Ma alcune cose andarono storte e pochi mesi dopo, quando Ellen White fu in grado di valutare la situazione e Dio la illuminò al riguardo, scrisse alla chiesa di Healdsburg:
“Il Signore ha operato in mezzo a voi e Satana, che è sempre attivo alla ricerca di un’occasione favorevole, si è intromesso per mescolare il fanatismo all’opera di Dio, per seminare erbacce accanto al buon seme”. (Lettera 21, 1886, alla chiesa di Healdsburg)
Fece poi questa ammonizione:
“Abbiamo bisogno di vivere molto stretti a Gesù per distinguere il prezioso dal falso”. (Ibid.)
Se Dio fu capace di usare il pastore Daniels in modo efficace, Satana trasse vantaggio da alcune delle sue debolezze. Ellen White ne parla scrivendo a un dirigente di Federazione, che aveva a che fare con la situazione delicata prodottasi mentre il risveglio progrediva. Descrivendo il pastore Daniels scrisse: “Egli è sconsiderato, prova forti sentimenti e agisce in modo impulsivo… Non è un uomo perfetto, ma so come Dio lo considera: un uomo con la tendenza all’incostanza e all’impulsività, ma che lo ama e lo teme; un uomo che toccherà i cuori se sarà aiutato da persone di fiducia che sapranno consigliarlo”. (Lettera 10, 4 novembre 1885).
Sfortunatamente, quando il risveglio fu ben avviato, Daniels fu sviato dal successo la cui gloria
avrebbe dovuto essere riservata a Dio.
Non sussistono prove di eccessi: non furono registrate esperienze estatiche come il parlare in lingue, ma degli elementi non equilibrati si introdussero nella chiesa. Nel fervore della nuova esperienza, vennero messi in primo piano alcuni concetti preferiti. Daniels non favorì la raccolta delle offerte della Scuola del Sabato e questo divenne un tema sensibile che produsse reazioni contro la dirigenza. Si tennero riunioni, la cui frequenza fu ristretta a quelli che gradivano l’esperienza di risveglio.
Un’altra questione oggetto di grandi esagerazioni fu il fatto che Daniels consentì ai membri della chiesa di Healdsburg, coinvolti nell’esperienza di risveglio, di dargli aiuti finanziari personali. Divenne noto, trai i suoi fratelli nel ministero, come una persona piuttosto irresponsabile in fatto di denaro.