D00-03. “L’amara delusione che seguì lo scadere del tempo”

Review and Herald, 24 febbraio 1885, L’esperienza dell’avvento – n. 3

 

“L’AMARA DELUSIONE CHE SEGUÌ LA DATA STABILITA”

 

La transizione dalle esperienze gloriose ed emozionanti dei pochi mesi antecedenti la data stabilita alle realtà amare della delusione fu di grandissima importanza. Nessuno può rendersene conto se non quelli che la vissero in prima persona. Prima dello scadere dell’ora stabilita gli avventisti richiamavano l’attenzione ovunque andassero; grandi congregazioni seguivano le loro predicazioni; la stampa era ricca di notizie sulla loro opera ed erano al centro dell’attenzione di tutti. Le persone rimanevano più o meno convinte che c’era del vero nella loro predicazione e molti avvertivano un certo grado di ansietà nel timore che potesse essere completamente vera. Quest’ultima categoria pensava di dover esaminare la questione attentamente.

Quando la data stabilita trascorse, tutto cambiò: quelli che non avevano fiducia nel movimento, naturalmente, si sentirono vittoriosi. Erano frequenti espressioni come: “L’avevo detto!”; “Eravate un branco di pazzi e di fanatici!”; e altre ancora. Coloro i quali avevano temuto che la dottrina potesse essere vera, adesso che il tempo era passato erano, naturalmente, lontanissimi dal credere che in essa ci fosse mai stato un briciolo di vero e mostravano grande zelo nel denunciarlo. Un gran numero di coloro che avevano professato di credervi se ne allontanarono prima possibile e si unirono ai nemici di quanti vi restavano fedeli.

Vennero a galla le storie più ridicole e assurde sugli avventisti, e furono raccontate con una sicurezza tale che molti le credettero vere. Ecco che, subito dopo la data stabilita, ebbe origine la storia dell’“abito dell’ascensione”, in un momento in cui quasi tutto, anche se abbastanza meschino, veniva creduto su questo povero gruppo disprezzato. Non si ebbe mai menzogna più ridicola e vergognosa. Chiunque conoscesse veramente ciò in cui credevano quelle persone sapeva che nulla era in maggiore contrasto con le loro convinzioni sul ritorno di Cristo del supporre che indossare un qualsiasi tipo di abito esteriore avrebbe avuto un peso per la loro salvezza. [I credenti nell’avvento] si aspettavano di essere trasformati, in un attimo, da una condizione di mortalità a una di immortalità. Che cosa aveva a che fare la foggia del loro vestito con tutto questo?

Per diverse settimane fu molto spiacevole mostrarsi in pubblico in alcuni luoghi. I ragazzi, per le strade, gridavano: “Quando salirete in cielo? Non ci siete ancora andati?”. E altre esclamazioni simili. Quei poveri credenti, disprezzati e guardati dall’alto in basso, pensavano di essere i più sciocchi fra gli uomini.

Ma la cosa più dura da sopportare era il fatto che essi stessi non capivano il perché di quella delusione. Invece di essere innalzati nelle dimore del cielo, erano abbandonati alla debole compassione di nemici malvagi e di professori formalisti che li guardavano dall’alto in basso come pazzi fanatici. Ma che cosa potevano rispondere? Come potevano affrontare la marea di critiche che arrivava da ogni direzione? Non erano in grado di dare una spiegazione [a quanto era successo] e la questione era del tutto oscura ai loro occhi. Avevano gli stessi gloriosi argomenti dei quali le loro anime si erano appagate. Non vi scorgevano in essi nessun errore. Eppure, il Signore non era venuto.

Sentivano che il tempo non poteva essere lungo, ma non avevano prove alle quali i loro cuori potessero ancorarsi. Erano nel dubbio. Molti dei loro fratelli esitavano e alcuni erano tornati nelle chiese che avevano abbandonato quando, alcuni mesi prima, era risuonato il grido della caduta di Babilonia. Ma ce n’erano molti che non avrebbero mai potuto farlo. Sentivano che Dio li aveva guidati e abbandonare la loro esperienza dell’avvento significava abbandonare tutto il loro essere cristiani. Non avevano seguito assiduamente la Parola di Dio al meglio delle loro capacità? Non avevano forse visto la manifestazione dei frutti dello Spirito legata alla loro opera? Le prove che avevano sostenuto non apparivano ancora così chiare? A quale realtà dovevano ritornare? A un mondo malvagio? A una chiesa formale, fredda, conflittuale, che odiava quella dottrina che appariva loro come la più gloriosa? No! Non potevano farlo. Dovevano restare fermi dove erano finché Dio non avesse dato loro una luce per andare avanti.

