D20-01. Introduzione

La lettera di Prescott a W. C. White (6 Aprile 1915) – Un’analisi delle circostanze riguardanti una lettera scritta da W. W. Prescott a W. C. White relativa alla preparazione dei libri di Ellen White.

Un documento preparato da Arthur L. White

  • LA LETTERA A W.C. WHITE AIUTA A COMPRENDERE LA SITUAZIONE
  • LA LETTERA DI PRESCOTT DEL 6 APRILE 1915
  • INDIVIDUAZIONE DI ALCUNI PERICOLI
  • W. W. PRESCOTT LASCIA LA REVIEW PER INTRAPRENDERE L’EVANGELIZZAZIONE NELLE CITTÀ
  • ALTRI AMMONIMENTI A DANIELLS E PRESCOTT
  • UN DESIDERIO DI CORREGGERE I LIBRI DELLA DENOMINAZIONE
  • DUE PUNTI NELLA LETTERA DI PRESCOTT
  • PRESCOTT E DANIELLS REAGISCONO IN MODO DIVERSO AI CONSIGLI DELLO SPIRITO DI PROFEZIA
  • W. W. PRESCOTT’S MAJOR PROBLEM–THE PRODUCTION OF THE E.G. WHITE BOOKS
  • UNA QUESTIONE DI PRESCOTT RIGUARDANTE LO SPIRITO DI PROFEZIA
  • UN’OPERA CHE PARLAVA DA SÉ
  • LA GENTE ERA LASCIATA NELL’IGNORANZA CIRCA ALCUNI FATTI SOSPETTI?
  • CIRCOSTANZE CHE FANNO LUCE SELLA QUESTIONE
  • W. C. WHITE E LA CONFERENZA BIBLICA DEL 1919
  • LE CONDIZIONI MIGLIORANO
  • LA RISPOSTA (REAZIONE) DI W. C. WHITE RESPONSE — 7 MAGGIO 1915
  • PRESCOTT DOPO IL 1915
  • APPENDICE A – LA LETTRA DI PRESCOTT A W.C. WHITE
  • APPENDCE B – LA LETTERA DI W. C. WHITE AL PASTORE PRESCOTT

Una lettera confidenziale scritta dal pastore W. W. Prescott sta liberamente circolando e viene usata completamente fuori dal suo contesto. Alcune problematiche menzionate in essa riguardo a certe fasi nella storia della denominazione e altre che riguardano lo Spirito di Profezia sono interpretate come un tentativo di ‘coprire’ qualcosa che riguarda la gestione degli scritti di Ellen G. White. Crediamo che certe circostanze e situazioni devono essere capite se si intende valutare e comprendere la lettera con correttezza. Eccole, in breve:

Vita ed Esperienza: W. W. Prescott nacque nel1855 in seno ad una famiglia avventista , crebbe nella Nuova Inghilterra ingl. New England e si laureò presso il Dartmouth College nel 1877. Gli otto anni successivi si divise tra l’insegnamento e il lavoro editoriale (Vedasi SDA Encyclopedia, voce, “W. W. Prescott,” pp. 1148, 1149). Nel 1885 Prescott fu chiamato ad essere presidente del Battle Creek College dove lavorò fino al 1894. Quando l’Union College fu aperto nel 1891, gli fu chiesto di curare la sua presidenza pur continuando a servire in Battle Creek, e quando il Walla Walla College fu aperto l’anno successivo gli fu affidata la presidenza anche di questa istituzione. Nel 1891 egli organizzò il primo corso fi formazione per insegnanti, che duro sei settimane.

Dopo aver servito il college come presidente fino al 1894, grazie alla sua reputazione come studioso della Bibbia, fu mandato in diverse nazioni per animare corsi sulla Bibbia (Ingl. Bible institutes).

Concluse il suo viaggiare trascorrendo un periodo di dieci mesi in Australia dove collaborò alla creazione della scuola di Avondale. Mentre si trovava in Australia tenne delle conferenze evangelistiche che furono ben accolte. In seguito Prescott fu chiamato in Inghilterra dove lavorò  spesso con E. J. Waggoner. Egli adottò alcune delle vedute di Waggoner sulla santificazione. Durante la sessione del 1901 della Conferenza Generale fu chiamato a servire come un vice presidente, una posizione che mantenne fino al 1905, e cioè fino all’età di 50 anni. Nei primi mesi del 1902 fu invitato a unirsi al personale della redazione della Review and Herald e quando morì Uriah Smith nel 1903 fu nominato redattore, una posizione che tenne fino ad alcune settimane dopo la sessione della Conferenza Generale del 1909. A quel tempo, dietro consiglio di Ellen White, e con il parere favorevole dei suoi fratelli, fu liberato dalle responsabilità editoriali per dedicarsi a tempo pieno all’evangelizzazione nelle grandi città. Non fu facile per lui fare fronte a tale sfida.

Dal 1909 al 1915 fu il redattore del Protestant Magazine, una rivista trimestrale pubblicata dalla  Review and Herald. Nel 1915, all’età di sessanta anni, Prescott, in preda alla delusione e la depressione, con un cuore pesante, scrisse a W. C. White, un uomo conosciuto da una vita, un anno più anziano di lui.

D20-02. La lettera a W.C. White aiuta a comprendere la situazione

La lettera di Prescott, datata 6 Aprile1915, fu scritta in risposta a quella che W. C. White gli scrisse il 12 Marzo. (Entrambe le lettere appaiono in Appendice). White scrisse dell’incidente di sua madre che la obbligò a cessare la sua opera letteraria; scrisse anche della produzione di libri, ormai terminate. Scrisse inoltre della sua recente visita a Washington e della sua conversazione con Prescott e della loro discussione sulle “perplessità che” si aggiungevano sul suo  “fardello di tristezza.” Menzionò anche l’ “amore e la tenerezza di sua madre ” manifestati nei suoi confronti e dell’alta stima che lei aveva di suo figlio.

La stima di Ellen White nei confronti di Prescott si rivelò in occasione di un evento che ebbe luogo nei primi anni dopo il 1890. Nel 1892 apparve  in seno alla chiesa americana una certa Anna Philipps che sosteneva di essere guidata da Dio mediante visioni e che trasmetteva i suoi messaggi ai membri di chiesa e ai dirigenti attraverso delle “testimonianze.” Entrambi A. T. Jones e W. W. Prescott la sostennero e portarono i suoi messaggi in alcune delle nostre grandi chiese. La sor. White era in Australia quando la raggiunse la notizia che l’opera della signorina Phillips non era da approvare e che tale opera fu sostenuta senza averla esaminata e messa alla prova; cio imbarazzò notevolmente sia Jones che Prescott. Si ritrovarono in una posizione impacciata e rischiavano di essere severamente criticati dai fratelli. Ma Ellen White il primo giugno del 1894 scrisse, dall’Australia:

“Provo dei sentimenti molto teneri nei confronti dei nostri fratelli che hanno fatto questo sbaglio … i fratelli  Jones e Prescott sono i messaggeri che il Signore ha scelto e che ama. Per molti anni hanno collaborato nell’opera di Dio. Sebbene io non posso approvare i loro errori, sono vicina a loro e mi sento unita a loro e alla loro opera.

“Il Signore vede che hanno bisogno di umiliarsi alla Sua presenza e di imparare lezioni che li aiutino a fare più attenzione ad ogni passo che fanno e a ciò che dicono. Questi fratelli sono degli ambasciatori di Dio. Hanno colto con rapidità i brillanti raggi che emanano dal Sole di giustizia e sono stati pronti a condividere la luce celeste con altri.”–Lettera 27, 1894.

Il 12 Marzo 1915, concludendo una sua lettera al pastore Prescott, W. C. White scrisse:

“Vorrei sinceramente trovare le parole o fare qualcosa per consolarla, per aiutarla a riscoprire  la gioia, la speranza e la fiducia nella sua opera; che è durata una vita e nella quale i fratelli hanno visto la mano presenza di Dio.”

Le implicazioni sono interessanti e apportano dei chiarimenti. Prescott si trovava in uno stato di delusione e scoraggiamento. W. C. White cercava di sollevare il suo cuore.

D20-03. La Lettera di Prescott del 6 Aprile 1915

Rispondendo a W. C. White, il pastore Prescott espresse le sue preoccupazioni menzionando quattro argomenti diversi: l. la sua delusione personale perché lui e i suoi assistenti forse non avrebbero vissuto abbastanza per testimoniare il coronamento dell’opera. 2. La preoccupazione per non essere riusciti a correggere gli errori contenuti nei nostri libri. 3. Esperienze personali traumatiche vissute durante i precedenti sei-otto anni. 4. Gli scritti di Ellen G. White e il modo in cui erano gestiti.

Prima di analizzare queste preoccupazioni  è bene prendere nota dell’apparente turbamento di Ellen White riguardo al rapporto che Prescott aveva con alcune cose che avvenivano in seno alla denominazione. Ella sembrava soddisfatta sul modo in cui lui teneva la presidenza del Battle Creek College, ma era delusa dal fatto che egli difendeva le visioni di Anna Phillips. La sor. White era soddisfatta del lavoro che il fr. Prescott aveva svolto in Australia e in modo particolare dei risultati degli sforzi evangelistici che lui tenne.

Ma nel 1901 Ellen White ricevette una rivelazione (Ingl.light) riguardo al fatto che il fr. Prescott stava correndo il pericolo di assimilare alcuni degli insegnamenti di E. J. Waggoner sulla santificazione e su alcuni altri punti, e cosi lei formulò un avvertimento.

Nel mese di Luglio del 1902 lei consigliò che il pastore  Prescott non si dedicasse interamente al lavoro redazionale o all’insegnamento, ma piuttosto ad un ministerio pubblico, in modo particolare ai camp meetings e che lui dovessere essere lasciato libero di dedicarsi a tale opera (Ms 104, 1902). Voleva forse Ellen White fare un gentile tentativo di indirizzare il pastore Prescott verso un opera indirizzata alla salvezza delle anime, per evitare che la sua anima si barricasse? Dichiarazioni successive sembrano sostenere questo tentativo.

Nel 1905 in una visione Ellen White vide il pastore Prescott che insieme ad altri partecipava ad una riunione durante la quale venivano vagliati degli aspetti scoraggianti dell’opera e le “furono presentate le possibilità di uno scoraggiamento ” (Ms 115, 1905). Un messaggero celeste si manifestò tra i presenti e diede questo monito: “Dovete servire Dio in modo più perfetto. Non ho trovato che le vostre vie siano perfette al cospetto di Dio. C’è bisogno di una fede più solida e di più gioia nel Signore” (Ibid.).

