D00-09. “La Dottrina della Porta Chiusa tra i Credenti nel Messaggio del Terzo Angelo – IV”

Review and Herald, 7 aprile 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 9

 

“LA DOTTRINA DELLA PORTA CHIUSA TRA I CREDENTI NEL MESSAGGIO DEL TERZO ANGELO”

 

Nell’articolo precedente abbiamo presentato dei brani che mostravano come quella che è definita la dottrina della “porta chiusa” fu sostenuta dai credenti nel 1850-1851. Ma abbiamo anche chiaramente provato che essa escludeva solo le persone che avevano respinto la luce. Abbiamo citato alcuni scritti del pastore White con le espressioni più forti che i nostri oppositori possano trovare per far apparire che nessuno, a parte i credenti del 1844, poteva essere salvato. Abbiamo visto come essi non siano assolutamente riusciti a provare il loro assunto. Presenteremo ora nuove prove a conferma delle nostre affermazioni. A pagina 72 della rivista The Present Truth, pubblicata a Oswego, N.Y., nell’aprile 1850, troviamo la notizia seguente:

“Si sta compiendo un’opera interessantissima tra i giovani figli del ‘rimanente’ in questa città. La loro salvezza è stata il soggetto principale dei nostri incontri durante gli ultimi due sabati e Dio ci ha benedetti in modo meraviglioso. La verità ha prodotto un buon effetto su di noi e sui nostri figli. La sera successiva all’ultima domenica, tenemmo un incontro a loro speciale beneficio e lo Spirito del Signore è stato sparso in mezzo a noi. Tutti i figli si sono inginocchiati davanti al Signore, mostrando di capire l’importanza di osservare i comandamenti, in particolare il quinto, e di ricercare la salvezza per mezzo di Gesù Cristo. Questo è stato uno degli incontri più interessanti dei quali io sia mai stato testimone”.

Poiché quanto precede sembra un articolo di tipo redazionale (infatti non è firmato), deve essere stato scritto dalla penna del pastore White. Fu pubblicato giusto un mese prima dell’articolo contenente il lungo brano, a sua firma, che abbiamo citato la scorsa settimana, e che contiene quelle dichiarazioni così forti sulla porta chiusa, considerate dagli oppositori la prova che egli credesse nella impossibilità della salvezza per alcuno se non per i vecchi credenti avventisti. Invece, in questo scritto lo vediamo affaticarsi, senza dubbio in collaborazione con sua moglie, con l’interesse più profondo per i cari figli che stavano “cercando la salvezza”. Proprio questa era stata la loro principale occupazione per due settimane e si era rivelata fonte di grande benedizione per loro e per i figli.

Tuttavia i nostri oppositori concludono, da ciò che egli pubblicò un mese dopo, che egli credesse che nessuno di questi giovani figli poteva essere salvato perché, nel 1844, essi non erano dei credenti. Così stavano impegnandosi con tutte le loro forze per la salvezza di coloro che pensavano non potessero essere salvati! Può darsi che questa sia la loro conclusione, ma non è certo la nostra.  Sappiamo, quindi, che essi non professavano nessuna di quelle convinzioni relative alla porta chiusa, che gli oppositori attribuiscono loro.

Nel numero di Novembre di The Present Truth , alle pagine 84 e 85, vi è il resoconto della conversione di persone giovani e del battesimo di una persona che deve essere stata troppo giovane per far parte dei credenti del 1844. Questo brano si trova in una lettera di S. W. Rhodes, un importante operaio avventista di quel tempo. In esso è evidente quale fosse la loro comprensione della porta chiusa.

Nell’ultima pagina dell’ultimo numero di The Present Truth, in una lettera del pastore Joseph Bates, troviamo quanto segue:

“Il nostro incontro a Waitsfield fu benedetto da Dio. Il fratello e la sorella Butler vennero da Waterbury con i fratelli Chamberlain e Churchill; i fratelli Hart e Bailey vennero da Northfield; e le persone del posto , insieme con la famiglia del fratello Lockwood, parteciparono al nostro incontro. Alla fine il fratello Butler si arrese alla verità”.

Personalmente, ricordo quel periodo come se fosse ieri, anche se si trattava del 1850. Mia madre osservava il sabato da circa un anno. Mio padre invece vi si opponeva con forza, benché fosse stato un convinto credente nel grande movimento dell’avvento del passato. La luce sul tema del santuario lo portò ad accettare il sabato come giorno di riposo.