C’erano alcuni testi della Scrittura che per loro, in questo momento, erano particolarmente preziosi. “Ascoltate la parola del Signore, voi che tremate alla sua parola. I vostri fratelli, che vi odiano e vi scacciano a causa del mio nome, dicono: ‘Si mostri il Signore nella sua gloria, affinché possiamo vedere la vostra gioia!’. Ma essi saranno svergognati” (Isaia 66:5). “Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché: ‘Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l’anima mia non lo gradisce’” (Ebrei 10:36-38). Questi e altri testi simili parevano essere stati lasciati di proposito per quelle persone esauste che, dopo aver atteso, erano passate attraverso l’amara esperienza prevista, però, dall’autore dell’Apocalisse con l’immagine della chiesa che mangia il “piccolo libro”, dolce all’inizio, ma molto amaro in seguito (Apocalisse 19:9,10).

Un’altra causa di dolore per loro era il fatto che, dopo la data stabilita, nell’insieme dei credenti stessi era penetrato un influsso disgregante. In mezzo a loro cominciò a manifestarsi, qui e là, un gruppo di fanatici che introdusse appunto un influsso disgregante. Costoro affermavano di avere una grande luce da parte del Signore, pregavano ad alta voce e a lungo, leggevano molto la Bibbia, mostravano delle facce lunghe e agivano in modi molto stravaganti. Facevano professione di una luce e di una santità superiori, ma non erano gran che disposti a lavorare con le loro mani, sebbene desiderassero fortemente che altri lavorassero per loro.

D’altro canto, prima che fossero trascorsi molti mesi dopo la data stabilita, un gran numero di avventisti iniziò a perdere fiducia nelle posizioni sostenute in passato. Alcuni iniziarono a indicare nuove date per la venuta del Signore; altri cercarono invece di scompaginare le date che erano state generalmente accettate nel passato. In molti credenti cominciò a manifestarsi la tendenza alla ricerca della popolarità e della mondanità, specialmente tra quelli che cercavano di sconvolgere le vecchie pietre miliari della fede.

Tutto questo originò grande prova e perplessità tra i sinceri e fedeli credenti nella verità sostanziale del grande movimento dell’avvento. Essi caddero in uno stato di ansia particolarmente penoso, tanto da non sapere quale soluzione prendere. Da una parte parve che i loro fratelli e molti dei pastori che li dirigevano e nei quali riponevano la fiducia fossero sulla via del ritorno nel mondo e sembravano perdere la fede nelle grandi verità del messaggio; pareva anche che avessero con loro ben poco dello Spirito di Dio.

Dall’altra, questi spiriti fanatici apparivano così stravaganti nel modo di agire e nelle idee che [i credenti sinceri e fedeli] non sapevano proprio cosa pensare di loro. Molti addirittura li accolsero nelle loro case, per paura di respingerli, ma senza sapere se si potessero considerare figli di Dio oppure no. Li tennero, comunque, sotto attento controllo, nell’attesa di sviluppi che dessero loro maggiori certezze. Era come se non ci fosse più alcuna tromba che emettesse un suono “ben definito”. Perciò, ascoltarono i vari toni prodotti per poter determinare la loro posizione. Studiarono moltissimo le loro Bibbie e invocarono Dio con grandissimo fervore. Non potevano ripudiare il loro passato, ma erano incerti del presente e pieni di ansia per il futuro.

La loro posizione era, per molti aspetti, forse la più difficile vissuta dal popolo di Dio dalla resurrezione di nostro Signore. Assomigliava, in vari modi, all’esperienza dei discepoli dopo la crocifissione del Signore. Ma coloro che avevano atteso la sua seconda venuta dovevano aspettare ancora più a lungo prima che la vera luce cominciasse a risplendere. Per mesi fu difficile vedere molti dei vecchi avventisti sorridere insieme. La loro perplessità era grandissima, ma Dio aveva delle benedizioni in serbo per loro, per il tempo in cui gli indecisi dovevano essere selezionati. La luce allora si sarebbe finalmente manifestata. (G. I. B)