D20-04. Individuazione di alcuni pericoli

Durante questo periodo, o poco dopo, Ellen White descrisse una scena nella quale i pastori Prescott e Daniells stavano conversando con il dott. Kellogg e che stavano all’ascolto di subdoli e ingegnosi ragionamenti provenienti da alcuni angeli malefici che erano nelle vicinanze. Entrambi  Prescott e Daniells sembravano confusi circa l’opera di Ellen White, la consideravano un mistero. Ella descrisse ciò che le sembrava una lotta tra la vita e la morte da parte dei due uomini. Kellogg, con modo di fare sottile e subdolo, quasi ebbe il sopravvento.

Poi, grazie all’intervento di un messaggero celeste, gli uomini pensarono di  “esaminare l’esperienza passata del popolo di Dio; di rivedere la storia dell’opera sin dall’inizio,” poi fu rivolta una domanda: “Questa opera si è realizzata cosi come era previsto che si realizzasse? Has this work been what it has been represented to you to be?” In seguito il messaggero celeste fece passare davanti a loro “scena dopo scena” fino a quando videro che la verità aveva l’approvazione del cielo sia nelle questioni del passato che del presente e più marcatemente che mai nelle cose del futuro  (Lettera 100, 1911). (Probabilmente scritta prima, ma copiata e archiviata nel 1911.)

Il 22 maggio del 1908, mentre Prescott era ancora redattore della Review and Herald, Ellen White gli rivolse  un avvertimento:

“A volte, pastore Prescott, lei è stato molto vicino al naufragio della sua fede. Solo la grazia di Dio e la fiducia che lei ha avuto nei messaggi che Egli le ha mandato mediante lo Spirito di Profezia hanno evitato il peggio. Mi è stato mostrato che sebbene lei abbia molti anni di esperienza nella causa di Dio, lei corre ancora il pericolo di fare gravi errori.

“Lei tende a prendere a cuore questioni di minore importanza che lei considera rilevanti e sulle quali lei dà molto peso. In tali circostanze Satana osserva e aspetta di avere l’opportunità di influenzare la sua mente e, tramite lei, di operare nella mente di molti altri , inducendoli a dubitare. Il Signore non l’ha chiamata a compiere tale opera. Su alcune questioni il mantenere il silenzio rivelerà uno spirito saggio e discreto.”–Lettera 166, 1908.

Ellen White continuò ad ammonire e dare consigli:

“Satana opera con tutta la sua ingegnosità per sviare le anime. Cosa faremo? Dobbiamo credere che il Signore è pronto a sollevare e sostenere il debole.

“Lei troverà forza nel dimorare su ciò che è spirituale. Che la santificazione che scaturisce dalla verità contenuta nella Parola di Dio si manifesti nella sua vita. Che tale strumento purifichi e nobiliti la sua anima. Il Signore desidera che i Suoi servitori camminino umilmente in Sua presenza. ‘Prendete su di voi il mio giogo,’ Egli ci invita, ‘e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e e il mio carico è leggero.’”–Ibid.

Alcuni giorni più tardi Ellen White scrisse un’altra lettera al pastore  Prescott nella quale lei menziona il coinvolgimento del fr. Prescott stesso nell’imporre le sue vedute sulla questione del “daily” di Daniele 8. La sor. White mette in guardia:

“Più volte lei si è liberato dai lacci del nemico. Ma c’è sempre il rischio che lei faccia degli sbagli. Lei a volte permette alla sua mente di concentrarsi  su un ragionamento ma corre il pericolo di trasformare un mucchietto di terra in una montagna. Fratello Prescott, sono presenti alcune serie debolezze nel suo ministerio … le scrivo per avvertirla.”– Lettera 224, 1908.

Va detto che il pastore Prescott aveva alta considerazione per Ellen White e per i messaggi che lei gli rivolgeva. Tali messaggi, alcuni dei quali rivelano degli aspetti della sua vita personale, sono citati, non per denigrarlo, ma, a causa della estesa diffusione della sua lettera del 1915, per aiutare a comprendere le ragioni del suo scoraggiamento, citato in tale lettera.

D20-05. W. W. Prescott lascia la Review per intraprendere l’evangelizzazione nelle città

Alla sessione della Conferenza Generale del 1909 Ellen White sentì il intenso bisogno di riflettere sulla esperienza spirituale e la crescita dei dirigenti, in modo particolare del pastore  Prescott, redattore della Review and Herald. Il 3 Giugno scrisse una lettera, dapprima in termini generali e poi scese nei particolari:

“Il Signore non è soddisfatto dei progressi spirituali del pastore Prescott. Il Signore vorrebbe che egli occupasse un’altra posizione. Se egli fosse sul terreno per cercare di condurre anime alla luce della verità, potrebbe ricevere molta più forza spirituale.

“Fratello Prescott, Dio desidera che lei metta le sue capacità pastorali al servizio delle nostre città …  ho ricevuto istruzioni di (per) dirle che l’opera evangelistica ha bisogno di lei . Quando lei ripone la sua fiducia nel Signore e offre alla gente il messaggio della verità , una meravigliosa riforma avrà luogo.”–Ms 41, 1909.

E’ chiaro che nel messaggio di Ellen White emergono due obiettivi: rivitalizzare l’esperienza spirituale del pastore Prescott e provvedere ai bisogni della evangelizzazione delle città.

Fu fatto qualcosa di simile anche per salvare il pastore A.T. Jones, membro del comitato della Conferenza Generale, il quale era sotto l’influenza del dott. Kellogg. Nel 1905 Ellen White chiese che il fratello fosse allontanato da Battle Creek perché lavorasse nell’evangelizzazione di Washington. Lavorando per la salvezza di altri, avrebbe salvato se stesso.

Alcuni giorni dopo la conclusione della sessione della Congerenza Generale, Ellen White, incontrandosi con il comitato della Conferenza Generale, sollecitò i fratelli perché il pastore  Prescott non rimanesse in Washington per fare un lavoro che un altro uomo poteva svolgere. “Egli può presentarsi davanti alla gente” ella dichiarò, “ed esporre con chiarezza la nostra fede.

Posso dirlo perché ho lavorato con lui [in Australia]” (Ms 53 1909).

Emerge di nuovo la ragione principale per la quale si espresse con queste parole, la sua preoccupazione era la salute spirituale de fr. Prescott:

“Non si deve usare il suo dono come è stato fatto fino ad ora; se continua a lavorare qui la sua salute ne soffrirà e la sua forza si eraurirà. Ma se intraprende un ministerio pubblico, ritroverà nuove forze.”–Ibid.

Il pastore  G. A. Irwin, vice presidente della Conferenza Generale, chiese:

“Circa quello che lei ha detto sull’opera de pastore Prescott, lei vuole dire che pur continuando il suo lavoro redazionale dovrebbe anche predicare occasionalmente nelle città?”

La risposta di Ellen White fece venire i brividi ai membri del comitato. Fu una risposta decisa, convinta e basata su una rivelazione che Dio le aveva dato:

“No, no. Deve rinunciare al suo ministerio. Le sue forze non devono essere divise. Egli si deve dare interamente all’evangelizzazione, il talento che sta usando per portare avanti il suo lavoro a Washington è  richiesto là dove al momento questi talenti sono assenti.”–Ibid.

Alcuni giorni più tardi scrisse:

“Alcuni non hanno preso bene l’idea di perdere il fratello Prescott, ma io ho parlato chiaro a tutti.”–Lettera 98, 1909.

Neanche il redattore della Review prese bene la notizia, il quale preferiva la ricerca teologica della verità piuttosto che l’evangelizzazione attiva. Prescott lasciò rapidamente la sua posizione come editore per iniziare l’evangelizzazione a New York. Prescott, apparentemente, non vedendo la ragione fondamentale della mutazione, almeno guardando alla documentazione disponibile, iniziò il suo nuovo incarico con scarsa convinzione e i risultati del suo lavoro furono modesti. Ritornò a Washington e intraprese altre attività.

D20-06. Altri ammonimenti a Daniells e Prescott

In una lettera scritta il 15 giugno del 1910 ai pastori Daniells e Prescott, Ellen White invitò i dirigenti dell’opera ad una conversione quotidiana, dichiarando inoltre che entrambi Prescott e Daniells non erano preparati a dirigere l’opera della Conferenza Generale. Affermò inoltre che se il   presidente della Conferenza Generale fosse stato più attento e vigilante, si sarebbe reso conto della situazione e che non comprese il messaggio che Dio gli aveva dato un anno prima, in occasione della Conferenza Generale. (Lettera 58, 1910).

D20-07. Un desiderio di correggere i libri della denominazione

Poi, nel mese di agosto del 1910, in una lettera indirizzata al presidente della Conferenza Generale fu menzionato il nome di Prescott. Eccone una parte:

“Per alcuni mesi ho ricevuto istruzioni dal Signore, dei cambiamenti decisivi devono avere luogo per portare avanti la nostra opera da ora in poi. Ho ricevuto molti messaggi da parte del Signore riguardo ai pericoli che circondano lei e il pastore Prescott. Ho visto che Satana sarebbe stato lieto di vedere i pastori Prescott e Daniells intraprendere una revisone profonda e generale dei nostri libri, che per anni hanno fatto del bene nel campo. Ma nessuno di voi due è stato chiamato da Dio a fare questo lavoro …

“Il pastore Prescott e altri a lei associati sono stati tentati di cercare nelle nostre pubblicazioni cose da criticare o condannare. Se aveste ricevuto incoraggiamenti, potevano essere fatti dei cambiamenti e delle revisioni second le idee che lei aveva in mente.

“Ma lei non deve mai dimenticare che Satana, travestito da angelo di luce, è sempre pronto a incoraggiare qualunque cosa induca a  perdere la fiducia nelle pubblicazioni della nostra denominazione …

“E’ pericoloso indurre le menti a formulare certi pensieri perché ciò crea dubbi e mancanza di fiducia. So di cosa parlo, perché il Signore mi ha presentato tale questione.” — Lettera 70, 1910.

Nella stessa lettera Ellen White consigliò ai due uomini di non lavorare insieme. Ecco cosa scrisse:

“Per certi aspetti lei e il fratello Prescott avete svolto un lavoro strano. E’ nel migliore interesse che non lavoriate così vicino come avete fatto fino ad ora…

Entrambi avete bisogno che lo Spirito di Dio vi santifichi.” — Ibid.

