D06-01. Lo studio della Bibbia contrapposto alle asperienze estatiche

Gli avventisti del settimo giorno e le esperienze estatiche – 2

 

LO STUDIO DELLA BIBBIA CONTRAPPOSTO ALLE ESPERIENZE ESTATICHE

  • Visione sulla dipendenza dalle esperienze estatiche
  • Esortazione a uno rinnovato studio della Bibbia
  • Satana è all’opera in molti modi

La seconda delle quattro esperienze di glossolalia, appartenenti alla storia dell’avventismo delle origini, delle quali abbiamo parlato nell’articolo della scorsa settimana, verteva sullo sviluppo della dottrina. Il racconto completo del modo in cui il Signore guidò il suo popolo nell’ambito dottrinale merita uno studio dettagliato. Procedendo nel nostro esame, dobbiamo ricordare che il Signore conduce il suo popolo che ama la verità a un ritmo che esso può seguire in cui non risulti indebolita la fiducia in ciò che nella sua esperienza appare più importante. Egli non guiderà mai il suo popolo in modo da diminuire l’importanza dello studio della Bibbia.

Trai primi avventisti, Joseph Bates fu l’apostolo della verità del sabato. Nell’agosto del 1846, egli pubblicò un opuscolo di 48 pagine sul riconoscimento del diritto vincolante di osservare il sabato.

Attraverso uno studio attento delle inconfutabili prove scritturali presentate in quel pamphlet, James ed Ellen White accettarono tale verità, unendosi a un gruppo di circa 50 avventisti osservatori del sabato. Iniziarono l’osservanza di quel giorno dal venerdì sera, ma fu solo dopo sei o sette mesi che una visione data a Ellen White confermò la verità del sabato e le presentò con forza la sua grande importanza. (vedi Early Writings, pp. 32-35)

Tuttavia, benché le prove scritturali indichino con chiarezza che il sabato inizia il venerdì sera, questo principio non era chiaro per i nostri pionieri. Il vecchio capitano di mare, Joseph Bates, che era consapevole dei problemi di orario nelle diverse zone del mondo, concluse che per osservare il sabato ci si dovesse attenere all’“ora equatoriale”. Pertanto sostenne che il sabato dovesse iniziare alle 18.00 del venerdì e terminare alle 18.00 del sabato (questo era in evidente contrasto con il modo normale di contare l’inizio e la fine del giorno alla mezzanotte). Sussistendo alcune divergenze di opinione trai credenti su quando dovesse cominciare il sabato, l’orario delle 18.00 ebbe la meglio.

Nel 1848, alcuni avventisti sabatisti residenti nel Maine, leggendo in Matteo 28:1 le parole “alla fine del sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana”, trassero la conclusione che il sabato iniziasse e terminasse all’alba. Infine, Ellen White ebbe una visione nella quale sentì l’angelo ripetere: “Dalla sera alla sera seguente, celebrerete il vostro sabato” (Levitico 23:32). Questo contribuì a risolvere la questione, indicando che era un errore fissare l’alba come inizio del sabato.

Più o meno nello stesso periodo, in un incontro avvenuto nel Connecticut, durante il quale gli avventisti discutevano proprio il problema dell’inizio del sabato, si verificò una nuova esperienza di glossolalia. James White scrisse quanto segue:

“C’è stata una certa divisione sull’ora di inizio del sabato. Alcuni lo iniziavano al calar del sole, ma la maggior parte alle sei del pomeriggio. Così una settimana fa, di sabato, presentammo il problema a Dio in preghiera. Lo Spirito Santo discese e il fratello Chamberlain fu rivestito della sua potenza e pronunciò alcune parole ad alta voce in una lingua sconosciuta. Ne seguì questa interpretazione: ‘Dammi del gesso, dammi del gesso’. Bene, pensai, se nella casa non ce n’è alcuno allora avrò ragione di dubitare. Ma in un attimo un fratello portò un pezzo di gesso. Allora il fratello Chamberlain lo prese e, con la potenza dello Spirito, disegnò una figura sul pavimento che rappresentava le parole di Gesù: ‘Non ci sono dodici ore in un giorno?’. Il disegno rappresentava il giorno, ovvero l’ultima metà del giorno. La luce del giorno si è già dileguata per metà quando il sole è a sud o a metà strada da ciascun orizzonte, alle 12 in punto. Procedete ora in un senso e nell’altro per la durata di sei ore e otterrete le dodici ore del giorno. In ogni periodo dell’anno il giorno finisce alle sei pomeridiane. Satana vorrebbe allontanarci da questo orario, ma rimaniamo fermi a quel che Dio ha rivelato a noi e al fratello Bates”. (Lettera di James White a “My Dear Brother”, 2 luglio 1848, scritta da Berlin, Connecticut).

Questa esperienza fu convincente  tra i credenti che continuarono a osservare l’inizio del sabato alle 18.00. Fu in questo ambito che Dio fornì al suo popolo una guida di vasta portata.

Visione sulla dipendenza dalle esperienze estatiche

Nel mese di dicembre del 1850, durante un congresso a Paris, nel Maine, dove tutti i presenti avvertirono il bisogno profondo della discesa dello Spirito di Dio, Ellen White ricevette una visione:

“L’ultima sera eravamo tutti uniti nella preghiera ed esprimevamo la richiesta che lo Spirito del Signore cadesse su di noi. Il Signore prestò ascolto alle nostre sentite implorazioni. Fui rapita in visione e vidi tutta la grandezza e la santità di Dio. L’angelo disse: ‘Cammina attentamente davanti a lui, perché egli è innalzato, risiede nell’alto dei cieli e il corteo della sua gloria riempie il tempio’. Vidi che ogni cosa in cielo era in perfetto ordine…[La parte tolta qui non è in relazione con questo argomento]

“L’angelo disse: ‘Guardate e imparate a conoscere quanto è perfetto e bello l’ordine celeste: prendete esempio da esso…’. Vidi che gli esercizi spirituali correvano il rischio di essere contraffatti, perché erano in gran parte influenzati dalle opinioni e conoscenze di quanti li praticavano, quindi non potevano essere accolti con piena fiducia. Ma se qualcuno dovesse trovarsi nella condizione dell’apostolo Paolo che non sapeva più se era dentro o fuori dal suo corpo, senza più alcun contatto con quanto lo circondava, e in quella circostanza Dio dovesse mettersi in comunicazione con lui per mezzo dei suoi angeli, allora non ci sarebbe nessun pericolo di sbagliarsi.

Vidi che dovremmo lottare in ogni tempo per liberarci da qualunque tipo di insana e inutile eccitazione. Vidi che correvamo il grande pericolo di abbandonare la Parola di Dio per appoggiarci e confidare invece sugli esercizi. Vidi che Dio, per mezzo del suo Spirito, si era manifestato sul vostro gruppo durante alcuni esercizi e riflessioni, ma vidi che in seguito nel tempo ci sarebbero stati dei pericoli…

Vidi che il messaggio ora doveva concentrarsi sulla verità. La Parola di Dio doveva essere seguita con scrupolo e innalzata per il beneficio del popolo di Dio. Sarebbe stato molto bello se il popolo di Dio fosse stato condotto in un luogo angusto, per contemplare le dinamiche di Dio attraverso gli esercizi delle visioni”. (Manoscritto 11, 1850)

Il paragrafo seguente pone nuovamente l’accento sull’effetto funesto della dipendenza da esperienze o esercizi estatici, specialmente se intese come strumento per la ricerca della sana dottrina:

“Vidi, durante il nostro incontro, che alcuni esponevano l’idea che l’opera di Dio consistesse nell’elargire esercizi spirituali e quanti vi si opponevano dovevano essere esclusi dalle riunioni. Allora le persone oneste e coscienziose iniziarono a tremare. ‘Temo di essere espulso’, pensavano. Così essi allontanavano le loro menti da Gesù e le concentravano su se stessi e sugli altri. In conclusione, le riunioni li lasciavano in condizioni peggiori di come erano prima. Vidi che dobbiamo cercare di sollevare le nostre menti al di sopra del nostro io in modo che dimorino in Dio, il sommo e l’eccelso”. (Ibid.)

Il significato di questa visione, data alla signora White il 24 dicembre 1850, non può essere sopravvalutato. Si tratta in effetti di un documento chiave. I credenti pregavano per l’effusione dello Spirito Santo, nella speranza di poter assistere a dimostrazioni concretamente osservabili. Le testimonianze di quel periodo mostrano che ci fu un’accelerazione delle esperienze estatiche.

Venendo al dunque, a Ellen White fu mostrato che nelle esperienze estatiche (altrimenti dette “esercizi”) si nascondeva il grave pericolo dell’inganno, poiché i preconcetti individuali “influenzavano comunque in parte gli esercizi stessi”. Di conseguenza non era possibile prestare automaticamente fede a tali esperienze. Esisteva però un mezzo di comunicazione sul quale ci si poteva basare fermamente e questo era costituito dalle visioni che Dio aveva dato ai profeti. In queste “non ci sarebbe stato alcun pericolo, né alcun errore”.

Le furono ancora mostrati i possibili effetti negativi di un’“inutile” eccitazione e il serio pericolo di allontanarsi dalla Parola di Dio “per confidare negli esercizi spirituali”. Le fu mostrato che esistevano sì delle esperienze genuine in quelli che erano considerati esercizi carismatici, ma che comunque essi potevano serbare dei pericoli in futuro.

In questa visione venne magnificata la Parola di Dio. Quando il popolo di Dio si fosse trovato in condizioni difficili, Dio lo avrebbe guidato e istruito per mezzo delle visioni.

Esortazione a uno rinnovato studio della Bibbia

L’inquietudine mostrata da alcuni membri sull’orario d’inizio del sabato e il reiterato insegnamento rivolto loro attraverso il dono profetico, che li indirizzava alla Bibbia, probabilmente portò James White*, nel 1855, a insistere perché J. N. Andrews, giovane pastore residente a Paris, nel Maine, investigasse attentamente le Scritture per ritrovare nella Parola di Dio gli elementi relativi al momento d’inizio del sabato. Durante l’estate, dopo svariate settimane di accurata ricerca nelle Scritture,  egli dimostrò per mezzo di nove testi dell’Antico Testamento e di due del Nuovo che il sabato iniziava all’ora del tramonto.

Le sue conclusioni furono lette al congresso di Battle Creek del novembre 1855, e dall’evidenza scritturale presentata, i presenti si presero la responsabilità di spostare dalle 18.00 all’ora del tramonto l’orario d’inizio del sabato. Tuttavia, la decisione non fu del tutto unanime. Joseph Bates, membro più anziano del gruppo dei pionieri e apostolo della verità del sabato, si dissociò non volendo rinunciare alle sue consolidate opinioni. Ellen White, da parte sua, pensò che, dato che avevano osservato il sabato in questo modo per dieci anni, perché avrebbero dovuto cambiare ora? Ne scaturì allora una frattura.

Tuttavia, alla fine del congresso a Ellen White fu mostrato in visione che il sabato iniziava al tramonto. Illuminante è la sua conversazione con l’angelo durante la visione:

“Vidi che le cose stanno proprio così: ‘Dalla sera all’altra sera celebrerete il vostro sabato’. L’angelo disse: ‘Prendi la Parola di Dio, leggila, comprendila e non potrai sbagliare. Leggila con attenzione e vi troverai che cosa è e quando avviene’. Chiesi all’angelo se Dio disapprovasse il fatto che il suo popolo aveva iniziato a osservare il sabato in un modo diverso. Fui guidata a ritroso fino all’origine del sabato e seguii il cammino del popolo di Dio fino a oggi, ma non vidi che il Signore fosse dispiaciuto né che avesse espresso disapprovazione. Indagai sul perché le cose fosse andate in modo tale che dovessimo cambiare l’orario di inizio del sabato così tardi. L’angelo rispose: ‘Lo comprenderete, ma non ancora, non ancora’. E aggiunse: ‘Se la luce viene e quella stessa luce è messa in disparte e rifiutata, allora si manifesta la condanna e la disapprovazione di Dio; ma prima che la luce si mostri, non c’è peccato, perché non c’è alcuna luce da poter rigettare’. Vidi che, secondo la convinzione di alcuni, il Signore aveva mostrato che il sabato cominciava alle 18.00 in punto, mentre io avevo semplicemente visto che cominciava a ‘sera’, e molti avevano dedotto che la sera significasse le 18.00, appunto. Vidi che i servitori di Dio devono avvicinarsi gli uni agli altri ed essere più uniti”. (Testimonies, vol.1, p.116).

Due punti sono di primaria importanza. Primo: i credenti devono riferirsi alla Parola di Dio per essere guidati in ambito dottrinale. Secondo: essi dovevano raggiungere l’unità. Negli anni seguenti James White si servì di questa esperienza per illustrare il ruolo del dono delle profezia nella chiesa: esso non doveva sopravanzare lo studio della Bibbia, ma svolgeva la sua funzione nel proteggere la chiesa e nel consolidare la verità. La Bibbia doveva sempre essere ritenuta sovrana e la sua autorità non doveva mai essere subordinata ai sentimenti o a esperienze di tipo estatico.

Non esiste alcuna testimonianza in cui Ellen White sostenga esplicitamente o dia il suo beneplacito a queste esperienze estatiche espresse in lingue ignote, benché lei stessa ne fosse stata testimone in tre o quattro casi. Era probabilmente rimasta in silenzio mentre osservava con interesse gli sviluppi  della storia del fratello Ralph. Anche quando costui parlò in lingue non ne fu convinta. Le fu in seguito mostrato che il pensiero e i sentimenti di una persona esercitano un influsso considerevole in tali situazioni.

Nel descrivere gli eventi che portarono alla sua presa di posizione in favore dei fondamenti biblici relativamente al problema dell’inizio del sabato, abbiamo fatto un salto di cinque anni in avanti rispetto alla visione del 1850 che avvertiva dei pericoli di fare eccessivo affidamento sulle manifestazioni di tipo estatico. Seguirono altre visioni che rivelavano come uno spirito diverso dallo Spirito Santo poteva influenzare i sentimenti individuali. In una visione del 1851, tratteggiò l’esperienza di alcune persone che, in modo inconsapevole, erano sotto l’influsso di uno “spirito profano”. Ella dice che “tale spirito influiva con forza sui sentimenti e molti di questi sentimenti erano ritenuti come sacri, come se fossero stati promossi dallo Spirito Santo”. (Lettera 2, 1851)

* James White, nella Review del 4 dicembre 1855, affermò: “Non siamo mai stati del tutto soddisfatti della testimonianza presentata in favore dell’orario delle 18.00… Il soggetto ci aveva tormentato, ma non avevamo mai trovato il tempo di fare su di esso una ricerca approfondita”.

Satana è all’opera in molti modi

Vidi che Satana era all’opera in vari modi tramite i suoi intermediari. Agiva per mezzo di ministri di culto che avevano respinto la verità ed erano destinati a cocenti delusioni per il fatto di credere in una menzogna che poteva condannarli. Mentre predicavano o pregavano, alcuni potevano cadere prostrati e inermi, non per la potenza dello Spirito Santo, ma per quella di Satana, infusa sui suoi agenti e, tramite loro, sulla gente”. (Early Writings, 1849, pp. 43, 44).

Negli anni successivi, Ellen White mise in guardia sulle esperienze estatiche ingannevoli:

“Ogni volta e ovunque il Signore opera dando una benedizione autentica, non tarda a manifestarsi una contraffazione, allo scopo di annullare l’azione di Dio. bisogna quindi essere estremamente prudenti e camminare umilmente dinanzi a Dio, affinché il collirio divino ci permetta di distinguere le opere dello Spirito di Dio dalle manifestazioni di uno spirito che genera disordine e fanatismo. ‘Li riconoscerete dai loro frutti’ (Matteo 7:20). Coloro che veramente contemplano Cristo saranno trasformati a sua immagine, proprio per opera dello Spirito del Signore. Essi cresceranno fino a raggiungere la completa statura di uomini e donne in Cristo Gesù. Lo Spirito Santo di Dio ispirerà amore e purezza; apparirà una notevole distinzione nel loro caratteri”. (Selected Messages, vol. 1, p. 142).

D20-20. La lettera di W. C. White al pastore Prescott (Appendice B)

APPENDICE B

La lettera di W. C. White al pastore Prescott

Sanitarium, California
12 Marzo 1915

 

Pastore W. W. Prescott
Takoma Park,
Washington, D. C.

Caro fratello Prescott,

Desidero risponderle subito, sebbene al momento mi è impossibile esprimere le mie opinioni sui manoscritti che lei mi ha consegnato a Washington.

Quando sono arrivato a casa ho visto che tutti i nostri operai erano molto presi con lavori urgenti, e sebbene abbia mostrato loro questi manoscritti, sia il fr.Crisler che il fr. Robinson non hanno avuto il tempo di studiarli. Sperano di farlo prima che passi troppo tempo.

Avrà saputo mediante la Review e il giornale della Union Conference dell’incidente che ha subito mia madre il 13 febbraio. Allego alla presente una dichiarazione che che mia madre ha fatto domenica scorsa, con la quale esprimeva il pensiero che la sua opera era terminata e che presto si sarebbe messa a riposo. Quando pensiamo al futuro si ha l’impressione che senza di lei saremo perduti. Tutti i nostri piani, tutti i nostri pensieri e i nostri sforzi per tanti anni  have been centered in her work.

Mia madre si rallegra del fatto che moltissimo è stato fatto in questi ultimi anni perché i suoi scritti fossero pronti a essere pubblicati e diffusi in vasta scala. Il manoscritto per Gospel Workers è stato esaminato da lei stessa eccetto uno o due capitoli composti interamente di brani selezionati dai suoi scritti già pubblicati.

La storia del Vecchio Testamento che va da Salomone fino a Malachia è quasi pronta da essere consegnata alle stampe. Il manoscritto sull’organizzazione è completo ed è stato consegnato al comitato della Conferenza Generale. Il lavoro di selezione tra i suoi scritti perché fossero pubblicati nel Orient (NDT:?) iniziò l’anno scorso quando mia madre era ancora attivamente coivolta  e poteva esaminare i manoscritti. Siamo profondamente grati al Signore che ha prolungato la sua vita perché potesse partecipare a questa opera.

L’utima volta che sono stato a Washington ho visitato brevemente i suoi genitori. Mi hanno chiesto di portare a mia madre le loro parole di affetto e simpatia. Ma prima di raggiungere casa per trasmettere queste parole a mia madre, suo padre (NDT di Prescott) è deceduto. Il nostro popolo lo amava e lo onorava e esprime a lei, ai suoi fratelli e sorelle e a sua madre, le condiglianze più sincere.

Fratello Prescott, non ho mai trovato l’opportunità di presentare a mia madre le perplessità che hanno appesantito e rattristato il suo cuore, ma è mio privilegio dirle che in questi ultimi anni le parole che mia madre diceva riguardo a lei e il suo lavoro esprimevano la tenerezza e l’amore di una madre. Mia madre ha sempre avuto un’alta considerazione per lei e per sua moglie ed era rattristata ogni volta che veniva a conoscenza delle sue perplessità.

A volte ho provato a parlare con mia madre degli argomenti che sono stati un peso nel suo cuore, ma lei non arrivava a capire e quindi lasciavo l’argomento in disparte, pensando che un giorno mia madre riflettesse sulle questioni. Vorrei sinceramente trovare le parole o fare qualcosa per consolarla, per aiutarla a riscoprire  la gioia, la speranza e la fiducia nella sua opera; che è durata una vita e nella quale i fratelli hanno visto la presenza di Dio.

Oggi il fr. Robinson ed io stavamo leggendo alcuni paragrafi negli ultimi capitoli di Gospel Workers e abbiamo letto il seguente brano, pensando anche a lei:  “In questa vita il nostro lavoro per Dio sembra spesso non dare dei frutti. I nostri sforzi per fare del bene possono essere pieni di entusiasmo e perseveranza, ma a volte non ci è permesso di contemplarne i risultati. Ai nostri occhi i nostri sforzi possono sembrare inutili. Ma il Salvatore ci assicura che in cielo viene presa nota del nostro lavoro e che la ricompensa sarà consegnata. L’apostolo Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, scrisse: “Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.” (NDT Gal 6:9) E il salmista dice: “Se ne va piangendo colui che port ail seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia quando porterà I suoi covoni.”  (NDT Sal 126:6). . .

“Sebbene molti frutti del nostro lavoro non siano così evidenti in questa vita, gli operai di Dio hanno la Sua promessa del successo ultimo. Come Redentore del mondo Cristo dovette consantemente confrontarsi con  apparenti insuccessi. Aveva l’impressione di fare poco rispetto al suo grande desiderio di servire e consolare. Forze sataniche erano costantemente al lavoro per ostacolare la Sua opera. Ma Egli non si faceva scoraggiare. Egli riusciva a vedere i risultati della Sua missione. Egli sapeva che alla fine la verità avrebbe trionfato nella sua lotta contro il male e ai suoi discepoli disse: “vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. (NDT Giov 16:33) La vita dei discepoli di Cristo deve essere simile alla Sua, una serie ininterrotta di vittorie  — forse non considetare tali su questa terra, ma riconosciute sicuramente come tali nella great hereafter.”

“Sinceri saluti,
W. C. White.”

D20-19. La lettera di Prescott a W.C. White (Appendice A)

 

APPENDICE A

La lettera di Prescott a W.C. White

Takoma Park, D.C., 6 Aprile 1915.
Pastore W. C. White
Sanitarium, Napa County, California

Caro Fratello White,

Ho apprezzato la sua lettera del 12 marzo [Appendice B] e la ringrazio per le sue parole di condoglianze a seguito del decesso di mio padre.

Ho letto ciò che lei ha scritto sulle condizioni di sua madre, sebbene lei abbia dimenticato di accludere le dichiarazioni alle quali fa riferimento. Quando penso a questi primi credenti, come sua madre, mio padre e il pastore Olsen, che se ne stanno andando cosi rapidamente, e quando penso quanto poco è stato fatto per avvertire solennemente il mondo dell’imminente ritorno di Cristo, mi chiedo se alcuni tra di noi, che facciamo parte di questo movimento, ne vedranno il coronamento. E’ una questione che mi fa riflettere.

A me pare che una parte di responsabilità poggia su coloro tra di noi che sanno che nei libri autorizzati sono presenti dei seri errori e che tuttavia non fanno nessuno sforzo per correggerli. I fratelli (NDT people) e i nostri pastori comuni credono che affidiamo loro dichiarazioni affidabili, e nei loro sermoni essi usano i nostri libri che credono essere autorevoli , ma per anni permettiamo loro di asserire cose che noi sappiamo non essere vere. Non credo che questo sia giusto. Ho l’impressione che stiamo tradendo la fiducia che i pastori e i fratelli hanno riposto in noi e che li stiamo ingannando. Ho l’impressione che si ha più paura dell’ansietà eventualmente provocata  (NDT INGL difficile there is much more anxiety to prevent a possible shock to some trustful people than to correct error.

Nella sua lettera lei menziona il desiderio di aiutarmi ma credo che sia ormai troppo tardi. Le esperienze che ho vissuto negli ultimi sei – otto anni, e specialmente le questioni delle quali le ho parlato, hanno avuto un effetto su di me. Ho dovuto superare esperienze traumatiche e dopo aver dato il meglio della mia vita a questo movimento, provo poca soddisfazione  e sono arrivato alla conclusione che l’unica cosa che mi resta da fare è di fare con coscienza e in silenzio il mio lavoro e permettere agli altri di andare avanti senza di me. Ovviamente questo non è certo un modo felice di concludere un opera che è durata una vita, ma questo mi pare il modo mogliore di adattarmi alla situazione.

Il modo in cui gli scritti di sua madre sono stati gestiti e la falsa impressione che la gente si è fatta, hanno creato forti perplessità in me. Ho l’impressione che è con un inganno, sebbene probabilmente involontario, che sono stati fatti alcuni dei suoi libri e che nessun sforzo serio sia stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era considerata una erronea comprensione dei suoi scritti

Ma è inutile addentrarsi in tali questioni. Ne ho parlato per anni con lei  e non è cambiato niente. Tuttavia penso che ci stiamo dirigendo verso una crisi, che prima o poi arriverà e forse più prima che poi. Un desiderio di reagire sta prendendo piede

Le ultime settimane sono state molto tranquille, molti fratelli lavorano nei campi. E’ stato parecchio freddo e abbiamo avuto cinque pollici di neve sabato scorso, ma oggi sembra essere una giornata di primavera.

Mia madre è molto debole ma a volte la sua forza mi sorprende. Mio padre le manca molto. Sono vissuti insieme per 67 anni.

Il lavoro in ufficio non manca, siamo tutti molto presi nel cercare di soddisfare tutti.

Sarò lieto di avere sue notizie in futuro. Se lei crede che sia appropriato, esprima a sua madre il mio dispiacere per le sue sofferenze.

In fede,

W. W. Prescott

D20-18. Prescott dopo il 1915

Prima di chiudere questo capitolo su W. W. Prescott va detto che durante il 1915 la Conferenza Generale lo nominò un segretario generale itinerate (ingl.general field secretary), una posizione che conservò fino al 1937. Durante questo periodo, nel 1922, fu chiamato a servire per un breve tempo come presidente del Australasian Missionary College. In seguito divenne presidente del Union College e più tardi presidente del suo dipartimento di Bibbia, dal 1924 al 1928. Dopo un viaggo che lo portò in giro per il mondo (ingl.world tour) nel 1930 egli divenne il direttore del Dipartimento di Bibbia del Emmanuel Missionary College e lo fu fino al 1934. Egli morì nel 1944.

Nel 1931 il pastore W. C. White scrisse delle parole cortesi su Prescott e le sue vedute divergenti, in  una lettera indirizzata a qualcuno che prese un corso con lui e che ora metteva in dubbio l’ortodossia del Prescott stesso. White scrisse:

“Anche io sono stato riccamente benedetto dagli insegnamenti e dal ministerio del pastore Prescott. Apprezzo i suoi sermoni.

Sono molto dispiaciuto quando sento dire che il pastore Prescott insegna delle eresie. Credo che riguardo a delle date profetiche egli insegna delle cose che molti dei nostri pastori e insegnanti non accettano. Io e molti altri per i quali ho grande stima , serbiamo dei seri dubbi su quei suoi insegnamenti che rimettono in discussione alcune delle date soriche che i nostri ministri hanno usato nelle loro esposizioni sulle profezie.

“Il pastore Prescott non è il solo che è rispettato, ascoltato e amato, e che su alcuni punti di secondaria importanza insegna in modo differente. Non penso che si debba accusare tali uomini di insegnare eresie.

“La sorella White ebbe grande stima dei suoi fratelli pastori ed era suo desiderio che il loro influsso dovesse essere tenuto in considerazione da tutti noi.”–W. C. White alla signorina Hulda Gunther, 20 Feb. 1931.

Questo non dovrebbe essere il nostro obiettivo anche oggi? Non dovremmo continuare ad avere fiducia in uomini e donne che hanno gettato le basi del lavoro della chiesa e che hanno realizzato con dignità negli anni , nonostante il fatto che erano umani e che fecero degli sbagli e che non erano sempre in grado di far fronte a certi problemi?

Impegnamoci tutti a realizzare la preghiera di Cristo, “That they all may be one” (John 17:21).

White Estate
Washington, D.C.
15 giugno 1981

 

1) E’ opportuno precisare che ebbero luogo due incontri. La Conferenza Biblica del 1919 si tenne dal 1al 21 luglio, alla quale furono presenti oltre cinquanta tra “redattori, insegnanti di Bibbia e di storia e membri del Comitato della Conferenza Generale.” (Vedasi Review and Herald, 21 agosto 1919, pp. 3, 4.) Poi ebbe luogo un altro incontro di insegnanti di Bibbia e di storia, “che iniziò il 22 luglio e terminò il 1 agosto.” A tale incontro parteciparono circa 28 insegnanti (Review and Herald, del 14 agosto 1919) provenienti da vari seminari e college, con altri che vennero per gli incontri particolarmente interessanti che ebbero luogo dal 31 luglio al 1 agosto. Fu durante questo incontro informale di insegnanti che si aprì un dibattito sullo Spirito di Profezia; il verbale di tale incontro ora è stato pubblicato.

D20-17. La risposta (reazione) di W. C. White – 7 Maggio 1915

Sebbene W.C. White fosse molto occupato con molte cose che richiedevano attenzione durante le ultime settimane di vita di Ellen White, il 7 maggio scrisse una cortese lettera a Prescott. Dopo aver descritto lo stato di salute di Ellen White, White risponde ai primi paragrafi della lettera di Prescott nei quali egli esprime il suo scoraggiamento di fronte alla difficoltà di “avvertire tutto il mondo dell’imminente secondo avvento.” Egli scrisse:

“In riferimento alla sua lettera: Negli anni passati ero spesso perplesso sulla questione di come il nostro messaggio potesse raggiungere le popolazioni dei paesi pagani; ma quando vedo le cose meravigliose che Dio sta facendo nei paesi orientali, mi sembra che la Sua potenza si manifesti come lo è accaduto negli anni passati. Non siamo mai stati in grado di sapere come l’opera sarà portata a termine; ma continuo a credere che con Dio ciò è possibile, Egli userà mezzi che io non arrivo a comprendere.”–W. C. White a W. W. Prescott, 7 maggio 1915.

Poi, commentando i punti centrali della lettera di Prescott del 5 Aprile, White scrisse:

“Fratello Prescott, vorrei sinceramente essere un uomo di elevata istruzione, uno studioso, per dedicare del tempo a studiare con lei quelle questioni storiche che lei ha esaminato attentamente e che, secondo la sua valutazione, dovrebbero indurre a un importante cambiamento nei nostri libri. Il mio lavoro è di natura diversa, e non mi sarebbe utile addentrarmi in questioni che riguardano date storiche con le quali io non sono familiare. Prego che Dio benedica coloro che hanno l’opportunità di intraprendere questi studi  affinché essi possano essere illuminati dalla Sua luce.

“Come lei sa, la mia esperienza mi ha indotto ad avere grande fiducia nel Movimento dell’Avvento del 1844, e nel modo in cui Dio ha guidato il Suo popolo verso lo sviluppo della chiesa Avventista del Settimo Giorno. Spero e mi aspetto che uno studio più approfondito della storia susciti fiducia nell’opera che Dio ha realizzato mediante le rivelazioni date a mia madre; che tale studio possa correggere quelle vedute  stravaganti e fanatiche  riguardo alla sua opera le quali sono dannose  e ostacolano il progresso della verità.

“Credo che sia mio dovere essere molto prudente nel fare affermazioni che rischiano di essere travisate e fraintese. Le mie sensazioni riguardo a questo furono confermate da ciò che ha avuto luogo al concilio di  Washington nell’autunno del 1913.”

E poi, riferendosi alla esperienza di Prescott, White scrisse:

“Non provo nessuna considerazione per quelle persone severe e fuorvianti che rendono la vita un inferno  perché uno non fa ciò che loro vorrebbero vederti fare o perché non gli viene detto quello che loro vorrebbero sentire.

È solo al giorno del giudizio che sarà rivelato con quanto zelo ho cercato di dissuadere queste persone.”

Il paragrafo conclusivo di W. C. White esprime con forza il suo desiderio che l’unità regni tra i fratelli:

“Prego che Dio ci protegga dall’errore e dalle incomprensioni  e che Egli affretti il giorno in cui coloro che portano grandi fardelli in questa opera possano contemplare Gesù con i loro occhi (ingl. see eye to eye),
In fede,
W. C. White.”

Dagli archivi non risulta che Prescott abbia risposto a tale lettera.

D20-16. Le condizioni migliorano

Verso la fine degli anni ‘20 fu creata l’Associazione Pastorale e L. E. Froom, il segretario aggiunto, iniziò a porre alcune domande a W. C. White, come emerge dalle lettere con le quali White gli rispose. Alcune di esse sono state pubblicate come appendice nel libro Selected Messages, libro 3. Grazie a uomini che iniziarono a studiare, materiale che era praticamente sconosciuto iniziò ad emergere. Al Pacific Union College il dottore Mary McReynolds introdusse un eccellente corso sullo Spirito di Profezia, ma dovettero passare altri anni prima che altre università offrissero un corso simile.

Durante gli anni ’30 il pastore A. G. Daniells, presidente del Comitato Direttivo del White Estate, fu trasferito sulla costa occidentale per presiedere i comitati del College of Medical Evangelists e della Pacific Press. Questo permise al comitato del White Estate  di organizzare incontri mensili, con un  quorum di tre. Daniells, il presidente, ebbe una nuova visione dell’opera. Le varie parti iniziarono ad intendersi meglio. Al segretario aggiunto, Arthur White, fu chiesto dal redattore di Ministry di preparare degli articoli su Ellen White, la sua opera e il lavoro del White Estate. Gli articoli che apparvero su Ministry furono poi ripubblicati sotto forma di libro, il cui titolo è Ellen G. White, Messenger to the Remnant. Un’attenta lettura di questi articoli, nei quali fu presentato il concetto di ispirazione concettuale, portò ad una migliore comprensione del concetto di ispirazione.

Nel 1936 fu chiesto a W. C. White di presentare una serie di lezioni agli insegnanti e agli studenti della Advanced Bible School, scuola che poi sarebbe diventata il nostro Seminario, presso il  Pacific Union College. Egli trattò molti argomenti relativi all’opera di Ellen White, con lo scopo di infondere una sana comprensione dell’ispirazione. Il pastore F. M. Wilcox, durante gli anni ‘30, presentò una serie di editoriali nella Review and Herald su Ellen White e la sua opera, uno dei quali riguardava la questione della ispiriazione verbale. Questi editoriali furono poi raccolti in un libro.

Il Seminario Teologico, che si stava strutturando, introdusse un corso sulla Guida Profetica destinato agli studenti di teologia; tale corso fu offerto anche in molte scuole oltremare. Nel compendio syllabus si legge che lo scopo del corso era di stabilire delle corrette concezioni dell’ispirazione, non tanto da un punto di vista teologico ma piuttosto pratico – si intendeva spiegare come essa era all’opera nell’esperienza di Ellen G. White.

Il corso per corrispondenza sulla Guida Profetica fu creato e offerto dalla Voice of Prophecy. Anche in questo caso l’approccio era molto più pratico che teorico. Le varie ricerche incluse nel libro di A. L. White, The Ellen G. White Writings,offrono una notevole quantità di informazioni; da segnalare anche articoli apparsi recentemente nella Adventist Review e l’inserto nel numero del 4 giugno (ndt  1981?).

E’ vero che le intense ricerche che hanno studiato il rapporto tra certi scritti e libri di Ellen White e le opere di commentatori e storici hanno rivelato che Ellen White ha fatto un uso esteso di queste fonti esterne, più di quanto lo White Estate o i dirigenti di oggi ne fossero a conosenza. Il personale nel corso degli anni è stato troppo ridotto e troppo occupato per offrire risposte a domande che non venivano poste.

Non c’è stato un tentativo cosciente di nascondere certe problematiche, ma coloro che hanno lavorato in connessione con White Estate hanno riscontrato che il concetto di ispirazione verbale era così radicato nelle menti e nei cuori della nostra gente che sarebbe stato difficile realizzare un programma educativo. Questo è stato riscontrato anche da W. C. White.

Ma l’osservatore dei nostri giorni dovrebbe essere paziente e dovrebbe porsi la seguente domanda: “Come avrei realizzato ciò che altri non hanno fatto?” Se W. W. Prescott fosse con noi oggi, non avrebbe scritto in modo alquanto diverso?

D20-15. W. C. White e la Conferenza Biblica del 1919

Fu durante questo periodo che fu tenuta la Conferenza Biblica nazionale del 1919, dal 1 al 21 luglio, seguita da un incontro informale di insegnanti di storia e di Bibbia. W. C. White ricevette un invito a partecipare alla Conferenza Biblica, ma non all’incontro degli insegnanti. (Nella prima bozza di questo documento, datato 18 gennaio 1981, l’autore per sbaglio afferma che “W. C. White, che lavorava sulla costa occidentale, ma non come insegnante di religione, non fu invitato a partecipare.”–ALW.) W. E. Howell, segretario del dipartimento dell’Educazione della Conferenza Generale, e non A. G. Daniells, presidente della Conferenza Generale, o W. A. Spicer, segretario della Conferenza Generale, spedì l’invito a partecipare. Che White fosse invitato era una formalità, considerato che era membro del comitato della Conferenza Generale.

Il voto che Howell accluse agli inviti ciclostilati autorizzava l’organizzazione dell’incontro in occasione del concilio di primavera:

“Raccomandiamo che per un periodo di tre settimane, dal 1 al 21 luglio si tenga una Conferenza Biblica per un numero di operai.

“Che a questa conferenza partecipino le seguenti persone:

“Membri del Comitato della Conferenza Generale negli Stati Uniti e Canada possono prevedere di partecipare.

“Redattori: F. M. Wilcox, A. O. Tait, A. W. Spalding, M. C. Wilcox, C. P. Bollman, D. E. Robinson.

“Insegnanti: gli insegnanti di Bibbia e storia dei nostri college, college prepatratori (che offrono il primo biennio – junior colleges) e seminari…

“Che siano adottati gli argomenti qui elencati, come oggetto di studio e di preghiera:

  • La Persona of Cristo
  • L’Opera Mediatrice di Cristo
  • La Natura e l’Opera dello Spirito Santo
  • I Due Patti
  • Principi di Interpretazione Profetica
  • Questione sull’Est
  • La Bestia in Apocalisse
  • 1260 Giorni
  • Gli Stati Uniti nella Profezia
  • Le Sette Trombe
  • Matteo Ventiquattro

“Che alla conclusione di questa conferenza gli insegnanti di Bibbia e di storia si incontrino per altre tre settimane per lavorare su dei programmi didattici costruttivi.”—Voto sulla Confrenza Biblica adottato dal  Concilio di Primavera, allegato alla lettera di W. E. Howell a “Caro Fratello,” 13 maggio 1919. (1)

Ripetiamo che il pastore W. C. White, lavorava sulla costa occidentale, e non come insegnante di Bibbia e che era membro del comitato della Conferenza Generale. Egli era autorizzato a partecipare alla Conferenza Biblica ma non all’incontro informale che seguì durante il quale fu introdotto spontaneamente un dibattito su Ellen White e la sua opera, che durò due giorni, come risulta dal verbale che ora è stato pubblicato.

Quando W. C. White lesse l’ordine del giorno e il programma dellaConferenza Biblica, decise di parteciparvi, sebbene non ci fossero delle ragioni impellenti per farlo. Si trattava chiaramente di un incontro di educatori. Quando White espresse a Howell il desiderio di partecipare, Howell presentò la questione al presidente e al tesoriere della Conferenza Generale e in seguito scrisse a White che  “entrambi erano d’accordo” (W. E. Howell a W. C. White, 28 maggio 1919). Fu autorizzato a partecipare in qualità di membro del comitato esecutivo della Conferenza Generale, ma i fratelli non insistettero che fosse presente. Il 6 giugno 1919 White scrisse a A. G. Daniells:

“Quando appresi che fu organizzata una convenzione per insegnanti di Bibbia, provai un grande desiderio di parteciparvi … tuttavia ora vedo chiaramente che se devo soddisfare i miei fratelli, che mi hanno chiesto di raccogliere materiale per questo libro sulla Riforma Sanitaria [Counsels on Health], avrò bisogno di molto tempo, pertanto credo che rinuncerò ad andare alla convenzione.”

Egli era sotto pressione da parte di uomini “che avevano grandi responsabilità nell’opera medica” i quali gli “chiesero che fosse compilato un libro tratto dagli scritti di sua madre contenente consigli per operatori medici (ingl. medical workers)” (W. C. White a I. H. Evans, 18 settembre 1919).

D. E. Robinson, un membro per personale della redazione della Southern Publishing Association, partecipò alla Conferenza Biblica, ma non all’incontro informale degli insegnanti di storia e di Bibbia che seguì. Se lui o fr. White o entrambi fossero stati presenti a quest’ulitma, avrebbero grandemente contribuito alla discussione riguardo l’opera di Ellen White. Se fossero stati presenti avrebbero pouto presentare una notevole quantità di utili informazioni e ribattere ad una serie di affermazioni fuorvianti e in alcuni casi ridicole, che emersero durante il dibattito. La cosa certa è che se Daniells avesse previsto due giorni di dibattiti su Ellen White e la sua opera, avrebbe insistito perché i due fratelli fossero presenti.

Durante il decennio che seguì il 1920 le relazioni e le intese migliorarono solo leggermente. Elmshaven era ancora isolata e W. C. White fu essenzialmente tenuto in disparte. Alla luce di queste circostanze come poteva White, o il White Estate, contribuire in modo significativo nel rilasciare utili informazioni sull’ispirazione e l’opera di Ellen White? La situazione sarebbe stata alquanto diversa se l’ufficio fosse stato a Washington, dove W. C. White sarebbe stato quotidianamente vicino a dirigenti impegnati nell’amministrazione. La colpa è delle circostanze, non degli uomini.

Durante l’incontro del 1919 degli insegnanti di Bibbia e di storia furono poste alcune domande ed ebbero luogo degli interessanti dibattiti; ma si dubita che W. C. White, nel suo isolamento, fosse informato di quello che stava succedendo. Fino ad ora non ho trovato nessuna evidenza a riguardo. Fui chiamato a lavorare con mio padre, W. C. White, a Elmshaven nel 1929 e, a seguito della sua morte nel 1937, mi fu chiesto di prendere il suo posto nel comitato direttivo Board of Trustees. Mi fu chiesto di trasferire gli archivi e il materiale a Washington. All’inizio lavorai da solo ma dopo fui assistito da una segretaria e poi, per portare a compimento certi progetti, il pastore D. E. Robinson fu chiamato a Washington per assistere nel lavoro del White Estate.

Ma fu soltanto tre o quattro anni fa, quando i verbali dell’incontro degli insegnanti di Bibbia e di storia del 1919 furono scoperti e resi pubblici, che mi resi conto dell’incontro del 1919. Né mio padre né D. E. Robinson ne fecero menzione.

E’ vero che W. W. Prescott espresse le sue preoccupazioni nel 1915 e che ritenne W.C. White responsabile di quelle che lui considerava idee erronee, ma ci sono degli elementi storici collegati. Nel 1915 si sapeva che Prescott aveva delle vedute differenti su certi argomenti rispetto alla posizione dei fratelli, ma il quel periodo il clima non era favorevole a W. C. White, preoccupato per l’imminente morte di sua madre, dal bisogno di concludere alcune grosse operazioni a Elmshaven e dal fatto che presto si sarebbe trovato a lavorare da solo. In queste condizioni sarebbe stato difficile intraprendere una campagna per far comprendere meglio la natura dell’ispirazione. Sebbene alcune problematiche furono affrontate alla convenzione del 1919, colui che poteva contribuire in modo costruttivo non partecipò ai dibattiti e niente fu fatto dopo l’incontro. I fratelli presto si fecero prendere da altre attività e non fu fatto più niente.

D20-14. Circostanze che fanno luce sulla questione

Un fratello che lesse la bozza del presente documento, un laico che ha frequentato il seminario, ha posto la seguente domanda: “Ma se W. C. White e il White Estate erano a conosenza delle circostanze e le problematiche relative a concezioni sbagliate sull’ispirazione e se essi erano in grado di rilasciare informazioni che avrebbero potuto recare un rimedio, perché non fecero niente? Alla luce di questi fatti, non sono responsabili di non aver fatto più di quello che hanno fatto?”

Per rispondere a questa domanda è necessario esporre dei fatti che generalmente non sono noti, ma che aiutano a trovare una risposta alla domanda sollevata.

I seguenti fatti sono tali che una persona che ha dei pregiudizi o che sia molto critica potrebbe utilizzarli male o per fare del male. Ciò che segue è stato scritto con riluttanza, ma con la speranza, la preghiera e la richiesta che le informazioni qui esposte siano utilizzate con correttezza e giudizio.

Perché parlo di riluttanza? Perché uomini bravi e di assoluta integrità sono coinvolti; dirigenti di fiducia, consacrati, uomini che meritano di essere ricordati con onore e ammirazione; e, fatto molto importante, perché ciò che ebbe luogo fu fatto in modo involontario e inconsapevole. Non si ha a che fare con eventi da nascondere ma piuttosto con un incidente al seguito del quale alcuni sono rimasti gravemente feriti. Questi che seguono son i fatti, nella speranza che inducano a suscitare una reazione meno emotiva a ciò che molti oggi considerano una grave negligenza, per non aver informato la chiesa e per non avrle insegnato dei solidi concetti sull’ispirazione.

E’ stato già menzionato in questo documento il fatto che dopo la morte di Ellen White W. C. White cessò di parlare in pubblico e di visitare le chiese per promuovere lo spirito di profezia. Solo occasionalmente predicava in una delle chiese nelle vicinanze. Fino al giorno in cui morì sua madre, come chiaramente esposto nel volume biografico che sarà presto pubblicato dalla Review and Herald, era un consigliere molto richiesto dai dirigenti, in modo particolare dal presidente della Conferenza Generale. Il fatto di aver seguito molto da vicino l’opera di sua madre, la sua conoscenza dei consigli che lei dava e l’aver lavorato per la causa per molti anni fecero di lui un membro prezioso non solo del comitato della Conferenza Generale, ma anche del comitato direttivo del College of Medical Evangelists e di comitati di altre istituzioni di punta situate all’ovest e, per un certo periodo, del comitato direttivo del Washington Sanitarium.

Il decesso di Ellen White scatenò improvvisi e traumatici cambiamenti , non voluti, ma inevitabili e molto reali.

Ellen White seguì molto da vicino l’opera della chiesa fin dai suoi inizi. Quando morì la chiesa e i suoi dirigenti si ritrovarono in una situazione mai esistita prima – si trattava di dirigere l’opera in sua assenza. Ellen White non c’era più; il suo contributo attraverso gli anni fu inestimabile e molto apprezzato. La chiesa beneficiò moltissimo dei libri che furono pubblicati. Ma ora, con la sua morte, i dirigenti dovettero affrontare la questione sul come gestire il materiale e le attività dell’ufficio di  Elmshaven. Di fatto si trattava di definire quale fosse la funzione di tale ufficio, e l’utilità del materiale non pubblicato prima della sua morte. Alcuni presero una forte posizione affermando che il suo lavoro era finito e che, poiché i libri erano disponibili, la porta della camera blindata (o cripta) dell’ufficio di Elmshaven fosse chiusa e sigillata.

Tale posizione era contraria alle intenzioni di Ellen White la quale desiderava che i suoi scritti, pubblicati o no, continuassero a parlare e servire, come chiaramente affermato più volte nel suo testamento. Le opinioni restrittive espresse dopo la sua morte erano in netto contrasto con quello che credevano coloro che lavorarono molto vicino a Ellen G. White, e cioè W. C. White, Clarence Crisler e D. E. Robinson.

