Studiamo adesso brevemente come meglio interpretare oggi i commenti di Ellen White sulla storia della Terra, soffermandoci soprattutto su quelli relativi al Diluvio genesiaco. Dobbiamo prima di tutto esaminare quali siano le fonti delle informazioni sulla storia del pianeta. Almeno tre volte la sor. White asserisce quanto segue: “In seguito fui portata al tempo della creazione e mi fu rivelata quella prima settimana durante la quale Dio realizzò la sua opera in sei giorni per poi riposarsi il settimo; si trattava di una settimana, così come la conosciamo oggi.”[27] Sulle dimensioni degli animali antidiluviani, afferma: “Mi furono mostrati animali molto grandi e forti che vivevano prima del Diluvio, e che oggi non esistono più.”[28] E sulla geologia, la signora White afferma: “Mi è stato mostrato che distaccata dal resoconto biblico la geologia non può provare niente.”[29] Secondo le sue affermazioni, le informazioni sulla creazione e il diluvio provengono da visioni di origine divina che difendono la storicità degli eventi.
Le affermazioni appena citate aiutano a spiegare la sua ferma convinzione, che emerge nella prossima citazione, sull’autorità e l’affidabilità della Parola di Dio quando essa parla della storia della Terra: (NDT vedasi citazione in libro in italiano) “Dovrebbe esserci una solida fiducia nella divina autorità della Sacra Parola di Dio … Mosè scrisse ispirato dalla Spirito di Dio e qualunque corretta teoria geologica a correct theory of geology will never claim discoveries that cannot be reconciled with his statements.”[30]
Questa affermazione rivela che il rapporto tra le evidenze presenti nella natura e il resoconto biblico è una questione cruciale. Commentando questo punto, Ellen White scrive, NDT vedasi citazione in libro in italiano)
“relics found in the earth do give evidence of conditions differing in many respects from the present, but the time when these conditions existed can be learned only from the Inspired Record.”[31] Qui la sor. White indica che le implicazioni che scaturiscono dalla ricerca umana basata su informazioni tratte dal terreno non possono andare al di là di un certo limite. In altre parole, le implicazioni che un geologo cristiano può attingere da dati scientifici devono essere sottomessi alla rivelazione biblica, cioè alla visione del mondo espressa nella Bibbia. Questo è un esempio di ciò che oggi potremmo chiamare: rigetto del naturalismo metodologico in favore del catastrofismo creazionista. Un esempio di applicazione del modello catastrofista proposto da Ellen G. White lo si trova nella questione di fossili, che la White descrive come (NDT vedasi citazione in libro in italiano)
“uomini, animali e alberi molto più grandi di quelli che esistono oggi,”[32] correctly establish that different conditions existed in the past than exist now. Fin qui, nessun problema tra l’interpretazione dei dati scientifici e le affermazioni bibliche. D’altra parte, secondo Ellen White, se si dovesse difendere l’idea che questi stessi fossili avessero milioni di anni, trarremmo dalle informazioni scientifiche delle conclusioni arbitrarie.[33] Perché tutto questo? Secondo la White, la risposta si trova nella seguente confessione di fede (NDT vedasi citazione in libro in italiano) “[i]n the history of the Flood, inspiration has explained that which geology alone could never fathom.”[34]
Nello spiegare alcune implicazioni relative all’evento storico del Diluvio, la White nota che durante tale evento esseri umani, animali e alberi furono (NDT vedasi citazione in libro in italiano) “buried, and thus preserved as an evidence to later generations that the antediluvians perished by a flood. God designed that the discovery of these things should establish faith in inspired history; but . . . the things which God gave them [i.e., to us humans] as a benefit, they turn into a curse by making a wrong use of them.”[35] Queste parole cercano di stabilire un sano rapporto tra la paleontologia e il resoconto biblico. In altre parole, secondo Ellen White, la Divinità incoraggia la ricerca e lo studio dei fossili, anzi tali scoperte dovrebbero consolidare la fiducia individuale nel resoconto genesiaco della Creazione e del Diluvio. Questo punto illustra con forza il fatto che la White creda che i resoconti di Genesi 1-11 debbano essere interpretati da un punto di vista storico e non solo teologico. Pertanto, secondo Ellen White, il solo vero modo biblico di comprendere I resoconti sulla Creazione e sul Diluvio è di interpretarli come eventi empirici, storici ai quali le scienze naturali devono interessarsi.
Queste citazioni rivelano il modo in cui dovremmo interpretare oggi le sue affermazioni sul Diluvio. Sembra che ci inviti ad accettare per fede i suoi commenti su tale evento e di considerarli come dei raggi di luce divina che gettano luce sulla natura storica e verace degli eventi diluviani. Queste rivelazioni possono gettare le basi per una ricerca scientifica solida e responsabile. Le sue affermazioni, pertanto, non hanno solo valore devozionale, ma sono utili per sostenere la sola interpretazione biblica della Creazione e del Diluvio.[36]
Alla luce delle precedenti dichiarazioni sui tempi e sul Diluvio, possiamo affermare con una certa sicurezza che se Ellen White fosse viva oggi, lei difenderebbe la storicità di una recente settimana creativa e di un diluvio universale, nonostante le sfide lanciate dalla datazione radiometrica e la ricerca paleontologica. Ci incoraggerebbe a continuare ad avere fiducia nella storicità di Genesi 1-11, e di fare ricerche nell’ambito di questo contesto biblico.
In conclusione, osserviamo che i commenti di Ellen G. White sulla storia della terra, oggi potrebbero scatenare una crisi, (così come delle affermazioni del Cristo richiedevano discernimento al Suo tempo), una crisi che potrebbe provocare un vivace dibattito che finirebbe per rafforzare la chiesa nella sua promozione del Cristo come Creatore, come Signore della Creazione commemorata dal sabato, e come Re dell’Eden restaurato.