Prima di concludere la lettera la messaggera del Signore aggiunse:

“Il nemico della verità, con l’assistenza di angeli caduti, sarebbe felice di introdurre dubbi e incertezze nelle menti di molti riguardo alle dottrine che sono già state sanzionate dallo Spirito Santo. Travestito da qualcuno che ha una profonda conoscenza della verità, Satana tenterà di puntare il dito su presunti errori su argomenti che non hanno bisogno di essere riesaminati. Ci vorranno molto tempo e tanto paziente lavoro per ristabilire la fiducia in coloro la cui mente è scossa da cambiamenti non necessari. Che Dio impedisca ai Suoi servitori di alterare ciò che non ha bisogno di cambiare.”– Ibid.

Onde evitare che si concluda che Ellen White si opponesse a dei cambiamenti qualora essi fossero stati necessari, citiamo qui ciò che lei scrisse alcuni giorni prima di aver scritto al pastore Daniells. In una lettera con la quale chiese di chiudere inutili discussioni riguardo al “daily,” dette i seguenti consigli:

“In alcuni dei nostri libri importanti che sono stati pubblicati da anni, e che hanno portato molti alla conoscenza della verità, ci potrebbero essere questioni di minore importanza che richiedono un attento studio e correzioni. Lasciamo tali questioni nelle mani di coloro che sono stati chiamati a vegliare sulle nostre pubblicazioni. Non permettiamo a questi fratelli, né ai nostri colportori  e neanche ai nostri pastori di ingigantire tali questioni al punto tale da indebolire il contributo di questi buoni libri, che presentano la salvezza. Se dovessimo iniziare a discreditare la nostra stampa, daremmo delle armi nelle mani di coloro che si sono allontanati dalla fede e che confondono la mente di coloro che hanno appena accettato il messaggio. Meno cose saranno cambiate nelle nostre pubblicazioni, meglio sarà.”–Ms 11, 1910; lSM p. 165.

D20-08. Due punti nella lettera di Prescott

Queste righe offrono informazioni relative a due punti introdotti dal pastore Prescott nella sua lettera del 6 Aprile 1915. Egli parla di “gravi errori presenti nei nostri libri autorizzati”  e afferma che non viene fatto niente per correggerli. Forse è più facile per noi capire il suo stato d’animo alla luce dell’esperienza del 1910, quando gli fu detto che rischiava di far inserire dei cambiamenti nei nostri libri, e che Satana era sul punto di suggerire quali cambiamenti dovevano essere fatti. Apparentemente non fu facile accettare tali pesanti moniti.

Il secondo punto nella sua lettera fa riferimento alla difficoltà di superare i colpi ricevuti dagli eventi “degli ultimi sei o otto anni.” Questo periodo va dal 1908 al 1915 e l’evento più importante che ebbe luogo è il suo abbandono della redazione della Review per entrare nel lavoro evangelistico; seguì anche il fatto che il suo nome fu ignorato in occasione di alcune elezioni riguardanti la direzione della chiesa.

D20-09. Prescott e Daniells reagiscono in modo diverso ai consigli dello Spirito di Profezia

Un’attenta osservazione rivela che tra le comunicazioni che abbiamo citato, che siano rivolte ai pastori Prescott e Daniells, o solamente al pastore Daniells, emerge che l‘argomento principale è il pastore Prescott e i pericoli che egli correva. Ma anche il pastore Daniells aveva fatto i suoi errori e aveva bisogno di correzioni. Il modo in cui questi due uomini reagirono alle osservazioni della White è significativo.

E già stata esaminata la riluttanza con la quale il pastore Prescott andò nella direzione consigliata; il fratello non ricevette la benedizione promessa perché non accettò con gioia le nuove responsabilità.

Le parole indirizzate al pastore Daniells, il presidente della Conferenza Generale, sebbene fossero severe e taglienti, come ad esempio il messaggio che lo invitava a riconvertirsi, non fu preso alla leggera. Ci fu un’occasione nella quale il pastore Daniells parlò liberamente di questo. Quest’uomo sapeva che la sua sicurezza e la sua forza, così come la prosperità della causa, dipendevano dal prestare attenzione  ai consigli che Dio dava attraverso il Suo messaggero speciale. Tutto ciò suscitò una crisi nella sua esperienza. Egli chiese consiglio ai suoi fratelli dirigenti e al suo amico di lunga data e collega, W. C. White.

Per un certo periodo affidò le responsabilità  della direzione della chiesa ad altri e andò nella città di  New York dove condusse uno sforzo evangelistico che ebbe successo. Questa esperienza  gli premise di avere una visione di cosa era necessario fare riguardo all’evangelizzazione nelle grandi città. Ora era pronto a replicare ad alcune intimazioni di Ellen White, secondo la quale forse era giunto il momento di cambiare i dirigenti della chiesa. Daniells pensò a rinunciare al lavoro amministrativo per dedicare il resto della sua vita alla diffusione dell’evangelo nel mondo.

Ma Ellen White disse: “No.” Ora che aveva sviluppato una nuova visione, ora che si trovava in linea con i consigli dello Spirito di Profezia, il fratello doveva restare al timone e usare la sua dedizione e la sua esperienza per dirigere la chiesa verso un maggiore sforzo evangelistico. E così egli rimase dove era. Ellen White dimostrò fiducia in lui un anno o due dopo, designandolo come uno dei cinque amministratori di fiducia chiamati a gestire i suoi scritti alla sua morte. Sul suo letto di morte Daniells affermò che il successo che forse aveva avuto durante gli anni di lavoro come dirigente era da attribuire al fatto che accettò e seguì i consigli della messaggera del Signore. (White Estate D. F. #312c. Brani citati in Leader of Men, di May Cole Kuhn).

D20-10. Il problema più grande per W. W. Prescott – la produzione dei libri di E.G. White

Il problema più rilevante esposto nella lettera del 1915 del pastore  Prescott riguarda gli scritti di E. G. White e il modo in cui venivano gestiti. Questo problema potrebbe avere origine dalla concezione che il fr. Prescott aveva dell’ispirazione. In una lettera che W. C. White scrisse nel gennaio del 1928 a L. E. Froom, segretario aggiunto dell’Associazione Pastorale, il nome di Prescott appare associato ad una affermazione alquanto significativa. A quel tempo la natura dell’ispirazione non era un argomento che veniva studiato e c’erano molti che, senza aver riflettuto a lungo sulla questione, mantenevano un concetto che in seno alla nostra chiesa abbiamo chiamato “ispirazione verbale.” W. C. White ne aveva parlato e ne aveva scritto nel 1911 in un documento che Ellen White approvò:

“Mia madre non ha mai sostenuto l’ ispirazione verbale, e neanche mio padre o i pastori  Bates, Andrews, Smith, o Waggoner, sostengono questa idea. Se lei scrivesse i manoscritti sotto ispirazione verbale, perché avrebbe bisogno di apportare delle aggiunte o modifiche?  E’ un fatto che mia madre spesso prende un manoscritto e lo riesamina dettagliatamente, facendo delle aggiunte per sviluppare meglio un pensiero.”–W. C. White, in un discorso rivolto al concilio della Conferenza Generale del 30 ottobre 1911; 3SM p. 437.

Inoltre, in occasione della sessione della Conferenza Generale del 1883, fu preso un voto formale  sulla questione dell’ispirazione. Ecco il testo del voto:

“Noi crediamo che la luce che Dio accorda ai Suoi servitori si manifesti sotto forma di illuminazione della mente; ispirati sono quindi i pensieri che sono impartiti e non (ad esclusione di alcuni casi rari) le parole con le quali le idee dovrebbero essere espresse.”–Review and Herald, 27 Nov. 1883.

Segue la dichiarazione di W.C. White scritta a L. E. Froom in cui si fa riferimento al pastore  Prescott:

“Lei si riferisce alla breve affermazione che le ho mandato, riguardo all’ispirazione verbale. Questa dichiarazione [citata sopra] votata alla Conferenza Generale del 1883 era in perfetta armonia con le convinzioni e le posizioni dei pionieri di questo movimento ed era, credo, la sola posizione adottata da tutti i nostri pastori e insegnanti fino a quando il professore [W. W.] Prescott, presidente del Battle Creek College presentò con vigore un’altra posizione – la posizione tenuta e presentata dal professore Gaussen. Il fatto che gli studenti del Battle Creek College e molti altri, incluso il pastore Haskell, abbiano accettato questa posizione ha sollevato domande e perplessità senza fine, anzi esse stanno aumentando.

“La sorella White non ha mai accettato la teoria di Gaussen riguardo alla ispirazione verbale, che la si applichi alla sua propria opera o alla Bibbia.”–W. C. White a L. E. Froom, 8 Gennaio 1928; 3SM pp. 454, 455.

La corrispondenza epistolare tra W. C. White e S. N. Haskell sostiene con forza l’affermazione di  White secondo la quale il fatto che Haskell avesse accettato tale teoria, avrebbe creato perplessità. Esiste una lettera in particolare di W. C. White sulla quale Ellen White scrive con la sua penna: “Approvo le osservazioni fatte in questa lettera. Ellen G. White.” Questo è ciò che aveva appena letto:

“Io credo, fratello Haskell, che si rischia di ferire l’opera di mia madre asserendo più di quello che mia madre stessa sostiene, più di quello che hanno asserito i pastori Andrews, Waggoner o Smith. Non vedo coerenza nel sostenere l’inspirazione verbale quando mia madre non lo ha mai fatto.” — W. C. White a S. N. Haskell, 31 Ott. 1912.

Va detto che, in base alla sua lettera del 1915, è difficile determinare con chiarezza quale fosse la posizione di Prescott sull’ispirazione.  Ma è un fatto che all’incontro di insegnanti di storia e di Bibbia del 1919 il pastore Prescott negò di mantenere il concetto rigido dell’ispirazione verbale, quando si tratta degli scritti di E. G. White. Tuttavia egli non si espresse sulla sua posizione in generale.

C’è un altro fattore da tenere presente, ovvero il suo rapporto con l’edizione del 1911de Il Gran Conflitto. Nei primi mesi del 1910, C. H. Jones della Pacific Press richiamò l’attenzione di W. C. White e del personale che lavorava a Elmshaven sul fatto che le NDT tradurre printing plates per Il Gran Conflitto erano logore e che (NDT Tradurre) the type per il libro dovenano essere reset. Il lavoro iniziò normalmente, nella speranza che il mese di luglio si potesse stampare il libro con le new plates. Ma via via che il lavoro avanzava , si capiva che non bastava soltanto a simple resetting of the type. Una volta che il libro fu stampato Ellen White rifletté sul progetto e scrisse:

“Quando appresi che  Il Gran Conflitto doveva essere ristampato ingl.reset, decisi che tutta l’opera doveva essere esaminata attentamente per accertarsi che le verità in esso contenute fossero espresse nel modo migliore, al fine di convincere coloro che non sono della nostra fede, che il Signore mi ha diretto e sostenuto nella stesura di questo libro.”– Lettera 56 1911.