Quando il comitato direttivo (Board of Trustees) iniziò a lavorare nel 1915, ebbe la resposabilità di quantificare il patrimonio, di promuovere la diffusione dei libri di E. G. White e, per quanto riguarda l’opera libraria, preparare edizioni ridotte di alcuni dei grandi volumi in favore di paesi dove l’opera stava penetrando.

Non si aveva ancora una chiara visione e non esisteva un regolamento chiaro riguardo ad altri aspetti dell’opera che fu realizzata a Elmshaven, in modo particolare riguardo alla custodia e l’utilizzo delle lettere e dei manoscritti di Ellen G. White.

In questo contesto W. C. White e il contributo che poteva offrire non furono presi in considerazione. Ellen White non c’era più e quando si trattò di eleggere i membri dei comitati della denominazione, ad esclusione del comitato esecutivo della Conferenza Generale, il quale si riuniva a Washington, e i comitati direttivi di altre due istituzioni vicine – Pacific Union College e il St. Helena Sanitarium—nessuno pensò a W.C. White. Il suo nome non appariva in nessuna delle liste dei membri di tali comitati. Inoltre, pochi mesi dopo il decesso di Ellen White, il personale dell’ufficio di Elmshaven si ridusse alla sola presenza di W. C. White, che si ritrovò a lavorare da solo, soprattutto nella preparazione di libri di E. G. White perché fossero pubblicati oltremare. Solo occasionalmente aveva a disposizione una segretaria, impiegata a tempo parziale . Fu creduto opportuno che l’ufficio non avesse carta intestata. Per un certo periodo la maggior parte della corrispondenza fu scritta a mano.  A. G. Daniells, presidente della Conferenza Generale, che nel 1912 scrisse ventidue lettere all’uffico di Elmshaven, nel 1919 ne scrisse solo sette, delle brevi comunicazioni. Il fr. White non fu invitato a scrivere o a lavorare per le pubblicazioni.

I membri del comitato diretttivo (Board of Trustees) erano geograficamente lontani tra di loro e non avevano una chiara idea di ciò che doveva essere fatto. F. M. Wilcox e A. G. Daniells residevano in Washington, D. C. Clarence Crisler si trovava in Cina, ed essendo così lontano presto perse molto interesse per questa opera. Sulla costa del Pacifico restarono, un po’ isolati, W. C. White e C. H. Jones, della Pacific Press; in questo contesto W. C. White si chiedeva quale fossero le sue responsabilità. Il comitato direttivo del White Estate si incontrava una o due volte l’anno, spesso all’interno di altri comitati più estesi, che dedicava alle tematiche del White Estate forse un’ora di tempo.

Ora a Elmshaven, che era stato sino alla morte della sor.White un centro vivace e dinamico, il lavoro si era ridotto al punto che esisteva solo un ufficio e la biblioteca presso la camera blindata (ingl. vault) dei manoscritti. Elmshaven era ormai fuori dai circuiti e quasi dimenticato! Il 18 settembre 1919 W. C. White scrisse a I. H. Evans :

“Adesso riceviamo poche lettere da uomini che hanno pesanti responsabilità e che avevano l’abitudine di scrivere spesso quando desideravano tenere mia madre informata su quello che succedeva nel mondo.”

Sono queste le condizioni che hanno caratterizzato il periodo tra il 1916 e il 1921, durante il quale sembra che solo W. C. White aveva intuito il potenziale di ciò che doveva o poteva essere fatto. Egli lavorò senza nessun appoggio. Tuttavia, a differenza di Prescott, continuò ad avere fiducia nei fratelli e nel trionfo della causa di Dio.

D20-13. La gente era lasciata nell’ignoranza circa alcuni fatti presunti (NDT. supposed facts = fatti presunti/sospetti)?

Una delle preoccupazioni espresse dal pastore  Prescott nella sua lettera del 1915 era che  “Nessun sforzo serio è stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era conosciuta come una erronea comprensione dei suoi scritti.” In realtà, considerato che alcuni pastori e alcuni insegnanti sostenevano l’ispirazione verbale, era diventato sempre più difficile mantenere tra gli avventisti del settimo giorno la visione corretta dell’ispirazione. W. C. White allude a tale problematica nella sua lettera dell’8 gennaio 1928 al pastore Froom, a cui si fa riferimento alla pagina 14. (NDT rivedere l’impaginazione)

Un’altra considerazione che crediamo debba essere fatta è che né W. C. White né gli assistenti   facevano spesso pubbliche dichiarazioni. Soltanto in alcune rare occasioni il fr. White spiegò le varie fasi del lavoro di sua madre e come i suoi scritti venivano gestiti, cosa che fece alla presenza del comitato della Conferenza Generale nel 1911, quando espose il lavoro svolto nella preparazione della edizione del 1911 de Il Gran Conflitto; tale materiale appare come Appendice A nel terzo libro di Selected Messages. W.C. White fece inoltre due presentazioni alla Conferenza Generale del 1913, pubblicate poi nel General Conference Bulletin del 1913, pp. 218-221 e 233-235. Nei primi anni del 1930 una spiegazione definitiva fu esposta in un opuscoletto intitolato The Story of Steps to Christ.

Nel 1933, W. C. White e D. E. Robinson, quest’ultimo per un certo numero di anni fece parte del personale dell’ufficio di Elmshaven, scrissero insieme un documento di 27 pagine il cui titolo era Brief Statements Regarding the Writings of Ellen G. White.

L’argomento è esposto nei dettagli e tratta la maggior parte delle problematiche che al momento sono oggetto di discussione. Tale documento è stato inserito nella The Adventist Review del 4 giugno 1981, e pertanto è stato ampiamente diffuso.

Nel 1936 le presentazioni che W. C. White espose alla Advanced Bible School, scuola che negli anni diventò il Seminario, contenevano utili informazioni sul come venivano preparati i libri.

Inoltre, l’occasionale corrispondenza con dirigenti della chiesa conteneva inormazioni interessanti. In una di tali lettere, scritta nel 1928 a L. E. Froom, segretario aggiunto dell’Associazione Pastorale, W.C. White conclude con parole che alludono ad una diffusione delle informazioni esposte nella lettera stessa. Egli scrisse:

“Per favore legga queste affermazioni al pastore Daniells e se lei nota che nella fretta ho scritto alcune cose che possono essere mal interpretate, per cortesia me lo segnali e mi dia la possibilità di chiarire le questioni prima che lei le esponga ad altri fratelli.”–W. C. White a L. E. Froom, 8 gennaio 1928.

L’esposizione che fece W. C. White sembra non aver sollevato un interesse particolare o evocato serie osservazioni. Non risulta che furono poste delle domande o che qualcuno sollevò delle obiezioni.

D20-12. Un’opera che parlava da sé

Ciò che conta veramente è che l’opera della sor. White parla da sé. Messaggi raggiungevano i cuori,  la chiesa riceveva guida, libri recavano conforto, luce e consigli a coloro che li leggevano. Ogni aspetto della sua vita e della sua opera era esaminata scrupolosamente. Ciò che le persone vedevano e imparavano ispirava fiducia. La maggior parte delle persone non era interessata alla complessità dei processi di inspirazione /rivelazione.

Fin tanto che un libro era il prodotto dell’autore, il quale aveva ricevuto numerose visioni e che aveva operato sotto la supervisione dello Spirito di Dio nella preparazione del materiale da essere pubblicato, che motivo c’era di sollevare dubbi e perplessità?  Coloro che erano in stretto contatto con Ellen White erano profondamente coscienti del fatto che lei era pienamente responsabile di tutto ciò che veniva pubblicato nei suoi libri. Anche durante gli ultimi quattro anni della sua vita, quando furono dati alla stampa in tutta fretta libri come Acts of the Apostles, Prophets and Kings, Counsels to Parents, Students and Teachers, e Gospel Workers, il personale che assisteva Ellen White doveva aspettare che la sorella avesse il tempo per rileggere criticamente il materiale e per completarlo là dove necessario. (Documentazione su queste procedure è apparsa sulla Adventist Review dell’11,18 e 25 giugno 1981.) Si fa riferimento a tali procedure in conversazioni e lettere scambiate con dirigenti della denominazione.

D20-11. Una questione di Prescott riguardante lo Spirito di Profezia

L’ultimo punto esposto dal pastore Prescott, che riguarda il modo in cui sono gestiti gli scritti di E. G. White, è troppo vago ed è difficile comprenderlo bene. Poiché W. C. White ebbe delle conversazioni con Prescott, lui potrebbe essere in grado di capire cosa Prescott voleva dire; ma non avendo tali informazioni e senza delle dichiarazioni più chiare da parte di Prescott, il punto resta oscuro. Ecco cosa scrisse Prescott:

“Il modo in cui gli scritti di sua madre sono stati gestiti e la falsa impressione che la gente si è fatta, hanno creato forti perplessità in me. Ho l’impressione che è con un inganno, sebbene probabilmente involontario, che sono stati fatti alcuni dei suoi libri e che nessun sforzo serio sia stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era considerata una erronea comprensione dei suoi scritti.

“Ma è inutile addentrarsi in tali questioni. Ne ho parlato per anni con lei  e non è cambiato niente. Tuttavia penso che ci stiamo dirigendo verso una crisi, che prima o poi arriverà e forse più prima che poi. Un desiderio di reagire sta prendendo piede.”

A cosa allude? Non precisa. La questione lascia l’individuo che ha letto tale testo confidenziale, libero di raggiungere le sue conclusioni ed esse potrebbero essere alquanto imprecise.

Ma esaminiamo più da vicino i due paragrafi nel tentativo di capire cosa avesse in mente il pastore Prescott. La frase di apertura suggerisce immediatamente (NDT ingl?) something not above board e magari disonesto o almeno un qualcosa che, se saputo in giro, avrebbe fatto cambiare attitudine nei confronti degli scritti di E. G. White. Si notino le parole di Prescott, egli parla di “forti perplessità” che sta vivendo per i seguenti motivi:

l. “Il modo in cui gli scritti di sua madre sono stati gestiti”

2. “La falsa impressione che la gente si è fatta”

3. “Ho l’impressione che è con un inganno  . . . che sono stati fatti alcuni dei suoi libri,”

4. “Nessun sforzo serio è stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era conosciuta come una erronea comprensione dei suoi scritti”

Poi, rivolgendosi a W. C. White, scrive:

5. “Ne ho parlato per anni con lei  e non è cambiato niente”

6. “penso che ci stiamo dirigendo verso una crisi, che prima o poi arriverà e forse più prima che poi. ”

Che cosa intendeva dire quando scrive che è con un “inganno … che sono stati fatti alcuni libri”? Si riferisce al modo in cui i suoi libri venivano preparati durante il decennio del 1890, quando nel preparare i manoscritti per libri come  Steps to Christ, Desire of Age, Christ’s Object Lessons, and Thoughts From the Mount of Blessing, Ellen White, presa da molti impegni, invece di sedersi per scrivere un libro dall’inizio alla fine, si fece aiutare da assistenti di redazione (ingl. literary assistants)?E’ vero che si affidò a collaboratori  redazionali che, sotto la sua direzione, ricercarono tra i suoi articoli periodici, manoscritti, lettere e opuscoli, materiale appropriato, che fu messo insieme con una sequenza logica per dare vita a vari libri. Sia chiaro che sotto queste circostanze gli assistenti non scrivevano niente. Il loro lavoro era di fare delle correzioni grammaticali, eliminare ripetizioni e a volte sostituire con dei sinonomi parole usate troppo frequentemente.

Poi ovviamente Ellen White esaminava il materiale che era stato compilato, faceva le ultime correzioni (ingl.editing), completava qua e là e aggiungeva frasi o paragrafi. Lavorando in questo modo fu possibile utilizzare al meglio le risorse letterarie, rendendo il materiale disponibile sotto forma di libri. Non esistono segreti su questo modo di lavorare; nessuno intende nascondere informazioni a riguardo. Nell’anno 1900 Ellen White, riferendosi alla sua assistente di fiducia Marian Davis, che le fu vicino per venticinque anni, parlò di lei come “quella che prepara i libri (ingl. bookmaker).” Dall’Australia Ellen White scrisse al presidente della Conferenza Generale, per spiegare come preparava i suoi libri e come lavorava Marian Davis:

“Come prepare i libri? … Lei raccoglie i miei articoli che sono stati pubblicati nelle riviste e li incolla su dei libri fatti di pagine bianche. Lei ha a disposizione anche una copia di tutte le lettere che scrivo. Mentre prepara un capitolo di un libro Marian si ricorda che io ho scritto qualcosa su un punto specifico, un brano che esprime un pensiero con incisività. Lei inizia le sue ricerche e se lo trova, vede se tale testo può rendere un capitolo più chiaro e poi lo aggiunge.

“I libri non sono prodotti da Marian, ma sono miei, sono composti di materiale raccolto fra tutti i miei scritti. Marian può attingere da una grande quantità di opere e la sua abilità di organizzare tale materiale è di grande aiuto per me. Mi evita di dedicarmi ad una grossa mole di lavoro, per il quale non ho tempo.”–Lettera 61a, 1900; 3SM p. 91.

Alcuni anni più tardi, commentando sullo stretto modo in cui lei e Marian lavorano insieme alla preparazione dei libri, Ellen White scrisse:

“Abbiamo lavorato fianco a fianco e in perfetta intesa. E quando aveva terminato di raccogliere note e appunti provenienti da documenti e libri me li presentava e mi diceva: ’Su questo punto manca qualcosa e io non posso farci niente.’ Allora io esaminavo la questione e in pochi momenti trovavo una soluzione (ingl.  could trace the line right out). Lavoravamo insieme e sempre in perfetta armonia.”–Ms 95, 1904; 3SM p. 93.

Prescott aveva raccolto il materiale di E. G. White che fu pubblicato nel 1892 sotto forma del libro Christian Education. Durante l’anno 1890 trascorse in Australia dieci mesi, in Cooranbong, dove  Ellen White risiedeva quasi sempre. Forse è durante questo periodo che si rese conto delle procedure “praticate nella preparazione di alcuni libri.”

Sebbene probabilmente diede dei consigli riguardo la disposizione di materiale relativo a Desire of Age, lui non scrisse niente. Fu chiesto a Prescott di assistere nell’identificare alcuni dei personaggi reali presentati in articoli preparati nel 1907 su Ezra e il ritorno dei Giudei. Tale procedura non era diversa da quella esposta nelle pagine introduttive de Il Gran Conflitto ed è in armonia con le dichiarazioni di W. C. White nelle quali afferma che Ellen White non pretendeva di essere una autorità sui dettagli della storia e che lei aveva grande rispetto per l’opera di storici competenti.

Prescott faceva forse riferimento ad un periodo antecedente, durante il quale Ellen White trovava molto utili le opere di certi storici e commentatori, mentre era impegnata alla preparazione della serie Conflict of the Ages, (NDT serie di cinque libri Patr e Prof; Prof e Re, Sper Uomo, Conquist di Pace, Gran Confl) in modo particolare del libro Il Gran Conflitto, che fu pubblicato nella sua edizione ampliata e popolare nel 1888. Ma nelle pagine introduttive di questo libro, scritte nel mese di maggio 1888, lei riconosce l’uso di altri autori, senza “citare l’autore.”  L’implicazione è che i testi di storici e commentatori costituiscono una fonte e non le sue visioni, e ciò “perché le affermazioni forniscono una precisa ed efficace presentazione del soggetto” (Il Gran Conflitto p. 20). In un’altra occasione W. C. White scrisse sulla questione:

“Sebbene Dio le avesse dato tutta la Potenza (ingl.POWER) necessaria per presentare le scene della vita di Cristo, dei profeti e dei riformatori in un modo più chiaro e incisivo degli storici, lei fu sempre cosciente delle conseguenze dovute alla sua limitata educazione scolastica. Provava ammirazione per il linguaggio utilizzato da altri autori che descrivevano le scene che Dio le aveva presentato in visione. Considerò un piacere ed un risparmio di tempo utilizzare questi testi, in modo integrale o parziale, per presentare quegli argomenti che lei conosceva grazie a delle rivelazioni e che desiderava trasmettere ai lettori .”– W. C. White a L. E. Froom, 8 gennaio 1928; 3SM p. 460.

E’ da notare che Ellen White utilizzò i testi di altri autori come supporto e non come fonte primaria. Poiché Prescott affermò che le sue perplessità durarono anni –delle quali parlò con W. C. White—ciò che abbiamo appena presentato potrebbe essere il punto centrale delle sue preoccupazioni.

Dal punto di vista di Ellen White, W. C. White e degli assistenti redazionali (ingl. literary staff ) della sor. White, non era presente nessuna disonestà, nessuna intenzione di ingannare le persone in relazione al suo modo di lavorare, non esistevano motivi di preoccupazione. Non esistevano scrittori fantasma. Ellen White era responsabile di tutto quello che veniva pubblicato con il suo nome.

Ellen White lavorò con i più alti livelli di integrità, sapendo che era chiamata da Dio per una missione speciale, e si dette senza riserve a questa missione ingrata, sofferta, impegnativa che richiedeva grandi energie e che fu oggetto di critiche proprio da parte di coloro che fu chiamata ad aiutare. Per realizzare la sua opera la sor. White utilizzò i migliori metodi che erano a sua disposizione. Mediante delle visioni ricevette istruzioni riguardo a persone su cui riporre o non riporre la fiducia. Mediante una visione, tenuta nascosta per molti anni, Dio le disse che lo Spirito si era posato su suo figlio W. C. White, e che lo Spirito lo preparò  ad assisterla nel diffondere i messaggi.

In realtà le fu rivelato che suo figlio naque perché le fosse di aiuto.

Dietro tutta la sua opera c’erano molte visioni, alcune ricevute molto tempo prima di intraprendere la stesura di un libro, altre ricevute mentre il manoscritto era in preparazione. Era la responsabilità delle sue assistenti raggruppare il materiale secondo una logica, verificare la grammatica  e che le parole utilizzate fossero appropriate e stimolanti (ingl. appeal). Solo una concezione imperfetta dell’inspirazione farebbe sembrare tutto questo disonesto e non è rilevante che nessuno fosse a conoscenza di queste procedure.

D20-10. Il problema più grande per W. W. Prescott – la produzione dei libri di E.G. White

Il problema più rilevante esposto nella lettera del 1915 del pastore  Prescott riguarda gli scritti di E. G. White e il modo in cui venivano gestiti. Questo problema potrebbe avere origine dalla concezione che il fr. Prescott aveva dell’ispirazione. In una lettera che W. C. White scrisse nel gennaio del 1928 a L. E. Froom, segretario aggiunto dell’Associazione Pastorale, il nome di Prescott appare associato ad una affermazione alquanto significativa. A quel tempo la natura dell’ispirazione non era un argomento che veniva studiato e c’erano molti che, senza aver riflettuto a lungo sulla questione, mantenevano un concetto che in seno alla nostra chiesa abbiamo chiamato “ispirazione verbale.” W. C. White ne aveva parlato e ne aveva scritto nel 1911 in un documento che Ellen White approvò:

“Mia madre non ha mai sostenuto l’ ispirazione verbale, e neanche mio padre o i pastori  Bates, Andrews, Smith, o Waggoner, sostengono questa idea. Se lei scrivesse i manoscritti sotto ispirazione verbale, perché avrebbe bisogno di apportare delle aggiunte o modifiche?  E’ un fatto che mia madre spesso prende un manoscritto e lo riesamina dettagliatamente, facendo delle aggiunte per sviluppare meglio un pensiero.”–W. C. White, in un discorso rivolto al concilio della Conferenza Generale del 30 ottobre 1911; 3SM p. 437.

Inoltre, in occasione della sessione della Conferenza Generale del 1883, fu preso un voto formale  sulla questione dell’ispirazione. Ecco il testo del voto:

“Noi crediamo che la luce che Dio accorda ai Suoi servitori si manifesti sotto forma di illuminazione della mente; ispirati sono quindi i pensieri che sono impartiti e non (ad esclusione di alcuni casi rari) le parole con le quali le idee dovrebbero essere espresse.”–Review and Herald, 27 Nov. 1883.

Segue la dichiarazione di W.C. White scritta a L. E. Froom in cui si fa riferimento al pastore  Prescott:

“Lei si riferisce alla breve affermazione che le ho mandato, riguardo all’ispirazione verbale. Questa dichiarazione [citata sopra] votata alla Conferenza Generale del 1883 era in perfetta armonia con le convinzioni e le posizioni dei pionieri di questo movimento ed era, credo, la sola posizione adottata da tutti i nostri pastori e insegnanti fino a quando il professore [W. W.] Prescott, presidente del Battle Creek College presentò con vigore un’altra posizione – la posizione tenuta e presentata dal professore Gaussen. Il fatto che gli studenti del Battle Creek College e molti altri, incluso il pastore Haskell, abbiano accettato questa posizione ha sollevato domande e perplessità senza fine, anzi esse stanno aumentando.

“La sorella White non ha mai accettato la teoria di Gaussen riguardo alla ispirazione verbale, che la si applichi alla sua propria opera o alla Bibbia.”–W. C. White a L. E. Froom, 8 Gennaio 1928; 3SM pp. 454, 455.

La corrispondenza epistolare tra W. C. White e S. N. Haskell sostiene con forza l’affermazione di  White secondo la quale il fatto che Haskell avesse accettato tale teoria, avrebbe creato perplessità. Esiste una lettera in particolare di W. C. White sulla quale Ellen White scrive con la sua penna: “Approvo le osservazioni fatte in questa lettera. Ellen G. White.” Questo è ciò che aveva appena letto:

“Io credo, fratello Haskell, che si rischia di ferire l’opera di mia madre asserendo più di quello che mia madre stessa sostiene, più di quello che hanno asserito i pastori Andrews, Waggoner o Smith. Non vedo coerenza nel sostenere l’inspirazione verbale quando mia madre non lo ha mai fatto.” — W. C. White a S. N. Haskell, 31 Ott. 1912.

Va detto che, in base alla sua lettera del 1915, è difficile determinare con chiarezza quale fosse la posizione di Prescott sull’ispirazione.  Ma è un fatto che all’incontro di insegnanti di storia e di Bibbia del 1919 il pastore Prescott negò di mantenere il concetto rigido dell’ispirazione verbale, quando si tratta degli scritti di E. G. White. Tuttavia egli non si espresse sulla sua posizione in generale.

C’è un altro fattore da tenere presente, ovvero il suo rapporto con l’edizione del 1911de Il Gran Conflitto. Nei primi mesi del 1910, C. H. Jones della Pacific Press richiamò l’attenzione di W. C. White e del personale che lavorava a Elmshaven sul fatto che le NDT tradurre printing plates per Il Gran Conflitto erano logore e che (NDT Tradurre) the type per il libro dovenano essere reset. Il lavoro iniziò normalmente, nella speranza che il mese di luglio si potesse stampare il libro con le new plates. Ma via via che il lavoro avanzava , si capiva che non bastava soltanto a simple resetting of the type. Una volta che il libro fu stampato Ellen White rifletté sul progetto e scrisse:

“Quando appresi che  Il Gran Conflitto doveva essere ristampato ingl.reset, decisi che tutta l’opera doveva essere esaminata attentamente per accertarsi che le verità in esso contenute fossero espresse nel modo migliore, al fine di convincere coloro che non sono della nostra fede, che il Signore mi ha diretto e sostenuto nella stesura di questo libro.”– Lettera 56 1911.

Poiché W. W. Prescott era il redattore del Protestant Magazine, era logico che a lui, insieme ad altri, fosse chiesto di partecipare a tale riesame del libro, il quale aveva molto da dire sulla chiesa cattolica. W. C. White presentò la questione a Prescott i primi giorni del mese di aprile del 1910, durante una visita personale mentre si trovava a Washington. Il 26 aprile Prescott mandò il suo rapporto (i suggerimenti di Prescott, trasmessi mediante una lettera datata 26 aprile 1910, insieme a una nota di ricevuta recezione e la documentazione sulle variazioni presenti nella edizione del 1911 de Il Gran Conflitto, sono raccolti in documento di 38 pagine disponibile presso il White Estate. Chiedere di “W. W. Prescott and the 1911 Edition of Great Controversy.”). Circa la metà dei suoi suggerimenti possono essere considerati di minore importanza, come ad esempio la precisazione su alcune paole, o una richiesta di referenze a sostegno di un certo punto. L’altra metà dei suggerimenti ha una certa rilevanza: alcuni rimettevano in questione le date profetiche, come ad esempio le date del periodo di 1260 anni e la chiusura del periodo profetico dei 2300 giorni in autunno. I suoi suggerimenti, che se seguiti cambiavano gli insegnamenti del libro, non furono accettati (per es. la relazione di Apocalisse  9 con la predizione di Josiah Litch dell’11 agosto 1840 e Apocalisse 11, che ha a che fare con i due testimoni e la Rivoluzione Francese). Questi (NDT Cosa?) furono attentamente riesaminati per accuratezza of position e _______ documentazione fu aggiunta and buttressed with reliable documentation.

Un punto che Prescott considerava particolarmente significativo aveva a che fare con una affermazione presente alle pagine 382 e 383 riguardanti le chiese protestanti apostate, alla quale fu aggiunta la parola  “solo (ingl.alone)” per armonizzare una affermazione di E.G. White con il resto del capitolo e del libro stesso. Ellen White e i collaboratori di Elmshaven considerarono l’aggiunta della parola “alone” come una cosa normale e di poca importanza. Prescott invece la considerò un cambiamento importante nell’insegnamenti di Ellen White e anni dopo usò l’episodio per far vedere che gli insegnamenti de The Great Controversy furono cambiati dietro suo suggerimento.

Di tutti i suggerimenti che Prescott propose nell’insieme, circa la metà furono considerati accettabili  (NDT inglese non chiaro)     as doing for the book what Ellen White called for when the work was begun, as noted above. Il libro non subì una revisione. Furono fatti dei ritocchi.

D20-09. Prescott e Daniells reagiscono in modo diverso ai consigli dello Spirito di Profezia

Un’attenta osservazione rivela che tra le comunicazioni che abbiamo citato, che siano rivolte ai pastori Prescott e Daniells, o solamente al pastore Daniells, emerge che l‘argomento principale è il pastore Prescott e i pericoli che egli correva. Ma anche il pastore Daniells aveva fatto i suoi errori e aveva bisogno di correzioni. Il modo in cui questi due uomini reagirono alle osservazioni della White è significativo.

E già stata esaminata la riluttanza con la quale il pastore Prescott andò nella direzione consigliata; il fratello non ricevette la benedizione promessa perché non accettò con gioia le nuove responsabilità.

Le parole indirizzate al pastore Daniells, il presidente della Conferenza Generale, sebbene fossero severe e taglienti, come ad esempio il messaggio che lo invitava a riconvertirsi, non fu preso alla leggera. Ci fu un’occasione nella quale il pastore Daniells parlò liberamente di questo. Quest’uomo sapeva che la sua sicurezza e la sua forza, così come la prosperità della causa, dipendevano dal prestare attenzione  ai consigli che Dio dava attraverso il Suo messaggero speciale. Tutto ciò suscitò una crisi nella sua esperienza. Egli chiese consiglio ai suoi fratelli dirigenti e al suo amico di lunga data e collega, W. C. White.

Per un certo periodo affidò le responsabilità  della direzione della chiesa ad altri e andò nella città di  New York dove condusse uno sforzo evangelistico che ebbe successo. Questa esperienza  gli premise di avere una visione di cosa era necessario fare riguardo all’evangelizzazione nelle grandi città. Ora era pronto a replicare ad alcune intimazioni di Ellen White, secondo la quale forse era giunto il momento di cambiare i dirigenti della chiesa. Daniells pensò a rinunciare al lavoro amministrativo per dedicare il resto della sua vita alla diffusione dell’evangelo nel mondo.

Ma Ellen White disse: “No.” Ora che aveva sviluppato una nuova visione, ora che si trovava in linea con i consigli dello Spirito di Profezia, il fratello doveva restare al timone e usare la sua dedizione e la sua esperienza per dirigere la chiesa verso un maggiore sforzo evangelistico. E così egli rimase dove era. Ellen White dimostrò fiducia in lui un anno o due dopo, designandolo come uno dei cinque amministratori di fiducia chiamati a gestire i suoi scritti alla sua morte. Sul suo letto di morte Daniells affermò che il successo che forse aveva avuto durante gli anni di lavoro come dirigente era da attribuire al fatto che accettò e seguì i consigli della messaggera del Signore. (White Estate D. F. #312c. Brani citati in Leader of Men, di May Cole Kuhn).

D20-08. Due punti nella lettera di Prescott

Queste righe offrono informazioni relative a due punti introdotti dal pastore Prescott nella sua lettera del 6 Aprile 1915. Egli parla di “gravi errori presenti nei nostri libri autorizzati”  e afferma che non viene fatto niente per correggerli. Forse è più facile per noi capire il suo stato d’animo alla luce dell’esperienza del 1910, quando gli fu detto che rischiava di far inserire dei cambiamenti nei nostri libri, e che Satana era sul punto di suggerire quali cambiamenti dovevano essere fatti. Apparentemente non fu facile accettare tali pesanti moniti.

Il secondo punto nella sua lettera fa riferimento alla difficoltà di superare i colpi ricevuti dagli eventi “degli ultimi sei o otto anni.” Questo periodo va dal 1908 al 1915 e l’evento più importante che ebbe luogo è il suo abbandono della redazione della Review per entrare nel lavoro evangelistico; seguì anche il fatto che il suo nome fu ignorato in occasione di alcune elezioni riguardanti la direzione della chiesa.

D20-07. Un desiderio di correggere i libri della denominazione

Poi, nel mese di agosto del 1910, in una lettera indirizzata al presidente della Conferenza Generale fu menzionato il nome di Prescott. Eccone una parte:

“Per alcuni mesi ho ricevuto istruzioni dal Signore, dei cambiamenti decisivi devono avere luogo per portare avanti la nostra opera da ora in poi. Ho ricevuto molti messaggi da parte del Signore riguardo ai pericoli che circondano lei e il pastore Prescott. Ho visto che Satana sarebbe stato lieto di vedere i pastori Prescott e Daniells intraprendere una revisone profonda e generale dei nostri libri, che per anni hanno fatto del bene nel campo. Ma nessuno di voi due è stato chiamato da Dio a fare questo lavoro …

“Il pastore Prescott e altri a lei associati sono stati tentati di cercare nelle nostre pubblicazioni cose da criticare o condannare. Se aveste ricevuto incoraggiamenti, potevano essere fatti dei cambiamenti e delle revisioni second le idee che lei aveva in mente.

“Ma lei non deve mai dimenticare che Satana, travestito da angelo di luce, è sempre pronto a incoraggiare qualunque cosa induca a  perdere la fiducia nelle pubblicazioni della nostra denominazione …

“E’ pericoloso indurre le menti a formulare certi pensieri perché ciò crea dubbi e mancanza di fiducia. So di cosa parlo, perché il Signore mi ha presentato tale questione.” — Lettera 70, 1910.

Nella stessa lettera Ellen White consigliò ai due uomini di non lavorare insieme. Ecco cosa scrisse:

“Per certi aspetti lei e il fratello Prescott avete svolto un lavoro strano. E’ nel migliore interesse che non lavoriate così vicino come avete fatto fino ad ora…

Entrambi avete bisogno che lo Spirito di Dio vi santifichi.” — Ibid.

Prima di concludere la lettera la messaggera del Signore aggiunse:

“Il nemico della verità, con l’assistenza di angeli caduti, sarebbe felice di introdurre dubbi e incertezze nelle menti di molti riguardo alle dottrine che sono già state sanzionate dallo Spirito Santo. Travestito da qualcuno che ha una profonda conoscenza della verità, Satana tenterà di puntare il dito su presunti errori su argomenti che non hanno bisogno di essere riesaminati. Ci vorranno molto tempo e tanto paziente lavoro per ristabilire la fiducia in coloro la cui mente è scossa da cambiamenti non necessari. Che Dio impedisca ai Suoi servitori di alterare ciò che non ha bisogno di cambiare.”– Ibid.

Onde evitare che si concluda che Ellen White si opponesse a dei cambiamenti qualora essi fossero stati necessari, citiamo qui ciò che lei scrisse alcuni giorni prima di aver scritto al pastore Daniells. In una lettera con la quale chiese di chiudere inutili discussioni riguardo al “daily,” dette i seguenti consigli:

“In alcuni dei nostri libri importanti che sono stati pubblicati da anni, e che hanno portato molti alla conoscenza della verità, ci potrebbero essere questioni di minore importanza che richiedono un attento studio e correzioni. Lasciamo tali questioni nelle mani di coloro che sono stati chiamati a vegliare sulle nostre pubblicazioni. Non permettiamo a questi fratelli, né ai nostri colportori  e neanche ai nostri pastori di ingigantire tali questioni al punto tale da indebolire il contributo di questi buoni libri, che presentano la salvezza. Se dovessimo iniziare a discreditare la nostra stampa, daremmo delle armi nelle mani di coloro che si sono allontanati dalla fede e che confondono la mente di coloro che hanno appena accettato il messaggio. Meno cose saranno cambiate nelle nostre pubblicazioni, meglio sarà.”–Ms 11, 1910; lSM p. 165.

D20-06. Altri ammonimenti a Daniells e Prescott

In una lettera scritta il 15 giugno del 1910 ai pastori Daniells e Prescott, Ellen White invitò i dirigenti dell’opera ad una conversione quotidiana, dichiarando inoltre che entrambi Prescott e Daniells non erano preparati a dirigere l’opera della Conferenza Generale. Affermò inoltre che se il   presidente della Conferenza Generale fosse stato più attento e vigilante, si sarebbe reso conto della situazione e che non comprese il messaggio che Dio gli aveva dato un anno prima, in occasione della Conferenza Generale. (Lettera 58, 1910).

D20-05. W. W. Prescott lascia la Review per intraprendere l’evangelizzazione nelle città

Alla sessione della Conferenza Generale del 1909 Ellen White sentì il intenso bisogno di riflettere sulla esperienza spirituale e la crescita dei dirigenti, in modo particolare del pastore  Prescott, redattore della Review and Herald. Il 3 Giugno scrisse una lettera, dapprima in termini generali e poi scese nei particolari:

“Il Signore non è soddisfatto dei progressi spirituali del pastore Prescott. Il Signore vorrebbe che egli occupasse un’altra posizione. Se egli fosse sul terreno per cercare di condurre anime alla luce della verità, potrebbe ricevere molta più forza spirituale.

“Fratello Prescott, Dio desidera che lei metta le sue capacità pastorali al servizio delle nostre città …  ho ricevuto istruzioni di (per) dirle che l’opera evangelistica ha bisogno di lei . Quando lei ripone la sua fiducia nel Signore e offre alla gente il messaggio della verità , una meravigliosa riforma avrà luogo.”–Ms 41, 1909.

E’ chiaro che nel messaggio di Ellen White emergono due obiettivi: rivitalizzare l’esperienza spirituale del pastore Prescott e provvedere ai bisogni della evangelizzazione delle città.

Fu fatto qualcosa di simile anche per salvare il pastore A.T. Jones, membro del comitato della Conferenza Generale, il quale era sotto l’influenza del dott. Kellogg. Nel 1905 Ellen White chiese che il fratello fosse allontanato da Battle Creek perché lavorasse nell’evangelizzazione di Washington. Lavorando per la salvezza di altri, avrebbe salvato se stesso.

Alcuni giorni dopo la conclusione della sessione della Congerenza Generale, Ellen White, incontrandosi con il comitato della Conferenza Generale, sollecitò i fratelli perché il pastore  Prescott non rimanesse in Washington per fare un lavoro che un altro uomo poteva svolgere. “Egli può presentarsi davanti alla gente” ella dichiarò, “ed esporre con chiarezza la nostra fede.

Posso dirlo perché ho lavorato con lui [in Australia]” (Ms 53 1909).

Emerge di nuovo la ragione principale per la quale si espresse con queste parole, la sua preoccupazione era la salute spirituale de fr. Prescott:

“Non si deve usare il suo dono come è stato fatto fino ad ora; se continua a lavorare qui la sua salute ne soffrirà e la sua forza si eraurirà. Ma se intraprende un ministerio pubblico, ritroverà nuove forze.”–Ibid.

Il pastore  G. A. Irwin, vice presidente della Conferenza Generale, chiese:

“Circa quello che lei ha detto sull’opera de pastore Prescott, lei vuole dire che pur continuando il suo lavoro redazionale dovrebbe anche predicare occasionalmente nelle città?”

La risposta di Ellen White fece venire i brividi ai membri del comitato. Fu una risposta decisa, convinta e basata su una rivelazione che Dio le aveva dato:

“No, no. Deve rinunciare al suo ministerio. Le sue forze non devono essere divise. Egli si deve dare interamente all’evangelizzazione, il talento che sta usando per portare avanti il suo lavoro a Washington è  richiesto là dove al momento questi talenti sono assenti.”–Ibid.

Alcuni giorni più tardi scrisse:

“Alcuni non hanno preso bene l’idea di perdere il fratello Prescott, ma io ho parlato chiaro a tutti.”–Lettera 98, 1909.

Neanche il redattore della Review prese bene la notizia, il quale preferiva la ricerca teologica della verità piuttosto che l’evangelizzazione attiva. Prescott lasciò rapidamente la sua posizione come editore per iniziare l’evangelizzazione a New York. Prescott, apparentemente, non vedendo la ragione fondamentale della mutazione, almeno guardando alla documentazione disponibile, iniziò il suo nuovo incarico con scarsa convinzione e i risultati del suo lavoro furono modesti. Ritornò a Washington e intraprese altre attività.

D20-04. Individuazione di alcuni pericoli

Durante questo periodo, o poco dopo, Ellen White descrisse una scena nella quale i pastori Prescott e Daniells stavano conversando con il dott. Kellogg e che stavano all’ascolto di subdoli e ingegnosi ragionamenti provenienti da alcuni angeli malefici che erano nelle vicinanze. Entrambi  Prescott e Daniells sembravano confusi circa l’opera di Ellen White, la consideravano un mistero. Ella descrisse ciò che le sembrava una lotta tra la vita e la morte da parte dei due uomini. Kellogg, con modo di fare sottile e subdolo, quasi ebbe il sopravvento.

Poi, grazie all’intervento di un messaggero celeste, gli uomini pensarono di  “esaminare l’esperienza passata del popolo di Dio; di rivedere la storia dell’opera sin dall’inizio,” poi fu rivolta una domanda: “Questa opera si è realizzata cosi come era previsto che si realizzasse? Has this work been what it has been represented to you to be?” In seguito il messaggero celeste fece passare davanti a loro “scena dopo scena” fino a quando videro che la verità aveva l’approvazione del cielo sia nelle questioni del passato che del presente e più marcatemente che mai nelle cose del futuro  (Lettera 100, 1911). (Probabilmente scritta prima, ma copiata e archiviata nel 1911.)

Il 22 maggio del 1908, mentre Prescott era ancora redattore della Review and Herald, Ellen White gli rivolse  un avvertimento:

“A volte, pastore Prescott, lei è stato molto vicino al naufragio della sua fede. Solo la grazia di Dio e la fiducia che lei ha avuto nei messaggi che Egli le ha mandato mediante lo Spirito di Profezia hanno evitato il peggio. Mi è stato mostrato che sebbene lei abbia molti anni di esperienza nella causa di Dio, lei corre ancora il pericolo di fare gravi errori.

“Lei tende a prendere a cuore questioni di minore importanza che lei considera rilevanti e sulle quali lei dà molto peso. In tali circostanze Satana osserva e aspetta di avere l’opportunità di influenzare la sua mente e, tramite lei, di operare nella mente di molti altri , inducendoli a dubitare. Il Signore non l’ha chiamata a compiere tale opera. Su alcune questioni il mantenere il silenzio rivelerà uno spirito saggio e discreto.”–Lettera 166, 1908.

Ellen White continuò ad ammonire e dare consigli:

“Satana opera con tutta la sua ingegnosità per sviare le anime. Cosa faremo? Dobbiamo credere che il Signore è pronto a sollevare e sostenere il debole.

“Lei troverà forza nel dimorare su ciò che è spirituale. Che la santificazione che scaturisce dalla verità contenuta nella Parola di Dio si manifesti nella sua vita. Che tale strumento purifichi e nobiliti la sua anima. Il Signore desidera che i Suoi servitori camminino umilmente in Sua presenza. ‘Prendete su di voi il mio giogo,’ Egli ci invita, ‘e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e e il mio carico è leggero.’”–Ibid.

Alcuni giorni più tardi Ellen White scrisse un’altra lettera al pastore  Prescott nella quale lei menziona il coinvolgimento del fr. Prescott stesso nell’imporre le sue vedute sulla questione del “daily” di Daniele 8. La sor. White mette in guardia:

“Più volte lei si è liberato dai lacci del nemico. Ma c’è sempre il rischio che lei faccia degli sbagli. Lei a volte permette alla sua mente di concentrarsi  su un ragionamento ma corre il pericolo di trasformare un mucchietto di terra in una montagna. Fratello Prescott, sono presenti alcune serie debolezze nel suo ministerio … le scrivo per avvertirla.”– Lettera 224, 1908.

Va detto che il pastore Prescott aveva alta considerazione per Ellen White e per i messaggi che lei gli rivolgeva. Tali messaggi, alcuni dei quali rivelano degli aspetti della sua vita personale, sono citati, non per denigrarlo, ma, a causa della estesa diffusione della sua lettera del 1915, per aiutare a comprendere le ragioni del suo scoraggiamento, citato in tale lettera.

D20-03. La Lettera di Prescott del 6 Aprile 1915

Rispondendo a W. C. White, il pastore Prescott espresse le sue preoccupazioni menzionando quattro argomenti diversi: l. la sua delusione personale perché lui e i suoi assistenti forse non avrebbero vissuto abbastanza per testimoniare il coronamento dell’opera. 2. La preoccupazione per non essere riusciti a correggere gli errori contenuti nei nostri libri. 3. Esperienze personali traumatiche vissute durante i precedenti sei-otto anni. 4. Gli scritti di Ellen G. White e il modo in cui erano gestiti.

Prima di analizzare queste preoccupazioni  è bene prendere nota dell’apparente turbamento di Ellen White riguardo al rapporto che Prescott aveva con alcune cose che avvenivano in seno alla denominazione. Ella sembrava soddisfatta sul modo in cui lui teneva la presidenza del Battle Creek College, ma era delusa dal fatto che egli difendeva le visioni di Anna Phillips. La sor. White era soddisfatta del lavoro che il fr. Prescott aveva svolto in Australia e in modo particolare dei risultati degli sforzi evangelistici che lui tenne.

Ma nel 1901 Ellen White ricevette una rivelazione (Ingl.light) riguardo al fatto che il fr. Prescott stava correndo il pericolo di assimilare alcuni degli insegnamenti di E. J. Waggoner sulla santificazione e su alcuni altri punti, e cosi lei formulò un avvertimento.

Nel mese di Luglio del 1902 lei consigliò che il pastore  Prescott non si dedicasse interamente al lavoro redazionale o all’insegnamento, ma piuttosto ad un ministerio pubblico, in modo particolare ai camp meetings e che lui dovessere essere lasciato libero di dedicarsi a tale opera (Ms 104, 1902). Voleva forse Ellen White fare un gentile tentativo di indirizzare il pastore Prescott verso un opera indirizzata alla salvezza delle anime, per evitare che la sua anima si barricasse? Dichiarazioni successive sembrano sostenere questo tentativo.

Nel 1905 in una visione Ellen White vide il pastore Prescott che insieme ad altri partecipava ad una riunione durante la quale venivano vagliati degli aspetti scoraggianti dell’opera e le “furono presentate le possibilità di uno scoraggiamento ” (Ms 115, 1905). Un messaggero celeste si manifestò tra i presenti e diede questo monito: “Dovete servire Dio in modo più perfetto. Non ho trovato che le vostre vie siano perfette al cospetto di Dio. C’è bisogno di una fede più solida e di più gioia nel Signore” (Ibid.).

D20-02. La lettera a W.C. White aiuta a comprendere la situazione

La lettera di Prescott, datata 6 Aprile1915, fu scritta in risposta a quella che W. C. White gli scrisse il 12 Marzo. (Entrambe le lettere appaiono in Appendice). White scrisse dell’incidente di sua madre che la obbligò a cessare la sua opera letteraria; scrisse anche della produzione di libri, ormai terminate. Scrisse inoltre della sua recente visita a Washington e della sua conversazione con Prescott e della loro discussione sulle “perplessità che” si aggiungevano sul suo  “fardello di tristezza.” Menzionò anche l’ “amore e la tenerezza di sua madre ” manifestati nei suoi confronti e dell’alta stima che lei aveva di suo figlio.

La stima di Ellen White nei confronti di Prescott si rivelò in occasione di un evento che ebbe luogo nei primi anni dopo il 1890. Nel 1892 apparve  in seno alla chiesa americana una certa Anna Philipps che sosteneva di essere guidata da Dio mediante visioni e che trasmetteva i suoi messaggi ai membri di chiesa e ai dirigenti attraverso delle “testimonianze.” Entrambi A. T. Jones e W. W. Prescott la sostennero e portarono i suoi messaggi in alcune delle nostre grandi chiese. La sor. White era in Australia quando la raggiunse la notizia che l’opera della signorina Phillips non era da approvare e che tale opera fu sostenuta senza averla esaminata e messa alla prova; cio imbarazzò notevolmente sia Jones che Prescott. Si ritrovarono in una posizione impacciata e rischiavano di essere severamente criticati dai fratelli. Ma Ellen White il primo giugno del 1894 scrisse, dall’Australia:

“Provo dei sentimenti molto teneri nei confronti dei nostri fratelli che hanno fatto questo sbaglio … i fratelli  Jones e Prescott sono i messaggeri che il Signore ha scelto e che ama. Per molti anni hanno collaborato nell’opera di Dio. Sebbene io non posso approvare i loro errori, sono vicina a loro e mi sento unita a loro e alla loro opera.

“Il Signore vede che hanno bisogno di umiliarsi alla Sua presenza e di imparare lezioni che li aiutino a fare più attenzione ad ogni passo che fanno e a ciò che dicono. Questi fratelli sono degli ambasciatori di Dio. Hanno colto con rapidità i brillanti raggi che emanano dal Sole di giustizia e sono stati pronti a condividere la luce celeste con altri.”–Lettera 27, 1894.

