casa del fratello Billings, alla presenza di mia moglie, della sorella Kelley, e del fratello e della sorella Billings.  Continuarono fino alla sera del Sabato, quando i presenti giunsero alla convinzione che si trattava di un inganno. E adesso siamo tutti d’accordo nel considerarle opera del nemico. Lo denunciamo apertamente e pienamente. Io continuo a amare la verità del messaggio del terzo angelo e voglio  difenderla davanti al mondo.

Fratelli, guardatevi dagli inganni di questi ultimi giorni!  Questa rapida trattazione vi darà le nostre opinioni sulla natura di quello che accadde.”  Ibid.

 

Quando James White ebbe questo rapporto fu contento che il fanatismo fosse stato sconfitto, o per lo meno così sembrava, e fece seguito alla confessione ora citata con le sue personali osservazioni :

“Ecco le mie osservazioni: non è cosa di poco conto esser preda dei potenti inganni di Satana, specialmente quando delle persone compiono degli esercizi ( spirituali) che controllano il corpo e la mente, scambiandoli per la potenza dello Spirito Santo.  Costoro perdono il loro equilibrio; perdono la loro capacità di giudizio delle realtà spirituali e raramente riescono a recuperarla.  Durante gli ultimi quindici anni abbiamo osservato la condotta di tali persone e in nessun caso li abbiamo visti perseguire una giusta strada in modo da esercitare una buona influenza. A meno che non abbiano scelto di occupare una posizione umile all’interno della chiesa, contando più sul giudizio di coloro che hanno avuto una buona esperienza che sul loro proprio.

“Dio non abbandona il suo popolo al potere ingannevole di Satana senza un motivo. C’è un perché. La causa dovrebbe essere ricercata con i più profondi sentimenti di umiltà, affinché non segua un altro inganno peggiore del primo. Il grande obiettivo di Satana per mezzo dell’inganno compiuto nel Wisconsin è stato senza dubbio quello di screditare e sottoporre al dubbio il soggetto dell’eternità dei doni spirituali.  Un estremo è in genere seguito da un altro.  E così noi rimarremo  fortemente dispiaciuti [ sorpresi] se non potremo identificare quelli che sono stati soggetti allo spirito dell’errore e del fanatismo, i quali arrivano poi ad abbandonare del tutto il soggetto dei doni spirituali. E questo errore sarebbe più fatale del primo.”  Ibid.

 

Benché il fanatismo venisse meno, la chiesa ne soffrì  per molti anni.  I fratelli Steward, ai quali occorse del tempo per riprendersi, alla fine tornarono a essere degli operai degni di piena fiducia. La loro figlia Mary lavorò per molti anni alla Review and Herald come correttrice di bozze e fu per diversi anni una delle segretarie della Signora White.

D05-E-01. Il caso Ralph Mackin

La terza esperienza di quei primi anni della storia avventista e  anche una  fra quelle che Ellen White commentò con notevole ampiezza , avvenne a Portland (Maine) negli anni 1864 e 1865.

Pare che Portland, il luogo dove Ellen White ricevette la prima visione, diventasse un bersaglio speciale per il nemico. Per molti anni l’opera era stata indebolita da situazioni di fanatismo. Una di queste ebbe al centro un tal S.C. Hancock, il quale era un osservatore del Sabato, ma profondamente coinvolto in esperienze estatiche, in particolare quella del dono delle lingue.  La  Review and Herald  del 14  marzo 1865, riporta una breve nota della Signora D.A. Parker di Portland ( Maine ) nella quale descrive la propria esperienza.  Questa risale al 1854 e a un movimento che cercava di stabilire la data della fine dei tempi .  Fu allora che sentì parlare della dottrina dell’Avvento e, a quanto disse, “ con gioia abbracciò l’opinione che Gesù  sarebbe tornato nell’autunno del 1854.”

Tuttavia tale movimento si rivelò inaffidabile e falso.  Così la Signora Parker racconta la storia:

“Proprio in quel periodo sorse un gruppo che rivendicava di avere la vera luce sui testi che parlano dell’atto di  ‘alzarsi e preparare la propria lampada’, dell’ ‘ultima pioggia’, e dei ‘ doni che devono essere ripristinati all’interno della Chiesa’.   Io investigai le Scritture e trovai che i doni erano effettivamente promessi alla chiesa, così, fiduciosa che noi rappresentassimo il popolo di Dio, mi legai strettamente a quel movimento , ricevendo nell’arco di un breve periodo quello che allora ritenni come il ‘dono delle lingue’.  Ho continuato in questa direzione fino a  circa sei mesi fa, quando il mio spirito fu turbato dal pensiero sulla sua effettiva autenticità, perché alcuni fatti a volte mi sembravano molto strani.  Udii esprimere delle idee, per mezzo delle ‘lingue’,nelle quali non credevo e, dopo averne osservato i frutti, mi sentii ancora più scossa nelle mie convinzioni. Circa tre mesi dopo, al nostro congresso di Portland, arrivai fino al punto di essere completamente disgustata per la nostra posizione.

Specificherò la natura di alcuni esercizi spirituali: parlare in lingue, danzare nello Spirito e nuotare nello Spirito.   Col parlare in lingue mi trovavo in piena sintonia, non ugualmente col danzare e col nuotare, esercizi caratteristici dell’anziano Hancock.  Potrei dire di più, ma questo può bastare.  Ora posso dire che i miei occhi sono stati aperti per discernere gli inganni con i quali avevo in parte simpatizzato dal ’54; infatti io condividevo le stesse opinioni e lo stesso spirito di coloro con i quali mi ero affiliata.” Pagg. 116,117.

A questo punto, poste queste premesse, ci volgeremo a  Testimonies for the Church, volume 1, per ascoltare direttamente il commento di Ellen White su questa esperienza di Portland, nel Maine:

“Alcune di queste persone praticano esercizi che chiamano doni e dicono che è il Signore ad averli posti nella chiesa.  Si tratta di un borbottio senza senso che definiscono come lingua sconosciuta,  che è tale non solo per l’uomo, ma anche per Dio e tutto il cielo.  Tali doni sono inventati da uomini e donne, con l’aiuto del grande ingannatore.  Fanatismo, falso entusiasmo,falso parlare in lingue e esercizi rumorosi sono stati presi per doni che Dio ha posto nella chiesa.  Alcuni sono caduti nell’inganno e i frutti di tutto questo non sono stati buoni. ‘Voi li riconoscerete dai loro frutti.’

“Fanatismo e rumore sono stati considerati prove speciali della fede.  Alcuni non si sentono soddisfatti di una riunione se non provano qualcosa di potente e di piacevole. Essi si danno da fare per questo e ne ottengono una forma di eccitazione emotiva. Ma l’influsso di riunioni siffatte non porta giovamento.  Quando il volo felice delle emozioni se ne è andato, essi sprofondano più in basso di prima, perché la loro felicità non viene dalla giusta sorgente.  Gli incontri più proficui per il progresso spirituale sono quelli caratterizzati dalla solennità e da un profondo esame del cuore;   quando ciascuno cerca di conoscere se stesso, e intensamente, ma con profonda umiltà, di imparare da Cristo….

“Secondo la luce che il Signore mi ha dato, ancora un vasto numero di persone sarà suscitato nell’Est per obbedire alla verità in modo coerente. Quelli che seguono invece il folle corso che hanno scelto saranno abbandonati a quegli errori  che alla fine determineranno la loro rovina; ma costituiranno temporaneamente una pietra d’inciampo per quanti vorrebbero ricevere la verità.

I  ministri di culto che si affaticano con la parola e la dottrina dovrebbero essere operai accurati  e presentare la verità nella sua purezza, sebbene con semplicità. Dovrebbero nutrire il gregge con alimenti sani, completamente controllati.

Ci sono stelle vaganti che professano di essere ministri inviati da Dio, che predicano il Sabato di luogo in luogo,ma che  presentano la verità insieme con l’errore e buttano là una massa di giudizi discordanti per il popolo di Dio.  Satana li ha introdotti per disgustare dei non credenti intelligenti e saggi.  Alcuni di loro hanno molto da dire sui doni e cedono spesso e specialmente agli esercizi spirituali.  Si lasciano andare a sensazioni disordinate, fatte di impressioni, ed emettono suoni inintelligibili che definiscono come il dono delle lingue, e un gruppo cede al fascino di queste strane manifestazioni.   In loro domina uno strano spirito che vorrebbe travolgere e schiacciare chiunque volesse rimproverarli.

Lo Spirito di Dio non risiede in quest’ opera e non accompagna tali operai. Essi possiedono uno spirito diverso.  E ugualmente tali predicatori hanno successo con una determinata classe di persone.  Ma questo accrescerà grandemente la fatica di quei servitori che Dio invierà, di coloro che sono qualificati per presentare davanti al popolo di Dio il Sabato e i doni nella loro giusta luce, e l’  influenza e l’esempio dei quali sono degni di essere imitati.” Pagg. 412-414 ( il corsivo è stato aggiunto dal redattore .)

Così prosegue il commento di Ellen White:

“ Alcuni gioiscono ed esultano per il possesso dei doni, che altri non hanno. Che Dio possa liberare il suo popolo da tali doni.”  Ibid.,  pagg. 418,419.

Si pone anche la domanda: le persone coinvolte nell’esercizio di questi doni sono “ condotte all’unità della fede?  E convincono il non credente che Dio è con loro veramente?”

Un’altra osservazione è particolarmente significativa:

“Quando queste persone che discordano fra loro, sostenendo opinioni diverse, vengono a trovarsi insieme e  si produce un’eccitazione notevole insieme al fenomeno della glossolalia, essi fanno risplendere la loro luce in modo tale che i non credenti sono portati a dire: -Questa gente non è sana di mente.  Sono trasportati da una falsa eccitazione e noi sappiamo che non hanno la verità. Costoro si trovano chiaramente nella via dei peccatori; il loro influsso ha l’effetto di impedire che altri accettino il Sabato. Ma saranno retribuiti in ragione delle loro opere. Vorrei proprio o che si correggessero oppure che abbandonassero la verità del Sabato ! Allora non prenderebbero la strada dei miscredenti.”  Ibid.,  pag.419.

Grazie a questo deciso consiglio di Ellen White, basato sulle visioni datele da Dio, gli elementi fanatici presenti in seno agli osservanti del Sabato furono presto messi a tacere.  Nessuna meraviglia quindi che , quando, in anni successivi, lei stessa venne a diretto contatto con esperienze estatiche, ci si avvicinasse con prudenza e cautela, indagando per far risaltare la vera natura di quanti vi erano coinvolti.

D05-E-02. Il caso di Ralph Mackin

Parleremo ora del comportamento di Ellen White, nell’anno 1908, quando il Signore e la Signora Mackin la consultarono per sapere se l’esperienza di glossolalia e di canto nello Spirito da loro iniziata fosse di origine divina. Fu in relazione a questo che Ralph Mackin chiese con insistenza una risposta  da parte di Ellen White sulla questione dell’opportunità di ricercare o di attendersi qualche forma di manifestazione fisica in connessione con l’opera dell’effusione dello Spirito di Dio. Citiamo di seguito la sua domanda e la sua dichiarazione insieme con la replica di Ellen White:

R. Mackin: “In relazione al ricevere la potenza dall’alto sorge una domanda, mi pare, altrettanto pertinente oggi che ai giorni degli apostoli: – Quale prova possiamo averne? Nel caso che la riceviamo, non dovrebbe avere su di noi lo stesso effetto fisiologico che ebbe nel passato? Possiamo effettivamente aspettarci di parlare come lo Spirito ci suggerisce.”

Ellen G. White: “In futuro avremo delle prove speciali dell’influsso dello Spirito di Dio, specialmente in quei periodi nei quali i nostri nemici saranno più forti contro di noi.  Verrà il tempo quando vedremo avvenire dei fatti strani, ma esattamente in che modo – se simili ad alcune delle esperienze dei discepoli dopo la discesa dello Spirito seguente l’ascensione di Cristo-  non sono in grado di dirlo.” Manuscript 115, 1908 pubblicato sulla Review and Herald, 17 agosto,1972.

Ma poco tempo dopo le fu mostrato in visione che l’esperienza di Mackin era falsa.

E’ interessante osservare come Ellen White, anche dopo le ripetute visioni  datele nel corso degli anni e il confronto con moltissime esperienze , si sentisse incapace di dichiarare in modo inequivocabile che ci sarebbe stata un’esperienza di tipo estatico, come il parlare in lingue sconosciute, in connessione con l’effusione dello Spirito di Dio.  Infatti, in nessun momento collegò le prove dell’effusione dello Spirito ( talvolta denominata “battesimo dello Spirito”) con le esperienze di tipo estatico.  Insegnò che l’esperienza della Pentecoste  abilitò i discepoli a parlare in modo fluente delle lingue sconosciute.  Lo stesso può dirsi dell’esperienza di Efeso ricordata in Atti 19:6.

D05-F-01. Introduzione

Quando Cristo inviò i suoi discepoli “ a predicare il regno di Dio e a guarire gli infermi” ( Luca 9:2), comunicò loro la certezza che i suo nome avrebbero cacciato i demoni, parlato nuove lingue, imposto le mani sugli ammalati che sarebbero stati sanati ( vedi Marco 16:17,18).

Le fonti documentarie dell’Avventismo delle origini si riferirono spesso a miracoli di guarigione. Alcuni casi avvenuti nella chiesa di oggi mostrano che il dono di guarigione è ancora tra noi.

Quando riandiamo alle testimonianze originarie dobbiamo aver ben chiaro che alla metà del XIX secolo regnava una grande ignoranza  sulla causa e la cura della malattia.  Il concetto di germi era sconosciuto.  Si pensava che l’aria notturna  fosse velenosa.  Si prescrivevano senza restrizioni dei farmaci dannosi e che comportavano il pagamento di un grande pedaggio di morte. Se qualcuno aveva la febbre, probabilmente il medico gli avrebbe tolto un mezzo litro o un quarto di sangue dalle vene e lo avrebbe fatto scorrere nel tubo di drenaggio, perché la febbre indicava con grande probabilità che il paziente aveva un eccesso di sangue.  Gli anestetici non erano noti. La chirurgia era praticata nel modo più grossolano e , quando era pesante, provocava generalmente la morte.  Quando un’epidemia percorreva il paese la popolazione ne era decimata. Così quasi ogni malattia era un’occasione di terrore.  Quando la malattia progrediva si diceva spesso che il paziente era “ destinato alla tomba.”

Quanto appariva preziosa allora la promessa di Giacomo 5 che richiedeva l’unzione con olio e la preghiera per la guarigione, affermando che “ la preghiera della fede salverà il malato, e il Signore lo ristabilirà” ( versetto 15)!

Dei documenti della fine degli anni ’40 abbondano di narrazioni sulla risposta di Dio a preghiere espresse in stato di disperazione, di sofferenza, di malattia relativamente a quel periodo.

Per esempio, quel giorno di primavera  quando un gruppo di credenti si riunirono a Topsham , nel Maine, nella casa di Stockbridge Howland.   Sua figlia, Frances, in una stanza del piano superiore, sofferente di febbri reumatiche, era sotto la cura di un medico. Le sue mani era così gonfie che non se ne potevano distinguere le articolazioni.  Ellen White riferì quel che segue:

“ Mentre sedevamo insieme e parlavamo del suo caso, fu chiesto al fratello Howland se avesse fede che sua figlia potesse essere guarita in risposta alla preghiera. Rispose che cercava di crederci e, attualmente, dichiarò che credeva che fosse possibile.  Ci inginocchiammo tutti per una preghiera fervente a Dio per lei…  Uno dei fratelli presenti esclamò: ‘ C’è qui una sorella che abbia la fede per andare a prenderla per mano e ordinarle di alzarsi nel nome del Signore?’ Prima che avesse finito di parlare la sorella Curtis si era già avviata su per le scale.  Entrò in quella stanza di malattia con lo Spirito del Signore su di lei e , prendendo l’invalida per mano, disse: ‘Sorella Frances, nel nome del Signore alzati, e sii di nuovo sana.’ Una nuova vita scorse nelle vene della ragazza ammalata, una santa fede si impadronì di lei,  e ubbidendo al suo impulso si sollevò dal letto, si alzò in piedi e camminò per la stanza, lodando Dio per il suo ristabilimento.”  Life Sketches,  p.74.

Frances si vestì e scese dove si trovava il gruppo, “ l’espressione del viso si illuminò di una gioia e di una gratitudine indicibili. Il giorno dopo camminò per tre miglia con un tempo piovoso, non ne subì alcun danno, e continuò a migliorare.”

Nella stessa testimonianza Ellen White parlò di William Hyde, gravemente affetto da dissenteria.  Scrisse così:  “ I suoi sintomi erano allarmanti e il medico aveva definito il suo caso quasi senza speranza.” Ibid. p.75.  Poco dopo degli uomini di fede si unirono introno al suo letto implorando Dio per la sua guarigione.  Ellen White continua in questo modo:

“ Ho conosciuto di rado una volontà così intensa di rivendicare le promesse di Dio.  La salvezza che viene dallo Spirito Santo si rivelò e una potenza dall’alto riposò sul nostro fratello malato e su tutti i presenti. Il fratello Hyde si vestì immediatamente e camminò furi della stanza , lodando Dio, e con la luce del cielo che brillava sul suo volto.”  Ibid, p.76.

Si unì con la famiglia per il pranzo, mangiò con appetito, e Ellen White riferì che “il suo ricupero fu completo e stabile.”

Nel 1848 Ellen White raccontò la guarigione della sorella Penfield, avvenuta proprio dopo la prima delle riunioni sul Sabato a Rocky Hill, nel Connecticut:

“Il mercoledì scorso, più o meno alle sei del pomeriggio, arrivò da Portland-località distante 11 miglia da qui-  un fratello  che chiedeva che andassimo con lui e pregassimo per sua moglie, perché lei era viva appena. Tutto qui.  Era stata presa dal male in modo così forte che avevano chiamato il medico. Questi aveva cercato di aiutarla,ma non aveva potuto apportarle alcun beneficio e aveva detto che doveva morire. Un altro medico era stato consultato e aveva detto di non potere  far nulla. Eppure si trattava del dottore più rinomato di Middletown.

“La sorella Penfield  aveva detto al marito di mettersi alla ricerca del popolo di Dio e lui era venuto a  chiamarci. Uscire fu un po’ come una prova per me: il tempo era piovoso ed ero stata molto debole per tutto il giorno, ma decisi di andare in conclusione. Anche James ebbe lo stesso sentimento. E infine anche il fratello e la sorella Ralph andarono ubbidendo alla sua richiesta. Pregammo per lei alle dieci della sera e lo Spirito cominciò ad agire. Era passata per un’agonia intensa,  ma la ungemmo con olio nel nome del Signore e poi le nostre ferventi implorazioni si levarono a Dio chiedendogli di esprimere il suo potere di guarigione.

Dio iniziò ad agire, il dolore cessò, ma quella notte non conseguimmo la vittoria completa che desideravamo. Ma la donna riposò bene e non sentiva più dolore. La mattina ci riunimmo ancora in preghiera per lei.  La potenza dello Spirito discese come un vento forte e impetuoso; la sua stanza fu riempita della gloria di Dio e io fui come risucchiata da questa gloria e rapita in visione.  Vidi la disponibilità di Dio a guarire coloro che erano afflitti dal dolore….

L’opera della guarigione fu portata a termine. La donna si rafforzò nel corpo e nella mente… La sorella Penfield è forte ora.  Sia lodato il Signore.”  Lettera 1,  1848.

D05-F-02. Preghiera per il miracolo della guarigione

Questi esempi particolari ( ma ce ne sono molti di più )illustrano lo stretto legame che i primi credenti avventisti vedevano tra la guarigione fisica e l’effusione dello Spirito Santo.  L’opportunità di chiedere a Dio di compiere un miracolo per guarire l’ammalato era stata difesa in molti messaggi di Ellen White.  Nel 1890 lei diede questo consiglio:

“Quanto alla preghiera per il malato, si tratta di una questione troppo importante per essere trattata con noncuranza. Credo che dovremmo portare tutto al Signore e fargli conoscere tutte le nostre debolezze, specificare ogni nostra perplessità….Se il nostro corpo è in condizioni di infermità, è certamente appropriato aver fiducia nel Signore, elevando a Dio le nostre suppliche per il nostro caso personale; e se ci sentiamo portati a chiedere ad altri, dei quali abbiamo fiducia, di unirsi a noi per rivolgerci in preghiera a Gesù che è il Potente Guaritore, l’aiuto certo verrà , se chiediamo con fede. Credo che noi siamo assolutamente troppo sfiduciati, troppo freddi, troppo tiepidi.

“La mia comprensione è che il testo di Giacomo deve essere applicato quando una persona giace ammalata nel suo letto, nel caso in cui lui stesso chiami gli anziani della chiesa, così che essi eseguano le indicazioni  di Giacomo, ungendo cioè il malato con olio nel nome del Signore e pronunciano per lui la preghiera della fede.  Noi leggiamo infatti : ‘La preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà; e se ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati.’…

“Oh, quanto dovremmo essere grati a Gesù che vuole e può portare tutte le nostre infermità e fortificarci, guarendoci da tutte le nostre malattie, se questo è per il nostro bene e per la sua gloria.

Alcuni morirono ai giorni di Cristo e degli apostoli perché il Signore sapeva esattamente quel che era meglio per loro.” Medical Ministry,  pp.16,17.

E nel suo apprezzato libro  Sulle orme del gran Medico(in  originale: The Ministry of Healing),  Ellen White dedica un capitolo intero  alla “ Preghiera per il malato “, nel quale in modo incoraggiante dice:

“Egli li liberò dalle tribolazioni. Mandò la sua parola, li guarì, e li salvò dalla morte” ( Salmo 107:19,20)

“Anche oggi Dio desidera restituire la salute al malato,così come lo desiderava all’epoca del salmista guidato dallo Spirito Santo. Il Cristo ancora oggi esercita la compassione dimostrata durante il suo ministero terreno. Da lui si può ottenere il rimedio per ogni malattia, la forza rivitalizzante per ogni infermità.” ( pp. 123,124; ed. originale p.226)

Il suo chiaro consiglio  includeva la preparazione richiesta alla persona malata e a quanti dovevano pregare per lei, l’importanza di pregare in armonia con la volontà divina, e la saggezza di usare i migliori agenti di cura disponibili. Farvi ricorso  non avrebbe implicato alcun rifiuto della fede.

Siamo stati esortati a non dipendere interamente da guarigioni miracolose in caso di malattia.  Dobbiamo prima fare tutto ciò che dipende da noi; studiare la natura della malattia, trovarne la causa, e affrontarla con intelligenza  impiegando tutti i mezzi a disposizione. Se Dio guarisse ogni malattia quando gli viene richiesto, questo porterebbe alla presunzione: pochissimi allora cambierebbero lo stile di vita che aveva provocato la malattia.  Per questo abbiamo sentito la necessità di costituire nel nostro ambito delle istituzioni sanitarie dove le persone non solo recuperino la salute grazie a cure appropriate, ma imparino anche come prevenire la malattia.

D05-F-03. Guarigioni ingannevoli

Tuttavia, come altre speciali benedizioni, divenute realtà per opera dello Spirito, erano state contraffatte, così è stato anche per le guarigioni miracolose.  Ellen White dà questo avvertimento:

“ Che nessuno accarezzi l’idea che particolari azioni provvidenziali o manifestazioni miracolose debbano costituire la prova della genuinità delle loro opere o delle idee che sostengono…

Satana agirà nel modo più sottile per far accettare invenzioni solo umane grazie a delle vesti angeliche.  Ma la luce della Parola risplende nell’oscurità morale; e la Bibbia non sarà mai soppiantata da delle manifestazioni miracolose.  La verità deve essere studiata, deve essere cercata come un tesoro nascosto.  Non saranno concesse illuminazioni meravigliose staccate dalla Parola, o tali da prenderne il posto. Aggrappatevi alla Parola, ricevete la Parola che è stata seminata in voi e che vi renderà saggi fino a giungere alla salvezza…

“Cose eccezionali, meravigliose vi saranno descritte e presentate. Per mezzo di inganni satanici, miracoli eccezionali, le pretese di agenti puramente umani saranno sollecitate.  Guardatevi da tutte queste cose.

“Cristo ci ha avvertiti in modo che nessuno debba accettare la falsità al posto della verità.  Il solo canale attraverso cui lo Spirito agisce è la verità… La nostra fede e la nostra speranza si fondano non sulle emozioni , ma su Dio.” Selected Messages , libro 2, pp.48,49.

Ella spiegò anche perché non possiamo fare affidamento sui miracoli oggi, sebbene Cristo spesso operasse per mezzo dei miracoli:

Cristo agì in questo modo: predicò la Parola, e  allevò le sofferenze con atti miracolosi di guarigione. Ma mi è stato insegnato che noi non possiamo agire ora nello stesso modo, perché Satana mostrerà la sua potenza compiendo miracoli. I servitori di Dio oggi non possono operare per mezzo dei miracoli, perché saranno compiute false guarigioni, con la pretesa di essere divine.

 

“E’ per questa ragione che il Signore ha tracciato una strada percorrendo la quale il suo popolo deve compiere un’opera di guarigione fisica, in combinazione con l’insegnamento della Parola.

Devono essere costituiti dei Sanatori e in connessione con tali istituzioni degli operai devono portare a termine una genuina opera medico-missionaria. Così un influsso protettivo circonda quelli che si recano ai sanatori per essere curati.” Ibid. , p.54. ( il corsivo è redazionale).

Molti avvertimenti simili a questi sono risuonati:

L’uomo che avrà considerato le azioni miracolose come prova della sua fede, scoprirà che Satana può, con una serie di inganni, compiere prodigi che sembreranno veri  miracoli …

“ Non facciamo passare i giorni perdendo preziose opportunità di ricercare il Signore con tutto il nostro cuore, la nostra mente, la nostra anima. Se non accettiamo la verità nell’amore, potremmo essere fra i molti che vedranno i miracoli compiuti da Satana in questi ultimi giorni, e vi crederanno.  Molte cose strane, che dovrebbero essere considerate inganni architettati dal padre della menzogna, appariranno come miracoli meravigliosi…  Degli uomini sottomessi a spiriti maligni compiranno dei miracoli: faranno ammalare le persone gettando su di esse il loro incantesimo, poi toglieranno l’incantesimo, portando gli altri alla conclusione che quelli che erano malati sono stati guariti miracolosamente.  Così Satana ha fatto ripetutamente.”  Ibid., pp.52,53. ( Il corsivo è redazionale).

D05-F-04. L’inganno non è inevitabile

Ma nessuno deve cadere in inganno. Noi abbiamo queste parole rassicuranti che esprimono l’idea che, se gli inganni e le tentazioni saranno forti, quelli che si aggrapperanno alla Parola di Dio saranno salvi:

“ La voce di un estraneo è la voce di qualcuno che né rispetta la santa, giusta e buona legge di Dio, né le ubbidisce.  Molti avanzano grandi pretese di santità e si vantano dei prodigi che compiono guarendo i malati, mentre non prestano attenzione a questo grande modello di giustizia.  Ma tali guarigioni da quale potere provengono?  Gli occhi degli uni e degli altri sono aperti alle loro trasgressioni della legge? E prendono le loro posizioni come figli umili e ubbidienti, pronti a ubbidire a tutte le esigenze divine? Giovanni rende questa testimonianza ai sedicenti figli di Dio: ‘Chi dice: Io l’ho conosciuto e non osserva i suoi comandamenti è bugiardo, e la verità non è in lui’ ( 1 Giovanni 2:4).

