Sul 25 di dicembre non è riposta alcuna santità divina; e non è piacevole per Dio che qualunque cosa riguardi la salvezza degli uomini, per mezzo del sacrificio infinito compiuto in loro favore, debba essere così tristemente sviata dal suo progetto manifesto. Cristo dovrebbe esserne l’oggetto supremo,ma nel modo in cui Il Natale è stato osservato, la gloria è diretta da Lui all’uomo mortale, il cui carattere volto al peccato e imperfetto rese necessaria la Sua venuta nel nostro mondo.
Gesù, la Maestà dei luoghi celesti, il Sovrano regale dei luoghi altissimi, depose la sua regalità, lasciò il suo trono di gloria, il suo alto dominio e venne nel nostro mondo per portare l’aiuto divino all’uomo caduto, indebolito nelle sue capacità morali e corrotto dal peccato. Rivestì di umanità la sua divinità per poter raggiungere le profondità del dolore e della miseria umana, per risollevare l’uomo caduto. Prendendo su di sé la natura umana, sollevò l’umanità al livello del valore morale di Dio. Questi grandi temi sono quasi troppo alti, troppo profondi, troppo infiniti per la comprensione delle menti finite.
I genitori dovrebbero presentare questi pensieri ai loro figli e istruirli, passo dopo passo, precetto dopo precetto, sui loro doveri verso Dio, non sui loro doveri reciproci consistenti nell’onorarsi l’un l’altro per mezzo di doni e offerte. Dovrebbero esser loro insegnato che Gesù è il Redentore del mondo, l’oggetto dei loro pensieri, dei loro sforzi più diligenti; che la sua opera è il grande tema che dovrebbe impegnare la loro attenzione; che dovrebbero portare a lui i loro doni e le loro offerte.
Così fecero i savi e i pastori.
Poiché il 25 Dicembre è celebrato per commemorare la nascita di Cristo; e ai bambini è stato insegnato, verbalmente e con l’esempio, che questo fu in verità un giorno di felicità e di gioia, sarà difficile passare questo periodo senza prestarci una certa attenzione. E questo può essere fatto in modo che serva a un buon proposito.
I più giovani devono essere oggetto di grande attenzione. A Natale non dovrebbero essere lasciati a loro stessi nella ricerca di divertimenti vani e che producono piacere a detrimento della loro spiritualità. I genitori possono controllare questa tendenza volgendo le menti e le offerte dei loro figli a Dio e alla sua causa, in vista della salvezza delle anime.
Il desiderio di divertimento, invece di essere soffocato e arbitrariamente represso, dovrebbe essere controllato e diretto per mezzo di un impegno diligente da parte dei genitori. Il loro desiderio di fare dei regali può essere diretto verso obiettivi puri e santi in modo che porti al bene dei nostri simili sostenendo la tesoreria della chiesa nella grande, stupenda opera per compiere la quale Cristo venne in questo mondo. L’abnegazione, il sacrificio di sé distinsero la sua azione. Che questo stesso spirito segni anche il comportamento di noi che professiamo di amare Gesù, perché in lui è il centro della nostra speranza e della vita eterna.