Il 12 Marzo 1915, concludendo una sua lettera al pastore Prescott, W. C. White scrisse:

“Vorrei sinceramente trovare le parole o fare qualcosa per consolarla, per aiutarla a riscoprire  la gioia, la speranza e la fiducia nella sua opera; che è durata una vita e nella quale i fratelli hanno visto la mano presenza di Dio.”

Le implicazioni sono interessanti e apportano dei chiarimenti. Prescott si trovava in uno stato di delusione e scoraggiamento. W. C. White cercava di sollevare il suo cuore.

D20-01. Introduzione

La lettera di Prescott a W. C. White (6 Aprile 1915) – Un’analisi delle circostanze riguardanti una lettera scritta da W. W. Prescott a W. C. White relativa alla preparazione dei libri di Ellen White.

Un documento preparato da Arthur L. White

  • LA LETTERA A W.C. WHITE AIUTA A COMPRENDERE LA SITUAZIONE
  • LA LETTERA DI PRESCOTT DEL 6 APRILE 1915
  • INDIVIDUAZIONE DI ALCUNI PERICOLI
  • W. W. PRESCOTT LASCIA LA REVIEW PER INTRAPRENDERE L’EVANGELIZZAZIONE NELLE CITTÀ
  • ALTRI AMMONIMENTI A DANIELLS E PRESCOTT
  • UN DESIDERIO DI CORREGGERE I LIBRI DELLA DENOMINAZIONE
  • DUE PUNTI NELLA LETTERA DI PRESCOTT
  • PRESCOTT E DANIELLS REAGISCONO IN MODO DIVERSO AI CONSIGLI DELLO SPIRITO DI PROFEZIA
  • W. W. PRESCOTT’S MAJOR PROBLEM–THE PRODUCTION OF THE E.G. WHITE BOOKS
  • UNA QUESTIONE DI PRESCOTT RIGUARDANTE LO SPIRITO DI PROFEZIA
  • UN’OPERA CHE PARLAVA DA SÉ
  • LA GENTE ERA LASCIATA NELL’IGNORANZA CIRCA ALCUNI FATTI SOSPETTI?
  • CIRCOSTANZE CHE FANNO LUCE SELLA QUESTIONE
  • W. C. WHITE E LA CONFERENZA BIBLICA DEL 1919
  • LE CONDIZIONI MIGLIORANO
  • LA RISPOSTA (REAZIONE) DI W. C. WHITE RESPONSE — 7 MAGGIO 1915
  • PRESCOTT DOPO IL 1915
  • APPENDICE A – LA LETTRA DI PRESCOTT A W.C. WHITE
  • APPENDCE B – LA LETTERA DI W. C. WHITE AL PASTORE PRESCOTT

Una lettera confidenziale scritta dal pastore W. W. Prescott sta liberamente circolando e viene usata completamente fuori dal suo contesto. Alcune problematiche menzionate in essa riguardo a certe fasi nella storia della denominazione e altre che riguardano lo Spirito di Profezia sono interpretate come un tentativo di ‘coprire’ qualcosa che riguarda la gestione degli scritti di Ellen G. White. Crediamo che certe circostanze e situazioni devono essere capite se si intende valutare e comprendere la lettera con correttezza. Eccole, in breve:

Vita ed Esperienza: W. W. Prescott nacque nel1855 in seno ad una famiglia avventista , crebbe nella Nuova Inghilterra ingl. New England e si laureò presso il Dartmouth College nel 1877. Gli otto anni successivi si divise tra l’insegnamento e il lavoro editoriale (Vedasi SDA Encyclopedia, voce, “W. W. Prescott,” pp. 1148, 1149). Nel 1885 Prescott fu chiamato ad essere presidente del Battle Creek College dove lavorò fino al 1894. Quando l’Union College fu aperto nel 1891, gli fu chiesto di curare la sua presidenza pur continuando a servire in Battle Creek, e quando il Walla Walla College fu aperto l’anno successivo gli fu affidata la presidenza anche di questa istituzione. Nel 1891 egli organizzò il primo corso fi formazione per insegnanti, che duro sei settimane.

Dopo aver servito il college come presidente fino al 1894, grazie alla sua reputazione come studioso della Bibbia, fu mandato in diverse nazioni per animare corsi sulla Bibbia (Ingl. Bible institutes).

Concluse il suo viaggiare trascorrendo un periodo di dieci mesi in Australia dove collaborò alla creazione della scuola di Avondale. Mentre si trovava in Australia tenne delle conferenze evangelistiche che furono ben accolte. In seguito Prescott fu chiamato in Inghilterra dove lavorò  spesso con E. J. Waggoner. Egli adottò alcune delle vedute di Waggoner sulla santificazione. Durante la sessione del 1901 della Conferenza Generale fu chiamato a servire come un vice presidente, una posizione che mantenne fino al 1905, e cioè fino all’età di 50 anni. Nei primi mesi del 1902 fu invitato a unirsi al personale della redazione della Review and Herald e quando morì Uriah Smith nel 1903 fu nominato redattore, una posizione che tenne fino ad alcune settimane dopo la sessione della Conferenza Generale del 1909. A quel tempo, dietro consiglio di Ellen White, e con il parere favorevole dei suoi fratelli, fu liberato dalle responsabilità editoriali per dedicarsi a tempo pieno all’evangelizzazione nelle grandi città. Non fu facile per lui fare fronte a tale sfida.

Dal 1909 al 1915 fu il redattore del Protestant Magazine, una rivista trimestrale pubblicata dalla  Review and Herald. Nel 1915, all’età di sessanta anni, Prescott, in preda alla delusione e la depressione, con un cuore pesante, scrisse a W. C. White, un uomo conosciuto da una vita, un anno più anziano di lui.

D19-06. Il silenzio è eloquenza

[La lettera riportata qui sotto fu scritta da C. C. Crisler, segretaria (NDT: maschio o femmina?) capo nell’ufficio della sor. White, indirizzata al pastore E. E. Andross, presidente della Unione del Pacific. Tale lettera è la risposta a una lettera scritta da lui alla sor. White per chiederle se lei avesse chiarimenti da offrire riguardanti gli insegnamenti del Dott. B. E. Fullmer di Los Angeles, secondo i quali i 144.000 erano composti soltanto da Americani.]

“Elmshaven, Sanitarium, California

8 Dicembre 1914

Past. E. E. Andross
Box 146
Glendale, California

Caro fratello Andross:

Durante gli ultimi minuti prima che chiudesse la posta alle ore 12, dopo aver ricevuto la sua lettera raccomandata con la sua richiesta, le ho mandato una affrettata risposta promettendole una risposta più esaudiente per telegrafo. Stasera le mando la seguente lettera per telegrafo:

“‘La Sor. White mi ha chiesto di informarla che lei non ha ulteriore luce, oltre al fatto che presentare  cose incerte come certezze e la promozione di misteri come verità rivelate è pericoloso e conduce alla delusione. Lei (EGW) suggerisce che si costruisca sulla solida fondazione delle Sacre Scritture e non su congetture personali.–C. C. Crisler.’

“Quando lessi la lettera alla sor. White, e quando ascoltai le sue osservazioni in risposta alla lettera, il solo testimone presente era il pastore  D. E. Robinson.

“‘Non ho ricevute luce su questo argomento,’ lei disse dopo che le fu letta la lettera. Poi aggiunse ‘Stiamo vivendo in tempi molto delicati – tempi in cui dobbiamo aggrapparci al Signore con tutte le nostre forze.’

“‘Coloro che propongono teorie su questioni che non sono state rivelate si espongono al rischio delle delisioni. “Nascondi te stesso in Dio; nascondi i tuoi misteri in Dio”—queste parole mi sono state dette e ripetute durante la notte. Fin dall’inizio, secondo le istruzioni che ho ricevuto, il Signore Gesù non può dare consigli che portino a delusioni.

“‘Per favore dica ai miei fratelli che non mi è stato presentato niente sull’argomento del quale essi hanno scritto, e che io posso presentare loro solo ciò che è stato presentato a me.

“‘Ci sono coloro che osano presentare cose dubbie come se fossero certezze; e quando arrivano a questo punto, si trovano in una posizione in cui il nemico potrebbe usarli.

“‘Nel passato, più volte luce mi è stata data: quando si deve fare fronte ad una crisi, dobbiamo ricercare il consiglio di Dio e fare ricerche su ogni punto che presenta la verità.

“‘Riceveremo il più grande aiuto quando ci sottometteremo agli insegnamenti delle Sacre Scritture. Il loro influsso ci condurrà su solide basi sulle quali costruire la nostra fede e la fede degli altri, che sarà basata non su quello che la gente dice, ma su salde fondazioni e cioè la Parola del Dio Vivente.’

“Ho provato a prendere nota scritta di quello che diceva la sor. White dopo che aveva ascoltato la lettura della sua lettera, parti della lettera scritta da me e anche la breve nota che le avevo mandato alle 12. La Sor. White non ha cercato di dire niente, neanche con un gesto, sulla questione di chi aveva ragione e chi aveva torto. La sorella non ha neanche fatto nessun commento sulla mia lettera a lei, e da quello che potevamo capire, la sorella White non ha tentato di interpretare o spiegare ciò che lei aveva già scritto nel passato riguardo ai 144.000. Ma alla luce di semplici dettagli lei ha espresso i principi menzionati sopra.

“Non ho niente da aggiungere rispetto a quello che ho scritto alle 12. Tuttavia la sor: White ha fatto un commento quando lessi a lei la mia lettera

Le fece piacere il fatto che io inclusi nella mia lettera a lei (fr. Andross) le parole seguenti, ‘Sulla questione del significato esatto dei 144.000 la sor. White ricevette più volte la seguenti istruzioni “il silenzio è eloquenza.”‘

“Ella fece un commento favorevole quando udì le parole con le quali conclusi: ‘Per quanto ne so, nessuno sa la piena verità sulla questione, almeno fino a quando saremo dall’altra parte del Giordano.’

“Sono certo, Pastore Andross, che i fratelli del Sud della California saranno benedetti nel riesaminare gli insegnamenti delle Scritture sui144.000, e nel apportare su questi insegnamenti  i chiarimenti pubblicati negli scritti della sor. White. Se trattiamo questo argomento con uno spirito di preghiera, credo che Dio renderà sufficientemente chiara la verità al punto da evitare inutili controversie su questioni che non hanno niente a che fare con la salvezza delle anime.

“La saluto cordialmente, e prego che Dio conceda una visione chiara a coloro che sono chiamati a gestire questo problema che è sorto.

“In fede,

C. C. Crisler”

 

Ellen G. White Estate
21 Dicembre 1964
Revisione:  Settembre 1990

D19-04. La sor. White e i 144.000

“Il Signore mi ha fatto visitare altri mondi. Mi furono date delle ali e un angelo mi accompagnò dalla città verso un luogo brillante e glorioso. Qui l’erba era di un verde vivo, gli uccelli intonavano un dolce canto. Gli abitanti erano di altezze diverse; erano maestosi, aggraziati e di aspetto nobile. I loro visi esprimevano l’immagine di Gesù, i loro volti irraggiavano santa gioia, che era espressione della libertà e felicità del luogo …. Implorai il mio angelo accompagnatore perché mi facesse restare in quel posto. Non sopportavo l’idea di dover ritornare di nuovo su questo mondo oscuro. Poi l’angelo mi disse, ‘Tu devi ritornare e se sei fedele , te, con[1] i 144.000, avrai il privilegio di visitare altri mondi e contemplare l’opera creatrice di Dio.'”Early Writings, pp. 39, 40.



[1] Notare che la promessa fu data alla sor. White che se fosse stata fedele, lei, con i 144.000 avrebbe avuto certi privilegi.

D19-02. Una questione non essenziale

“Cristo dice che in seno alla chiesa ci saranno persone che esporranno favole e supposizioni, tuttavia Dio ha rivelato edificanti verità, che dovrebbero essere sempre presenti nella forziere della mente. Uomini possono dare ascolto a questa o a quella teoria, possono essere di sapere qualcosa che non è necessario che sappiano, ma questi sono movimenti non ispirati da Dio. Non fa parte del piano di Dio che il Suo popolo elabori supposizioni, che non sono insegnate nella Sua Parola. Non è Sua volontà che i Suoi figli entrino in controversie su questioni che non aiuteranno spiritualmente, questioni come chi farà parte dei centoquarantaquattromila. Tra breve per gli eletti di Dio la questione sarà risolta.

“Fratelli e sorelle, studiate e apprezzate le verità Dio ha dato a voi e ai vostri figli. Non perdete tempo nel cercare di sapere qualcosa che non è di nessun aiuto spirituale. ‘Cosa devo fare per avere la vita eterna?’ Questa è la questione più importante, alla quale una chiara risposta è stata data. ‘What is written in the law? How readest thou?‘”Selected Messages, libro 1, pp. 174, 175.

D19-01. Introduzione

Chiarimenti sulla questione dei 144.000

 

  • Una Questione non essenziale
  • Sforzarsi per essere tra i 144.000
  • La sor. White e i 144.000
  • La Signora Hastings sarà con i 144.000
  • Silenzio è eloquenza

Ecco alcune importanti dichiarazioni di Ellen G. White’s sui 144.000 di Apocalisse 7 e 14:

Sul mare di vetro che è davanti al trono e che i riflessi della gloria di Dio fanno somigliare a vetro mescolato al fuoco, è riunita la folla di coloro che hanno “…ottenuta vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome…” Apocalisse 15:2. Con l’Agnello, sul monte di Sion, suonando “le arpe di Dio” ci sono i 144.000 riscattati dalla terra. Si ode “…una voce dal cielo come rumore di molte acque e come rumore di gran tuono; e la voce che udii era come il suono prodotto da arpisti che suonano le loro arpe. E cantavano un cantico nuovo davanti al trono…”, un canto che soltanto i 144.000 possono imparare. È il canto di Mosè e dell’Agnello: è il canto della liberazione. Nessuno, ad eccezione dei 144.000 lo può imparare, perché è il canto della loro esperienza, che solo loro hanno vissuto. “…Essi son quelli che seguono l’Agnello dovunque vada”. Traslati dalla terra fra i viventi, essi sono considerati “primizie a Dio ed all’Agnello…” Apocalisse 14:1-4. “…Essi son quelli che vengono dalla gran tribolazione” (Apocalisse 7:14), hanno affrontato il “tempo di distretta” quale “non se n’ebbe mai da quando esistono le nazioni“: essi hanno conosciuto l’angoscia del tempo di “distretta di Giacobbe”, hanno resistito senza intercessore allo scatenarsi del giudizio finale ma sono stati liberati perché “…hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello”. Apocalisse 7:14. “E nella bocca loro non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili”. Apocalisse 14:5. Essi hanno visto la terra devastata dalla carestia, dalla pestilenza e dal calore di un sole divorante; hanno dovuto sopportare la sofferenza, la fame e la sete. Però “Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pasturerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Iddio asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro”. Apocalisse 7:16, 17. (GC 507.2)

D18-01. I Profeti del Nuovo Testamento – Sono meno affidabili?

Il libro More Than a Prophet: How We Lost and Found Again the Real Ellen White, (Più di un Profeta: Come Abbiamo Perso e Riscoperto la Vera Ellen White) di Graeme S. Bradford, tenta di ridefinire il ministerio di Ellen G. White, con la chiara intenzione di renderlo meno vulnerabile agli attacchi dei critici.  Una conseguenza non voluta è che facendo ciò si rende il suo ministerio meno autorevole.  Il Dott. Bradford si proclama un credente e un sostenitore di Ellen G. White e non ho ragione di dubitare delle sue motivazioni e affermazioni. Questo studio si soffermerà piuttosto su alcune affermazioni chiave del libro per verificarne la loro validità.

Alcuni dei più importanti punti di vista del libro sembrano emergere da una posizione teologica centrale: il libro ridefinisce la profezia del periodo neotestamentario, affermando che se è vero che i classici profeti del Vecchio Testamento parlarono con l’autorità che accompagna la rivelazione di Dio, le profezie del Nuovo Testamento sono invece meno certe e più probabilmente esse riflettono le personali interpretazioni del profeta.  Per questo motivo, congettura il libro, la Scrittura ammonisce la chiesa a non accettare ingenuamente i messaggi persino dei veri profeti di quel periodo, ma a soppesare tali messaggi, ritenendo ciò che è buono e ignorando il resto; si tratta insomma di separare il grano dalla zizzania (vedi pp. 77-84).

Nell’applicare queste vedute all’opera di Ellen G. White, il libro attacca brani chiave della sua escatologia e della sua interpretazione delle profezie bibliche.  Il libro di Bradford attribuisce le origini di queste posizioni, presenti nel libro Il Gran Conflitto, alle aspettative degli americani del  19osecolo.  Come tali, il libro afferma, tali posizioni trovano scarsa applicazione nella odierna società globalizzata (vedi pp. 137-150).

Questo breve scritto vuole rispondere a questa difficoltà fondamentale, che ha a che fare con la natura della profezia del periodo neotestamentario.

Il libro fà una distinzione tra i profeti del Vecchio Testamento e quelli del Nuovo.  Asserisce che i profeti del Vecchio Testamento avevano autorità, ma che nel Nuovo Testamento sono gli apostoli-profeti che avevano autorità.  Ma le cose stanno veramente così?  I profeti del Vecchio Testamento erano messaggeri senza autorità amministrativa, difatti l’autorità risiedeva con i re e sacerdoti. Anche nel Nuovo Testamento i profeti sono messaggeri, senza autorità amministrativa, la quale risiedeva sugli apostoli e gli anziani. I profeti proferivano messaggi da parte di Dio; quei messaggi avevano un’autorità profetica, ma stava ai dirigenti decidere se accettare o no le istruzioni ricevute e agire di conseguenza.  Ciò era vero non solo per Nathan, David, Elia e Ahab, ma anche per Agabus e Paolo.

Il capitolo 9 di More Than a Prophet è intitolato “Il Bisogno di Discernimento.”  Propone l’idea secondo la quale, in contrasto con i profeti del Vecchio Testamento che parlavano con autorità, il dono profetico nel Nuovo Testamento aveva uno  autorevolezza più bassa  (p. 79).  Tale capitolo menziona quello che viene chiamato un “ampio consenso tra studiosi di rispetto” sull’idea che i messaggi dei profeti del Nuovo Testamento devono essere valutati.  L’autore afferma che alcuni di questi messaggi profetici devono essere considerati validi e altri devono essere ignorati perché senza alcun valore.  Questa asserzione troverebbe fondamento su due testi biblici: 1 Tessalonicesi 5:19-21 e 1 Corinzi 14:29.  Il primo afferma  “Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie, ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene.”  Tradizionalmente gli Avventisti hanno visto in questo brano il bisogno di mettere alla prova i profeti , non di distinguere tra le vere e le false profezie di un vero profeta.  Riguardo al dono profetico nella chiesa di Corinto, il secondo testo dice, “Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino.”  Sebbene alcune traduzioni rendono l’ultima parte del versettosoppesate cosa viene detto il testo Greco non indica cosa deve essere giudicato o soppesato—i messaggi o i messaggeri, cioè i profeti.  L’autore di More Than a Prophet crede che entrambi i testi si reiferiscano ai messaggi dei profeti e non ai profeti stessi.  Ci viene detto che giudicareconsiste nel valutare la validità dei messaggi, nel separare il grano dalla zizzania, questo è cio che dovrebbe essere fatto con i profeti del periodo del Nuovo Testamento e del periodo successivo.

More Than a Prophet cita vari studiosi a sostegno di queste asserzioni. Primo fra tutti è Wayne Grudem, uno studioso evangelico, il quale è un punto di riferimento anche per altri,  che crede nella inerranza biblica e anche nella validità dei moderni profeti pentecostali i cui messaggi sono spesso nell’errore.  Nel tentativo di riconciliare queste posizioni egli ha proposto l’idea che i profeti del Nuovo Testamento abbiano meno autorità.  Secondo questo punto di vista i profeti del Vecchio Testamento erano ispirati verbalmente e di conseguenza i loro messaggi erano inerrati.  Tuttavia egli considera i profeti del Nuovo Testamento ispirati concettualmente, lasciando loro la porta aperta alla possibilità di attingere ad altre fonti o di offrire le proprie errate interpretazioni.  Quindi, secondo questa posizione, il credente che legge le profezie del profeta deve distingere tra ciò che è vero e ciò che è falso.  More Than a Prophet sembra che adotti questa interpretazione dei due testi biblici citati sopra, anche se non accetta tutto quello che Grudem crede sulla questione.  Questa prospettiva spiega il fatto che l’autore sembra accettare molte delle accuse lanciate dai critici contro Ellen White, specialmente in un suo libro precedente, Prophets are Human.  Se è cosi, per lui queste cose sono semplicemente gli errori di un profeta, che noi dobbiamo “giudicare”.

La parola greca tradotta “giudicare” in 1 Corinzi 14:29 è diakrino.  Essa appare 16 volte nel Nuovo Testamento (Matt. 16:3, 21:21, Marco 11:23, Atti 10:20, 11:2, 12, 15:9, Rom. 4:20, 14:23, 1 Cor. 4:7, 6:5, 11:29, 31, 14:29, Giuda 9, 22).  Tale termine trasmette una varietà di significati, incluso  “dubitare ” o “contendere.”  Un significato importante è “giudicare, discriminare, pesare, valutare, distinguere,” che troviamo in 1 Corinzi 14:29.  E’ vero che tale significato include l’idea di distinguere il bene e il male, ma mai nel NT la parola è usata nel senso di distinguere tra una idea buona e una cattiva.  Piuttosto, quando è usata nel senso di fare una distinzione, queste distinzioni sono tra persone.  In 1 Corinzi 4:7 ecco cosa troviamo, “Infatti, chi ti distingue (diakrino)dagli altri ?” e in 6:5: “E’ possible che non vi sia tra di voi una persona saggia …capace di pronunciare un giudizio (diakrino) tra un fratello e laltro?”  Il termine diakrino è usato anche in Atti 15:9 (“e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro”) e in Giacomo 2:3, 4 (“giudicando in base a ragionamenti …”).  Se in 1 Cor. 14:29 diakrino fosse stato usato per indicare  una distinzione tra idee giuste e sbagliate, questo sarebbe l’unico caso nel NT.  Ma se invita a distinguere il vero profeta dal falso, allora questo testo è in armonia con gli altri testi che usano diakrino per riferirsi alla distinzione tra persone e con altri testi ancora che ci amminiscono a fare distinzioni tra profeti, come Matteo 7:15 (“Guardatevi da falsi profeti”) e 1 Giov. 4:1-3.

Tuttavia, se prendiamo 1 Corinzi 14:29 e lo applichiamo ai messaggi che i profeti pronunciano (come viene fatto in  More Than a Prophet), ci ritroviamo con la difficoltà di non trovare un uso di diakrino nel NT per distinguere tra messaggi o idee vere e false.  Tuttavia sarà utile vedere altri usi di diakrino nel NT.

In Matteo 16:2, 3, Gesù dice: “‘Quando si fa sera voi dite:bel tempo perché il cielo rosseggia!’; e la mattina dite, “Oggi tempesta perché il cielo rosseggia cupo. L’aspetto del cielo lo sapete dunque discernere [diakrino] te I segni dei tempi non riuscite a discernerli?.’”  Queste persone stavano distinguendo i veri segni dai falsi, accettandone alcuni e rigettandone altri?  No.  Esse stavano discernendo il significato dei segni.

Diakrino è usato anche in 1 Corinzi 11, tre capitoli prima della citazione riportata in More Than a Prophet.  Parlando della Santa Cena, al versetto 29 si legge, “chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso e non discerne [diakrino] il corpo del Signore.  Nel rito della comunione, è negli elementi che dobbiamo distinguere il bene dal male?  No, dobbiamo percepire il significato dei simboli.

Tre capitoli dopo, se Paolo usava la stessa parola riguardo al messaggio dei veri profeti, non è probabile che egli usò la parola nello stesso senso?  Se è così, Paolo invitava i corinzi a considerare con attenzione i messaggi profetici per cercare il significato di cosa dicevano e trovare la loro applicazione nella vita dei credenti. Questa comprensione si armonizza con l’uso di Paolo del termine in 11:29 e con la comprensione unitaria dei profeti e della profezia nelle Scritture, senza creare una differenza radicale tra il dono profetico nel Vecchio e Nuovo Testamento.

Inoltre, entrambi le interpretazioni che abbiamo qui suggerito sono in armonia con la visione che Paolo ha dello scopo per il quale il dono di profezia è stato dato alla chiesa. In Efesini 4:8-15, Paolo elenca i doni spirituali e ci dice la ragione per la quale sono stati dati.  Concentriamoci su questo brano:  “Ed è lui che ha dato alcuni come apostolic , altri come profeti , altri come evangelisti , altri come pastori e dottori , per il perfezionamento dei santi in vista dll’opera del ministerio e dell’edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungano all’unità della fede e della piena conosecenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti all’altezza della statura perfetta di Cristo , affinché non siamo più come bambini sballottati e portazti qua e la da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore, ma seguendo la verità nell’amore crescendo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.”

Secondo Paolo il dono della profezia, così come altri doni spirituali, deve condurre all’unità della fede e proteggerci dall’essere sballottati dalle false dottrine.  Per fare ciò, deve aiutarci a distinguere la verità dall’errore in mezzo a questi “venti di dottrine” che soffiano intorno a noi.  Ma se ci prendiamo noi la responsabilità di cercare di distinguere la verità dall’ipotetico errore nei messaggi dei veri profeti, come potrebbero quei messaggi rimporoverare i nostri errori?  Qualora i profeti non sono d’accordo con noi, saremmo inclini (come oggi fanno alcuni) a dire che almeno su quel punto, il profeta aveva torto.  Tale approccio contraddice lo scopo per cui, secondo Paolo, il dono profetico viene dato.  Invece di creare unità, predispone alla divisione in seno alla chiesa, e ci riporta verso i tempi dei giudici biblici quando “ognuno faceva quello che gli pareva meglio” (Giudici 21:25).

Tale punto di vista è anche contrario alla descrizione che Ellen G. White fà del suo proprio dono e del suo scopo.  Ella scrisse, “Caro lettore le raccomando la Parola di Dio come regola di fede e pratica. E’ da quella Parola che saremo giudicati. In quella Parola Dio ha promesso di darci visioni negli ‘ultimi giorni’; non per darci una nuova regola di fede ma per consolare il Suo popolo e per correggere coloro che si sviano dalla verità biblica” (Early Writings, p. 78, neretto aggiunto).  Questo fu scritto agli inizi del suo ministerio profetico.  Più tardi nel suo ministerio scrisse, “Il Signore mi ha dato molta luce e io voglio che il popolo l’abbia; poiché ci sono insegnamenti che il Signore mi ha dato per il Suo  popolo. E’ luce che esso dovrebbe avere, linea su linea, precetto su precetto, un po’ qui un po’ là. E’ giunto il tempo che il popolo la riceva, poiché essa è stata data per correggere   ingannevoli errori e per precisare cosa sia la verità. Il Signore ha rivelato molte cose che indicano la verità, dicendo così, ‘Questa è la via; camminate in essa.’”—Lettera 127, 1910 (Selected Messages, libro 3, p. 32, (neretto aggiunto).

Ellen White scrisse di persone che cercavano di distinguere il vero dal falso nelle sue testimonianze:  “Molte volte nella mia esperienza ho dovuto far fronte all’attitudine di alcuni che pur riconoscendo che le mie testimonianze vengono da Dio, credono che su una certa questione, la sor. White dava solo la sua opinione o valutazione. Questa è l’atttudine di coloro che non amano la correzione e che, se contrariati, colgono l’oocasione per spiegare la differenza tra ciò che è umano e ciò che è divino.

“Alcune persone hanno opinioni preconcette o idee particolari che sono oggetto della riprensione delle testimonianze; allora tali persone immediatamente sentono il bisogno di far sapere chiaramente quale sia la loro posizione creando una discriminazione, distinguendo tra ciò che  giudizio umano della sor. White e ciò che è parola proveniente dal Signore. Tutto ciò che approva e sostiene le loro care idee è divino e le testimonianze che intendono correggere i loro errori sono di natura umana, cioè opinioni della sor. White. Con la loro tradizione essi rendono vane le istruzioni di Dio.”—Manoscritto 16, 1889.  (Selected Messages, libro 3, p. 68)

Ciò che è stato scritto fino ad ora non intende sostenere l’inerranza negli scritti della sor. White ma solo difendere l’ispirazione dei profeti neotestamentari, come espressione del modo in cui Dio ha operato nell’Antico Testamento.  Così come la Sor. White ha rigettato l’idea di “diversità di gradi” di ispirazione nelle Scritture (vedi Selected Messages, libro 1, p. 23), allo stesso modo noi dovremmo rifiutare lo stesso punto di vista riguardo ai profeti.  In una famosa dichiarazione scritta alla famiglia Garmire, la sor. White mise in guardia sul fatto che “Satana  . . . promuove constantemente tutto ciò che è falso—allo scopo di allontanare dalla verità. L’ultimo inganno di Satana sarà quello di rendere neutralizzare le testimonianze dello Spirito di Dio. ‘Se il popolo non ha rivelazone è senza freno (Proverbi 29:18). Satana lavorerà con astuzia, in modi diversi e tramite differenti entità, per minare la fiducia che il popolo del rimanente ha nelle vere testimonianze.”—Lettera 12, 1890 (Selected Messages, libro 1, p. 48).

Ci sono degli argomenti nel libro More Than a Prophet con i quali possiamo essere d’accordo e altri non menzionati qui, sui quali potremmo dibattere. Ma la questione della natura della profezia nei tempi neotestamentari e successivi, sembra essere fondamentale per la tesi sostenuta da questo libro.  Le conclusioni che emergono in esso hanno sollevato perplessità e preoccupazioni tra il personale del White Estate.  La prefazione conentuta nella prima edizione di More Than a Prophet, che ha avuto un’ampia diffusione, implicava un parere favorevole sul libro da parte del White Estate, il quale ha ricevuto molte richieste di chiarimenti riguardo al contenuto del libro.  Questa breve analisi è servita a esporre alcune preoccupazioni e a suggerire un approccio che crediamo essere più coerente con la Bibbia e le testimonianze della sor. White stessa.

William Fagal, Direttore Associato

Ellen G. White Estate

D10-10. Testimonianza a un direttore di coro particolare

Un Messaggio con Consigli Riguardanti Molti Aspetti della Musica e del Musicista

Mi è stato mostrato il caso del fratello S., il quale rischia di diventare un peso nella sua chiesa, a meno che egli instauri una relazione più intima con Dio. Egli è presuntuoso. Se qualcuno gli pone delle domande sul suo modo di fare, si sente offeso. Se crede che un’altra persona sia preferita a lui, si sente ferito …

Il fratello S. conosce bene la musica ma la sua formazione musicale lo ha preparato più per dare spettacoli che per elevare un solenne culto a Dio. Il cantare è un atto di culto a Dio così come lo è la predicazione e la presenza di qualunque cosa strana o peculiare che distoglie le persone, distrugge l’impressione solenne che la musica sacra dovrebbe suscitare. Qualunque elemento strano o eccentrico nel canto distoglie dalla sacralità del culto.

Esercizio fisico è ben poca cosa. Ogni elemento che ha a che fare con il culto dovrebbe essere dignitoso, solenne e di grande effetto. Dio è dispiaciuto quando pastori che si professano essere i rappresentanti di Cristo, Lo disonorano recitando, facendo gesti privi di grazia e esprimendosi con gesticolazioni grossolane . Tutto questo diverte e soddisfa la curiosità di coloro che desiderano vedere cose strane, bizzarre, divertenti, ma tali cose non edificano le menti e i cuori di coloro che sono presenti.

La stessa cosa la si può dire sul canto. Lei assume atteggiamenti non dignitosi. Lei canta con troppa potenza e a volume troppo alto. (NDT ?) You drown the finer strains and notes of voices more musical than your own. Questo esercizio fisico e questa voce rozza e forte non creano una melodia né su coloro che ascoltano in terra, né in cielo. Questo tipo di canto è difettoso e non accettevole a Dio, Egli desidera che la musica sia perfetta, delicata e dolce. Tra gli angeli non ho mai visto tali esibizioni, come a volte ho notato nelle nostre riunoni. Nessuna nota stridente o rauca e alcuna gesticolazione è presente nei cori angelici. Il loro canto non irrita le orecchie; esso è dolce e melodioso e non richiede tutto quello sforzo che però ho osservato tra di noi. Non esistono forzature e gesti fisici.

Il fratello S. non si rende conto che molti sono disgustati e altri si divertono. Nel vedere la gestualità che accompagna i canti, alcuni non riescono a reprimere pensieri poco santificati e provano un senso di frivolezza. Il fratello S. esibisce se stesso. Il suo modo di cantare non parla ai cuori e non suscita nobili sentimenti. Molti di coloro che frequentano le riunioni hanno seguito con interesse le parole di verità predicate e ne sono stati convinti; ma molte volte il modo in cui si è cantato non ha suggellato l’impressione che la predicazione ha suscitato. Le esibizioni e le contorsioni corporali, la sgradevole impressione data dagli sforzi innaturali, sono sembrati così ridicoli e completamente fuori luogo nella casa del Signore, che l’impatto della predicazione viene completamente neutralizzato. L’attitudine di coloro che credono alla verità cambia dopo aver ascoltato il canto.

E’ stato difficile gestire il caso del fratello S. Si è comportato come un bambino maleducato e indisciplinato. Quando qualcuno gli ha fatto delle osservazioni, invece di considerare le critiche come delle benedizioni, ha permesso che le sue emozioni prevalessero e si è scoraggiato al punto di non fare più niente. Se continua a fare tutto come vuole lui, non sarà di grande aiuto. Egli non ha colto l’opportunità di migliorare se stesso, si è ostinato al punto che il suo angelo si è allontanato e ora si trova circondato da angeli malefici. Quando la verità divina è ricevuta nel cuore purifica e sentifica la nostra vita.

Il fratello S. ha pensato che il canto fosse la cosa più importante in questo mondo e che lui aveva una uno straordinario modo di esibirlo. Il suo modo di cantare non è gradito ai cori angelici. Fratello, si immagini in piedi tra gli angeli, mentre alza le spalle, gioca con le parole, gesticola con il corpo e canta a tutto volume. Cosa avrebbe a che fare con gli angeli questa esibizione?

La musica è di origine celeste. La musica è un potente strumento. Fu un canto angelico che fece trepidare i cuori dei pastori di Betlemme e che echeggiò in tutto il mondo. E’ attraverso la musica che le nostre lodi si elevano a Colui che è la personificazione della purezza e dell’armonia.  E’ con musica e canti di vittoria, che i redenti entreranno nell’immortalità.

C’è qualcosa di sacro nella voce umana. La sua armonia musicale e la sua origine divina suscitano delle emozioni che superano quelle suscitate da qualsiasi strumento musicale. La musica vocale è uno dei doni che Dio ha dato agli uomini, uno strumento che non ha pari quando l’amore di Dio regna nell’anima. Cantare con spirito e intendimento arricchisce i culti offerti nella casa di Dio.

Ma quanto è stato abusato questo dono! Quando esso è santificato e reso puro, può essere molto utile nel abbattere le barriere del pregiudizio e dell’incredulità e diventa uno strumento per convertire delle anime. Non è sufficiente capire i primi rudimenti del canto, ma insieme alla conoscenza , dobbiamo connetterci al cielo perché gli angeli possano cantare attraverso di noi.

La sua voce in chiesa era così forte e dura (NDT stridente  harsh), e i gesti che l’accompagnava così  poco aggraziati, che le dolci melodie, simili a quelle degli angeli, non potevano essere udite. Lei ha cantato più per gli uomini che alla gloria di Dio. Mentre la sua voce si esprimeva con forti melodie lei pensava all’ammirazione che suscitava. Lei ha una idea così elevata del suo modo di cantare, che è arrivato a pensare che per fare ciò, dovrebbe essere remunerato.

L’amore per l’ammirazione è stata la motivazione principale nella sua vita. Per un cristiano questa motivazione è un po’ misera. Lei ha voluto essere carezzato e lodato come un bambino. Lei ha una lotta da combattere contro la sua propria natura. E’stato molto difficile per lei sconfiggere i suoi isitinti naturali e vivere un’esistenza santa e di rinuncie. –Manoscritto 5, 1874.
©Ellen G. White Estate
30 Giugno 1972

D10-09. I musicisti

Desiderio e Ambizione di Esibirsi. – (NDT Frase non chiara)       Intrattenimento musicale  che, se ben animato, non è pericoloso, puo diventare una fonte di male             Musical entertainments which, if conducted properly, will do no harm, are often a source of evil.

Allo stato attuale della società, a causa dei bassi livelli di moralità non solo dei giovani ma anche di persone adulte e di esperienza, esiste il pericolo di essere superficiali e di fare del favoritismo, e quindi di dare vita a invidia, gelosie e maldicenze. Talenti musicali troppo spesso nutrono orgoglio e il forte desiderio di esibirsi; coloro che cantano sono lontani dall’idea di adorare Dio. Invece di orientare le menti verso Dio, inducono anzi a dimenticarLo. —Lettera 6a, 1890.

Cantare per Esibirsi – Consigli ad un Direttore della Musica. – Fui portata in un luogo dove lei stava cantando e mi fu chiesto di valutare i sentimenti che erano presenti nel gruppo, di cui lei era una figura prominente. Notai la presenza di gelosie, invidie e maldicenze, la gente parlava male … Dio richiede un servizio che emana dal cuore; espressioni formali e superficiali sono come  un rame risonante o uno squillante cembalo. Lei canta per esibirsi, non per dare lode a Dio con lo spirito e con intendimento. Lo stato in cui si trova il cuore rivela la qualità della religione di chi professa la pietà. — Lettera 1b, 1890. (Evangelism, p. 507.)

Musica Che Offende Dio. – L’esibizione non ha niente a che fare con la religione o con la  santificazione. Non c’è niente di più offensivo agli occhi di Dio di una esibizione di strumenti musicali rivolta a persone non consacrate, che nel loro cuore non elevano una melodia al Signore. L’offerta più dolce e accettevole agli occhi di Dio è un cuore che si umilia, che esalta la croce e che segue Gesù.
Non abbiamo tempo da dedicare alla ricerca di cose che diano piacere ai sensi. Il nostro vero bisogno è di investigare i nostri cuori. Con lacrime e una sincera confessione dobbiamo avvicinarci a Dio affinché Lui si avvicini a noi. —Review and Herald, 14 Novembre 1899. (Evangelism, p. 510)

Musica Accettabile a Dio. – Gli elementi superflui  che sono stati inclusi nel culto a ________ devono essere assolutamente evitati … la musica è accettevole a Dio solo quando essa santifica e addolcisce il cuore. Tuttavia molti che si dilettano nella musica non sanno cosa significhi avere una melodia nel cuore da elevare al Signore. Il loro cuore “rincorre i loro idoli.” — Lettera 198, 1899. (Evangelism, p. 512)

D10-08. Musica del mondo

Qualità di una Musica Seculare Accettabile. – Per circa un’ora la nebbia rimase densa e il sole non riusciva a penetrarla. Allora i musicisti [sulla nave] anziché andarsene intrattennero gli impazienti passeggeri con della musica, di buona qualità e ben eseguita. Non era irritante e sgradevole come la sera precedente ma dolce e veramente piacevole ai sensi perché era melodiosa. — Lettera 6b, 1893, pp. 2, 3. (Scritto all’arrivo in Nuova Zelanda, Febbraio 1893.)

Piacevole Musica Strumentale al Giardino Svizzero Beer. – La stessa notte ci furono musica e fuochi d’artificio, oltre la strada. La città possiede e gestisce un grande  (NDT birra?) beer garden. Tale giardino è molto piacevole grazie ai fiori, cespugli e nobili alberi che offrono una piacevole ombra. Ci sono abbastanza posti a sedere anche per centinaia di persone, intorno a dei tavoli ovali, e una banda suona una piacevolissima musica strumentale. –Manoscritto 33, 1886.

Un Concerto Indestrivibile. – Stiamo avendo un concerto indescrivibile. In nove cantano, in olandese o tedesco o in francese, non riesco a capire. Le voci sono semplicemente splendide, alquanto piacevoli. Credo che si tratti di un gruppo di una scuola domenicale in escursione. —Lettera 8, 1876.

D10-07. Il richiamo della musica del mondo

(NDT vedasi Principi di Educazione Cristiana) No Frivolous Waltz or Flippant Song in the Schools of the Prophets. –The art of sacred melody was diligently cultivated. [In the schools of the prophets.] No frivolous waltz was heard, nor flippant song that should extol man and divert the attention from God; but sacred, solemn psalms of praise to the Creator, exalting His name and recounting His wondrous works. — Fundamentals of Christian Education, p. 97.

Quando Satana Prende il Controllo. – Ci sono stati un certo tipo di incontri sociali a  _____ di una natura completamente diversa, feste di piacere che hanno disonorato le nostre istituzioni e la nostra chiesa. Si incoraggiano l’esibizione nell’abbigliamento, la gratificazione dei piaceri, l’allegria e lo scherzare. Satana è ricevuto come ospite d’onore e prende possesso di coloro che organizza questi incontri.

Mi è stata presentata la visione di un incontro di questo tipo, ove erano presenti coloro che professano di credere nella verità. Una persona era seduta davanti ad uno strumento musicale, e ciò che veniva cantato faceva piangere gli angeli. C’era allegria, la gente rideva sguaiatamente, c’era molto entusiasmo e una sorta di euforia; ma la gioia era del tipo che solo Satana può creare. Questo è un tipo di entusiasmo e di infatuazione del quale, chi ama Dio, si vergognerebbe. Essi predispongono i partecipanti ad avere pensieri profani e ad agire in modo per niente santo. Ho ragione di pensare che alcuni che erano coinvolti in quel tipo di attività si siano pentiti di cuore per quelle vergognose esecuzioni. —Counsels to Teachers, p. 339. (Corsivo aggiunto.)

L’Uso Erroneo della Musica. – Mi spaventa constatare ovunque la frivolezza di giovani uomini e donne che professano di credere nella verità. Dio non sembra essere presente nei loro pensieri. La loro mente è piena di cose senza senso. Le loro conversazioni sono fatte di parole vuote, vane.  Hanno un vivo interesse nella musica e Satana sa quali organi eccitare per stordire la mente così che il Cristo non sia desiderato. Gli ardenti desideri spirituali dell’anima, la ricerca della conoscenza divina e della cescita nella grazia, sono assenti.

Mi è stato mostrato che i giovani devono salire ad un livello più elevato e far sì che la parola di Dio diventi la loro guida e dia loro consigli. Delle solenni  responsibilità vengono affidate ai giovani ma essi le prendono alla leggera. L’aver portato la musica nelle loro case, invece di promuovere la santità e la spiritualità, ha indotto i giovani ad allontanare la loro mente dalla verità. Canzoni frivole e popolari sembrano essere loro congeniali. La musica ha finito col rubare del tempo che doveva essere dedicato alla preghiera.

La musica, quando non se ne abusa, è una grande benedizione; ma quando è utilizzata male, si trasforma in una terribile maledizione. Essa eccita, ma non impartisce la forza e il coraggio che il cristiano può trovare solo presso il trono della grazia quando con umiltà presenta le sue richieste e, in lacrime, supplica che gli sia donata la forza per resistere alle potenti tentazioni del nemico. Satana conquista i nostri giovani e ne fa dei prigionieri. Oh, cosa potrei dire per aiutarli a rompere le catene dell’eccitazione! Egli è un abile incantatore, in grado di condurli alla perdizione. —Testimonies, Vol. 1, pp. 496-497. (Corsivo aggiunto.)

Satana Usa la Musica per Avere Accesso.. – I giovani sono poco interessati alle questioni relative all’eternità.  Gli angeli di Dio sono in lacrime quando trascrivono nei libri le parole e le azioni di chi si professa cristiano. Angeli si aggirano intorno a dei luoghi ambigui. Lì si sono riuniti dei giovani; si sentono delle voci che cantano e c”è chi suona della musica strumentale. Sono dei cristiani che si sono riuniti, ma che cosa si sente?
Si tratta di una frivola canzone, adatta per una sala da ballo. Ecco che gli angeli puri si avvicinano a loro con la loro luce, ma l’oscurità avvolge i presenti. Gli angeli si allontanano da quel luogo. I loro volti sono rattristati. Ecco, stanno piangendo. Questo è ciò che ho visto più volte tra gli osservatori del sabato e specialmente in _______.

La musica ha occupato le ore che dovevano essere consacrate alla preghiera. La musica è un idolo adorato da molti cristiani che professano di osservare il sabato. Satana non ha niente da obiettare, se egli può trasformare la musica in un canale attraverso il quale avere accesso alle menti dei giovani.

Per Satana, qualunque strumento è utile pur di allontanare la mente da Dio e per indurre i credenti a non dedicare del tempo al Suo servizio. Egli usa i mezzi che esercitano la massima influenza, per infatuare (stordire) il maggior numero di persone possible, mentre esse sono paralizzate dal suo potere. Quando la musica è ben utilizzata, essa è una benedizione; ma nelle mani di Satana essa si trasforma in uno strumento molto attraente capace di intrappolare le anime. Quando se ne abusa, la musica dirige coloro non sono consacrati verso l’orgoglio, la vanità e la follia. Quando le permettiamo di prendere il posto della preghiera e della meditazione, si trasforma in una terribile maledizione.

Giovani si incontrano per cantare e, sebbene si professino cristiani, spesso disonorano Dio e la loro fede con la loro frivola conversazione e le loro scelte musicali. La musica sacra non si addice ai loro gusti.  Mi fu chiesto di rivolgermi ai chiari insegnamenti della Parola di Dio, ai quali nessuno ha prestato attenzione. Il giorno del giudizio tutte queste parole ispirate condanneranno coloro che  le hanno ignorate. —Testimonies, Vol. 1, pp. 585-586. (Corsivo aggiunto)

Canti Volgari e Gesti Dissoluti. – Tra le più pericolose fonti di piacere c’è il teatro. Invece di essere una scuola di moralità e virtù, come si afferma spesso, è un focolaio di immoralità. Abitudini immorali  and comportamenti peccaminosi sono incoraggiati e approvati da questa forma di intrattenimento. Canti volgari, gesti, espressioni e attitudini dissoluti pervertono l’immaginazione e degradano la moralità.