“ Nessuno deve essere ingannato. La legge di Dio è sacra come il suo trono, e ogni uomo che viene al mondo deve essere giudicato in base a questa….  Se quelli per  cui mezzo le guarigioni sono compiute, sono disposti , in ragione di tali manifestazioni, a scusare la loro negligenza della legge di Dio, e a perseverare nella disubbidienza, anche se manifestano in ogni senso di possedere un potere, non ne consegue che posseggano il grande potere divino. Al contrario, si tratta del potere di fare miracoli che appartiene al grande ingannatore. Egli è un trasgressore della legge morale e usa ogni mezzo al quale può fare appello per accecare gli uomini sul suo vero carattere. Noi siamo stati avvertiti che negli ultimi giorni egli opererà con grandi segni e prodigi menzogneri e continuerà a compierli fino al termine del giudizio, in modo da poterli presentare come prova della sua identità di angelo di luce e non di tenebre.

“Fratelli, noi dobbiamo guardarci dalla presunta santità che consente la trasgressione della legge di Dio. Quelli che calpestano la legge di Dio e giudicano se stessi in base al modello dei progetti da loro concepiti non possono essere santificati.”  Ibid. pp. 50,51.

Questo argomento poteva esserci presentato in modo più chiaro di così?  E quanto è ancora attuale il consiglio che ci è dato! Quale sicurezza per il popolo di Dio!

D05-G-01. Introduzione

Ellen White ha legato strettamente i suoi 70 anni di ministero svolti al servizio della Chiesa Avventista e del mondo  all’opera dello Spirito Santo: un legame così stretto da manifestarsi in ben 2.000 visioni per opera dello Spirito. Per esempio, lei stessa poté dichiarare quanto segue:

“Mentre pregavo all’altare di famiglia, lo Spirito santo cadde su di me.”  Early Writings , p.14; e mezzo secolo dopo, “ Lo Spirito Santo è l’autore delle Scritture e dello Spirito di Profezia.” Lettera 92, 1900 ( Notes and Papers, pag. 94a).

Parlò ripetutamente dell’essere abbondantemente permeata dello Spirito, ma non c’è alcun documento che affermi che abbia mai parlato in una lingua sconosciuta, o in alcuna altra lingua che non fosse l’Inglese.  In un articolo precedente, nel quale abbiamo esaminato quattro esperienze  tramandateci,   facenti parte della storia originaria della chiesa, e nelle quali avvengono esperienze di glossolalia, non abbiamo trovato nessuna parola di raccomandazione da parte di Ellen White, ma non abbiamo neppure alcuna conoscenza del fatto che lei le avesse rifiutate.

In relazione all’esperienza di certi osservatori del Sabato di Portland ( Maine ), i quali esercitavano quello che chiamavano il “ dono delle lingue,” Ellen White caratterizzò le loro espressioni come “ borbottii senza senso… ignoti non solo agli uomini, ma al Signore e a tutto il cielo,”  e come falsa glossolalia ( vedi Testimonies, vol. 1, p. 412 ).  Scrisse di certi osservatori del Sabato che apparivano come incantati, dal momento che cedevano “a sensazioni incontrollate e impressionabili, e emettevano suoni inintelleggibili che chiamavano il dono delle lingue.”  Sempre al proposito aggiunse:

“ Impressioni e sensazioni non sono una prova certa della guida del Signore. Satana, se non sospettato, produrrà proprio sensazioni e impressioni.”Ibid. ,p.413.

Contemporaneamente Ellen White fece, nel corso degli anni, una ventina di riferimenti al bisogno dello Spirito Santo, del battesimo dello Spirito, e di esperienze nelle quali lo Spirito si riversasse sui fedeli.   The Comprehensive Index to the Writings of Ellen White  riporta  31 riferimenti specifici al battesimo dello Spirito Santo e non c’è un solo esempio in cui si stabilisca un legame tra il parlare estatico in lingue e il battesimo dello Spirito, sia in senso storico che profetico.  Nelle dichiarazioni riportate nelle 29 pagine dell’ Index  dedicate esclusivamente allo Spirito Santo,  l’autrice non fa un solo riferimento al fatto che le esperienze estatiche siano un segno che Dio ha concesso il suo Spirito al suo popolo.

La prova del vero battesimo dello Spirito, ha spesso detto, si dovrebbe manifestare in una rinnovata unità tra i credenti, in una nuova motivazione e in un potenziamento dell’opera di diffusione del messaggio evangelico.

D05-G-02. Il miracolo dello Spirito a Battle Creek

A proposito di un fatto avvenuto nel 1893 al College di Battle Creek , dove si verificò una particolare effusione dello Spirito di Dio, Ellen White scrisse dall’Australia:

“ Mi rallegrai quando seppi che lo Spirito Santo si era riversato sul nostro popolo in America, infatti ho sempre atteso con ansia che in America si verificassero nuovi eventi, simili a quelli che accaddero dopo la discesa dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste.  Ho pensato che si sarebbero visti risultati simili , che lo spirito missionario di Dio sarebbe arso nel cuore di tutti coloro sui quali lo Spirito di Dio era evidentemente all’opera.” Lettera B-9a, 1893.

Ellen White indica con chiarezza i risultati prodotti dal battesimo dello Spirito Santo. Si prenda nota di quanto scrisse  nel 1887:

“Col battesimo dello Spirito di Gesù si produrrà  un amore, un’armonia,  una mansuetudine, un superamento dell’egoismo in Gesù tali che la sapienza di Cristo sarà nostra, la nostra comprensione sarà illuminata; ciò che appare oscuro sarà rischiarato. Le nostre facoltà saranno aumentate e santificate.   Egli può guidare chi è adatto per la traslazione in cielo verso vette più alte di conoscenza e verso una comprensione più ampia della verità.

La ragione per cui il Signore può fare così poco per quelli che si occupano di verità importanti è il fatto che tanti tengono queste verità staccate dalla propria vita. Essi le professano nell’iniquità. Le loro mani non sono pure, i loro cuori sono macchiati dal peccato e, se il Signore operasse in loro favore con una potenza del suo Spirito pari alla grandezza della verità che ha dischiuso alla possibilità di comprensione, sarebbe come se  approvasse il peccato.” Counsels to Writers and Editors,  p. 81.

Delle belle affermazioni compaiono nelle Testimonianze:

“Imprimete nella mente di tutti la necessità del battesimo dello Spirito Santo, e della santificazione dei membri della chiesa cosicché possano essere alberi viventi piantati dal Signore, che crescono e portano frutto .” Volume 6,p.86.

“ Dio desidera ristorare il suo popolo col dono dello Spirito Santo, battezzandoli di nuovo nel suo amore. Non è bene che ci sia scarsità dello Spirito nella chiesa.  Dopo l’ascensione di Cristo lo Spirito Santo scese sui credenti che attendevano intenti nella preghiera con una pienezza e una forza tali da raggiungere ogni cuore.  Nel futuro la terra deve essere illuminata dalla gloria di Dio  L’influsso santificante di coloro che sono santificati dalla verità  si estenderà al mondo intero. La terra sarà circondata dall’atmosfera della grazia.  Lo Spirito Santo agirà sui cuori portando le cose di Dio e insegnandole agli uomini.” Volume 9, p.40.

Ellen White così descrive gli effetti del battesimo dello Spirito:

“Il battesimo dello Spirito Santo disperderà le fantasticherie umane, abbatterà le barriere personali, e farà cessare quel sentimento che mi porta a dire :-Io sono più santo di te.  Tutti avranno uno spirito di umiltà, maggior fede e amore; l’io non sarà esaltato… Lo spirito di Cristo, il suo esempio, sarà visibile nel suo popolo. Noi seguiremo più da vicino le vie e le opere di Gesù…. L’amore di Gesù pervaderà i nostri cuori.”  That I May Know Him,  p. 114.

D05-G-03. Chiare prove del battesimo (dello Spirito)

Raccontando quanto avvenuto in un congresso del 1875 Ellen White disse:

“ Il nostro congresso, dal suo inizio ad oggi, è stato estremamente solenne e lo Spirito del Signoresi è manifestato nel modo più chiaro negli incontri comunitari e nelle predicazioni…

“Ho applicato in modo concreto queste parole ( Luca 19:41-42) al popolo di Dio.  La potenza solenne di Dio è stata su di me e su quelli che mi ascoltavano.  Gli occhi pieni di lacrime e gli sguardi più sinceri rivelavano l’intimità dei sentimenti.” Lettera B-16,1875.                                                                          

E su un altro congresso avvenuto nel 1889 scrisse:

“ Venerdì è stato un giorno ricco di benedizioni… Tutto si è svolto senza eccitazione o manifestazioni stravaganti.  Il lievito della giustizia di Cristo è entrato a far parte dell’eseprienza e ha corroborato l’anima. Oh, che esso possa continuare ad agire  con la sua forza misteriosa finché la sua influenza si diffonda e vivifichi le anime tiepide con le quali entra in contatto.

“In modo dolce e silenzioso il potere dello Spirito divino è all’opera e risveglia i sensi offuscati , accendendo l’anima e  suscitando la sua sensibilità, fino al punto in cui ciascun membro di chiesa divenga veramente la luce del mondo.”   Lettera 85,1889.

Durante la sua permanenza in Australia Ellen White alluse a una speciale effusione dello Spirito di Dio avvenuta agli albori nella South Lancaster Academy:

“ Un posto dove lavoravamo in America [ South Lancaster, Massachussets ], e c’era ogni sorta di gioventù nel nostro istituto,….si convertirono ascoltando la semplice storia della croce, all’appello a venire a Gesù così come essi erano . Fu un’esperienza tale…

“A volte sembrava che all’inizio della riunione la gloria di Dio fosse sul punto di riversarsi su di noi, ma non si manifestava solo su alcuni, anzi allora, come un’onda di marea, attraversava tutta la congregazione portando un tempo di gioia.

Non ci furono dimostrazioni di disordine sfrenato, infatti la lode di Dio non conduce a questo. Non abbiamo mai sentito parlare nella vita di Gesù di nulla di simile a  salti in un verso o nell’altro, di strilli e di urla.  No, l’opera di Dio fa appello al buon senso e alla ragione di uomini e donne.

Non ci sono simili manifestazioni esteriori ,  ma lo Spirito di Dio esercita un influsso sul cuore umano che si mostra nell’espressione del volto, e lo splendore stesso del volto rivela la presenza interiore di Gesù.  Allora fu un miracolo della misericordia di Dio che colse ogni studente di quella scuola, trasformandone il carattere e spingendoli a diventare missionari. Due degli insegnanti, presenti a quell’incontro, si trovano oggi a Tahiti come missionari.  La luce della gloria di Dio era in quel luogo.” Ms. 49,1894.

D05-G-04. Un sentimento passeggero di entusiasmo

Nel 1900 Ellen White paragonò le false esperienze con le genuine, mettendo in chiaro che le false generano sentimenti di entusiasmo che subito svaniscono:

“ Ogni genere di influsso sarà utilizzato dagli agenti satanici per allontanare le menti dall’opera genuina che farà degli uomini dei collaboratori di Dio.  Tutti quelli che non partecipano attivamente alla lotta che Cristo conduce  come potente generale degli eserciti, farà parte del partito avverso, composto dagli eserciti del principe delle tenebre. Essi allontaneranno le persone dalle questioni vitali che dovrebbero occupare le menti e i cuori e prepararli a distinguere tra la voce del mondo e la voce di Gesù Cristo.  Noi stessi dobbiamo essere molto attenti e ferventi, per poter distinguere la voce dell’ingannatore dalla voce di colui che esprime sempre la verità. Coloro che sono spinti dallo Spirito Santo non sono guidati da una sensazione di entusiasmo che presto si spenge nell’oscurità.  L’influsso di Cristo invece è duraturo. ‘Siate fermi e riconoscete che sono Dio.’ Ecco cosa significa  una calma solenne e duratura in Dio.

“C’è il pericolo che tutti noi abbiamo troppo zelo, mentre possediamo in misura insufficiente la saggezza solida e la prudenza indiscutibile di Cristo. Ciascuno deve porsi individualmente come un agente attivo e operoso per il Maestro, contemplando la sua opera, così come ci è presentata nella sua Parola per metterla in pratica. Essi devono riflettere individualmente, in modo autonomo: devono studiare, la Bibbia aperta davanti, sotto l’influsso e alla presenza di Gesù Cristo, ricercando e conoscendo da se stessi quale sia la via del Signore.” Lettera 77,1900.

D05-G-05. Per evitare una religione del sentimento

Tra i verbali della sessione della Conferenza Generale tenutasi nel 1901 a Battle Creek, troviamo un’affermazione interessante che Ellen White fece in un tempo in cui si dovevano prendere delle decisioni gravi e lungimiranti.  Dopo essere stata in Australia per nove anni, attese , per la prima volta in dieci anni, alla sessione della Conferenza Generale di Battle Creek.  Proprio prima dell’inizio parlò delle importanti decisioni da prendere e di come il Signore desiderasse che ognuno intrattenesse la giusta relazione con lui. Parlò del bisogno di una preghiera più intensa e di una dose minore di parole. Promise anche che “ Dio avrebbe fatto risplendere la sua luce nel cuore di chiunque durante tale incontro si fosse posto nella giusta relazione con lui.” Poi fece questa dichiarazione:

“Alcuni hanno espresso il pensiero che , nel corso dell’incontro, diversi giorni debbano essere impiegati per pregare Dio di concederci lo Spirito Santo, come nel giorno della Pentecoste.  Desidero dirvi che le questioni che dobbiamo risolvere durante le nostre riunioni fanno parte del servizio reso a Dio come la preghiera ne fa parte.  Le riunioni di carattere amministrativo devono essere poste sotto il controllo dello Spirito come quelle dedicate alla preghiera. Corriamo il pericolo di avere una religiosità di tipo sentimentale e impulsivo.

“Che gli affari trattati in questo congresso risaltino nella loro sacralità in modo tale che le schiere celesti possano approvarli. Dobbiamo difendere con la massima sacralità gli aspetti amministrativi  della nostra opera. Ogni indirizzo amministrativo qui intrapreso deve accordarsi con i principi celesti.

Dio vuole che vi poniate in una condizione tale da poter infondere in voi lo Spirito Santo, tale che Cristo possa dimorare nel vostro cuore.  Egli vuole che , fin dall’inizio dell’incontro,  voi deponiate ogni elemento di controversia, di lotta , di dissenso, di scontentezza che abbiate portato con voi. Ciò di cui abbiamo bisogno è una più abbondante dose dello spirito di Cristo, mentre non abbiamo alcun bisogno del nostro io. Il Salvatore dice: ‘Senza me non potete far nulla.’ …

“Siamo giunti al momento in cui Dio agirà a favore del suo popolo.  Egli vuole che sia un popolo che lo rappresenti, distinto da tutti gli altri popoli del nostro mondo. Desidera che stia saldo su un terreno favorevole, perché Egli ha dato la sua vita affinché possa rimanere saldo. Non deludete il Signore.” Ms. 29,1901, 28 marzo,1901.

Questo episodio dovrebbe essere spesso oggetto di riflessione.  La circostanza richiedeva urgentemente la guida e la benedizione dello Spirito di Dio.  Però Ellen White non incoraggiò in nessun modo di distogliere l’attenzione dai problemi imminenti per passare un periodo alla sola ricerca dello Spirito di Dio.  Ella dice con chiarezza che l’esperienza della ricerca dello Spirito era tale da dover permeare le nostre attività consacrate al servizio di Dio.

Possiamo essere portati a chiederci: ‘ Era forse presente nei cuori di alcuni il sentimento di dover andare alla ricerca di un qualche genere di dimostrazione ?’  Il consiglio di Ellen White li guidò in una direzione migliore.

D05-G-06. Altre lingue

Ellen White ha fatto parecchie dichiarazioni sull’opera dello Spirito Santo consistente nella preparazione di uomini e donne alla diffusione del messaggio tra coloro che parlano lingue diverse:

“Dio dispensa i suoi doni come a lui piace. Accorda un dono ad uno, un altro dono a un altro , ma tutti li finalizza al bene dell’intero corpo.  E’ disposizione di Dio che alcuni servano in un campo dell’opera, e altri in altri campi,  tutti all’opera sotto la guida dello stesso spirito….Se nel dischiudersi della provvidenza divina, si rende necessario erigere un luogo d’incontro in qualche località, il Signore…. Ha dato sia la saggezza che le abilità di portare a termine l’opera necessaria.

“Egli invia degli uomini a portare la sua verità a popoli che parlano una lingua straniera e talora ha aperto le menti dei suoi missionari mettendoli in grado di apprendere velocemente tale lingua.  Proprio coloro che essi hanno voluto aiutare spiritualmente saranno loro di aiuto nell’apprendimento della lingua. Grazie allo sviluppo di questo tipo di relazione, i nativi del luogo sono preparati all’ascolto del messaggio evangelico quando questo viene porto nella loro lingua.” Special Testimonies, Series B, n. 11,p.26.

In un’altra occasione, durante il suo soggiorno di due anni in Europa, quando si trovò spesso a contatto con chiese diverse, costretta a parlare per mezzo di traduttori, fece un resoconto per la   Review and Herald  di uno dei suoi viaggi e poi dichiarò :  “E’ con un ardente desiderio che guardo al tempo in cui gli eventi del giorno della Pentecoste si ripeteranno con un’intensità ancora maggiore che in quell’occasione.  Giovanni dice, ‘ Poi vidi un altro angelo che scendeva dal cielo,con gran forza; e la terra fu illuminata della sua gloria.’  Poi, come nella stagione di Pentecoste, i popoli udranno la verità loro rivolta, ciascun uomo nella propria lingua. Dio può soffiare una nuova vita in ogni anima che sinceramente desidera servirlo, e può toccare le labbra con un carbone ardente preso dall’altare, facendoli divenire eloquenti nella sua lode.

“ Migliaia di voci saranno permeate del potere di esprimere le meravigliose verità della Parola di Dio. La lingua balbettante si scioglierà, e il timido sarà reso forte per portare una testimonianza coraggiosa  della verità.”  The SDA Bible Commentary,  Ellen G. White Comments, su Atti 2:1-4, p.1055.

D05-H-01. Introduzione

Come possiamo distinguere tra il vero e il falso?  Possiamo riposare nella certezza che Dio non ci ha lasciati nella confusione in un tempo in cui i problemi sono così acuti da ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.

A più riprese Ellen White ci ha indirizzati alla Parola di Dio come fonte della nostra sicurezza. In essa troviamo i criteri con i quali giudicare tra il vero e il falso , il genuino e lo spurio. Se c’è un punto a proposito del quale, più che su ogni altro, Dio ha fatto risuonare gli avvertimenti più solenni e ripetuti, è proprio questo.  Nessuno deve necessariamente cadere nell’inganno, benché molti vi cadranno.

Parlando del tempo dell’ultima pioggia, nel capitolo “ Risvegli Moderni” del Gran Conflitto                               Ellen White disse:

“Lo Spirito e la potenza di Dio saranno riversati sui suoi figli.  Allora molti lasceranno le chiese  nelle quali l’amore del mondo ha sostituito l’amore per Dio e per la sua Parola. Molti, predicatori e laici, accetteranno con gioia le grandi verità che Dio vuole siano proclamate in questo tempo per preparare un popolo per il secondo avvento di Gesù.” ( pag.339 ed. italiana 1977).

Poi con delle parole profetiche  ella descrive il modo in cui il nemico imporrà la sua presenza:

“Il nemico delle anime intende ostacolare quest’opera, e prima che giunga il tempo di questo movimento, egli cercherà di prevenirlo contraffacendolo.  Nelle chiese che egli riuscirà ad attirare sotto il suo potere ingannevole, farà credere che Dio sta  operando meravigliosamente per esse, mentre in realtà si tratta dell’azione di un altro spirito. Sotto l’aspetto della religione, Satana cercherà di estendere il suo influsso sul mondo cristiano.” Ibid.

In altri scritti ella mise l’accento sulla sottigliezza del conflitto in atto:

“ In questi ultimi giorni Satana è disceso per mettere in atto tutti gli inganni dell’empietà in coloro che periscono. La sua maestà satanica compie miracoli dinanzi ai falsi profeti e dinanzi agli uomini, avanzando la pretesa di essere lui stesso il Cristo.  Satana concede il suo potere a quanti lo aiutano nei suoi inganni; quindi coloro che affermano di possedere  la grande potenza di Dio possono essere  distinti solo dal grande rivelatore, la legge di Jehovah.

“Il Signore ci dice che, se fosse possibile, ingannerebbero anche gli eletti, perché la veste della pecora appare così reale, così genuina che il lupo può essere smascherato solo se ci riferiamo all’elevato standard morale di Dio, in base al quale riscontriamo che essi sono trasgressori della legge di Jehovah.”  Review and Herald,” 25 agosto 1885.

D05-H-02. Dove trovare la sicurezza

In questa dichiarazione noi troviamo la chiave di accesso ai criteri che daranno sicurezza agli Avventisti del Settimo giorno e agli altri che cercano la verità: si tratta della legge di Dio. Quelli che proclamano la salvezza , ma nel contempo trascurano le esigenze della legge di Dio, non sono in armonia con la Bibbia. Questa afferma un importante equilibrio tra la fede e le opere.  Udiamo spesso il seguente appello: “ E’ sufficiente credere in Gesù e sarete salvati.” Ma la salvezza non è una cosa così semplice.  Ellan White ci avverte:

“La fede in Cristo che salva le anime non è quella che molti si rappresentano.  ‘Credete, credete,’ è il loro appello; ‘ credete solo in Cristo e sarete salvi. Non c’è altro da fare tranne questo.’

“Quando la vera fede confida pienamente in Cristo per la salvezza, produrrà una perfetta conformità alla legge di Dio.  La fede è resa manifesta per mezzo delle opere. Così l’apostolo Giovanni dichiara:’ chi dice di conoscerlo e non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo, e la verità non è in lui.’

“E’ rischioso confidare nelle sensazioni e nelle impressioni perché sono guide inaffidabili.  La legge di Dio è il solo standard corretto di santità ed è per suo mezzo che un carattere deve essere giudicato. Se una persona che si trova alla ricerca della salvezza chiedesse: ‘Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?’, i moderni maestri della santificazione risponderebbero : ‘Credete solamente che Gesù vi salva.’ Ma quando questa stessa domanda fu posta al Cristo egli disse : ‘Cos’è scritto nella legge? Cosa vi leggi?’”   Ibid. 5 ottobre 1886.

Ellen White non insegna la salvezza per opere e nessuno fu più chiaro di lei su questo soggetto:

“Ma l’uomo non è in grado di trasformarsi col semplice esercizio della volontà, gli manca la forza di operare questo mutamento.… La forza rinnovatrice deve venire da Dio. Solo lo Spirito Santo può produrre questo mutamento:tutti coloro che vogliono salvarsi, umili o altolocati, ricchi o poveri, devono sottoporsi all’azione di questa potenza.”  Parole di vita, p.57,58 trad. ital. di  Christ’s Object Lessons.

“ Per essere salvati dobbiamo conoscere per esperienza il significato della vera conversione. E’ un terribile errore, per uomini e donne, continuare giorno dopo giorno a professare di essere Cristiani senza avere alcun diritto di portare quel nome. Alla vista di Dio né la professione, né la posizione occupata sono nulla.  Egli piuttosto ci chiede: La tua vita è in  armonia con i miei precetti ? Ci sono molti che pensano di essere convertiti,ma non sono in grado di sostenere la prova del carattere che è richiesta nella Parola di Dio… Non dimentichiamo che sia nella conversione che nella santificazione personali l’uomo può cooperare con Dio. ‘ Compiete la vostra salvezza con timore  e tremore,’ dichiara la Parola. ‘Poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per la sua benevolenza’ ( Filippesi 2:12,13).”  In Heavenly Places,  p. 20.

D05-H-03. Due Remi

La relazione tra fede e opere viene così illustrata da E.G. White :

“Il Signore si rivolge a tutti quelli che pensano di sapere che cos’è la fede per accertarsi che non si muovano con un remo solo , che la loro piccola barca non giri intorno a se stessa, senza fare assolutamente alcun progresso. La fede senza opere intelligenti è morta perché resta sola. La fede nella forza salvifica di Dio non porterà alcuna salvezza a meno che non si combini con le buone opere.” Ms.86,1897.

E aggiunge questa esortazione:

“ Se siamo fedeli nel compiere la nostra parte, cooperando con lui, Dio agirà tramite noi per compiere il  beneplacito della sua volontà. Ma Dio non può agire per mezzo nostro se noi non compiamo alcuno sforzo.  Se noi otteniamo la vita eterna, dobbiamo operare, e operare seriamente…

“Non facciamoci ingannare dall’ abusata asserzione ‘Tutto ciò che avete da fare è credere.’ La fede e le opere sono due remi che dobbiamo usare ugualmente se vogliamo risalire il torrente contro la corrente dell’incredulità…  Con la fede e le buone opere il Cristiano mantiene la sua spiritualità forte e sana, e la sua forza spirituale  si accresce se egli si sforza  di compiere le opere di Dio.”  Review and Herald, 11 giugno,1901.

Con enfasi dichiarò che la genuina esperienza che è nutrita dallo Spirito sarà contrassegnata da “ una cosciente considerazione per tutti i comandamenti di Dio.”

“La nostra fede dovrebbe crescere ogni giorno.  Se diciamo, ‘Io so di essere un peccatore’, possiamo dire anche ,’Io so di avere un Salvatore.’ Gesù morì per i peccatori,e  perdonerà i miei peccati se mi pento sinceramente.  Non è di alcuna utilità affermare di credere in Cristo se non riconosciamo le esigenze della legge di Dio e se non ci sforziamo di obbedire ai suoi precetti giorno dopo giorno.” Ms.25 , 1886.

“ La vera santificazione  sarà testimoniata da una cosciente considerazione  per tutti i comandamenti di Dio,  da un accorto miglioramento di ogni talento, ad una cauta uso del linguaggio, dalla rivelazione, in ogni azione, della mansuetudine di Cristo…

“Mentre professano di essere senza peccato e si vantano della loro giustizia, coloro che rivendicano la santificazione  insegnano che gli uomini sono liberi di trasgredire la legge di Dio, e che quelli che obbediscono ai suoi precetti sono decaduti dalla grazia.  Una presentazione delle sue richieste risveglia la loro opposizione e suscita rabbia e disprezzo..  E’ per mezzo della legge di Dio che il peccatore è giudicato.” Review and Herald , 5 ottobre, 1886.

Ellen White indicò quanto è difficile entrare in contatto con quanti sentono di avere le prove dell’accettazione divina, pur violando la sua legge. Ci racconta  che anche gli Avventisti del Settimo giorno saranno tentati su questo punto:

“Nel corso dei congressi di Orebro, sono stata sollecitata dallo Spirito del Signore a presentare la sua legge come il grande modello di giustizia, e a avvertire  il nostro popolo contro una visione moderna, ma falsa della santificazione che ha la sua origine in un’adorazione individualistica piuttosto che nella sottomissione  alla volontà di Dio.  Questo errore sta rapidamente inondando il mondo e noi, come testimoni di Dio, saremo chiamati a rendere testimonianza in modo deciso contro di esso.  E’ uno degli inganni più perfetti degli ultimi giorni e risulterà una tentazione per tutti quelli che credono nella verità presente.