Poiché W. W. Prescott era il redattore del Protestant Magazine, era logico che a lui, insieme ad altri, fosse chiesto di partecipare a tale riesame del libro, il quale aveva molto da dire sulla chiesa cattolica. W. C. White presentò la questione a Prescott i primi giorni del mese di aprile del 1910, durante una visita personale mentre si trovava a Washington. Il 26 aprile Prescott mandò il suo rapporto (i suggerimenti di Prescott, trasmessi mediante una lettera datata 26 aprile 1910, insieme a una nota di ricevuta recezione e la documentazione sulle variazioni presenti nella edizione del 1911 de Il Gran Conflitto, sono raccolti in documento di 38 pagine disponibile presso il White Estate. Chiedere di “W. W. Prescott and the 1911 Edition of Great Controversy.”). Circa la metà dei suoi suggerimenti possono essere considerati di minore importanza, come ad esempio la precisazione su alcune paole, o una richiesta di referenze a sostegno di un certo punto. L’altra metà dei suggerimenti ha una certa rilevanza: alcuni rimettevano in questione le date profetiche, come ad esempio le date del periodo di 1260 anni e la chiusura del periodo profetico dei 2300 giorni in autunno. I suoi suggerimenti, che se seguiti cambiavano gli insegnamenti del libro, non furono accettati (per es. la relazione di Apocalisse  9 con la predizione di Josiah Litch dell’11 agosto 1840 e Apocalisse 11, che ha a che fare con i due testimoni e la Rivoluzione Francese). Questi (NDT Cosa?) furono attentamente riesaminati per accuratezza of position e _______ documentazione fu aggiunta and buttressed with reliable documentation.

Un punto che Prescott considerava particolarmente significativo aveva a che fare con una affermazione presente alle pagine 382 e 383 riguardanti le chiese protestanti apostate, alla quale fu aggiunta la parola  “solo (ingl.alone)” per armonizzare una affermazione di E.G. White con il resto del capitolo e del libro stesso. Ellen White e i collaboratori di Elmshaven considerarono l’aggiunta della parola “alone” come una cosa normale e di poca importanza. Prescott invece la considerò un cambiamento importante nell’insegnamenti di Ellen White e anni dopo usò l’episodio per far vedere che gli insegnamenti de The Great Controversy furono cambiati dietro suo suggerimento.

Di tutti i suggerimenti che Prescott propose nell’insieme, circa la metà furono considerati accettabili  (NDT inglese non chiaro)     as doing for the book what Ellen White called for when the work was begun, as noted above. Il libro non subì una revisione. Furono fatti dei ritocchi.

D20-11. Una questione di Prescott riguardante lo Spirito di Profezia

L’ultimo punto esposto dal pastore Prescott, che riguarda il modo in cui sono gestiti gli scritti di E. G. White, è troppo vago ed è difficile comprenderlo bene. Poiché W. C. White ebbe delle conversazioni con Prescott, lui potrebbe essere in grado di capire cosa Prescott voleva dire; ma non avendo tali informazioni e senza delle dichiarazioni più chiare da parte di Prescott, il punto resta oscuro. Ecco cosa scrisse Prescott:

“Il modo in cui gli scritti di sua madre sono stati gestiti e la falsa impressione che la gente si è fatta, hanno creato forti perplessità in me. Ho l’impressione che è con un inganno, sebbene probabilmente involontario, che sono stati fatti alcuni dei suoi libri e che nessun sforzo serio sia stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era considerata una erronea comprensione dei suoi scritti.

“Ma è inutile addentrarsi in tali questioni. Ne ho parlato per anni con lei  e non è cambiato niente. Tuttavia penso che ci stiamo dirigendo verso una crisi, che prima o poi arriverà e forse più prima che poi. Un desiderio di reagire sta prendendo piede.”

A cosa allude? Non precisa. La questione lascia l’individuo che ha letto tale testo confidenziale, libero di raggiungere le sue conclusioni ed esse potrebbero essere alquanto imprecise.

Ma esaminiamo più da vicino i due paragrafi nel tentativo di capire cosa avesse in mente il pastore Prescott. La frase di apertura suggerisce immediatamente (NDT ingl?) something not above board e magari disonesto o almeno un qualcosa che, se saputo in giro, avrebbe fatto cambiare attitudine nei confronti degli scritti di E. G. White. Si notino le parole di Prescott, egli parla di “forti perplessità” che sta vivendo per i seguenti motivi:

l. “Il modo in cui gli scritti di sua madre sono stati gestiti”

2. “La falsa impressione che la gente si è fatta”

3. “Ho l’impressione che è con un inganno  . . . che sono stati fatti alcuni dei suoi libri,”

4. “Nessun sforzo serio è stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era conosciuta come una erronea comprensione dei suoi scritti”

Poi, rivolgendosi a W. C. White, scrive:

5. “Ne ho parlato per anni con lei  e non è cambiato niente”

6. “penso che ci stiamo dirigendo verso una crisi, che prima o poi arriverà e forse più prima che poi. ”

Che cosa intendeva dire quando scrive che è con un “inganno … che sono stati fatti alcuni libri”? Si riferisce al modo in cui i suoi libri venivano preparati durante il decennio del 1890, quando nel preparare i manoscritti per libri come  Steps to Christ, Desire of Age, Christ’s Object Lessons, and Thoughts From the Mount of Blessing, Ellen White, presa da molti impegni, invece di sedersi per scrivere un libro dall’inizio alla fine, si fece aiutare da assistenti di redazione (ingl. literary assistants)?E’ vero che si affidò a collaboratori  redazionali che, sotto la sua direzione, ricercarono tra i suoi articoli periodici, manoscritti, lettere e opuscoli, materiale appropriato, che fu messo insieme con una sequenza logica per dare vita a vari libri. Sia chiaro che sotto queste circostanze gli assistenti non scrivevano niente. Il loro lavoro era di fare delle correzioni grammaticali, eliminare ripetizioni e a volte sostituire con dei sinonomi parole usate troppo frequentemente.

Poi ovviamente Ellen White esaminava il materiale che era stato compilato, faceva le ultime correzioni (ingl.editing), completava qua e là e aggiungeva frasi o paragrafi. Lavorando in questo modo fu possibile utilizzare al meglio le risorse letterarie, rendendo il materiale disponibile sotto forma di libri. Non esistono segreti su questo modo di lavorare; nessuno intende nascondere informazioni a riguardo. Nell’anno 1900 Ellen White, riferendosi alla sua assistente di fiducia Marian Davis, che le fu vicino per venticinque anni, parlò di lei come “quella che prepara i libri (ingl. bookmaker).” Dall’Australia Ellen White scrisse al presidente della Conferenza Generale, per spiegare come preparava i suoi libri e come lavorava Marian Davis:

“Come prepare i libri? … Lei raccoglie i miei articoli che sono stati pubblicati nelle riviste e li incolla su dei libri fatti di pagine bianche. Lei ha a disposizione anche una copia di tutte le lettere che scrivo. Mentre prepara un capitolo di un libro Marian si ricorda che io ho scritto qualcosa su un punto specifico, un brano che esprime un pensiero con incisività. Lei inizia le sue ricerche e se lo trova, vede se tale testo può rendere un capitolo più chiaro e poi lo aggiunge.

“I libri non sono prodotti da Marian, ma sono miei, sono composti di materiale raccolto fra tutti i miei scritti. Marian può attingere da una grande quantità di opere e la sua abilità di organizzare tale materiale è di grande aiuto per me. Mi evita di dedicarmi ad una grossa mole di lavoro, per il quale non ho tempo.”–Lettera 61a, 1900; 3SM p. 91.

Alcuni anni più tardi, commentando sullo stretto modo in cui lei e Marian lavorano insieme alla preparazione dei libri, Ellen White scrisse:

“Abbiamo lavorato fianco a fianco e in perfetta intesa. E quando aveva terminato di raccogliere note e appunti provenienti da documenti e libri me li presentava e mi diceva: ’Su questo punto manca qualcosa e io non posso farci niente.’ Allora io esaminavo la questione e in pochi momenti trovavo una soluzione (ingl.  could trace the line right out). Lavoravamo insieme e sempre in perfetta armonia.”–Ms 95, 1904; 3SM p. 93.

Prescott aveva raccolto il materiale di E. G. White che fu pubblicato nel 1892 sotto forma del libro Christian Education. Durante l’anno 1890 trascorse in Australia dieci mesi, in Cooranbong, dove  Ellen White risiedeva quasi sempre. Forse è durante questo periodo che si rese conto delle procedure “praticate nella preparazione di alcuni libri.”

Sebbene probabilmente diede dei consigli riguardo la disposizione di materiale relativo a Desire of Age, lui non scrisse niente. Fu chiesto a Prescott di assistere nell’identificare alcuni dei personaggi reali presentati in articoli preparati nel 1907 su Ezra e il ritorno dei Giudei. Tale procedura non era diversa da quella esposta nelle pagine introduttive de Il Gran Conflitto ed è in armonia con le dichiarazioni di W. C. White nelle quali afferma che Ellen White non pretendeva di essere una autorità sui dettagli della storia e che lei aveva grande rispetto per l’opera di storici competenti.

Prescott faceva forse riferimento ad un periodo antecedente, durante il quale Ellen White trovava molto utili le opere di certi storici e commentatori, mentre era impegnata alla preparazione della serie Conflict of the Ages, (NDT serie di cinque libri Patr e Prof; Prof e Re, Sper Uomo, Conquist di Pace, Gran Confl) in modo particolare del libro Il Gran Conflitto, che fu pubblicato nella sua edizione ampliata e popolare nel 1888. Ma nelle pagine introduttive di questo libro, scritte nel mese di maggio 1888, lei riconosce l’uso di altri autori, senza “citare l’autore.”  L’implicazione è che i testi di storici e commentatori costituiscono una fonte e non le sue visioni, e ciò “perché le affermazioni forniscono una precisa ed efficace presentazione del soggetto” (Il Gran Conflitto p. 20). In un’altra occasione W. C. White scrisse sulla questione:

“Sebbene Dio le avesse dato tutta la Potenza (ingl.POWER) necessaria per presentare le scene della vita di Cristo, dei profeti e dei riformatori in un modo più chiaro e incisivo degli storici, lei fu sempre cosciente delle conseguenze dovute alla sua limitata educazione scolastica. Provava ammirazione per il linguaggio utilizzato da altri autori che descrivevano le scene che Dio le aveva presentato in visione. Considerò un piacere ed un risparmio di tempo utilizzare questi testi, in modo integrale o parziale, per presentare quegli argomenti che lei conosceva grazie a delle rivelazioni e che desiderava trasmettere ai lettori .”– W. C. White a L. E. Froom, 8 gennaio 1928; 3SM p. 460.