Ogni giovane che va regolarmente a tali manifestazioni si espone alla corruzione. Nella nostra nazione gli intrattenimenti teatrali sono i più potenti strumenti per avvelenare l’immaginazione, distruggere il sentimento religioso e per recidere il gusto per i semplici piaceri e le realtà sobrie della vita. Così come le bevande alcoliche inducono a bere sempre di più, l’amore per queste espressioni teatrali aumenta ogni volta che ci si espone ad esse. —Testimonies, Vol. 4, pp. 652-653. (Corsivo aggiunto)

Israele Sedotto da Musica Pagana. — Balaam sapeva che la prosperità di Israele dipendeva dall’osservanza della legge di Dio, che non c’era verso di maledirli, se non inducendoli prima a trasgredire. Decise quindi di appropriarsi della ricompensa di Balak e della promozione che desiderava , dando dei consigli ai Moabiti su cosa fare perché Israele fosse maledetto. Egli consigliò a Balak di bandire una festa idolatra per onorare le loro divinità e di invitarvi gli israeliti. Essi avrebbero avuto modo di ascoltare musica e le attraenti donne madianite avrebbero indotto gli israeliti a trasgredire la legge di Dio, a corrompersi e a sacrificare agli idoli. Questo piano satanico riuscì ebbe molto successo. —Spiritual Gifts, Vol. 4, p. 49. (Corsivo aggiunto)

Abbindolati dalla musica e dalle danze, sedotti dalla bellezza delle vestali pagane, essi (NDT inglese non chiaro) cast off their fealty to Jehovah. —Patriarchs and Prophets, p. 454. NDT vedasi libro in italiano

Programmi Musicali che Abbiano una Connotazione Religiosa. – Mi è stato rivelato che non tutte le famiglie che conoscono la verità, la mettono in pratica. Ogni capacità di influenzare gli altri deve essere curata con lo scopo di vincere delle anime a Cristo. Cari giovani non crediate che i vostri programmi musicali, così come sono stati condotti a  ______ , stiano facendo un opera missionaria accettevole (approvare). E’ subentrato uno spirito che è di una natura diversa. Lo stesso spirito era presente trenta anni fa, in Battle Creek, e io detti la mia chiara testimonianza a rigurado.

Tutti i nostri incontri devono avere una connotazione religiosa. Ciò mi è stato mostrato più volte. Trenta anni fa, quando alcuni si riunirono per una serata di canti, le persone iniziarono a corteggiare  e delle anime furono profondamente ferite , alcune di esse non si sono mai riprese. —Manoscritto 57, 1906.

Il Pericolo dell’Intrattenimento Mondano. – E’ pericoloso per gli operai di Dio partecipare a intrattenimenti mondani. Alcuni ossrvatori del sabato non ci vedono niente di male nell’esporsi a musica mondana. Ma tali persone calcano terreni pericolosi. E’ così che Satana cerca di sviare uomini e donne e prendere controllo delle loro anime. Il nemico opera in un modo così sottile e plausibile che nessuno sospetta i suoi inganni e molti membri di chiesa finiscono con l’amare di più i piaceri che Dio. —Manoscritto 82, 1900.

D10-06. Musica religiosa che si trasforma in una trappola satanica

A. La Musica al Camp Meeting dell’Indiana, del 1900,  Descritta da Testimoni Oculari

Un Impatto Imponente. – C’è una forte energia all’opera in seno al movimento [santa carne]. E’ in grando di attirare chiunque si sieda e ascolti con un po’ di attenzione; e tutto ci  a causa della musica che viene usata durante le cerimonie. Hanno un organo, una viola bassa , tre violini, due flauti, tre tamburelli, tre corni, un grande tamburo basso e forse anche altri strumenti che non ho menzionato. Hanno una formazione musicale pari a quella di un coro dell’Esercito della Salvezza. In realtà il loro sforzo di risveglio è semplicemente una copia esatta dei metodi usati dall’Esercito della Salvezza, e quando il volume aumenta non si può capire una parola di quello che la congregazione sta cantando, ma si sentono soltanto le grida di queste persone mezze pazze. Dopo che viene fatto un appello perché i presenti si avvicinino al pulpito per una preghiera , alcuni predisposti  si fanno avanti e altri li seguono. Poi iniziano a suonare i loro strumenti così forte che non si è in grado neanche di pensare; in questo clima di grande eccitazione, buona parte della congregazione presente si fa avanti più volte . — S. N. Haskell, in un rapporto a E. G. White, 25 Settembre 1900.

Ritmi di Danza e Parole Sacre. – Abbiamo un grosso tamburo, due tamburelli, un grosso violino basso, due piccolo violini, un flauto e due (NDT ?) comets, un organo e alcune voci. Come innario usano “Garden of Spices” e suonano musica da danza per accopagnare parole sacre. Non hanno mai usato i nostri innari, escluso quando il pastore Breed o il pastore Haskell predicano, allora iniziano e concludono la riunione con un canto del nostro innario, ma tutti gli altri canti sono presi da altri libri. Gridano ‘Amen’, e ‘Lode a Dio,’ ‘Gloria a Dio,’ come fanno nei culti dell’Esercito della Salvezza. L’anima è sotto stress. Le dottrine predicate si allineano con il resto. “Le povere pecore sono  completamente confuse.” – La signora  S. N. Haskell in un rapporto a Sara McEnterfer, 12 Settembre 1900.

Canti Vivaci e Isterismo. – Ho partecipato al camp meeting nel mese di Settembre del 1900, che si tenne a Muncie, dove fui testimone della eccitazione e fanatica attività di queste persone. C’erano numerosi gruppi di persone sparsi nella proprietà, discutevano e quando questi fanatici tenevano le loro riunioni sotto un grande padiglione, grazie ai loro strumenti, si caricavano fino a raggiungere uno stato di eccitazione. Avevano trombe, flauti, strumenti a corda, tamburelli, un organo e un grosso tamburo basso. Si misero a gridare e a cantare i loro vivaci canti con l’aiuto degli strumenti fino a quando raggiunsero uno stato di isterismo. Molte volte li ho visti, dopo questi incontri mattinali, quando venivano alla tenda adibita a sala da pranzo; erano piuttosto scossi come se avessero una paralisi. – Resoconto di Burton Wade a A. L. White, 12 Gennaio 1962.

B. I Commenti di Ellen G. White sulla Musica al Camp Meeting dell’Indiana nel 1900

Un Pandemonio di Rumore che Stordisce I Sensi. – Il Signore mi ha mostrato che  ciò che sta succedendo in Indiana avrà luogo poco prima della chiusura del tempo di grazia. Tutto ciò che è grossolano e volgare si rivelerà. Si griderà e si danzerà al ritmo della musica e dei tamburi. I sensi delle persone saranno così confusi che non sarano in grado di prendere delle buone decisioni. E chiamano tutto questo opera dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo non si rivela mai in questo modo, nel mezzo di un pandemonio di rumore. Questa è una invenzione di Satana che con questi mezzi ingegnosi riesce a rendere vane le pure, sincere verità che elevano e santificano. Meglio adorare Dio senza l’uso della musica, che usare degli strumenti musicali ai nostri camp meetings, come mi è stato rivelato lo scorso gennaio. La verità per questo tempo no ha bisogno di questo genere di metodi, per convertire delle anime. Un pandemionio di rumore stordisce i sensi e pervertisce ciò che, se condotto bene, deve essere piuttosto una benedizione. Poteri satanici creano frastuono e chiasso, mettono su un carnevale, e chiamano tutto questo opera dello Spirito Santo.

Questo tipo di adorazione non dovrebbe essere per niente incoraggiata. Lo stesso tipo di eventi ebbe luogo dopo il 1844. Ci furono lo stesso tipo di manifestazioni. Gli uomini si eccitarono e sentirono la presenza di una forza, e si pensò che si trattava della potenza di Dio. — Lettera 132, 1900, a S. N. Haskell. (Pubblicata in Selected Messages, Libro 2, pp. 36, 37.)

La Musica è Accettabile se “Condotta Correttamente.” Puo Divenire una Trappola Satanica. – Lo Spirito Santo non ha niente a che fare con la confusione, il rumore e una moltitudine di suoni, così come mi si sono presentati lo scorso gennaio. Satana utilizza il frastuono e la confusione di tale musica, che, se fosse condotta correttamente, potrebbe dare lode e gloria a Dio. Il nemico la usa come se fosse un morso velenoso di un serpente.

Le cose che sono successe nel passato si realizzeranno anche nel futuro. Satana trasformerà la musica in una trappola mediante i metodi utilizzati per animarla. Dio invita il suo popolo, che ha la luce proveniente dalla Parola e dalle testimonianze, a leggere, a riflettere e a prestare attenzione. Sono state date istruzioni chiare e precise affinché chiunque possa capire. Ma il desiderio ‘prurigginoso’ di creare qualcosa di nuovo finisce con il creare nuove dottrine e distrugge in buona parte l’impatto di coloro che potrebbero fare del bene se solo continuassero a confidare nella verità che il Signore ha dato loro. —Lettera 132, 1900 a S. N. Haskell. (Pubblicata in Selected Messages, Libro 2, pp. 37, 38.) (Corsivo aggiunto)

Queste persone [in Indiana] furono trascinate via da una (NDT ?) illusione spiritualistica spiritualistic delusion. —Evangelism, p. 595.

Il Rumore Non è Evidenza di Santificazione. – Secondo le istruzioni che ho ricevuto dal Signore questo movimento in Indiana ha le stesse caratteristiche di movimenti che si sono manifestati negli ultimi anni. Nei vostri incontri religiosi vi erano attività simili a quelle presenti in altri movimenti del passato e di cui io sono stata testimone … C’era molta eccitazione, ma anche rumore e confusione. Non si poteva distinguere se un suono veniva emesso da uno strumento a corda o da uno strumento a fiato. Alcuni apparivano essere in visione e caddero al suolo. Altri saltavano, danzavano e gridavano …

La maniera con la quale gli incontri in Indiana sono stati condotti, con frastuono e confusione, poco si adatta a menti serie e intelligenti. In queste dimostrazioni non c’è niente che convincerà il mondo che abbiamo la verità. Il frastuono e il gridare non hanno niente a che fare con la santificazione o con la discesa dello Spirito Santo. Le vostre sfrenate manifestazioni creano solo disgusto nella mente dei non credenti. Meno ce ne saranno di queste manifestazioni, meglio sarà per le persone coinvolte e per la gente in generale …

Molti movimenti simili sorgeranno in questi tempi, mentre l’opera di Dio dovrebbe manifestarsi nella sua purezza e nobiltà senza compromettersi con superstizioni e fandonie. Dobbiamo essere vigilanti e mantenere una intima relazione con il Cristo per non essere ingannati dalle astuzie di Satana.

Il Signore desidera che al Suo servizio siano presenti ordine e disciplina, non eccitazione e confusione. Non siamo in grado di descrivere con precisione gli scenari mondiali del futuro, ma  sappiamo questo, che ora è il momento di essere vigilanti nella preghiera, perché il grande giorno del Signore è alle porte. Satana sta radunando le sue forze. Dobbiamo meditare e nella calma, contemplare le verità rivelate. L’eccitazione non aiuta a crescere nella grazia, nella vera purezza e nella santificazione dello spirito …

Dio chiama il Suo popolo a camminare con sobrietà e santa coerenza. Dovrebbero stare molto attenti a mal rappresentare e disonorare le sante dottrine della verità usando esibizioni strane, confusionarie. Se si opera in questa maniera i non credenti penseranno che gli avventisti del settimo giorno sono un gruppo di fanatici. Si crea un pregiudizio che tiene lontano le anime che dovrebbero ricevere il messaggio per questo tempo. Quando dei credenti espongono la verità come si rivela in Gesù, lo fanno in un clima calmo e santo, non in mezzo alla confusione. — General Conference Bulletin, 23 Aprile 1901. (Pubblicato in Selected Messages, Libro 2, pp. 33-36)

D10-05. Caratteristiche non desiderate

Canti di lode rovinati da voci sgradevoli. –Nelle corti celesti la musica fa parte dell’adorazione di Dio. Con i nostri canti di lode noi dovremmo cercare di imitare l’armonia dei cori celesti. Spesso ho sofferto nell’ascolto di voci inesperte, fissate su note altissime , che letteralmente fanno violenza sulle sacre parole di alcuni inni di lode. Quanto sono fuori posto queste voci acute e stridenti, non sono per niente adatte ad un culto gioioso e solenne. Vorrei solo chiudere le mie orecchie o andarmene ed è un sollievo quando questi esercizi musicali finiscono.

Coloro che offrono un canto nei nostri culti dovrebbero scegliere degli inni appropriati all’occasione, che abbiano melodie gioiose e tuttavia solenni, e che non abbiano niente che ricordi un funerale. La voce dovrebbe essere modulata , sommessa e pacata. —Signs of the Times, 22 Giugno 1882. (Evangelism, p. 507-8)
Linguaggio Informale o Dissonanza. – Ho visto che si dovrebbe cantare con spirito e intendimento. A Dio non fa piacere che si usino parole informali e che siano presenti dossinanze. A Lui piacciono più le cose corrette che quelle sbagliate. Se il popolo di Dio arriva a cantare con correttezza e armonia il Signore sarà glorificato, la chiesa sarà edifiata e i non credenti saranno ben impressionati. —Testimonies Vol. 1, p. 146. (1857)

Cantare con lo Spirito e Intendimento. – Evitate se possibile di pagare un musicista del mondo. Piuttosto riunite delle persone che cantino con spirito e intendimento. L’esibizione di musicisti spesso ha un costo che i fratelli non dovrebbero essere chiamati a pagare ; e dopo qualche tempo vedrete che non credenti non saranno disponibili a sostenere queste spese. (NDT inglese non chiaro)  — Lettera 51, 1902. (Evangelism p. 509)

D10-04. Qualità desirabili

Chiara Intonazione e Espressione Distinta. – Non ci sono parole che esprimano la profonda benedizione legata a una adorazione sincera. Quando gli uomini cantano con lo Spirito e discernimento, musicisti celesti ascoltano la melodia e si uniscono al canto di ringraziamento. Colui che ci ha accordato tutti i doni che ci permettono di lavorare con Lui, si aspetta che i Suoi servitori coltivino la loro voce affinché possano parlare e cantare in modo tale che tutti possano comprendere.  Ciò che serve non è cantare ad alta voce ma con una chiara intonazione, una pronuncia corretta e una espressione distinta. Che ognuno abbia cura della propria voce così che cantando si lodi Dio con toni chiari e dolci senza quella asprezza e quei stridolii che offendono l’orecchio. La capacità di cantare è un dono di Dio, che sia usato alla Sua gloria. — Testimonies, Vol. 9, pp. 143, 144. (1909)

Caratteristiche di una Musica che ha un Impatto Positivo. – La musica è in grado di fare del bene, tuttavia non sfruttiamo a pieno questo elemento dell’adorazione.  In genere cantiamo con impulsività o per occasioni particolari; altre volte chi canta lo fa in modo grossolano e la musica non ha quell’impatto che dovrebbe avere su coloro che ascoltano. La musica dovrebbe essere bella, dovrebbe commuovere e infondere energia. Eleviamo le nostre voci in canti di lode e consacrazione. Se possibile, che degli strumenti musicali assistino per elevare a Dio dono un glorioso, armonioso e accetevole.

Ma a volte è più difficile correggere e tenere in riga chi canta, che colui che ha l’abitudine di pregare o esortare. Molti voglioso fare le cose a modo loro, non accettano osservazioni e non hanno la pazienza di lavorare con i dirigenti. Nel servizio di Dio è necessaria un’ attenta planificazione. Nell’adorazione del Signore il buon senso è in qualcosadi eccellente.
Gospel Workers, p. 325. (1892) (Evangelism, p. 505)

Emozioni Positive. – La voce umana ha la capacità di trasmettere forti emozioni e se colui che la usa è pronto a fare determinati sforzi, svilupperà delle capacità nel canto e nel parlare che saranno utili per vincere delle anime a Cristo. — Manoscritto 22, 1886. (Evangelism, p. 504)

Vove Alta non Necessaria ma Piuttosto delle Buone Qualità. – Il modo in cui cantiamo può migliorare considerevolmente. Alcuni credono che per fare musica bisogna cantare a voce alta; ma il rumore non è musica. La buona musica deve essere come il canto degli uccelli, dolce e melodiosa. In alcune delle nostre chiese ho sentito dei solo che non sono per niente appropriati per un luogo di culto. Note trascinate a lungo e suoni tipici del canto operistico non sono graditi agli angeli. Essi si dilettano nell’ascoltare semplici canti di lode cantati con toni naturali. Quando cantiamo e pronunciamo chiaramente ogni parola, gli angeli si uniscono a noi nel cantare inni che partono dal cuore e che sono comprensibili ed edificanti. —Manoscritto 91, 1903. (Evangelism, p. 510)

Con Solennità e  Rispetto. – La melodia del canto, che sgorga dai cuori con una espressione  chiara e distinta, è uno degli strumenti che Dio usa per conquistare anime. Tutte le nostre riunioni dovrebbero essere condotte con solennità e rispetto, come se fossimo alla presenza visibile del Maestro . —Testimonies, Vol. 5, p. 493.

Con Melodia e Chiarezza di espressione.
– Sono felice di notare che l’elemento musicale sia stato introdotto nella scuola Healdsburg. In ogni scuola è urgentemente necessario insegnare a cantare .    Dovrebbe esserci molto più interesse nella formazione della voce di quello che si manfesta al momento. Studenti che hanno imparato a cantare dolci canti evangelici con melodia e chiarezza di espressione, possono fare evangelizzazione cantando. Essi troveranno molte opportunità per usare il talento che Dio ha dato loro; con una melodia potranno portare un po’ di calore in molti luoghi solitari oscurati dal peccato e dall’afflizione, potrebbero anche cantare presso coloro che non hanno i privilegi di aveve una vita di chiesa.

Studenti, andate per le grandi strade e entrate nei vicoli. Cercate di raggiungere sia le classi più elevate che quelle più popolari. Entrate nelle case dei ricchi e dei poveri e, quando è il caso, chiedete,  “Le farebbe piacere se cantassimo qualcosa? Saremmo lieti se potessimo presentare alcuni canti.” Poi, quando i cuori si sono scaldati, vedete se è il caso di offrire une breve preghiera invocando una benedizione divina. Pochi rifiuterano.

Tale opera è un vero lavoro missionario. Dio desidera che ognuno di noi sia convertito e sia coinvolto in qualche attività  missionaria. Quando ci metteremo al servizio degli altri Egli ci benedirà e vedremo la Sua salvezza. — Review and Herald, 27 Agosto 1903. (Porzioni in Evangelism, p. 504)

Uno dei Talenti Affidati da Dio. – La voce umana che si esprime nel canto è uno dei talenti che Dio ci ha affidato e che deve essere usato alla Sua gloria. Il nemico della giustizia conosce l’importanza di questo talento e lo usa. Cosi, quello che è un dono di Dio, dato per essere una benedizione, viene perverito, manipolato e messo al servizio di Satana e dei suoi piani. Il talento di una bella voce è una fonte di benedizioni se viene consacrata al Signore e se è messa al servizio della Sua causa. —Lettera 62, 1893. (Evangelism, p. 498)

Il Coro e il Canto Comunitario. – Quando si tengono delle riunioni, che alcuni siano scelti per offrire dei canti. E che il canto sia accompagnato da strumenti ben suonati. Nella nostra opera non dobbiamo opporci all’uso di strumenti musicali. Questo aspetto del culto deve essere condotto con cura, poiché con il canto lodiamo Dio. Che il cantare non sia sempre fatto solo da alcuni, ma che tutta la congregazione canti il più spesso possibile. —Testimonies, Vol. 9, p. 144. (1909)

Il Canto Liturgico. – Il cantare non sia sempre fatto solo da alcuni. Tutti i presenti dovrebbero unirisi al canto liturgico. —Lettera 157, 1902. (Evangelism p. 507)

Ancora Sull’Uso di Strumenti Misicali. – Che l’opera si arricchisca di chi ha il talento del canto.  L’uso di strumenti musicali non dovrebbe essere oggetto di obiezioni. Essi venivano usati nelle funzioni religiose del passato. Gli adoratori lodavano Dio con l’uso di arpe e cembali, la musica  strumentale dovrebbe far parte dei nostri culti, li renderà più interessanti. –Lettera 132, 1898. (Evangelism, pp. 500-501)

Musica Strumentale alla Conferenza Generale del 1905. – Sono felice di constatare la presenza qui di strumenti musicali. Dio desidera che li usiamo. Egli vuole che noi Lo adoriamo con il cuore, l’anima e la voce, per esaltare il Suo nome davanti al mondo. —Review and Herald, 15 Giugno 1905. (Evangelism, p. 503)

D10-03. L’utilità della musica nella esperienza d’Israele

Canti che Imprimevano Lezioni nella Mente. – Mentre il popolo vagava per il deserto , molte lezioni venivano impresse nella mente attraverso dei canti. Dopo essere stati liberati dall’esercito del Faraone tutto il popolo di Israele elevò un canto di trionfo. Il gioioso canto risuonò sul deserto, sul mare e sulle montagne e riecheggiavano le parole di lode, “Cantate al Signore, percé è sommamente glorioso.” Esodo 15:21. Spesso durante il loro viaggiare questo canto veniva elevato ripetute volte , esso rallegrava i cuori e suscitava la fede nei pellegrini. Dietro richiesta divina, i comandamenti che furono dati al Sinai, le divine promesse di grazia e le testimonianze sul come Dio aveva liberato il Suo popolo, presero forma musicale e vennero cantati accompagnati dal suono di strumenti; con l’aiuto di questi canti di lode il popolo teneva il passo.

Così i loro pensieri venivano sollevati al di sopra delle prove e delle difficoltà incontrate,  gli spiriti turbolenti si calmavano , i principi della verità venivano inclucati nella memoria e la fede di fortificava. Azioni concertate insegnavano principi di ordine e unità e le persone si sentivano più vicine a Dio e a gli uni gli altri. —Education, p. 39.

Il Canto Veniva Insegnato Nelle Scuole dei Profeti. –Sia a scuola che nelle case molto insegnamento veniva dato oralmente; ma i giovani imparavano anche a leggere gli scritti ebraici, e potevano studiare i rotoli in pergamena dell’Antico Testamento. L’argomento principale che veniva studiato in queste scuole era la legge di Dio, assieme alle istruzioni date a Mosè, la storia sacra , musica sacra e poesia. —Education, p. 47.

Cosa Puo Realizzare la Musica. – (NDT Ricercare in Patriarchi e Profeti) Sanctified intellects brought forth from the treasure house of God things new and old, and the Spirit of God was manifested in prophecy and sacred song.

Music was made to serve a holy purpose, to lift the thoughts to that which is pure, noble, and elevating, and to awaken in the soul devotion and gratitude to God. What a contrast between the ancient custom and the uses to which music is now too often devoted! How many employ this gift to exalt self, instead of using it to glorify God! A love for music leads the unwary to unite with world lovers in pleasure gatherings where God has forbidden His children to go. Thus that which is a great blessing when rightly used, becomes one of the most successful agencies by which Satan allures the mind from duty and from the contemplation of eternal things.

Music forms a part of God’s worship in the courts above, and we should endeavor, in our songs of praise, to approach as nearly as possible to the harmony of the heavenly choirs. The proper training of the voice is an important feature in education and should not be neglected. Singing, as a part of religious service, is as much an act of worship as is prayer. The heart must feel the spirit of the song to give it right expression. —Patriarchs and Prophets, p. 591.

Esperienze del Passato. –Il viaggio verso Gerusalemme era una vera gioia: semplice, di impostazione patriarcale e, che sia intrapreso in primavera con la sua bellezza, o in estate con la sua ricchezza o nella gloria dell’autunno, il viaggio era sempre una esperienza gioiosa. Dall’anziano dai capelli bianchi ai piccoli bambini, tutti venivano con le loro offerte di gratitudine per incontrare Dio nella Sua sacra dimora. Mentre viaggiavano ai bambini venivano raccontate le esperienze del passato e le storie che, adulti e bambini, amavano così tanto. Venivano elevati i canti che rallegrarono i pellegrini nel loro girovagare nel deserto. I comandamenti di Dio venivano cantati e, nel contesto di una natura rigogliosa e di una gioiosa compagnia, essi erano per sempre impressi nella memoria dei bambini e dei giovani. —Education, p. 142.

D10-02. Il ruolo della musica

La Potenza del Canto. –La storia del canto nella Bibbia è piena di illustrazioni sui benefici del canto e della musica. La musica è spesso usata in modo perverso, per servire il male e come tale può diventare un potente strumento per indurre alla tentazione. Ma utilizzata correttamente diventa un prezioso dono di Dio, uno strumento per elevare i pensieri verso nobili temi e per ispirare l’anima.

Mentre i figli di Israele vagavano nel deserto si allietavano con la musica di canti sacri; allo stesso modo oggi i figli di Dio posso rallegrarsi nel loro pellegrinaggio. Per memorizzare delle parole bibliche non c’è un sistema migliore, se non quello di riperle cantando. E c’è della potenza in quel tipo di canto: forza per mitigare una natura rozza e volgare, potenza per stimolare il pensiero e la sensibilità, per promuovere azioni armoniose e per scacciare via la tristezza e presentimenti che scoraggiano e indeboliscono.

E’ uno dei mezzi più efficaci per imprimere nel cuore delle verità spirituali. Quanto spesso l’anima oppressa e disperata  trova conforto nel ricordarsi alcune parole di un canto, magari di uno imparato da bambini.  La tentazione perde la sua presa, la vita prende un nuovo significato l’anima ritrova coraggio e gioia!

Non si dovrebbe mai perdere di vista il fatto che il canto può essere uno strumento educativo (NDT o formativo) . Che nelle nostre case si cantino inni che sono dolci e puri; saremo meno critici e più propensi a esprimere gioia e speranza. Che si canti nelle scuole, gli scolari si sentiranno più vicino a Dio, ai loro insegnanti e gli uni agli altri.

Nei nostri servizi religiosi il canto è un atto di adorazione come lo è la preghiera. Infatti molti canti sono delle preghiere. —Education, pp. 167, 168.

Un’Arma Contro lo Scoraggiamento. – Se lodassimo molto di più il Signore e se esprimessimo meno il nostro scoraggiamento, conosceremmo molte più vittorie. —Lettera 53, 1896. (Evangelism, p. 499)

Esprimiamo con il canto la lode e il rendimento di grazie. Quando siamo tentati, invece di esprimere i nostri sentimenti, innalziamo in fede a Dio un canto di rendimento di grazie.

Il canto è un’arma che possiamo sempre usare contro lo scoraggiamento.Quando apriamo  il nostro cuore ai raggi che emanano dalla presenza del Salvatore, riceveremo salute e la Sua benedizione. –(NDT vedasi libro in italiano Orme Gran Medico) Ministry of Healing p. 254. (1905)

Per Fissare Verità Spirituali. – Il canto è uno dei mezzi più efficaci per fissare verità spirituali nei nostri cuori. Tramite le parole di un canto sacro, spesso diamo espressione al pentimento e alla nostra fede. —Review and Herald, 6 Giugno 1912.

Un Mezzo per Mantenere e Nutrire l’Esperienza Cristiana. – La mattina e la sera unitevi ai vostri bambini per adorare Dio, leggete la Sua Parola e cantate alla Sua lode. Insegnate loro a ripetere la legge di Dio. Riguardo ai comandamenti agli israeliti fu detto: “Li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua , quando sarai pr via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.” Pertanto Mosè chiese agli israeliti di mettere in musica le parole della legge.

Mosè credette che fosse essenziale esprimere i comandamenti sotto la forma di un canto, così che I bambini, mentre camminavano nel deserto, potessero imparare a cantare la legge versetto dopo versetto. Anche ai nostri giorni, quanto è importante insegnare la parola di Dio ai nostri bambini!

Collaboriamo con il Signore nell’isegnare ai nostri figli l’osservanza alla lettera dei comandamenti. Facciamo tutto ciò che è in nostro potere per avere della musica nelle nostre case, affinché Dio possa essere presente. —Review and Herald, 8 Settembre 1904. (Evangelism, p. 499)

Per Rendere Piacevole il Lavoro. –Fate del vostro lavoro una esperienza piacevole elevando dei canti di lode. —Child Guidance, p. 148.

Per Allontanare il Nemico. – Ho visto che ogni giorno dobbiamo elevarci e restare al di sopra delle forze dell’oscurità. Il nostro Dio è potente. Ho visto che cantare alla gloria di Dio spesso allontana il nemico e che lodare Dio caccia via l’avversario e ci dà la vittoria. —Lettera 5, 1850.

Il Canto Aiutò Gesù a Resistere al Nemico. –Quando il Cristo era un bambino come questi bambini qui, Egli fu indotto a peccare ma non cedette alla tentazione. A mano a mano che cresceva Egli fu tentato ma i canti che Sua madre gli insegnò tornavano alla Sua mente ed elevava un canto di lode. Prima ancora che i suoi compagni se ne rendessero conto, anche loro si mettevano a cantare con Lui. Dio desidera che noi usiamo qualunque mezzo che il Cielo ci ha fornito, per resistere al nemico. —Manoscritto 65, 1901. (Evangelism, p. 498)

Bringing Heaven’s Gladness. –(NDT vedasi libro tradotto Orme Gran Medico)  The early morning often found Him in some secluded place, meditating, searching the Scriptures, or in prayer. With the voice of singing He welcomed the morning light. With songs of thanksgiving He cheered His hours of labor, and brought heaven’s gladness to the toil-worn and disheartened. —Ministry of Healing p. 52. (1905)

He Sang Songs of Praise. – (NDT vedasi Speranza dell’Uomo) Often He expressed the gladness of His heart by singing psalms and heavenly songs. Often the dwellers in Nazareth heard His voice raised in praise and thanksgiving to God. He held communion with heaven in song; and as His companions complained of weariness from labor, they were cheered by the sweet melody from His lips. His praise seemed to banish the evil angels, and, like incense, fill the place with fragrance. The minds of His hearers were carried away from their earthly exile, to the heavenly home. —The Desire of Ages, pp. 73, 74.

D10-01. Una parola da parte del compilatore

Una Compilazione di Materiale Raccolto per la Ricerca del Gruppo di Lavoro sulla Filosofia della Musica, 1972
©Ellen G. White Estate – Silver Spring, Maryland – 1972 (Ribattuto Giugno 2003)

CONTENUTO

 

Una parola da parte del compilatore

In vista del prossimo incontro del comitato di studio sulla musica, è stato chiesto al White Estate di compilare  una raccolta di materiale di E. G. White che potesse contribuire alla ricerca che tale comitato doveva realizzare. Per tale scopo è stato utilizzato sia materiale pubblicato che materiale non pubblicato. E’ pensando sopratutto ai principi che stanno dietro ai consigli di Ellen G. White e all’applicazione di tali principi, che tale raccolta potrà essere utile nello studio intrapreso su questo argomento.

Con questo documento non si intende tentare di fare una presentazione generale sulla musica e neanche una presentazione esauriente.  E’ fortemente probabile che alcune importanti affermazioni notate da uno dei membri del comitato, sia stata tralasciata e non faccia parte della presente raccolta.

Crediamo tuttavia che nelle dichiarazioni che seguono siano presenti i principi base che possono essere adottati e applicati oggi con efficacia. Tali principi sono: il ruolo e le qualità della musica, l’impatto positivo e malefico della musica e l’uso efficace della musica nelle funzioni della chiesa. Vi si troveranno anche alcuni consigli per coloro che devono organizzare o animare un programma musicale.

In occasione di quel movimento che ebbe luogo in Indiana nel 1900 e nel 1901, in genere chiamato ‘movimento della santa carne’ (discusso in Selected Messages, Libro 2, pp. 31-39), la musica ebbe un ruolo importante. Abbiamo dei testimoni oculari di ciò che avvenne. Abbiamo i consigli di Ellen White basati su una visione che lei ricevette nel Gennaio del 1900  in Australia quando il ‘movimento della santa carne’ stava nascendo e altri consigli basati su resoconti che il pastore e la signora Haskell le mandarono sette mesi dopo che lei ricevette la visione.

Dalla combinazione di questo materiale emergono alcuni principi che oggi possono orientarci.

Sottomettiamo questo materiale  senza pretendere di offire una compilazione esaustiva ma nella speranza  che le seguenti citazioni contribuiranno ai lavori del summenzionato comitato di studio.

 

A. L. White, Secretario
Ellen G. White Estate
Washington, D. C.
30 Giugno 1972

D16-01. Un commento su More than a Prophet (Più di un Profeta)

Il Dott. Graeme Bradford, professore in pensione che ha insegnato nel Dipartimento di Teologia del Avondale College (NDT: in Australia), ha recentemente pubblicato, in proprio, il libro More Than a Prophet: How We Lost and Found Again the Real Ellen White.  Nella prefazione e la pubblicità sulla prima edizione del libro, l’autore dichiara incorrettamente che il manoscritto fu valutato in modo favorevole dai responsabili del Ellen G. White Estate. In realtà, pur riconoscendo che si può essere d’accordo con alcuni elementi del libro, il personale del White Estate ha forti reserve su alcuni punti di vista espressi nel libro.

Questi sono alcuni dei punti oggetto delle perplessità:

  • Il libro  esprime l’opinione secondo la quale i profeti del Nuovo Testamento e dei tempi successivi in genere hanno meno autorità dei profeti dell’Antico Testamento, e che  gli individui e/o le congregazioni, anche nei messaggi dei profeti genuini devono distinguere tra il grano e la zizzania. Tale punto di vista conferma la tendenza umana ad accettare negli scritti ispirati ciò che piace e a rigettare come ‘zizzania’“ le cose con le quali non si è d’accordo. Clicccare qui per ulteriori approfondimenti su questa interpretazione.
  • Il libro suggerisce che, poiché Ellen White nei suoi scritti usò fonti  esterne riguardo alla storia, le profezie, la salute o la teologia, i punti di vista che lei esprime  provengano più dai suoi contemporanei che dall’inspirazione divina.  Ad esempio, la sua descrizione degli eventi della fine, così come sono esposti ne Il Gran Conflitto, è descritta  come avente origine nelle aspettative degli Avventisti  nord-americani del XIX secolo; secondo l’autore, tale descrizione  avrebbe poca rilevanza e scarsa applicazione pratica nella società globalizzata moderna.
  • E’ vero che il personale dello White Estate riconosce che Ellen White era fallibile e soggetta alle fragilità umane—così come era il caso per i profeti biblici. Tuttavia credono che certe posizioni prese nel libro non riflettano correttamente  la comprensione di Ellen White e dei suoi  associati del suo ministerio profetico, e non riescono a rappresentare pienamente il contributo profetico che Ellen White in ha apportato in seno alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno.

Per una equilibrata esposizione dei mezzi che Dio utilizza per comunicare con gli esseri umani, raccomandiamo  The Voice of the Spirit, scritto dal ex-direttore del White Estate, il Dott. Juan Carlos Viera, e Messenger of the Lord, di Dr. Herbert E. Douglass.

D15-01. La storia dietro The Acts of the Apostles (Gli Uomini che Vinsero un Impero)

Originariamente pubblicato in

ADVENTIST REVIEW, 11 GIUGNO  1981

Gli ultimi quattro libri di Ellen White – Parte 1

La storia dietro The Acts of the Apostles (Gli Uomini che Vinsero un Impero)

di ARTHUR L. WHITE

Arthur L. White è stato segretario del Ellen G. White Estate per 41 anni. Adesso  [1981] è un pensionato attivo e sta scrivendo una esaustiva (comprehensive) biografia di Ellen White.

Part 1: La storia dietro i suoi scritti
Part 2: More Than One More Book (NDT parte non presente)
Part 3: La Storia di Prophets and Kings (NDT parte non presente)

La ricerca che ho fatto per scrivere alcuni capitoli della biografia di Ellen White è stata alquanto gratificante perché ha rivelato il grado di partecipazione attiva che lei ebbe nella sua opera letteraria durante i suoi ultimi quattro anni di vita.  Il periodo va dal 1911 al 1914 ma include anche le prime sei settimane del 1915.  Durante tale periodo la sor. White celebrò dall’ottantaquattresimo al ottatasettesimo compleanno. Nel libro Life Sketches of Ellen G. White, preparato in gran fretta per la stampa e che apparve alcune settimane dopo la sua morte, nel luglio del 1915, Ellen White dedica alcune frasi sulla preparazione dei manoscritti dei libri seguenti The Acts of the Apostles; Counsels to Parents, Teachers, and Students; Gospel Workers; e Prophets and Kings. Alle pagine 434 e 436 il lettore viene correttamente informato che lei supervisionò tale opera e che lei stessa lesse i manoscritti che sarebbero diventati i capitoli del libro.

Ma i particolari di ciò che era coinvolto nella preparazione di questi volumi sono emersi dagli archivi e sono stati dati alla stampa solo due mesi fa, mentre stavo preparando l’ultimo di una serie di libri biografici e cioè Ellen G. White–the Elmshaven Years.  [Nota della redazione: per varie ragioni l’autore ha deciso di iniziare la biografia di Ellen White a partire dall’anno in cui ella lasciò l’Australia nel 1900 per rientrare negli Stati Uniti e ha preparato i manoscritti per gli ultimi due dei sei volumi che compongono la biografia della sor. White. Il primo di questi volumi sarà pubblicato nel mese di settembre di quest’anno.]  Per me è stata una esperienza  entusiasmante e allo stesso tempo rassicurante. Poiché ci vorranno alcuni mesi prima che il volume raggiunga il pubblico,  sento il desiderio di condividere subito la mia ricerca con i lettori della  Review.  In questo libro è presentata la partecipazione attiva di Ellen White nelle sue opera letterarie, fino all’incidente che mise fine alla sua opera, cinque mesi prima di morire.

Sia chiaro fin dall’inizio che i suoi quattro libri sopra menzionati non nacquero come produzioni letterarie totalmente originali. The Acts of the Apostles, pubblicato nel 1911, è descritto in Life Sketches come “la revisione di ‘Sketches from the Life of Paul,'” un libro che apparve originariamente nel 1883.  Counsels to Parents, Teachers, and Students, che uscì dalle tipografie nel 1913, rappresenta una riorganizzazione e una espansione di materiale che fu prima pubblicato essenzialmente nei primi anni dopo il 1890 in Christian Education e Special Testimonies on EducationGospel Workers, che fu pubblicato nel 1915, conteneva importanti consigli già pubblicati nel 1892 in un volume intitolato Gospel Workers, ma fu aggiunta una notevole quantità di materiale dedicato ai pastori.  Prophets and Kings, pubblicato nel 1917, all’inizio fu intitolato  The Captivity and Restoration of Israel. Era un libro sul quale Ellen White pensò per decenni di lavorare.  Con questa intenzione scrisse un numero di articoli su Daniele, Neemia, Ezra e altri personaggi dell’Antico Testamento, che furono pubblicati nella Review and Herald, in The Signs of the Times, The Youth’s Instructor, e Watchman Magazine.  Questi articoli, insieme ad alcuni capitoli tratti dal terzo volume di Spiritual Gifts, composero molto del materiale che coprono il periodo della grande controversia (NDT ? ingl. controversy) che va dai tempi di Davide fino alla nascita di Cristo.

Esisteva quindi una riserva di materiale che avrebbe formato la base di questi nuovi libri: articoli per periodici,  (NDT ?) reports of  her sermons e manoscritti nei suoi archivi. Ma c’era molto da fare per mettere insieme e coordinare tutto questo materiale perché il manoscritto del libro fosse pronto per la pubblicazione.

Qualora si evidenziassero dei vuoti da colmare, la sorella White forniva nuovo materiale. E’ con questo obiettivo che lei e i suoi assistenti lavorarono gli ultimi anni della sua vita.  Sapevo che essi lavoravano insieme, ma fu solo quando feci delle ricerche negli archivi epistolari di W.C. White e di C.C. Jones per la preparazione dei capitoli della biografia, che mi resi pienamente conto nei dettagli di come coloro che lavoravano con lei, le chiedessero di partecipare con senso di rensposabilità alla preparazione del materiale.  Quando menziono gli archivi epistolari di W. C. White, mi riferisco ad una raccolta di oltre 30.000 lettere.  La corrispondenza relativa a C. C. Crisler ha un volume ben più limitato.

Poiché W. C. White fu chiamato a viaggiare frequentemente per seguire gli interessi generali della causa durante gli ultimi quattro anni della vita di sua madre, abbiamo a disposizione informazioni dettagliate su questo periodo della vita di Ellen White. Crisler, che era a capo del personale di segreteria a Elmshaven, teneva quasi quotidianamente W. C. White informato sullo stato di salute di sua madre e sulle attività nell’ufficio durante questi periodi di assenza. Nessuna documentazione esiste relativa ai periodi in cui W. C. White era in ufficio, a meno che lui o D. E. Robinson avessero scritto una lettera a degli operai o a J. Edson White.

Dopo questa introduzione, presenterò ora alcuni paragrafi estratti da alcuni capitoli tratti dalla biografia che sto scrivendo. Per risparmiare spazio per indicare gli autori, utilizzerò le seguenti abbreviazioni — EGW per Ellen G. White, WCW per W. C. White, CCC per C. C. Crisler, DER per D. E. Robinson, AGD per A. G. Daniells e SNH for S. N. Haskell.  Negli registri dell’ufficio, prima che fossero dati dei titoli ai libri in preparazione, risulta che “New Testament History” si rifersce a The Acts of the Apostles e “Old Testament History” si riferisce a Prophets and Kings.

In una lettera scritta nel 1911 a L. R. Conradi, che era responsabile dell’opera in Europa, W. C. White, immediatamente dopo che The Acts of the Apostles fu dato alla stampa, presentò in modo succinto la maniera in cui il libro fu preparato: “Siamo molto grati perché abbiamo potuto mettere insieme le parti principali di quello che mia madre ha scritto sulla vita e le opera degli apostoli …

“Forse sarete interessati a sapere come abbiamo lavorato insieme nella preparazione del manoscritto per la stampa e come mia madre ha preso parte in questo progetto.

“All’inizio mia madre era vivamente interessata alla preparazione del nuovo libro. Ci chiese di fare ricerche tra i suoi manoscritti  e gli articoli pubblicati nella Review, The Signs e in altri periodici; ci chiese anche di mettere insieme quello che aveva scritto sull’opera e gli insegnamenti degli apostoli. Questo lavoro preparatorio di letture e ricerche durò circa cinque mesi: poi seguì un lavoro di selezione tra gli articoli, porzioni di articoli e manoscritti, alla ricerca di materiale che rappresentava con chiarezza ciò che lei voleva dire a tutti, sia agli avventisti che a membri di altre chiese …

“La mole di questo lavoro fu assegnato al fr. C. C. Crisler, la signora Maggie Hare-Bree e la signorina  Minnie Hawkins.

“Ogni giorno dei manoscritti erano consegnati a mia madre perché li leggesse. Era la mattina presto che lo faceva, quando era riposata e la mente era ancora fresca; faceva libere annotazioni sui manoscritti, aggiungeva parole e frasi per rendere il testo più chiaro e incisivo, e riconsegnava i manoscritti per (NDT ?) for a second copying.

“Mentre il lavoro progrediva, spesso mia madre ci dava istruzioni su alcuni punti importanti che lei sapeva di aver messo per iscritto e che ci chiedeva di ritrovare nei suoi scritti. A volte queste istruzioni venivano date a coloro che le portavano i manoscritti nella sua camera. Spesso dopo aver letto alcuni capitoli o dopo che alcuni punti importanti le erano rimasti impressi nella mente dopo una visione notturna, in prima mattinata mia madre veniva in ufficio per discutere su tali punti con il fr. Crisler.

“Un giorno parlando con me e con lui, lei disse: ‘Questo libro sarà letto da dei pagani sia qui in America che in altre terre. Abbiate la pazienza di cercare cose che ho scritto sull’opera e gli insegnamenti di san Paolo che interessi i pagani.’

“In un altra occasione disse: ‘Questo libro sarà letto da degli ebrei. Abbiate la pazienza di cercare cose che ho scritto che siano interessanti per gli ebrei, e che incoraggino il nostro popolo a lavorare per loro.’

“Così ogni tanto richiamava la nostra attenzione sugli scopi da tenere presente e da ricordare affinché nella nostra ricerca tra i suoi scritti trovassimo ciò che poteva essere più utile. — WCW a L. R. Conradi, 8 Dicembre 1911.

Durante tutto l’anno 1910  Ellen White e i suoi assistenti dedicarono molto tempo alla preparazione de  The Great Controversy perché fosse stampato.  Una volta completato questo lavoro, si doveva decidere quale tra due libri, doveva far parte della serie Conflict of the Ages, uno che trattava la storia del Vecchio Testamento e l’altro su quella nel Nuovo Testamento.  Quando si seppe che il tema delle lezioni della Scuola del Sabato del 1911era la chiesa primitiva e coscienti del fatto che un libro di E.G. White sarebbe stato di grande aiuto, fu presa la decisione in favore di un libro sul  Nuovo Testamento che sarebbe servito come valido aiuto alla scuola del sabato.  Sebbene il volume non sarebbe stato pronto in tempo, il materiale pronto poteva essere pubblicato nella Review and Herald, e anche nel The Signs of the Times e nel The Youth’s Instructor.

Il lavoro di selezione e di raccolta di questo materiale proveniente da questi articoli, sermoni, manoscritti e altre simili fonti, fu svolto da Maggie Hare-Bree, un’assistente di vasta esperienza  che conosceva bene l’opera di Ellen White.  Essendo l’enfasi sulla storia del Nuovo Testamento, prima di tutto fu chiesto a Maggie di fare uno studio esaustivo degli scritti di E. G. White per fornire degli articoli paralleli ai temi trattati dalle lezioni della Scuola del Sabato del 1911. Era previsto che non appena fosse stato completato il lavoro su The Great Controversy, Clarence Crisler avrebbe raccolto materiale sulla vita di Paolo.  Egli avrebbe preso come base del suo lavoro il libro di E. G. White  Sketches From the Life of Paul, del 1883.  Questo libro era già esaurito da tempo, ma Ellen White per molti anni aveva desiderato espanderlo.  Ora Crisler avrebbe attinto da esso ma anche da altre opere che Ellen White aveva scritto durante i 25 anni precedenti.

(NDT Inglese non chiaro) Because Maggie, hard at work on the experiences of the early Christian church, si ammalò e il lavoro fu rallentato. Non si riuscì ad avere il materiale in tempo perché fosse pubblicato nel numero del 5 gennaio della Review, data di inizio della nuova serie (WCW a F. M. Wilcox, 17 Gennaio 1911).  Ma quattro settimane più tardi la Review and Herald pubblicò due articoli paralleli ai temi trattati nelle lezioni della scuola del sabato.

Ogni tanto richiamava l’attenzione per personale sugli scopi da tenere presente e da ricordare affinché nella loro ricerca tra i suoi scritti trovassero ciò che poteva essere più utile.