“Tutti coloro che non hanno una fede fermamente radicata nella parola di Dio saranno sviati. E l’aspetto più triste di tutto ciò è che pochissimi di coloro che sono ingannati da questo tipo di errore, troveranno ancora la via verso la luce.” Ibid.

“Nessuno di coloro che hanno ricevuto la luce della verità entreranno nella città di Dio come trasgressori dei comandamenti. La sua legge sta a fondamento del suo governo sulla terra e nel cielo.  Se hanno coscientemente calpestato e disprezzato la sua legge sulla terra, essi non saranno portati in cielo per compiere la stessa opera lassù; non si produrrà nessun cambiamento del carattere alla venuta di Cristo….

“Non ci possono essere che due classi di persone sulla terra   : gli obbedienti figli di Dio e i disobbedienti.”   Ibid. 25 agosto, 1885.

D05-H-04. Giovanni: un esempio per noi

Dobbiamo essere molti cauti per non essere trascinati dal moderno movimento ecumenico che proclama di tenere uniti tutti gli uomini, di ogni provenienza, sotto la bandiera dell’amore. L’apostolo Giovanni si confrontò con questo problema e scrisse il suo ammonimento nelle proprie Epistole. Benché il suo amore per le anime pervadesse i suoi scritti, tuttavia rifiutò il compromesso:

“ Le epistole di Giovanni respirano lo spirito dell’amore. E’ come se scrivesse con una penna intinta nell’amore.  Ma, quando entrò in contatto con i trasgressori della legge divina, che continuavano comunque ad affermare di vivere senza peccato, egli non esitò ad avvertirli del pericolo di cadere in un temibile inganno…

“Noi siamo autorizzati a tenere nella stessa considerazione che tenne l’amato discepolo coloro che pretendono di dimorare in Cristo mentre vivono nella trasgressione della legge di Dio.  In questi ultimi giorni esistono  mali simili a quelli che minacciarono la prosperità della chiesa primitiva. Gli insegnamenti dell’apostolo Giovanni su questi punti dovrebbero essere attentamente seguiti…

“ Noi siamo chiamati ad amare le anime per cui Cristo  morì, ma allo stesso tempo siamo chiamati a non scendere a compromessi con il male. Non possiamo unirci ai ribelli e definire questo amore.  Dio richiede che il suo popolo, in questi giorni difenda ciò che è giusto e si opponga agli errori che distruggono l’anima, con la stessa fermezza che aveva espresso  nelle sue epistole.

L’apostolo ci insegna che mentre siamo chiamati a manifestare cortesia cristiana, siamo anche autorizzati a trattare in chiari termini con il peccato e il peccatore; e che questo non è incoerente con il vero amore.”  Gli uomini che vinsero un impero,  p.348, trad. italiana di The Acts of the Apostles ,p.554,555.

Con quale astuzia e accortezza il grande avversario ha macchinato per confondere quelli che vorrebbero rimanere fermi e fedeli alla Parola di Dio !  Quello che siamo chiamati a fare non sarà facile, né ci renderà popolari. Dobbiamo rifuggire ogni giudizio sbagliato, dobbiamo cercare di avvicinare gli altri pieni di amore nel nostro cuore, ma la nostra sicurezza può derivare solo dall’avere ben chiari davanti a noi i criteri che Dio ha stabilito.

D05-J-01-Come i Mackin si introdussero nella Chiesa di San Jose

In seguito alla pubblicazione dei tre articoli sulla Review and Herald il White Estate ha ricevuto informazioni da parte della Signora Irene Moon-Winn, che a quell’epoca abitava a San Jose,  sul modo in cui Ralph Mackin ebbe accesso alla Chiesa di san Jose.

Il Pastore D.T. Fero, doveva andare altrove il Sabato 14 Novembre , pertanto fece piani perché uno dei membri lo sostituisse nei servizi religiosi. Quel Sabato, quando il fratello incaricato di parlare entrò in chiesa,  incontrò un signore che aveva una Bibbia, un innario ( Christ in Song) e un volume delle Testimonianze e che si presentò come Ralph Mackin.

“ Lei è un predicatore?”, gli fu chiesto.

“ Oh, sì,” fu la risposta. “Sono appena giunto da Battle Creek. Apparve proprio una circostanza fortunata che un ministro proveniente dall’Est si trovasse fra di loro, quindi fu invitato a predicare.

Nel suo sermone Ralph Mackin disse alla congregazione che veniva proprio dall’aver fatto visita alla Sorella White, a St. Helena, e che sua moglie aveva avuto là una visione. Riferì che la Sorella White era in piena armonia con loro,  aveva detto che la loro era una buona opera e aveva augurato loro la benedizione di Dio. Durante il sermone suggerì che se qualcuno nella congregazione desiderava avere una riunione di preghiera speciale dopo il culto, sarebbe stato felice di unirsi a loro.  Alcuni rimasero ed ebbero una breve riunione di preghiera.

Quando i membri che erano andati a casa furono tornati alle tre del pomeriggio per la riunione dei giovani, restarono sorpresi di trovare che la riunione sotto la guida del Signor Mackin era ancora in corso.   Delle persone cantavano, altre pregavano, altre gridavano. Il Signor Mackin annunciò che ci sarebbe stata una riunione di preghiera quella sera.  Si presentò un gran numero di membri e così continuò ogni sera, fino al mercoledì, quando il fratello Fero tornò e mise fine alle riunioni di Mackin nella sua chiesa.

La signora Winn riferisce che le persone “ parevano pensare che questa fosse una manifestazione dello Spirito Santo.”  Per un periodo Mackin guidò delle riunioni nelle case dei simpatizzanti.

D05-K-A-01. Introduzione

RISVEGLI: QUANDO DIO E SATANA SONO ALL’OPERA – 1

DI ARTHUR L. WHITE

[Pubblicato nei numeri della Review and Herald dal 15 marzo al 26 aprile 1973. Il pastore White vi presentò il consiglio di Ellen White sulle esperienze carismatiche e, in stretta correlazione, quello relativo ai risvegli. In due esperienze, una a Healdsburg, in California, nel 1885 (di cui si tratta in questo articolo), e l’altra a Battle Creek, in Michigan, nel 1892 2 1893 (da prendere in considerazione la settimana prossima), si verificò una considerevole effusione dello Spirito Santo, in particolare sugli studenti di due college. Alcuni etichettarono l’esperienza come “fanatismo”. Ma in una serie di comunicazioni, Ellen White mise in chiaro che le esperienze erano genuine, ma mostrò anche che, quando Dio è all’opera, Satana si intromette con una contraffazione. La redazione]

  • Qualcosa andò storto
  • Adunanze interrotte

Con il trascorrere degli anni, ci sono state occasioni di particolare risveglio tra gli avventisti del settimo giorno, da cui risultarono grandi benedizioni per la chiesa. In connessione con alcune di queste esperienze, il fanatismo ha fatto capolino con la sua brutta testa, producendo incomprensioni, critiche e freni. Per evitare l’inganno, molti rifiutarono anche le esperienze genuine. I consigli che Ellen White diede riguardo a queste esperienze sono degni di nota, poiché ella indica che risvegli simili ad alcuni del passato devono avvenire nella chiesa quando deve prepararsi a ricevere la l’ultima pioggia dello Spirito. Tratteggia in modo chiaro il modo in cui Satana agisce per neutralizzare l’opera di Dio. Due esperienze di risveglio degne di nota, sulle quali esiste ampia documentazione, sono quelle che ebbero luogo a Healdsburg, nel 1885, e a Battle Creek, nel 1892 e nel 1893.

L’esperienza di Healdsburg. La chiesa di Healdsburg era una delle prime nate in California. Quando nel 1882 vi fu aperto il college, questa divenne un centro della denominazione e lo rimase finché il college fu trasferito a Angwin, nel 1909. La scuola di Healdsburg rappresentava la nostra seconda istituzione educativa e fu all’avanguardia in diversi importanti indirizzi del progetto educativo. Fu qui che avemmo il nostro primo convitto, o dormitorio; fu qui che le classi di Bibbia entrarono a far parte del regolare curriculum scolastico. Fu a Healdsburg che ci lanciammo in alcuni indirizzi di formazione industriale.

Ellen White acquistò una casa all’interno dei quattro isolati della scuola e vi rimase finché non andò in Europa, circa tre anni dopo. Nell’estate del 1885, profondamente preoccupata per il benessere della chiesa, fece appelli vigorosi, richiamando i membri a una più profonda esperienza religiosa. Ma la risposta fu inferiore alle aspettative, alle speranze e alle preghiere. Desiderava intensamente che la chiesa di Healdsburg, alla quale era legato l’unico centro educativo della Costa del Pacifico, trionfasse e costituisse un esempio.

All’inizio di giugno del 1885, Ellen White partì per iniziare il suo viaggio in Europa. Sei settimane più tardi, il pastore E. P. Daniels (da non confondersi con il pastore Arthur G. Daniells), che per una certa situazione di indebitamento era stato sollecitato a lasciare la sua opera pastorale e dirigeva una scuola di stenografia nell’Oakland, passò il fine settimana a Healdsburg, insieme con la sua famiglia.

Daniels aveva un carattere piuttosto instabile, ma era un buon parlatore e un uomo onesto. Il prof. C. Grainger, direttore della nostra scuola di Healdsburg, lo invitò a tenere il culto del sabato mattina nella chiesa di Healdsburg.

Facendo riferimento a quell’incontro in una lettera a Ellen White, Grainger dice:

“Notai che le persone apparivano fortemente commosse, così lo invitai a parlare ancora la sera. Acconsentì. Allora fissammo degli incontri anche per la domenica. In quella occasione fu fatto un appello a quanti desiderassero cercare il Signore. Quando pressoché tutta la chiesa si fece avanti, dissi al fratello Daniels: ‘Non è proprio il caso di far cessare queste riunioni. Che cosa dobbiamo fare?’. Egli rispose che sarebbe andato a Oakland per sistemare le sue classi e poter tornare in settimana per consolidare l’interesse suscitato. Questo è accaduto cinque settimane fa e l’interesse continua ancora”. (W. C. Grainger a Ellen White, 17 settembre 1885)

In un’altra parte della stessa lettera, Grainger aveva scritto: “Abbiamo avuto un glorioso risveglio nella nostra chiesa e non si è trattato di un’opera superficiale, anzi sono certo che è profonda e duratura. Le confessioni rese sono state complete e spontanee. Il Signore ci ha concesso un’altra opportunità e non abbiamo rifiutato la sua misericordia. Sono certo che verranno dei giorni ancora più luminosi per la chiesa di Healdsburg. Le nubi si sono sollevate”. (Ibid.)

Nel descrivere gli incontri, egli fece notare quanto segue:

“Non si verificano né casi di eccitazione né dimostrazioni rumorose, vi è invece una silenziosa ma sincera ricerca di Dio. Non ho mai testimoniato di un movimento più sincero di questo. Le afflizioni del passato sono state tutte pienamente appianate e ciò è accaduto senza alcuna pressione se non la diretta predicazione della Parola di Dio”. (Ibid.)

Conclude la sua lettera con la notizia che:

“Davanti a noi ci sono tempi migliori nel convitto degli studenti e nella scuola. Tutta la gloria appartiene a Dio, che prego affinché non ci faccia passare ancora una volta sotto una tale nube di oscurità… Vi è un buon interesse anche tra gli estranei e vi è stato un buon numero di conversioni. Tra quelli che si sono uniti alla chiesa, ci sono la madre e la cugina di mia moglie”. (Ibid.)

Un’altra persona, I. L. Decker, scrivendo a Ellen White, riferisce quanto segue: “Oh, che risveglio ha avuto questa chiesa! Lo Spirito del Signore è stato con lui (E. P. Daniels) con potenza e forza, finché ognuno ne ha sentito la presenza e non ha potuto resistergli. Vecchi peccatori incalliti che avevano fatto resistenza per tutta la vita, si sono completamente arresi”. (Lettera a Ellen White, 7 settembre 1885)

Decker inoltre riferisce che si tennero contemporaneamente incontri di bambini, di anziani e di giovani. Altre persone confermarono il risveglio con descrizioni analoghe.

D05-K-A-02. Qualcosa andò storto

Ma alcune cose andarono storte e pochi mesi dopo, quando Ellen White fu in grado di valutare la situazione e Dio la illuminò al riguardo, scrisse alla chiesa di Healdsburg:

“Il Signore ha operato in mezzo a voi e Satana, che è sempre attivo alla ricerca di un’occasione favorevole, si è intromesso per mescolare il fanatismo all’opera di Dio, per seminare erbacce accanto al buon seme”. (Lettera 21, 1886, alla chiesa di Healdsburg)

Fece poi questa ammonizione:

“Abbiamo bisogno di vivere molto stretti a Gesù per distinguere il prezioso dal falso”. (Ibid.)

Se Dio fu capace di usare il pastore Daniels in modo efficace, Satana trasse vantaggio da alcune delle sue debolezze. Ellen White ne parla scrivendo a un dirigente di Federazione, che aveva a che fare con la situazione delicata prodottasi mentre il risveglio progrediva. Descrivendo il pastore Daniels scrisse: “Egli è sconsiderato, prova forti sentimenti e agisce in modo impulsivo… Non è un uomo perfetto, ma so come Dio lo considera: un uomo con la tendenza all’incostanza e all’impulsività, ma che lo ama e lo teme; un uomo che toccherà i cuori se sarà aiutato da persone di fiducia che sapranno consigliarlo”. (Lettera 10, 4 novembre 1885).

Sfortunatamente, quando il risveglio fu ben avviato, Daniels fu sviato dal successo la cui gloria

avrebbe dovuto essere riservata a Dio.

Non sussistono prove di eccessi: non furono registrate esperienze estatiche come il parlare in lingue, ma degli elementi non equilibrati si introdussero nella chiesa. Nel fervore della nuova esperienza, vennero messi in primo piano alcuni concetti preferiti. Daniels non favorì la raccolta delle offerte della Scuola del Sabato e questo divenne un tema sensibile che produsse reazioni contro la dirigenza. Si tennero riunioni, la cui frequenza fu ristretta a quelli che gradivano l’esperienza di risveglio.

Un’altra questione oggetto di grandi esagerazioni fu il fatto che Daniels consentì ai membri della chiesa di Healdsburg, coinvolti nell’esperienza di risveglio, di dargli aiuti finanziari personali. Divenne noto, trai i suoi fratelli nel ministero, come una persona piuttosto irresponsabile in fatto di denaro.

D05-K-A-03. Adunanze interrotte

È comprensibile allora che, quando le notizie sugli eventi di Healdsburg giunsero ai dirigenti della Federazione, alcuni di loro si recassero sul posto. Cercarono di vederci più chiaro; incontrarono Daniels e decisero che le adunanze dovevano essere interrotte. Questo provvedimento produsse una crisi. Daniels acconsentì a seguire il consiglio dei suoi fratelli, ma una vasta parte della chiesa rimase molto scontenta.

Quando Ellen White, allora in Europa, apprese del modo in cui le riunioni erano state interrotte, scrisse a dirigenti della Federazione:

“Il fratello (E. P.) Daniels è una persona con i suoi limiti; non è infallibile. Ma c’è un’attitudine eccessiva a giudicare gli altri. Costoro non hanno presente che Dio agisce per mezzo di chi vuole e Cristo deve essere visto come colui che compie il suo ufficio per mezzo del servitore che ha scelto. Il gran male è che la mente si restringe e perde di vista Colui che è primo agente di tutto; si sofferma sullo strumento e decide che le persone non possono trarre alcun beneficio a meno che i modi e le abitudini dell’operaio non coincidano esattamente con il proprio modello. Essi considerano il portavoce come un uomo, semplicemente, non come un messaggero che Dio può usare per trasmettere il messaggio o per compiere una determinata opera.

Dio ha scelto l’uomo per compiere una determinata opera. Le sue capacità mentali possono essere deboli, ma in tal caso la prova che è Dio ad agire diviene più evidente. Il suo discorso può non essere eloquente, ma non c’è alcuna prova che costui non abbia un messaggio da parte di Dio. La sua conoscenza può essere limitata, ma in molti casi Dio può agire con la sua saggezza per mezzo di tale agente, e il suo potere può essere visibile meglio che per mezzo di qualcuno che possieda abilità naturali e acquisite, e che ne abbia coscienza; che abbia fiducia in se stesso, nel suo giudizio, nella sua conoscenza, nel suo modo di parlare”. (Lettera 76, 1886)

Poi Ellen White spiegò:

“Ma E. P. Daniels è un oratore accettabile, e come vi ho mostrato, un uomo che non ha il discernimento più profondo e che aveva bisogno di un consigliere; ma è un uomo che sapeva avvicinarsi al cuore delle persone, che possedeva doti di simpatia e capace di un impegno personale che avrebbe attraversato le barriere dell’anima che resisteva all’influenza della verità. Dio opera con e per mezzo di fragili strumenti e non viene riconosciuto”. (Ibid.)

In un’altra occasione, scrivendo del risveglio a uno dei dirigenti californiani, Ellen White espresse il desiderio che molti risvegli simili si manifestassero con forza:

“Proprio un’opera come quella che spero si sia compiuta a Healdsburg, si compirà in ogni chiesa del nostro paese e in modi e con mezzi che non ricerchiamo. Che quest’opera avanzi ovunque; i peccati siano confessati; le ingiustizie siano rivelate. Che questo si diffonda lontano e vicino. Quest’opera si compirà”. (Lettera 10, 1885)

A proposito di questi risvegli, scrisse parole piuttosto sorprendenti, parole che possiamo ben ponderare:

“Gli uomini possono pronunciarsi contro questo fenomeno perché non soddisfa esattamente la loro linea di pensiero. Anche il fanatismo si farà strada come sempre quando Dio è all’opera. La rete tratterrà nelle sue maglie sia il buono sia il cattivo, ma chi oserà gettare tutto a mare perché non contiene tutte le giuste varietà di pesce? Mi sento profondamente turbata da questa questione. Non ho dubbi che il fratello Daniels abbia sbagliato in alcune cose, ma il suo errore è stato di entità tale da renderlo indegno di un posto in mezzo al popolo di Dio? (Ibid.) (il corsivo e della redazione).

Mentre Ellen White ripensava all’esperienza di Healdsburg, in parecchie occasioni scrisse su di essa e sul suo esito finale. Così facendo ci ha dato alcuni consigli e indizi che dovrebbero aiutarci nei giorni avvenire. In una lettera non datata, scritta ai dirigenti californiani della chiesa agli inizi del 1886, afferma:

“Voglio dire alcune cose sul risveglio di Healdsburg. Voglio dirvi che non concordo con voi su come avete affrontato la questione. Non negherei il fatto che ci fossero dei fanatici che volevano spingere l’acceleratore in tale opera, ma se vi muoverete nel futuro come avete fatto in questa occasione, potete essere certi che condannerete l’opera dell’ultima pioggia quando verrà. Perché in quel tempo scorgerete prove ancora più grandi di fanatismo.

Credo che gli eventi di Healdsburg siano genuina. Credo che vi fossero all’opera i moventi profondi dello Spirito. Credo anche che persone non consacrate e non convertite cercassero di porsi in primo piano, infatti il nemico agisce sempre per mezzo di individui dalle menti non equilibrate e dal carattere imperfetto. Non credo che E. P. Daniels si sia condotto saggiamente in tutto e credo che ci sarebbe un nuovo capitolo da scrivere sull’esperienza degli operai se non ci fosse un qualche errore compiuto in alcune cose…

Quando nell’opera di Dio si attuerà una certa impresa, Satana scenderà in campo per attirare quanto prima l’attenzione, ma allora sarà compito dei ministri allargare le braccia e dire: ‘Questo non può continuare, perché non è opera di Dio?…

Vorrei che poteste vedere quanto sia delicato e pericoloso influire pesantemente sull’opera di Dio a meno che non abbiate la luce dal cielo a guidarvi nelle vostre decisioni…

Temo che abbiate rattristato lo Spirito di Dio. I frutti erano buoni nell’opera attuata a Healdsburg, ma il falso fu introdotto insieme con il genuino. Allora c’era bisogno di uomini capaci di discernimento, dalle menti calme e ben equilibrate, che si facessero avanti di fronte al pericolo e alla sconsideratezza, che avessero sull’opera un influsso formativo. Questo è quello che avreste potuto fare”. (Lettera 76, 1886) (il corsivo e della redazione)

Pressappoco nello stesso periodo, scrisse agli amici di Healdsburg e ripercorse l’esperienza del risveglio che era stata interrotta. Questa dichiarazione riassume gran parte di quello che scrisse a vari individui su questo argomento:

“Gli incontri di risveglio a Healdsburg si rivelano opera di Dio in ragione dei loro frutti, ma in ogni risveglio come questo Satana trae vantaggio dall’intromissione di persone non consacrate che hanno avuto poca o nessuna esperienza di una vita di pietà e devozione. Questi elementi si faranno avanti e in tali occasioni saranno i più pronti, i più zelanti, i più entusiasti.

Proprio coloro ai quali non si potrebbe affidare alcun importante responsabilità religiosa si assumeranno ogni fardello, si sobbarcheranno ogni responsabilità, come se fossero uomini e donne che si sono guadagnata una reputazione con una vita di abnegazione, di sacrificio di sé e di devozione, che li renda capaci di decidere in questioni importanti e di guidare la chiesa.

Prestare fiducia a costoro sarebbe come affidare dei grandi vascelli nelle mani di bambini perché li guidino in mare aperto. Per portar frutto alla gloria di Dio, persone di tal genere necessitano ogni giorno della grazia trasformatrice di Cristo. ‘Imparate da me – dice Gesù – perché sono mansueto e umile di cuore’. Quelle persone non hanno mai appreso questa lezione. Se volessero indossare il giogo di Cristo e portarne i fardelli, allora comprenderebbero meglio il modo in cui possono aiutare e benedire gli altri.

Ora, suppongo che questi individui fossero i più invadenti negli incontri di Healdsburg. Da quanto mi è stato mostrato, supporrei che facessero parte di coloro che partecipavano agli incontri privati, dove si incontravano ‘solo quelli che appartenevano pienamente al Signore’. So di che cosa parlo, perché queste questioni mi sono state poste chiaramente davanti parecchie volte, e ciononostante vorrei dire ai miei fratelli e sorelle di Healdsburg: ‘Credo che lo Spirito di Dio abbia compiuto un’opera per voi’.

Afferrate con forza tutto ciò che è buono; non abbiate uno spirito farisaico, non abbiate alterigia né presunzione. Più in basso vi ponete ai piedi della croce, più chiara e preziosa sarà la vostra percezione di Cristo, nostro Redentore. Ciò di cui ha bisogno chi professa di essere un seguace di Cristo è mansuetudine, umiltà, povertà di spirito. Ogni sguardo rivolto a Cristo disperde al vento i sentimenti di presunzione…

Nutro un profondo interesse per la chiesa di Healdsburg. La sua prosperità dipende dal giusto modo di appoggiarsi a Gesù. La devozione personale nella famiglia avrà conseguenze sul proprio carattere, sul carattere dei figli e sul loro comportamento verso gli animali che usano”. (Lettera 9, 1886)

Dopo aver ripercorso questa esperienza, possiamo ben condividere l’osservazione di Ellen White secondo cui è “una questione delicata e pericolosa… immischiarsi nell’opera di Dio”. Ricordiamo anche le sue parole: “Non abbiamo nulla da temere per il futuro, a meno che non dimentichiamo il modo in cui il Signore ci ha guidati e il suo insegnamento nella nostra storia passata” (Life Sketches, p. 196)

D05-K-B-01. Risveglio a Battle Creek

All’apertura dell’anno scolastico 1892-1893 presso il College di Battle  Creek, il corpo insegnante parve avvertire che si sarebbe trattato di un anno dal significato speciale.  W.W. Prescott, il direttore, riferisce che quando si incontrarono in qualità di corpo insegnante prima dell’apertura dell’anno scolastico, “ noi sentimmo che era arrivato il tempo in cui doveva esserci un cambiamento nella nostra opera… Perciò intraprendemmo l’opera in questo anno nella speranza che Dio benedicesse in modo speciale e onorasse la nostra fede con una potenza e un successo straordinari nel lavoro.”

Gli insegnanti, in questa cornice, si apprestarono al loro lavoro con la convinzione che “ dovesse essere impiegata ogni opportunità per produrre il miglior beneficio possibile.” In breve il corpo insegnante si trovò di fronte ai soliti problemi disciplinari.  Fu nel contesto della loro preoccupazione su come trattare quattro studenti che avevano disobbedito alle regole della scuola che il risveglio ebbe inizio.  Il martedì sera del 29 Novembre, due studenti coinvolti nei problemi disciplinari, all’inizio dell’ora di studio e dopo una notevole lotta interiore, sotto l’influsso dello Spirito di Dio si affidarono completamente a Dio.  Uno dei due giovani era nella scuola da un certo numero di anni e si era sempre mostrato un miscredente dichiarato. L’altro aveva ostinatamente rifiutato ogni invito a vivere una vita cristiana.  I due dormivano in dormitori diversi e nessuno dei due conosceva l’esperienza dell’altro, né la loro esperienza era nota agli altri studenti del collegio.

Prescott spiega le cose in questo modo:

“ Sugli studenti che erano nelle loro stanze private durante l’ora di studio serale, al momento in cui questi giovani se ne andavano, parve scendere uno spirito tale da non potergli resistere. Furono costretti a lasciare le loro stanze e a cercare aiuto.  Alcuni per un certo tempo provarono una grande angoscia, così gli insegnanti che erano vicini si prodigarono subito per aiutare quelli che lo desideravano.”

Il direttore inoltre afferma: “ Per diverse ore l’attenzione sia degli studenti che degli insegnanti non fu occupata da null’altro .  Senza alcun piano preordinato, si tennero degli incontri di lode nelle stanze private e nel salotto comune : qui uno dopo l’altro si arresero alle sollecitazioni dello Spirito.”

Prescott in quel momento era assente perché in visita al Walla Walla College, del quale era ugualmente direttore.  Ma sotto la guida degli insegnanti presenti sul posto, “l’opera di risveglio proseguì fino a mezzanotte e si concluse con il canto più sentito : “ Lodate Dio Dal Quale Provengono Tutte le Benedizioni .”

Particolarmente interessante è il fatto che la posta quel pomeriggio aveva recapitato alcuni articoli dalla Sorella White, che era in Australia. In assenza del direttore, furono consegnati alla signora Prescott, la quale li lesse e li inviò al college perché fossero letti in cappella il giorno dopo. Questi messaggi erano estremamente opportuni per l’opera di risveglio che continuò.  Le classi vennero sospese e, come Prescott riferisce, “ La potenza di Dio era presente in maniera davvero notevole.”

Continua poi così:

“Quelli che a lungo erano stati trattenuti nel peccato apparvero pronti ad accettare Cristo e a  dedicarsi al servizio divino.  Non ci fu alcuna eccitazione, ma la spinta profonda dello Spirito di Dio fu chiaramente percepibile.”

