Sebbene W.C. White fosse molto occupato con molte cose che richiedevano attenzione durante le ultime settimane di vita di Ellen White, il 7 maggio scrisse una cortese lettera a Prescott. Dopo aver descritto lo stato di salute di Ellen White, White risponde ai primi paragrafi della lettera di Prescott nei quali egli esprime il suo scoraggiamento di fronte alla difficoltà di “avvertire tutto il mondo dell’imminente secondo avvento.” Egli scrisse:
“In riferimento alla sua lettera: Negli anni passati ero spesso perplesso sulla questione di come il nostro messaggio potesse raggiungere le popolazioni dei paesi pagani; ma quando vedo le cose meravigliose che Dio sta facendo nei paesi orientali, mi sembra che la Sua potenza si manifesti come lo è accaduto negli anni passati. Non siamo mai stati in grado di sapere come l’opera sarà portata a termine; ma continuo a credere che con Dio ciò è possibile, Egli userà mezzi che io non arrivo a comprendere.”–W. C. White a W. W. Prescott, 7 maggio 1915.
Poi, commentando i punti centrali della lettera di Prescott del 5 Aprile, White scrisse:
“Fratello Prescott, vorrei sinceramente essere un uomo di elevata istruzione, uno studioso, per dedicare del tempo a studiare con lei quelle questioni storiche che lei ha esaminato attentamente e che, secondo la sua valutazione, dovrebbero indurre a un importante cambiamento nei nostri libri. Il mio lavoro è di natura diversa, e non mi sarebbe utile addentrarmi in questioni che riguardano date storiche con le quali io non sono familiare. Prego che Dio benedica coloro che hanno l’opportunità di intraprendere questi studi affinché essi possano essere illuminati dalla Sua luce.
“Come lei sa, la mia esperienza mi ha indotto ad avere grande fiducia nel Movimento dell’Avvento del 1844, e nel modo in cui Dio ha guidato il Suo popolo verso lo sviluppo della chiesa Avventista del Settimo Giorno. Spero e mi aspetto che uno studio più approfondito della storia susciti fiducia nell’opera che Dio ha realizzato mediante le rivelazioni date a mia madre; che tale studio possa correggere quelle vedute stravaganti e fanatiche riguardo alla sua opera le quali sono dannose e ostacolano il progresso della verità.
“Credo che sia mio dovere essere molto prudente nel fare affermazioni che rischiano di essere travisate e fraintese. Le mie sensazioni riguardo a questo furono confermate da ciò che ha avuto luogo al concilio di Washington nell’autunno del 1913.”
E poi, riferendosi alla esperienza di Prescott, White scrisse:
“Non provo nessuna considerazione per quelle persone severe e fuorvianti che rendono la vita un inferno perché uno non fa ciò che loro vorrebbero vederti fare o perché non gli viene detto quello che loro vorrebbero sentire.
È solo al giorno del giudizio che sarà rivelato con quanto zelo ho cercato di dissuadere queste persone.”
Il paragrafo conclusivo di W. C. White esprime con forza il suo desiderio che l’unità regni tra i fratelli:
“Prego che Dio ci protegga dall’errore e dalle incomprensioni e che Egli affretti il giorno in cui coloro che portano grandi fardelli in questa opera possano contemplare Gesù con i loro occhi (ingl. see eye to eye),
In fede,
W. C. White.”
Dagli archivi non risulta che Prescott abbia risposto a tale lettera.