E’ da notare che Ellen White utilizzò i testi di altri autori come supporto e non come fonte primaria. Poiché Prescott affermò che le sue perplessità durarono anni –delle quali parlò con W. C. White—ciò che abbiamo appena presentato potrebbe essere il punto centrale delle sue preoccupazioni.

Dal punto di vista di Ellen White, W. C. White e degli assistenti redazionali (ingl. literary staff ) della sor. White, non era presente nessuna disonestà, nessuna intenzione di ingannare le persone in relazione al suo modo di lavorare, non esistevano motivi di preoccupazione. Non esistevano scrittori fantasma. Ellen White era responsabile di tutto quello che veniva pubblicato con il suo nome.

Ellen White lavorò con i più alti livelli di integrità, sapendo che era chiamata da Dio per una missione speciale, e si dette senza riserve a questa missione ingrata, sofferta, impegnativa che richiedeva grandi energie e che fu oggetto di critiche proprio da parte di coloro che fu chiamata ad aiutare. Per realizzare la sua opera la sor. White utilizzò i migliori metodi che erano a sua disposizione. Mediante delle visioni ricevette istruzioni riguardo a persone su cui riporre o non riporre la fiducia. Mediante una visione, tenuta nascosta per molti anni, Dio le disse che lo Spirito si era posato su suo figlio W. C. White, e che lo Spirito lo preparò  ad assisterla nel diffondere i messaggi.

In realtà le fu rivelato che suo figlio naque perché le fosse di aiuto.

Dietro tutta la sua opera c’erano molte visioni, alcune ricevute molto tempo prima di intraprendere la stesura di un libro, altre ricevute mentre il manoscritto era in preparazione. Era la responsabilità delle sue assistenti raggruppare il materiale secondo una logica, verificare la grammatica  e che le parole utilizzate fossero appropriate e stimolanti (ingl. appeal). Solo una concezione imperfetta dell’inspirazione farebbe sembrare tutto questo disonesto e non è rilevante che nessuno fosse a conoscenza di queste procedure.

D20-12. Un’opera che parlava da sé

Ciò che conta veramente è che l’opera della sor. White parla da sé. Messaggi raggiungevano i cuori,  la chiesa riceveva guida, libri recavano conforto, luce e consigli a coloro che li leggevano. Ogni aspetto della sua vita e della sua opera era esaminata scrupolosamente. Ciò che le persone vedevano e imparavano ispirava fiducia. La maggior parte delle persone non era interessata alla complessità dei processi di inspirazione /rivelazione.

Fin tanto che un libro era il prodotto dell’autore, il quale aveva ricevuto numerose visioni e che aveva operato sotto la supervisione dello Spirito di Dio nella preparazione del materiale da essere pubblicato, che motivo c’era di sollevare dubbi e perplessità?  Coloro che erano in stretto contatto con Ellen White erano profondamente coscienti del fatto che lei era pienamente responsabile di tutto ciò che veniva pubblicato nei suoi libri. Anche durante gli ultimi quattro anni della sua vita, quando furono dati alla stampa in tutta fretta libri come Acts of the Apostles, Prophets and Kings, Counsels to Parents, Students and Teachers, e Gospel Workers, il personale che assisteva Ellen White doveva aspettare che la sorella avesse il tempo per rileggere criticamente il materiale e per completarlo là dove necessario. (Documentazione su queste procedure è apparsa sulla Adventist Review dell’11,18 e 25 giugno 1981.) Si fa riferimento a tali procedure in conversazioni e lettere scambiate con dirigenti della denominazione.

D20-13. La gente era lasciata nell’ignoranza circa alcuni fatti presunti (NDT. supposed facts = fatti presunti/sospetti)?

Una delle preoccupazioni espresse dal pastore  Prescott nella sua lettera del 1915 era che  “Nessun sforzo serio è stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era conosciuta come una erronea comprensione dei suoi scritti.” In realtà, considerato che alcuni pastori e alcuni insegnanti sostenevano l’ispirazione verbale, era diventato sempre più difficile mantenere tra gli avventisti del settimo giorno la visione corretta dell’ispirazione. W. C. White allude a tale problematica nella sua lettera dell’8 gennaio 1928 al pastore Froom, a cui si fa riferimento alla pagina 14. (NDT rivedere l’impaginazione)

Un’altra considerazione che crediamo debba essere fatta è che né W. C. White né gli assistenti   facevano spesso pubbliche dichiarazioni. Soltanto in alcune rare occasioni il fr. White spiegò le varie fasi del lavoro di sua madre e come i suoi scritti venivano gestiti, cosa che fece alla presenza del comitato della Conferenza Generale nel 1911, quando espose il lavoro svolto nella preparazione della edizione del 1911 de Il Gran Conflitto; tale materiale appare come Appendice A nel terzo libro di Selected Messages. W.C. White fece inoltre due presentazioni alla Conferenza Generale del 1913, pubblicate poi nel General Conference Bulletin del 1913, pp. 218-221 e 233-235. Nei primi anni del 1930 una spiegazione definitiva fu esposta in un opuscoletto intitolato The Story of Steps to Christ.

Nel 1933, W. C. White e D. E. Robinson, quest’ultimo per un certo numero di anni fece parte del personale dell’ufficio di Elmshaven, scrissero insieme un documento di 27 pagine il cui titolo era Brief Statements Regarding the Writings of Ellen G. White.

L’argomento è esposto nei dettagli e tratta la maggior parte delle problematiche che al momento sono oggetto di discussione. Tale documento è stato inserito nella The Adventist Review del 4 giugno 1981, e pertanto è stato ampiamente diffuso.

Nel 1936 le presentazioni che W. C. White espose alla Advanced Bible School, scuola che negli anni diventò il Seminario, contenevano utili informazioni sul come venivano preparati i libri.

Inoltre, l’occasionale corrispondenza con dirigenti della chiesa conteneva inormazioni interessanti. In una di tali lettere, scritta nel 1928 a L. E. Froom, segretario aggiunto dell’Associazione Pastorale, W.C. White conclude con parole che alludono ad una diffusione delle informazioni esposte nella lettera stessa. Egli scrisse:

“Per favore legga queste affermazioni al pastore Daniells e se lei nota che nella fretta ho scritto alcune cose che possono essere mal interpretate, per cortesia me lo segnali e mi dia la possibilità di chiarire le questioni prima che lei le esponga ad altri fratelli.”–W. C. White a L. E. Froom, 8 gennaio 1928.

L’esposizione che fece W. C. White sembra non aver sollevato un interesse particolare o evocato serie osservazioni. Non risulta che furono poste delle domande o che qualcuno sollevò delle obiezioni.

D20-14. Circostanze che fanno luce sulla questione

Un fratello che lesse la bozza del presente documento, un laico che ha frequentato il seminario, ha posto la seguente domanda: “Ma se W. C. White e il White Estate erano a conosenza delle circostanze e le problematiche relative a concezioni sbagliate sull’ispirazione e se essi erano in grado di rilasciare informazioni che avrebbero potuto recare un rimedio, perché non fecero niente? Alla luce di questi fatti, non sono responsabili di non aver fatto più di quello che hanno fatto?”

Per rispondere a questa domanda è necessario esporre dei fatti che generalmente non sono noti, ma che aiutano a trovare una risposta alla domanda sollevata.

I seguenti fatti sono tali che una persona che ha dei pregiudizi o che sia molto critica potrebbe utilizzarli male o per fare del male. Ciò che segue è stato scritto con riluttanza, ma con la speranza, la preghiera e la richiesta che le informazioni qui esposte siano utilizzate con correttezza e giudizio.

Perché parlo di riluttanza? Perché uomini bravi e di assoluta integrità sono coinvolti; dirigenti di fiducia, consacrati, uomini che meritano di essere ricordati con onore e ammirazione; e, fatto molto importante, perché ciò che ebbe luogo fu fatto in modo involontario e inconsapevole. Non si ha a che fare con eventi da nascondere ma piuttosto con un incidente al seguito del quale alcuni sono rimasti gravemente feriti. Questi che seguono son i fatti, nella speranza che inducano a suscitare una reazione meno emotiva a ciò che molti oggi considerano una grave negligenza, per non aver informato la chiesa e per non avrle insegnato dei solidi concetti sull’ispirazione.

E’ stato già menzionato in questo documento il fatto che dopo la morte di Ellen White W. C. White cessò di parlare in pubblico e di visitare le chiese per promuovere lo spirito di profezia. Solo occasionalmente predicava in una delle chiese nelle vicinanze. Fino al giorno in cui morì sua madre, come chiaramente esposto nel volume biografico che sarà presto pubblicato dalla Review and Herald, era un consigliere molto richiesto dai dirigenti, in modo particolare dal presidente della Conferenza Generale. Il fatto di aver seguito molto da vicino l’opera di sua madre, la sua conoscenza dei consigli che lei dava e l’aver lavorato per la causa per molti anni fecero di lui un membro prezioso non solo del comitato della Conferenza Generale, ma anche del comitato direttivo del College of Medical Evangelists e di comitati di altre istituzioni di punta situate all’ovest e, per un certo periodo, del comitato direttivo del Washington Sanitarium.

Il decesso di Ellen White scatenò improvvisi e traumatici cambiamenti , non voluti, ma inevitabili e molto reali.

Ellen White seguì molto da vicino l’opera della chiesa fin dai suoi inizi. Quando morì la chiesa e i suoi dirigenti si ritrovarono in una situazione mai esistita prima – si trattava di dirigere l’opera in sua assenza. Ellen White non c’era più; il suo contributo attraverso gli anni fu inestimabile e molto apprezzato. La chiesa beneficiò moltissimo dei libri che furono pubblicati. Ma ora, con la sua morte, i dirigenti dovettero affrontare la questione sul come gestire il materiale e le attività dell’ufficio di  Elmshaven. Di fatto si trattava di definire quale fosse la funzione di tale ufficio, e l’utilità del materiale non pubblicato prima della sua morte. Alcuni presero una forte posizione affermando che il suo lavoro era finito e che, poiché i libri erano disponibili, la porta della camera blindata (o cripta) dell’ufficio di Elmshaven fosse chiusa e sigillata.