Per diversi giorni l’opera di risveglio prese il posto del programma scolastico, come racconta Prescott:

“L’opera fu portata a compimento con un insegnamento tale, sia pubblico che privato, quale la situazione pareva richiedere, e i risultati in generale sembrano duraturi. Così l’opera proseguì fino al mio ritorno da Walla Walla.”

Gli esercizi spirituali talvolta durarono fino a quattro ore  e la sera i periodi di adorazione continuavano fino alle dieci.

Non ho mai conosciuto un’esperienza simile – dichiarò Prescott –  Ognuno la riconobbe come opera dello Spirito che mentre convinceva di peccato continuava a essere consolatore. Nessuno cedette allo scoraggiamento, ma ci fu una fame e sete di giustizia come non era mai stata provata in mezzo a noi.”

Aggiunge poi: “ L’opera è continuata in modo costante e c’è stato un attaccamento così forte a Dio che noi non  abbiamo mai prima conosciuto.”

La descrizione continua parlando di incontri regolari tenuti a Battle Creek anche durante le vacanze di fine anno.  Prescott raccontò le esperienze degli studenti che, durante le vacanze, “ visitavano le chiese in quello Stato, sforzandosi di portare agli altri la luce e la benedizione che loro stessi avevano ricevuto.”

Il direttore e i suoi colleghi del corpo insegnante furono pieni di gioia. Egle disse:

“ Noi sentiamo che ora possiamo progredire nell’opera come mai prima. Gli insegnanti sono uniti nel loro lavoro e sono legati agli studenti da vincoli mai prima provati.  Sono sicuro che questo sarà l’inizio di un’esperienza che diverrà sempre più luminosa fino a produrre il giorno perfetto.”

D05-K-B-02. Che cosa andò storto?

Purtroppo, l’ottimistica previsione di Prescott non si realizzò e ci si può ben chiedere perché. Sì, gli effetti del risveglio furono tangibili fino all’inizio del 1893 e durante la sessione della Conferenza Generale di quell’anno, poi svanirono. In mancanza di altre testimonianze, ci volgiamo ai commenti di Ellen White scritti nel 1893 e nel 1894. Dio inviò il suo angelo per darle informazioni, riassunte in qualche modo in una comunicazione scritta nel 1893 e indirizzata a “Gli insegnanti e gli studenti del nostro College di Battle Creek e di tutte le nostre istituzioni educative”.

Il discorso si apre con queste parole:

“Molte preghiere sono state innalzate per la pioggia dello Spirito Santo, e di recente ci sono state dimostrazioni di gioia nei cuori di coloro che hanno guardato con grande intensità e integrità a Gesù Cristo, l’Agnello ucciso fin dalla fondazione del mondo. Tra noi c’è stato pentimento e confessione del peccato, caratterizzati da vera contrizione. Vi è stata la percezione dell’assoluta completezza del sacrificio, la comprensione del compimento della promessa nel perdono, raffigurato nell’atto di trasferire il carbone ardente dall’altare dell’espiazione fino a toccare le labbra come pegno del perdono. Le labbra contaminate dal peccato esprimevano la lode più alta. Osanna! Sia benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi eccelsi!…

Ma i nostri giovani quale profitto hanno reso al Signore? È avvenuto come tra il popolo di Israele nell’occasione più solenne descritta nell’Esodo? Mosè era salito sul monte per ricevere le istruzioni del Signore e l’intera congregazione avrebbe dovuto disporsi in atteggiamento di umiltà dinanzi a Dio; al contrario essi mangiarono e bevvero e si levarono per giocare. Ci fu un’esperienza simile a Battle Creek? Molti hanno perso il loro contatto con Dio? L’esercizio al gioco del football ha favorito una relazione più stretta con Dio?

“Durante la notte mi sono stati dati messaggi da trasmettere a voi di Battle Creek e a tutte le nostre scuole. Per quanto sia voluto da Dio che le facoltà fisiche siano esercitate come quelle mentali, tuttavia l’esercizio fisico dovrebbe possedere caratteristiche che siano in piena armonia con le lezioni trasmesse da Gesù Cristo ai suoi discepoli. Quanto è stato trasmesso al mondo intero dovrebbe essere ben visibile nelle vite dei cristiani, in modo che, per quanto riguarda l’educazione e l’apprendimento individuale, le intelligenze celesti non debbano registrare nei libri che gli insegnanti e gli studenti delle nostre scuole sono ‘amanti del piacere più di quanto non siano amanti di Dio’”. (Manoscritto 51, 1893)

L’ultimo paragrafo e il consiglio che segue possono essere ritrovati in Fundamentals of Christian Education [Principi di Educazione Cristiana] pp. 220-230.

D05-K-B-03. Un Tempo di Luce e di Tenebre

Abbiamo un altro riferimento all’esperienza di Battle Creek, sotto alcuni aspetti simile a quello che fu scritto al tempo dell’esperienza di Healdsburg. Questa dichiarazione apre il capitolo “Salvaguardare la nuova esperienza”, in Selected Messages, vol. 1, all’inizio della pagina 129.

Ellen White si esprime così:

“Dopo la discesa dello Spirito di Dio a Battle Creek, ci si poté rese conto ne college che un tempo di viva luce spirituale può anche diventare un tempo di tenebre spirituali. Satana è pronto all’azione, insieme con una legione di angeli al suo servizio, esercitando pressioni su ogni anima per neutralizzare l’effetto delle ondate di grazia discesa dal cielo per risvegliare e riaccendere le energie sopite e dirigerle a un’azione risoluta per far conoscere ciò che Dio ha comunicato. Se tutte queste anime, allora illuminate, si fossero messe subito all’opera per trasmettere ad altri ciò che Dio aveva loro donato, sarebbe stata accordata una luce ancora maggiore e comunicata una potenza superiore. Dio non mette a disposizione la luce perché possa profittarne una sola persona, ma affinché sia diffusa alla gloria del Signore.

In ogni tempo, periodi di risveglio spirituale e di effusione dello Spirito Santo sono stati seguiti da tenebre spirituali e crescente corruzione. Tenendo conto di ciò che Dio ha fatto accordando occasioni favorevoli, vantaggi e benedizioni a Battle Creek, la chiesa non ha realizzato sensibili progressi nel compimento della sua missione; ora, Dio non concederà alla chiesa il beneficio di una luce maggiore finché essa non faccia buon uso di quella ricevuta secondo le indicazioni contenute nella sua Parola. La luce che avrebbe potuto brillare in maniera eclatante si spegnerà gradualmente se circondata da tenebre morali. La potenza conquistatrice della verità divina dipende dalla cooperazione dell’agente umano con Dio, dalla pietà, dallo zelo, dagli sforzi disinteressati per portare la luce della verità agli altri”. (Manoscritto 45, 1893) (Il corsivo è della redazione)

In una lettera scritta nel 1893, Ellen White entrò nei dettagli su quanto era appena accaduto e perché. Ecco quel che scrisse:

“Da ciò che mi è stato scritto a proposito dell’azione dello Spirito di Dio durante ultimo congresso (1893) e nella college, deduco che si sia stabilita una certa confusione in alcune menti perché non hanno vissuto all’altezza delle benedizioni ricevute; quella che era una luce dal cielo è stata ritenuta semplice eccitazione. Mi dispiace molto che la faccenda sia stata vista sotto questa luce. Dobbiamo essere estremamente attenti a non rattristare lo Spirito di Dio, facendo passare per fanatismo il ministero dello Santo Spirito. Come potremmo comprendere l’opera dello Spirito di Dio

Se rifiutiamo di riconoscerla in ciò che è accaduto, non solo a Battle Creek ma anche in molti altri luoghi?

Non mi sorprende che qualcuno sia confuso per i risultati che ne sono seguiti. Nella mia esperienza di quarantanove anni ho visto molte cose simili; ho riconosciuto che Dio ha operato in modo evidente; che nessuno si permetta di dire che ciò non proveniva dallo Spirito di Dio. È proprio ciò che dobbiamo e in vista del quale dobbiamo pregare, poiché Dio è più disposto a dare lo Spirito Santo a quelli che lo chiedono, di quanto lo siano i genitori nel dare buoni doni ai propri figli.

Ma lo Spirito Santo non è al servizio dell’uomo; è l’essere umano che deve essere al suo servizio. Che Dio abbia abbondantemente benedetto gli studenti nella scuola e nella chiesa, non ne ho alcun dubbio; ma un periodo di grande luce e di effusione dello Spirito è spesso seguito da un tempo di profonde tenebre. Perché? Perché il nemico usa tutte le sue energie fraudolenti per annientare gli effetti della toccante azione dello Spirito di Dio su dei soggetti umani.

Quando gli studenti del college si sono dedicati alle partite di football e si sono lasciati assorbire dal divertimento, Satana ne ha approfittato per intervenire e impedire allo Spirito di Dio di modellare e utilizzare il soggetto umano. Se gli insegnanti avessero fatto tutti il proprio dovere, coscienti della loro responsabilità, se avessero preso coraggiosamente posizione sotto lo sguardo di Dio, se avessero usato i talenti ricevuti da Dio per la santificazione dello Spirito per mezzo dell’amore per la verità, darebbero stati spiritualmente forti e divinamente illuminati per avanzare e salire sempre più in alto sulla scala del progresso che raggiunge il cielo. È evidente che non hanno gradito né seguito docilmente colui che è la Luce del mondo.

È facile allontanare l’influsso dello Spirito Santo con occupazioni vane, inutili conversazioni, vani divertimenti. Camminare nella luce significa avanzare costantemente nella direzione della luce. Se colui che è stato oggetto di una benedizione si lascia andare alla negligenza e alla disattenzione, se non si mostra vigilante nella preghiera, se non innalza la croce e non si carica del giogo di Cristo, se le sue forze e facoltà sono assorbite dai divertimenti e la preoccupazione di ottenere il primo posto, allora Dio non è più considerato il primo, il migliore e l’ultimo in ogni cosa. Satana allora può interporsi per recitare la sua parte nel gioco della vita e conquistare l’anima. Egli è capace di mettere più ardore nel gioco del suo partner e do ordire complotti ben orchestrati per la rovina dell’anima…

Ciò che ha seguito l’azione dello Spirito di Dio a Battle Creek non è stato determinato dal fanatismo; purtroppo coloro che ne hanno beneficiato hanno trascurato di annunciare le virtù di colui che li aveva chiamati  dalle tenebre alla sua meravigliosa luce; quando tutta la terra sarà illuminata dalla gloria di Dio, ci saranno alcuni che non sapranno che cosa significa e da dove viene, perché misconosceranno lo Spirito che è sparso su di loro.

Il nostro Dio è geloso della sua gloria e rifiuterà di onorare quelli che lo disonorano. Le persone che vivono nella luce avrebbero dovuto istruire queste anime ancora inesperte e insegnare loro a camminare nella luce ricevuta. Vorrei poter soffermarmi più a lungo si questo argomento, ma non ne ho il tempo”. (Selected Messages, vol. 1, pp.130-132) (Il corsivo è della redazione)

Nei giorni che seguirono, Ellen White fece diversi riferimenti all’esperienza di Battle Creek. In particolare in due articoli preparati per la Review and Herald: uno nel numero del 30 gennaio 1894, l’altro in quello del 6 febbraio. I limiti di spazio di questo articolo ci impediscono di riportare citazioni più ampie. Chi fosse interessato può leggere gli articoli della Review pubblicati in Selected Messages, vol. 1, pp.133-143.

L’autrice chiarisce le disposizioni stabilite da Dio per l’effusione dello Spirito Santo ed evidenzia i fattori che ostacolano lo svolgimento dell’opera secondo la volontà di Dio; descrive il figlio di Dio riconoscente che vuol conservare l’esperienza di quella speciale benedizione, come colui che non solo cammina nella luce, ma agisce con diligenza in favore di coloro che lo circondano.

Poi scrive:

“Se c’è qualcosa che può provocare il nostro entusiasmo, dovrà essere lo sforzo volto a salvare le anime per le quali Cristo è morto”. (Ibid., p.139)

È doveroso notare che nelle esperienze di risveglio, sia a Healdsburg sia a Battle Creek, (così come si racconta in questi articoli e come è abbondantemente confermato nelle testimonianze di allora) non ci furono esperienze estatiche che proclamavano la ricezione dello Spirito Santo, né manifestazioni di glossolalia. In ciascun caso, sia nelle testimonianze di quanti erano presenti sia nella relazione sui fatti scritta da Ellen White, si afferma che ci fu un’opera serena, solenne, non contrassegnata da eccessivi entusiasmi. In entrambi i casi, il fanatismo si insinuò ed Ellen White indica che in ogni esperienza genuina possiamo aspettarci che ci siano alcuni dall’indole fanatica che vi parteciperanno e spingeranno nella direzione di tendenze estremistiche.

Comunque, in queste due esperienze tali tendenze non si manifestarono per mezzo del parlare in lingue. In tutto ciò possiamo trovare delle lezioni su cui riflettere.

D06-01. Lo studio della Bibbia contrapposto alle asperienze estatiche

Gli avventisti del settimo giorno e le esperienze estatiche – 2

 

LO STUDIO DELLA BIBBIA CONTRAPPOSTO ALLE ESPERIENZE ESTATICHE

  • Visione sulla dipendenza dalle esperienze estatiche
  • Esortazione a uno rinnovato studio della Bibbia
  • Satana è all’opera in molti modi

La seconda delle quattro esperienze di glossolalia, appartenenti alla storia dell’avventismo delle origini, delle quali abbiamo parlato nell’articolo della scorsa settimana, verteva sullo sviluppo della dottrina. Il racconto completo del modo in cui il Signore guidò il suo popolo nell’ambito dottrinale merita uno studio dettagliato. Procedendo nel nostro esame, dobbiamo ricordare che il Signore conduce il suo popolo che ama la verità a un ritmo che esso può seguire in cui non risulti indebolita la fiducia in ciò che nella sua esperienza appare più importante. Egli non guiderà mai il suo popolo in modo da diminuire l’importanza dello studio della Bibbia.

Trai primi avventisti, Joseph Bates fu l’apostolo della verità del sabato. Nell’agosto del 1846, egli pubblicò un opuscolo di 48 pagine sul riconoscimento del diritto vincolante di osservare il sabato.

Attraverso uno studio attento delle inconfutabili prove scritturali presentate in quel pamphlet, James ed Ellen White accettarono tale verità, unendosi a un gruppo di circa 50 avventisti osservatori del sabato. Iniziarono l’osservanza di quel giorno dal venerdì sera, ma fu solo dopo sei o sette mesi che una visione data a Ellen White confermò la verità del sabato e le presentò con forza la sua grande importanza. (vedi Early Writings, pp. 32-35)

Tuttavia, benché le prove scritturali indichino con chiarezza che il sabato inizia il venerdì sera, questo principio non era chiaro per i nostri pionieri. Il vecchio capitano di mare, Joseph Bates, che era consapevole dei problemi di orario nelle diverse zone del mondo, concluse che per osservare il sabato ci si dovesse attenere all’“ora equatoriale”. Pertanto sostenne che il sabato dovesse iniziare alle 18.00 del venerdì e terminare alle 18.00 del sabato (questo era in evidente contrasto con il modo normale di contare l’inizio e la fine del giorno alla mezzanotte). Sussistendo alcune divergenze di opinione trai credenti su quando dovesse cominciare il sabato, l’orario delle 18.00 ebbe la meglio.

Nel 1848, alcuni avventisti sabatisti residenti nel Maine, leggendo in Matteo 28:1 le parole “alla fine del sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana”, trassero la conclusione che il sabato iniziasse e terminasse all’alba. Infine, Ellen White ebbe una visione nella quale sentì l’angelo ripetere: “Dalla sera alla sera seguente, celebrerete il vostro sabato” (Levitico 23:32). Questo contribuì a risolvere la questione, indicando che era un errore fissare l’alba come inizio del sabato.

Più o meno nello stesso periodo, in un incontro avvenuto nel Connecticut, durante il quale gli avventisti discutevano proprio il problema dell’inizio del sabato, si verificò una nuova esperienza di glossolalia. James White scrisse quanto segue:

“C’è stata una certa divisione sull’ora di inizio del sabato. Alcuni lo iniziavano al calar del sole, ma la maggior parte alle sei del pomeriggio. Così una settimana fa, di sabato, presentammo il problema a Dio in preghiera. Lo Spirito Santo discese e il fratello Chamberlain fu rivestito della sua potenza e pronunciò alcune parole ad alta voce in una lingua sconosciuta. Ne seguì questa interpretazione: ‘Dammi del gesso, dammi del gesso’. Bene, pensai, se nella casa non ce n’è alcuno allora avrò ragione di dubitare. Ma in un attimo un fratello portò un pezzo di gesso. Allora il fratello Chamberlain lo prese e, con la potenza dello Spirito, disegnò una figura sul pavimento che rappresentava le parole di Gesù: ‘Non ci sono dodici ore in un giorno?’. Il disegno rappresentava il giorno, ovvero l’ultima metà del giorno. La luce del giorno si è già dileguata per metà quando il sole è a sud o a metà strada da ciascun orizzonte, alle 12 in punto. Procedete ora in un senso e nell’altro per la durata di sei ore e otterrete le dodici ore del giorno. In ogni periodo dell’anno il giorno finisce alle sei pomeridiane. Satana vorrebbe allontanarci da questo orario, ma rimaniamo fermi a quel che Dio ha rivelato a noi e al fratello Bates”. (Lettera di James White a “My Dear Brother”, 2 luglio 1848, scritta da Berlin, Connecticut).

Questa esperienza fu convincente  tra i credenti che continuarono a osservare l’inizio del sabato alle 18.00. Fu in questo ambito che Dio fornì al suo popolo una guida di vasta portata.

Visione sulla dipendenza dalle esperienze estatiche

Nel mese di dicembre del 1850, durante un congresso a Paris, nel Maine, dove tutti i presenti avvertirono il bisogno profondo della discesa dello Spirito di Dio, Ellen White ricevette una visione:

“L’ultima sera eravamo tutti uniti nella preghiera ed esprimevamo la richiesta che lo Spirito del Signore cadesse su di noi. Il Signore prestò ascolto alle nostre sentite implorazioni. Fui rapita in visione e vidi tutta la grandezza e la santità di Dio. L’angelo disse: ‘Cammina attentamente davanti a lui, perché egli è innalzato, risiede nell’alto dei cieli e il corteo della sua gloria riempie il tempio’. Vidi che ogni cosa in cielo era in perfetto ordine…[La parte tolta qui non è in relazione con questo argomento]

“L’angelo disse: ‘Guardate e imparate a conoscere quanto è perfetto e bello l’ordine celeste: prendete esempio da esso…’. Vidi che gli esercizi spirituali correvano il rischio di essere contraffatti, perché erano in gran parte influenzati dalle opinioni e conoscenze di quanti li praticavano, quindi non potevano essere accolti con piena fiducia. Ma se qualcuno dovesse trovarsi nella condizione dell’apostolo Paolo che non sapeva più se era dentro o fuori dal suo corpo, senza più alcun contatto con quanto lo circondava, e in quella circostanza Dio dovesse mettersi in comunicazione con lui per mezzo dei suoi angeli, allora non ci sarebbe nessun pericolo di sbagliarsi.

Vidi che dovremmo lottare in ogni tempo per liberarci da qualunque tipo di insana e inutile eccitazione. Vidi che correvamo il grande pericolo di abbandonare la Parola di Dio per appoggiarci e confidare invece sugli esercizi. Vidi che Dio, per mezzo del suo Spirito, si era manifestato sul vostro gruppo durante alcuni esercizi e riflessioni, ma vidi che in seguito nel tempo ci sarebbero stati dei pericoli…

Vidi che il messaggio ora doveva concentrarsi sulla verità. La Parola di Dio doveva essere seguita con scrupolo e innalzata per il beneficio del popolo di Dio. Sarebbe stato molto bello se il popolo di Dio fosse stato condotto in un luogo angusto, per contemplare le dinamiche di Dio attraverso gli esercizi delle visioni”. (Manoscritto 11, 1850)

Il paragrafo seguente pone nuovamente l’accento sull’effetto funesto della dipendenza da esperienze o esercizi estatici, specialmente se intese come strumento per la ricerca della sana dottrina:

“Vidi, durante il nostro incontro, che alcuni esponevano l’idea che l’opera di Dio consistesse nell’elargire esercizi spirituali e quanti vi si opponevano dovevano essere esclusi dalle riunioni. Allora le persone oneste e coscienziose iniziarono a tremare. ‘Temo di essere espulso’, pensavano. Così essi allontanavano le loro menti da Gesù e le concentravano su se stessi e sugli altri. In conclusione, le riunioni li lasciavano in condizioni peggiori di come erano prima. Vidi che dobbiamo cercare di sollevare le nostre menti al di sopra del nostro io in modo che dimorino in Dio, il sommo e l’eccelso”. (Ibid.)

Il significato di questa visione, data alla signora White il 24 dicembre 1850, non può essere sopravvalutato. Si tratta in effetti di un documento chiave. I credenti pregavano per l’effusione dello Spirito Santo, nella speranza di poter assistere a dimostrazioni concretamente osservabili. Le testimonianze di quel periodo mostrano che ci fu un’accelerazione delle esperienze estatiche.

Venendo al dunque, a Ellen White fu mostrato che nelle esperienze estatiche (altrimenti dette “esercizi”) si nascondeva il grave pericolo dell’inganno, poiché i preconcetti individuali “influenzavano comunque in parte gli esercizi stessi”. Di conseguenza non era possibile prestare automaticamente fede a tali esperienze. Esisteva però un mezzo di comunicazione sul quale ci si poteva basare fermamente e questo era costituito dalle visioni che Dio aveva dato ai profeti. In queste “non ci sarebbe stato alcun pericolo, né alcun errore”.

Le furono ancora mostrati i possibili effetti negativi di un’“inutile” eccitazione e il serio pericolo di allontanarsi dalla Parola di Dio “per confidare negli esercizi spirituali”. Le fu mostrato che esistevano sì delle esperienze genuine in quelli che erano considerati esercizi carismatici, ma che comunque essi potevano serbare dei pericoli in futuro.

In questa visione venne magnificata la Parola di Dio. Quando il popolo di Dio si fosse trovato in condizioni difficili, Dio lo avrebbe guidato e istruito per mezzo delle visioni.

Esortazione a uno rinnovato studio della Bibbia

L’inquietudine mostrata da alcuni membri sull’orario d’inizio del sabato e il reiterato insegnamento rivolto loro attraverso il dono profetico, che li indirizzava alla Bibbia, probabilmente portò James White*, nel 1855, a insistere perché J. N. Andrews, giovane pastore residente a Paris, nel Maine, investigasse attentamente le Scritture per ritrovare nella Parola di Dio gli elementi relativi al momento d’inizio del sabato. Durante l’estate, dopo svariate settimane di accurata ricerca nelle Scritture,  egli dimostrò per mezzo di nove testi dell’Antico Testamento e di due del Nuovo che il sabato iniziava all’ora del tramonto.

Le sue conclusioni furono lette al congresso di Battle Creek del novembre 1855, e dall’evidenza scritturale presentata, i presenti si presero la responsabilità di spostare dalle 18.00 all’ora del tramonto l’orario d’inizio del sabato. Tuttavia, la decisione non fu del tutto unanime. Joseph Bates, membro più anziano del gruppo dei pionieri e apostolo della verità del sabato, si dissociò non volendo rinunciare alle sue consolidate opinioni. Ellen White, da parte sua, pensò che, dato che avevano osservato il sabato in questo modo per dieci anni, perché avrebbero dovuto cambiare ora? Ne scaturì allora una frattura.

Tuttavia, alla fine del congresso a Ellen White fu mostrato in visione che il sabato iniziava al tramonto. Illuminante è la sua conversazione con l’angelo durante la visione:

“Vidi che le cose stanno proprio così: ‘Dalla sera all’altra sera celebrerete il vostro sabato’. L’angelo disse: ‘Prendi la Parola di Dio, leggila, comprendila e non potrai sbagliare. Leggila con attenzione e vi troverai che cosa è e quando avviene’. Chiesi all’angelo se Dio disapprovasse il fatto che il suo popolo aveva iniziato a osservare il sabato in un modo diverso. Fui guidata a ritroso fino all’origine del sabato e seguii il cammino del popolo di Dio fino a oggi, ma non vidi che il Signore fosse dispiaciuto né che avesse espresso disapprovazione. Indagai sul perché le cose fosse andate in modo tale che dovessimo cambiare l’orario di inizio del sabato così tardi. L’angelo rispose: ‘Lo comprenderete, ma non ancora, non ancora’. E aggiunse: ‘Se la luce viene e quella stessa luce è messa in disparte e rifiutata, allora si manifesta la condanna e la disapprovazione di Dio; ma prima che la luce si mostri, non c’è peccato, perché non c’è alcuna luce da poter rigettare’. Vidi che, secondo la convinzione di alcuni, il Signore aveva mostrato che il sabato cominciava alle 18.00 in punto, mentre io avevo semplicemente visto che cominciava a ‘sera’, e molti avevano dedotto che la sera significasse le 18.00, appunto. Vidi che i servitori di Dio devono avvicinarsi gli uni agli altri ed essere più uniti”. (Testimonies, vol.1, p.116).

Due punti sono di primaria importanza. Primo: i credenti devono riferirsi alla Parola di Dio per essere guidati in ambito dottrinale. Secondo: essi dovevano raggiungere l’unità. Negli anni seguenti James White si servì di questa esperienza per illustrare il ruolo del dono delle profezia nella chiesa: esso non doveva sopravanzare lo studio della Bibbia, ma svolgeva la sua funzione nel proteggere la chiesa e nel consolidare la verità. La Bibbia doveva sempre essere ritenuta sovrana e la sua autorità non doveva mai essere subordinata ai sentimenti o a esperienze di tipo estatico.

Non esiste alcuna testimonianza in cui Ellen White sostenga esplicitamente o dia il suo beneplacito a queste esperienze estatiche espresse in lingue ignote, benché lei stessa ne fosse stata testimone in tre o quattro casi. Era probabilmente rimasta in silenzio mentre osservava con interesse gli sviluppi  della storia del fratello Ralph. Anche quando costui parlò in lingue non ne fu convinta. Le fu in seguito mostrato che il pensiero e i sentimenti di una persona esercitano un influsso considerevole in tali situazioni.

Nel descrivere gli eventi che portarono alla sua presa di posizione in favore dei fondamenti biblici relativamente al problema dell’inizio del sabato, abbiamo fatto un salto di cinque anni in avanti rispetto alla visione del 1850 che avvertiva dei pericoli di fare eccessivo affidamento sulle manifestazioni di tipo estatico. Seguirono altre visioni che rivelavano come uno spirito diverso dallo Spirito Santo poteva influenzare i sentimenti individuali. In una visione del 1851, tratteggiò l’esperienza di alcune persone che, in modo inconsapevole, erano sotto l’influsso di uno “spirito profano”. Ella dice che “tale spirito influiva con forza sui sentimenti e molti di questi sentimenti erano ritenuti come sacri, come se fossero stati promossi dallo Spirito Santo”. (Lettera 2, 1851)

* James White, nella Review del 4 dicembre 1855, affermò: “Non siamo mai stati del tutto soddisfatti della testimonianza presentata in favore dell’orario delle 18.00… Il soggetto ci aveva tormentato, ma non avevamo mai trovato il tempo di fare su di esso una ricerca approfondita”.