Faccio riferimento a questo incontro, perché vi è menzionato il fratello Churchill. Egli fu uno dei primi casi di conversione dal mondo alla verità presente, avvenuta dopo il 1844. Come abbiamo detto, l’opera degli avventisti fino a quel momento era stata rivolta quasi interamente alle “pecore perdute della casa d’Israele”, cioè ai vecchi credenti avventisti. Essi constatarono che i non credenti non mostravano alcun interesse per le verità tanto preziose al loro cuore, perciò la loro attenzione fu rivolta a quelli che avevano amato la fede avventista per i quali si impegnarono ardentemente. Questo era, evidentemente, nei piani di Dio.

Heman Churchill, di Stowe, nel Vermont, qui menzionato, non aveva fatto parte del movimento avventista del 1844. Aveva sposato, in seguito, una figlia della sorella Benson, un’avventista del 1844. Ricordo bene quando venne a Waterbury, nel Vermont, e seguì l’incontro nella casa di mio padre dove alcuni si riunivano di tanto in tanto. Costoro furono veramente sorpresi, in un primo momento, nel vedere che una persona che non aveva creduto nel passato fosse interessato alla dottrina avventista. Quindi, non fu respinto ma accolto. Era un uomo onesto e zelante, e dato che i fratelli scorgevano in lui sincerità, lo accettarono come un vero convertito. Non sono in grado di ricordare la data esatta in cui egli iniziò a cercare Dio, sebbene io possa ricostruire con la memoria gli incontri di Waterbury ai quali fu presente; ma sappiamo da questa lettera del pastore Bates che ciò avvenne prima di questo incontro, tenutosi nell’autunno del 1850. Infatti, egli era presente in qualità di credente all’incontro di Waitfield, al quale abbiamo fatto riferimento sopra. Bates lo chiama “fratello”. E la sua conversione fu oggetto di una grande clamore nel mondo circostante.

Se, quindi, i nostri oppositori avessero avuto ragione nell’affermare che i credenti credevano in una porta chiusa che escludeva interamente tutti fuorché i vecchi avventisti, come avrebbe potuto Heman Churchill essere ricevuto come un vero convertito? Questa è una prova evidente che le loro affermazioni erano false. Non può essere trovato alcun esempio nella storia delle origini del movimento in cui qualcuno che manifestasse sincerità nella ricerca di Dio sia stato respinto. Al contrario, i fratelli erano felicissimi di ogni segno che mostrasse il desiderio di tali persone di ricevere la benedizione divina.

Da una lettera ricevuta recentemente dal fratello Ira Abbey, di North Brookfield, nello stato di New York, il cui nome è collegato all’affermazione conclusiva di questo articolo, mi prendo la libertà di estrarre quanto segue:

“Dopo che la data stabilita passò, fui un deciso credente nella dottrina della porta chiusa. Ma quando il messaggio del terzo angelo fu predicato, io e mia moglie lo abbracciammo. Tra il 1846 e il 1850 il fratello e la sorella White vennero a casa nostra e si dimostrarono molto zelanti nei confronti dei bambini e di quelli che non avevano respinto la verità. Essi si impegnarono in favore delle anime non convertite e non ricordo di aver mai udito la sorella White dire che non c’erano speranze per loro; al contrario c’era speranza per chi fosse ricaduto nel peccato e per chi non aveva respinto la verità”.

Questo è un estratto di una lettera privata che non fu scritta per la pubblicazione; ma la testimonianza è così chiara che ci assumiamo la responsabilità di inserirla nell’articolo.

Presentiamo subito dopo una citazione da una dichiarazione di Marion C. Truesdail, da lei sottoscritta insieme ad altre cinque persone:

“Durante la visita della signorina Harmon (ora signora White) a Paris, nel Maine, nell’estate del 1845, le riferii in dettaglio le vicende di una mia cara amica alla quale il padre aveva proibito di frequentare le nostre riunioni; conseguentemente lei non aveva respinto la luce. Sorridendo mi rispose così: ‘Dio non mi ha mai mostrato che non c’è salvezza per queste persone. Ciò vale solo per coloro ai quali è stata presentata la luce della verità e l’hanno consapevolmente respinta’. La risposta della signorina Harmon coincideva con la mia idea della porta chiusa, e giustamente non si poteva derivarne nessun altra”.