La documentazione rivela che Ellen White era molto coinvolta in questo lavoro: revisionava il materiale via via che veniva messo insieme, faceva del lavoro redazionale (NDT Ingl editing) e scriveva per completare là dove c’era bisogno di colmare una lacuna.  Tutto questa veniva fatto tenendo in mente il manoscritto che presto avrebbe dato vita al libro The Acts of the Apostles.  Il 15 febbraio la sor. White scrisse: “Sono grata perché a volte posso restare a casa, e posso stare vicino ai miei assistenti … sono stata molto presa nella preparazione del materiale per il libro ‘Life of Paul.’ Stiamo cercando di esporre evidenze bibliche in favore della verità e crediamo che esse saranno apprezzate dal nostro popolo.”–Lettera 4, 1911.

Ellen White dedicò molte energie a questo progetto e la preparazione degli articoli e dei capitoli per il manoscritto procedeva bene.  Sebbene il mese di aprile viaggiò per recarsi a Loma Linda, il mese di maggio riprese a lavorare su Acts (WCW a J. H. Behrens, 21 maggio 1911).  Il 6 giugno annotò  che dopo il lungo viaggio del 1909 “scrisse solo poche lettere” e aggiunse: “La forza che ho la dedico soprattutto a completare il mio libro sull’opera degli apostoli.” — Lettera 30, 1911.

Il 25 luglio, scrivendo a F. M. Wilcox, redattore della Review and Herald, disse: “Mentre preparavo il libro Acts of the Apostles, il Signore ha infuso nella mia mente una pace perfetta.  Questo libro sarà presto pronto ad essere pubblicato. Quando questo libro sarà pronto per essere dato alla stampa,  se il Signore mi chiama al riposo, io dirò Amen, e Amen.

“Se il Signore mi mantiene in vita, continuerò a scrivere  e darò la mia testimonianza  al popolo fino a quando il Signore mi darà forza e mi guiderà.” — Lettera 56, 1911.

La sor. White continuò a scrivere  articoli per la Review che uscivano in contemporanea con le lezioni della scuola del sabato, ma a metà del mese di agosto essi prendevano soprattutto la forma di capitoli di un libro, e in realtà lo erano.  Fino a questo momento buona parte del materiale pubblicato negli articoli, dopo una revisione, alcuni tagli e alcuni ritocchi, diventavano capitoli per il libro The Acts of the Apostles.  Per il resto dell’anno, gli articoli venivano utilizzati direttamente come capitoli del libro.

Il 4 agosto Ellen White scrisse quanto segue a suo figlio Edson: “I miei collaboratori sono occupati nel completare il lavoro necessario alla preparazione del nuovo libro, The Acts of the Apostles. Ci aspettiamo che questa opera finisca presto … i miei collaboratori continuano a portarmi capitoli da leggere: per fare questo, metto da parte altro lavoro … questa mattina ho già letto alcuni capitoli sulla vita di Paolo.”-Lettera 60, 1911.

Quatto settimane più tardi, in una lettera a S. N. Haskell, diceva nuovamente: “Il mio lavoro sul libro The Acts of the Apostles è quasi completato.” — Lettera 64, 1911.

Il 6 ottobre fu un giorno di gioia e pieno di soddisfazione, quando Ellen White scrisse al pastore e alla sorella Haskell le seguenti parole:

“Il mio libro The Acts of the Apostles è stato dato alla tipografia.  Presto sarà stampato e messo in circolazione.

“Non trovo le parole per esprimere la mia gratitudine ai miei collaboratori per l’interesse manifestato nella preparazione di questo libro, affinché le sue verità siano espresse con un linguaggio chiaro e semplice, cosa che il Signore mi ha chiesto di tenere sempre presente in tutti miei scritti.

“Il Signore mi ha benedetto mandandomi degli operai intelligenti e comprensivi.  Apprezzo molto il loro interessamento e l’incoraggiamento che ho ricevuto durante la preparazione di questo libro.  Ho fiducia in una sua ampia diffusione.  Il nostro popolo ha bisogno di tutta la luce che il Signore ha voluto mandare , affinché esso sia incoraggiato e spronato a proclamare con forza dei messaggi di avvertimento in questi ultimo giorni.” — Lettera 80, 1911.

Clarence Crisler occasionalmente faceva riferimento al libro precedente, Sketches From the Life of Paul, nella selezione di materiale per The Acts of the Apostles.

Alcuni anni prima circolavano voci, soprattutto in Battle Creek e nelle sue vicinanze, sul sospetto che Ellen White avesse attinto (NDT ingl plagiarized) dal libro  Life and Epistles of the Apostle Paul ma non esiste nessuna documentazione a sostegno di tale idea. Tale questione non interessava Crisler e i suoi assistenti.  Life and Epistles of the Apostle Paul era un libro scritto da W. J. Conybeare e J. S. Howsen, ministri di culto britannici, un libro che fu stampato da diverse case editrici americane, senza diritti d’autore.  W. C. White, in un suo commento datato 8 dicembre 1911, scrive: “Se si confrontano i capitoli che riguardano l’opera di Paolo con il vecchio libro, Sketches From the Life of Paul, si noterà che è stato dedicato meno spazio alla descrizione dettagliata dei luoghi  (NDT ?) and joumeyings e che più parole sono dedicate ai suoi insegnamenti e alle lezioni che possono esserne tratte.”–WCW a L. R. Conradi, 8 dicembre 1911.  The Acts of the Apostles uscì dalla tipografia e fu messo in vendita verso la fine di novembre del 1911.

D14-05. Interpretazione delle dichiarazioni di Ellen White sulla storia della Terra, in particolare in riferimento al diluvio genesiaco

Studiamo adesso brevemente come meglio interpretare oggi i commenti di Ellen White sulla storia della Terra, soffermandoci soprattutto su quelli relativi al Diluvio genesiaco.  Dobbiamo prima di tutto esaminare quali siano le fonti delle informazioni sulla storia del pianeta.  Almeno tre volte la sor. White asserisce quanto segue: “In seguito fui portata al tempo della creazione e mi fu rivelata quella prima settimana durante la quale Dio realizzò la sua opera in sei giorni per poi riposarsi il settimo; si trattava di una settimana, così come la conosciamo oggi.”[27]  Sulle dimensioni degli animali antidiluviani, afferma: “Mi furono mostrati animali molto grandi e forti che vivevano prima del Diluvio, e che oggi non esistono più.”[28]  E sulla geologia, la signora White afferma: “Mi è stato mostrato che distaccata dal resoconto biblico la geologia non può provare niente.”[29]  Secondo le sue affermazioni, le informazioni sulla creazione e il diluvio provengono da visioni di origine divina che difendono la storicità degli eventi.

Le affermazioni appena citate aiutano a spiegare la sua ferma convinzione, che emerge nella prossima citazione, sull’autorità e l’affidabilità della Parola di Dio quando essa parla della storia della Terra: (NDT vedasi citazione in libro in italiano) “Dovrebbe esserci una solida fiducia nella divina autorità della Sacra Parola di Dio … Mosè scrisse ispirato dalla Spirito di Dio e qualunque corretta teoria geologica          a correct theory of geology will never claim discoveries that cannot be reconciled with his statements.”[30]

Questa affermazione rivela che il rapporto tra le evidenze presenti nella natura e il resoconto biblico è una questione cruciale.  Commentando questo punto, Ellen White scrive, NDT vedasi citazione in libro in italiano)

“relics found in the earth do give evidence of conditions differing in many respects from the present, but the time when these conditions existed can be learned only from the Inspired Record.”[31]   Qui la sor. White indica che le implicazioni che scaturiscono dalla ricerca umana basata su informazioni tratte dal terreno non possono andare al di là di un certo limite.  In altre parole, le implicazioni che un geologo cristiano può attingere da dati scientifici devono essere sottomessi alla rivelazione biblica, cioè alla visione del mondo espressa nella Bibbia.  Questo è un esempio di ciò che oggi potremmo chiamare: rigetto del naturalismo metodologico in favore del catastrofismo creazionista. Un esempio di applicazione del modello catastrofista proposto da Ellen G. White lo si trova nella questione di fossili, che la White descrive come (NDT vedasi citazione in libro in italiano)

“uomini, animali e alberi molto più grandi  di quelli che esistono oggi,”[32]  correctly establish that different conditions existed in the past than exist now.  Fin qui, nessun problema tra l’interpretazione dei dati scientifici e le affermazioni bibliche.   D’altra parte, secondo Ellen White, se si dovesse difendere l’idea che questi stessi fossili avessero milioni di anni, trarremmo dalle informazioni scientifiche delle conclusioni arbitrarie.[33]  Perché tutto questo? Secondo la White, la risposta si trova nella seguente confessione di fede (NDT vedasi citazione in libro in italiano)  “[i]n the history of the Flood, inspiration has explained that which geology alone could never fathom.”[34]

Nello spiegare alcune implicazioni relative all’evento storico del Diluvio, la White nota che  durante  tale evento esseri umani, animali e alberi furono  (NDT vedasi citazione in libro in italiano) “buried, and thus preserved as an evidence to later generations that the antediluvians perished by a flood.  God designed that the discovery of these things should establish faith in inspired history; but . . . the things which God gave them [i.e., to us humans] as a benefit, they turn into a curse by making a wrong use of them.”[35]   Queste parole cercano di stabilire un sano rapporto tra la paleontologia e il resoconto biblico. In altre parole, secondo Ellen White, la Divinità incoraggia la ricerca e lo studio dei fossili, anzi tali scoperte dovrebbero consolidare la fiducia individuale nel resoconto genesiaco della Creazione e del Diluvio. Questo punto illustra con forza il fatto che la White creda che i resoconti di Genesi 1-11 debbano essere interpretati da un punto di vista storico e non solo teologico.  Pertanto, secondo Ellen White, il solo vero modo biblico di comprendere I resoconti sulla Creazione e sul Diluvio è di interpretarli come eventi empirici, storici ai quali le scienze naturali devono interessarsi.

Queste citazioni rivelano il modo in cui dovremmo interpretare oggi le sue affermazioni sul Diluvio. Sembra che ci inviti ad accettare per fede i suoi commenti su tale evento e di considerarli come dei raggi di luce divina che gettano luce sulla natura storica e verace degli eventi diluviani. Queste rivelazioni possono gettare le basi per una ricerca scientifica solida e responsabile.   Le sue affermazioni, pertanto, non hanno solo valore devozionale, ma sono utili per sostenere la sola interpretazione biblica della Creazione e del Diluvio.[36]

Alla luce delle precedenti dichiarazioni sui tempi e sul Diluvio, possiamo affermare con una certa sicurezza che se Ellen White fosse viva oggi, lei difenderebbe la storicità di una recente settimana creativa e di un diluvio universale, nonostante le sfide lanciate dalla datazione radiometrica e la ricerca paleontologica. Ci incoraggerebbe a continuare ad avere fiducia nella storicità di Genesi 1-11, e di fare ricerche nell’ambito di questo contesto biblico.

In conclusione, osserviamo che i commenti di Ellen G. White sulla storia della terra, oggi potrebbero scatenare una crisi, (così come delle affermazioni del Cristo richiedevano discernimento al Suo tempo), una crisi che potrebbe provocare un vivace dibattito che finirebbe per rafforzare la chiesa nella sua promozione del Cristo come Creatore, come Signore della Creazione commemorata dal sabato, e come Re dell’Eden restaurato.

D14-04. Ellen White sull’ortodossia, il pluralismo e l’indipendenza da pressioni della società; gli orientamenti scientifici e il loro impatto sull’insegnamento biblico sull’età della Terra

Sebbene Ellen White usi l’espressione  “unità nella diversità,”[16]  e affermi che gli “insegnanti nelle nostre scuole non dovrebbero mai limitarsi ad insegnare ciò che è stato loro insegnato,”[17]  lei difese il fatto che i pilastri e i grandi temi della verità avventista dovevano restare ben saldi.  Concetti importanti per la geologia che, secondo ciò che le “fu rivelato,” dovevano essere considerati dei punti fermi includono: a. sei giorni creativi di 24 ore, letterali, empirici e storici che culminano con un giorno di riposo letterale, di 24 ore; b. il concetto che prima della settimana letterale creativa descritta in Genesi non esisteva vita umana sulla Terra.[18]  Cosciente del fatto che in un mondo caduto tutta la verità è soggetta a distorsioni, Ellen White ha rivolto costantemente appelli affinché le Scritture fossero considerate superiori alle teorie umane sulla scienza.[19]  La vera scienza, secondo lei, deve essere sempre subordinata alle Scritture e messa alla prova alla luce dei suoi infallibili princìpi.[20]

Ellen White era a conoscenza delle teorie uniformitarie di James Hutton.  Sapeva anche che il mondo intellettuale aveva lanciato parole sprezzanti contro la nozione di una settimana creativa recente, parole di disprezzo simili a quelle espresse dalla caricatura di Schleiermacher nel 1829, secondo il quale solo “creature depresse” potevano credere nel vecchio letteralismo. In questo contesto dove prevaleva il concetto di “tempi profondi,” Ellen White poteva affermare sia che (NDT vedasi traduzione in libro in italiano) “L’opera della creazione non può essere spiegata dalla scienza,”[21] sia che “La vera scienza e la reglione della Bibbia sono in armonia perfetta.”[22]

Ellen White non solo rigettò le teorie scientifiche popolari del suo tempo riguardo alla geologia, ma si rese anche conto che l’alta critica (ingl. higher criticism) poteva minare il resoconto genesiaco della Creazione, la quale proponeva concetti gerarchici di molteplici inizi (ingl. Polygenesis), e che forniva una spiegazione razionale sulla preservazione della gerarchia razziale.[23]  In un periodo durante il quale il concetto dell’inferiorità biologica, sociale e civile dei negri era comunemente accettato come scientifico, [24]  Ellen White lanciò una sfida contro la scienza, affermando “Il nome del negro è scritto nel libro, accanto al nome dell’uomo bianco.  Sono tutti in Cristo. La nascita, la posizione, la nazionalità o il colore non elevano o degradano nessun uomo.”[25]

Pertanto, come il Cristo, anche Ellen White nel suo ministerio dimostrò sia di essere ‘inclusiva’ (ingl.inclusiveness) sia di avere una capacità data dallo Spirito di filtrare through conflicting claims to define truth.  La sua voce è in netto contrasto con il ricostruzionismo biblico e il revisionismo presenti nel suo tempo e nel nostro.

“Credete nel Signore, vostro Dio, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti e trionferete!”[26] Queste parole sono di incoraggiamento per gli avventisti che discutono sulla storia della Terra e sul significato di alcune affermazioni di Ellen White a riguardo, che adesso esamineremo.

D14-03. La ‘Imago Dei’ (immagine di Dio) nella White in relazione alla storia della Terra

Quando Ellen White parla di educazione esiste un tema che domina, il cosiddetto ‘imago Dei’, l’immagine di Dio, e cioè il concetto della restaurazione nell’uomo dell’immagine di Dio.[15]  Questo obiettivo antropologico si colloca nell’ambito del suo più ampio quadro generale di lavoro e cioè il conflitto tra Cristo e Satana.  Punto centrale di questo quadro è l’autorità delle Scritture, i cui grandi temi sono: (1) Cristo è il Creatore di tutto, (2) il Sabato è la culminante commemorazione dei sei giorni letterali dell’evento creativo, (3) la completa restaurazione dell’Eden nella seconda fase, con il conseguente ristabilimento della comunicazione Dio / umanità, assenza di morte e predatori, (4) continuità del Sabato come memoriale della creatività divina.  Nell’ambito della grande controversia, per Ellen White Satana continua e intensifica i suoi sforzi diabolici per ostacolare questi grandi progetti divini.

Poiché questo quarto generale è un tema dominante negli scritti di Ellen G. White, è impossibile rimuovere un segmento della struttura senza compromettere seriamente l’integrità dei suoi scritti. L’autorità teologica di Ellen G. White poggia sulla continuità di questa struttura teologica. Anche la filosofia di Skinner va a rotoli se si rimuove da essa il comportamentismo, e le teorie di Descartes naufragano senza il paradigma del dubbio. Ellen White non può essere correct quando presenta le dottrine soteriologiche, se non definisce correttamente la natura del Creatore e del resoconto sulla Creazione.  Così come Cristo è, o Dio incarnato, come afferma di esserlo, o un mentitore, allo stesso modo Ellen White non può essere semplicemente una pia scrittrice appassionata di educazione e spiritualità.  Tutto il suo ministerio è accettato o rigettato sulla base di questo suo quadro centrale di lavoro.

Questa impostazione biblica della grande controversia dà autorevolezza alla veracità di altre dottrine importanti, quali la salvezza, il Sabato, il mistero della morte, la parusia e il santuario. Pertanto, domande sull’origine e scopo del sabato (che sia, ad esempio, il memoriale della letterale settimana creativa o il memoriale della liberazione dall’Egitto)  hanno significato solo nel quadro dell’autorità di Ellen G. White; anche discussioni su temi come le due creazioni, l’esatta età della Terra o l’origine dei vulcani, sono discussioni su argomenti di secondaria importanza. Tuttavia, essendo i parametri della geologia e della datazione radiometrica oggetto di revisioni e cambiamenti, il tempo e ulteriori scoperte potrebbero anche difendere e giustificare alcuni concetti oggetto di controversie.

D14-02. La comprensione biblica del ruolo di un profeta

La chiesa avventista del settimo giorno considera autentico il dono profetico che si è manifestato nel ministerio di Ellen White e lo fa basandosi su alcuni ‘test’ biblici tra i quali ne menzioniamo tre.

  1. Isaia 8:20 Ellen White non contraddice la testimonianza dei profeti che l’hanno preceduta, cioè i profeti biblici.  Essa parla ‘in armonia con la Legge e la Testimonianza’.  Attraverso la sua parola, i suoi scritti e il suo esempio ha onorato le Scritture e si è sempre sottomessa alla Parola di Dio.
  2. 1 Giovanni 4:1-3.  Ellen White confessa in modo inequivocabile la natura divina – umana di Gesù Cristo.
  3. Matteo 7:15-20.  Ellen White ha esortato le persone ad andare a Gesù e allo stesso tempo ha combattuto contro l’ingiustizia ed ha assistito i poveri e gli esclusi del mondo.

Ellen White ha avuto un ruolo decisivo nella creazione di molte scuole e case editrici.   Ha promosso l’espansione del sistema sanitario della chiesa mediante la creazione di sanitariums, oggi conosciuti come ospedali primary acute-care hospitals. Ellen White ha avuto un ruolo attivo nel dare vita al Loma Linda Sanitarium, oggi conosciuto come la Loma Linda University. Ellen White è stata una scrittrice prolifica (oltre 100,000 pagine manoscritte) e ha espresso consigli ed esortazioni su una grande varietà di soggetti, alcuni dei quali sono: la salvezza, la salute, la leadership, la preparazione alla carriera, le relazioni umane, l’arte di essere buoni genitori, la giustizia sociale e l’educazione.  Sebbene lei abbia descritto eventi storici, in particolare quelli che hanno a che fare con la grande controversia, Ellen White non è considerata una storica o una scienziata.

Gli insegnamenti dell’apostolo Paolo sui “doni spirituali” sostengono l’idea che il dono profetico sia presente anche dopo l’era neo-testamentaria. La profezia, che include il divino dono di ricevere rivelazioni e visioni sovrannaturali,[1] fa parte delle liste dei doni dello Spirito Santo (Efesini 4; 1 Corinzi 12; Romani 12).  Non se ne deduce che un dono cessi di manifestarsi e che gli altri, al contrario, continuino.

Fin dai suoi inizi la chiesa avventista del settimo giorno ha sempre affermato che Ellen White era ispirata allo stesso modo in cui lo erano i profeti biblici.  Sebbene i suoi scritti non siano considerati “un’altra Bibbia,” la differenza sta nella loro funzione e applicazione, non nella loro autorità.[2]  Sebbene Ellen White stessa considerasse la Bibbia il banco di prova della fede e della pratica cristiana,[3]  lei credette che i suoi messaggi provenissero da Dio “per consolare il Suo popolo e per riprendere coloro che si sono allontanati dalla verità biblica.”[4]  Ellen White rigettò il “smorgasbord” approach to her writings, affermando che “su questo tema non esistono vie di mezzo.  Le Testimonianze o provengono dallo Spirito di Dio o dal diavolo.”[5]  Non fece neanche una distinzione tra testimonianze più ispirate e quelle meno ispirate, tra un commento autorevole e uno con meno autorevolezza.[6]

I profeti sono degli strumenti mediante i quali Dio sceglie di rivelare se stesso all’umanità.  Egli spesso comunica con i suoi messaggeri profetici mediante delle visioni.[7] Com’è avvenuto con altri profeti biblici, mentre era in visione Ellen White ha avuto dei fenomeni fisici. Testimoni oculari, tra i quali alcuni medici, hanno notato che mentre era in visione lei non respirava e a volte anche mentre parlava.[8]  Sebbene questo fenomeno non sia determinante per stabilire l’autenticità del dono profetico, evita di ridurre il suo ad un semplice ministerio pastorale e di edificazione spirituale.  Spiriti malefici non si manifestano in una “buona persona”.  Pertanto, o il Cristo risorto ha parlato al Suo popolo attraverso Ellen White, come lei afferma,[9] oppure lei è un falso profeta, una bugiarda e quindi non degna di essere considerata fonte affidabile di esortazioni spirituali.

“Gli scrittori biblici erano assolutamente convinti che il Dio infinito può comunicare con degli esseri umani limitati.  Non hanno mai affermato che il linguaggio umano fosse una barriera nella comunicazione diretta con Lui o proveniente da Lui. Il fatto è che molto frequentemente Dio stesso è considerata la Persona che parla mediante il profeta.

“Per esempio, le parole di Elia contenute in 1 Re 21:19 e in 2 Re 9:25-26 sono considerate un oracolo che ‘il Signore pronunziò contro di lui’ (Nuova Riveduta).  Elia non è neanche menzionato nel testo di 2 Re. Il messaggio di un profeta è sempre stato considerato equivalente a una diretta affermazione di Dio.  Nel Vecchio Testamento, il fatto di identificare le parole di un profeta con le parole di Dio è così forte che spesso quando leggiamo che Dio parla “attraverso” un profeta, disobbedire alle sue parole significa praticamente disobbedire a Dio.”[10]

In ogni libro nel Nuovo Testamento (con l’eccezione di Filemone) c’è un riferimento ad errori dottrinali e allo stesso tempo troviamo parole espresse in difesa della purezza della fede, dell’unità della chiesa e altre parole esortano i fedeli a tenersi lontani dalle false dottrine.[11]  Appare, quindi, che una funzione importante del messaggero del Signore sia quella di assistere la chiesa, che è impegnata a studiare la Bibbia e ad identificare ed espellere gli errori dal corpo delle dottrine.[12]

Nel 1855, un gruppo di studiosi a Battle Creek si espresse così: “Dire che [le testimonianze di Ellen White] provengono da Dio, e non farsi mettere alla prova da esse, significa dire che la volontà di Dio non è un punto di riferimento autorevole per i cristiani.”[13]

Ellen White si è battuta per l’unità dell’avventismo, quando esso ha dovuto affrontare grosse crisi, come quelle relative al panteismo, alla questione della giustificazione per fede e all’organizzazione della chiesa stessa.  Ma forse nella storia della chiesa, oggi più che mai si sente il bisogno di un messaggio da parte del Creatore.  Considerato il contesto sempre più sincretista e viste le forti pressioni della società perché sia abbracciato il pluralismo scientifico e teologico, la voce di Ellen White ha un ruolo chiaro nell’esortare questo movimento all’unità basata sui solidi princìpi della Parola di Dio.[14]

D14-01. Introduzione

Interpretazione dei Commenti di Ellen G. White sulla Storia della Terra (Secondo Simposio su Fede e Scienza, Glacier View, Colorado 13 – 31 Agosto 2003)

Presentazione di Cindy Tutsch, Direttore Associato del Ellen G. White Estate

  • LA COMPRENSIONE BIBLICA DEL RUOLO DEL PROFETA
  • LA ‘IMAGO DEI’ NELLA WHITE IN RELAZIONE ALLA STORIA DELLA TERRA
  • ELLEN WHITE SULL’ORTODOSSIA, IL PLURALISMO E L’INDIPENDENZA DA  PRESSIONI DELLA SOCIETÀ; GLI ORIENTAMENTI SCIENTIFICI E IL LORO IMPATTO SULL’INSEGNAMENTO BIBLICO SULL’ETÀ DELLA TERRA
  • INTERPRETAZIONE DELLE DICHIARAZIONI DI ELLEN WHITE SULLA STORIA DELLA TERRA IN PARTICOLARE IN RIFERIMENTO AL DILUVIO GENESIACO

 

Nota introduttiva:

Questa presentazione inizia con uno studio sulla visione biblica del ruolo di un profeta, in relazione al ministerio di Ellen G. White.  Esso esplora il modo di interpretare con senso di responsabilità i commenti generali di Ellen White che si riferiscono alla storia della Terra e in particolare alle sue affermazioni sul Diluvio. Si prenderà brevemente in considerazione anche il tema ‘imago Dei’, caro a Ellen White, in relazione alla storia del pianeta e alla sua comprensione / visione dell’ortodossia e il pluralismo.  Per concludere, verranno esaminati i commenti di Ellen White relativi al Diluvio genesiaco.

D13-A-07. Un chiarimento dovuto (ndt: A Misunderstanding)

Alcuni si sono chiesti se W. C. White non abbia insistito con sua madre perché agli operai o agli uomini di affari lei dicesse quali fossero le loro responsabilità nel loro lavoro. Presenterò adesso un episodio per mostrare che ciò che a volte faccio e per far vedere come una buona donna ebbe la convinzione che io mi fossi impuntato perché mia madre dicesse certe cose ad un ministro che stava passando attraverso un periodo molto difficile e che aveva bisogno di consigli.

Quando si concluse la Conferenza Generale che si tenne a Battle Creek nel 1901, i fratelli insistettero perché a mia madre andasse a Indianapolis per partecipare ad una assemblea che doveva far fronte ad un gruppo di operai che insegnava la dottrina della holy flesh.

Mia madre era molto debole e credeva di non avere le forze per intraprendere questo impegno. Disse più volte a me e altri parenti che non se la sentiva di andare a questo incontro e di non avere le forze per partecipare a tale assemblea. In seguito ci disse molte delle cose che lei avrebbe detto ai fratelli che insegnavano questa strana dottrina in Indiana. Mia madre ripeté queste cose varie volte e pertanto ricordavo bene ciò che lei voleva affermare, se fosse andata all’incontro in Indiana. Ma alla fine decise di partire. Il Signore le dette la forza di intraprendere il viaggio e dette ai numerosi fratelli la sua chiara e incisiva testimonianza. Dopo questo incontro le fu richiesto di parlare a un altro grande raduno, la domenica pomeriggio. Questo impegno la sfiancò e alla fine dell’incontro era sfinita.

La domenica pomeriggio ebbi una lunga conversazione con uno dei pastori che difendeva la dottrina contro la quale mia madre si era battuta e lui mi chiese se poteva incontrarsi con mia madre. Gli dissi che mia madre era esausta. Ma quando vidi che il pastore si sarebbe risentito se non fosse stato accolto, gli dissi che avrei tentato di organizzare un incontro con mia madre il lunedì mattina.

Speravo di vedere mia madre quella domenica sera per parlarle del fratello che aveva un forte desiderio di incontrarla la mattina successiva, ma a causa di un comitato io noi potei vederla.

Il lunedì mattina presto andai in camera di mia madre e la trovai intenta a scrivere. Poi mi disse che durante la notte un importante argomento si era chiarito nella sua mente e che intendeva mettere il tutto per iscritto prima di farsi distrarre da altre cose. Le dissi che avevo promesso a un pastore di tentare di organizzare un incontro con lei il lunedì mattina. Mia madre disse: “Ora la mia mente è concentrata su un altro argomento. Ho già dato la mia testimonianza alla nostra gente e la mia presentazione mi ha stancato moltissimo, e ora sto scrivendo su un altro argomento. Perché ora devo incontrarmi con questo fratello?” Le ripetei che il pastore ci teneva molto ad incontrarla. Poi lei disse: “Ma cosa posso dirgli?” Poi capii che l’incontro della domenica pomeriggio e il tema sul quale lavorava erano ben lontani dalla questione del fanatismo relativo alla holy flesh, e così le ripetei alcune cose che lei ci presentò a Battle Creek e che avrebbe dovuto dire ai fratelli in Indiana se ci fosse andata. Dopo aver richiamato la sua attenzione su alcuni punti sui quali lei aveva insistito con noi e che doveva presentare ai fratelli se fosse andata in Indiana, la sua menteprese una certa direzione (ingl.: took up that line of thought), e andai a cercare il pastore.

Parte di questa conversazione fu udita da una cara sorella che si trovava nella stanza accanto. Io avevo alzato un po’ la voce e la sorella sentì ciò che avevo detto, ma forse non sentì quello che mia madre disse. La sorella fu grandemente sorpresa nel sentire che W. C. White stava dicendo a sua madre cosa lei avrebbe dovuto dire al pastore perplesso. Ovviamente l’episodio si diffuse rapidamente e passarono alcuni mesi prima che la cosa mi fosse riferita. Quando il pastore Hankins mi scrisse sulla questione io gli presentai questi fatti e da allora non l’ho più sentito; ma l’episodio illustra il fatto che un qualcosa di giusto e corretto possa essere percepito come un grave errore da coloro che hanno solo una comprensione parziale dei fatti.

È successo spesso che a causa delle informazioni che mi dava mia madre, nei comitati io abbia preso una posizione contraria a quella proposta da alcuni fratelli. In seguito, quando mia madre ebbe occasione di scrivere su certi argomenti, i nostri fratelli rimasero alquanto sorpresi nello scoprire che io difendevo certe posizioni e ne conclusero che io avevo influenzato mia madre, quando invece io cercai di presentare in comitato ciò che mia madre aveva insegnato e difeso. La testimonianza di mia madre concordava con i regolamenti e i piani che io difendevo semplicemente perché io sostenevo ciò che lei mi aveva detto. – (Firma) W. C. White. – DF 107d.

Pubblicazioni Ellen G. White
General Conference of S.D.A.
Takoma Park, Washington 12, D. C.
20 Maggio 1954

D13-A-06. Informazioni provenienti da uomini (ndt: men)

Quando si tratta di contribuire all’evoluzione degli eventi gli uomini hanno un ruolo, rivolgendosi a parole o per iscritto ai messaggeri del Signore. Questo punto è illustrato dall’esperienza che troviamo in 1 Corinzi 1:11.

Mentre eravamo in Australia, i piani relativi all’opera educativa furono chiaramente rivelati a mia madre e lei li presentò alle persone che lavoravano in tale opera. Dovevamo far fronte ad enormi difficoltà e il lavoro da fare sembrava impossibile da realizzare. Alcuni volevano far avanzare l’opera rapidamente; altri erano più prudenti  e volevano essere certi che potessimo completare l’opera che volevamo iniziare. Erano presenti delle tensioni.

In occasione di un incontro importante decisi di non presentare a mia madre le perplessità relative al nostro lavoro ma e di presentarle al Signore , chiedendogli di darci istruzioni secondo i nostri bisogni. Quando rientrai a casa dai comitati, la sera tardi, presentai la questione al Signore e gli chiesi di assisterci e di mandarci messaggi se Lui desiderava. Ogni mattina chiedevo a mia madre: non hai nessun messaggio per noi, stamani? A volte diceva: non lo so, ma la notte scorsa  I was in council (NDT:??) ,e abbiamo parlato di questi argomenti. A volte ciò che lei mi diceva non aveva nessun legame con le mie preoccupazioni  e a volte le sue parole rispondevano alle problematiche che avevo presentato al Signore la notte precedente. Molte volte quello che lei mi diceva erano una risposta diretta alle mie preghiere.

Una mattina chiesi a mia madre se avesse qualcosa di nuovo per noi, e lei rispose: “Cosa fate nei vostri comitati? Qual è il clima di lavoro?” Io le risposi: “Non desidero dirtelo; il Signore ti dirà ciò che hai bisogno di sapere, se parlo potrei non essere imparziale”. Lei replicò: “Willie White, dimmi cosa state facendo.” E io le chiesi, “perché?” E lei rispose: “Mi è stato rivelato che state avendo delle difficoltà e che quando raggiungete un certo punto, vi dovrò dire qualcosa. Voglio sapere se siete arrivati a quel punto critico.” “Mamma”, le dissi, “stiamo avendo dei momenti difficili, ma per varie ragioni io non te ne volevo parlare.” Ma lei ha insistito e le esposi il mio punto di vista sulla situazione nella quale si trovava il nostro lavoro. Quando finii lei disse: “Bene. Non credo che oggi verrò al vostro comitato ma credo che presto dovrò venire e presentare la mia testimonianza.” Un paio di giorno dopo mia madre venne e ci espose ciò che le fu presentato.

Alcuni si chiedono perché a volte la sorella White quando parla in pubblico verso la fine della sua esposizione si rivolge a me e mi chiede: “Willie, ho presentato tutti i punti?”. Questi episodi inducono alcuni a concludere che io ho un influsso su ciò che mia madre dirà in un incontro.

Spesso succede che mia madre pochi giorni o poche ore prima di un incontro, mi dica verso quale direzione desidera andare e a volte, quando parla, con un po’ di ansia, mi chiede se ha dimenticato alcuni punti importanti.

D13-A-05. Lettere ricevute

Mia madre riceve molte lettere. Alcune sono un resoconto sui progressi e sviluppi; in altre si narra di come il Signore ha avuto cura del Suo popolo. Alcune lettere rallegrano il cuore di mia madre e le fanno del bene. Altre sono scoraggianti e producono tristezza. Altre ancora provengono da stranieri  che rivolgono delle domande alle quali lei non può rispondere, perché non sceglie lei gli argomenti sui quali lei riceve della luce.

Ci sono lettere che provengono da uomini che portano pesanti responsabilità e che chiedono consigli riguardo a questioni complesse. Alcuni preferiscono mandare a me le loro lettere piene di perplessità e mi chiedono di presentarle a mia madre al momento opportuno, di metterle in disparate quando mia madre è molto presa o è molto debole. Spesso ricevo queste lettere quando la mente di mia madre è occupata con alcune difficili problematiche, allora le metto da parte in attesa di un momento più appropriato. Succede spesso che dopo una, due settimane noto che mia madre sta trattando alcuni degli argomenti citati nelle lettere. Poi mi chiede, Ci sono novità riguardo a questo argomento? Allora le dico che ci sono diverse lettere nel suo ufficio su questi argomenti e, dietro sua richiesta, le consegno tali documenti. In momenti come questi, queste lettere non preoccupano mia madre . Ma quando il Signore dirige i pensieri di mia madre verso un argomento, lei lo studia in profondità.

D13-A-04. L’integrità degli scritti della sor. White

Per quanto riguarda l’integrità degli scritti che uscivano dall’ufficio di mia madre, posso assicurare che lei è interamente responsabile delle lettere, i manoscritti e altri documenti che portano la sua firma e che lasciano il suo ufficio.

Il Signore ha benedetto mia madre mettendo a suo fianco assistenti buoni e coscienziosi, persone gentili e timorose di Dio che non oserebbero mai mettere le mani sui suoi documenti e le testimonianze.

Mia madre scrive molto rapidamente. Lo fa soprattutto la mattina presto. Spesso scrive su una varietà di argomenti in una lettera o un manoscritto, via via che i soggetti si presentano alla sua mente. Poi lei consegna tali manoscritti a una persona esperta nel leggere la sua scrittura e che batte il testo a macchina per poi restituirlo a mia madre, che lo rilegge, lo esamina e se necessario aggiunge qualcosa come crede meglio. Poi il testo viene di nuovo ribattuto e spedito secondo le istruzioni di mia madre. A volte una lunga lettera personale può contenere materiale che lei desidera usare in una lettera più ampia, magari da indirizzare ad un gruppo di operai. A volte una lettera contiene del materiale che può essere utilizzato per un articolo per uno dei nostri periodici o per un capitolo di un libro.

Alcuni dei più preziosi capitoli di  The Desire of the Ages attingono da lettere che lei scrisse a degli uomini che hanno lavorato in circostanze difficili, lettere scritte con l’intenzione di confortarli e di dare consigli sul loro lavoro. Alcune di queste belle lezioni di esperienza cristiana tratte dalla vita del nostro Salvatore, facevano parte di lettere scritte a mio fratello Edson, quando doveva fare fronte a numerose difficoltà mentre lavorava in Mississippi. Alcune lettere furono dapprima scritte al pastore Corliss, quando doveva far fronte and un wily Campbellite in Sydney.

D13-A-03. Influsso personale (ndt. Influence)

La questione dell’influsso personale ha sollevato delle perplessità in molti. La domanda è: Può qualcuno presentare i propri bisogni e le loro opinioni alla sorella White allo scopo di influenzare il carattere delle Testimonianze al punto tale che esse dicano qualcosa che sia in armonia con le loro opinioni? – No, se qualcuno crede in questo, sia assicurato che tale cose non succedono.

Saprete che nel decennio del 1890 si stava costruendo per espandere l’opera in Battle Creek in modo sproporzionato. Tale pressone veniva da potenti finanziatori, uomini che erano in grado di avere influenza sul presidente della Conferenza Generale. Degli avvertimenti erano stati dati subito dopo la Minneapolis Conference e negli anni successivi, che mettevano in guardia contro la concentrazione di potere in Battle Creek e che incoraggiavano la decentralizzazione delle responsabilità e la creazione di sovrintendenti di distretti; tuttavia c’erano uomini che operavano senza sosta per difendere la concentrazione di potere.

Lo sforzo era quello di raggruppare tutto insieme, di concentrare il potere nelle mani di pochi uomini a Battle Creek e di espandere in modo anomalo le istituzioni della città. Mia madre si oppose con forza a tutto questo. Lei mandò molti messaggi di rimprovero e portò nel cuore un pesante fardello riguardo all’orientamento che si stava dando all’opera. Non capivo come mia madre poteva continuare a portare questi pesi, dopo aver scritto più volte ai responsabili, e la implorai che dedicasse più tempo ed energie a scrivere i suoi libri.

Per anni ho creduto che era mio privilegio fare tutto il possibile per attirare l’attenzione di mia madre verso gli aspetti gioiosi del nostro lavoro, verso le belle esperienze vissute nelle nostre istituzioni e federazioni. Il Signore ha scelto mia madre come Suo messaggero per correggere i mali della chiesa e poiché il Signore le espone i pericoli, gli errori, la malvagità  e le debolezze degli uomini. Vedendo che queste rivelazioni sono un grande fardello sul suo cuore, ho pensato quindi che fosse una buona idea dirle parole di incoraggiamento e di condividere con lei episodi che rivelano la potenza di Cristo all’opera nella chiesa e che rivelano i lati positivi di uomini che portano pesanti fardelli nell’opera di Dio.

Pertanto faccio uno sforzo per portare alla sua attenzione i lati positive delle cose. Quando un fratello parla bene di ciò che un altro fratello sta facendo, cercherò di dirlo a mia madre. Ma terrò per me le critiche e le accuse che i fratelli fanno gli uni contro gli altri. Mi rendo conto che ciò che sto dicendo è molto in contrasto con la maniera in cui è rappresentato il mio lavoro, ma vi assicuro che questo è ciò che sto cercando di fare.

Bene. Un giorno, mentre abitavamo a Cooranbong, New South Wales, ricevemmo una lettera dal presidente della Conferenza Generale. Era piena di rapporti incoraggianti e parlava di benedetti camp meeting durante i quali alcuni uomini di affari parlavano raccontando di come avevano accettato le riprensioni delle Testimonianze, e dicevano che stavano avendo una nuova esperienza spirituale. I rapporti dicevano di come queste testimonianze erano fonte di benedizioni per coloro che erano presenti ai camp meeting.

La lettura di queste lettere ci resi molto felici e lodammo Dio per questi rapporti. Immaginate la mia sorpresa quando nel pomeriggio del giorno successivo mia madre mi disse che aveva scritto a questi uomini dai quali aveva ricevuto questi bei rapporti. Mi lesse un messaggio estremamente critico, in risposta ad una lettera di mia madre con la quale lei diceva che loro che stavano lavorando con dei principi e dei progetti sbagliati. Questa fu una grande lezione per me sulla questione dell’influsso personale.

Durante gli anni scorsi tale esperienze si sono ripetute. Molte persone hanno visitato mia madre a casa sua credendo di poter ricevere da lei una approvazione sul loro lavoro e i loro progetti. Le abbiamo accolte volentieri a casa nostra, abbiamo trascorso dei bei momento insieme  ed eravamo lieti di essere amici; ma quando mia madre si metteva a scrivere, trascriveva fedelmente i messaggi che il Signore le aveva dato. A volte tali messaggi erano molto incoraggianti e a volte erano come delle lame che trafiggono un cuore; poiché lo spirito di saggezza sapeva quali sarebbero stati i risultati se certi pani fossero stati eseguiti e che avrebbero danneggiato la causa di Dio. Ma il messaggero era obbligato a dire quello che Dio gli aveva detto di proclamare.

Cosa dire dei casi in cui ci sono persone che hanno avuto la possibilità di presentare alla sor. White i loro piani, che credono di averla influenzata, e che poi aspettano di vedere se lei si manifesti in favore di una posizione o di un’altra? Fratelli, il campo di battaglia tra il bene e il male è vasto e si estende molto oltre le nostre comuni concezioni. Ogni aspetto ha i suoi lati deboli e spesso quando le questioni sono chiare nella mente di mia madre, le viene presentato il fatto che se si fa una certa scelta, ne seguiranno certi risultati e se viene fatta un’altra scelta altri risultati ne seguiranno. Considerata la situazione sul terreno, la maniera e il momento di inviare messaggi alla chiesa dipende soprattutto dal reale progresso dell’opera.

Quando uomini forti e validi come prominenti insegnanti nelle nostre scuole hanno delle perplessità, vengono e presentano a mia madre le loro vedute sui pericoli e le problematiche del momento e le chiedono consiglio, cosa fa lei? Inizia subito a far loro vedere dove stanno sbagliando? No, assolutamente. Lei sa che questi uomini portano grandi responsabilità e che spesso non sono apprezzati e sa che per riuscire ad aiutarti deve dire loro che lei capisce le loro motivazioni e il peso delle loro responsabilità. Ovviamente la prima cosa che fa è esprimere tutta la sua fiducia in loro e nel loro lavoro; in seguito lei riconosce che loro vedono dei pericoli nella chiesa e poi mostra loro che alcuni di tali pericoli le sono stati rivelati. Dopo lei spesso mette in evidenza i punti deboli del loro lavoro, i pericoli che li aspettano e poi presenta loro dei punti che potrebbero aver trascurato.

Può succedere che un fratello che rappresenta un altro aspetto dell’opera le parli della stessa problematica. Anche a lui, la sorella White esprima fiducia nei suoi sforzi. Lei riconosce i pericoli della situazione e poi mette in evidenza i punti deboli del suo lavoro, e i pericoli che ne derivano. A questo punto se questi uomini vanno avanti con il loro lavoro ricordandosi di ciò che è stato loro detto e che è in armonia con le loro opinioni, e se dimenticano ciò che fu detto loro per aiutarli a correggere le debolezze nel loro lavoro, i loro punti di vista e i consigli dati loro dalla sor. White, saranno spesso in conflitto.

Riguardo al mio rapporto con il lavoro di mia madre , molti dicono che W.C. White si tiene vicino a sua madre, e che le dà dei suggerimenti e che dice la sua su vari argomenti, influenzando così il suo lavoro. Ma quali sono i fatti? Spesso settimane prima di un incontro generale importante e a volte mesi prima di una Conferenza Generale, mia madre sente il peso del lavoro che deve essere realizzato in vista degli incontri. Quando ogni giorno ci incontriamo lei mi dice cosa le è stato presentato durante la notte riguardo ad un imminente incontro.

Prima della Oakland Conference, mia madre mi presentò mattina dopo mattina, a volte anche tre o quattro giorni di fila, quello che stava scrivendo; poi posò la penna per spiegarmi la natura delle problematiche e dei conflitti di un certo incontro. Mi diceva qualcosa del genere: all’incontro avranno luogo queste dinamiche e se io sarò presente dovrò presentare delle dure parole di rimprovero. Mi presentò i pericoli che sarebbero sorti se i medici avessero esposto le loro errate visioni, ma anche i pericoli a seguito delle erronee opinioni difese dagli uomini della Conferenza Generale. E poi mia madre mi avrebbe illustrato quale posizione lei avrebbe preso all’incontro.

Spesso ero impaziente di ritornare nel mio ufficio e riprendere il mio lavoro, ma sentivo che mia madre mi presentava queste cose per un motivo e così elevavo al Signore una preghiera silenziosa: Aiutami a ricordare queste cose affinché se un giorno sarà necessario, possano ritornarmi in mente con chiarezza. Ne consegue che prima dell’incontro io avevo già una chiara idea della direzione nella quale sarebbe andata mia madre a quella Conferenza Generale.

Quando fu convocata la Conferenza Generale mia madre diceva spesso che il peso era talmente pesante che non osava parteciparvi e a volte credevamo che lei non avesse la forza per recarsi all’incontro. Ma il Signore le dette la forza e il coraggio necessari e andrò agli incontri. Su richiesta di mia madre i pastori Daniells e Prescott vennero per parlare con lei sull’andamento degli incontri e loro presentarono le loro opinioni, i loro progetti e le loro perplessità, e le chiesero consigli. In seguito, dietro sua richiesta, anche i fratelli Paulson e Sadler vennero e presentarono le loro idee sui vari punti. Si ricordi che il fratello Sadler lavorò con noi in California. A seguito di tutti questi incontri, mi chiesi se mia madre avrebbe cambiato qualcosa nei suoi discorsi alla Conferenza, rispetto a ciò che aveva previsto di dire.

Quando giunse il momento che mia madre parlasse alla Conference, notai che ogni parola era in perfetta armonia con ciò che mi disse giorno dopo giorno, durante i mesi precedenti. Ricorderò per tutta la vita che non si spostò di un millimetro da quello che aveva previsto di dire prima dell’incontro. Queste sono le mie osservazioni per quanto riguarda la questione dell’influsso personale.

D13-A-02. Apparente mancanza di armonia

Per molti anni in seno al nostro popolo sono state presenti delle perplessità concernenti  delle apparenti contraddizioni presenti negli insegnamenti contenuti nelle Testimonianze. Vorrei illustrare il punto facendo riferimento a ciò che fu scritto sull’opera medica prima e dopo la Conferenza Generale del 1897. Prima di tale incontro mia madre mi leggeva molte delle cose che lei stava scrivendo, cose che il Signore le aveva rivelato con estrema chiarezza, che riguardavano attività che avevano luogo nell’ambito dell’opera medico-missionaria, critiche riguardo il ministerio e la chiesa, e il rischio di esaltare troppo l’opera medica al di sopra delle altre attività della chiesa. Le fu indicato chiaramente quali sarebbero state le conseguenze di tutto questo.