Satana è all’opera in molti modi

Vidi che Satana era all’opera in vari modi tramite i suoi intermediari. Agiva per mezzo di ministri di culto che avevano respinto la verità ed erano destinati a cocenti delusioni per il fatto di credere in una menzogna che poteva condannarli. Mentre predicavano o pregavano, alcuni potevano cadere prostrati e inermi, non per la potenza dello Spirito Santo, ma per quella di Satana, infusa sui suoi agenti e, tramite loro, sulla gente”. (Early Writings, 1849, pp. 43, 44).

Negli anni successivi, Ellen White mise in guardia sulle esperienze estatiche ingannevoli:

“Ogni volta e ovunque il Signore opera dando una benedizione autentica, non tarda a manifestarsi una contraffazione, allo scopo di annullare l’azione di Dio. bisogna quindi essere estremamente prudenti e camminare umilmente dinanzi a Dio, affinché il collirio divino ci permetta di distinguere le opere dello Spirito di Dio dalle manifestazioni di uno spirito che genera disordine e fanatismo. ‘Li riconoscerete dai loro frutti’ (Matteo 7:20). Coloro che veramente contemplano Cristo saranno trasformati a sua immagine, proprio per opera dello Spirito del Signore. Essi cresceranno fino a raggiungere la completa statura di uomini e donne in Cristo Gesù. Lo Spirito Santo di Dio ispirerà amore e purezza; apparirà una notevole distinzione nel loro caratteri”. (Selected Messages, vol. 1, p. 142).

D06-02. Esperienze e ammonimenti nel passato

All’approssimarsi della fine della storia mondiale, e guardando con impazienza al prossimo ritorno di Gesù, constatiamo l’interesse crescente, in mezzo al popolo di Dio, per il ruolo dello Spirito Santo. Parlando di una prima e di un’ultima pioggia , gli scrittori biblici ci hanno resi certi che lo Spirito Santo sarà attivamente coinvolto negli eventi conclusivi della storia ( Osea 6:3; Zaccaria 10:1; Giacomo 5:7). Gli Avventisti del settimo giorno pensano che le profezie relative alla prima e all’ultima pioggia si applichino alla storia della Chiesa Cristiana e all’esperienza del popolo di Dio. Storicamente,  le profezie che parlano della prima pioggia  ebbero compimento nella potenza divina accordata il giorno della Pentecoste, in seguito alla quale la Chiesa primitiva diede il primo impulso alla sua missione mondiale; ma una dimostrazione più grande della potenza dello Spirito Santo, l’ultima pioggia, accompagnerà il completamento del mandato evangelico.  Il simbolismo che descrive la concessione dell’ultima pioggia viene invece identificato nell’opera dell’angelo che aveva grande potestà di Apocalisse 18:1.

Le profezie che trattano della prima  e dell’ultima pioggia si sono compiute anche nella vita individuale.  Così come la prima pioggia cade sui semi appena piantati nel Medio Oriente producendo il germoglio e rendendo effettiva la crescita della pianta, lo Spirito Santo guida il peccatore che si pente all’esperienza della nuova nascita e a una relazione sempre più piena con Gesù. Come l’ultima pioggia prepara il grano per la mietitura, così il dispiegamento finale della potenza dello Spirito, proprio prima del ritorno di Gesù, porterà a compimento l’opera della redenzione nei cuori in trepidante attesa del popolo di Dio, e  li metterà in condizione di essere pronti per la traslazione.

Molti Avventisti del settimo giorno si sono chiesti: – Le esperienze di tipo estatico e il libero dispiegamento delle emozioni costituiscono una prova del battesimo dello Spirito Santo? E, inoltre, accompagneranno l’effusione dell’ultima pioggia?  Le primitive dimostrazioni di tal genere all’interno del movimento millerita, includenti svenimenti, grida, lodi rese a Dio a voce alta, continuarono ben dopo il 1844 nell’esperienza di quanti diedero vita alla Chiesa Avventista del Settimo giorno, e si affiancarono ad almeno quattro esperienze documentate del parlare in lingue.  Ora, l’assenza di tale tipo di esperienze indica che la chiesa è divenuta fredda e formale, priva della potenza dello Spirito, e, quindi, dovremmo oggi far sì che le vive esperienze dei primi anni rinascano con la discesa della potenza dell’ultima pioggia sulla chiesa?

Un documento eccellente si trova all’ Ellen G. White Estate: esso ripercorre e valuta le esperienze occorse trai primi credenti nel messaggio Avventista del Settimo giorno.  Questo documento, “Charismatic Experiences in Early Seventh-day Adventist History,” consiste in una serie di 12 articoli preparati per la “Review and Herald” nel 1972 e nel 1973 da Arthur L. White, a quel tempo Segretario dell’Ellen G. White Estate. I dettagli storici riportati da Arthur White non hanno bisogno di essere qui ripetuti. Un riassunto di questa serie sarà tuttavia utile per comprendere il consiglio dato da Ellen White alla chiesa che pregusta la caduta dell’ultima pioggia. Il lettore interessato a queste originarie esperienze carismatiche è incoraggiato a studiare autonomamente questo documento.

Esperienze religiose di tipo estatico sono riferite nei primi scritti sia di James che di Ellen White, insieme con dei resoconti di glossolalia avvenuti nel 1847,1848,1849, e 1851 ( “Tongues in Early SDA History”, Review and Herald , 15 marzo, 1973).  Arthur White riassumeva il suo studio sulla glossolalia,  relativo ai primi tempi della storia avventista, in questo modo: “ Non c’è alcuna documentazione di un sostegno esplicito, o di personale approvazione, dati da Ellen White a queste esperienze estatiche con lingue sconosciute, benché essa sia stata testimone oculare di tre su quattro fra queste… Le fu in seguito mostrato che il pensiero e i sentimenti di una persona  esercitano una vasta influenza su tali esperienze” ( “Bible Study Versus Ecstatic Experiences,”  Review and Herald,  22 marzo 1973).

Arthur White notava anche: “ E’ interessante osservare che Ellen White, dopo le moltissime visioni ricevute nel corso degli anni, e dopo le moltissime esperienze compiute , si sentì incapace di dichiarare in modo inequivocabile che in connessione con l’effusione dello Spirito di Dio si sarebbe verificata  un’esperienza di tipo estatico, come parlare in lingue sconosciute.  Infatti, in nessuna circostanza ella collegò le prove dell’effusione dello Spirito – in alcuni casi definito come il battesimo dello Spirito – con le esperienze estatiche” ( “The Gift of Tongues at Portland, Maine,”Review and Herald,  5 aprile, 1973).

A proposito del coinvolgimento fanatico, comprendente anche il parlare in lingue, che accompagnò un gruppo di persone che avevano fissato il tempo del ritorno di Gesù nel 1854, Ellen White scrisse: “Alcune di queste persone presentano delle manifestazioni che chiamano doni, affermando che è il Signore che li ha posti nella chiesa. Essi producono un borbottio che chiamano “lingua sconosciuta”, che è ignota non solo all’uomo, ma anche al Signore e a tutto l’universo celeste.  Tali doni sono fabbricati da uomini e donne con il sostegno del grande ingannatore.  Il fanatismo, la falsa eccitazione , l’espressione ingannevole in lingue, e esercizi rumorosi sono stati considerati doni che Dio ha posto nella chiesa…. Ma l’influsso di tali incontri non è benefico .  Dopo che lo slancio felice del sentimento si è espresso, essi sprofondano in una condizione peggiore che prima delle riunioni, perché la loro felicità non proviene dalla giusta sorgente” ( Testimonies for the Church, vol.1, p.412).

In un tempo sufficientemente remoto come il 1850 , fu mostrato ad Ellen White l’ordine esistente in cielo e tra gli angeli di Dio.  Di conseguenza ella fu avvertita a proposito degli “esercizi” e le fu detto che essi erano “a forte rischio di contraffazione…quindi non si poteva porre un’implicita fiducia in tali esercizi.” Poi essa aggiunse: “ Vidi che in tutti i tempi noi dovremmo lottare per liberarci da un’eccitazione insana e non necessaria.  Vidi che esisteva un grande pericolo di abbandonare la parola di Dio per appoggiarci e porre la nostra fiducia sugli esercizi. Vidi che Dio, per mezzo del suo Spirito, si è avvicinato al vostro gruppo in alcuni dei loro esercizi e sollecitazioni; ma vidi anche un pericolo davanti a loro” (MS 11,1850, vedi  Manuscript Releases,  vol. 5 ,pp. 226,227).

Qual era il pericolo che il profeta vide spargere la sua ombra sul sentiero del popolo di Dio ? E’ possibile che ella si rendesse conto che Satana avrebbe introdotto delle esperienze estatiche nei nostri servizi di adorazione, con lo scopo di sviare il popolo dalla Parola di Dio e dalla sua funzione di giudice dell’esperienza religiosa connessa con quegli esercizi emozionali che vorrebbero costituire il criterio di un’esperienza spirituale genuina? Una cosa è chiara, via via che la comprensione di Ellen White si approfondiva,  e Dio le rivelava i metodi di Satana per assumere il controllo delle chiese cristiane  nei tempi conclusivi del gran conflitto: le sue parole che esortavano alla cautela divennero  sempre più chiare e forti, nel tentativo di far allontanare la chiesa dalle esperienze estatiche ed emozionali.

D06-03. Ammonimenti relativi ad esperienze presenti e future

Gli Avventisti del settimo giorno hanno saputo per decenni che, proprio prima dell’effusione della ultima pioggia promessa, Satana avrebbe compiuto una mossa tattica in un tentativo di attutire l’impatto della potenza dello Spirito sul mondo cristiano.  Ellen White predisse quanto segue: “Prima del giudizio finale di Dio sulla terra, in mezzo al popolo di Dio, ci sarà un risveglio della originaria religiosità tale che non  è più stato testimoniato dai tempi apostolici. Lo Spirito e la potenza di Dio saranno riversati sui suoi figli. Allora , molti si separeranno da quelle chiese dove l’amore di questo mondo ha soppiantato l’amore di Dio e della sua Parola. Molti, sia pastori che laici, accetteranno con gioia quelle grandi verità che Dio ha fatto sì che fossero proclamate in questo tempo per preparare un popolo alla seconda venuta del Signore. Il nemico delle anime desidera ostacolare quest’opera e, prima che il tempo di questo movimento venga, egli cercherà di prevenirlo introducendo una contraffazione.  In quelle chiese che può assoggettare al suo potere ingannatore farà apparire come se fosse loro accordata una benedizione speciale di Dio.  Ci sarà la manifestazione di un presunto grande interesse religioso e le moltitudini esulteranno per la meravigliosa opera di Dio in loro favore, mentre in verità si tratta dell’opera di un altro spirito. Sotto il manto di una veste religiosa, Satana cercherà di estendere la sua influenza sul mondo cristiano.” ( The Great Controversy,p.464).

Nel movimento carismatico, gli Avventisti del settimo giorno hanno riconosciuto almeno un compimento parziale di questa profezia.  Gli esercizi emozionali compresi nei servizi di culto carismatici sono visti come operazioni dello Spirito Santo e considerati prova della presenza e della benedizione divine.  I Cristiani che restano intrappolati in queste esperienze estatiche accolgono i sentimenti di felicità e gli stati di eccitazione emotiva , originati negli incontri carismatici, come il criterio della verità spirituale.  Se gli insegnamenti della Bibbia non sono direttamente associati con l’esperienza carismatica e con gli insegnamenti dei responsabili di tali servizi, in quanto tali vengono messi in questione come rappresentativi della verità e così vengono rigettati completamente da molti.

Ciò solleva dunque una domanda che deve essere affrontata dagli Avventisti del settimo giorno  oggi: – E’ possibile che questa stessa cosa avvenga nella nostra chiesa ? In base alla nostra storia passata, Ellen White non solo crede che sia possibile, ma afferma in modo deciso che Satana introdurrà  una contraffazione dell’esperienza dell’ultima pioggia, nel tentativo o di impedire che avvenga, o di produrre un fallimento nella capacità di riconoscerla e riceverla quando verrà. Il seguente consiglio impedirà al popolo di Dio di accettare un’esperienza carismatica al posto della genuina esperienza che si produrrà con l’ultima pioggia.

Entusiasmo salutare

I  nostri servizi di culto non devono essere freddi e privi di vita.  Ellen White dice che esiste quello che può essere chiamato un sano entusiasmo, ma che cos’è effettivamente? “ Solo lo Spirito Santo di Dio può creare un sano entusiasmo : permettiamo a Dio di operare e lasciamo che l’agente umano cammini con leggerezza dinanzi a lui, vigile, nell’attesa e nella preghiera, con lo sguardo sempre rivolto a Gesù, guidato e controllato dall’azione preziosa dello Spirito, che è vita e luce” ( Selected Messages, vol.2, pp.16,17). Un sano entusiasmo consiste in una gioia santa che deriva dalla contemplazione delle opere di Dio e si esprime nella lode e nell’adorazione  di un uomo che cammina silenzioso e riverente alla presenza del grande Creatore e Redentore.

L’esperienza spirituale  deve essere fondata sulla Parola

Dobbiamo aver cura che la nostra esperienza spirituale sia fondata sulla Parola di Dio piuttosto che su esperienze estatiche. A coloro che ricercano un eccitamento emotivo per mezzo di un ‘”esperienza spirituale” sono indirizzati vigorosi avvertimenti. La Parola di Dio deve essere il fondamento solido sul quale costruire la nostra esperienza e qualsiasi altro fondamento si rivelerà in definitiva una costruzione sulla sabbia.  Fate attenzione all’enfasi posta sulla Parola come base delle nostre vite spirituali.

“ Il Signore desidera che i suoi servitori oggi predichino la vecchia dottrina del vangelo: il dolore per il peccato, il pentimento e la confessione personale. Noi vogliamo dei sermoni di vecchio stampo, dei costumi di vecchio stampo, delle madri e dei padri alla vecchia maniera in Israele.  Il peccatore deve essere afflitto, in modo perseverante, sincero, saggio, finché non si renda conto di essere un trasgressore della legge di Dio e, quindi, sia condotto a esercitare il pentimento verso Dio, e la fede nel Signor Gesù Cristo” (  Selected Messages, vol.2, p.19).

“E’ per mezzo della Parola di Dio – non le sensazioni, né l’eccitamento – che vogliamo spingere il popolo ad ubbidire alla verità. Sul fondamento della Parola di Dio noi possiamo rimanere in piedi sicuri”  Selected Messages, vol.3, p.375).

“ Essi [ i cristiani di nome ] si illudono di essere in armonia con la volontà di Dio perché sentono di essere felici; ma quando vengono messi alla prova, quando la Parola di Dio viene posta come unità di misura della loro esperienza , chiudono le loro orecchie all’ascolto della verità e dicono, ‘Io sono santificato’. Così, con questo mettono fine alla controversia. Essi allora non avranno nulla a che fare con l’investigazione delle Scritture alla ricerca della verità, che li porterà infine a provare il loro pericoloso disinganno. La santificazione vuol dire molto più che un volo del sentimento.

L’eccitazione non è santificazione.  Può dirsi santificazione solo la completa conformità  al volere del nostro Padre che è nel cielo e la volontà divina si esprime nella sua legge santa. L’osservanza di tutti i comandamenti divini costituisce quindi la santificazione. Dimostrarsi figli obbedienti della Parola di Dio è santificazione. La Parola di Dio deve essere  la nostra guida, non le opinioni né le idee degli uomini” ( Selected Messages, vol.3, p. 204).

Lo Spirito Santo non è presente nella confusione e nel rumore

La dichiarazione seguente non è solo utile per il suo carattere di avvertimento, ma è istruttiva per quanto possiamo attenderci che accada proprio prima della conclusione dell’opera del giudizio: “Quanto avete descritto come avvenuto in Indiana, il Signore mi ha mostrato che si ripresenterà esattamente prima della conclusione del giudizio.  Ogni azione grossolana sarà resa manifesta. Ci saranno grida, accompagnate da suono di tamburi, musica e danze. Il discernimento degli esseri razionali diverrà così confuso che non si potrà riporre in loro la fiducia che  prendano le decisioni giuste. E questa è definita opera che si compie per impulso dello Spirito Santo!

Ma lo Spirito Santo mai si rivela in tali metodi, in un’atmosfera di confusione e di rumore. Si tratta di un’invenzione satanica per dissimulare i suoi metodi ingegnosi volti a neutralizzare l’effetto della pura, sincera, esaltante, nobilitante, santificante verità per il tempo presente” (Selected Messages,vol.2, p.36)

Ellen White si stava riferendo agli errori fanatici compiuti dal movimento detto della “carne santa”, il quale s’insinuò trai ranghi degli Avventisti dell’Indiana, nei primi anni del XX secolo. I servizi di culto erano caratterizzati da ogni tipo di dimostrazioni emozionali accompagnate da musica fragorosa, vibrante prodotta da ogni genere di strumento.  Tali dimostrazioni pubbliche furono chiamate opera dello Spirito Santo.

A più riprese la chiese ricevette parole di avvertimento contro il fanatismo che si manifestava nelle dimostrazioni emozionali durante il culto.  Per esempio, nel 1909 Ellen White scrisse quanto segue: “La vera religione non richiede grandi manifestazioni corporee… Queste non sono proprio una prova della presenza dello Spirito di Dio” ( 2 Selected Messages, p.26). Nel 1908, dopo aver ripercorso la primitiva esperienza dei credenti avventisti, disse : “ Durante quei giorni di prova alcuni dei nostri fedeli più preziosi incorsero nel fanatismo. Dissi inoltre che, prima della fine, avremmo visto delle strane manifestazioni compiute da coloro che professarono di essere guidati dallo Spirito Santo. Ci sono delle persone che attribuiranno grande importanza a queste manifestazioni eccentriche, le quali non sono da Dio, ma sono volte calcolatamente ad allontanare le menti  di molti dall’insegnamento della Parola” ( Selected Messages, vol. 2, p. 41).

E ancora: “Non potrebbe essere arrecato un danno più grande alla parola di Dio che  permettere che uno spirito di fanatismo si diffonda nelle nostre chiese, accompagnato da strane operazioni, erroneamente interpretate come azioni dello Spirito divino” ( 2 Selected Messages, p. 42).

“Si presenteranno pericolose ondate di fanatismo, ma Dio libererà quel popolo che ricercherà sinceramente il Signore e si consacrerà al suo servizio” (  Selected Messages,vol.2, p.47).

 

La musica può tendere una trappola

Come nel caso del movimento della carne santa , la musica sarà usata nuovamente da Satana nel tentativo di introdurre il popolo di Dio in esperienze che attutiranno l’impatto della vere operazioni dello Spirito.  “ Ciò che è stato nel passato, sarà in futuro.  Satana farà della musica una trappola per il modo in cui essa viene eseguita” ( Selected Messages, vol.2, p. 389.

Un aumento dei decibel non indica la presenza dello Spirito, né conduce alla vera adorazione. Ellen White pronunciò delle parole dure per una persona che pensava che l’alto volume fosse sinonimo di santo: “ Una stranezza oppure una stravaganza raffinata attrae l’attenzione delle persone  e distrugge la seria, solenne impressione  che dovrebbe risultare dall’ascolto della musica sacra. Qualsiasi cosa strana ed eccentrica  nel canto distoglie dalla serietà e dalla sacralità del culto.

“ Le manifestazioni corporali giovano a poco. Qualsiasi cosa sia connessa col culto religioso dovrebbe avere un carattere dignitoso, solenne ed emozionante. Dio non ha piacere quando i  ministri  che dichiarano di essere suoi rappresentanti tradiscono a tal punto la rappresentazione di Cristo da coinvolgere il corpo in atteggiamenti da commedia, da compiere gesti non dignitosi, rozzi e dozzinali.  Tutto ciò diverte, e magari solleciterà la  curiosità di quanti  vogliono vedere cose strane, bizzarre, eccitanti, ma queste cose non eleveranno le menti e i cuori di quelli che ne sono testimoni.

La stessa cosa può dirsi del canto nel quale voi assumete atteggiamenti privi di dignità. Voi vi mettete tutta la potenza e il volume di voce che possedete; voi soffocate le melodie più belle e i toni di voci che sono più musicali della vostra . Questo esercizio fisico e la voce sgradevole, forte non producono alcuna melodia per coloro che ascoltano sulla terra e nel cielo.  Questo modo di cantare è imperfetto e non è accettabile a Dio come lo sono dei motivi musicali perfetti, delicati e dolci.  Tra gli angeli del cielo non ci sono esibizioni come quelle che a volte ho visto nelle nostre riunioni; note aspre e varie gesticolazioni non sono esibite nel coro celeste.  Il loro canto non irrita l’orecchio, ma è soave e melodioso e si produce senza quello sforzo che ho visto personalmente.  Non è forzato, non è eccessivo , non richiede un esercizio di fisicità” (  Selected Messages,  vol.3, p.333).

La presenza dello Spirito s’identifica con la serenità

Come possiamo sapere quando lo Spirito di Dio  è presente tra noi e benedice i nostri servizi di culto? Ellen White dice: 2 Non diamo spazio a degli esercizi strani, che veramente sviano la mente dai moventi profondi dello Spirito Santo.  L’opera di Dio è sempre caratterizzata dalla calma e dalla dignità” (  Selected Messages, vol.2, p.42).

“ Dobbiamo presentarci alle persone  con la solida Parola di Dio; e quando la riceviamo allora lo Spirito Santo può venire , ma sempre viene, come ho affermato prima, in una maniera che si raccomanda al giudizio della gente. Nel nostro modo di parlare, di cantare, e in tutti i nostri esercizi spirituali, dobbiamo rivelare quella calma e quella dignità , unità al timor di Dio, che motiva ogni vero figlio di Dio.” (  Selected Messages, vol. 2, p.43).

Nel comportamento di Dio verso il suo popolo tutto è calmo; con quelli che confidano in lui, tutto è calmo e naturale”   Selected Messages,  vol.2, p. 97).

La comprensione che Ellen White ha dell’opera dello Spirito in mezzo al popolo di Dio,quando si riunisce in assemblea,può riassumersi nel modo migliore con la seguente affermazione: “ Gli incontri più proficui per  un progresso spirituale  sono quelli caratterizzati dalla solennità e da una profonda ricerca interiore: ciascuno cerca di conoscere se stesso, e sinceramente, e con profonda umiltà, cerca di imparare da Cristo” (  Testimony for the Church , vol.1,p.412).

 

George E. Rice

Ellen G. White Estate

Settembre 1990.

D07-01. Viene il Natale

“Viene il Natale”, è il ritornello che risuona in tutto il nostro mondo da Est a Ovest e da Nord a Sud. Per i giovani, per gli adulti in età matura e perfino per gli anziani è un periodo di gioia generale e di grande felicità. Ma cos’è il Natale per richiedere tanta attenzione?  Da secoli questo giorno è stato tenuto in grande considerazione.  E’ accettato sia da chi crede, che dai Cristiani, in tutto il mondo, come il giorno della nascita di Cristo. Ma quando il mondo nel suo insieme celebra questa ricorrenza , a Cristo non viene tributato alcun onore: la gente rifiuta di riconoscerlo come proprio Salvatore, di onorarlo con un’ubbidienza volontaria al suo servizio.  Accorda la sua preferenza al giorno, ma nessuna a colui per il quale il giorno è celebrato, Gesù Cristo.

Si suppone che il 25 dicembre sia il giorno della nascita di Gesù Cristo, e la sua osservanza è divenuta abituale e popolare, tuttavia non c’è alcuna certezza che stiamo osservando il vero giorno di nascita del Salvatore. La storia non ce ne dà alcuna conferma e la Bibbia non ne stabilisce il tempo con precisione.  Se il Signore avesse ritenuto questa conoscenza essenziale per la salvezza, ne avrebbe parlato per mezzo dei suoi profeti e degli apostoli, facendo in modo che noi conoscessimo tutto in proposito. Ma il silenzio delle Scritture su questo punto ci mostra che ci è tenuto nascosto per i più saggi motivi.

Nella sua saggezza il Signore ha tenuto nascosto il luogo in cui Mosè fu sepolto. Fu Dio a seppellirlo, a risuscitarlo e a portarlo in cielo. La segretezza fu mantenuta per prevenire il pericolo dell’idolatria. Quell’uomo contro il quale il popolo si ribellò mentre era ancora nell’esercizio di un servizio attivo, che fu provocato fino ai limiti dell’umana sopportazione, fu invece quasi adorato come un Dio dopo la sua separazione a causa della morte.

Proprio con lo stesso scopo il Signore ha tenuto nascosto il giorno preciso della nascita di Cristo; lo ha fatto perché il giorno non dovesse ricevere quell’onore che doveva essere tributato al Cristo come Redentore del mondo: lui che doveva essere accolto,  nel quale si doveva confidare, sul quale si doveva contare per la salvezza completa di tutti coloro che gli si avvicinano. L’adorazione della nostra anima doveva essere data a Gesù come Figlio del Dio infinito.

D07-02. Glorificare Dio, non l’Uomo

Sul 25 di dicembre non è riposta alcuna santità divina; e non è piacevole per Dio che qualunque cosa riguardi la salvezza degli uomini, per mezzo del sacrificio infinito compiuto in loro favore, debba essere così tristemente sviata dal suo progetto manifesto.  Cristo dovrebbe esserne l’oggetto supremo,ma nel modo in cui Il Natale è stato osservato, la gloria è diretta da Lui all’uomo mortale, il cui carattere volto al peccato e imperfetto rese necessaria la Sua venuta nel nostro mondo.

Gesù, la Maestà dei luoghi celesti, il Sovrano regale dei luoghi altissimi, depose la sua regalità, lasciò il suo trono di gloria, il suo alto dominio e venne nel nostro mondo per portare l’aiuto divino all’uomo caduto, indebolito nelle sue capacità morali e corrotto dal peccato.  Rivestì di umanità la sua divinità per poter raggiungere le profondità del dolore e della miseria umana, per risollevare l’uomo caduto.  Prendendo su di sé la natura umana, sollevò l’umanità al livello del valore morale di Dio. Questi grandi temi sono quasi troppo alti, troppo profondi, troppo infiniti per la comprensione delle menti finite.

I genitori dovrebbero presentare questi pensieri ai loro figli e istruirli, passo dopo passo, precetto dopo precetto, sui loro doveri verso Dio, non sui loro doveri reciproci consistenti nell’onorarsi l’un l’altro per mezzo di doni e offerte. Dovrebbero esser loro insegnato che Gesù è il Redentore del mondo, l’oggetto dei loro pensieri, dei loro sforzi più diligenti; che la sua opera è il grande tema che dovrebbe impegnare la loro attenzione; che dovrebbero portare a lui i loro doni e le loro offerte.

Così fecero i savi e i pastori.

Poiché il 25 Dicembre è celebrato per commemorare la nascita di Cristo; e  ai bambini è stato insegnato, verbalmente e con l’esempio, che questo fu in verità un giorno di felicità e di gioia, sarà difficile passare questo periodo senza prestarci una certa attenzione. E questo può essere fatto in modo che serva a un buon proposito.

I più giovani devono essere oggetto di grande attenzione. A Natale non dovrebbero essere lasciati a loro stessi nella ricerca di divertimenti vani e che producono piacere a detrimento della loro spiritualità. I genitori possono controllare questa tendenza volgendo le menti e le offerte dei loro figli a Dio e alla sua causa, in vista della salvezza delle anime.