Tale posizione era contraria alle intenzioni di Ellen White la quale desiderava che i suoi scritti, pubblicati o no, continuassero a parlare e servire, come chiaramente affermato più volte nel suo testamento. Le opinioni restrittive espresse dopo la sua morte erano in netto contrasto con quello che credevano coloro che lavorarono molto vicino a Ellen G. White, e cioè W. C. White, Clarence Crisler e D. E. Robinson.

Quando il comitato direttivo (Board of Trustees) iniziò a lavorare nel 1915, ebbe la resposabilità di quantificare il patrimonio, di promuovere la diffusione dei libri di E. G. White e, per quanto riguarda l’opera libraria, preparare edizioni ridotte di alcuni dei grandi volumi in favore di paesi dove l’opera stava penetrando.

Non si aveva ancora una chiara visione e non esisteva un regolamento chiaro riguardo ad altri aspetti dell’opera che fu realizzata a Elmshaven, in modo particolare riguardo alla custodia e l’utilizzo delle lettere e dei manoscritti di Ellen G. White.

In questo contesto W. C. White e il contributo che poteva offrire non furono presi in considerazione. Ellen White non c’era più e quando si trattò di eleggere i membri dei comitati della denominazione, ad esclusione del comitato esecutivo della Conferenza Generale, il quale si riuniva a Washington, e i comitati direttivi di altre due istituzioni vicine – Pacific Union College e il St. Helena Sanitarium—nessuno pensò a W.C. White. Il suo nome non appariva in nessuna delle liste dei membri di tali comitati. Inoltre, pochi mesi dopo il decesso di Ellen White, il personale dell’ufficio di Elmshaven si ridusse alla sola presenza di W. C. White, che si ritrovò a lavorare da solo, soprattutto nella preparazione di libri di E. G. White perché fossero pubblicati oltremare. Solo occasionalmente aveva a disposizione una segretaria, impiegata a tempo parziale . Fu creduto opportuno che l’ufficio non avesse carta intestata. Per un certo periodo la maggior parte della corrispondenza fu scritta a mano.  A. G. Daniells, presidente della Conferenza Generale, che nel 1912 scrisse ventidue lettere all’uffico di Elmshaven, nel 1919 ne scrisse solo sette, delle brevi comunicazioni. Il fr. White non fu invitato a scrivere o a lavorare per le pubblicazioni.

I membri del comitato diretttivo (Board of Trustees) erano geograficamente lontani tra di loro e non avevano una chiara idea di ciò che doveva essere fatto. F. M. Wilcox e A. G. Daniells residevano in Washington, D. C. Clarence Crisler si trovava in Cina, ed essendo così lontano presto perse molto interesse per questa opera. Sulla costa del Pacifico restarono, un po’ isolati, W. C. White e C. H. Jones, della Pacific Press; in questo contesto W. C. White si chiedeva quale fossero le sue responsabilità. Il comitato direttivo del White Estate si incontrava una o due volte l’anno, spesso all’interno di altri comitati più estesi, che dedicava alle tematiche del White Estate forse un’ora di tempo.

Ora a Elmshaven, che era stato sino alla morte della sor.White un centro vivace e dinamico, il lavoro si era ridotto al punto che esisteva solo un ufficio e la biblioteca presso la camera blindata (ingl. vault) dei manoscritti. Elmshaven era ormai fuori dai circuiti e quasi dimenticato! Il 18 settembre 1919 W. C. White scrisse a I. H. Evans :

“Adesso riceviamo poche lettere da uomini che hanno pesanti responsabilità e che avevano l’abitudine di scrivere spesso quando desideravano tenere mia madre informata su quello che succedeva nel mondo.”

Sono queste le condizioni che hanno caratterizzato il periodo tra il 1916 e il 1921, durante il quale sembra che solo W. C. White aveva intuito il potenziale di ciò che doveva o poteva essere fatto. Egli lavorò senza nessun appoggio. Tuttavia, a differenza di Prescott, continuò ad avere fiducia nei fratelli e nel trionfo della causa di Dio.

D20-15. W. C. White e la Conferenza Biblica del 1919

Fu durante questo periodo che fu tenuta la Conferenza Biblica nazionale del 1919, dal 1 al 21 luglio, seguita da un incontro informale di insegnanti di storia e di Bibbia. W. C. White ricevette un invito a partecipare alla Conferenza Biblica, ma non all’incontro degli insegnanti. (Nella prima bozza di questo documento, datato 18 gennaio 1981, l’autore per sbaglio afferma che “W. C. White, che lavorava sulla costa occidentale, ma non come insegnante di religione, non fu invitato a partecipare.”–ALW.) W. E. Howell, segretario del dipartimento dell’Educazione della Conferenza Generale, e non A. G. Daniells, presidente della Conferenza Generale, o W. A. Spicer, segretario della Conferenza Generale, spedì l’invito a partecipare. Che White fosse invitato era una formalità, considerato che era membro del comitato della Conferenza Generale.

Il voto che Howell accluse agli inviti ciclostilati autorizzava l’organizzazione dell’incontro in occasione del concilio di primavera:

“Raccomandiamo che per un periodo di tre settimane, dal 1 al 21 luglio si tenga una Conferenza Biblica per un numero di operai.

“Che a questa conferenza partecipino le seguenti persone:

“Membri del Comitato della Conferenza Generale negli Stati Uniti e Canada possono prevedere di partecipare.

“Redattori: F. M. Wilcox, A. O. Tait, A. W. Spalding, M. C. Wilcox, C. P. Bollman, D. E. Robinson.

“Insegnanti: gli insegnanti di Bibbia e storia dei nostri college, college prepatratori (che offrono il primo biennio – junior colleges) e seminari…

“Che siano adottati gli argomenti qui elencati, come oggetto di studio e di preghiera:

  • La Persona of Cristo
  • L’Opera Mediatrice di Cristo
  • La Natura e l’Opera dello Spirito Santo
  • I Due Patti
  • Principi di Interpretazione Profetica
  • Questione sull’Est
  • La Bestia in Apocalisse
  • 1260 Giorni
  • Gli Stati Uniti nella Profezia
  • Le Sette Trombe
  • Matteo Ventiquattro

“Che alla conclusione di questa conferenza gli insegnanti di Bibbia e di storia si incontrino per altre tre settimane per lavorare su dei programmi didattici costruttivi.”—Voto sulla Confrenza Biblica adottato dal  Concilio di Primavera, allegato alla lettera di W. E. Howell a “Caro Fratello,” 13 maggio 1919. (1)

Ripetiamo che il pastore W. C. White, lavorava sulla costa occidentale, e non come insegnante di Bibbia e che era membro del comitato della Conferenza Generale. Egli era autorizzato a partecipare alla Conferenza Biblica ma non all’incontro informale che seguì durante il quale fu introdotto spontaneamente un dibattito su Ellen White e la sua opera, che durò due giorni, come risulta dal verbale che ora è stato pubblicato.

Quando W. C. White lesse l’ordine del giorno e il programma dellaConferenza Biblica, decise di parteciparvi, sebbene non ci fossero delle ragioni impellenti per farlo. Si trattava chiaramente di un incontro di educatori. Quando White espresse a Howell il desiderio di partecipare, Howell presentò la questione al presidente e al tesoriere della Conferenza Generale e in seguito scrisse a White che  “entrambi erano d’accordo” (W. E. Howell a W. C. White, 28 maggio 1919). Fu autorizzato a partecipare in qualità di membro del comitato esecutivo della Conferenza Generale, ma i fratelli non insistettero che fosse presente. Il 6 giugno 1919 White scrisse a A. G. Daniells:

“Quando appresi che fu organizzata una convenzione per insegnanti di Bibbia, provai un grande desiderio di parteciparvi … tuttavia ora vedo chiaramente che se devo soddisfare i miei fratelli, che mi hanno chiesto di raccogliere materiale per questo libro sulla Riforma Sanitaria [Counsels on Health], avrò bisogno di molto tempo, pertanto credo che rinuncerò ad andare alla convenzione.”

Egli era sotto pressione da parte di uomini “che avevano grandi responsabilità nell’opera medica” i quali gli “chiesero che fosse compilato un libro tratto dagli scritti di sua madre contenente consigli per operatori medici (ingl. medical workers)” (W. C. White a I. H. Evans, 18 settembre 1919).

D. E. Robinson, un membro per personale della redazione della Southern Publishing Association, partecipò alla Conferenza Biblica, ma non all’incontro informale degli insegnanti di storia e di Bibbia che seguì. Se lui o fr. White o entrambi fossero stati presenti a quest’ulitma, avrebbero grandemente contribuito alla discussione riguardo l’opera di Ellen White. Se fossero stati presenti avrebbero pouto presentare una notevole quantità di utili informazioni e ribattere ad una serie di affermazioni fuorvianti e in alcuni casi ridicole, che emersero durante il dibattito. La cosa certa è che se Daniells avesse previsto due giorni di dibattiti su Ellen White e la sua opera, avrebbe insistito perché i due fratelli fossero presenti.

Durante il decennio che seguì il 1920 le relazioni e le intese migliorarono solo leggermente. Elmshaven era ancora isolata e W. C. White fu essenzialmente tenuto in disparte. Alla luce di queste circostanze come poteva White, o il White Estate, contribuire in modo significativo nel rilasciare utili informazioni sull’ispirazione e l’opera di Ellen White? La situazione sarebbe stata alquanto diversa se l’ufficio fosse stato a Washington, dove W. C. White sarebbe stato quotidianamente vicino a dirigenti impegnati nell’amministrazione. La colpa è delle circostanze, non degli uomini.

Durante l’incontro del 1919 degli insegnanti di Bibbia e di storia furono poste alcune domande ed ebbero luogo degli interessanti dibattiti; ma si dubita che W. C. White, nel suo isolamento, fosse informato di quello che stava succedendo. Fino ad ora non ho trovato nessuna evidenza a riguardo. Fui chiamato a lavorare con mio padre, W. C. White, a Elmshaven nel 1929 e, a seguito della sua morte nel 1937, mi fu chiesto di prendere il suo posto nel comitato direttivo Board of Trustees. Mi fu chiesto di trasferire gli archivi e il materiale a Washington. All’inizio lavorai da solo ma dopo fui assistito da una segretaria e poi, per portare a compimento certi progetti, il pastore D. E. Robinson fu chiamato a Washington per assistere nel lavoro del White Estate.

