Alla sessione della Conferenza Generale del 1909 Ellen White sentì il intenso bisogno di riflettere sulla esperienza spirituale e la crescita dei dirigenti, in modo particolare del pastore Prescott, redattore della Review and Herald. Il 3 Giugno scrisse una lettera, dapprima in termini generali e poi scese nei particolari:
“Il Signore non è soddisfatto dei progressi spirituali del pastore Prescott. Il Signore vorrebbe che egli occupasse un’altra posizione. Se egli fosse sul terreno per cercare di condurre anime alla luce della verità, potrebbe ricevere molta più forza spirituale.
“Fratello Prescott, Dio desidera che lei metta le sue capacità pastorali al servizio delle nostre città … ho ricevuto istruzioni di (per) dirle che l’opera evangelistica ha bisogno di lei . Quando lei ripone la sua fiducia nel Signore e offre alla gente il messaggio della verità , una meravigliosa riforma avrà luogo.”–Ms 41, 1909.
E’ chiaro che nel messaggio di Ellen White emergono due obiettivi: rivitalizzare l’esperienza spirituale del pastore Prescott e provvedere ai bisogni della evangelizzazione delle città.
Fu fatto qualcosa di simile anche per salvare il pastore A.T. Jones, membro del comitato della Conferenza Generale, il quale era sotto l’influenza del dott. Kellogg. Nel 1905 Ellen White chiese che il fratello fosse allontanato da Battle Creek perché lavorasse nell’evangelizzazione di Washington. Lavorando per la salvezza di altri, avrebbe salvato se stesso.
Alcuni giorni dopo la conclusione della sessione della Congerenza Generale, Ellen White, incontrandosi con il comitato della Conferenza Generale, sollecitò i fratelli perché il pastore Prescott non rimanesse in Washington per fare un lavoro che un altro uomo poteva svolgere. “Egli può presentarsi davanti alla gente” ella dichiarò, “ed esporre con chiarezza la nostra fede.
Posso dirlo perché ho lavorato con lui [in Australia]” (Ms 53 1909).
Emerge di nuovo la ragione principale per la quale si espresse con queste parole, la sua preoccupazione era la salute spirituale de fr. Prescott:
“Non si deve usare il suo dono come è stato fatto fino ad ora; se continua a lavorare qui la sua salute ne soffrirà e la sua forza si eraurirà. Ma se intraprende un ministerio pubblico, ritroverà nuove forze.”–Ibid.
Il pastore G. A. Irwin, vice presidente della Conferenza Generale, chiese:
“Circa quello che lei ha detto sull’opera de pastore Prescott, lei vuole dire che pur continuando il suo lavoro redazionale dovrebbe anche predicare occasionalmente nelle città?”
La risposta di Ellen White fece venire i brividi ai membri del comitato. Fu una risposta decisa, convinta e basata su una rivelazione che Dio le aveva dato:
“No, no. Deve rinunciare al suo ministerio. Le sue forze non devono essere divise. Egli si deve dare interamente all’evangelizzazione, il talento che sta usando per portare avanti il suo lavoro a Washington è richiesto là dove al momento questi talenti sono assenti.”–Ibid.
Alcuni giorni più tardi scrisse:
“Alcuni non hanno preso bene l’idea di perdere il fratello Prescott, ma io ho parlato chiaro a tutti.”–Lettera 98, 1909.
Neanche il redattore della Review prese bene la notizia, il quale preferiva la ricerca teologica della verità piuttosto che l’evangelizzazione attiva. Prescott lasciò rapidamente la sua posizione come editore per iniziare l’evangelizzazione a New York. Prescott, apparentemente, non vedendo la ragione fondamentale della mutazione, almeno guardando alla documentazione disponibile, iniziò il suo nuovo incarico con scarsa convinzione e i risultati del suo lavoro furono modesti. Ritornò a Washington e intraprese altre attività.