Il desiderio di divertimento, invece di essere soffocato e arbitrariamente represso, dovrebbe essere controllato e diretto per mezzo di un impegno diligente da parte dei genitori. Il loro desiderio di fare dei regali può essere diretto verso obiettivi puri e santi in modo che porti al bene dei nostri simili sostenendo la tesoreria della chiesa nella grande, stupenda opera per compiere la quale Cristo venne in questo mondo. L’abnegazione, il sacrificio di sé distinsero la sua azione. Che questo stesso spirito segni anche il comportamento di noi che professiamo di amare Gesù, perché in lui è il centro della nostra speranza e della vita eterna.

D07-03. Sostituite dei piaceri innocenti a divertimenti peccaminosi

I giovani non possono diventare seri e composti come gli anziani,né i figli assennati come i padri. Mentre condannano i divertimenti immorali, come è necessario,  i genitori, gli insegnanti, e i tutori dei giovani offrano in cambio dei piaceri innocenti che non guastano né corrompono la morale. Non imprigionate i giovani in leggi rigide e in obbligazioni che li faranno sentire oppressi, portandoli a infrangerle e a gettarsi in sentieri di follia e distruzione. Con mano ferma, gentile e premurosa  mantenete le redini del comando, guidando e controllando le loro menti e i loro propositi, ma fatelo con gentilezza, con saggezza, con amore, in modo che vogliano ancora confidare nel fatto che voi perseguite il loro bene migliore.

Quanti genitori si lamentano di non riuscire a tenerli a casa, dicendo che i figli non hanno alcun amore per la famiglia. In un’età abbastanza precoce questi desiderano la compagnia di persone esterne e, non appena sono cresciuti abbastanza, fuggono da ciò che appare loro come un vincolo e una limitazione irragionevole. Così non vogliono ascoltare né le preghiere della madre né i consigli del padre. Basterà loro una ricerca più accurata per scoprire che il peccato non risparmia neppure i loro genitori. Questo avviene perché essi non hanno fatto della casa quello che dovrebbe essere: un luogo attraente, piacevole, rischiarato dalla luce di parole gentili, di sguardi gradevoli,e di vero amore.

Il segreto della salvezza dei vostri figli sta nel fare della casa un luogo amabile e attraente.  L’indulgenza dei genitori non vincolerà i figli né a Dio né alla famiglia, ma un’autorità ferma, ispirata dalla devozione religiosa e volta a formare e educare la mente, salverà molti figli dalla rovina.

D07-04. Un albero di Natale

In occasione del Natale, che verrà tra breve, i genitori non assumano la posizione che un sempreverde, collocato in chiesa per il piacere degli scolari della Scuola del Sabato, è un peccato, infatti può essere reso una grande benedizione. Tenete deste le loro menti con oggetti benefici. In nessun caso il puro divertimento dovrebbe essere l’oggetto di queste riunioni. Se alcuni trasformeranno queste occasioni in periodi di noncurante frivolezza , e allora le loro menti non riceveranno l’impronta divina, ad altri, caratterizzati da diversa mentalità,  questi periodi porteranno un gran beneficio.  Sono del tutto soddisfatta che degli innocenti sostituti possano essere ideati al posto di molte riunioni che sono fonte d’impoverimento morale.

Viene il Natale. Tutti voi abbiate la saggezza per farne un periodo prezioso. Che i membri più anziani della chiesa si uniscano, cuore e anima, con i loro figli in divertimenti e svaghi innocenti, nell’individuare la via e il modo di mostrare un rispetto vero per Gesù, portando a lui doni e offerte.

Che ciascuno ricordi le richieste divine perché la sua causa non può prosperare senza il vostro aiuto. I doni che in genere avete dedicato gli uni agli altri siano posti nel tesoro di Dio… In ogni chiesa le vostre piccole offerte siano poste sul vostro albero di Natale. Che il prezioso simbolo “sempreverde” suggerisca la santa opera di Dio e la sua benevolenza verso di noi; allora l’opera di un cuore amorevole sarà quella di salvare altre anime che sono nelle tenebre. Che le vostre azioni siano conformi alla vostra fede…

Ogni albero nel giardino di Satana è carico di frutti di vanità, orgoglio, autocompiacimento, di cattivi desideri, di eccessi: sono tutti frutti avvelenati, ma molto gratificanti per un cuore carnale.  Che le varie chiese offrano a Dio degli alberi di Natale e poi li adornino con frutti di carità e di gratitudine: offerte che provengono da cuori e mani ben disposti, frutti che Dio accetterà come un’espressione della nostra fede e del nostro grande amore per lui in risposta al dono del suo figlio, Gesù Cristo. Che il sempreverde sia carico di frutti, ricco, puro e santo, gradito a Dio.  Non trascorreremo dunque un Natale come questo, una festa che riceve l’approvazione di Dio?

D07-05. Regali di Natale

Ogni anno vengono spesi inutilmente,per lo scambio dei doni, migliaia di dollari. Questo significa che sono persi per Dio, persi per la sua causa. Solleticano la vanità, incoraggiano l’orgoglio, producono ogni tipo d’ insoddisfazione, di protesta e di lamentele, perché forse non erano esattamente quelli desiderati, né del valore voluto o che ci si aspettava.

Il Natale non è osservato come il suo nome richiede. L’uomo ha dimenticato Dio in quasi tutte le circostanze e ha rivolto la sua attenzione all’io. Ha abbandonato le sorgenti pure di acqua viva che sgorgano dal trono di Dio e si è costruito delle cisterne rotte che non possono trattenere l’acqua. Dio ha dato all’uomo una prova in modo che potesse essere idoneo per il cielo. Egli doveva guardare in alto a Dio che avrebbe dovuto essere l’oggetto di adorazione della sua anima, invece il talento, l’abilità, e le capacità creative sono tutti esercitati per fare dell’io l’oggetto di attenzione più elevato. L’uomo ha allontanato il suo sguardo dalla Divinità, e ha fissato i suoi occhi sulle cose finite, terrene ,corruttibili.

Satana è impegnato in questa opera che consiste nel cacciare Dio fuori dai nostri pensieri sostituendovi il mondo e l’io, in modo che il nostro sguardo non sia più rivolto alla gloria di Dio. Satana imprigiona e intrappola la mente. La sua sapienza infernale si esercita continuamente nell’atto di plasmare e di foggiare il materiale con cui ha a che fare per rendere Dio l’oggetto meno importante e ultimo della nostra devozione.

D07-06. Volgete la vostra attenzione verso il cielo

Gli svariati allettamenti offerti dalla società sono stati la rovina di migliaia di persone che, se non fosse stato per questi stratagemmi satanici, avrebbero potuto essere servitori del Dio vivente. Ci sono esempi ogni dove di caratteri rovinati da piaceri dorati e alla moda e, quest’opera continua tuttora. Migliaia di persone ancora andranno incontro a un disastro personale per non aver aperto gli occhi per vedere e comprendere che, anche se sono dei Cristiani dichiarati, in realtà sono amanti del piacere più che di Dio…. Ora, fratelli, per Natale, mettiamo un impegno particolare per presentarci davanti al Signore con doni e offerte gradite, in risposta al dono di Gesù Cristo come Redentore del mondo. Nulla in questo tempo sia speso inutilmente, ma ogni centesimo che possa essere risparmiato sia reso disponibile perché porti frutto. Satana si è comportato a modo suo sfruttando queste occasioni per il proprio vantaggio.  Ma ora volgiamo la nostra rotta verso il cielo invece che verso la terra. Dimostriamo con le nostre offerte che apprezziamo l’atto di rinuncia e di sacrificio compiuto da Cristo in nostro favore. Dio sia richiamato alla memoria da ogni figlio e da ogni genitore; e le offerte, piccole o grandi che siano, siano portate nei magazzini di Dio. Voi che avete delle proprietà, che avete avuto l’abitudine di fare dei doni ai vostri parenti e amici fino al momento che vi siete trovati perplessi su cosa inventare di nuovo e interessante per loro, cercate di mettere alla prova la vostra ingegnosità, come anche la vostra influenza, per vedere quante ricchezze potete raccogliere per far crescere l’opera del Signore.  La vostra bravura e le vostre capacità siano usate per fare del prossimo Natale una festa di grande importanza mostrando la vostra gratitudine al Dio dei cieli con offerte spontanee e riconoscenti.  Non attenetevi più alle usanze del mondo. Introducete in questo un cambiamento deciso e constatate se questo Natale non possa mostrarvi migliaia di dollari  che si riversano nel tesoro divino, in modo che il magazzino di Dio non possa mai essere vuoto.

Può essere che non siate ricompensati sulla terra, ma lo sarete nella vita futura e abbondantemente. Quelli che per molto tempo hanno fatto piani per se stessi inizino ora a farli per la causa di Dio e certo il vostro discernimento aumenterà.  La vostra coscienza sia illuminata,e  l’amore di Cristo e della verità prenda il posto dei pensieri idolatri e dell’amore di sé. Non vi leverete, cari fratelli e sorelle Cristiani , e non assumerete il vostro dovere nel timore del Signore, gestendo questa circostanza  in modo tale che non risulti vuota e priva d’interesse, ma piena di piacere innocente che porterà il sigillo del Cielo?  So che i più poveri risponderanno a questi suggerimenti. Ma anche i più ricchi dovrebbero  dimostrare interesse e  concedere i loro doni e le loro offerte in proporzione ai beni che Dio ha loro confidato. Questo sia registrato nei libri celesti come un Natale senza precedenti, a motivo dei doni che saranno dati per il sostegno dell’opera di Dio e per l’edificazione del suo regno.   Review and Herald, 9 Dicembre,1884. ( Una parte è tratta da Adventist Home, pp.477-483; trad. italiana La Famiglia Cristiana, pagg.194-196).

D07-07. Doni per le Vacanze

Il periodo delle vacanze si avvicina rapidamente e porta con sé l’usanza dello scambio reciproco di doni: giovani e vecchi dirigono tutta la loro attenzione  a quello che possono dedicare ai loro amici come segno di un ricordo colmo di affetto.  E’ piacevole ricevere doni, anche se piccoli, da parte di coloro che amiamo. Ci danno la sicurezza di non essere dimenticati e sembrano legarci a loro in modo un po’ più stretto.

Fratelli e sorelle, nell’atto di progettare i vostri doni reciproci, vorrei ricordarvi il vostro Padre celeste, perché non siate negligenti alle sue richieste. Non sarà contento se mostriamo di non averlo dimenticato? Gesù, il Principe della vita, ha dato tutto per porre la salvezza alla nostra portata. Ha sofferto fino alla morte, per poterci donare la vita eterna.

E’ per mezzo di Gesù Cristo che riceviamo ogni benedizione…E il nostro Benefattore celeste non dovrebbe condividere i segni della nostra gratitudine e del nostro amore?  Venite, fratelli e sorelle, venite con i vostri bambini, anche i più piccoli che ancora portate in braccio, e portate le vostre offerte a Dio secondo le vostre possibilità.  Intonate un canto per lui nei vostri cuori, e la sua lode sia sulle vostre labbra. Rallegriamoci perché il nostro Salvatore vive per intercedere per noi alla presenza di Geova. Come popolo abbiamo apostatato da Dio; torniamo a lui e lui tornerà a noi e sanerà tutte le nostre trasgressioni. In occasione del prossimo Natale e delle festività del nuovo anno non limitiamoci a fare un’offerta a Dio secondo le nostre possibilità, ma offriamo a Lui noi stessi senza riserve, come un sacrificio vivente…

Se insisto in primo luogo sul dovere di portare a Dio le nostre offerte, non voglio condannare del tutto la pratica di fare ai nostri amici regali di Natale e per le feste del Nuovo Anno.  E’ giusto scambiarci vicendevolmente segni tangibili di amore e di ricordo, purché, nel far questo, non dimentichiamo Dio, il nostro migliore amico.  Dovremmo fare dei regali che si dimostrino un vero beneficio per chi li riceve. Raccomanderei per esempio dei libri che possano essere un aiuto per la comprensione della Parola di Dio, o che aumentino il nostro amore per i suoi comandamenti.   Fornite loro qualcosa da leggere durante queste lunghe sere invernali…

Abbiamo bisogno di pensare più a Dio e meno a noi stessi.  Se solo pensassimo a lui tutte le volte che abbiamo la prova della sua sollecitudine per noi,  lo terremmo sempre nei nostri pensieri, e ci rallegreremmo di parlare di lui e di lodarlo. Noi parliamo di cose terrene perché suscitano il nostro interesse; parliamo dei nostri amici perché li amiamo; le nostre gioie e i nostri dolori dipendono strettamente da loro.  Ma abbiamo una ragione per amare Dio infinitamente più grande di quella che abbiamo per amare i nostri amici terreni; riceviamo più da lui che da ogni altro amico, per cui sarebbe la cosa più naturale del mondo porre al primo posto Dio nei nostri pensieri, parlare della sua bontà, raccontare la sua potenza, e rispondere al suo amore  con doni e offerte volontarie per la sua causa.  Review and Herald, 26 dicembre, 1882.

D07-08. Distratti da ciò che conta

I nostri bambini sono stati educati ad aspettarsi dei regali da parte di genitori e amici per Natale. Ma il Natale è celebrato per commemorare la nascita di Cristo.  Se lo celebriamo solo nel tentativo di arrecare piacere ai nostri bambini e gli uni agli altri, le nostre offerte sono distolte da ciò che conta. Dovremmo portare le nostre offerte di ringraziamento al Signore, deponendo i nostri doni ai piedi di Colui che ci ha aperto i tesori del cielo.

Il nemico organizza i suoi piani in modo che le menti e i cuori degli uomini siano distolti da Dio e dalla sua causa, e li dirige verso lo scopo di compiacerci e onorarci a vicenda.  Dio è stato messo fuori causa e di fatto disonorato.  Il Natale è stato trasformato in un giorno di intrattenimento, di ghiottoneria, di appagamento egoistico.

Ora, ogni famiglia prenda in considerazione questo argomento in tutte le sue conseguenze. I genitori presentino ai loro figli e ai loro amici il suo meraviglioso significato, e dicano: “ Quest’anno noi non spenderemo denaro in regali per noi stessi, ma onoreremo e glorificheremo Dio. Gli testimonieremo la nostra gratitudine per aver dato alla morte suo figlio come sacrificio per noi, affinché noi ricevessimo il dono della vita eterna.”

Dimostriamo il nostro apprezzamento per questo dono, e rispondiamo per quanto ci è possibile con offerte di ringraziamento.  Celebriamo il Natale ricordando Dio, invece di ricordare i nostri amici e parenti con doni di cui non hanno bisogno.

D07-09. La Ricompensa dell’Abnegazione

Non accoglierà Dio le offerte che gli sono così dedicate? Non benedirà quei piccoli che porteranno al Maestro un’offerta personale? Certamente!  Non si tratta forse di una preziosa opportunità per educare i vostri bambini nell’opera di abnegazione per amore di Gesù? Raccontate ai bambini del vasto campo missionario e parlate loro dell’amore di Cristo, del grande sacrificio che ha compiuto perché ci ha amato e ha voluto che avessimo una dimora con Lui nel suo regno.  E’ venuto nel nostro mondo per benedirlo con la sua divina presenza, per portare pace, e luce e gioia.   Se il mondo non l’ ha accolto e ha messo a morte il Principe della Vita, tuttavia la sua morte doveva  avvicinare i tesori del cielo a tutti coloro che avrebbero creduto in Gesù.

Fate in modo che questo soggetto glorioso sia chiaro per i vostri bambini e, quando i loro cuori saranno riempiti dall’amore per Dio, essi presentino le loro piccole offerte in maniera che possano dare il loro contributo per far pervenire agli altri la luce preziosa della verità.  In questo modo i bambini possono diventare dei piccoli missionari al servizio del Maestro. Le loro piccole offerte, che si riversano nel tesoro come molti minuscoli ruscelli, possano gonfiare il torrente fino a farlo diventare un fiume che ristorerà molte anime assetate della verità divina; e perfino questi bambini  potranno vedere nel Regno di Dio alcune anime salvate come risultato della loro abnegazione. Review and Herald Extra, 11 Dicembre, 1888.

D07-10. Le Vacanze

Ci avviciniamo rapidamente alla stagione delle vacanze, e molte persone coscienziose si interrogano su quale atteggiamento possano adottare che sia gradito agli occhi di Dio. Il mondo trascorre le vacanze nella frivolezza e nella stravaganza, nella ghiottoneria e nell’ostentazione. In quest’ epoca prevale l’abitudine di fare  e ricevere regali.  E non è di piccolo peso per la nostra mente sapere come distribuire questi doni tra gli amici in modo che nessuno si senta trascurato. E’ un fatto che molta invidia e gelosia siano spesso suscitate da quest’usanza di fare dei regali.

Migliaia di dollari saranno peggio che buttati al vento in occasione del prossimo Natale e del Nuovo Anno per dei piaceri inutili.  Ma è nostro privilegio prendere la distanza dalle usanze e le abitudini di quest’epoca degenerata, e invece di spendere le nostre risorse per il puro soddisfacimento del desiderio, o per inutili ornamenti o articoli di abbigliamento, possiamo fare delle vacanze che si avvicinano un’occasione nella quale onorare e glorificare Dio.

Noi consigliamo tutti i nostri fratelli e sorelle di compiere una risoluta riforma in relazione a questi giorni di festa. Quanti apprezzano il dono del caro Figlio di Dio al fine di salvarli dalla distruzione, hanno ora un’opportunità favorevole per dare prova tangibile della loro gratitudine restituendo a Dio le proprie offerte di ringraziamento. Gli anziani e i giovani mettano da parte i loro modesti contributi come offerte consacrate a Dio. Se daremo per la causa del nostro Redentore la metà di quanto abbiamo speso per i nostri amici, faremo un gran bene e riceveremo una benedizione in cambio.

D07-11. Seguite l’Esempio di Cristo

Nei prossimi giorni di festa, facciamo in modo di rappresentare Cristo imitandone l’esempio che consisteva nell’attendere a fare del bene. E’ impossibile godere dell’approvazione divina se si vive solo per se stessi. Come Cristiani che professano una fede vivente nella prossima venuta del Figlio dell’uomo, che osservano tutti i comandamenti di Dio, facciamo degli sforzi sinceri per accostarci a Dio per mezzo di Gesù Cristo e stabiliamo un patto con lui per mezzo del sacrificio. Nei nostri principi di condotta dobbiamo elevarci al di sopra delle usanze e delle mode del mondo.  Cristo è venuto nel nostro mondo per innalzare le menti degli uomini fino al livello divino, e per metterle in un rapporto di simpatia con la mente di Dio.

Poiché ogni benedizione di cui godiamo ci è trasmessa grazie alla condiscendenza, all’umiliazione e al sacrificio di Gesù Cristo, dovremmo restituirgli i nostri doni migliori, soprattutto non negando l’offerta di noi stessi. Il sacrificio infinito che Cristo ha fatto per liberarci dalla colpa e dal dolore del peccato dovrebbe produrre in ogni cuore uno spirito di gratitudine e di abnegazione che non è manifestato dal mondo. Il dono che Dio ha fatto di Cristo all’uomo ha riempito tutto il cielo di stupore e ha ispirato, alla sua nascita, il canto angelico: “ Gloria a Dio nei cieli altissimi, e pace in terra agli uomini di buona volontà.”

Il giorno di Natale, ricordo prezioso del sacrificio fatto a favore dell’uomo, non dovrebbe essere dedicato alla ghiottoneria e all’indulgenza verso se stessi,  tanto da esaltare la creatura al di sopra del Creatore.  Noi che siamo partecipi di questa grande salvezza,mostriamo una qualche forma di apprezzamento di questo dono restituendo a Dio le nostre offerte di gratitudine.

In queste occasioni, se indulgessimo meno in festeggiamenti e baldoria , e invece le trasformassimo in strumenti per far del bene all’umanità, incontreremmo meglio la mente di Dio. E’ un piacere e una soddisfazione scambiare doni con i nostri amici, ma non ci sono oggetti più nobili e gloriosi per i quali offrire le nostre risorse , facendo del bene e illuminando il sentiero degli altri ?Molti non possiedono libri e pubblicazioni sulla verità presente: ecco qui un vasto settore in cui il denaro può essere investito in modo sicuro. C’è un gran numero di piccoli che dovrebbero essere provvisti di letteratura: The Sunshine Series, Golden Grain Series, Poem, Sabbath Readings,* ect. sono tutti dei libri preziosi e possono essere introdotti senza alcun pericolo in ogni famiglia.  Le piccole somme di denaro che abitualmente sono spese in dolciumi e in giocattoli inutili possono essere messe da parte per comprare questi volumi.

[*Nota: in questo articolo si fa riferimento a pubblicazioni di uso corrente allora e a progetti di costruzione. Poiché i principi espressi in relazione a questi sono applicabili anche oggi, i riferimenti specifici vengono mantenuti invariati nell’articolo che viene così riprodotto.]

I bambini necessitano di letture appropriate che produrranno divertimento e ricreazione e non corromperanno la mente o affaticheranno il corpo. Se verrà loro insegnato ad amare gli scritti romanzeschi e i racconti fantastici, i libri di carattere istruttivo e la saggistica diverranno sgradevoli per loro. La maggior parte dei bambini e dei giovani possederanno della letteratura che, se non è selezionata appropriatamente per loro, essi selezioneranno da soli.  Possono trovare ovunque delle letture scadenti che presto impareranno ad apprezzare. Ma se vengono loro fornite delle buone letture, allora coltiveranno un gusto in tal senso.

 

Degli sforzi particolari dovrebbero essere compiuti per escludere dalle nostre case quel tipo di letteratura che non può avere alcun effetto benefico sui nostri bambini.  Molti volti sono stata rattristata nel trovare sui tavoli o nelle librerie degli osservatori del Sabato pubblicazioni e libri pieni di storie romanzesche che i loro figli leggevano avidamente.

 

Ci sono persone che pur dichiarandosi fratelli non acquistano la Review, Signs, Instructor o Good Health ( si tratta di pubblicazioni periodiche della Chiesa Avventista contemporanea), ma che prendono una o più pubblicazioni secolari.  I loro bambini sono molti interessati nella lettura di racconti fantastici e di storie d’amore che possono trovare su tali giornali e che il loro padre può permettersi di pagare, mentre afferma di non potersi permettere di pagare i nostri periodici e le pubblicazioni sulla verità presente.  In tal modo i genitori educano il gusto dei loro figli a divorare avidamente le storie malsane, sensazionali che si trovano nelle rubriche dei quotidiani. Questo genere di lettura è dannoso; esso lascia una macchia nell’anima e incoraggia l’amore per una letteratura di poco valore che abbasserà gli standard morali e rovinerà la mente.

 

I genitori dovrebbero proteggere i loro bambini e insegnare loro a coltivare un’immaginazione pura e a fuggire, come se si trattasse della lebbra, le illustrazioni sentimentali che sono presentate nei quotidiani.  Sui vostri tavoli e nelle vostre librerie si trovino piuttosto pubblicazioni su argomenti di carattere morale e religioso, in modo che i vostri bambini possano coltivare un gusto per una lettura di valore. Quanti vogliano fare dei regali di valore ai loro figli e ai loro nipoti, procurino per loro i libri menzionati sopra.  Per i giovani la Vita di Joseph Bates( Life of Joseph Bates)  è un tesoro,  come anche i tre volumi dello Spirito di Profezia ( Spirito of Prophecy).  Questi libri dovrebbero essere collocati in ogni famiglia di questo paese.  Dio sta diffondendo la sua luce dal cielo e non una sola famiglia dovrebbe esserne priva.  I regali che farete siano tali da diffondere raggi di luce sul sentiero che conduce ai luoghi celesti.

D07-12. Offerte Consacrate a Dio

Nei tempi antichi ai figli d’Israele fu richiesto di celebrare tre feste annuali: la Pasqua , la Festa dei Tabernacoli, la Festa delle Settimane. Il Signore diede istruzioni affinché in tali occasioni i doni e le offerte fossero consacrate a Lui e nessuno Gli si presentasse dinanzi a mani vuote. Ma ai nostri giorni si è imposta una specie di moda che consiste nell’osservare queste occasioni di festa in modo tale da allontanare la mente da Dio piuttosto che portare gloria al suo nome.  Quelli che Dio ha benedetto dando loro prosperità dovrebbero riconoscere il Donatore, e riflettere sul fatto che dove molto è dato, molto deve essere richiesto.

 

Le nostre vacanze hanno perso di vista il loro vero proposito. Gli uni gli altri si sono colmati di regali, e la lode che doveva essere rivolta a Dio, al quale tutto appartiene, è diretta invece ai miseri mortali.

Le nostre case di adorazione in Oakland e a Battle Creek sono sotto il peso dei debiti. Il tabernacolo della Decima  appartiene a tutti e tutti dovremmo avere un interesse particolare per esso.

Per accogliere gli studenti nel College, i pazienti nel sanitario, i lavoratori negli uffici e il gran numero di adoratori che vengono costantemente dall’estero, la costruzione di una casa di adorazione spaziosa era una concreta necessità. Grandi responsabilità sono poste dinanzi ai fratelli di Battle Creek, come anche su coloro le cui braccia dovrebbero stendersi per sostenere questi interessi che sono al centro dell’opera del Signore.  In tutto il resto del mondo non esiste un campo di battaglia per la verità e la riforma simile a questo: qui sono in ballo grandi interessi.  La Scuola del Sabato e i College educano i giovani e determinano il destino futuro delle anime.  C’è qui una necessità costante di individuare strategie e risorse per l’avanzamento della verità e per la conversione delle anime. Il nostro popolo non è abbastanza vigile per far fronte alle richieste imposte dai tempi. La voce della Provvidenza fa appello a tutti quelli che hanno nei loro cuori amore per Dio, affinché si levino pronti di fronte a questa grande emergenza. Non c’è mai stato un tempo in cui come oggi fossero in questione fatti così decisivi.  Non c’è mai stato un periodo in cui sia stato richiesto al popolo che osserva i comandamenti di Dio l’espressione di altrettanta energia e di un più grande sacrificio personale.

D07-13. Un Albero di Natale

Ci stiamo approssimando alla fine di un altro anno: non coglieremo tutte le opportunità offerte da questi giorni festivi per portare a Dio le nostre offerte?  Non parlo di sacrifici, perché di fatto non faremo altro che restituire a Dio quello che è già suo, e che lui ci ha solo affidato finché non ce lo richiederà.  Dio si compiacerebbe davvero se a Natale ogni chiesa avesse un albero di Natale sul quale si appenderanno le offerte, grandi e piccole, per queste case di adorazione.  Ci sono pervenute delle lettere in cui ci era chiesto: -Dobbiamo avere un albero di Natale? Non sarebbe come imitare il mondo? Noi rispondiamo così: – Potete imitare il mondo se vi disponete in tal senso, oppure potete discostarvi da esso il più possibile.  Non c’è alcun peccato particolare nella scelta di un fragrante sempreverde e nel collocarlo nelle nostre chiese; il peccato invece sta nella motivazione che ci spinge ad agire e nell’uso che è fatto dei doni che sono posti sull’albero.