Dopo gli incontri della Conferenza Generale, sembrava che fosse giunto il momento di pubblicare queste cose, ma, sorprendendomi, mia madre dopo aver letto questi documenti li mise in disparte, per poi più tardi spedirli privatamente a medici di spicco e ai loro assistenti, per avvertirli su certi pericoli. Altri documenti furono spediti privatamente anche a dei pastori. Poi scrisse degli articoli per le nostre riviste, per rimproverare il nostro popolo per non essere riuscito a vivere in armonia con i princìpi della riforma sanitaria. Criticò anche i ministri per non aver promosso l’opera medica missionaria nelle chiese. Il nostro popolo fu rimproverato severamente per non aver sostenuto il dottor Kellogg e il Sanitarium.

Per alcuni fratelli era presente quella che sembrava una contraddizione; essi erano molto disturbati e altri continuano ad esserlo. Alcuni dicevano che doveva essere stata una dura prova per la sor. White scrivere severi rimproveri ad amici personali di lunga data. Essi dicevano che quando lei dovette mettere per iscritto dei messaggi da parte del Signore riguardo l’opera medica, la lunga amicizia, la simpatia e il rispetto che lei provava per il dott. Kellogg erano così forti che non ebbe il coraggio di esprimerli, ma che invece rivolse questi appelli a coloro che erano vicino al dottore, perché lo sostenessero. Sapevo che le cose non stessero così, ma a quel tempo non capivo cosa stesse succedendo e le ragioni per le quali le cose prendessero una certa direzione.

A quel tempo questa situazione suscitò in me ed in altri serie perplessità, ma oggi posso dire che fu proprio questa esperienza a offrire evidenze convincenti su come la saggezza e la potenza di Dio dirigono i Suoi servitori verso il modo appropriato di dare voce alle Testimonianze. Alcune delle testimonianze, alcuni avvertimenti e consigli furono dati privatamente e fu dato loro del tempo perché dessero i loro frutti. Altre rivelazioni furono archiviate e rivelano che i pericoli riguardanti l’opera medica furono rivelati al Suo messaggero molto tempo prima che il messaggio fosse consegnato.

Chiediamoci, quale sarebbe stato il risultato degli avvertimenti e i rimproveri relativi all’opera medica, se fossero stati subito resi pubbici? A quel tempo molti dei nostri fratelli erano così scettici  riguardo alla riforma sanitaria, che l’avrebbero abbandonata e avrebbero dato le spalle a medici e infermieri; molti sarebbero tornati ben volentieri al loro flesh pots, così come alcuni lo stanno facendo oggi. La conseguenza naturale sarebbe stata che la chiesa avrebbe abbandonato la riforma sanitaria.

Le persone non erano pronte per accogliere le cose che furono rivolte ai dirigenti, pertanto i messaggi destinati ai dirigenti furono inviati solamente a loro e i fratelli ricevettero solo le informazioni di cui avevano bisogno. Quale fu il risultato? Per la grazia di Dio abbiamo conosciuto la vittoria e il nostro popolo ha adottato con entusiasmo la riforma sanitaria; centinaia di fratelli si sono dati all’assistenza cristiana e sono stati elaborati dei piani per aiutare dei membri a svolgere un’opera educativa e medica. Ringrazio Dio per la maniera in cui Egli ci ha guidato, a volte anche in modi apparentemente misteriosi.

Ci sono alcune questioni riguardo alle Testimonianze e all’opposizione contro di esse, che sono state una dura prova per me; in periodi di grande perplessità ho prosternato la mia anima davanti a Dio in agonia dicendogli: O Dio, perché per svolgere quest’ opera hai scelto mia madre? Perché hai permesso che si manifestassero così tante perplessità? Fu in questo periodo che lessi il manoscritto di quei capitoli di Desire of Ages, nei quali si narra di come i discepoli erano alquanto perplessi a causa del fatto che gli insegnamenti e lo stile di vita del Maestro sembravano prestarsi a incomprensioni e critiche (capitoli 40 – 43). Allora in preghiera, dissi: Padre se è la tua volontà che il Tuo popolo da sempre viva nelle perplessità e dei momenti difficili, aiutami a vivere questa esperienza con umiltà e spirito di discernimento.

Molte volte mi sono ritrovano a confrontarmi con delle questioni nelle Testimonianze e nella Bibbia che non capivo e che non potevo spiegare o armonizzare. Allora le ho presentate al Signore in preghiera dicendogli: Signore, ci sono alcune cose che non capisco, le rimetto nelle tue mani; aiutami ad andare avanti e a fare il lavoro che mi è stato affidato; e quando tu vorrai, aiutami a comprendere meglio quello che Tu vuoi che io capisca. Signore, prendimi per mano e conducimi nella sentiero stretto.

Non arrivo a comprendere molte delle Testimonianze. Spesso accadeva che se mi chiedeva di usare la mia discrezione su una questione, e rifiutavo di inoltrarla. Ma queste cose non mi riguardano. Molti documenti passano dalle mie mani e sono inoltrati alle persone, con la preghiera che le Dio assisti a capire il messaggio, che io stesso non arrivo a comprendere. Non è comunque un dato di fatto che un certo messaggio sia più chiaro e comprensibile al destinatario che a colui che ne fa una copia, e a volte all’autore stesso?

Vorrei illustrare questo concetto. In occasione di un incontro della Conferenza Generale, fu riorganizzata  l’Associazione della Conferenza Generale ed ad un certo punto eravamo perplessi sul metodo da seguire nel nostro lavoro. Mia madre convocò nella sala riunioni del tabernacolo presidenti di federazioni e amministratori di istituzioni e lesse loro una testimonianza basata su Isaia 8:12-14 con la quale esprimeva la sua disapprovazione riguardo alla confederacy.

A quel tempo stavamo valutando studiando due tipi di confederacy. Una possibilità era di associare persone esterne, all’opera della Libertà Religiosa; l’altra era di valutare quali fossero i campi di azione dell’Associazione della Conferenza Generale. Alcuni applicarono in massa le istruzioni delle Testimonianze alla prima questione; altri credettero che tali consigli si dovessero estendere ad entrambe le problematiche.

Ma invece di incontrarci per studiare e pregare su queste problematiche fintanto che arrivassimo a capire cosa tutto ciò volesse dire, decidemmo di convocare un’altra riunione e di chiedere alla sorella White di venire ad assisterci nelle nostre perplessità. Le chiedemmo se il suo messaggio si applicasse ai princìpi che volevamo applicare nella riorganizzazione dell’Associazione della Conferenza Generale. Lei disse che non poteva rispondere a quella domanda. Poi noi dicemmo: “Naturalmente non si applica.”

Non studiammo la questione e non pregammo fino a quando le cose apparivano chiare , ma andammo avanti ed elaborammo i nostri piani. Sei o otto anni più tardi a mia madre fu chiaro che quella testimonianza ci fu data a quel tempo per evitarci di elaborare dei piani che avrebbero legato insieme molti campi di azione in un modo insoddisfacente e inefficacie.

Più volte andavamo da mia madre per chiederle di darci spiegazioni su cose che lei aveva detto o scritto, e lei rispondeva così:  “Non posso darvi spiegazioni; dovreste capire queste cose meglio di me. Se non capite, pregare il Signore ed Egli vi assisterà.” Non è forse questo il modo corretto di comprendere le Testimonianze?

D13-A-01. Introduzione

(Osservazioni di W. C. White al College View, Nebraska, Sabato Mattina, 25 Novembre 1905)

  • Apparente Mancanza di Armonia
  • Influsso Personale
  • L’Integrità degli Scritti di Helen White
  • Lettere Ricevute
  • Informazioni Provenienti da Uomini
  • Un Chiarimento Dovuto

Da tempo speravo di avere l’opportunità di presentare ai nostri medici e pastori dei fatti riguardanti le Testimonianze alla chiesa, fatti che daranno una risposta a questioni che sono presenti tra di noi. Forse questa mattina ne ho l’opportunità.

Il tempo è prezioso e l’argomento è importante; vi chiedo di pregare per me affinché io possa parlare con chiarezza e precisione. Desidero parlare di queste problematiche per amore della nostra opera.

Come chiesa avventista del 7° giorno crediamo che questa chiesa esisterà fino al ritorno di Cristo. Coloro che hanno studiato la storia della chiesa sanno che ogni denominazione che è emanata emersa da altri corpi ecclesiastici, ha proclamato grandi verità. Uomini di Dio hanno iniziato un’opera di riforma con forti motivazioni e nobili ideali; ma poi, piani piano, il nemico ha attaccato la loro integrità al punto che ogni chiesa con il passar del tempo ha abbandonato i suoi princìpi fondatori. Noi crediamo che la chiesa avventista del 7° giorno resisterà sino alla fine, ma se ci riuscirà, lo sarà grazie alla potenza di Dio e alla nostra obbedienza ai Suoi messaggi di avvertimento. Speriamo di non cadere nell’apostasia e la delusione che hanno attaccato e indebolito altre chiese.

Il nemico ha attaccato questa chiesa secondo una strategia precisa, la stessa che ha utilizzato con i nostri primi genitori. Prima di tutto li ha separati e poi ha sedotto Eva mettendo in dubbio l’obbedienza a Dio. Il nemico sferra gli attacchi più violenti contro questa chiesa cercando di creare separazioni e combattendo contro la sua unità. Satana ha tentato di allontanare dalla chiesa la parte più preziosa di essa. Egli ha sempre cercato di ostacolare l’insegnamento dell’evangelo e la guarigione dei sofferenti. Sono stati fatti numerosi tentativi per sminuire il Sabato, al punto tale da farci credere che l’opera umanitaria sia così importante che, nello svolgerla, si possa trascurare l’osservanza del sabato di Geova.

Una energica opposizione è stata fatta contro gli strumenti che Dio ha scelto per dirigere e fortificare la Sua chiesa, un’opposizione che si è manifestata nel minare la fiducia nei messaggi che Dio manda al Suo popolo attraverso i ministri dell’evangelo, gli insegnanti delle nostre scuole e la persona che Egli ha chiamato per dare il Suo avvertimenti e consigli speciali alla chiesa. E per finire anche la Divinità (ingl ‘Deity’) ha subìto attacchi. E stato tentato di mettere l’uomo al posto di Dio e se questo succede siamo ad un passo dall’apostasia completa.

Se studiate le Testimonianze, i suoi avvertimenti e consigli rivolti a questa chiesa, noterete che i messaggi contenuti in queste Testimonianze rispondono agli attacchi del nemico. Esse sono piene di avvertimenti contro la separazione, contro l’idea di creare ed elevare in modo inopportuno delle attività relative all’opera dell’evangelo, al punto tale che tutto ruoti intorno ad esse. Tale ambiziosa opera, che temiamo, non è ancora terminata; si manifesterà sotto varie forme. Ma qualunque sia la forma con la quale essa si presenti a noi, dobbiamo temerla.

Le Sacre Scritture  dicono che una casa divisa non può reggere. Ma in seno al nostro popolo c’è stato un movimento che per molti anni ha promosso la divisione.  Sono lieto di vedere davanti a me   un popolo che lavora insieme per una casa unita. Continuiamo a lavorare in questa direzione. Ma come raggiungeremo una completa unità? Alcuni anni fa il pastore Irwin, in Australia, presentò a mia madre alcune perplessità e ricordo bene la sua risposta (o replica) . “Questa controversia,” disse, “non si risolverà fino a quando i nostri fratelli e le nostre sorelle lavoreranno insieme sul terreno.” Via via che passa il tempo mi rendo sempre più conto che se cerchiamo la perfetta unità è sul terreno, in mezzo a noi, che dobbiamo lavorare per risolvere le difficoltà.

Se coloro che sono qui presenti ritornano nelle loro case, nelle chiese e federazioni per promuovere un senso di unità tra le varie attività, riceveremo luce e potenza. Operando in favore dell’umanità il Salvatore predicava l’evangelo e guariva i malati. Se in questa opera facessimo di più, non dovremmo  passare molto tempo nel discutere piani e progetti nei nostri comitati.

D12-02. II parte – L’indebitamento di Ellen White in contraddizione con i suoi insegnamenti?

Dopo aver mostrato che la generosità della sor. White supera notevolmente il suo debito al tempo della sua morte, e dopo aver spiegato che i beni che lei possedeva hanno permesso di ripagare i suoi debiti, dovremmo prendere in considerazione anche le perplessità espresse riguardo ai suoi insegnamenti sull’avere debiti. I suoi insegnamenti sono in contraddizione con l’esempio che ha lasciato?

A questa domanda si può rispondere solo prendendo in considerazione tutti i suoi insegnamenti a riguardo. Non sarebbe corretto arrivare a una conclusione basandosi su un paio di citazioni. Eccone alcune.

“Dovremmo fuggire dai debiti come si fugge dalla lebbra.” “Il Massimo dell’educazione che si può impartire è di stare lontano dai debiti come se fosse una malattia.” “Che stiano lontano dai debiti come lo si è dal filo spinato.”–Testimonies for the Church, Volume 6, pp. 217, 211; Volume 7, p. 236.

Queste affermazioni, prese al di fuori del loro contesto potrebbero dare l’impressione che Ellen White insegnasse che qualsiasi forma di debito, e in qualunque circostanza, dovrebbe essere evitato come la lebbra. Uno studio del loro contesto mostra che le prime due citazioni hanno a che fare con la gestione delle scuole e la terza era rivolta a dei nostri fratelli che stavano cercando di avviare l’opera delle pubblicazioni in Nashville e che stavano andando al di là di ciò che i possibili guadagni e le probabili donazioni potevano permettere di fare.

In tutti questi casi il monito è contro l’indebitamento che dovrebbe essere restituito solo grazie a delle donazioni di individui e nel caso che l’entità in oggetto non abbia entrate sufficienti per pagare i debiti.

Ellen White prese del denaro in prestito e si indebitò ma non rivolse mai appelli per donazioni con le quali rimborsare i debiti. Anzi, una volta rifiutò di accettare un piano grazie al quale altre persone avrebbero aiutato a pagare i suoi debiti. La sor. White aveva delle entrate regolari e i suoi beni formarono una base finanziaria sufficientemente solida, tale da poter coprire i suoi debiti. Che le cose siano state così, è dimostrato dal fatto che le vendite dei suoi beni hanno permesso di liquidare tutti i suoi debiti.

Riconobbe che c’è una grande differenza tra debiti contratti da istituzioni o individui che non sono in grado di ripagarli e i debiti che lei ha contratto.

La sor. White ha esortato a non incorrere in debiti per soddisfare desideri stravaganti, o per compensare il fatto di non aver fatto dei risparmi, o per compensare una gestione finanziaria sbagliata. Ellen White aiutò sia attraverso la sua generosità, sia dando consigli a istituzioni della chiesa che si erano indebitate. Esortò a rimborsare i debiti il più rapidamente possibile. Denunciò i debiti disonesti e quelli causati da decisioni irresponsabili e sconsiderate. Comunque non ha mai detto che in nessuna circostanza  Yet she did not teach that under no circumstances is it right to borrow money. Seguono delle affermazioni sulle circostanze che possano indurre a prendere del denaro in prestito:

Nel 1904 scrisse ad alcuni fratelli che esitarono a fare un acquisto perché il prezzo di vendita era troppo elevato per un terreno che era stato chiaramente deciso che si dovesse acquistare e sul quale era necessario decidere rapidamente.

“L’idea che un sanitarium non debba essere creato solo in assenza di debiti, ha messo un freno sulle ruote del progresso. Per costruire delle cappelle abbiamo dovuto prendere del denaro in prestito, perché qualcosa doveva essere fatto rapidamente. Siamo stati obbligati a farlo, per ubbidire alle direttive di Dio.

“Persone che hanno a cuore il progresso dell’opera hanno preso dei prestiti e pagato anche gli interessi relativi, pur di creare delle scuole, dei sanitariums o di costruire delle chiese. Una volta realizzate, queste istituzioni e queste chiese hanno permesso di portare molte anime alla verità. Questo ha fatto incrementare le decime e più operai sono stati assunti nell’Opera del Signore.” — B-211-1904.

Alcune condizioni che precisano la differenza tra fede e presunzione quando si tratta di indebitarsi, si trovano nella seguente comunicazione, scritta da Ellen White il 27 gennaio del 1910.

“Nell’ambito della provvidenza di Dio si offrono delle opportunità favorevoli per prendere possesso di preziose strutture che possono essere utilizzate per far progredire rapidamente la causa. A volte il Signore ha specificato che noi dovevamo entrare in possesso di proprietà in luoghi dove dovevamo stabilire una presenza per proclamare il messaggio del terzo angelo.

“L’idea che non dobbiamo acquistare questi beni a meno che il denaro non sia disponibile, non è in armonia con la volontà di Dio. Numerose volte nel passato il Signore ha messo alla prova la nostra fede offrendoci la possibilità di acquistare ottime proprietà, a un costo inferiore al loro valore reale, in un momento in cui non avevamo a disposizione i soldi necessari.

“Quando abbiamo incontrato questo tipo di situazioni, abbiamo preso dei soldi in prestito a interesse, e siamo andati avanti in armonia con l’ordine divino che ci chiedeva di esercitare la nostra fede.

“Questo tipo di esperienze sono state oggetto di problemi considerevoli, ma ogni volta il Signore ci ha assistito e il Suo nome è stato glorificato. Se avessimo esitato, l’avanzamento della causa sarebbe stata ritardata e in molti casi avremmo dato al nemico l’opportunità di trionfare sui nostri fallimenti, per non aver approfittato di ottime occasioni. Quando si trattano questioni simili, bisogna imparare a camminare per fede, come altri lo hanno fatto nel passato.”–B-12 1/2- 9100.

Nel 1905 ai nostri fratelli di Nashville fu offerta una proprietà molto adatta per una chiesa e fu deciso di prendere in prestito mille dollari per eseguire il primo pagamento. Per tale occasione Ellen White scrisse:

“Dio ci invita a vivere con principi sempre più elevati. La chiesa non può abridge her task without denying her Master. Chiese devono essere costruite in molti luoghi. E’ forse il desiderio di risparmiare che non ci permette di avere dei luoghi di culto nelle nostre città dove il Redentore si incontra con la nostra gente? Cerchiamo di non dare l’impressione che non vogliamo spendere troppo per avere un posto dove accogliere il nostro Ospite celeste.

“Quando si fanno dei piani per costruire edifici, abbiamo bisogno della saggezza di Dio. Non dovremmo indebitarci quando non è necessario, ma aggiungo che in ogni caso non è necessario che tutto il denaro sia disponibile, prima di iniziare a costruire un edificio. Spesso dobbiamo andare avanti in fede e lavorare il più speditamente possibile. E’ a causa della nostra mancanza di fede che non beneficiamo della realizzazione delle promesse di Dio. Noi dobbiamo lavorare, pregare e credere. Dobbiamo proseguire con entusiasmo e determinazione, confidare nel Signore e dire: ‘Non falliremo e non ci scoraggeremo.’

“Invito i nostri fratelli di Nashville e di altre parti del sud a mettere da parte i loro dubbi, e di schierarsi dalla parte della fede. Vi invito a dire: ‘Noi faremo il nostro meglio. Non dubiteremo più sul modo in cui il Signore opera. D’ora in poi noi crederemo nella parola del Signore e obbediremo al Suo ordine di “cominciare a costruire,” che il denaro necessario sia disponibile o no.'”–Review and Herald, 7 Sett. 1905.

Esortazioni simili si possono trovare in Testimonies for the Church, Volume 9, pagine 271, 272.

Nella Review and Herald dell’11 Aprile 1899 apparve un articolo intitolato  “Debiti Denominazionali.” In questo articolo un caro fratello deplora il fatto che molte istituzioni siano pesantemente indebitate e dichiara che prendere denaro in prestito è sbagliato. Il fratello cita da Deuteronomio le istruzioni che assicurano prosperità a Israele se rimane fedele a Dio, “Tu farai dei prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito,” (NDT Deut 15:6) poi l’autore aggiunge il suo commento:

“Nei versetti appena menzionati Dio dice chiaramente al Suo popolo di non prendere prestiti; and to the spiritual one il comandamento prende la forma di una promessa e con toni toneggianti dice: ‘Non prenderai nulla in prestito.’ …

“Tutte le nostre istituzioni hanno preso denaro in prestito. E’ giunto il momento che questo finisca … che una volta per tutte le nostre istituzioni mettano fine a questa situazione.”

Questa copia della Review arrivò in Australia proprio quando si stavano facendo degli sforzi per cercare fondi per costruire un Sanitarium vicino a Sydney. Durante una riunione in Cooranbong, la sorella White rivolse un appello per sollecitare il più donazioni possibili e poi anche dei prestiti, cercando di toccare i cuori di chi aveva già dato, ma che poteva contribuire ancora, dando dei soldi in prestito. Lei stessa si impegnò a fare una donazione di cento pounds (500 dollari Usa). Durante i suoi appelli, disse:

“Vogliamo che Dio sia in controllo di questa opera. Ma rifiutare prestiti, con o senza interessi, non sarebbe saggio. Ci possono essere persone che non sono in grado di fare delle donazioni ma che sono pronte a prestare dei soldi. Magari sono nuove nella fede e non sono pronte a fare facilmente delle donazioni. Abbiamo bisogno di un sanitarium e dobbiamo crearne uno. Non ho avuto molto a che fare con questa istituzione, ma sento che questo Sanitarium sia mio quanto lo è vostro, perché ci tengo a questo progetto e prego per esso. Avere un Sanitarium è una necessità, ma non posso dire che sarà libero da debiti. Per anni  I have been hiring money from America. Tuttavia saremmo grati per le donazioni provenienti da coloro che le possono fare. Ci sono molte persone che possono donare. Ma non sarebbe saggio dire ai fratelli  ‘Voi dovete fare una donazione perché non vogliamo prendere dei soldi in prestito, con o senza interessi.’

“Un fratello non molto tempo fà mi disse: ‘Siete nella urgente ricerca di fondi, vi presterò sessanta pounds per un anno, senza interessi.’ Eravano sotto considerevole pressione per iniziare a costruire il Health Retreat (centro salute) e sapevo che questi fondi ci avrebbero aiutato. Credetti che questo denaro fu mandato da Dio e ne fui molto grata.

Credo che Dio abbia parlato al cuore del nostro fratello perché ci facesse un prestito, e mi sentii molto grata. Non appena ho dei fondi, anche io assisto. Non ho l’abitudine di mettere via soldi e non penso di farlo in futuro.”–Aus. Union Conference Recorder, 28 Luglio 1899.

Altri brani potrebbero essere citati per mostrare che la sorella White deplorò debiti inopportuni; ma in caso di emergenza piuttosto che non cogliere una buona opportunità per fare un passo avanti che rientra nei piani di Dio, suggerì che il denaro necessario fosse preso in prestito. E poi aggiunse che tali prestiti siano rimborsati al più presto. Per concludere, aggiungiamo un’altra breve e significativa citazione. Replicando al fratello che scrisse l’articolo sulla Review menzionato sopra, lei affermò:

“E’ giusto prendere in prestito del denaro per far progredire un’opera che sappiamo che Dio desidera realizzare. Non dovremmo aspettare nei disagi e rendere il lavoro più difficile semplicemente perché non desideriamo prendere soldi in prestito. Sono stati fatti degli errori quando ci si è indebitati per realizzare qualcosa che poteva ben aspettare. Ma c’è il rischio di andare all’estremo opposto. Non dobbiamo trovarci in una posizione che rischia di mettere in pericolo la salute e di indebolire il nostro lavoro. Dobbiamo agire con sensibilità. Dobbiamo fare il lavoro che deve essere realizzato, anche se ciò significa prendere denaro in prestito e pagare interessi.” – M-11-1903.

Questo documento è stato preparato da W. C. White e D. E. Robinson
St. Helena, California, 13 Febbraio 1933.

D12-01. I parte – Il debito e come fu contratto

Qualcuno ha posto la seguente domanda: “E’ vero che quando la sorella White è morta ha lasciato un grosso debito?  Se è così, come possiamo dire che lei è vissuta in armonia con quello che ha insegnato sull’argomento?”

In effetti, è vero che quando Ellen White morì, aveva un debito consistente. Dai registri contabili risulta che lei doveva 86,923.70 dollari americani. Si trattava di soldi che lei aveva preso in prestito, e per i quali aveva scritto delle note di debito. Ma questo debito era coperto da beni immobili. La sorella White era proprietaria della sua casa e di altri edifici dove abitavano i suoi assistenti e di un edificio dove essi lavoravano. Questi edifici, inclusi i terreni annessi, quando lei morì, avevano un valore di circa 14.000 dollari. The assets which were chiefly responsible for the debt were in the form of book copyrights, book plates, manuscripts and indexes, also a valuable library. Questi beni al tempo del decesso dei Ellen White avevano un valore contabile di 74,797.32 dollari. Ma ai fini  probate tale cifra è stata ridotta dagli appraisers a 40.300 dollari.

La sor. White aveva previsto che questo debito sarebbe stato rimborsato in pieno dalla vendita dei suoi beni immobiliari e grazie ai diritti suoi libri  royalty. Questa soluzione si è realizzata e oggi nessuno ha un debito nei confronti del E.G. White Estate. This royalty income has been drawn upon to a considerable degree for the carrying forward of several lines of important work such as the preparation of copy for several books, including the Comprehensive Index which alone cost not less than $8,000.00.

Alcune critiche asseriscono che la grossa somma che Ellen White doveva al momento della sua morte era dovuta al fatto che lei aveva effettuato delle grosse spese sconsiderate (reckless), che non aveva formulato nessun piano per rimborsarlo e che la Conferenza Generale dovette assumersi la responsabilità di tale debito.

Ma quali sono i fatti?

Abbiamo già precisato che la sor. White aveva un debito di quasi 90.000 dollari, soprattutto sotto forma di notes (NDT impegni scritti) . Abbiamo già detto anche che le proprietà che dovevano essere utilizzate per liquidare tale debito erano composte da diritti d’autore e  book plates and manuscripts. I beni immobili potevano essere venduti e i ricavati utilizzati per estinguere il debito, ma sarebbe stato impossibile vendere le proprietà immediatamente per avere liquidità. Perciò, al fine di restituire ai creditori il denaro che la sor. White doveva loro, la Conferenza Generale decise di anticipare il denaro e di rimborsare i prestiti.

La detta transazione fu registrata dalla Conferenza Generale in una contabilità separata, and against the sum advanced the earnings of the Estate have been credited. Il White Estate ha pagato anche gli interessi sul denao anticipato dalla Conferenza Generale e pertanto nessuna entità ci ha rimesso qualcosa. Come affermato poco fa, l’intera somma è stata rimborsata alla Conferenza Generale dai  Trustees del White Estate. Cià è stato possibile grazie alla vendita dei beni di Ellen White e ai suoi guadagni.

Crediamo che sia interessante far sapere come Ellen G. White usava le sue risorse, e come si ritrovò indebitata. La sorella White riceveva risorse finanziarie provenienti da tre fonti. Dalla Conferenza  Generale riceveva un salario come ministro dell’Evangelo; dalle case editrici riceveva dei modesti diritti d’autore provenienti dai suoi libri; infine a volte, per un periodo che durò alcuni anni, ricevette un compenso per alcuni articoli che lei scrisse per i nostri periodici. La cifra che lei riceveva per tali articoli era inferiore al costo reale della loro preparazione.

Sarebbe impensabile prendere in considerazione il denaro che la sor. White riceveva tramite i diritti d’autore senza ragionare sul fatto che tale entrate non erano guadagni netti. La preparazione dei libri comportava notevoli spese.

Per molti dei suoi libri Ellen White non solo preparava il manosctritto ma copriva anche le spese relative al  type-setting, plate making, e per le illustrazioni. Spese inoltre varie migliaia di dollari per far tradurre i suoi libri in altre lingue.

Fino al momento della sua morte Ellen White continuò a preparare manoscritti per la loro pubblicazione. I salari delle sue segretarie venivano pagati principalmente grazie ai diritti d’autore che riceveva.

Coloro che la conoscevano e soprattutto coloro che andavano spesso a casa sua, sanno che la sor. White non indulgiava in stravaganze e che non era interessata ad arricchirsi.

Fino all’anno della morte di suo marito, che ebbe luogo nel 1881, la famiglia White non aveva preso in prestito grandi somme di denaro. Cinque anni dopo il decesso di suo marito la White affermò che insieme avevano investito nella causa 30.000 dollari. Ne beneficiarono soprattutto la  Pacific Press, il Healdsburg College, il Sanitarium di St. Helena e i progetti del Oakland and San Francisco Meeting House. Nel 1885 nelle sue lettere fa riferimento al fatto che diede 3.000 dollari per le missioni.

La sor. White iniziò a prendere soldi in prestito quando fu pubblicato  The Great Controversy and Patriarchs and Prophets, quando lei stessa pagò per several sets of electrotype plates.

Mentre si trovava in Europa sostenne con generosità l’opera nascente. Nelle lettere scritte durante quegli anni fa riferimento a biglietti da cinquanta e cento dollari dati per diversi progetti.

Nel 1890 donò 1.000 dollari alla Chicago Mission.

In Australia la sorella White si ritrovò a vivere in un paese pieno di opportunità, ma in quel tempo perversava una grande depressione e la povertà. Lavorò senza sosta, al di là delle possibilità per una donna della sua età e con le sue condizioni di salute; riuscì a portare delle responsabilità  e a infondere incoraggiamento tra gli operai.

La sorella White espresse la sua generosità assistendo famiglie povere donando anche centinaia di dollari, aiutando famiglie che desideravano partecipare ai camp meeting e assistendo finanziariamente gli sforzi evangelistici realizzati nelle città. Per un certo periodo dette venti dollari alla settimana a tre operai che lavoravano a Sydney, evangelisti che la Federazione non poteva pagare.

La sorella White sostenne finanziariamente la costruzione di quasi tutte le cappelle che furono costruite in Australia durante la sua permanenza, donando dai cinque ai quaranta  pounds.

Durante i primi tre anni di vita della Scuola per Operai Biblici (School for Bible Workers) in Australia, quando l’opera doveva fare fronte a enormi difficoltà, Ellen White donò, nel tempo, almeno tre mila dollari. Aiutò anche per l’espansione del Echo Office e per avviare i lavori per la costruzione del Sydney Sanitarium.

Rispondendo nel 1894 a un fratello in California dal quale, dietro suo invito, ricevette 1.000 dollari per l’opera in Australia, lei scrisse:

“Caro fratello non ho rivolto l’invito ad altri and failed to impart myself to the cause. Ho investito di mia libera scelta dei miei beni per aiutare le attività di ogni dipartimento. Quando ho conoscuto giovani uomini e donne di talento che ho pensato potessero essere utili nella Sua vigna, li ho mandati alle nostre scuole e ho pagato la loro retta completa. Alcuni di questi giovani si sono ben inseriti nell’opera e ho ricevuto dei rapporti molto incoraggianti su di loro. Abbiamo notato altri giovani promettenti che potrebbero formarsi per entrare nell’Opera del Signore. Con il cuore siamo loro vicini, ma i mezzi finanziari non sono sufficienti per realizzare quelloche vorremmo.”—H -31-1894.

Dopo aver trascorso alcuni anni in Australia, scrisse:

“Stiamo facendo economie in ogni modo possibile. Ho preso del denaro in prestito per aiutare l’opera e adesso ho un debito di aclune migliaia di dollari. Ma non è questo debito che mi preoccupa ora; è il fatto che l’opera non può progredire a causa della mancanza di mezzi finanziari —MS-173-1898.

Al fratello al quale chiese un prestito, la sor. White scrisse nel 1904:

“Investo nell’opera di Dio tutto ciò che riesco a risparmiare. Ho mandato mille dollari al pastore  Haskell per aiutare a far partire il lavoro nella città di New York  …

“Vorrei poter avere altro denaro da investire in altri luoghi, come ho fatto per New York. Si dovrebbe lavorare in molte città del sud. Noi che conosciamo la verità dovremmo fare tutto il possible per proclamare la verità in nuovi territori, portare la luce a coloro che vivono nell’oscurità …

“Ci sono persone alle quali il Signore ha affidato il talento delle risorse finanziarie e mi chiedo se possiamo chiedere loro di dare in prestito del denaro, a interesse o no, per far progredire l’opera di Dio. Sono pronta a give my note per qualunque somma riceva. Nel passato alcuni mi hanno prestato denaro senza interessi. A suo tempo ho rimborsato il denaro a tutti.

“Se i nostri fratelli mi presteranno del denaro, a interesse o no, lo investerò in varie parti del mondo per realizzare il lavoro che deve essere fatto.

“È così che ho aiutato a far progredire l’opera in Australia … ho preso del denaro in prestito per la costruzione di luoghi di incontro e per avere strutture per i gli incontri sotto le tende … ho usato i diritti d’autore provenienti dai miei libri per iniziare a costruire una scuola in Melbourne e poi ho preso in prestito dei soldi da coloro che erano interessati a far progredire l’Opera …

“Ci rendiamo conto che le verità della Parola di Dio revono essere annunziate a tutti e noi facciamo il nostro meglio. Ho fatto il possibile per sostenere l’opera in Europa. Ho speso oltre tre mila dollari per far tradurre i miei libri in alter lingue.Tutti i diritti d’autore sui libri che ho venduto in Europa li ho dati per soenere l’opera in that field. Si tratta di vaie migiaia di dollari …

“Oltre a cio che ho investito in Australia e in Europe, ho fatto delle donazioni anche per i territori del Sud STATI UNITI. Ho preso del denaro in prestito per sostenere l’opera quando  were in strait places. Continuerò a fare tutto quello che posso per aiutare I territory che sono nel bisogno. Il tempo è breve  e vorrei che il denaro che il nostro popolo tiene nelle banche fosse messo in circolazione per assistere  l’opera di Dio.

“Quando riceverò cio che ho investito nei miei libri spero di avere denaro sufficiente per rimborsare i prestiti e di avere del denaro a mia disposizione.”– C-103-1904.

Sembra chiaro che la sorella White prese del denaro in prestito non certo per soddisfare le sue stravaganze personali; a voltre prese in prestito svariate migliaia di dollari per sostenere qualche progetto che aveva bisogno di appoggio finanziario. Per questo denaro lei dava  her own personal note, e nella maggior parte dei casi rimborsava aggiungendo gli interessi.

Nonostante questa pesante situazione debitoria Ellen White fede una donazione del manoscritto di uno dei suoi libri più popolari, senza dedurre le spese per la sua preparazione, Christ’s Object Lessons, Grazie alla cooperazione e allo spirito di sacrificio delle case editrici e di tanti laici zelanti, la vendita di questo libro generò centinaia di migliaia di dollari che furono usati per ridurre il debito delle nostre scuole. Questo suscitò molta gioia in colei che fornì il manoscritto.

E’ tenendo presente questo suo dono per la causa e le sue generose donazioni fatte negli anni, che alcuni suoi fratelli hanno pensato che sarebbe stato un gesto dovuto l’utilizzare i guadagni a seguito delle vendite del libro Education per estinguere i debiti della sorella White.

Il suo spirito modesto e  large-hearted spirit traspare nella lettera seguente, scritta il 1 Novembre 1903, quando commenta questo progetto di assistenza. Si menzionano anche altre generose donazioni che lei fece e che non sono menzionate in questo articolo.

“Non voglio che sia fatto niente che attiri l’attenzione su di me. Tutto ciò che desidero è che siano fatti degli sforzi disinterested per vendere i miei libri. La gente ha bisogno di questi libri, e la loro vendita mi recherà un sollievo finanziario.

“Non vorrei che fossero adottati piani che creino confusione. Non voglio che sia fatto niente che distolga l’attenzione del nostro popolo dalla vendita di  Christ’s Object Lessons. Considero il piano per vendere Christ’s Object Lessons come un piano voluto da Dio per insegnare al Suo popolo lezioni importanti sul come svolgere lavoro missionario.

“Non vorrei che in progetto Education fosse gestito come fu gestito il progetto Christ’s Object Lessons. Questo svierebbe …This would spoil the pattern. E soprattutto, non voglio che siano fatti degli sforzi per raccogliere del denaro per me. Non voglio neanche un centesimo come regalo. Sono contraria all’idea di ricevere soldi per pagare il mio debito. Ci penso io a questo.

“Di questo debito, ne fanno parte dieci mila dollari che presi in prestito prima di andare in Australia. Spendetti molto per stampare l’edizione illustrata di  Il Gran Conflitto e Patriarchi e Profeti, and in making four sets of plates of each. Questo progetto fu realizzato prevedendo di vendere molti libri. Ma una volta stampati, per quasi tre anni, non ne fu fatta alcuna promozione.

“Mi sono impegnata a donare mille dollari alla Chicago Mission, con l’intenzione di utilizzare i soldi provenienti dai diritti d’autore dei miei libri. Ma per onorare questo impegno finanziario ho dovuto chiedere un prestito ad un fratello che abita all’Ovest e su questa cifra ho pagato il sette  (per cento) di interessi …

“Mentre ero in Australia, ho speso una notevole cifra per stampare  The Desire of Ages. E ho attinto generosamente dalle mie risorse per sostenere l’opera. Il risultato di tutto ciò è che il mio debito è aumentato.

“Durante gli ultimi anni, i miei libri non sono stati venduti rapidamente, in questo paese.

Il costo per la stampa dei miei libri recenti è stato notevole.[1] Ma non sono per niente preoccupata. Spero di poter ripagare tutti i miei debiti. Sono indebitata, è vero, ma non permetterò che nessun fondo mi aiuti. Quando i miei libri sarano gestiti are handled disinterestedly, credo che sarò in grado di pagare i miei debiti.”– D-237-1903.

Nei suoi ultimi anni, rendendosi conto che non aveva molti anni da vivere, la sor. White, aggiunse al suo personale alcune segretarie competenti e ben preparate, allo scopo di accelerare la preparazione dei manoscritti di più libri possibile. Ciò aumentò le sue spese, ma piuttosto che lasciare del lavoro non finito che non poteva essere completato dopo la sua morte, lei prese del denaro in prestito, allo scopo di lasciare alla causa che ha così tanto amato, altri libri pieni dei messaggi di Cristo. Si potrebbero dare altri dettagli su varie entità che sono state generosamente sostenute da Ellen White.

La sor. White credette che con il passare del tempo i diritti d’autore sui suoi libri le avrebbero permesso di rimborsare i debiti accumulati. Si dette anima e corpo per poter offrire al mondo, e al nostro popolo in particolare,  la luce che aveva ricevuto dal cielo. Sentì l’urgenza di realizzare gli “Affari del Re” e continuò a prendere denaro in prestito per poter speditamente stampare i suoi libri. La sua fiducia in una soluzione positiva è ben espressa in una lettera che lei scrisse per sollecitare un prestito di mille pounds per affrettare l’apertura della scuola in Australia:

“Questa è l’Opera del Signore e quando si ha la convinzione di realizzare l’opera che lui ha richiesto, bisogna avere fede e credere che Egli aprirà una strada. Sono quasi pronta a pubblicare  Life of Christ, e ho altri libri da pubblicare e non possiamo aspettare. Gli “Affari del Re” devono essere realizzati / eseguiti rapidamente.”–W-107-1896.



[1] In riferimento soprattutto ai costi delle illustrazioni e plates.

D11-05. Dichiarazione di Ellen G. White’s Relativa alla Edizione del 1911 de The Great Controversy

“Alcuni giorni fa ho ricevuto una copia della nuova edizione del libro The Great Controversy, stampato recentemente a Mountain View e anche una copia simile, stampata a Washington. Il libro mi è gradito. Ho trascorso molte ore tra le sue pagine e posso dire che le case editrici hanno fatto un buon lavoro.

Considero il libro The Great Controversy più prezioso dell’argento o dell’oro ed è mio vivo desiderio che sia messo a disposizione delle persone. Mentre stavo scrivendo il manoscritto de The Great Controversy, mi rendevo spesso conto che erano presenti degli angeli di Dio. Molte volte degli episodi (NDT inglese scenes) sui quali stavo scrivendo mi venivano ripresentati in visione di notte, e pertanto erano freschi e vividi nella mia mente.

Recentemente è stato necessario for this book to be reset,perché the electrotype plates erano logore.

Questo lavoro mi è costato molto, ma non mi lamento; qualunque siano stati i costi, sono molto soddisfatta di questa nuova edizione.

Ieri ho letto quello che W. C. White ha scritto recentemente ai colportori e ai responsabili delle nostre case editrici su quest’ultima edizione de The Great Controversy e credo che lui abbia presentato la cosa in modo corretto.

Quando appresi che The Great Controversy doveva essere reset, presi la determinazione che tutto fosse attentamente esaminato, per essere certi che le verità che contiene fossero espresso nel modo migliore possibile, per convincere coloro che non sono della nostra fede che il Signore mi ha guidato e sostenuto nella preparazione /stesura di queste pagine.

A seguito di un esame complete svolto da operai di vasta esperienza, sono stati proposti alcuni cambiamenti nella formulazione. Io ho esaminato attentamente e approvato tali cambiamenti. Sono grata che sono rimasta in vita e che ho avuto la forza e la lucidità per svolgere questa e altre opere letterarie.

Mentre stavo lavorando sul libro The Acts of the Apostles, il Signore mi ha donato una pace perfetta. Questo libro sarà presto pronto per essere pubblicato. Quando lo sarà, se il Signore mi chiama al riposo, dirò Amen e Amen. Ma se il Signore mi tiene in vita, continuerò a scrivere e a dare la mia testimonianza al popolo, con la guida e la forza che il Signore mi darà.

Una grande opera di conquista delle anime deve essere svolta nella nostra nazione (home field). Il nostro popolo dovrebbe esperimentare un risveglio generale e, mediante nuovi sforzi, dovrebbe presentare al mondo la luce della verità presente. Che la luce brilli nelle grandi città, nelle cittadine e nei villaggi. C’è bisogno di missionari ovunque e centinaia di operai dovrebbero farsi avanti per recare la luce della verità a coloro che non la conoscono. Coloro che trasmettono il messaggio della verità devono essere ben allerti /attenti / vigilanti (ingl. Awake).

Il Signore dice loro: “Che la luce si diffonda tramite avvertimenti e aprendole Scritture  e spiegandole alla gente.”

Ogni giorno alle nostre pubblicazioni si offrono opportunità di essere dei silenziosi messaggeri della verità. Che degli uomini e delle donne siano scelti per l’opera del colportaggio – non tra coloro che sono superficiali e indifferenti, ma tra coloro che provano un intenso desiderio di diffondere la conoscenza della verità. E’ ora che si richiedono Keen foresight and consecrated ability. Che si scelgano dei colportori solo tra coloro che sono predisposti a questo tipo di ministerio. Che questi fratelli non credano che devono lavorare duro per ricevere l’autorizzazione a predicare. Il Signore chiama a svariati ministeri degli operai efficient. Se c’è un’opera che è più importante di un’altra, è proprio quella di presentare alla gente delle pubblicazioni che spiegano loro la Parola di Dio.

I genitori dovrebbero rendersi conto che i loro figli sono costantemente vittima di tentazioni. Se questi giovani studiassero con passione i libri contenenti la luce della verità per il nostro tempo, riceverebbero la forza per resistere alla tentazione. Genitori, non incoraggiate i vostri figli a leggere letteratura che non li aiuterà spiritualmente. Non incoraggiateli a leggere la storia della vita di Cristo presentata sotto forma di romanzo. Abbiamo bisogno di prepararci con impegno al grande giorno dell’Eterno.

Dio chiede che l’opera missionaria inizi nelle nostre case. Gli anni sono passati senza che si realizzasse un’opera di conversione nelle nostre famiglie. Molti dei nostri giovani non sono stati preparati per l’opera che deve essere realizzata. Essi devono far sì che la luce della verità brilli nelle loro vite. — Lettera 56, 1911. (A F. M. Wilcox, 25 Luglio 1911, dal Sanitarium, California).”

 

Ellen G. White Estate
Washington, D. C.
Marzo, 1962. Ribattuto Marzo, 1989.

D11-04. Copia di una Lettera Scritta dal Pastore W. C. White

(Scritta dal Sanitarium, California, il 25 luglio 1911, ai Membri del Comitato delle Pubblicazioni.)

“Cari fratelli, nella lettera di accompagnamento scritta ai nostri Agenti del State Missionary Agents, io fatto alcune dichiarazioni sui cambiamenti che appaiono nella nuova edizione de The Great Controversy.

Un esame di questi cambiamenti potrebbe indurre qualcuno a chiedere: “La sorella White ha l’autorità e il diritto di operare cambiamenti sul testo di un suo libro già pubblicato? Può fare delle aggiunte? Può omettere qualcosa o può cambiare espressioni, descrizioni o la formulazione di un pensiero?”

La semplice presentazione di alcuni fatti relativi alla redazione dei suoi libri e all’espansione e lo sviluppo della storia del conflitto tra Cristo e Satana, possono costituire una buona risposta a questa domanda.

E’ una cosa generalmente risaputa che nei suoi discorsi rivolti al pubblico, la sorella White usa grande libertà e saggezza nella scelta delle illustrazioni, per rendere chiare o incisive le sue presentazioni delle verità rivelatele in visione. Inoltre sceglie dei fatti e degli argomenti che sono adatti all’uditorio al quale sta parlando. Ciò è necessario affinché le sue presentazioni assicurino i migliori risultati.

Lei ha sempre creduto che era sua responsabilità usare la stessa saggezza e gli stessi princìpi nella scelta del materiale necessario alla redazione dei suoi libri.

Quando mia madre stava scrivendo Great Controversy, Volume IV, tra il 1882 e il 1884, ricevette istruzioni sulla preparazione del piano generale del libro. Le fu rivelato che doveva presentare  uno schema generale del conflitto tra Cristo e Satana così come si manifestò nei primi secoli dell’era cristiana e nel contesto della grande Riforma del sedicesimo secolo, in modo tale da preparare il lettore a capire chiaramente la controversia che si sta realizzando ai nostri giorni.

Mentre mia madre stava scrivendo questo libro, molte delle scene le furono presentate numerose volte in visioni notturne. La visione relativa alla liberazione del popolo di Dio, che si trova nel capitolo XL, fu ripetuta tre volte; inoltre, in due occasioni, una volta a casa sua a Healdsburg e una volta al Sanitarium St. Helena, membri della sua famiglia, che dormivano in camere non distanti, furono svegliati da un suo grido, chiaro e musicale: “Arrivano! Arrivano!” (Vedasi pag. 636.)