Ma fu soltanto tre o quattro anni fa, quando i verbali dell’incontro degli insegnanti di Bibbia e di storia del 1919 furono scoperti e resi pubblici, che mi resi conto dell’incontro del 1919. Né mio padre né D. E. Robinson ne fecero menzione.

E’ vero che W. W. Prescott espresse le sue preoccupazioni nel 1915 e che ritenne W.C. White responsabile di quelle che lui considerava idee erronee, ma ci sono degli elementi storici collegati. Nel 1915 si sapeva che Prescott aveva delle vedute differenti su certi argomenti rispetto alla posizione dei fratelli, ma il quel periodo il clima non era favorevole a W. C. White, preoccupato per l’imminente morte di sua madre, dal bisogno di concludere alcune grosse operazioni a Elmshaven e dal fatto che presto si sarebbe trovato a lavorare da solo. In queste condizioni sarebbe stato difficile intraprendere una campagna per far comprendere meglio la natura dell’ispirazione. Sebbene alcune problematiche furono affrontate alla convenzione del 1919, colui che poteva contribuire in modo costruttivo non partecipò ai dibattiti e niente fu fatto dopo l’incontro. I fratelli presto si fecero prendere da altre attività e non fu fatto più niente.

D20-16. Le condizioni migliorano

Verso la fine degli anni ‘20 fu creata l’Associazione Pastorale e L. E. Froom, il segretario aggiunto, iniziò a porre alcune domande a W. C. White, come emerge dalle lettere con le quali White gli rispose. Alcune di esse sono state pubblicate come appendice nel libro Selected Messages, libro 3. Grazie a uomini che iniziarono a studiare, materiale che era praticamente sconosciuto iniziò ad emergere. Al Pacific Union College il dottore Mary McReynolds introdusse un eccellente corso sullo Spirito di Profezia, ma dovettero passare altri anni prima che altre università offrissero un corso simile.

Durante gli anni ’30 il pastore A. G. Daniells, presidente del Comitato Direttivo del White Estate, fu trasferito sulla costa occidentale per presiedere i comitati del College of Medical Evangelists e della Pacific Press. Questo permise al comitato del White Estate  di organizzare incontri mensili, con un  quorum di tre. Daniells, il presidente, ebbe una nuova visione dell’opera. Le varie parti iniziarono ad intendersi meglio. Al segretario aggiunto, Arthur White, fu chiesto dal redattore di Ministry di preparare degli articoli su Ellen White, la sua opera e il lavoro del White Estate. Gli articoli che apparvero su Ministry furono poi ripubblicati sotto forma di libro, il cui titolo è Ellen G. White, Messenger to the Remnant. Un’attenta lettura di questi articoli, nei quali fu presentato il concetto di ispirazione concettuale, portò ad una migliore comprensione del concetto di ispirazione.

Nel 1936 fu chiesto a W. C. White di presentare una serie di lezioni agli insegnanti e agli studenti della Advanced Bible School, scuola che poi sarebbe diventata il nostro Seminario, presso il  Pacific Union College. Egli trattò molti argomenti relativi all’opera di Ellen White, con lo scopo di infondere una sana comprensione dell’ispirazione. Il pastore F. M. Wilcox, durante gli anni ‘30, presentò una serie di editoriali nella Review and Herald su Ellen White e la sua opera, uno dei quali riguardava la questione della ispiriazione verbale. Questi editoriali furono poi raccolti in un libro.

Il Seminario Teologico, che si stava strutturando, introdusse un corso sulla Guida Profetica destinato agli studenti di teologia; tale corso fu offerto anche in molte scuole oltremare. Nel compendio syllabus si legge che lo scopo del corso era di stabilire delle corrette concezioni dell’ispirazione, non tanto da un punto di vista teologico ma piuttosto pratico – si intendeva spiegare come essa era all’opera nell’esperienza di Ellen G. White.

Il corso per corrispondenza sulla Guida Profetica fu creato e offerto dalla Voice of Prophecy. Anche in questo caso l’approccio era molto più pratico che teorico. Le varie ricerche incluse nel libro di A. L. White, The Ellen G. White Writings,offrono una notevole quantità di informazioni; da segnalare anche articoli apparsi recentemente nella Adventist Review e l’inserto nel numero del 4 giugno (ndt  1981?).

E’ vero che le intense ricerche che hanno studiato il rapporto tra certi scritti e libri di Ellen White e le opere di commentatori e storici hanno rivelato che Ellen White ha fatto un uso esteso di queste fonti esterne, più di quanto lo White Estate o i dirigenti di oggi ne fossero a conosenza. Il personale nel corso degli anni è stato troppo ridotto e troppo occupato per offrire risposte a domande che non venivano poste.

Non c’è stato un tentativo cosciente di nascondere certe problematiche, ma coloro che hanno lavorato in connessione con White Estate hanno riscontrato che il concetto di ispirazione verbale era così radicato nelle menti e nei cuori della nostra gente che sarebbe stato difficile realizzare un programma educativo. Questo è stato riscontrato anche da W. C. White.

Ma l’osservatore dei nostri giorni dovrebbe essere paziente e dovrebbe porsi la seguente domanda: “Come avrei realizzato ciò che altri non hanno fatto?” Se W. W. Prescott fosse con noi oggi, non avrebbe scritto in modo alquanto diverso?

D20-17. La risposta (reazione) di W. C. White – 7 Maggio 1915

Sebbene W.C. White fosse molto occupato con molte cose che richiedevano attenzione durante le ultime settimane di vita di Ellen White, il 7 maggio scrisse una cortese lettera a Prescott. Dopo aver descritto lo stato di salute di Ellen White, White risponde ai primi paragrafi della lettera di Prescott nei quali egli esprime il suo scoraggiamento di fronte alla difficoltà di “avvertire tutto il mondo dell’imminente secondo avvento.” Egli scrisse:

“In riferimento alla sua lettera: Negli anni passati ero spesso perplesso sulla questione di come il nostro messaggio potesse raggiungere le popolazioni dei paesi pagani; ma quando vedo le cose meravigliose che Dio sta facendo nei paesi orientali, mi sembra che la Sua potenza si manifesti come lo è accaduto negli anni passati. Non siamo mai stati in grado di sapere come l’opera sarà portata a termine; ma continuo a credere che con Dio ciò è possibile, Egli userà mezzi che io non arrivo a comprendere.”–W. C. White a W. W. Prescott, 7 maggio 1915.

Poi, commentando i punti centrali della lettera di Prescott del 5 Aprile, White scrisse:

“Fratello Prescott, vorrei sinceramente essere un uomo di elevata istruzione, uno studioso, per dedicare del tempo a studiare con lei quelle questioni storiche che lei ha esaminato attentamente e che, secondo la sua valutazione, dovrebbero indurre a un importante cambiamento nei nostri libri. Il mio lavoro è di natura diversa, e non mi sarebbe utile addentrarmi in questioni che riguardano date storiche con le quali io non sono familiare. Prego che Dio benedica coloro che hanno l’opportunità di intraprendere questi studi  affinché essi possano essere illuminati dalla Sua luce.

“Come lei sa, la mia esperienza mi ha indotto ad avere grande fiducia nel Movimento dell’Avvento del 1844, e nel modo in cui Dio ha guidato il Suo popolo verso lo sviluppo della chiesa Avventista del Settimo Giorno. Spero e mi aspetto che uno studio più approfondito della storia susciti fiducia nell’opera che Dio ha realizzato mediante le rivelazioni date a mia madre; che tale studio possa correggere quelle vedute  stravaganti e fanatiche  riguardo alla sua opera le quali sono dannose  e ostacolano il progresso della verità.

“Credo che sia mio dovere essere molto prudente nel fare affermazioni che rischiano di essere travisate e fraintese. Le mie sensazioni riguardo a questo furono confermate da ciò che ha avuto luogo al concilio di  Washington nell’autunno del 1913.”

E poi, riferendosi alla esperienza di Prescott, White scrisse:

“Non provo nessuna considerazione per quelle persone severe e fuorvianti che rendono la vita un inferno  perché uno non fa ciò che loro vorrebbero vederti fare o perché non gli viene detto quello che loro vorrebbero sentire.

È solo al giorno del giudizio che sarà rivelato con quanto zelo ho cercato di dissuadere queste persone.”

Il paragrafo conclusivo di W. C. White esprime con forza il suo desiderio che l’unità regni tra i fratelli:

“Prego che Dio ci protegga dall’errore e dalle incomprensioni  e che Egli affretti il giorno in cui coloro che portano grandi fardelli in questa opera possano contemplare Gesù con i loro occhi (ingl. see eye to eye),
In fede,
W. C. White.”

Dagli archivi non risulta che Prescott abbia risposto a tale lettera.

D20-18. Prescott dopo il 1915

Prima di chiudere questo capitolo su W. W. Prescott va detto che durante il 1915 la Conferenza Generale lo nominò un segretario generale itinerate (ingl.general field secretary), una posizione che conservò fino al 1937. Durante questo periodo, nel 1922, fu chiamato a servire per un breve tempo come presidente del Australasian Missionary College. In seguito divenne presidente del Union College e più tardi presidente del suo dipartimento di Bibbia, dal 1924 al 1928. Dopo un viaggo che lo portò in giro per il mondo (ingl.world tour) nel 1930 egli divenne il direttore del Dipartimento di Bibbia del Emmanuel Missionary College e lo fu fino al 1934. Egli morì nel 1944.

Nel 1931 il pastore W. C. White scrisse delle parole cortesi su Prescott e le sue vedute divergenti, in  una lettera indirizzata a qualcuno che prese un corso con lui e che ora metteva in dubbio l’ortodossia del Prescott stesso. White scrisse:

“Anche io sono stato riccamente benedetto dagli insegnamenti e dal ministerio del pastore Prescott. Apprezzo i suoi sermoni.

Sono molto dispiaciuto quando sento dire che il pastore Prescott insegna delle eresie. Credo che riguardo a delle date profetiche egli insegna delle cose che molti dei nostri pastori e insegnanti non accettano. Io e molti altri per i quali ho grande stima , serbiamo dei seri dubbi su quei suoi insegnamenti che rimettono in discussione alcune delle date soriche che i nostri ministri hanno usato nelle loro esposizioni sulle profezie.

“Il pastore Prescott non è il solo che è rispettato, ascoltato e amato, e che su alcuni punti di secondaria importanza insegna in modo differente. Non penso che si debba accusare tali uomini di insegnare eresie.