L’albero può essere tanto alto e i suoi rami tanto ampi per quanto l’occasione lo richiede; ma i suoi rami siano carichi dei frutti d’oro e d’argento della vostra beneficienza e presentatelo al Signore come il vostro regalo di Natale.  Le vostre donazioni siano santificate dalla preghiera e il frutto che porrete su quest’albero consacrato sia volto a rimuovere i debiti dalle nostre case di adorazione a Battle Creek, nel Michigan, e a Oakland, in California.

Una sola parola è sufficiente per chi è saggio.   Review and Herald, 11 dicembre, 1879.

D07-14. Un Albero per il Nuovo Anno

Alla fine del mio lungo viaggio a Est, ho raggiunto la mia casa in tempo per trascorrere l’ultimo dell’anno a Healdsburg. L’aula magna del College era stata preparata per una riunione della Scuola del Sabato. Ghirlande di cipresso, foglie autunnali, piante sempreverdi e fiori erano sistemate con gusto e una grande campana fatta di piante sempreverdi era appesa sul vano a forma di arco  all’ingresso della stanza.  L’albero era carico di doni, che dovevano essere impiegati a beneficio dei poveri e per contribuire all’acquisto di una campana. A parte pochi casi, i nomi dei donatori non erano riportati, ma si leggevano testi biblici e citazioni appropriati quando i doni erano tolti dall’albero. In questa occasione nulla era detto o fatto che potesse appesantire la coscienza di alcuno.

Alcuni mi hanno detto: “ Sorella White, che cosa ne pensa? E’ in accordo con la nostra fede?” Io rispondo: “ Lo è con la mia fede.”  A Healdsburg, San Francisco e Oakland ci sono molte cose che possono attrarre i nostri bambini; grandi somme di denaro sono spese ogni anno, a Natale a Capodanno, per acquistare doni per gli amici.  Questi doni in genere non producono soddisfazione, perché molti ricevono regali di cui non hanno bisogno, mentre sarebbero felici di ricevere qualche articolo diverso; alcuni ricevono lo stesso articolo da persone diverse, e altri non ricevono assolutamente nulla.

D07-15. Vacanze Interessanti

Abbiamo cercato di rendere le vacanze il più possibile interessanti per i giovani e per i bambini, impegnandoci contemporaneamente a cambiare quest’ordine di cose. Il nostro obiettivo è stato quello di tenerli lontani dai luoghi di divertimento consueti tra i non credenti.  Invece di seguire abitudini egoistiche che consistono nel dare a coloro dai quali ci aspetteremo dei regali in contraccambio, facciamo le nostre offerte al Signore. Questo piano si è dimostrato efficace in molte delle nostre chiese, ed è stato un successo in questa occasione, producendo un totale di 138 dollari di donazioni. Il nuovo anno, quindi, si è aperto con le offerte rese al Donatore di tutte le misericordie e benedizioni.

Ho  pensato che, se allontaniamo i nostri figli dai piaceri mondani che tendono a corrompere e a sviare, dovremmo offrire loro una ricreazione innocente per condurli in sentieri piacevoli ma privi di pericolo. Nessun figlio di Dio è necessario che abbia esperienze tristi o luttuose. I comandamenti divini, le promesse divine, mostrano che le cose stanno così. Le vie della saggezza “sono vie di piacevolezza , e tutti i suoi sentieri portano alla pace.” I piaceri di questo mondo producono infatuazione; e per il loro momentaneo diletto molti sacrificano l’amicizia del Cielo, insieme alla pace, all’amore e alla gioia  che questa comporta. Ma questi oggetti che scegliamo per il nostro godimento presto diventano ripugnanti, insoddisfacenti.

D07-16. Le Attrattive della Vita Cristiana

 

Vogliamo fare tutto quello che è in nostro potere per conquistare le anime, presentando loro le attrattive della vita Cristiana. Il nostro Dio è un amante del bello. Avrebbe potuto rivestire la terra di marrone e di grigio, e gli alberi con abiti da lutto invece che col loro fogliame di un verde vivace; invece egli vuole che i suoi figli siano felici.  Ogni foglia, ogni gemma che si apre e ogni fiore che sboccia è un segno del suo tenero amore, e noi dovremmo aspirare a rappresentare agli altri quest’ amore meraviglioso che si esprime nelle opere da lui create.

Dio vuole far sì che ogni famiglia e ogni chiesa eserciti un potere vittorioso per allontanare i bambini dai piaceri seducenti del mondo, e dall’associazione con coloro la cui influenza produrrebbe una tendenza alla corruzione.  Mettete ogni studio per conquistare i giovani a Gesù. Lasciate nelle loro menti l’impronta della misericordia e della bontà divine permettendo loro, per quanto siano peccatori, di gioire dei vantaggi, della gloria e dell’onore di essere figli e figlie dell’Altissimo. Che pensiero stupendo, che condiscendenza inaudita, che amore sorprendente,il fatto che degli uomini finiti possano essere simili all’Onnipotente ! “A loro egli ha dato la possibilità di divenire i figli di Dio, proprio a quelli che credono nel suo nome.”  “ Amati, ora voi siete i figli di Dio.”  Può un qualsiasi onore mondano eguagliare tutto questo?

Rappresentiamo la vita cristiana per quello che è veramente; rendiamo il cammino gioioso, invitante, interessante. Possiamo farlo se lo vogliamo.  Possiamo riempire le nostre menti di immagini vive di cose spirituali ed eterne, e così facendo contribuire a trasformarle in realtà anche per altre menti.  La fede vede Gesù che si pone come nostro Mediatore alla destra di Dio. La fede contempla le dimore che Egli è andato a preparare per quelli che lo amano. La fede vede l’abito e la corona preparati per il vincitore. La fede ode i canti dei redenti e avvicina a noi le glorie dell’eternità. Dobbiamo accostarci a Gesù in atto di obbedienza amorevole, se vogliamo vedere il Re nella sua bellezza.  — Review and Herald, 29 gennaio, 1884.


Ellen G. White Estate
Settembre, 1962
Rivisto nel Dicembre 1989
Silver Spring, Maryland

D08-01. Lo sviluppo del pensiero avventista sulle carni pure e impure

La distinzione dietetica tra carni pure e impure , basata su Levitico 11 e su Deuteronomio 14, è generalmente compresa e accettata tra gli Avventisti di oggi.  Diversamente dalle leggi cerimoniali del Vecchio Testamento, che si riferivano a Cristo, o dalle leggi civili, che governarono la teocrazia, queste leggi della salute erano basate sulla legge naturale e quindi non sono semplicemente applicabili a un’epoca e a un tempo determinato.

Così anche fra gli Avventisti che mangiano carne, queste carni impure sono evitate.  Gli Avventisti del XIX secolo, tuttavia,  in genere non accettarono questa distinzione tra carni pure e impure fondata sulla legge del Levitico, anche se condannarono chiaramente la carne di maiale.[1]

La proibizione della carne di maiale fu la prima ad essere stabilita, ma  anche per questo occorse del tempo. Prima che il messaggio sulla salute pervenisse a a Ellen White nel 1863, sia lei che James White scoraggiarono i membri che tentavano di imporre una proibizione del maiale.  “ Noi non crediamo, in nessun modo, che la Bibbia insegni che il suo uso , nell’ordinamento evangelico, è peccaminoso,” scrisse James White nel 1850.[2]

Nel 1858 un fratello del New England, si trattava senza dubbio di S.N.Haskell, iniziò nuovamente a scoraggiare l’uso del maiale e avrebbe voluto farne una  prova di fedeltà alla Parola di Dio.  La Signora White gli scrisse dicendo: “ Se è dovere della chiesa astenersi dalla carne di maiale, Dio lo renderà palese a più di due o tre persone.”[3]

Dopo la visione sulla riforma sanitaria, naturalmente, la Sig. White prese posizione contro il consumo del maiale, sostenendo che questo poteva causare “ scrofola, lebbra e umori cancerosi.” [4]

E’ significativo che lei ed altro Avventisti che scrissero contro l’uso del maiale entro l’anno 1866, ricavarono i loro argomenti in modo rigoroso da una prospettiva sanitaria. In altre parole, proprio perché alcuni argomenti biblici furono impiegati per rafforzare la proibizione del maiale, non possiamo concludere che in quel momento gli Avventisti fossero già ben avviati verso un insegnamento compiuto sulla distinzione tra carni pure e impure.

D.M. Canright, nel 1866, allude a Deuteronomio 14:8, “ E anche il porco, che ha l’unghia spartita, ma non rumina; lo considererete come impuro. Non mangerete della loro carne e non toccherete i loro corpi morti.”  Ma Canright non menziona nessun altra carne impura, e non fa alcun uso del materiale ulteriore che si trova in Deuteronomio 14 sull’argomento.[5] Quando, in un articolo dell’anno seguente, menziona le ostriche, egli fa riferimento ai poteri loro attribuiti di suscitare “un certo genere di sensazioni”, e non introduce alcun argomento biblico.[6]

Nel 1870 W.C. Gage, si assume il compito di confutare un periodico avventista rivale che obiettava alla “ asserzione scritturale secondo la quale il maiale è impuro.”  Ma Gage non cita né Deuteronomio 14Levitico 11. Infatti, Gage nota che “ Se le Scritture  mancano di dirimere la questione, allora sia la ragione a decidere. Esaminate l’animale e osservate le sue abitudini indecenti.” [7] Discute alcune delle testimonianze bibliche sul maiale, ma il suo articolo è ben lontano dall’offrire un contributo a una comprensione più vasta dell’insegnamento biblico sulle carni pure e impure,dimostrandosi, in effetti, piuttosto grossolano con i suoi argomenti naturalistici, ed esclusivamente interessato alla questione del maiale.

James White, in un articolo del 1872 sulla “ Carne di maiale,” mostra gli inizi di un’applicazione più estesa della legge del Levitico. Menziona di nuovo Deuteronomio 14:8, e cerca di confutare l’argomento secondo il quale la proibizione del maiale fosse puramente giudaica e di conseguenza non vincolante per i Cristiani. Ricorda ai suoi lettori che la distinzione tra puro e impuro nella Bibbia era riconosciuta molto prima che “esistesse un singolo giudeo.” Ma, ancora, tutto l’interesse della sua argomentazione sta nello screditare il maiale, non nello stabilire categorie generali di carni pure e impure. Non discute assolutamente i criteri biblici per tale distinzione.[8]

La distinzione generale tra carni pure e impure rimase, nella cerchia degli Avventisti, indeterminata per tutto il XIX secolo. Quando gli Avventisti argomentarono vigorosamente contro l’uso del maiale, la forza dei loro argomenti continuò ad essere rappresentata da criteri fisiologici. Uriah Smith rifiutò esplicitamente l’applicabilità della distinzione mosaica: “Noi crediamo che ci sia un fondamento migliore della legge cerimoniale della prima dispensazione sul quale poggiare ( la proibizione del maiale), perché se assumiamo la posizione che la legge è ancora vincolante, dobbiamo accettarla completamente, e allora avremo a nostra disposizione più di quanto possiamo facilmente liberarci. [9]

Per gli Avventisti del XIX secolo quindi era da scoraggiare, mentre il consumo di carne di maiale era  in pratica proibito. Altre carni che noi considereremmo impure evidentemente non erano considerate alla stregua del maiale.

Una volta, quando Ellen White era ammalata, suo figlio, W.C. White, riferisce che fu incoraggiata a bere un po’ di brodo di ostriche per rimettere in sesto il suo stomaco. Si dice che abbia provato a prenderne uno o due cucchiai, ma poi rifiutò il resto.[10]

E’ tuttavia provato che in un’occasione nella sua vita la Sig. White molto probabilmente mangiò delle ostriche. Nel 1882, quando viveva a Healdsburg, in California, scrisse una lettera a sua cognata, Mary Kelsey White, a Oakland, nella quale faceva la richiesta seguente: “ Mary, se ti è possibile fammi avere una buona scatoletta di aringhe, fresche, per piacere. Queste ultime, che Willie ha preso sono amare e vecchie. Senti, se puoi comprare una mezza dozzina di scatolette di buoni pomodori, per favore fallo. Ne avremo bisogno. E se puoi trovare alcune scatoletter di buone ostriche, prendile anche quelle.” [11]

Ellen White non fece alcun mistero del fatto che, in circostanze difficile, come quando viaggiava, oppure durante questi, quando era molto impegnata, mangiava un po’ di carne. Il libro Counsels on Diet and Foods, pubblicato nel 1938, riferisce quanto segue a proposito del suo modo di rapportarsi con l’uso della carne dopo che le fu data la visione sulla riforma sanitaria: “ Immediatamente tolsi la carne dalla lista dei miei cibi. Dopo di che, di tanto in tanto, mi trovai in situazioni in cui fui costretta a mangiare un po’ di carne.”[12]

Ciò è in armonia con le sue precedenti affermazioni che apparvero a stampa nel 1890, nel libro Christian Temperance and Bible Hygiene, in questi termini: Quando non mi era possibile avere il cibo di cui avevo bisogno, talvolta ho mangiato della carne; ma sto diventando sempre più timorosa a farlo.” [13]

Ma,inoltre, c’è traccia di una qualche negligenza, negli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento, che fece sì che un po’ di carne apparisse sulla sua tavola quando  poteva non essere necessario. Tenuto conto delle difficoltà di refrigerazione e di trasporto dei cibi nel XIX secolo,a quei tempi era un problema molto più consistente provvedere ad una dieta adeguata senza usare cibi carnei.

Nei primi anni ’90 la Sig. White espresse il suo mancato apprezzamento per la carne mentre era in viaggio per l’Australia.  Scrisse quel che segue: “ Loro posseggono una grande abbondanza di cibo nell’ambito dei prodotti della carne, preparati in modi diversi; ma, visto che io non gradisco una dieta carnea, mi resta  un vitto piuttosto misero.”[14]

Mentre era in Australia, all’inizio del 1894, Ellen White prese la decisione di non mangiare più carne, una posizione dalla quale non si allontanò per il resto della sua vita. Ne scrisse in questi termini: “ Fin dal congresso ( Camp-meeting) a Brighton ( Gennaio, 1894) ho bandito in modo assoluto la carne dalla mia tavola. Si tratta di una comprensione tale che, sia che mi trovi a casa oppure all’estero, nulla di questo genere deve essere usato nella mia famiglia, né giungere sulla mia tavola.  La mia mente, durante la notte, è stata raggiunta da molte indicazioni su questo soggetto.”[15]

La comprensione di Ellen White sulla distinzione puro-impuro sembra essersi consolidata nel corso del tempo. Nel 1864 notò incidentalmente che a Noè fu consentito di mangiare animali “puri” dopo il Diluvio.[16] E nel 1890, l’anno in cui fu pubblicato  Patriarchs and Prophets, osservò che i genitori di Sansone erano stati istruiti a negargli “ogni cosa impura”.

Questa distinzione “tra generi di alimenti puri e impuri”, non era  – disse – “ una normativa puramente  cerimoniale e arbitraria, ma si basava su principi sanitari.” Inoltre, la “meravigliosa vitalità” del popolo giudaico nel corso di migliaia di anni poteva essere fatta risalire a tale distinzione.[17] E’ significativo che non avesse notato questo aspetto della vita di Sansone nel 1881, quando scrisse gli articoli sui quali la maggior parte del materiale di Patriarchs and Prophets è basato. [18]

Nel 1905 si espresse ancora in modo favorevole sulla distinzione come era stata data ai Giudei, menzionando, stavolta, oltre al maiale, altri animali e uccelli le cui carni erano dichiarate impure.”[19]

Lo stesso passo continua enumerando altri aspetti delle leggi di salute giudaiche che gli Avventisti del Settimo giorno non avevano mai cercato di imporre, tanto che, riassumendo, può dirsi che la Sig. White non dichiarò mai in modo esplicito che la distinzione generale tra carni pure e impure era compresa tra quello che gli Avventisti del Settimo giorno erano ancora tenuti a osservare.  Le sue dichiarazioni che vanno nel senso di raccomandare la pratica giudaica certamente incoraggiano quella posizione, ma non la rendono mai esplicita.

Gli Avventisti di oggi, con la loro comprensione della distinzione tra carni pure e impure, devono dare il peso dovuto alla generale mancanza di tale insegnamento nella chiesa avventista del suo tempo  Nel 1883 W.H. Littlejohn, in una rubrica di domande e risposte della Review , disse che non era sicuro se le ostriche cadessero propriamente sotto la proibizione sulle carni impure che si trova in Levitico 11. Se era così, disse, sarebbe stato a motivo di qualche ragione naturale.[20] Fu proprio in questo periodo che Uriah Smith espresse il suo deciso disconoscimento dell’applicazione della legge Mosaica in questo ambito, come abbiamo sopra menzionato.

I riformatori della salute inizialmente menzionarono talvolta le ostriche nello spiegare perché i cibi carnei erano dannosi. Russell Trall, nel suo Hydropathic Cookbook (1857), disse che tutti i molluschi, incluse le ostriche, erano “cattivi alimenti.”[21]

Probabilmente erano più familiari agli Avventisti i commenti sulle ostriche di James C. Jackson, inclusi, insieme con altre critiche ai cibi carnei, in un articolo che James e Ellen White ristamparono in  Health: or How to Live.   Jackson si opponeva alle ostriche perché erano come degli spazzini.[22]

J.N. Loughborough disse che tutti i molluschi, comprese le ostriche, erano da riprovare perché contenevano poveri elementi nutritivi ed erano molto difficili da digerire.[23]

Infine, nel 1891, reagendo energicamente a dei commenti favorevoli sulle ostriche espressi da alcuni scienziati, Kellogg condannò tale creatura perché difficile da digerire, “ l’infimo degli spazzini,” e con la tendenza a contenere un veleno mortale, il tirotossico.[24]

Paragonate alla quantità di materiale letterario contro il consumo del maiale, tuttavia, le obiezioni alle ostriche e ad altre carni “impure” sono così minime da essere notate con difficoltà.

Di qualunque tipo possano essere state le consuetudini o le concezioni dei nostri pionieri su questo problema, noi non dovremmo mai basare le nostre personali decisioni relative a uno stile di vita sano sull’esempio di altri esseri umani. La Sig. White affermò questo principio chiaramente  nel 1901, durante una conversazione estemporanea avuta a Battle Creek:

[E’ lei stessa che parla] “ La Sorella White non ha avuto nella sua casa carni morte, né le ha cucinate in un modo o nell’altro per anni e anni. Ed ecco qui il principio sul quale alcuni poggiano la loro adesione alla riforma sanitaria: ‘ Ti ho detto che la Sorella White non ha mangiato carne e , ora, voglio che tu non mangi carne, perché la Sorella White non la mangia.’

“Bene, io non darei un fico secco, né me ne importa alcunché di una motivazione come questa. Se non avete acquisito una motivazione migliore – se cioè non volete mangiare carne perché la Sorella White non ne mangia – se sono io l’autorità, io non attribuirei alcun valore alla vostra riforma sanitaria.  Quello che voglio è che ognuno di voi si ponga con tutta la sua dignità personale davanti a Dio, con tutta la sua personale consacrazione a Dio, in modo che il tempio del suo spirito sia dedicato a Dio. ‘Chiunque distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui.’ Quindi voglio che tu rifletta su questo, senza fare di alcun essere umano il tuo criterio.”[25]

Senza alcuna sorpresa, risulta che S.N. Haskell, che fu trai primi a  sollecitare la chiesa ad andare verso l’abbandono del consumo di maiale, fu anche il primo a sostenere una chiara proibizione di tutte le carni impure, facendo un uso completo delle proibizioni di Levitico 11. Nel maggio del 1903, scrisse quel che segue:

“In molte cose la Bibbia pronuncia dei principi e a noi è lasciato il compito di esercitare il nostro giudizio in materia, mentre in molte altre questioni ci è dato un comandamento preciso…Nel suo progetto infinito [Dio] stabilì che una parte del regno animale adempisse un ruolo da spazzino…Affinché noi potessimo conoscere quegli animali che si nutrono di cibo pulito, egli pose su di loro un segno o un marchio.”[26] Haskell proseguiva citando Levitico 11:1-8 e concludeva così:  “L’uso alimentare di queste cose che Dio ha proibito è molto penoso agli occhi suoi.”


[1] Lo studioso del Nuovo Testamento John Brunt di recente ha messo in discussione la validità dell’uso della legge Levitica per stabilire la distinzione puro//impuro. La sua affermazione per cui l’interpretazione del Levitico di Ellen White spiega la posizione attuale della chiesa non è giustificata, come questo scritto cercherà di mostrare. Vedi John Brunt, “ Unclean or Unhealthful, An Adventist Perspective,” Spectrum,  vol. 11 ( Feb. 1981) , pp.17-23.

[2] James White, “Swine’s Flesh,” Present Truth, vol.1 (Novembre, 1850), p.87. Almeno due studi precedenti hanno discusso l’argomento prima di noi. Uno fu scritto da Richard Hammill nel 1945 durante gli anni  trascorsi come studente al Seventh-day Adventist Seminary; l’altro da David Giles, un altro studente del Seminario, nel 1977.  Giles non aggiunge molto a quanto scritto prima da Hammill. Io sono in debito con Hammill per avermi indirizzato a un numero di fonti rilevanti, ma penso che il suo scritto trascuri alcune distinzioni importanti.

[3] Ellen G. White, Testimonies for the Church,  vol.1 ( Mountain View, CA, 1948), p.207.

[4] Ellen G. White, Spiritual Gifts, vol.4 ( Battle Creek, MI, 1864) p.146.

[5] D.M.Canright, “The Bible on Meat,” Health Reformer,  vol.1 (dicembre, 1866) , p.66.

[6] D.M. Canright, “Why I do non Eat Swine”, Health Reformer, vol.1 ( aprile, 1867) p.135.

[7] W.C. Gage, “Pork Unclean”,  Health Reformer,  vol.4 ( Febbr., 1870) , p.150.

[8] James White, “Swine’s Flesh, Forbidden in the Word of God,” Health Reformer , vol.7 ( Gennaio 1872), p. 18.

[9] Uriah Smith, “Meats Clean and Unclean,” Review and Herald,  vol. 60 ( 3 Luglio, 1883), p.424.

[10] Arthur L. White, “Dietary Witness of the Ellen G. White Household,” ( Saggio non pubblicato, Washington D.C.,1978), p.15.

[11] Ellen G. White to Mary Kelsey White, 31 Maggio,1882. Lettera 16, 1882, p.1, ( Ellen G. White Estate, Washington, D.C.)

[12] Lettera 83,1901: Ellen G. White, Counsels on Diet and Foods ( Washington , D.C.,1938), p. 487.

[13] Ellen G. White, Christian Temperance and Bible Hygiene ( Batlle Creek, MI, 1890), p.118; in  Counsels on Diet and Foods, p. 394. )

[14] Lettera 32a,1891.

[15] Lettera 76,1895; in  Counsels on Diet and Foods ,  p.488. ( Vedi anche   Critique of Prophetess of Health,  pp.78-81)

[16] Ellen G. White, Spiritual Gifts, vol.3, Battle Creek, MI, 1860), p. 76.

[17] Ellen G. White,  Patriarchs and Prophets ( Washington, D.C., 1958 ), p. 562.

[18] Vedi Signs of the Times,  vol.7, 15,22,29 Settembre; 6,13 Ottobre, 1881.

[19] Ellen G. White,  Ministry of Healing ( Mountain View, CA, 1905) , pp. 311,312.

[20] W.H. Littlejohn, “Oysters,” Review and Herald, vol.60, (14 agosto 1883),p.522.

[21] Russell Trall, The New Hydropathic Cookbook  ( New York, 1857) , p.104.

[22] James C. Jackson, “Flesh as Food”, ibn James White, ed. Health: or How to Live (  Battle Creek, MI, 1865), p.19.

[23] John Loughborough, i The Hand Book of Health  ( Battle Creek , MI, 1868), pp. 191,192.

[24] J.H. Kellogg, Household Monitor of Health (Battle Creek,1891) pp. 131-136.

[25] Ellen G.White, “Talk by Mrs. E.G. White Before Representative Brethren, in the [Battle Creek] College Library, 1 Aprile , 1901, p.13. ( Ellen G. White Estate, Washington, D.C.)

[26] S.N. Haskell,  The Bible Training School,  vol.1 ( Maggio,1903) , p. 186.

 

Ellen G. White Estate

Washington, D.C.

27 Aprile,1981, Ristampato nel Marzo 1989.

D09-01. La genealogia di Ellen G. White – Un aggiornamento

Nel 1920 la linea ancestrale di Ellen White dalla parte del padre, fu ben documentata con la pubblicazione di The Harmon Genealogy, di Artemas C. Harmon. Pochi anni dopo il 1980, in attesa che fosse pubblicata la biografia in sei volumi di Ellen White, scritta da by Arthur White, il White Estate chiese ad un genealogista di professione di tracciare la linea ancestrale dalla parte della madre, di nome Eunice Gould Harmon. I risultati di tale ricerca furono pubblicati nel 1983 sotto forma di una mappa ancestrale (ancestral chart) (NDT albero genealogico??) che, risalendo indietro fino a cinque generazioni, identificò come antenato John Gold, figlio di Jarvis e Mary Gold, coppia che giunse in Massachusetts proveniente dalla Kent County, Inghilterra, nel 1635. La genealogia traccia la discendenza diretta (madre – padre – figlio) di Ellen White. La ricerca non si è estesa ai fratelli o ai fratelli degli zii, delle zie, cugini, ecc.

 

Durante gli ultimi anni del decennio dopo il 1990 furono sollevate delle questioni, alcuni si chiesero se la genealogia di Ellen White risaliva allo stato del New Jersey piuttosto che alla regione del New England. Pertanto, nel marzo del 2000 il White Estate chiese ad un qualificato genealogista indipendente, Roger D. Joslyn, attualmente presidente della American Society of Genealogists, di fare delle ricerche. Egli era specializzato negli stati nord-orientali compresi tra il New Jersey e il New England. Al signor Joslyn fu chiesto di ricontrollare l’accuratezza della genealogia che era a disposizione, per capire se gli antenati di Ellen White fossero originari del New Jersey; gli fu chiesto anche di esporre qualunque altra informazione rilevante che potesse emergere durante la sua ricerca, e di confrontarla con quella eseguita nel 1983.

 

Il Signor Joslyn consegnò il suo rapporto al White Estate nel mese di Maggio del 2002. Le sue conclusioni concordano con quelle raggiunte dalla ricerca eseguita venti anni prima. Pertanto la posizione del White Estate riguardo alla genealogia di Ellen White si basa su due ricerche genealogiche professionali, le quali dimostrano che Ellen White aveva delle origini Anglo-Sassoni. Poiché non sono emerse evidenze che dimostrano il contrario, il White Estate accetta le conclusioni dei due specialisti secondo le quali gli antenati di Ellen White giunsero nel New England nel 1635 provenienti dall’Inghilterra.

Si trovino in allegato il rapporto sulla ricerca genealogica eseguita dal Sig. Joslyn consegnata al White Estate, le sue note introduttive e le sue conclusioni relative alla sua ricerca.

 

Ellen G. White Estate
Aprile 2003

D10-01. Introduzione

La presentazione di Ellen G. White della storia del Gran Conflitto

(Ellen G. White’s portrayal of the Great Controversy story)

di ARTHUR L. WHITE

Ex Segretario del Ellen G. White Estate

(Questo articolo è apparso per la prima volta come supplemento alla ristampa di Spirit of Prophecy, vol. 4, pp. 507-549, edizione del 1969).