Alcune volte credemmo che il manoscritto del libro fosse pronto per la stampa, ma poi mia madre ricevette per la seconda volta una visione di una certa importanza relativa al conflitto; allora mia madre si rimise a scrivere, per arricchire il testo e chiarire alcuni punti. Per tale motivo la pubblicazione del libro fu ritardata ed esso divenne più voluminoso.

Mia madre considera questo nuovo libro una espansione del materiale che all’inizio fu pubblicato con il titolo Spiritual Gifts, Volume I (1858), e che ora si trova in Early Writings, alle pagine 210-295.

Nonostante le istruzioni divine relative al piano generale del libro, che era destinato a pubblico in generale, mia madre credette che la sua opera fosse destinata soprattutto alla popolazione avventista statunitense. Tempo dopo, in vista di una distribuzione più ampia, tolse alcune porzioni che erano presenti nell’edizione precedente. Esempi di tali cambiamenti possono essere trovati nel capitolo intitolato “The Snares of Satan,” pagine 518-530. Tracciamo la storia di questo capitolo.

Nel libro Spiritual Gifts, Volume I, pubblicato nel 1858 e che ora costituisce la seconda parte di Early Writings, ci sono 42 articles. Il numero 32, intitolato “Covetousness,” contiene quattro paragrafi, e occupa tre pagine del libro Early Writings, che tratta i seguenti argomenti:

1. Satana ordina ai suoi angeli di raggirare il popolo avventista.

2. Chiese addormentate  they can hold.

3. Gli odiati osservatori del sabato strappano via chi è sotto il controllo di Satana.

4. Fà che i possessori di terreni e di soldi si ubriachino con i loro beni.

5. Indurre ad amare e idolatrare il mondo.

6. Keep all the means possible within our [Satan’s] ranks.

7. Disturbare le loro riunioni e creare confusione.

8. Distruggere l’amore gli uni per gli altri.

9. Scoraggiare e demoralizzare i loro ministri.

10. Creare in loro una disposizione a lamentarsi e indurli a non essere generosi.

11. Satana induce tutti a indugiare nei loro peccati besetting.

12. Egli esulta per la follia di coloro che si fanno da lui intrappolare.

13. L’esperienza di Giuda è un esempio.

14. Cristo è disonorato da  mean acts dei cristiani.

15. Dio è dispiaciuto a causa dell’egoismo.

16. Ogni opportunità dovrebbe essere colta per fare del bene gli uni agli altri.

 

In questo articolo, dieci dei sedici punti appena menzionati sono presentati nel primo paragrafo composto di 37 righe.

Nella edizione del 1884 de The Great Controversy, Volume IV, questo stesso argomento, o parti di esso, è presentato sotto il titolo “Snares of Satan,” e riempie quattordici pagine.

I primi due punti sono presentati nel primo paragrafo, composto di dieci righe. Il terzo soggetto, che riguarda gli osservatori del sabato che strappano via chi è dominato da Satana e il suo odio per loro, si espande e occupa cinque paragrafi.

I punti numero 4,5 e 6 prendono tre paragrafi e occupano una pagina.

Il punto 7, sugli sforzi di Satana per disturbare gli incontri del popolo di Dio, riempie quattro paragrafi e richiede quasi due pagine.

Il punto 8 occupa quasi una pagina.

I nuovi soggetti hanno a che fare soprattutto con le false dottrine che Satana cerca di introdurre in seno al popolo di Dio. Questi argomenti occupano otto pagine e si trovano alla fine del capitolo.

La maniera in cui questo capitolo è stato elaborato, nel quale mia madre espande alcuni temi presentati brevemente in libri precedenti, illustra il modo in cui lei gestisce altri argomenti che gli sono stati rivelati mediante visioni.

Nelle sue prime visioni le vite dei patriarchi, la missione e gli insegnamenti di Cristo e degli apostoli, e il conflitto che è iniziato all’ascensione del Cristo e che dura fino ai nostri giorni, le furono presentate in modo schematico e furono messe per iscritto in brevi articoli che appaiono nel libro in Early Writings.

Durante gli anni successivi un altro gruppo di argomenti le fu rivelato più volte in visioni, e ogni volta tali rivelazioni arricchivano alcuni argomenti con ulteriori dettagli chiarificatori.

Di conseguenza, mia madre ha scritto e pubblicato materiale sulle diverse fasi della controversia svariate volte, e ogni volta ha fatto delle aggiunte.

Il materiale pubblicato riguardante la caduta di Satana, la caduta dell’uomo e il piano della salvezza in Early Writings occupava otto pagine. Gli stessi temi, pubblicati in Patriarchs and Prophets occuparono trenta pagine di formato più grande.

Ciò che fu pubblicato nel 1858 sulla vita di Cristo in Early Writings, richiese 40 pagine. Lo stesso materiale occupò nel 1878 oltre 600 pagine in Spirit of Prophecy, volumi II e III. Oggi, tra il libro The Desire of the Ages e Christ’s Object Lessons, ci sono volute oltre mille pagine.

 

Nel libro The Great Controversy, volume IV, pubblicato nel 1885, nel capitolo “Snares of Satan,” sono presenti tre pagine che non appaiono nelle edizioni successive, che furono preparate per essere vendute dai nostri colportori. E’ un capitolo che risulta molto interessante per gli osservatori del Sabato, considerato che esso espone gli sforzi di Satana di indurre noti predicatori e membri di chiesa ad onorare la domenica e a perseguitare gli osservatori del sabato.

Questo testo non fu omesso perché era meno valido nel 1888 rispetto al 1885, ma perché mia madre pensò che era saggio non comunicare queste cose al pubblico, nella edizione che sarebbe stata venduta negli anni successivi.

In riferimento a questo punto e ad altri brani che sono stati omessi nelle edizioni successive mia madre diceva spesso: “Queste affermazioni sono vere e sono utili al nostro popolo; ma per il pubblico in generale, per il quale questo libro è destinato, non sono adatte. Cristo disse ai suoi discepoli: “I have many things to say unto you, but ye cannot bear them now”. Inoltre Cristo ha insegnato ai Suoi discepoli di essere “prudenti come serpenti e semplici come colombe”. Pertanto, considerato che sarà più facile vincere più anime a Cristo con il libro senza questo brano, che lo si ometta.”

Riguardo ai cambiamenti delle espressioni usate, mia madre diceva spesso: “Le grandi verità devono essere esposte con semplicità; ma deve essere fatto tutto il possibile per esprimerle con un linguaggio che conquisti, e non che offenda.”

Riguardo ai brani che potrebbero suscitare spiacevoli e amare controversie (NDT o reazioni), da parte dei cattolici o di altri, mia madre ha detto: “Tutto ciò che è stato detto nel The Great Controversy riguardo alle pretese del papa e del papato è vero. Molta della documentazione storica a sostegno di questi argomenti è stata volutamente distrutta; tuttavia, affinché i cattolici e altri credenti traggano dei benefici da questo libro, e per evitare di suscitare reazioni, sarà meglio che tutte le affermazioni relative agli assunti del papa e le pretese del papato siano formulate con moderazione e perché siano facilmente e chiaramente sostenute  da documenti storici che sono alla portata dei nostri pastori e studenti.”

In armonia con quanto affermato sopra, mia madre ha approvato appieno i seguenti cambiamenti:

Pagina 50. Vecchia edizione: “Oltre a ciò, il papa ha avuto l’arroganza di appropriarsi  i titoli della Divinità. Si fa chiamare `Signore Dio il Papa,’ pretende di essere infallibile e richiede che tutti gli uomini gli facciano omaggio. Pertanto, le stesse pretese mosse da Satana nel deserto della tentazione sono imposte da lui attraverso la chiesa di Roma, e la grande maggioranza delle persone sono pronte a rendergli omaggio.”

Nuova edizione: “Oltre a ciò, al papa sono stati destinati i titoli della Divinità. E’ stato chiamato `Signore Dio il Papa,’ed è stato dichiarato infallibile. Egli pretende che tutti gli uomini gli rendano omaggio. Le stesse cose che Satana ha preteso nel deserto della tentazione,

le pretende ancora mediante la chiesa di Roma e la grande maggioranza delle persone sono pronte a rendergli omaggio.”

(Alla fine di questo paragrafo nella nuova edizione, all’altezza delle parole  “Signore Dio il Papa,” il lettore trova una nota che rimanda ad una nota in appendice, dove viene spiegato che dove può trovare queste identiche parole, in latino,  in un testo autorizzato dalla legge canonica romana.)

Pagina 234. (in riferimento ai Gesuiti) vecchia edizione: “Avendo tagliato ogni legame terreno e  ogni interesse umano, ecc.”

Nuova edizione: “Avendo tagliato legami terreni e interessi umani, ecc.”

Pagina 235. Vecchia edizione: “Ma dietro questa facciata impeccabile, si celavano dei progetti criminali e di morte (NDT o assassini).”

Nuova edizione: Ma dietro questa facciata impeccabile, spesso si celavano dei progetti criminali e di morte.”

Pagina 567. Vecchia edizione: “La pretesa della Chiesa di avere il diritto di perdonare, induce il cattolico romano a sentirsi libero di peccare, ecc.”

Nuova edizione: “La pretesa della Chiesa di avere il diritto di perdonare, fa credere al cattolico che è libero di peccare, ecc.”

Pagina 266. Vecchia edizione: “I 1260 anni di supremazia papale iniziarono con l’apparizione del papato nel 538 d.C. e si conclusero pertanto nel 1798.”

Nuova edizione: “I 1260 anni di supremazia papale iniziarono nel 538 d.C. e si conclusero pertanto nel 1798.”

Pagina 439. Vecchia edizione: “Questo periodo, come affermato nei capitoli precedenti, iniziò con la establishment del papato nel 538 d.C., e terminò nel 1798. In quell’anno, quando il papato fu abolito e il papa fu fatto prigioniero dall’esercito francese, la Potenza papale subì una ferita mortale e la predizione si realizzò: `He that leadeth into captivity shall go into captivity.'”

Nuova edizione: “Questo periodo, come affermato nei capitoli precedenti, iniziò con la supremazia del papato, nel 538 d.C. e terminò nel 1798. In quell’anno, quando il papà fu fatto prigioniero dall’esercito francese, il papato subì una ferita mortale e la predizione si realizzò:`He that leadeth into captivity shall go into captivity.'”

Pagina 579. Vecchia edizione: “L’inflizione della ferita mortale si riferisce all’abolizione del papato nel 1798.”

Nuova edizione: “L’inflizione della ferita mortale si riferisce alla caduta del papato nel 1798.”

Pagine 580, 581. Vecchia edizione: “I Protestanti non si rendono conto di ciò che fanno quando pensano di accettare l’aiuto di Roma per esaltare la Domenica. Mentre loro (NDT i prot) sono intenti a realizzare i loro piani, Roma mira a ripristinare il suo potere e a riconquistare la perduta supremazia. La storia conferma la capacità e la persistenza di Roma nell’insinuarsi negli affari delle nazioni; una volta che è penetrata, realizza i suoi piani e può arrivare a distruggere popoli e principi. La chiesa romana difende apertamente che il papa ‘può emettere sentenze e giudizi che sono in contraddizione con i diritti delle nazioni, le leggi di Dio e degli uomini’.  E si ricordi che Roma si vanta di non cambiare mai. I princìpi di Gregorio VII e di Innocenzo III sono ancora gli stessi princìpi che governano la chiesa di Roma. Se avesse l’autorità, essa li praticherebbe con tutto il vigore manifestato nel passato. Una volta che il principio si afferma negli Stati Uniti, che la chiesa sia in grado di controllare il potere dello stato, e che osservanze religiose siano imposte da leggi dello stato, allora il trionfo di Roma su questa nazione è assicurato.”

Nuova edizione: La storia conferma la capacità e la persistenza di Roma nell’insinuarsi negli affari delle nazioni; una volta che è penetrata, realizza i suoi piani e può arrivare a distruggere popoli e principi. Nell’anno 1204 il papa Innocenzo III strappò da Pietro II, re di Aragona questo straordinario giuramento: “Io, Pietro, re di Aragona, prometto di essere sempre fedele e obbediente al mio Signore, Papa Innocenzo, ai suoi successori cattolici e alla chiesa Romana; prometto che il mio regno lo ubbidisca, che difenderò la fede cattolica e che perseguiterò gli eretici”. Questo episodio è in armonia con la pretesa del pontefice romano secondo il quale ‘per lui è legittimo deporre gli imperatori’ e che ‘egli può assolvere dei sudditi dalla loro fedeltà a governanti ingiusti.’

“E si ricordi che Roma si vanta di non cambiare mai. I princìpi di Gregorio VII e di Innocenzo III sono ancora gli stessi princìpi che governano la chiesa di Roma.  Se avesse l’autorità, essa li praticherebbe con tutto il vigore manifestato nel passato. I Protestanti non si rendono conto di ciò che fanno quando pensano di accettare l’aiuto di Roma per esaltare la Domenica. Mentre loro (NDT i prot.) sono intenti a realizzare i loro piani, Roma mira a ripristinare il suo potere e a riconquistare la perduta supremazia.

La storia conferma la capacità e la persistenza di Roma nell’insinuarsi negli affari delle nazioni; una volta che è penetrata, realizza i suoi piani e può arrivare a distruggere popoli e principi. La chiesa romana difende apertamente che il papa ‘può emettere sentenze e giudizi che sono in contraddizione con i diritti delle nazioni, con le leggi di Dio e degli uomini. Una volta che il principio si afferma negli Stati Uniti, che la chiesa sia in grado di controllare il potere dello stato, e che osservanze religiose siano imposte da leggi dello stato, allora il trionfo di Roma su questa nazione è assicurato.”—Lettera di/ a  W. C. White, 25 Luglio 1911.

D11-03. The Great Controversy

(Una dichiarazione esposta da W. C. White al concilio della Conferenza Generale il 30 Ottobre 1911)

Rivolgendosi ai presenti, il pastore W. C. White disse:

“E’ con gioia che vi presento una dichiarazione relativa l’ultima versione in inglese de The Great Controversy.

“Circa due anni fa ci fu detto che the electrotype plates per/di questo libro, usate alla Pacific Press, alla Review and Herald e alla International Tract Society (Londra), erano così logore che il libro doveva  be reset and new plates made. Questo lavoro è stato fatto alla Pacific Press. Sono state prodotte quattro sets of plates, uno per ognuno dei nostri offices in Washington, Mountain View, Nashville e Watford.

“Ecco cosa scrissi il 24 Luglio 1911 in una lettera spedita ai direttori delle nostre case editrici: [Copia della lettera fu spedita a “Our General Missionary Agents.”]

“Dopo aver consultato pastori, colportori e altri amici del libro, abbiamo creduto che fosse la cosa migliore, impostare il testo in modo tale che la nuova edizione corrispondesse il più possibile alla vecchia. E sebbene non abbiamo potuto utilizzare gli stessi caratteri, le pagine corrispondono. Ogni capitolo nella nuova edizione inizia e finisce alle stesse pagine della vecchia edizione.

“Il cambiamento più visibile nella nuova edizione riguarda il miglioramento delle illustrazioni. L’intestazione di ognuno dei 42 capitoli, ma anche la prefazione, l’introduzione e l’indice sono stati arricchiti con una bella immagine; alcune illustrazioni sono state sostituite con una decina di nuove immagini, le dimensioni di una pagina.

Le 13 appendici della vecchia edizione, che occupavano 13 pagine, sono state sostituite da 31 note che ora occupano 12 pagine. Queste sono quasi tutte reference notes, fornite per aiutare il lettore che desidera approfondire lo studio, a trovare prove storiche a sostegno delle affermazioni presenti nel libro.

“`Le Note Biografiche sono state eliminate e l’indice è passato da 12 a 22 pagine, per facilitare notevolmente la ricerca di specifici brani.

“Il contenuto del libro è stato arricchito con l’introduzione di riferimenti storici. Nella edizione precedente erano presenti oltre 700 riferimenti biblici, ma erano molto pochi i riferimenti storici relativi alle autorità citate o alle quali si faceva riferimento. Nella nuova edizione il lettore troverà oltre 400 riferimenti che rimandano a 88 autori e fonti bibliografiche.

“Presentammo a mia madre le richieste di alcuni dei nostri colportori, i quali chiedevano che nella nuova edizione non fossero presenti solo le referenze bibliche ma anche delle note che si riferiscono agli eventi storici citati. Lei ci chiese di fare delle ricerche e di aggiungere questi riferimenti storici. Ci chiese inoltre di verificare le citazioni e di correggere le eventuali imprecisioni; mia madre precisò che qualora le citazioni provenissero da traduzioni diverse, dovevamo scegliere le citazioni la cui traduzione risultasse più esatta e fedele.

“La ricerca dei testi citati dagli storici à stata impegnativa e la verifica di tali citazioni ha indotto a fare alcuni cambiamenti nel testo del libro. Questo lavoro è più evidente con le citazioni tratte dal libro History of the Reformation, di J. Merle D’Aubigne. Abbiamo scoperto che ne esistevano almeno sei diverse traduzioni in inglese, inglese americano e britannico, che esprimevano gli stessi pensieri, ma con diverse parole; nella vecchia edizione de The Great Controversy tre di queste traduzioni furono usate , tenuto conto della chiarezza e la bellezza del linguaggio. Ma in seguito abbiamo saputo che solo una di queste numerose traduzioni era stata approvata dall’autore; è quella utilizzata dalla American Tract Society nelle edizioni successive.

Pertanto, le citazioni tratte dal libro di D’Aubigne in questa nuova edizione de The Great Controversy sono state tratte da questa traduzione approvata.

“`In svariate occasioni sono state utilizzate nuove citazioni di storici, predicatori e scrittori contemporanei per sostituire le vecchie citazioni sia perché le nuove sono più incisive o perché non siamo riusciti a rintracciare le vecchie. Ogni volta che abbiamo cambiato qualcosa, mia madre ha valutato le sostituzioni che avevamo proposto e ha approvato i cambiamenti.

“Potrà essere notato che cambiamenti di questo genere sono stati fatti alle pagine 273, 277, 306-308, 334, 335, 387, 547, 580, e 581.

“Ci sono ancora alcune decine di citazioni nel libro per le quali non siamo stati in grado di rintracciarne l’autore. Fortunatamente esse hanno a che fare con argomenti che non dovrebbero essere oggetto di dispute e contenziosi.

“Per quanto riguarda  l’ortografia, la punteggiatura e le parole in maiuscolo, dei cambiamenti sono stati fatti per uniformare questo libro allo stile degli agli altri volumi della serie.

“In otto o dieci posti i riferimenti cronologici sono stati aggiornati a causa del periodo di tempo che à trascorso rispetto alla prima edizione.

“Alcune espressioni sono state cambiate con lo scopo di evitare il rischio di offendere qualcuno. Per esempio la parola “Romish” è stata cambiata in “Romano” o “Romano Cattolico.” In due posti l’espressione  “divinità di Cristo” (NDT ingl. Divinity) è stata cambiata in “deità (NDT inglese deity) di Cristo.” E le parole “tolleranza religiosa” sono state sostituite con “libertà religiosa.”

“Le dichiarazioni fatte alle pagine 285-287 riguardo alle azioni dell’Assemblea e i suoi blasfemi decreti contro la religione e la Bibbia sono stati riformulate per far capire che l’Assemblea abolì e successivamente ristabilì non solo la Bibbia ma anche Dio ed il Suo culto.

“Nella nuova edizione, il sorgere del papato nel 538 e il suo crollo del 1798 sono descritte con le parole “supremazia” e “caduta” al posto di “inizio” and “abolizione,” presenti nella vecchia edizione.

“In ognuno di questi punti sono state utilizzate espressioni più accurate, le quali sono state approvate dall’autore del libro.

“Alle pagine 50, 563, 564, 580, 581 e in alcune altre pagine erano presenti delle affermazioni sul papato che sono state aspramente criticate dai Cattolici Romani e che sono difficilmente documentabili, ma nella nuova edizione le parole sono state cambiate e le affermazioni dell’autrice sono più facilmente documentabili.

“Riguardo a questi brani e altri simili che hanno suscitato aspre reazioni e controversie, mia madre ha spesso detto: “Ciò che ho scritto sull’arroganza e le presunzioni del papato, è vero. Molte delle prove storiche relative a certe questioni sono state distrutte intenzionalmente; tuttavia, affinché anche i cattolici e altri possano beneficiare del libro, e per evitare inutili controverse, è meglio usare espressioni più pacate per descrivere le pretese del papa e del papato, usando parole che siano facilmente capite e sostenute da prove storiche che sono a disposizione di pastori e studenti.”

“Se avete sentito di voci secondo le quali alcune parti della nuova edizione sono state cambiate contro la volontà di mia madre, o senza che lei ne fosse a conoscenza, vi posso assicurare che tali voci sono false e non meritano alcuna considerazione.'”

Brani tratti dalla vecchia e la nuova versione sono stati letti e confrontati per illustrare (NDT:?)  the statement read from the speaker’s letter del 24 Luglio. Poi il fratello White disse:

“Da quando è stata stampata la nuova edizione, a mia madre piace moltissimo rileggere il libro. Quando vado a casa sua, ogni mattina, ne parla e mi dice che le piace rileggerlo e che è lieta di vedere che il lavoro che abbiamo svolto per perfezionare questa edizione sia stato realizzato quando lei era ancora in vita, e di essere stata in grado di dirigere ciò che è stato fatto.

“Mia madre non ha mai detto di essere un’autorità sulla storia. Le cose che lei ha scritto sono descrizioni di immagini-flash e di altre rappresentazioni che le sono state date sulle gesta di certi uomini  e di visioni relative alla storia passata, presente e futura. Nel mettere per iscritto queste visioni lei ha utilizzato chiare e affidabili affermazioni storiche per aiutare il lettore a capire facilmente le cose che lei ha cercato di presentare. Quando ero un ragazzino ascoltavo mentre mia madre leggeva a mio padre il libro di D’Aubigne, History of the Reformation. Lei gli lesse grandi porzioni, tratte dai cinque libri che componevano l’opera. Mia madre ha letto anche altre storie della Riforma. Queste letture l’hanno aiutata a situare e descrivere molti degli eventi che le sono stati presentati mediante delle visioni. Questa esperienza è simile a quella che lei ha, quando lo studio della Bibbia la aiuta a localizzare e descrivere le numerose rappresentazioni figurative che lei riceve, sugli sviluppi della grande presente controversia tra la verità e l’errore.

“Mia madre non ha mai sostenuto l’ispirazione verbale (NDT o letterale) (vedasi Introduzione del The Great Controversy, pp. 11 e 12), e non mi risulta che mio padre o i fratelli Bates, Andrews, Smith o Waggoner l’abbiano mai sostenuta. Se mia madre avesse scritto dietro ispirazione verbale, perché dovrebbe fare un lavoro di aggiunta e di adattamento?  E’ una realtà che mia madre spesso riprende in mano uno dei suoi manoscritti e lo rilegge attentamente per fare delle aggiunte o per sviluppare ulteriormente un pensiero.”

“La prima edizione di questo libro fu pubblicata in California nel 1884. Quando il terzo volume de Spirit of Prophecy fu pubblicato, del materiale fu escluso. Parte di questo materiale fu pubblicato sotto forma di opuscolo e fu distribuito; poco dopo ci si aspettò che mia madre avrebbe/avesse  immediatamente aggiunto materiale a tale opuscolo, per preparare il quarto volume della serie. Prima che mio padre morisse, egli fece la promozione del libro Spirit of Prophecy, volume IV.

“Quando mia madre finì di preparare il quarto volume, lei e chi collaborava con lei in vista della sua pubblicazione, pensarono che in questo modo si potesse realizzare il progetto di mio padre. Tenemmo anche conto del fatto che tale libro fu scritto per gli avventisti che vivevano negli Stati Uniti. Pertanto, non senza difficoltà, il materiale fu compresso per portare il volume alla stessa dimensione degli altri libri della serie.

“Più tardi, quando si decise che il libro poteva essere venduto a tutti, gli editori took the plates e stamparono una edizione su fogli più grandi. Furono inserite delle illustrazioni e un esperimento fu fatto vendendo il libro in abbonamento a $1.50.

“Nel 1885 mia madre ed io fummo mandati in Europa e in quell’occasione nacque la proposta di tradurre il libro in tedesco, francese, danese e svedese. Riflettendo su questa proposta, mia madre decise di aggiungere del materiale.

“I contatti di mia madre con persone europee le fecero ritornare alla mente decine di eventi che gli furono presentati in visione durante gli anni trascorsi negli Stati Uniti, certe visioni si sono ripetute due o tre volte, altre scene anche più frequentemente. L’aver visitato molti luoghi storici e l’aver incontrato tante persone, risvegliarono in lei molti ricordi relativi a questi eventi e decise pertanto di aggiungere molto materiale al libro. Questo fu fatto e i manoscritti furono preparati per la traduzione.

“Una volta rientrati in America, fu pubblicata una edizione alquanto più voluminosa. In questa edizione non è presente del materiale che era contenuto nella prima edizione in inglese. La ragione per cui fu fatto questo cambiamento è che la nuova edizione era destinata ad essere diffusa a livello mondiale.

“Durante il suo ministerio mia madre ha rivelato una capacità di attingere dai tesori della verità materiale che sia adatto ai bisogni della congregazione alla quale si rivolge; ha sempre pensato che nel selezionare materiale da essere pubblicato nei suoi libri la scelta dovesse essere fatta con grande attenzione, tenendo conto dei bisogni di coloro che un giorno avrebbero letto il libro.

“Pertanto quando la nuova edizione de The Great Controversy fu pubblicata nel 1888, furono escluse circa venti pagine – quattro o cinque tutte insieme — che risultavano utili per gli avventisti residenti in America, ma che non erano appropriate per lettori di altri parti del mondo.

“Molte delle ricerche relative a citazioni storiche usate per le edizione sia americana che europea de The Great Controversy sono state realizzate a Basel, dove avevamo accesso alla grande biblioteca del pastore Andrews, e dove i traduttori avevano accesso alle biblioteche universitarie.

“Quando si trattò di ricercare riferimenti storici, non fummo in grado di trovare le citazioni a sostegno. In alcuni casi furono trovate altre citazioni, che affermavano la stessa cosa, provenienti da altre fonti storiche. Trovammo tali citazioni in libri che erano disponibili in molte biblioteche pubbliche. Quando spiegavamo a mia madre che non potevamo trovare una specifica citazione, le mostravamo un’altra citazione, che diceva la stessa cosa; e lei diceva: `Usate la citazione per la quale avete la referenza di modo che se il lettore desidera risalire alla fonte, potrà farlo.’ Pertanto, alcune informazioni storiche sono state sostituite.

“Ora, in riferimento ad affermazioni secondo le quali delle persone a Washington, o membri del comitato della Conferenza Generale, abbiano fatto questo o quello, cose giuste o sbagliate in relazione a questo libro, è importante che siano fatte delle dichiarazioni chiarificatrici.

“I nostri fratelli di Washington e di Mountain View hanno fatto solo ciò che è stato loro richiesto. Come affermato in precedenza, ci siamo consultati con i responsabili del Dipartimento delle Pubblicazioni, con i colportori dello Sato (ingl. State canvassing agents) e con i membri dei comitati delle pubblicazioni non solo a Washington, ma anche in California. Chiesi loro di identificare i brani che potevano essere oggetto di una revisione, in vista della preparazione della nuova edizione del libro.

“Quando alcuni espressero delle perplessità su alcune informazioni di carattere storico, chiedemmo loro di fornirci dichiarazioni scritte che ci potessero aiutare nella nostra ricerca. E fecero proprio questo, niente di più. Tutte le decisioni relative a cosa dovesse essere cambiato e cosa dovesse essere pubblicato o no parola per parola seguendo il testo della prima edizione, venivano prese nell’ufficio di mia madre, da persone impiegate da lei e che lavoravano sotto la sua direzione. Pertanto è fuori luogo accusare il comitato della Conferenza Generale o gli uomini colti (ingl.  literary men) a Washington, o il libro (NDT? against the book), di aver fatto qualcosa in connessione con questa opera.

“Siamo molto grati ai nostri fratelli di Washington e a molti altri, per aver cercato con pazienza e fedeltà quei passi che potevano essere oggetto di critica da parte dei cattolici o altre persone. Siamo profondamente grati anche per l’assistenza dei nostri fratelli in Inghilterra e nel Continente (NDT?), e anche ai fratelli in Boston, New York e Chicago, per averci aiutato cercando e verificando nelle grandi biblioteche quelle citazioni alle quali era difficile risalire. Hanno svolto questo lavoro dietro nostra richiesta assistendoci in qualcosa che pensavamo dovesse essere fatto. I risultati di tali ricerche sono visibili nelle note a piè di pagina e nell’appendice.

“L’appendice nel vecchio libro, come ricorderete, era di natura in parte esplicativa e in parte apologetica; ma abbiamo reputato che tali note non fossero più necessarie. Le 31 note nella nuova edizione sono essenzialmente dei riferimenti relative ad affermazioni storiche che mostrano la correttezza delle affermazioni contenute nel libro. Abbiamo creduto che

i lettori attenti avrebbero apprezzato queste referenze che rimandano a dichiarazioni di storici ben conosciuti.” — W. C. White, 24 Luglio 1911.

D11-02. Ellen G. White approva il Progetto

“Ieri e di nuovo stamani ho letto la lettera scritta da W. C. White ai nostri agenti della General Missionary, e la sua lettera rivolta ai membri della nostra Commissione Pubblicazioni, relativa alla nuova edizione de The Great Controversy.

E ora desidero dirle che ciò che egli ha scritto riguardo ai miei desideri, le mie decisioni e le mie istruzioni relative a questa opera, è vero e corretto.”

(Firma) Ellen G. White — Lettera 57, 1911. (Scritta a St. Helena, California, 27 Luglio 1911.)

D11-01. Introduzione

[The Great Controversy fu pubblicato nella sua edizione ampliata, durante l’estate del 1888. Ellen G. White aveva fornito delle  lastre di stampa identiche sia alla Review and Herald sia alla Pacific Press. Dopo che fu creata la Southern Publishing Association, anch’essa ricevette le lastre. Tutte le case editrici stamparono utilizzando queste lastre fino al 1907 anno in cui fu necessario riparare alcune delle lastre ormai logore. A quel tempo furono riviste alcune illustrazioni. Alcuni anni più tardi fu notato che le lastre logore dovevano essere sostituite con delle nuove e che le stampe del libro dovevano essere rifatte. Come spiegato da Ellen  White a pagina 12, fu questa circostanza che la indusse a fare una leggera revisione del libro. Fu naturale che qualunque cambiamento avesse subìto il libro di Ellen White, ormai da tempo in circolazione, avrebbe suscitato un dibattito sull’ispirazione e le sue conseguenze sul libro in questione. Le dichiarazioni che compongono questo documento forniscono le informazioni relative alla nuova edizione de  The Great Controversy che apparve nel 1911.–Arthur L. White.]

D10-35. Lo Spirito Santo insegna le Verità lasciando tracce indelebili

Un punto risulta molto chiaro. Per Ellen White i libri che esponevano il tema del Gran Conflitto davano corpo a ciò che il Signore le aveva rivelato. Parlò e scrisse su questo punto ripetute volte. Della collana Conflict, prima che Prophets and Kings e The Acts of the Apostles fossero pubblicati, scrisse:

Quanti hanno letto attentamente Patriarchs and Prophets, The Great Controversy e The Desire of Ages? Vorrei che tutti comprendessero che ho un’incrollabile fiducia nella luce che Dio mi ha dato, perché so che la Potenza dello Spirito Santo ha esaltato la verità, l’ha resa degna di onore, dicendo: “This is the way, walk ye in it.” Nei miei libri la verità è proclamata, barricata dietro un “Così dice il Signore.” Lo Spirito Santo ha scritto queste verità sul mio cuore e la mia mente in modo indelebile, così come il dito di Dio ha tracciato la legge sulle tavole di pietra.—Colporteur Ministry, p. 126. (NDT Testo tradotto in italiano?)

Scrivendo specificatamente del The Great Controversy, la sor. afferma:

E’ stato lo Spirito del Signore che mi ha spinto a scrivere questo libro …Il Signore ha messo davanti a me degli argomenti di grande attualità e di estrema importanza e che si proiettano nel futuro. Queste sono le parole che mi sono state rivolte con solennità: “Scrivi in un libro le cose che hai visto e udito  e che questo libro raggiunga tutti gli uomini; poiché ben presto la storia passata si ripeterà.” Sono stata svegliata all’una, le due, le tre di mattina da argomenti che hanno profondamente impressionato la mia mente, come se mi avesse parlato la voce di Dio.—Ibid., pp. 127, 128.

Questo è un semplice resoconto storico che riguarda la storia de The Great Controversy  –  un resoconto che descrive bene i settanta anni di ministerio di Ellen White –  e la produzione di libri letti da milioni di persone e tradotti in numerose lingue.

Washington, D.C.
12 Maggio 1969

D10-34. Problemi di cronologia

Sono presenti alcuni problemi di carattere cronologico sia nella Bibbia che negli scritti di  Ellen G. White. Chi sostiene il concetto d’ispirazione letterale/verbale si troverà davanti ad un problema difficile da risolvere. Per coloro che comprendono come in realtà i profeti ricevono rivelazioni dal Signore, tali problemi non attaccano l’affidabilità dei testi. E’ opportuno chiedersi: La validità del resoconto storico è legata alla cronologia? Non è rischioso dare troppo peso a questo tipo di problemi?

Su questo punto W. C. White, che lavorò per anni molto vicino a Ellen G. White, in una lettera scritta il 4 novembre 1912 a W. W. Eastman fa la seguente osservazione:

Credo che sia pericoloso dare troppo peso alla cronologia. Se essa fosse stata necessaria alla salvezza dell’uomo, Dio ci avrebbe dato una chiara e armoniosa comprensione della cronologia del mondo; il Signore non avrebbe permesso che ci fossero discrepanze che troviamo negli scritti degli storici biblici; credo che in questi ultimi giorni non dovremmo suscitare controversie che riguardano le cronologie.

Negli scritti di Ellen G. White cronologie appaiono frequentemente. Vale la pena fare una ricerca. Otto pagine dell’Index (543-551) sono dedicate a enumerare le cronologie presenti nei libri della sor. White. Va notato che alcuni punti sono trattati con precisione e altri in cui  i riferimenti sono casuali e formulati in termini generici.

D10-33. Fino a che punto possiamo dipendere dalla sor. White?

Fino a che punto possiamo dipendere dalla sor. White? Dove poniamo i limiti? C’erano alcuni punti nel resoconto storico de The Great Controversy  sui quali Ellen White era confrontata  e sui quali lei non ha ceduto, a causa delle visioni. Si noti la dichiarazione di W. C. White citata in precedenza. Essa appare nello stesso documento che contiene la frase “mia madre non ha mai preteso di essere un’autorità su questioni storiche”:

“Alle pagine 50, 563-564, 580, 581 e in qualche altra pagina ci sono dichiarazioni riguardanti il papato, che sono fortemente opposte dai Cattolici Romani e che sono difficili da documentare con le fonti storiche disponibili; le parole nella nuova edizione sono state cambiate in modo tale che le affermazioni siano facilmente documentabili con fonti storiche facilmente reperibili.

“Riguardo a questi paragrafi e altri simili, che rischiano di suscitare amare e fastidiose controversie, mia madre ha spesso detto: ‘Ciò che ho scritto sull’arroganza e le presunzioni del papato, è vero. Molta della documentazione storica relativa a queste problematiche è stata deliberatamente distrutta; tuttavia, affinché i cattolici ed altri possano beneficiare al massimo dal libro, e al fine di evitare di suscitare inutili controversie, è meglio che le dichiarazioni relative alle presunzioni e le rivendicazioni del papato siano  formulate in modo più moderato in modo tale che la documentazione storica a sostegno sia facilmente reperibile per pastori e studenti.’” (corsivo aggiunto.)

(NDT inglese non chiaro, mi spiace) Here in a historical area was a basic concept brought to Ellen White by vision. Le modifiche effettuate da Ellen White for reasons quite different from inconsequential details concerning which she made no claim for “authority.”

W. C. White nella sua dichiarazione del 1911 fa riferimento anche alle rivelazioni che Ellen White relative alla storia della Riforma Protestante del sedicesimo secolo: NDT Gran Conflitto

Mother’s contact with European people had brought to her mind scores of things that had been presented to her in vision during past years, some of them two or three times, and other scenes many times. Her seeing of historic places and her contact with the people refreshed her memory with reference to these things, and so she desired to add much material to the book. This was done.—The  Great Controversy, 1911 ed., p. 5.

D10-32. I dettagli riguardanti la storia e date storiche

Per quanto riguarda la cronologia, troviamo una dichiarazione molto interessante che W. C. White scrisse il 4 Novembre 1912, in una lettera indirizzata a W. W. Eastman, un dirigente nell’opera delle pubblicazioni:

Per quanto riguarda gli scritti di mia madre e il loro uso  come punti di riferimento storici e cronologici, mia madre non ha mai desiderato che i fratelli considerassero tali scritti come autorevole fonte di dettagli riguardanti la storia o date storiche. Le grandi verità rivelate a mia madre riguardo al conflitto tra il bene e il male, tra la luce e l’oscurità, le sono state date in diverse maniere, ma soprattutto mediante visioni lampo  flashlight  su grandi eventi che hanno avuto luogo nella vita di individui, nelle esperienze di chiese, in gruppi di riformatori e nella vita di nazioni. Ciò che le è stato rivelato lei lo ha messo per iscritto  dapprima brevemente nel libro Early Writings, poi in modo più dettagliato e completo in Spiritual Gifts e in Spirit of Prophecy, e alla fine nella collana The Great Controversy.

Quando mia madre metteva per iscritto le esperienze dei Riformatori e del grande Movimento dell’Avvento del 1844, spesso presentava una prima, parziale descrizione di alcune scene che le erano state presentate. In un secondo momento avrebbe aggiunto del materiale e in una ulteriore occasione avrebbe reso la presentazione ancora più completa e dettagliata. Ho visto mia madre scrivere su un soggetto quattro o cinque volte, per poi lamentarsi perché non riusciva a trovare le parole adatte per descrivere con precisione e chiarezza un argomento.

Quando stave scrivendo i capitoli del Great Controversy, a volte faceva una descrizione parziale di un importante evento storico, e quando la sua dattilografa che stava preparando i manoscritti per la tipografia, chiedeva a maia madre informazioni su date e luoghi, lei diceva che tali informazioni potevano essere trovate in opere storiche serie e affidabili. Chiedeva che fossero inserite le date fornite da questi storici. Altre volte nello scrivere ciò che le era stato presentato, mia madre trovava delle descrizioni di eventi e presentazioni di dottrine così ben esposti nei libri della nostra denominazione, che lei copiò le parole da questi libri. [Vedasi le sue affermazioni nella ‘Introduzione’ del The Great Controversy]

Quando Controversy fu scritto, mia madre non ha mai pensato che i lettori lo reputassero una fonte autorevole di date storiche  o che il libro potesse essere utilizzato per appianare controversie relative a dettagli di carattere storico; mia madre non crede che il suo libro debba essere usato in questo modo. Mia madre ha molto rispetto per il lavoro svolto da storici competenti che hanno dedicato anni allo studio dei grandi piani di Dio presenti nelle profezie  e nella loro realizzazione storica. (NDT ? Italics supplied.)

D10-31. Una illustrazione documentata

Uno dei punti sui quali Ellen White si soffermò quando fu invitata a riesaminare il suo libro The Great Controversy, punto che appare nella sua Lettera n. 56 del 1911, riguarda il suo resoconto sul massacro di San Bartolomeo. Il The Great Controversy, versione del 1888, alla pagina 272 lei afferma:

La grande campana del palazzo, fatta suonare nel mezzo della notte, dette il segnale per far iniziare il massacro.

Ora (NDT ?) fu informata che storici differivano su quale campana avrebbe dato il segnale: 1. La campana del palazzo 2. La campana del palazzo di giustizia o 3. La campana della chiesa di San Germano. Tutte e tre si trovavano a poca distanza l’una dall’altra. Il piano voleva che la campana del palazzo desse il segnale e alcuni storici affidabili affermano che ciò successe. Altri non sono d’accordo. Segue la documentazione conservata negli archivi del White Estate, che ha a che fare con la revisione del 1911:

Criticism: Tutti i resoconti storici che trattano la Rivoluzione Francese che ho potuto consultare, affermano che il piano originale fosse che la campana del palazzo desse il segnale, ma che a causa di alcune circostanze particolari, il segnale fu dato dalla campana della chiesa di San Germano.

Resoconto di Wylie: Erano ormai le ore 23 di sabato sera  e il massacro era previsto che iniziasse all’alba … Il segnale di inizio era previsto che fosse il suono delle grandi  campane del Palazzo di Giustizia…. La regina-madre incapace di sopportare lo stress dell’attesa, o per timore, come suggerisce  Maimbourg, che Charles, “profondamente disturbato dall’idea di questa orribile carneficina, revocasse l’ordine dato,” anticipò il segnale facendo suonare, alle due del mattino, le campane di St. Germain l’Auxerois, chiesa che si trovava più vicino al palazzo di Giustizia.

Poco dopo lo scampanio avesse rotto il silenzio, si sentì un colpo di pistola. Il re balzò in piedi e convocò un servitore e gli ordinò di fermare il massacro. Era troppo tardi; lo spargimento di sangue era iniziato. La grande campana del palazzo fu fatta squillare e poco dopo seguirono tutti gli altri campanili di Parigi; cento  campane a martello si misero a suonare all’unisono.—History of Protestantism, vol. 2, pp. 600-602.

Testimone Oculare: Non appena fu fatta squillare la campana del palazzo, ovunque si levò un grido: “Alle armi! E la gente si mise a correre,” ecc. — Resoconto del massacro da parte dello “statista e affidabile storico De Thou (1553-1617), che da giovane fu testimone del massacro di San Bartolomeo.”—Citato in Readings of European History, di J.H. Robinson, cap. 28, sez. 6 (No. 286), pp. 180-182.

New International Encyclopedia: Dalla torre del palazzo reale fu lanciato il segnale perché iniziasse la festa sanguinaria. — Art Bartholomew.

Ellen White, in visione, aveva visto e udito ciò che ebbe luogo. Sentì lo squillo della campana che dette il segnale e vide ciò che seguì. E’ molto improbabile che l’angelo le abbia detto da quale campanile provenisse il rintocco. Questo dettaglio non rientra in ciò che Henry Alford ha descritto come “alcuni punti di scarsa importanza, la cui mancanza di accuratezza è lasciata alla ricerca umana”? La sor. White accettò ciò che scrisse un affidabile storico che precisava che lo squillo veniva dal palazzo. Quando la sorella apprese che la questione era circondata da incertezza, riformulò la frase:

A bell, tolling at dead of night, was a signal for the slaughter.—The Great Controversy, 1911 ed., p. 272.

(NDT Vedasi traduzione in Italiano)

Avendo questo punto scarso significato, Ellen White rimosse dal The Great Controversy quelle parole che qualcuno poteva essere tentato di utilizzare per mettere fine ad un dibattito su di un punto di un’importanza minima.

D10-30. La questione dell’autorità su informazioni di carattere storico

Un’affermazione di William White al Concilio Autunnale del 1911 è particolarmente interessante. Egli dichiarò: “Mia madre non ha mai preteso di essere un’autorità in questioni storiche.” (Vedasi p. 4). Questa frase è stata utilizzata spesso nell’ambito di alcune discussioni e di certe affermazioni relative all’ispirazione degli scritti di Ellen G. White. Quest’affermazione è simile a quella dove Ellen White dichiara: “Non pretendo di essere una profetessa” (ingI. do not claim to be a prophetess), fatta / espressa nella chiesa di Battle Creek il 2 Ottobre 1904. (Vedasi Selected Messages, libro 1, pp. 31-35.) Queste parole, prese da sole, possono essere fuorvianti. Sono state spesso citate al di fuori del loro contesto. Ma se si tiene conto della sua esperienza di vita, delle sue numerose allusioni alla sua opera profetica e delle spiegazioni che lei stessa ha dato, la questione appare chiara.

Allo stesso modo, l’affermazione di W.C. White, approvata da Ellen G. White: “Mia madre non ha mai preteso di essere un’autorità su questioni storiche,” è correttamente utilizzata solo alla luce dell’insieme di affermazioni fatte nel 1911 da W. C. White, di altre sue dichiarazioni e di altre affermazioni della stessa White.

Le problematiche sono le seguenti: 1. Era il caso di revisionare The Great Controversy, un libro ispirato, anche se il lavoro era stato svolto da Ellen White o sotto la sua supervisione? 2. (NDT inglese non chiaro) Did the Ellen G. White use of historical quotations as a part of her record impart inspiration or a seal of inerrancy to the statements quoted? 3. Poiché The Great Controversy è considerato un libro ispirato, è normale che nella mente degli avventisti i minimi dettagli storici che esso contiene abbiano la priorità, dovessero essere presenti delle divergenze con alcuni dati storici? In altre parole, ci si potrebbe servire degli scritti storici di Ellen White per correggere la storia in tutti i suoi minimi dettagli?

Se difendessimo l’ispirazione verbale (Letterale), ciò potrebbe essere possibile. Quello che W. C. White intendeva fare quando dichiarò “mia madre non ha mai preteso di essere un’autorità su questioni storiche” era di tentare di prevenire un utilizzo inappropriato degli scritti di E. G. White per riconciliare minori punti di disaccordo tra storici. Essendo a conoscenza del modo in cui sua madre ricevette la luce, credette che la posizione che avevano preso alcune persone era ingiustificata. Segue una utile illustrazione.

D10-29. I concetti base e i dettagli di minore importanza

Alla sor. White le furono rivelati ad ogni occasione minuziosi dettagli relativi a nomi, luoghi e date connessi a certi eventi? L’evidenza non lo conferma. Nelle visioni lei vede il realizzarsi degli eventi. Gli eventi più significativi della storia del conflitto costituiscono la parte importante, il concetto base. Dettagli e informazioni di minore rilevanza avevano un’importanza minima. Alcune di queste informazioni potevano essere attinte dai sacri scritti, altre da normali fonti di conoscenza, e altre da opere storiche affidabili. Evidentemente Dio nella Sua provvidenza non reputò essenziale impartire minuziosi dettagli mediante visioni. Tutto ciò ci induce a chiederci come opera l’ispirazione e quanto abbiamo il diritto di pretendere qualcosa dalla rivelazione divina.