“La sorella White ebbe grande stima dei suoi fratelli pastori ed era suo desiderio che il loro influsso dovesse essere tenuto in considerazione da tutti noi.”–W. C. White alla signorina Hulda Gunther, 20 Feb. 1931.

Questo non dovrebbe essere il nostro obiettivo anche oggi? Non dovremmo continuare ad avere fiducia in uomini e donne che hanno gettato le basi del lavoro della chiesa e che hanno realizzato con dignità negli anni , nonostante il fatto che erano umani e che fecero degli sbagli e che non erano sempre in grado di far fronte a certi problemi?

Impegnamoci tutti a realizzare la preghiera di Cristo, “That they all may be one” (John 17:21).

White Estate
Washington, D.C.
15 giugno 1981

 

1) E’ opportuno precisare che ebbero luogo due incontri. La Conferenza Biblica del 1919 si tenne dal 1al 21 luglio, alla quale furono presenti oltre cinquanta tra “redattori, insegnanti di Bibbia e di storia e membri del Comitato della Conferenza Generale.” (Vedasi Review and Herald, 21 agosto 1919, pp. 3, 4.) Poi ebbe luogo un altro incontro di insegnanti di Bibbia e di storia, “che iniziò il 22 luglio e terminò il 1 agosto.” A tale incontro parteciparono circa 28 insegnanti (Review and Herald, del 14 agosto 1919) provenienti da vari seminari e college, con altri che vennero per gli incontri particolarmente interessanti che ebbero luogo dal 31 luglio al 1 agosto. Fu durante questo incontro informale di insegnanti che si aprì un dibattito sullo Spirito di Profezia; il verbale di tale incontro ora è stato pubblicato.

D20-19. La lettera di Prescott a W.C. White (Appendice A)

 

APPENDICE A

La lettera di Prescott a W.C. White

Takoma Park, D.C., 6 Aprile 1915.
Pastore W. C. White
Sanitarium, Napa County, California

Caro Fratello White,

Ho apprezzato la sua lettera del 12 marzo [Appendice B] e la ringrazio per le sue parole di condoglianze a seguito del decesso di mio padre.

Ho letto ciò che lei ha scritto sulle condizioni di sua madre, sebbene lei abbia dimenticato di accludere le dichiarazioni alle quali fa riferimento. Quando penso a questi primi credenti, come sua madre, mio padre e il pastore Olsen, che se ne stanno andando cosi rapidamente, e quando penso quanto poco è stato fatto per avvertire solennemente il mondo dell’imminente ritorno di Cristo, mi chiedo se alcuni tra di noi, che facciamo parte di questo movimento, ne vedranno il coronamento. E’ una questione che mi fa riflettere.

A me pare che una parte di responsabilità poggia su coloro tra di noi che sanno che nei libri autorizzati sono presenti dei seri errori e che tuttavia non fanno nessuno sforzo per correggerli. I fratelli (NDT people) e i nostri pastori comuni credono che affidiamo loro dichiarazioni affidabili, e nei loro sermoni essi usano i nostri libri che credono essere autorevoli , ma per anni permettiamo loro di asserire cose che noi sappiamo non essere vere. Non credo che questo sia giusto. Ho l’impressione che stiamo tradendo la fiducia che i pastori e i fratelli hanno riposto in noi e che li stiamo ingannando. Ho l’impressione che si ha più paura dell’ansietà eventualmente provocata  (NDT INGL difficile there is much more anxiety to prevent a possible shock to some trustful people than to correct error.

Nella sua lettera lei menziona il desiderio di aiutarmi ma credo che sia ormai troppo tardi. Le esperienze che ho vissuto negli ultimi sei – otto anni, e specialmente le questioni delle quali le ho parlato, hanno avuto un effetto su di me. Ho dovuto superare esperienze traumatiche e dopo aver dato il meglio della mia vita a questo movimento, provo poca soddisfazione  e sono arrivato alla conclusione che l’unica cosa che mi resta da fare è di fare con coscienza e in silenzio il mio lavoro e permettere agli altri di andare avanti senza di me. Ovviamente questo non è certo un modo felice di concludere un opera che è durata una vita, ma questo mi pare il modo mogliore di adattarmi alla situazione.

Il modo in cui gli scritti di sua madre sono stati gestiti e la falsa impressione che la gente si è fatta, hanno creato forti perplessità in me. Ho l’impressione che è con un inganno, sebbene probabilmente involontario, che sono stati fatti alcuni dei suoi libri e che nessun sforzo serio sia stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era considerata una erronea comprensione dei suoi scritti

Ma è inutile addentrarsi in tali questioni. Ne ho parlato per anni con lei  e non è cambiato niente. Tuttavia penso che ci stiamo dirigendo verso una crisi, che prima o poi arriverà e forse più prima che poi. Un desiderio di reagire sta prendendo piede

Le ultime settimane sono state molto tranquille, molti fratelli lavorano nei campi. E’ stato parecchio freddo e abbiamo avuto cinque pollici di neve sabato scorso, ma oggi sembra essere una giornata di primavera.

Mia madre è molto debole ma a volte la sua forza mi sorprende. Mio padre le manca molto. Sono vissuti insieme per 67 anni.

Il lavoro in ufficio non manca, siamo tutti molto presi nel cercare di soddisfare tutti.

Sarò lieto di avere sue notizie in futuro. Se lei crede che sia appropriato, esprima a sua madre il mio dispiacere per le sue sofferenze.

In fede,

W. W. Prescott

D20-20. La lettera di W. C. White al pastore Prescott (Appendice B)

APPENDICE B

La lettera di W. C. White al pastore Prescott

Sanitarium, California
12 Marzo 1915

 

Pastore W. W. Prescott
Takoma Park,
Washington, D. C.

Caro fratello Prescott,

Desidero risponderle subito, sebbene al momento mi è impossibile esprimere le mie opinioni sui manoscritti che lei mi ha consegnato a Washington.

Quando sono arrivato a casa ho visto che tutti i nostri operai erano molto presi con lavori urgenti, e sebbene abbia mostrato loro questi manoscritti, sia il fr.Crisler che il fr. Robinson non hanno avuto il tempo di studiarli. Sperano di farlo prima che passi troppo tempo.

Avrà saputo mediante la Review e il giornale della Union Conference dell’incidente che ha subito mia madre il 13 febbraio. Allego alla presente una dichiarazione che che mia madre ha fatto domenica scorsa, con la quale esprimeva il pensiero che la sua opera era terminata e che presto si sarebbe messa a riposo. Quando pensiamo al futuro si ha l’impressione che senza di lei saremo perduti. Tutti i nostri piani, tutti i nostri pensieri e i nostri sforzi per tanti anni  have been centered in her work.

Mia madre si rallegra del fatto che moltissimo è stato fatto in questi ultimi anni perché i suoi scritti fossero pronti a essere pubblicati e diffusi in vasta scala. Il manoscritto per Gospel Workers è stato esaminato da lei stessa eccetto uno o due capitoli composti interamente di brani selezionati dai suoi scritti già pubblicati.

La storia del Vecchio Testamento che va da Salomone fino a Malachia è quasi pronta da essere consegnata alle stampe. Il manoscritto sull’organizzazione è completo ed è stato consegnato al comitato della Conferenza Generale. Il lavoro di selezione tra i suoi scritti perché fossero pubblicati nel Orient (NDT:?) iniziò l’anno scorso quando mia madre era ancora attivamente coivolta  e poteva esaminare i manoscritti. Siamo profondamente grati al Signore che ha prolungato la sua vita perché potesse partecipare a questa opera.

L’utima volta che sono stato a Washington ho visitato brevemente i suoi genitori. Mi hanno chiesto di portare a mia madre le loro parole di affetto e simpatia. Ma prima di raggiungere casa per trasmettere queste parole a mia madre, suo padre (NDT di Prescott) è deceduto. Il nostro popolo lo amava e lo onorava e esprime a lei, ai suoi fratelli e sorelle e a sua madre, le condiglianze più sincere.

Fratello Prescott, non ho mai trovato l’opportunità di presentare a mia madre le perplessità che hanno appesantito e rattristato il suo cuore, ma è mio privilegio dirle che in questi ultimi anni le parole che mia madre diceva riguardo a lei e il suo lavoro esprimevano la tenerezza e l’amore di una madre. Mia madre ha sempre avuto un’alta considerazione per lei e per sua moglie ed era rattristata ogni volta che veniva a conoscenza delle sue perplessità.

A volte ho provato a parlare con mia madre degli argomenti che sono stati un peso nel suo cuore, ma lei non arrivava a capire e quindi lasciavo l’argomento in disparte, pensando che un giorno mia madre riflettesse sulle questioni. Vorrei sinceramente trovare le parole o fare qualcosa per consolarla, per aiutarla a riscoprire  la gioia, la speranza e la fiducia nella sua opera; che è durata una vita e nella quale i fratelli hanno visto la presenza di Dio.

Oggi il fr. Robinson ed io stavamo leggendo alcuni paragrafi negli ultimi capitoli di Gospel Workers e abbiamo letto il seguente brano, pensando anche a lei:  “In questa vita il nostro lavoro per Dio sembra spesso non dare dei frutti. I nostri sforzi per fare del bene possono essere pieni di entusiasmo e perseveranza, ma a volte non ci è permesso di contemplarne i risultati. Ai nostri occhi i nostri sforzi possono sembrare inutili. Ma il Salvatore ci assicura che in cielo viene presa nota del nostro lavoro e che la ricompensa sarà consegnata. L’apostolo Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, scrisse: “Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.” (NDT Gal 6:9) E il salmista dice: “Se ne va piangendo colui che port ail seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia quando porterà I suoi covoni.”  (NDT Sal 126:6). . .

“Sebbene molti frutti del nostro lavoro non siano così evidenti in questa vita, gli operai di Dio hanno la Sua promessa del successo ultimo. Come Redentore del mondo Cristo dovette consantemente confrontarsi con  apparenti insuccessi. Aveva l’impressione di fare poco rispetto al suo grande desiderio di servire e consolare. Forze sataniche erano costantemente al lavoro per ostacolare la Sua opera. Ma Egli non si faceva scoraggiare. Egli riusciva a vedere i risultati della Sua missione. Egli sapeva che alla fine la verità avrebbe trionfato nella sua lotta contro il male e ai suoi discepoli disse: “vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. (NDT Giov 16:33) La vita dei discepoli di Cristo deve essere simile alla Sua, una serie ininterrotta di vittorie  — forse non considetare tali su questa terra, ma riconosciute sicuramente come tali nella great hereafter.”

“Sinceri saluti,
W. C. White.”