D04-02. Il profeta è ispirato in modo diretto, non così gli altri

Nel senso più elevato, il profeta era colui che parlava per ispirazione diretta, comunicando al popolo i messaggi ricevuti da Dio. Ma lo stesso nome di profeta fu attribuito anche a coloro che, per quanto non così direttamente ispirati, furono chiamati da Dio a istruire il popolo nelle opere e nelle vie di Dio. Per preparare questa classe di insegnanti, Samuele, sotto la guida di Dio, fondò le scuole dei profeti. (Education, p.46)

D04-03. Guidato da Dio, ma non ispirato nel senso più completo

Un fratello chiese alla sorella White: ‘Pensa che dobbiamo giungere alla comprensione della verità da noi stessi? Perché non possiamo accettare le verità che altri hanno raccolto, prestando fede a costoro che hanno investigato a fondo tali argomenti? Così saremo liberi di andare avanti senza stancare la nostra mente nell’approfondimento di questi soggetti. Non pensa che le persone che hanno spiegato la verità in passato fossero ispirate da Dio?

Non oso dire che non fossero guidati da Dio, perché Cristo guida verso ogni verità; ma per quanto concerne l’inspirazione nel senso più pieno, la mia risposta è no. (Counsels to Writers and Editors, p.33,34)

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D04-04. L’assistenza angelica non è il fondamento per rivendicare l’ispirazione

A proposito di Martin Lutero Ellen White affermò:

“ Gli angeli del cielo erano al suo fianco e raggi di luce provenienti dal trono di Dio rivelavano alla sua mente i tesori della verità”. (The Great Controversy, p. 122)

E di William Miller scrisse:

“Per commuovere il cuore di un agricoltore che non aveva creduto nella Bibbia e per spingerlo allo studio delle profezie, Dio inviò il suo angelo. Gli angeli visitarono ripetutamente quell’uomo scelto da Dio, per guidare la sua mente e aprirla alla comprensione delle profezie che erano sempre risultate oscure al popolo di Dio”. (Early Writings, p.229).

Fonti attendibili riferiscono che Ellen White abbia a voce dichiarato di aver visto un angelo di Dio che era al fianco del pastore Uriah Smith mentre scriveva. Sebbene non ci sia conferma di questo in documenti scritti, quanto ella dice non è incoerente con quanto espresso nelle precedenti citazioni. Ma ci sono seri motivi per supporre che tali uomini, pur aiutati dallo Spirito di Dio, non fossero ispirati come lo erano i profeti.

Nel 1895, Ellen White riferì di un’esperienza nella quale un capo colportore le aveva posto direttamente la domanda sull’ispirazione dei libri scritti da Uriah Smith. “ Lei crede che siano ispirati, vero?”, le aveva chiesto. Lasciando intendere che considerava folle una simile domanda, replicò: “Forse lei può rispondere a tale domanda, io no”. (E. G. White, Lettera 15, 1895).

D04-05. Nel 1894 Ellen G. White discute la questione fondamentale

Di tanto in tanto mi giungono resoconti di affermazioni che la sorella White si dice avrebbe fatto, ma che sono del tutto nuove per me. Queste non possono non sviare il popolo di Dio dai miei veri punti di vista e insegnamenti.

Una sorella, in una lettera a un suo amico, parla con grande entusiasmo di un’affermazione del fratello A. T. Jones secondo la quale la sorella White avrebbe visto che il tempo è venuto nel quale, se manteniamo una giusta relazione con Dio, tutti possono ricevere il dono della profezia nella stessa misura di coloro che ora ricevono delle visioni. Da quale autorità proviene questa affermazione? Devo pensare che la sorella abbia frainteso il fratello Jones, perché non posso pensare che abbia detto questo.

L’autrice della lettera così continua: “Il fratello Jones ha detto ieri sera che le cose stanno in questo modo: Dio non parlerà a tutti per il beneficio di tutti gli altri, ma a ciascuno per il suo proprio beneficio personale. In questo consiste l’adempimento della profezia di Gioele. Ha affermato che ciò sta già verificandosi e ci sono molti esempi. Si è espresso come se pensasse che nessuno avrebbe avuto una posizione di rilievo come quella che la sorella White rivestì e rivestirà in futuro. Ha preso come esempio Mosè. Era un leader, ma contemporaneamente, nelle Scritture, ci si riferisce a molte altre persone che profetizzano, benché le loro profezie non siano state pubblicate…”. Queste idee relative alla funzione profetica, non esito a dirlo, sarebbe stato meglio che non fossero mai state espresse. Una dichiarazione come questa prepara la strada a una situazione dalla quale Satana trarrà sicuramente vantaggio per introdurre dei falsi esercizi spirituali. C’è il pericolo non solo che menti poco equilibrate siano portate verso il fanatismo, ma che persone astute sfruttino tale eccitazione della mente per favorire i loro propositi egoistici.

Gesù levò la sua voce per avvertirci: “Attenti ai falsi profeti, che vengono in veste di pecore, ma che intimamente sono dei lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti”. “Così dice il Signore degli eserciti, non date ascolto alle parole che questi profeti vi rivolgono, essi eccitano la vostra vanagloria. Essi presentano una visione che proviene dal loro cuore, ma non dalla bocca del Signore”. “Molti vi diranno: Ecco il Cristo; egli è là; non credete loro, perché falsi cristi e falsi profeti sorgeranno e faranno segni e prodigi, per sedurre, se possibile, anche gli eletti. Ma fate attenzione, perché io vi ho preannunciato tutte queste cose”. (Lettera 6, 16 marzo 1894, pubblicata in Selected Messages, vol. 3, p. 340, 341).

D04-06. Un avvertimento per il Pastore A.T. Jones

Lei non potrà essere mai abbastanza prudente quando parla del dono profetico e afferma che ho detto questo o quello a tale proposito. So benissimo che siffatte dichiarazioni incoraggiano uomini, donne e bambini a immaginare di aver ricevuto da Dio rivelazioni particolarmente luminose, mentre di fatto non hanno ricevuto alcuna luce. Mi è stato mostrato che questo costituirà uno dei capolavori di Satana per ingannare gli uomini. Lei sta imprimendo all’opera del Signore una direzione che non potrà essere corretta se non al prezzo di sforzi lunghi e di un ingente logorio spirituale, per salvare la causa di Dio dagli eccessi del fanatismo. (E.G. White, Lettera 103, 15 marzo 1894, pubblicata in Selected Messages, vol 2, p.86).