Il fatto qui presentato è certo decisivo sulla natura della porta chiusa nella quale gli avventisti credettero fin dal 1845.

Presenteremo ora una dichiarazione molto esplicita e un’affermazione esaustiva che investe l’intera esperienza della porta chiusa, fatta da credenti nel messaggio del terzo angelo prima dell’anno 1851. C’è un numero considerevole di testimoni viventi che abbracciarono la verità in un tempo così precoce, i quali sanno se tali affermazioni sono vere o no. Perché la loro testimonianza non dovrebbe esser presa in considerazione al riguardo? Abbiamo ottenuto le firme di un buon numero di loro, i quali abbracciarono la verità fin dal 1850, tutti dopo aver fatto parte del movimento del 1844.

“Noi sottoscritti, avendo ben conosciuto il movimento dell’avvento nel 1844, allo scadere del tempo previsto, e avendo anche abbracciato le verità del messaggio del terzo angelo fin dal 1850, con la presente e con gioia associamo i nostri nomi alla dichiarazione seguente relativa alla dottrina della porta chiusa, sostenuta dai credenti nel messaggio del terzo angelo, dal tempo del suo nascere fino all’ultima data menzionata e oltre:

Essi (gli avventisti) credevano,in armonia con Apocalisse 8:7,8 e con altri testi delle Scritture che, alla fine dei 2.300 giorni di Daniele 8:14, Cristo aveva terminato la sua opera nel primo luogo del Santuario celeste, spostato il suo ministero sacerdotale nel luogo santissimo e iniziato l’opera del giudizio, modificando di conseguenza la sua relazione con il piano della salvezza. In questo momento una porta fu aperta e una fu chiusa.

Credevano anche che coloro i quali avevano ricevuto la chiara luce del messaggio del primo angelo e vi erano stati ostili, opponendovisi aspramente, erano stati reietti da Dio. Ma non credevano che coloro che non avevano avuto la luce, o che non avevano potuto scegliere in piena responsabilità prima del 1844, sarebbero stati reietti se avessero ricercato Dio con onestà di cuore.

Se credevano, con William Miller e con la grande maggioranza degli avventisti, immediatamente dopo la data stabilita, che la loro opera in favore del mondo fosse compiuta e che il Signore sarebbe tornato molto presto, tuttavia dopo che la luce sul santuario e sul messaggio del terzo angelo ebbe spiegato il motivo della loro delusione, essi non credevano più che il tempo della misericordia fosse passato, salvo che per quelli che avevano respinto la luce”.

J.B Sweet, South Saginaw, Mich. – Samuel Martin, West Ridge, N.H. – Ira Abbey, North Brookfield, N.Y. – Signora R.B. Abbey, North Brookfield ,N.Y – Signora Diana Abbey, North Brookfield ,N.Y – Signora M.B. Abbey, North Brookfield ,N.Y – Herman S. Gurney, Memphis, Mich. – Ann E. Gurney, Memphis, Mich. – Wm Gifford, Memphis, Mich – Signora Mary S. Chase, Battle Creek, Mich. – Signora S.M. Howland,  Battle Creek, Mich. – Signora F.H. Lunt, Battle Creek, Mich. – Signora Melora A. Ashley,  Battle Creek, Mich. – Signora Caroline A. Dodge,  Battle Creek, Mich. – Signora Sarah B. Whipple,  Battle Creek, Mich. – Signora Uriah Smith,  Battle Creek, Mich. – Signora Paulina R. Heligass, Moline, Kan. – R.G. Lockwood, St.Helena, Calif. – Ruben Loveland, North Hide Park, Vt. – Signora Belinda, Loveland, North Hide Park, Vt.

Ecco qui un argomento difficile da controbattere: più di una ventina di testimoni tuttora viventi che attestano chiaramente e con forza quanto di loro conoscenza a proposito della dottrina della porta chiusa. D’altra parte i nostri oppositori, che sollevano un tale clamore su di essa, in realtà non ne sapevano niente. Non facevano personalmente parte del movimento e avevano ottenuto informazioni relative di seconda mano; al contrario i testimoni che abbiamo citato erano parte attiva nel messaggio e sapevano di cosa parlavano. Abbiamo dimostrato oltre ogni dubbio che i nostri oppositori accusano falsamente i primi credenti quando affermano che essi insegnavano che non vi era nessuna salvezza eccetto che per coloro i quali erano stati fedeli avventisti prima del 1844. (G. I. B).