Quando Cristo inviò i suoi discepoli “ a predicare il regno di Dio e a guarire gli infermi” ( Luca 9:2), comunicò loro la certezza che i suo nome avrebbero cacciato i demoni, parlato nuove lingue, imposto le mani sugli ammalati che sarebbero stati sanati ( vedi Marco 16:17,18).
Le fonti documentarie dell’Avventismo delle origini si riferirono spesso a miracoli di guarigione. Alcuni casi avvenuti nella chiesa di oggi mostrano che il dono di guarigione è ancora tra noi.
Quando riandiamo alle testimonianze originarie dobbiamo aver ben chiaro che alla metà del XIX secolo regnava una grande ignoranza sulla causa e la cura della malattia. Il concetto di germi era sconosciuto. Si pensava che l’aria notturna fosse velenosa. Si prescrivevano senza restrizioni dei farmaci dannosi e che comportavano il pagamento di un grande pedaggio di morte. Se qualcuno aveva la febbre, probabilmente il medico gli avrebbe tolto un mezzo litro o un quarto di sangue dalle vene e lo avrebbe fatto scorrere nel tubo di drenaggio, perché la febbre indicava con grande probabilità che il paziente aveva un eccesso di sangue. Gli anestetici non erano noti. La chirurgia era praticata nel modo più grossolano e , quando era pesante, provocava generalmente la morte. Quando un’epidemia percorreva il paese la popolazione ne era decimata. Così quasi ogni malattia era un’occasione di terrore. Quando la malattia progrediva si diceva spesso che il paziente era “ destinato alla tomba.”
Quanto appariva preziosa allora la promessa di Giacomo 5 che richiedeva l’unzione con olio e la preghiera per la guarigione, affermando che “ la preghiera della fede salverà il malato, e il Signore lo ristabilirà” ( versetto 15)!
Dei documenti della fine degli anni ’40 abbondano di narrazioni sulla risposta di Dio a preghiere espresse in stato di disperazione, di sofferenza, di malattia relativamente a quel periodo.
Per esempio, quel giorno di primavera quando un gruppo di credenti si riunirono a Topsham , nel Maine, nella casa di Stockbridge Howland. Sua figlia, Frances, in una stanza del piano superiore, sofferente di febbri reumatiche, era sotto la cura di un medico. Le sue mani era così gonfie che non se ne potevano distinguere le articolazioni. Ellen White riferì quel che segue:
“ Mentre sedevamo insieme e parlavamo del suo caso, fu chiesto al fratello Howland se avesse fede che sua figlia potesse essere guarita in risposta alla preghiera. Rispose che cercava di crederci e, attualmente, dichiarò che credeva che fosse possibile. Ci inginocchiammo tutti per una preghiera fervente a Dio per lei… Uno dei fratelli presenti esclamò: ‘ C’è qui una sorella che abbia la fede per andare a prenderla per mano e ordinarle di alzarsi nel nome del Signore?’ Prima che avesse finito di parlare la sorella Curtis si era già avviata su per le scale. Entrò in quella stanza di malattia con lo Spirito del Signore su di lei e , prendendo l’invalida per mano, disse: ‘Sorella Frances, nel nome del Signore alzati, e sii di nuovo sana.’ Una nuova vita scorse nelle vene della ragazza ammalata, una santa fede si impadronì di lei, e ubbidendo al suo impulso si sollevò dal letto, si alzò in piedi e camminò per la stanza, lodando Dio per il suo ristabilimento.” Life Sketches, p.74.
Frances si vestì e scese dove si trovava il gruppo, “ l’espressione del viso si illuminò di una gioia e di una gratitudine indicibili. Il giorno dopo camminò per tre miglia con un tempo piovoso, non ne subì alcun danno, e continuò a migliorare.”
Nella stessa testimonianza Ellen White parlò di William Hyde, gravemente affetto da dissenteria. Scrisse così: “ I suoi sintomi erano allarmanti e il medico aveva definito il suo caso quasi senza speranza.” Ibid. p.75. Poco dopo degli uomini di fede si unirono introno al suo letto implorando Dio per la sua guarigione. Ellen White continua in questo modo:
“ Ho conosciuto di rado una volontà così intensa di rivendicare le promesse di Dio. La salvezza che viene dallo Spirito Santo si rivelò e una potenza dall’alto riposò sul nostro fratello malato e su tutti i presenti. Il fratello Hyde si vestì immediatamente e camminò furi della stanza , lodando Dio, e con la luce del cielo che brillava sul suo volto.” Ibid, p.76.
Si unì con la famiglia per il pranzo, mangiò con appetito, e Ellen White riferì che “il suo ricupero fu completo e stabile.”
Nel 1848 Ellen White raccontò la guarigione della sorella Penfield, avvenuta proprio dopo la prima delle riunioni sul Sabato a Rocky Hill, nel Connecticut:
“Il mercoledì scorso, più o meno alle sei del pomeriggio, arrivò da Portland-località distante 11 miglia da qui- un fratello che chiedeva che andassimo con lui e pregassimo per sua moglie, perché lei era viva appena. Tutto qui. Era stata presa dal male in modo così forte che avevano chiamato il medico. Questi aveva cercato di aiutarla,ma non aveva potuto apportarle alcun beneficio e aveva detto che doveva morire. Un altro medico era stato consultato e aveva detto di non potere far nulla. Eppure si trattava del dottore più rinomato di Middletown.
“La sorella Penfield aveva detto al marito di mettersi alla ricerca del popolo di Dio e lui era venuto a chiamarci. Uscire fu un po’ come una prova per me: il tempo era piovoso ed ero stata molto debole per tutto il giorno, ma decisi di andare in conclusione. Anche James ebbe lo stesso sentimento. E infine anche il fratello e la sorella Ralph andarono ubbidendo alla sua richiesta. Pregammo per lei alle dieci della sera e lo Spirito cominciò ad agire. Era passata per un’agonia intensa, ma la ungemmo con olio nel nome del Signore e poi le nostre ferventi implorazioni si levarono a Dio chiedendogli di esprimere il suo potere di guarigione.
Dio iniziò ad agire, il dolore cessò, ma quella notte non conseguimmo la vittoria completa che desideravamo. Ma la donna riposò bene e non sentiva più dolore. La mattina ci riunimmo ancora in preghiera per lei. La potenza dello Spirito discese come un vento forte e impetuoso; la sua stanza fu riempita della gloria di Dio e io fui come risucchiata da questa gloria e rapita in visione. Vidi la disponibilità di Dio a guarire coloro che erano afflitti dal dolore….
L’opera della guarigione fu portata a termine. La donna si rafforzò nel corpo e nella mente… La sorella Penfield è forte ora. Sia lodato il Signore.” Lettera 1, 1848.