Questi esempi particolari ( ma ce ne sono molti di più )illustrano lo stretto legame che i primi credenti avventisti vedevano tra la guarigione fisica e l’effusione dello Spirito Santo. L’opportunità di chiedere a Dio di compiere un miracolo per guarire l’ammalato era stata difesa in molti messaggi di Ellen White. Nel 1890 lei diede questo consiglio:
“Quanto alla preghiera per il malato, si tratta di una questione troppo importante per essere trattata con noncuranza. Credo che dovremmo portare tutto al Signore e fargli conoscere tutte le nostre debolezze, specificare ogni nostra perplessità….Se il nostro corpo è in condizioni di infermità, è certamente appropriato aver fiducia nel Signore, elevando a Dio le nostre suppliche per il nostro caso personale; e se ci sentiamo portati a chiedere ad altri, dei quali abbiamo fiducia, di unirsi a noi per rivolgerci in preghiera a Gesù che è il Potente Guaritore, l’aiuto certo verrà , se chiediamo con fede. Credo che noi siamo assolutamente troppo sfiduciati, troppo freddi, troppo tiepidi.
“La mia comprensione è che il testo di Giacomo deve essere applicato quando una persona giace ammalata nel suo letto, nel caso in cui lui stesso chiami gli anziani della chiesa, così che essi eseguano le indicazioni di Giacomo, ungendo cioè il malato con olio nel nome del Signore e pronunciano per lui la preghiera della fede. Noi leggiamo infatti : ‘La preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà; e se ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati.’…
“Oh, quanto dovremmo essere grati a Gesù che vuole e può portare tutte le nostre infermità e fortificarci, guarendoci da tutte le nostre malattie, se questo è per il nostro bene e per la sua gloria.
Alcuni morirono ai giorni di Cristo e degli apostoli perché il Signore sapeva esattamente quel che era meglio per loro.” Medical Ministry, pp.16,17.
E nel suo apprezzato libro Sulle orme del gran Medico(in originale: The Ministry of Healing), Ellen White dedica un capitolo intero alla “ Preghiera per il malato “, nel quale in modo incoraggiante dice:
“Egli li liberò dalle tribolazioni. Mandò la sua parola, li guarì, e li salvò dalla morte” ( Salmo 107:19,20)
“Anche oggi Dio desidera restituire la salute al malato,così come lo desiderava all’epoca del salmista guidato dallo Spirito Santo. Il Cristo ancora oggi esercita la compassione dimostrata durante il suo ministero terreno. Da lui si può ottenere il rimedio per ogni malattia, la forza rivitalizzante per ogni infermità.” ( pp. 123,124; ed. originale p.226)
Il suo chiaro consiglio includeva la preparazione richiesta alla persona malata e a quanti dovevano pregare per lei, l’importanza di pregare in armonia con la volontà divina, e la saggezza di usare i migliori agenti di cura disponibili. Farvi ricorso non avrebbe implicato alcun rifiuto della fede.
Siamo stati esortati a non dipendere interamente da guarigioni miracolose in caso di malattia. Dobbiamo prima fare tutto ciò che dipende da noi; studiare la natura della malattia, trovarne la causa, e affrontarla con intelligenza impiegando tutti i mezzi a disposizione. Se Dio guarisse ogni malattia quando gli viene richiesto, questo porterebbe alla presunzione: pochissimi allora cambierebbero lo stile di vita che aveva provocato la malattia. Per questo abbiamo sentito la necessità di costituire nel nostro ambito delle istituzioni sanitarie dove le persone non solo recuperino la salute grazie a cure appropriate, ma imparino anche come prevenire la malattia.