La collana di quattro volumi di Spirit of Prophecy di Ellen White, di cui questo libro fa parte, è solo una fase della presentazione completa e definitiva del conflitto tra Cristo e Satana. Poiché questi volumi sono ristampati, fornendo un anello storico nella presentazione e  riformulazione di tale conflitto, è opportuno esporre il modo in cui Ellen White ricevette le visioni che formano la base di questa opera. Intendiamo inoltre esporre il lavoro necessario alla scrittura e pubblicazione di questo materiale; desideriamo inoltre fare alcune considerazioni sull’affidabilità e autorevolezza di queste opere storiche, così come scaturiscono dalla penna ispirata.

La presentazione del tema ‘Gran Conflitto’ divenne un lavoro imponente e costituisce un’attività importante, presente durante tutto il ministerio della sor. White. I concetti che compongono la storia del conflitto hanno permeato tutta la sua vita e hanno plasmato le posizioni dottrinali e le attività della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. Alcuni porzioni di notevole importanza le furono rivelate i primi anni  e la sorella li fece rapidamente pubblicare sotto forma di articoli, come ad esempio  “La Mia Prima Visione” (“My First Vision”), “Visioni Successive” (“Subsequent Visions”) eccetera, articoli che si trovano nel libro Early Writings. Poi nel 1848, in una visione alla quale la sor. White dà but scant reference, la visione globale e panoramica le fu rivelata. A quel tempo l’attrezzatura per scrivere e le opportunità di stampare erano estremamente limitate. Alcune porzioni of the depiction furono presentati nei capitoli del suo primo libro, A Sketch of the Christian Experience and Views of Ellen G. White (1851). Questi ora sono presenti nella prima parte del libro Early Writings. Ma adesso esaminiamo la visione relativa al Gran Conflitto, del 1858.

D10-01. Una parola da parte del compilatore

Una Compilazione di Materiale Raccolto per la Ricerca del Gruppo di Lavoro sulla Filosofia della Musica, 1972
©Ellen G. White Estate – Silver Spring, Maryland – 1972 (Ribattuto Giugno 2003)

CONTENUTO

 

Una parola da parte del compilatore

In vista del prossimo incontro del comitato di studio sulla musica, è stato chiesto al White Estate di compilare  una raccolta di materiale di E. G. White che potesse contribuire alla ricerca che tale comitato doveva realizzare. Per tale scopo è stato utilizzato sia materiale pubblicato che materiale non pubblicato. E’ pensando sopratutto ai principi che stanno dietro ai consigli di Ellen G. White e all’applicazione di tali principi, che tale raccolta potrà essere utile nello studio intrapreso su questo argomento.

Con questo documento non si intende tentare di fare una presentazione generale sulla musica e neanche una presentazione esauriente.  E’ fortemente probabile che alcune importanti affermazioni notate da uno dei membri del comitato, sia stata tralasciata e non faccia parte della presente raccolta.

Crediamo tuttavia che nelle dichiarazioni che seguono siano presenti i principi base che possono essere adottati e applicati oggi con efficacia. Tali principi sono: il ruolo e le qualità della musica, l’impatto positivo e malefico della musica e l’uso efficace della musica nelle funzioni della chiesa. Vi si troveranno anche alcuni consigli per coloro che devono organizzare o animare un programma musicale.

In occasione di quel movimento che ebbe luogo in Indiana nel 1900 e nel 1901, in genere chiamato ‘movimento della santa carne’ (discusso in Selected Messages, Libro 2, pp. 31-39), la musica ebbe un ruolo importante. Abbiamo dei testimoni oculari di ciò che avvenne. Abbiamo i consigli di Ellen White basati su una visione che lei ricevette nel Gennaio del 1900  in Australia quando il ‘movimento della santa carne’ stava nascendo e altri consigli basati su resoconti che il pastore e la signora Haskell le mandarono sette mesi dopo che lei ricevette la visione.

Dalla combinazione di questo materiale emergono alcuni principi che oggi possono orientarci.

Sottomettiamo questo materiale  senza pretendere di offire una compilazione esaustiva ma nella speranza  che le seguenti citazioni contribuiranno ai lavori del summenzionato comitato di studio.

 

A. L. White, Secretario
Ellen G. White Estate
Washington, D. C.
30 Giugno 1972

D10-02. Il ruolo della musica

La Potenza del Canto. –La storia del canto nella Bibbia è piena di illustrazioni sui benefici del canto e della musica. La musica è spesso usata in modo perverso, per servire il male e come tale può diventare un potente strumento per indurre alla tentazione. Ma utilizzata correttamente diventa un prezioso dono di Dio, uno strumento per elevare i pensieri verso nobili temi e per ispirare l’anima.

Mentre i figli di Israele vagavano nel deserto si allietavano con la musica di canti sacri; allo stesso modo oggi i figli di Dio posso rallegrarsi nel loro pellegrinaggio. Per memorizzare delle parole bibliche non c’è un sistema migliore, se non quello di riperle cantando. E c’è della potenza in quel tipo di canto: forza per mitigare una natura rozza e volgare, potenza per stimolare il pensiero e la sensibilità, per promuovere azioni armoniose e per scacciare via la tristezza e presentimenti che scoraggiano e indeboliscono.

E’ uno dei mezzi più efficaci per imprimere nel cuore delle verità spirituali. Quanto spesso l’anima oppressa e disperata  trova conforto nel ricordarsi alcune parole di un canto, magari di uno imparato da bambini.  La tentazione perde la sua presa, la vita prende un nuovo significato l’anima ritrova coraggio e gioia!

Non si dovrebbe mai perdere di vista il fatto che il canto può essere uno strumento educativo (NDT o formativo) . Che nelle nostre case si cantino inni che sono dolci e puri; saremo meno critici e più propensi a esprimere gioia e speranza. Che si canti nelle scuole, gli scolari si sentiranno più vicino a Dio, ai loro insegnanti e gli uni agli altri.

Nei nostri servizi religiosi il canto è un atto di adorazione come lo è la preghiera. Infatti molti canti sono delle preghiere. —Education, pp. 167, 168.

Un’Arma Contro lo Scoraggiamento. – Se lodassimo molto di più il Signore e se esprimessimo meno il nostro scoraggiamento, conosceremmo molte più vittorie. —Lettera 53, 1896. (Evangelism, p. 499)

Esprimiamo con il canto la lode e il rendimento di grazie. Quando siamo tentati, invece di esprimere i nostri sentimenti, innalziamo in fede a Dio un canto di rendimento di grazie.

Il canto è un’arma che possiamo sempre usare contro lo scoraggiamento.Quando apriamo  il nostro cuore ai raggi che emanano dalla presenza del Salvatore, riceveremo salute e la Sua benedizione. –(NDT vedasi libro in italiano Orme Gran Medico) Ministry of Healing p. 254. (1905)

Per Fissare Verità Spirituali. – Il canto è uno dei mezzi più efficaci per fissare verità spirituali nei nostri cuori. Tramite le parole di un canto sacro, spesso diamo espressione al pentimento e alla nostra fede. —Review and Herald, 6 Giugno 1912.

Un Mezzo per Mantenere e Nutrire l’Esperienza Cristiana. – La mattina e la sera unitevi ai vostri bambini per adorare Dio, leggete la Sua Parola e cantate alla Sua lode. Insegnate loro a ripetere la legge di Dio. Riguardo ai comandamenti agli israeliti fu detto: “Li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua , quando sarai pr via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.” Pertanto Mosè chiese agli israeliti di mettere in musica le parole della legge.

Mosè credette che fosse essenziale esprimere i comandamenti sotto la forma di un canto, così che I bambini, mentre camminavano nel deserto, potessero imparare a cantare la legge versetto dopo versetto. Anche ai nostri giorni, quanto è importante insegnare la parola di Dio ai nostri bambini!

Collaboriamo con il Signore nell’isegnare ai nostri figli l’osservanza alla lettera dei comandamenti. Facciamo tutto ciò che è in nostro potere per avere della musica nelle nostre case, affinché Dio possa essere presente. —Review and Herald, 8 Settembre 1904. (Evangelism, p. 499)

Per Rendere Piacevole il Lavoro. –Fate del vostro lavoro una esperienza piacevole elevando dei canti di lode. —Child Guidance, p. 148.

Per Allontanare il Nemico. – Ho visto che ogni giorno dobbiamo elevarci e restare al di sopra delle forze dell’oscurità. Il nostro Dio è potente. Ho visto che cantare alla gloria di Dio spesso allontana il nemico e che lodare Dio caccia via l’avversario e ci dà la vittoria. —Lettera 5, 1850.

Il Canto Aiutò Gesù a Resistere al Nemico. –Quando il Cristo era un bambino come questi bambini qui, Egli fu indotto a peccare ma non cedette alla tentazione. A mano a mano che cresceva Egli fu tentato ma i canti che Sua madre gli insegnò tornavano alla Sua mente ed elevava un canto di lode. Prima ancora che i suoi compagni se ne rendessero conto, anche loro si mettevano a cantare con Lui. Dio desidera che noi usiamo qualunque mezzo che il Cielo ci ha fornito, per resistere al nemico. —Manoscritto 65, 1901. (Evangelism, p. 498)

Bringing Heaven’s Gladness. –(NDT vedasi libro tradotto Orme Gran Medico)  The early morning often found Him in some secluded place, meditating, searching the Scriptures, or in prayer. With the voice of singing He welcomed the morning light. With songs of thanksgiving He cheered His hours of labor, and brought heaven’s gladness to the toil-worn and disheartened. —Ministry of Healing p. 52. (1905)

He Sang Songs of Praise. – (NDT vedasi Speranza dell’Uomo) Often He expressed the gladness of His heart by singing psalms and heavenly songs. Often the dwellers in Nazareth heard His voice raised in praise and thanksgiving to God. He held communion with heaven in song; and as His companions complained of weariness from labor, they were cheered by the sweet melody from His lips. His praise seemed to banish the evil angels, and, like incense, fill the place with fragrance. The minds of His hearers were carried away from their earthly exile, to the heavenly home. —The Desire of Ages, pp. 73, 74.

D10-02. La Visione del Gran Conflitto, del 1858

Il fine settimana del 13 e 14 marzo 1858 il fratello James White e sua moglie Ellen G. White parteciparono agli incontri di Lovett’s Grove, nei pressi di Bowling Green, Ohio. La domenica pomeriggio James White stava dirigendo un funerale nei locali dove la mattina si era tenuto il culto. Dopo che parlò suo marito, la sor. White prese la parola per consolare la famiglia, che piangeva il suo caro. Mentre stava parlando la sor. White fu rapita in visione e per due ore, mentre la congregazione restò seduta (presente), il Signore si manifestò rivelandole una serie di soggetti importanti per la chiesa. A seguito di questa visione, la sorella scrisse:

Durante la visione che ho ricevuto a Lovett’s Grove, mi fu ripresentato il grande conflitto tra Cristo e Satana, che io ricevetti già dieci anni prima, e mi fu chiesto di metterla per iscritto. Mi fu rivelato che nonostante il fatto che io dovessi contendere con le forze dell’oscurità – difatti Satana avrebbe fatto di tutto per ostacolarmi – io dovevo confidare in Dio e nella presenza degli angeli; nel conflitto non sarei rimasta sola.—Life Sketches of Ellen G. White, p. 162.

Il giorno successivo James ed Ellen White intrapresero il loro viaggio di ritorno. Mentre erano in treno, riesaminarono le recenti esperienze e discussero sul da farsi per mettere per iscritto le visioni e per pubblicare quelle relative al gran conflitto. Fu deciso che la sor. White avrebbe fatto tutto questo appena sarebbero rientrata a casa.

La coppia non si rese conto che rivelare il carattere e gli inganni di Satana, avrebbe scatenato le sue ire, e che il nemico avrebbe fatto di tutto, con intensità e determinazione, per impedire la pubblicazione di un tale libro.

Arrivati a Jackson, Michigan, sulla strada per Battle Creek, la coppia si fermò per visitare i loro vecchi amici a casa di Daniel R. Palmer. In questo periodo la sor. White godeva di buona salute e l’esperienza che ebbe luogo la sorprese profondamente; ecco come la descrive:

Mentre stavo conversando con la sorella Palmer, la mia lingua si rifiutò di esprimere ciò che volevo dire e sembrò ingrossarsi e intorbidirsi. Una strana sensazione di freddo colpì il mio cuore, passò sopra la mia testa e scese sul mio fianco destro. Per un breve periodo persi la sensibilità, ma fui scossa dalla voce di una fervente preghiera. Provai a usare i miei arti sinistri, ma non ci riuscii—Ibid.

La sor. White si rese conto che questo fu il terzo episodio di paralisi che la colpì e per un po’ di tempo credette di non poter recuperare le forze; ma grazie alle perseveranti preghiere dei fratelli, lei recuperò in parte le forze e il giorno successivo fu in grado di proseguire il suo viaggio verso casa.

D10-03. La Visione viene Verbalizzata e Pubblicata

Nonostante l’intensa sofferenza, Ellen White iniziò a tracciare le scene relative al gran conflitto, così come le furono state rivelate. A riguardo, scrisse:

All’inizio fui in grado di scrivere solo una pagina al giorno per poi passare tre giorni in riposo; ma via via che progredivo, le mie forze ritornavano. Lo stordimento che aveva colpito la mia testa sembrava non annebbiare più la mente e prima che completassi il mio lavoro [Spiritual Gifts, vol. 1] l’effetto di quella paralisi mi abbandonò completamente — Ibid., p. 163.

Mentre stava completando il manoscritto per il libro, nel mese di giugno del 1858 la sor. White ricevette una visione relativa all’esperienza vissuta a casa del fratello Palmer, ecco cosa scrisse a riguardo:

Mi fu rivelato in visione che l’improvviso attacco che mi colpì a Jackson, fu un tentativo di Satana di prendere la mia vita con lo scopo di ostacolare l’opera che stavo per intraprendere; ma Dio inviò i Suoi angeli per salvarmi — Ibid.

Il mese di settembre fu annunciato agli avventisti osservatori del sabato, che in quel periodo erano meno di tre mila, che Spiritual GiftsThe Great Controversy Between Christ and His Angels, and Satan and His Angels era pronto per essere distribuito. Le sue 219 pagine presentavano brevemente le fasi più importanti del conflitto, nei tre brevi capitoli i cui titoli sono: “La Caduta di Satana” (“The Fall of Satan”), la “Caduta dell’Uomo”  (“Fall of Man”), e “Il Piano della Salvezza” (“The Plan of Salvation”). Poi la narrativa salta al “Primo Avvento di Cristo” (“First Advent of Christ”), con tredici capitoli dedicati alla vita e al ministerio de nostro Signore e degli apostoli. Negli ultimi venticinque capitoli del libro la White presenta gli eventi riguardanti i temi seguenti: “La Grande Apostasia” (“The Great Apostasy”), “La Riforma” (“The Reformation”), il Movimento dell’Avvento e le conclusive scene relative alla storia della Terra. Il libro chiude il tema del gran conflitto con un capitolo intitolato “La Seconda Morte” (“The Second Death”).

Mentre James e Ellen White si preparavano a pubblicare questo materiale, si rivolsero al pastore Roswell F. Cottrell, un pastore e studioso residente nella parte occidentale dello stato del New York. Essi gli chiesero di preparare un capitolo introduttivo sulla manifestazione dello spirito di profezia. Il libro inizia con un’introduzione di dodici pagine intitolata “Doni Spirituali” (“Spiritual Gifts”) firmata  “R.F.C.”

Questa prima opera, Spiritual Gifts, volume 1, fu ben accolta. Fu ristampata più volte. Poi nel 1882 fu pubblicata una nuova edizione, dapprima come un volume unico, e poi, alla fine dello stesso anno, fu incorporata come terza sezione del libro intitolato Early Writings (Primi Scritti).

D10-03. L’utilità della musica nella esperienza d’Israele

Canti che Imprimevano Lezioni nella Mente. – Mentre il popolo vagava per il deserto , molte lezioni venivano impresse nella mente attraverso dei canti. Dopo essere stati liberati dall’esercito del Faraone tutto il popolo di Israele elevò un canto di trionfo. Il gioioso canto risuonò sul deserto, sul mare e sulle montagne e riecheggiavano le parole di lode, “Cantate al Signore, percé è sommamente glorioso.” Esodo 15:21. Spesso durante il loro viaggiare questo canto veniva elevato ripetute volte , esso rallegrava i cuori e suscitava la fede nei pellegrini. Dietro richiesta divina, i comandamenti che furono dati al Sinai, le divine promesse di grazia e le testimonianze sul come Dio aveva liberato il Suo popolo, presero forma musicale e vennero cantati accompagnati dal suono di strumenti; con l’aiuto di questi canti di lode il popolo teneva il passo.

Così i loro pensieri venivano sollevati al di sopra delle prove e delle difficoltà incontrate,  gli spiriti turbolenti si calmavano , i principi della verità venivano inclucati nella memoria e la fede di fortificava. Azioni concertate insegnavano principi di ordine e unità e le persone si sentivano più vicine a Dio e a gli uni gli altri. —Education, p. 39.

Il Canto Veniva Insegnato Nelle Scuole dei Profeti. –Sia a scuola che nelle case molto insegnamento veniva dato oralmente; ma i giovani imparavano anche a leggere gli scritti ebraici, e potevano studiare i rotoli in pergamena dell’Antico Testamento. L’argomento principale che veniva studiato in queste scuole era la legge di Dio, assieme alle istruzioni date a Mosè, la storia sacra , musica sacra e poesia. —Education, p. 47.

Cosa Puo Realizzare la Musica. – (NDT Ricercare in Patriarchi e Profeti) Sanctified intellects brought forth from the treasure house of God things new and old, and the Spirit of God was manifested in prophecy and sacred song.

Music was made to serve a holy purpose, to lift the thoughts to that which is pure, noble, and elevating, and to awaken in the soul devotion and gratitude to God. What a contrast between the ancient custom and the uses to which music is now too often devoted! How many employ this gift to exalt self, instead of using it to glorify God! A love for music leads the unwary to unite with world lovers in pleasure gatherings where God has forbidden His children to go. Thus that which is a great blessing when rightly used, becomes one of the most successful agencies by which Satan allures the mind from duty and from the contemplation of eternal things.

Music forms a part of God’s worship in the courts above, and we should endeavor, in our songs of praise, to approach as nearly as possible to the harmony of the heavenly choirs. The proper training of the voice is an important feature in education and should not be neglected. Singing, as a part of religious service, is as much an act of worship as is prayer. The heart must feel the spirit of the song to give it right expression. —Patriarchs and Prophets, p. 591.

Esperienze del Passato. –Il viaggio verso Gerusalemme era una vera gioia: semplice, di impostazione patriarcale e, che sia intrapreso in primavera con la sua bellezza, o in estate con la sua ricchezza o nella gloria dell’autunno, il viaggio era sempre una esperienza gioiosa. Dall’anziano dai capelli bianchi ai piccoli bambini, tutti venivano con le loro offerte di gratitudine per incontrare Dio nella Sua sacra dimora. Mentre viaggiavano ai bambini venivano raccontate le esperienze del passato e le storie che, adulti e bambini, amavano così tanto. Venivano elevati i canti che rallegrarono i pellegrini nel loro girovagare nel deserto. I comandamenti di Dio venivano cantati e, nel contesto di una natura rigogliosa e di una gioiosa compagnia, essi erano per sempre impressi nella memoria dei bambini e dei giovani. —Education, p. 142.

D10-04. Dato per Rivelazione (Given by Revelation)

Nella prima frase di questo libretto Ellen White afferma: “Il Signore mi ha mostrato che un tempo Satana in cielo era un angelo onorato.” Le parole “Ho visto” (“I saw”) o le loro equivalenti in questo piccolo libro appaiono in media più di una volta in ogni pagina del libro. (Quando fu preparata una nuova edizione, pubblicata nel 1882, la frase “Ho visto” e i suoi equivalenti fu spesso omessa). Al lettore è chiaro che a volte Ellen White mette per iscritto scene che fanno parte di grandi visioni panoramiche (Vedasi Early Writings, p. 289). Altre volte certi eventi e il loro significato le furono presentati in modo simbolico. (Vedasi Early Writings, pp. 211, 213.)

Periodi importanti della storia venivano riassunti con affermazioni generali brevi e concise, ma che allo stesso tempo rivelavano sullo sfondo le forze del bene e del male che si contendevano (vedasi Early Writings, pp. 222-226).

D10-04. Qualità desirabili

Chiara Intonazione e Espressione Distinta. – Non ci sono parole che esprimano la profonda benedizione legata a una adorazione sincera. Quando gli uomini cantano con lo Spirito e discernimento, musicisti celesti ascoltano la melodia e si uniscono al canto di ringraziamento. Colui che ci ha accordato tutti i doni che ci permettono di lavorare con Lui, si aspetta che i Suoi servitori coltivino la loro voce affinché possano parlare e cantare in modo tale che tutti possano comprendere.  Ciò che serve non è cantare ad alta voce ma con una chiara intonazione, una pronuncia corretta e una espressione distinta. Che ognuno abbia cura della propria voce così che cantando si lodi Dio con toni chiari e dolci senza quella asprezza e quei stridolii che offendono l’orecchio. La capacità di cantare è un dono di Dio, che sia usato alla Sua gloria. — Testimonies, Vol. 9, pp. 143, 144. (1909)

Caratteristiche di una Musica che ha un Impatto Positivo. – La musica è in grado di fare del bene, tuttavia non sfruttiamo a pieno questo elemento dell’adorazione.  In genere cantiamo con impulsività o per occasioni particolari; altre volte chi canta lo fa in modo grossolano e la musica non ha quell’impatto che dovrebbe avere su coloro che ascoltano. La musica dovrebbe essere bella, dovrebbe commuovere e infondere energia. Eleviamo le nostre voci in canti di lode e consacrazione. Se possibile, che degli strumenti musicali assistino per elevare a Dio dono un glorioso, armonioso e accetevole.

Ma a volte è più difficile correggere e tenere in riga chi canta, che colui che ha l’abitudine di pregare o esortare. Molti voglioso fare le cose a modo loro, non accettano osservazioni e non hanno la pazienza di lavorare con i dirigenti. Nel servizio di Dio è necessaria un’ attenta planificazione. Nell’adorazione del Signore il buon senso è in qualcosadi eccellente.
Gospel Workers, p. 325. (1892) (Evangelism, p. 505)

Emozioni Positive. – La voce umana ha la capacità di trasmettere forti emozioni e se colui che la usa è pronto a fare determinati sforzi, svilupperà delle capacità nel canto e nel parlare che saranno utili per vincere delle anime a Cristo. — Manoscritto 22, 1886. (Evangelism, p. 504)

Vove Alta non Necessaria ma Piuttosto delle Buone Qualità. – Il modo in cui cantiamo può migliorare considerevolmente. Alcuni credono che per fare musica bisogna cantare a voce alta; ma il rumore non è musica. La buona musica deve essere come il canto degli uccelli, dolce e melodiosa. In alcune delle nostre chiese ho sentito dei solo che non sono per niente appropriati per un luogo di culto. Note trascinate a lungo e suoni tipici del canto operistico non sono graditi agli angeli. Essi si dilettano nell’ascoltare semplici canti di lode cantati con toni naturali. Quando cantiamo e pronunciamo chiaramente ogni parola, gli angeli si uniscono a noi nel cantare inni che partono dal cuore e che sono comprensibili ed edificanti. —Manoscritto 91, 1903. (Evangelism, p. 510)

Con Solennità e  Rispetto. – La melodia del canto, che sgorga dai cuori con una espressione  chiara e distinta, è uno degli strumenti che Dio usa per conquistare anime. Tutte le nostre riunioni dovrebbero essere condotte con solennità e rispetto, come se fossimo alla presenza visibile del Maestro . —Testimonies, Vol. 5, p. 493.

Con Melodia e Chiarezza di espressione.
– Sono felice di notare che l’elemento musicale sia stato introdotto nella scuola Healdsburg. In ogni scuola è urgentemente necessario insegnare a cantare .    Dovrebbe esserci molto più interesse nella formazione della voce di quello che si manfesta al momento. Studenti che hanno imparato a cantare dolci canti evangelici con melodia e chiarezza di espressione, possono fare evangelizzazione cantando. Essi troveranno molte opportunità per usare il talento che Dio ha dato loro; con una melodia potranno portare un po’ di calore in molti luoghi solitari oscurati dal peccato e dall’afflizione, potrebbero anche cantare presso coloro che non hanno i privilegi di aveve una vita di chiesa.

Studenti, andate per le grandi strade e entrate nei vicoli. Cercate di raggiungere sia le classi più elevate che quelle più popolari. Entrate nelle case dei ricchi e dei poveri e, quando è il caso, chiedete,  “Le farebbe piacere se cantassimo qualcosa? Saremmo lieti se potessimo presentare alcuni canti.” Poi, quando i cuori si sono scaldati, vedete se è il caso di offrire une breve preghiera invocando una benedizione divina. Pochi rifiuterano.

Tale opera è un vero lavoro missionario. Dio desidera che ognuno di noi sia convertito e sia coinvolto in qualche attività  missionaria. Quando ci metteremo al servizio degli altri Egli ci benedirà e vedremo la Sua salvezza. — Review and Herald, 27 Agosto 1903. (Porzioni in Evangelism, p. 504)

Uno dei Talenti Affidati da Dio. – La voce umana che si esprime nel canto è uno dei talenti che Dio ci ha affidato e che deve essere usato alla Sua gloria. Il nemico della giustizia conosce l’importanza di questo talento e lo usa. Cosi, quello che è un dono di Dio, dato per essere una benedizione, viene perverito, manipolato e messo al servizio di Satana e dei suoi piani. Il talento di una bella voce è una fonte di benedizioni se viene consacrata al Signore e se è messa al servizio della Sua causa. —Lettera 62, 1893. (Evangelism, p. 498)

Il Coro e il Canto Comunitario. – Quando si tengono delle riunioni, che alcuni siano scelti per offrire dei canti. E che il canto sia accompagnato da strumenti ben suonati. Nella nostra opera non dobbiamo opporci all’uso di strumenti musicali. Questo aspetto del culto deve essere condotto con cura, poiché con il canto lodiamo Dio. Che il cantare non sia sempre fatto solo da alcuni, ma che tutta la congregazione canti il più spesso possibile. —Testimonies, Vol. 9, p. 144. (1909)

Il Canto Liturgico. – Il cantare non sia sempre fatto solo da alcuni. Tutti i presenti dovrebbero unirisi al canto liturgico. —Lettera 157, 1902. (Evangelism p. 507)

Ancora Sull’Uso di Strumenti Misicali. – Che l’opera si arricchisca di chi ha il talento del canto.  L’uso di strumenti musicali non dovrebbe essere oggetto di obiezioni. Essi venivano usati nelle funzioni religiose del passato. Gli adoratori lodavano Dio con l’uso di arpe e cembali, la musica  strumentale dovrebbe far parte dei nostri culti, li renderà più interessanti. –Lettera 132, 1898. (Evangelism, pp. 500-501)

Musica Strumentale alla Conferenza Generale del 1905. – Sono felice di constatare la presenza qui di strumenti musicali. Dio desidera che li usiamo. Egli vuole che noi Lo adoriamo con il cuore, l’anima e la voce, per esaltare il Suo nome davanti al mondo. —Review and Herald, 15 Giugno 1905. (Evangelism, p. 503)