Su questo punto, W. C. White, a seguito della sua affermazione secondo la quale “mia madre non ha mai preteso di essere un’autorità su questioni storiche” e dopo aver spiegato come la luce le fu data, scrisse:

Mia madre non ha mai di detto di credere nell’ispirazione verbale, [vedasi ‘Introduction’ in The Great Controversy, pagine 11 e 12], e lo stesso dicasi di mio padre, i pastori Bates, Andrews, Smith o Waggoner.

Se lei avesse scritto sotto ispirazione verbale, perché avrebbe dovuto svolgere un’opera di aggiunta e adattamento (/revisione / ritocco)? E’ un fatto noto che mia madre spesso riprende in mano i manoscritti per esaminarli con attenzione, facendo aggiunte e per sviluppare maggiormente alcuni pensieri.

Su questo punto, alla Conferenza Generale del 1883 fu rilasciata un’importante dichiarazione:

Noi crediamo che la luce che Dio ha dato ai suoi servitori passi per l’illuminazione della mente, suscitando quindi dei pensieri, e non (ad eccezione di alcuni rari casi) dettando le parole con le quali le idee dovrebbero essere espresse.—Review and Herald, 27 Novembre 1883.

Henry Alford, apprezzato teologo Britannico, nel suo libro New Testament for English Readers (1875), discute sull’ “ispirazione degli evangelisti e altri scrittori del Nuovo Testamento”. Egli presenta le cose in modo tale che possiamo completamente essere d’accordo con lui.[2] Al punto 11, egli suggerisce che il modo con il quale le menti degli apostoli sono guidate della Spirito Santo nella loro ricostruzione del racconto evangelico “permette di avere molte variazioni su certi punti, con conseguenze minime,” ed egli precisa:

Due uomini, entrambi ispirati dallo Spirito Santo, registrano gli eventi nella vita del nostro Signore. Uno crede e mette per iscritto che la visita ai Gadareni ebbe luogo prima della chiamata di Matteo, mentre l’altro la colloca dopo tale evento; uno parla della presenza di due indemoniati, l’altro solo di uno.—Preliminary Chapter, pag. 23.

Parlando sempre di questi punti d divergenza di secondaria importanza, Alford continua:

14. Non si tratta soltanto della sistemazione cronologica di alcuni eventi del racconto evangelico. Ci sono alcuni punti di minore importanza che mancano di accuratezza, punti sui quali, per mancanza di ricerca, vengono date informazioni vaghe e imprecise. Ad esempio quando si tratta di distanze tra due luoghi o di fornire riferimenti ad eventi naturali. Su queste questioni gli evangelisti e gli apostoli non erano stati informati in modo sovrannaturale ma si sono basati sulle loro conoscenze naturali. — Ibid., p. 24.

Nel descrivere il tragitto verso Emmaus, Luca ci informa, secondo la versione KJV, che questa cittadina “era distante da Gerusalemme circa sessanta furlong.” (ingl. threescore furlongs) Ellen White nel suo commento in The Desire of Ages, pagina 795, descrive  Emmaus come “una piccolo cittadina distante otto miglia da Gerusalemme.” (NDT vedasi libro in italiano) Nel libro Testimonies, volume 9, pagina 173, Ellen White dice che Loma Linda dista “circa quattro miglia da Redlands.” Potremmo chiedere: Fu lo Spirito Santo a impartire questa informazione relative alla “distanza convenzionale” tra le due città, o gli scrittori profetici per questa informazione di scarsa importanza attinsero dalle loro normali conoscenze note a tutti?

Nel commentare sul numero di camere di cui era composto il Paradise Valley Sanitarium, e sul fatto che in una lettera personale lei scrisse che tale edificio aveva 40 camere, ma che in realtà ne aveva 38, ella scrisse:

Le informazioni relative al numero di camere del Paradise Valley Sanitarium fu dato non come una rivelazione proveniente dal Signore, ma come una semplice opinione umana. Non mi è stato mai rivelato il numero esatto di camere di nessuno dei nostri sanitariums; e quello che so l’ho saputo chiedendo a persone che dovevano avere le informazioni che ricercavo. Quando parlo di argomenti comuni niente dovrebbe far credere che io ho ricevuto tali informazioni in visione, e lo specifico ….

Quando lo Spirito Santo rivela delle cose relative alle istituzioni che hanno a che fare con l’Opera di Dio, o con l’opera che Dio compie nelle menti e nei cuori umani, come lo Spirito ha rivelato attraverso di me nel passato, tale messaggio deve essere considerato come una luce data da Dio destinata a coloro che ne hanno bisogno. Ma se qualcuno mescola le cose sacre con quelle ordinarie, fa un grande errore. In chi ha la tendenza di fare ciò, è possibile vedere all’opera il nemico intento a distruggere anime.—Selected Messages, libro 1, p. 38.

La questione è così chiara, che ogni commento è inutile.

Ritornando alle affermazioni di Alford sull’ispirazione degli autori del Nuovo Testamento, al punto 15 leggiamo:

15. La stessa cosa può essere detta riguardo alle citazioni e le date storiche. Nel suo ultimo discorso apologetico Stefano, che parla ripieno dello Spirito Santo e il cui volto è raggiante, troviamo almeno due inesattezze dimostrabili, su alcuni punti di scarsa importanza. La presenza negli Evangeli di questo tipo di inesattezze non mette in discussione l’ispirazione e la veracità degli Evangelisti.—Op. cit., p. 24.

Nel suo discorso Stefano fa un riferimento casuale alle persone che scesero in Egitto e parla di “settantacinque anime” (Atti 7-14). Il testo della Genesi nel presentare il resoconto storico, afferma, (NDT vedasi in Bibbia in italiano)  “All the souls of the house of Jacob, which came into Egypt, were threescore and ten (Gen. 46:27). Questo testo precisa che tale numero includeva  “the sons of Joseph, which were born him in Egypt.”

Il resoconto genesiaco è storico, il riferimento di Stefano nel suo sermone, è fortuito. Potremmo pretendere che lo Spirito Santo in un momento di grave crisi corregga Stefano in modo sovrannaturale su un punto di secondaria importanza e che era già ben conosciuto dai Giudei? Pretenderemmo di utilizzare le parole di Stefano per correggere le informazioni storiche? In altre parole, oseremmo su questo punto di secondaria importanza considerare Stefano un “storico autorevole? Se non lo facessimo, ciò metterebbe forse in dubbio  la sua affidabilità come testimone ispirato?

D10-28. Queste cose le furono rivelate?

La pubblicazione dell’edizione “revisonata” del 1911 sollevò di nuovo dei quesiti sulla relazione tra le opera storiche lette da Ellen White e ciò che lei scriveva su temi di carattere storico. In una lettera scritta nel 1912, W. C. White fa riferimento alle fonti delle informazioni che la sor. White presenta nel The Great Controversy:

Per quanto riguarda gli scritti di mia madre, ho una profonda convinzione che essi siano la trascrizione di ciò che Dio le ha rivelato in visione. — W. C. White lettera to W. W. Eastman, 4 Novembre 1912.

Alcuni anni più tardi, rispondendo ad alcune domande, in una lettera indirizzata a L. E. Froom, egli offrì queste spiegazioni:

Il quadro d’insieme delle verità contenute nei suoi scritti fu le fu presentato chiaramente in visione. In varie occasioni, le furono date informazioni dettagliate. Riguardo alcuni aspetti della rivelazione, come ad esempio punti relativi alla cronologia profetica, le celebrazioni nel santuario e i cambiamenti che ebbero luogo nel  1844, tali questioni le furono presentate molte volte e anche in modo dettagliato. Ciò le permise di parlare con molta chiarezza e positivamente (ingl. positively)  sui pilastri portanti della nostra fede.

Su alcune questione di carattere storico presenti in Patriarchs and Prophets, in Acts of the Apostles e in Great Controversy, gli schemi generali le furono rivelati in modo chiaro; quando giunse il momento di scrivere su questi argomenti, per aggiungere dettagli cronologici e geografici e al fine di perfezionare la sua opera, Ellen White dovette affidarsi alla Bibbia e a opere storiche. — Lettera di W. C. White a L E. Froom, 13 Dicembre 1934.

Secondo questa dichiarazione è chiaro che Ellen White in visione osservò lo scorrere della storia, sia passata che futura e le fu chiesto di “to trace this history.” E questo è ciò che fece.

D10-27. Il ruolo della storia nella presentazione del Gran Conflitto

Nella cronologica narrazione degli eventi, Ellen White non intendeva essere esaustiva ma, al contrario, selettiva, soffermandosi su quegli eventi sui quali avrebbe costruito la presentazione del tema del Gran Conflitto. Ellen White non si considerò una storica (INGL. historian. Nei suoi scritti, comunque, i particolari storici erano sempre subordinati al grande tema del gran conflitto. Anche quando sono esposti i fatti della Bibbia o della storia, sullo sfondo sono sempre presenti le forze del bene e del male; nessun altro autore ha fatto qualcosa di simile. La sua comprensione del ruolo della storia nei suoi scritti è ben espressa in queste parole:

(NDT vedasi libro in italiano) In the annals of human history, the growth of nations, the rise and fall of empires, appear as if dependent on the will and prowess of man; the shaping of events seems, to a great degree, to be determined by his power, ambition, or caprice. But in the word of God the curtain is drawn aside, and we behold, above, behind, and through all the play and counterplay of human interest and power and passions, the agencies of the All-merciful One, silently, patiently working out the counsels of His own will.—Prophets and Kings, pp. 499, 500.

(NDT vedasi libro in italiano) We are to see in history the fulfillment of prophecy, to study the workings of Providence in the great reformatory movements, and to understand the progress of events in the marshaling of the nations for the final conflict of the great controversy.—The Ministry of Healing, pp. 441, 442.

La lettura di autori come D’Aubigne, Wiley e altri risultò utile quando Ellen White mise per iscritto le sue vedute sugli eventi passati e moderni, in modo particolare quelli relative alla grande riforma del sedicesimo secolo. W. C. White in questa dichiarazione del 1911, letta e approvata da Ellen G. White, offre queste spiegazioni:

Mia madre non ha mai preteso di essere un’autorità su questioni di storia. Per quanto riguarda le cose che ha scritto, si tratta di rapide immagini e altre rappresentazioni che le sono state date riguardo alle azioni di uomini e l’impatto che tali azioni hanno avuto sul modo in cui Dio ha operato per la salvezza degli uomini. Al fine di descrivere queste visioni, relative a eventi storici passati, presenti e futuri, Ellen White ha utilizzato affermazioni storiche che esprimono in modo chiaro per il lettore, le cose che lei cercava di presentare.

 

Quando ero un ragazzo, sentivo che mia madre leggeva a mio padre il libro “Storia della Riforma” (“History of the Reformation”) di D’Aubigne. Lesse grandi porzioni tratte dai cinque volumi che componevano l’opera. Mia madre lesse anche altre opere sulla Riforma. Queste letture l’aiutarono a descrivere e a localizzare molti degli eventi che le furono presentati in visione. Qualcosa di simile succede quando lo studio della Bibbia la aiuta a localizzare e descrivere le numerose rappresentazioni visive che le vengono date sullo sviluppo del gran conflitto tra la verità e l’errore, che hanno luogo nei nostri giorni. — Lettera di W. C. White, 24 Luglio 1911.

Quando il quarto volume della serie Spirit of Prophecy, fu pubblicato nel 1884 e i nostri pastori e membri iniziarono a leggerlo, essi scoprirono che Ellen White aveva utilizzato numerose citazioni storiche e questo suscitò delle domande. Perché lo aveva fatto? Prese le informazioni su eventi storici dalle citazioni di questi storici o ricevette tali informazioni da Dio? Il suo uso di queste citazioni è stato fatto sotto ispirazione? Lei rispose affermando che ciò che lei aveva esposto le fu dato da Dio in visione ma anche che trovò i resoconti storici utili per localizzare (ambientare) e descrivere alcuni di questi eventi. Visto che erano presenti certe questioni, alla prima occasione, e cioè nell’edizione del 1888 del libro, rispose a tali quesiti nella sua “Introduzione” e precisamente alle pagine xi e xii:

(NDT Vedasi traduzione in Italiano) The great events which have marked the progress of reform in past ages are matters of history, well known and universally acknowledged by the Protestant world; they are facts which none can gainsay. This history I have presented briefly, in accordance with the scope of the book, and the brevity which must necessarily be observed, the facts having been condensed into as little space as seemed consistent with a proper understanding of their application.

In some cases where a historian has so grouped together events as to afford, in brief, a comprehensive view of the subject, or has summarized details in a convenient manner, his words have been quoted: but in some instances no specific credit has been given, since the quotations are not given for the purpose of citing that writer as authority, but because his statement affords a ready and forcible presentation of the subject….

It is not so much the object of this book to present new truths concerning the struggles of former times, as to bring out facts and principles which have a bearing on coming events. Yet viewed as a part of the controversy between the forces of light and darkness, all these records of the past are seen to have a new significance.

D10-26. Storia e citazioni storiche

Il fatto che alcune citazioni storiche furono sostituite nell’edizione del 1911 e il fatto che in questa edizione erano presenti delle fonti storiche e riferimenti storici che non erano presenti in edizioni precedenti, sollevarono dei quesiti sulla competenza della sor. White su questioni di carattere storico, e sull’origine delle informazioni storiche esposte ne The Great Controversy. Ricevette queste informazioni da Dio? Le attinse in opere di carattere storico e, in questo caso, quanto esteso fu il loro uso? Quanto tutto questo ha a che fare con il concetto di ispirazione?

Ellen White non ha mai cercato di farsi influenzare da altri. Poco dopo aver ricevuto la visione sul Gran Conflitto il 14 Marzo 1858, in occasione di una riunione che ebbe luogo a Battle Creek nel fine settimana, la sor. White espose i punti principali della visione che aveva ricevuto. Il pastore J. N. Andrews, che a quel tempo si trovava a Battle Creek, espresso vivo interesse. Dopo uno di questi incontri Andrews le disse che alcune delle cose che lei aveva detto erano molto simili a quelle contenute in un libro che lui aveva letto. Poi le chiese se lei aveva mai letto il libro Paradise Lost. Lei rispose di no. Lui le disse che credeva che lei doveva essere interessata a leggerlo.

Ellen White dimenticò questa conversazione, ma alcuni giorni più tardi il pastore Andrews venne a casa sua per offrirle una copia di Paradise Lost. A quel tempo la sorella era molto presa nella stesura della visione del Gran Conflitto così come le fu rivelata. Lei prese il libro non sapendo cosa farne. Non lo aprì e lo portò in cucina e lo mise su un alto scaffale, e prese la decisione di non leggerlo fino a quando avesse finito di mettere per iscritto ciò che il Signore le rivelò in visione, per vedere se quel libro conteneva cose che Dio le aveva rivelato in visione. E’ evidente che in seguito Ellen White lesse almeno alcune porzioni di Paradise Lost, difatti ne troviamo una citazione nel suo libro Education.

La visione suscitò nella signora White un profondo interesse nella storia della Riforma. Dopo aver completato la stesura del libro e dopo che esso fu pubblicato, prese in mano alcune opere storiche ben conosciute. Nella visione del 1858 lei vide i punti salienti di questo periodo storico. Vide Martin Lutero inchiodare le tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg. Nella visione contemplò altre scene della Riforma. La visione gettò luce sul conflitto tra le forze della giustizia e le forze del male. La famiglia White pertanto in occasione del culto di famiglia lesse quasi tutto il libro di D’Aubigne, History of the Reformation. I membri della famiglia furono particolarmente interessati a quelle parti che erano in armonia con ciò che le fu rivelato.

Fu quindi normale che, quando più tardi Ellen White iniziò a lavorare sulla preparazione dei capitoli sulla Riforma Protestante, che lei citasse autori specializzati in storia ecclesiastica.

D10-25. Numerose ristampe dell’edizione del 1911

L’edizione del 1911 de The Great Controversy fu adottata in tutto il mondo come l’edizione standard. Le citazioni utilizzate nelle lezioni della Scuola del Sabato e nei libri di testo sono tratte da questa versione. Fu anche stampata su carta sottile e senza illustrazioni for convenient reference work in quella che negli ambienti della denominazione fu conosciuta come la “trade edition.”

In alcune edizioni destinate al colportaggio la numerazione delle pagine era leggermente diversa; vennero inoltre utilizzate illustrazioni diverse e furono migliorate le note in appendice. In altre edizioni i titoli dei capitoli furono cambiati e centinaia di migliaia di copie furono distribuite con il titolo Il Trionfo Dell’Amore di Dio (The Triumph of God’s Love). Ma il testo del libro non fu mai cambiato, era sempre quello dell’edizione del 1911. Sono stati corretti alcuni errori tipografici e grammaticali; al fine di aggiornare il testo con i tempi, alcune parole iniziano con la maiuscola e alcune parole sono scritte in forma più moderna. Questi ritocchi, fatti per rendere più accettabile la forma di questo diffusissimo libro, non cambiano il senso e il messaggio del volume.

Per quanto riguarda i cambiamenti dovuti al passare del tempo, il White Trustees nel 1950 autorizzò la riformulazione di quattro frasi del libro del 1911, al fine di rendere più scorrevole il testo per i lettori contemporanei. Oggi il tipico lettore è spesso un non-avventista e non conosce la storia del libro. Ecco le quattro frasi che sono state cambiate:

Pagina 287: (NDT Vedasi versione in Italiano)Parlando della Bibbia l’edizione del 1911 affermava: essa “da allora è stata tradotta in più di quattrocento lingue e dialetti.” Ma nell’anno 1950 il numero delle lingue era salito a oltre mille. L’espressione fu riformulata nel rispetto sia del testo dell’edizione del 1911 che della situazione reale in vigore e prese questa forma: “da allora è stata tradotta in molte lingue e molti dialetti.”

Pagina 288: Parlando di Voltaire, l’ateo, la sor. White scrisse, nella versione del 1911: “Dalla sua morte è passato un secolo.” Ma nel 1950 erano trascorsi due secoli. La nuova espressione tiene conto di ciò: “Dalla sua morte delle generazioni si sono susseguite.”

Pagina 378: Riguardo al popolo ebreo nell’edizione del 1911 Ellen White affermò: “Per diciotto secoli il popolo di Israele è restato indifferente alle amorevoli offerte di salvezza.” Ma nel 1950 si poteva parlare di quasi diciannove secoli. Pertanto, ecco come fu ritoccata l’espressione: “Durante i secoli successivi il popolo d’Israele è rimasto indifferente alle amorevoli offerte di salvezza.”

Pagina 579: Ellen White nell’edizione del 1911 affermò: “Per oltre mezzo secolo, coloro che hanno studiato le profezie negli Stati Uniti hanno presentato questa testimonianza al mondo.” Nell’edizione del 1888 si leggeva: “Per circa quarant’anni.” Ma nel 1950, si poteva parlare di un secolo. In questo caso i White Trustees autorizzarono un’espressione che non aveva riferimenti precisi al tempo trascorso: “Fin dalla metà del diciannovesimo secolo, studiosi della profezia negli Stati Uniti hanno presentato questa testimonianza al mondo.”

Riguardo ai quattro testi appena esaminati, è corretto parlare di “cambiamenti di parole in un libro di E. G. White” solo se intendiamo riferirsi a correzioni tecniche necessarie per preservare l’accuratezza (precisione) cronologica.

D10-24. Lavoro svolto nell’ufficio di Ellen White

Queste illustrazioni (NDT:quali?) illustrano bene il tipo di lavoro svolto nel realizzare la revisione dell’edizione del 1911 de The Great Controversy. Il lavoro fu realizzato nell’ufficio di Ellen White a Elmshaven, vicino a St. Helena, nel nord della California, dal personale del suo ufficio e sotto la sua direzione. Il lettore potrebbe chiedere: “Abbiamo un’evidenza che la sor. White abbia detto ciò che è stato citato sopra: ‘Ho esaminato attentamente e approvato questi cambiamenti’?”

Gli archivi del White Estate abbondano di materiale. In essi si trova una grande Manila envelope che contiene la prova dei cambiamenti fatti nella versione del 1911. Su questa busta è scritto: “Controversy Proofs Preparate da E. G. White per Ispezione e Approvazione.” In fondo appaiono le parole “Tutto Approvato.”

Possiamo essere pertanto rassicurati: l’edizione del 1911, pubblicata quattro anni prima che Ellen White morisse, era la sua definitva presentazione sull’argomento, nella quale, come lei ha detto, le verità “erano presentate nel modo migliore possibile,” preparate per raggiungere il pubblico, con la sua piena e completa approvazione.

Quattro  sets of printing plates were made, e il libro fu pubblicato simultaneamente dalle tre case editrici in Nord America and quella che serviva la chiesa in Gran Bretagna.

D10-23. I Cambiamenti realizzati nella versione del 1911

I punti seguenti, che presentato i cambiamenti effettuati, sono stati tratti dalle lettere di W.C. White menzionate sopra:

1. “Il cambiamento più rilevante presente nella nuova edizione è l’utilizzo di migliori illustrazioni …

2. Le tredici note in appendice della vecchia edizione, che occupavano tredici pagine, sono state sostituite da trentun note che adesso occupano dodici pagine … le Note Biografiche sono state soppresse.” [Sia le note in appendice che le note biografiche furono preparate da Ellen White.] …

3. “L’indice generale (ingl. The general Index) è stato ampliato ed è passato da dodici a ventun pagine …

4. “Nel contenuto del libro, il miglioramento più visibile è l’introduzione di riferimenti storici. (historical references). Nella vecchia edizione erano presenti oltre settecento riferimenti (referenze) biblici, ma solo in alcuni rari casi venivano riportate le referenze relative a fonti storiche. Nella nuova edizione il lettore troverà oltre quattrocento referenze relative a ottantotto autori  …

5. “In alcuni casi sono state usate nuove citazioni, più incisive, tratte da opere storiche e autori contemporanei; ciò è dovuto al fatto che risultava spesso difficile risalire al riferimento bibliografico delle vecchie citazioni. Mia madre ha sempre esaminato con attenzione tutti i cambiamenti prima di approvarli …

6. “In spelling, la punteggiatura e nell’uso delle maiuscole, i cambiamenti sono stati fatti per uniformare il libro con gli altri volumi della collana [The Desire of Ages e Patriarchs and Prophets].

7. “In otto o dieci posti, i riferimenti cronologici sono stati aggiornati a causa del tempo trascorso da quando il libro fu pubblicato per la prima volta.

8. “In alcune frasi, certe espressioni sono state cambiate per evitare che certe parole fossero inutilmente offensive. Per esempio la parola ‘Romish’ (NDT romanieggiante?) è stata cambiata in ‘Romano’ o ‘Cattolico Romano.’

9. “In due frasi l’espressione ‘divinità di Cristo’ è stata cambiata in ‘deità di Cristo.’ E l’espressione ‘tolleranza religiosa’ è stata sostituita da ‘libertà religiosa.’…

“Nella nuova edizione per descrivere l’ascesa e la caduta del papato, datate 538, e 1798, si usano le parole  ‘supremazia’ e ‘caduta,’ al posto di ‘establishment’ e ‘abolizione,’presenti nella vecchia edizione.

“Per ognuno di questi punti, sono state prese in considerazione delle espressioni più accurate che l’autore del libro ha approvato”.

10. “On pages 50, 563-564, 580, 581, and in a few other places where there were statements regarding the papacy which are strongly disputed by Roman Catholics, and which are difficult to prove from accessible histories, the wording in the new edition has been so changed that the statement falls easily within the range of evidence that is readily obtainable.”

“Regarding these and similar passages, which might stir up bitter and unprofitable controversies, Mother has often said: ‘What I have written regarding the arrogance and the assumptions of the papacy, is true. Much historical evidence regarding these matters has been designedly destroyed; nevertheless, that the book may be of the greatest benefit to Catholics and others, and that needless controversies may be avoided, it is better to have all statements regarding the assumptions of the pope and the claims of the papacy stated so moderately as to be easily and clearly proved from accepted histories that are within the reach of our ministers and students.’”

D10-22. “The Great Controversy” edizione del 1911

L’edizione del 1911 de The Great Controversy è la versione standard del libro diffusa in tutto il mondo in Inglese e oggetto di traduzioni. Quando questo libro uscì dalla tipografia Ellen White il 25 Luglio 1912, scrisse:

Alcuni giorni fa ho ricevuto una copia della nuova edizione del libro Great Controversy, recentemente stampato sia a Mountain View che a Washington. Questo libro mi piace. Ho trascorso molte ore tra le sue pagine e devo dire che le nostre case editrici hanno fatto un buon lavoro …

Recentemente è stato necessario  for this book to be reset, because the electrotype plates were badly worn. Questo lavoro mi è costato molto,[1] ma non mi lamento; qualunque sia stato il costo, sono molto soddisfatta di questa nuova edizione …

Quando mi fu detto che Great Controversy doveva essere reset, presi la decisione di riesaminare attentamente tutto il libro, per verificare che le verità contenute fossero espresse nel modo migliore possibile, al fine di convincere coloro che non sono della nostra fede, che il Signore mi ha guidato e sostenuto nella stesura delle sue pagine.

A seguito del dettagliato esame /controllo svolto dai miei validi collaboratori, furono proposti alcuni cambiamenti nel linguaggio(Ingl. in the wording). Io stessa ho esaminato attentamente e approvato questi cambiamenti. Sono grata di essere in vita fino ad oggi e per la forza e la lucidità di mente che mi hanno permesso di svolgere quest’opera.—Lettera 56, 1911.

Nella stessa pagina lei afferma:

Ieri ho letto quello che W. G White ha scritto recentemente ai colportori e ai dirigenti delle nostre case editrici su questa ultima edizione  di Great Controversy, e credo che lui abbia presentato la questione con chiarezza e correttezza.—Ibid.

La revisione di un libro ispirato suscitò ovviamente delle domande nella mente sia dei pastori che dei fratelli laici. Alcuni quesiti riguardavano il concetto d’ispirazione. Il fatto che Ellen White decise di fare la revisione del libro lavorando in stretta collaborazione  con il personale del suo ufficio, aiutò a placare alcune osservazioni polemiche. Su quest’opera di revisione W. C. White fece tre importanti dichiarazioni. Per quanto riguarda la prima, si tratta di una EXTENDED lettera che scrisse il 24 luglio ai “Nostri Agenti Missionari Generali” (Ingl. “Our General Missionary Agents”) e ai direttori delle Case Editrici, Un’altra lettera fu scritta il giorno successivo ai “Membri del Comitato Pubblicazioni”. Il 30 ottobre in occasione del Concilio Autunnale del Comitato della Conferenza Generale il fr. White fece un’altra dichiarazione. Dopo alcune parole introduttive lesse ai membri del Concilio  la sua lettera del 24 luglio. Inoltre, su questa nuova versione, ci fu un fitto scambio di lettere con i dirigenti e prominenti pastori della chiesa.

D10-21. L’Edizione del 1907 di “The Great Controversy”

Dal 1888 in poi furono stampate molte copie dell’edizione del 1888 de The Great Controversy. Nell’anno 1907 le printing plates usate nelle case editrici di Mountain View, California, di Washington, D.C. e a Watford, England, risultavano logore. Si cercava di evitare di spendere del denaro per resetting the type for the book.

Le printing plates were patched up; in some cases parts of pages were reset and soldered into the old plates. Il libro fu meglio rifinito e furono cambiate le illustrazioni. Le illustrazioni a piena pagina furono portate a 40. Sia il testo che l’impaginazione non furono cambiati. Scripture and subject indexes furono aggiunti alla fine del libro. Sulla base dei cambiamenti effettuati, il volume fu registrato con un nuovo copyright, e pertanto esso reca il copyright datato 1907; il libro è conosciuto come “l’edizione del 1907 de The Great Controversy.” Ma il testo è quello della edizione del 1888, stampato con le PLATES rattoppate del 1888.

D10-20. Direttive divine

Durante gli ultimi anni della sua vita Ellen White rilesse volentieri (NDT o con piacere)i libri che aveva scritto sul (gran) conflitto. Riesaminando la sua esperienza nella stesura dei suoi libri, la sorella si rese conto che le informazioni e le istruzioni ricevute avevano origine al di fuori delle sue capacità mentali. Nel 1902, parlando della fonte delle rivelazioni presentate in tali libri, affermò:

La sor. White non è all’origine di questi libri. Essi contengono istruzioni che Dio le ha dato durante tutto il suo ministerio; contengono preziosa luce che Dio ha dato alla Sua serva perché a sua volta sia trasmessa al mondo. La luce che emana dalle loro pagine deve brillare nei cuori di uomini e donne, per condurli al Salvatore. — Colporteur Ministry, p. 125.

D10-19. La serie sulla storia del Conflitto viene completata

Sebbene i grandi temi del gran conflitto fossero stati presentati nei libri Patriarchs and Prophets, The Desire of Ages e The Great Controversy, rimanevano due grandi periodi che non erano stati trattati e commentati, tra la Caduta e la Restaurazione finale: uno andava dalla morte del re David alla nascita di Cristo e l’altro riguardava il primo secolo della chiesa cristiana. Quando altre attività lo permettevano, la sor. White, con l’aiuto delle sue assistenti di redazione (literary), intraprese con entusiasmo il lavoro di raccogliere e preparare materiale per gli ultimi due volumi che avrebbero completato la collana. Come fu il caso per The Desire of Ages, tra gli articoli già pubblicati esistevano centinaia di pagine stampate in libri precedenti e in periodici, che coprivano alcune parti di questi due periodi storici. Inoltre, molti capitoli e porzioni di essi potevano essere attinti dagli archivi contenenti i manoscritti di Ellen White. La sorella comunque, per poter completare i due libri, scrisse anche molto nuovo materiale. Nella preparazione de The Acts of the Apostles la sor. White attinse molto dal suo libro del 1883, Sketches From the Life of Paul, che comprendeva una parte dei capitoli del terzo volume di Spirit of Prophecy e nuovo materiale scritto per i lezionari della Scuola del Sabato.

Ellen White scriveva spesso sulla preparazione di questi libri. La seguente lettera, datata 15 ottobre 1911, dà un’idea di come questa opera progrediva:

Ho finito di lavorare su The Acts of the Apostles. Tra alcune settimane ne riceverà una copia. Validissimi collaboratori mi hanno aiutato nel preparare quest’opera per la stampa. Ci sono altri libri che vorrei che fossero a disposizione della chiesa, che parleranno quando io mi tacerò per sempre. Il libro sulla storia dell’Antico Testamento [Prophets and Kings], che spero sia pronto presto, richiederà tutte le mie energie. Sono grata al Signore per l’aiuto che ricevo nella mia opera; si tratta di operai fedeli e di vasta esperienza, pronti a fare tutto per accelerare il lavoro. — Lettera 88, 1911.

Pochi mesi prima che queste parole fossero scritte, The Acts of the Apostles fu stampato e fu accolto con entusiasmo dai lettori. Subito dopo, la sor. White intraprese con entusiasmo la preparazione dell’opera sulla storia dell’Antico Testamento ma, a causa di urgenti e importanti impegni da portare avanti, il lavoro progrediva lentamente. Le risultarono molto utili gli articoli pubblicati in varie riviste della chiesa, come la serie di ventitré articoli sulla vita di Salomone pubblicati nella Review and Herald nel 1905 e nel 1906 e quattordici articoli sul “Ritorno degli Esiliati” pubblicati nel 1907 e nel 1908. Sfortunatamente Ellen White ebbe un incidente mentre stava lavorando sugli ultimi capitoli. Poiché non fu in grado di continuare la preparazione e di approvare il manoscritto finale, il lavoro si fermò. Tuttavia il libro era ad uno stadio molto avanzato e poteva essere rapidamente finito con successo. Life Sketches, pubblicato nel 1915, ci informa sul completamento del libro:

Quando fu vittima dell’incidente, nel Febbraio 1915, tutto il libro era completato esclusi i due ultimi capitoli …; e questi capitoli conclusivi  had been sufficiently blocked out to admit of completion by the inclusion of additional matter from her manuscript file.—Pag. 436.

Il volume fu stampato nel 1917 con il titolo Captivity and Restoration of Israel (L’Esilio e la Restaurazione di Israele). Pochi anni dopo il titolo fu cambiato in Prophets and Kings, ma molte ristampe mantennero il titolo Captivity and Restoration all’interno del libro.

D10-18. Come fu organizzato il lavoro

Nella preparazione di quest’opera sulla vita di Cristo, come nella preparazione di altri libri che seguirono (successivi), la sor. White non scrisse il libro capitolo dopo capitolo, nell’ordine che appare nella forma stampata. Questo non era necessario, poiché durante i precedenti trentacinque anni la sorella aveva scritto centinaia di pagine sull’argomento, molte delle quali erano già state pubblicate. Avendo a disposizione tutto questo materiale, la sor. White chiese ai suoi assistenti salariati di attingere sull’argomento, da tutto quello che lei aveva scritto in libri, articoli, lettere e manoscritti. Pur avendo a disposizione tutto questo materiale, Ellen White scrisse molti altri articoli sulle esperienze di Cristo. Questi nuovi testi, insieme al materiale scritto in precedenza, furono organizzati secondo un ordine naturale, at times arrived at by reference to works on the harmony of the Gospels. Mrs. White again studied the story in this connection and sometimes added connecting events.

La raccolta dei suoi scritti sulla vita e gli insegnamenti del nostro Salvatore, divenne così voluminosa che i testi non potevano essere tutti raccolti in un solo libro, sebbene esso fosse arrivato a 835 pagine. Pertanto parte del materiale che non poteva essere incluso negli 87 capitoli di The Desire of Ages (1898 ) fu usato per produrre i seguenti libri: Thoughts From the Mount of Blessing (1896), Christ’s Object Lessons (1900), e parte di The Ministry of Healing (1905).

D10-17. Servire nella Sofferenza

E un fatto ben noto che i più grandi capolavori della letteratura, della poesia e del canto religioso, sono stati prodotti in periodi di sofferenza; anche la sor. White ha sofferto, mentre lavorava su una parte del libro su Cristo. Alcuni dei brani più apprezzati de The Desire of Ages furono scritti mentre lei, non solo era confinata in una stanza, ma trascorreva il suo tempo a letto o su una sedia che aveva un appoggio regolabile, per il suo dolente braccio. Poco dopo essere arrivata in Australia Ellen White iniziò a soffrire di reumatismi, e per undici mesi ebbe dolori senza sosta. Riguardo a questa esperienza, scrisse:

Sono passata attraverso periodi di grande sofferenza e difficoltà, ma in essi ho vissuto delle esperienze che sono più preziose dell’oro.—Lettera 7, 1892.

Quando fu in grado di lasciare la camera dove la malattia l’aveva confinata, fu chiesto alla sor. White di dare il suo importante contributo per far sviluppare rapidamente l’opera in Australia. La sorella accettò molti inviti a dare consigli e assistenza, inoltre doveva rispondere alle numerose lettere che riceveva; tutto ciò ritardò la preparazione del libro The Desire of Ages. In una lettera scritta il 23 ottobre 1895, scrisse:

Ho praticamente deciso di … dedicare tutto il mio tempo a scrivere libri che dovrebbero essere preparati senza ulteriori ritardi. Vorrei scrivere sulla vita di Cristo, sulla Temparanza Cristiana [The Ministry of Healing] e preparare Testimony Number 34 [Volume 6] perché è un libro di cui abbiamo grande bisogno …

Sapete che il tema sul quale mi soffermo di più sia in privato che durante la predicazione, quando parlo e quando scrivo è la vita di Cristo.—Lettera 41, 1895.

Alcuni si sono meravigliati della straordinaria bellezza del linguaggio di The Desire of Ages. La frase appena citata, secondo la quale Cristo è il suo tema favorito, spiega forse la ragione per la quale il linguaggio di questo libro è così apprezzato.

D10-16. The Writing of La Stesura di `”The Desire of Ages”

Per molti anni la sor. White provò il desiderio di presentare in modo esaustivo la vita di Cristo, il Suo ministerio, i Suoi insegnamenti, il Suo sacrificio. Ciò che lei scrisse durante il decennio 1870-80, mentre era dedicata al tema del conflitto, fu pubblicato nei volume 2 e 3 di Spirit of Prophecy e in una serie di opuscoletti; ma più tardi la White reputò che ciò non era abbastanza. Pertanto, quando finì di lavorare su Patriarchs and Prophets, si concentrò su una presentazione ampia e approfondita della vita di Cristo. A questa grande opera dedicò molte energie, e nelle sue lettere fa spesso riferimento al suo desiderio di avanzare rapidamente su questo grande progetto.

Quando si recò in Australia nell’autunno del 1891, Ellen White sperava vivamente di dedicarsi alla preparazione dell’opera sulla vita di Cristo. Tra il 1892 e il 1898 trascorse molto tempo alla stesura di capitoli per questo libro.

Ecco una citazione che dà un’idea dell’intensità con la quale lei lavorò alla preparazione di The Desire of Ages, citazione tratta da una lettera scritta nel 1892 al pastore O. A. Olsen, a quel tempo presidente della Conferenza Generale:

Cammino con grande timore alla presenza di Dio. Non so come parlare o come esprimere con la mia penna un argomento così profondo come il sacrificio espiatorio. Non so come presentare dei soggetti che mi vengono presentati con  una potenza vivificante. Tremo per il timore di banalizzare con parole umane il grande piano della salvezza. Prosterno la mia anima alla presenza di Dio in timore e riverenza, e dico: “Chi è degno di fare tutto ciò?”—Lettera 40, 1892.

Una lettera scritta due anni dopo ci dà un’idea di quanto fosse occupata la sor. White, e spiega la ragione del ritardo nella preparazione del libro. Ella dice:

Ormai sono già tre anni che sono in questo paese, ma c’è ancora così tanto da fare prima che il libro sia pronto per essere stampato. Molte attività hanno assorbito il mio tempo. Sono molto presa: scrivere le testimonianze, l’avere cura dei poveri e il viaggiare con il mio mezzo di trasporto per otto, undici, tredici miglia per incontrarmi con le chiese.—Lettera 69, 1894.

Avendo tutte queste responsabilità e portando tutti questi pesi, era di notte che passava molto tempo a scrivere. “In genere inizio a scrivere alle tre di mattina” dice, “quando in casa stanno tutti dormendo. Spesso mi sveglio poco dopo mezzanotte o all’una o alle due.”—Lettera 114, 1896.

D10-15. “Patriarchs and Prophets”

Ora che la versione ampliata de Great Controversy era distribuita, Ellen White intraprese una revisione e un ampliamento del volume 1 della collana Spirit of Prophecy. Ne risultò il libro Patriarchs and Prophets che noi abbiamo oggi a disposizione. Avendo deciso di preparare un quinto volume che trattasse la seconda parte della storia dell’Antico Testamento, Ellen White concluse Patriarchs and Prophets con il capitolo 73, intitolato “Gli Ultimi Anni di Davide”. (ingl. “The Last Years of David”) In tale modo, il nuovo libro avrebbe coperto la storia che va dal re Salomone fino al tempo di Cristo. Il libro Patriarchs, di 714 pagine, fu completato nel 1890. Ellen White, chiese al pastore Uriah Smith, direttore della Review and Herald, che lei conosceva bene, di scrivere l’introduzione a questo libro. In tale introduzione, di otto pagine, il fr. Smith spiegava e difendeva la manifestazione del dono profetico nei /ai nostri giorni. Tredici illustrazioni arricchivano questa prima edizione che chiudeva con un’appendice di otto pagine contenente dodici “note”.

La prima edizione del libro aveva come titolo Il Gran Conflitto Tra Cristo e Satana Illustrato nella Vita di Patriarchi e Profeti. (Ingl. The Great Controversy Between Christ and Satan as Illustrated in the Lives of Patriarchs and Prophets). The text throughout carried the running title of “The Great Controversy.” Per un certo periodo la sor. White e altri chiamarono questo libro Great Controversy, volume 1. Tuttavia presto tutti si resero conto che questo titolo non lo distingueva con chiarezza dal Great Controversy del 1888. All’edizione successiva, che aveva altre illustrazioni e un totale di 762 pagine, fu dato il titolo Patriarchs and Prophets. Dal quel momento in poi, il noto libro Great Controversy fu considerate l’ultimo libro della collana The Conflict of the Ages.

D10-14. L’Edizione del 1888 de “The Great Controversy”

Il volume 4 della collana Spirit of Prophecy, stampato nel 1884 con il titolo “Il Gran Conflitto Tra Cristo e Satana Durante l’Era Cristiana” (“The Great Controversy Between Christ and Satan During the Christian Dispensation”) fu venduto con molto successo dai colportori. Questo fu il primo libro che fu riscritto e ampliato espanso. Ellen White iniziò questo lavoro nel 1886, mentre risiedeva a Basel (Basilea?) in Svizzera, e lo completò nella sua casa in Healdsburg in California, nel mese di Maggio del 1888.

Ellen White non solo ampliò la presentazione, ma in alcuni casi  escluse del materiale. Ne troviamo un esempio nel noto capitolo intitolato “Gli Inganni di Satana” (“The Snares of Satan”) che si trova alle pagine 518 – 530 della versione corrente di The Great Controversy. Le prime quattro pagine di questo capitolo, presente nella versione del 1884, presentano la maniera con la quale Satana utilizzò pastori protestanti per promuovere il disprezzo del Sabato, del quarto comandamento. Questo messaggio sarebbe stato capito dagli avventisti del settimo giorno, ma poiché il libro era destinato a non-avventisti, la sor. White credette che era meglio non includere queste pagine nel nuovo libro in preparazione. Nel 1923 queste parti omesse da questo capitolo furono ristampate in Testimonies to Ministers, libro destinato a lettori avventisti.

Mentre stava rivedendo e ampliando questo libro, Ellen White aveva accesso alla biblioteca del pastore J. N. Andrews. Ciò le fu di valido aiuto poiché, per documentare la descrizione storica, a volte utilizzò delle citazioni di famosi autori.

Il nuovo volume aveva come titolo Il Gran Conflitto Tra Cristo e Satana, Durante l’Era Cristiana  (The Great Controversy Between Christ and Satan During the Christian Dispensation). Le parole “Riveduto e Ampliato” (“Revised and Enlarged”) appaiono su una pagina, accanto al titolo. La nuova edizione contava 678 pagine e la vecchia edizione ne aveva 492. Le dimensioni delle pagine erano maggiori. Il numero di capitoli passò da 37 a 42. L’edizione del 1888 conteneva  26 illustrazioni a piena pagina e all’appendice furono aggiunte quattro note (ingl? notes). Furono inoltre aggiunte tredici pagine di note biografiche per dare informazioni su ventotto personalità importanti menzionate nel libro, e una pagina sui Valdesi. Non era presente un indice.

Tuttavia in questo nuovo volume Ellen White aggiunse una sua prefazione di otto pagine, che più tardi sarà chiamata “introduzione,” nella quale ella spiega la maniera in cui Dio impartì informazioni e rivelazioni alla famiglia umana attraverso i profeti.  In questa prefazione, come è già stato detto, con attenzione e sensibilità spiegò la fonte delle sue informazioni. Oggi tale documento è considerato importante perché aiuta a comprendere come l’ispirazione abbia operato sia nella sor. White che nei profeti biblici. In un certo senso, questa è l’introduzione dell’autore alla collana di cinque libri Conflict of the Ages  della quale questo era il primo libro ad essere pubblicato.

Questo libro del 1888 fu conosciuto come Il Gran Conflitto. La sua impaginazione oggi è standard (uguale ovunque nel mondo). In occasione della prima stampa several sets of printing plates furono prodotte e furono usate sia negli Stati Uniti che all’estero. Questa edizione de Il Gran Conflitto fu sul mercato fino al 1922, anno in cui fu fatta una revisione del libro.

D10-13. Ellen White – visita i luoghi della Riforma

Dal 1885 al 1887 Ellen White abitò in Europa. Durante questo periodo la sorella prese contatto con la popolazione europea e visitò dei luoghi storici che riportarono alla sua mente molte scene che le erano state presentate in visione negli anni precedenti, alcune due, tre volte, altre scene anche più frequentemente.

Un giorno, mentre era a Zurigo, in Svizzera, presso degli amici, la sor. White entrò nella cattedrale dove Zwingli aveva lavorato e riconobbe i luoghi; sebbene lei non fosse mai stata lì, fece da guida al gruppo, e dette dei cenni storici. In un’altra occasione, mentre si trovava nell’Italia settentrionale, visitò le caverne dove i Valdesi si nascondevano, tra le montagne sopra Torre Pellice. Anche in quell’occasione lei riconobbe i luoghi, che le erano già apparsi in visione e si ricordò nei dettagli, degli eventi che vi ebbero luogo.

Quando si stava decidendo di stampare The Great Controversy nelle principali lingue europee, la White decise di aggiungere del materiale al libro. Grazie a questa sua esperienza in Europa, mentre stava preparando il manoscritto per le traduzioni, lei fu in grado di aggiungere dettagli geografici relativi a eventi importanti.

E’ da notare inoltre, che mentre la sor. White si trovava in queste luoghi, molte scene le furono presentate più volte in visione. A riguardo, scrisse:

Mentre lavoravo al manoscritto del The Great Controversy, ero spesso cosciente della presenza degli angeli di Dio. Spesso le scene che stavo descrivendo mi venivano riproposte in visioni notturne e quindi esse erano fresche e vivide nella mia mente.—Colporteur Ministry, p. 128.

Fu in Europa che la sor. White sviluppò a pieno il piano per la presentazione di tutto il dramma del Gran Conflitto, sia per il pubblico, sia per la chiesa, che oggi si trova esposto nei cinque libri della collana Conflict of the Ages, arricchito da illustrazioni appropriate.

Pertanto, sebbene la sor. White avesse appena terminato la preparazione dei quattro volumi della collana Spirit of Prophecy, prese di nuovo in mano il progetto, per riscrivere e amplificare il tema del Gran Conflitto. I libri, non solo dovevano essere più grandi e completi, ma anche scritti per i lettori che non conoscevano la sor. White e la sua opera.

Durante il suo ministerio la sor. White ha sempre dimostrato un’abilità particolare nel presentare la verità, scegliendo materiale adatto ai bisogni degli uditori; anche quando si trattava di scegliere il materiale da pubblicare nei suoi libri, ha sempre usato buon senso  e sensibilità nel selezionare materiale che venisse incontro ai bisogni dei lettori.

L’importante decisione di presentare il tema del Gran Conflitto non solo alla chiesa ma al mondo intero, la indusse a modificare la fraseologia da utilizzare. La sor. White decise di evitare di usare espressioni come “ho visto” o “mi fu rivelato,” che non solo non sarebbero state capite da chi non conosceva la sua opera, ma avrebbero forse distolto l’attenzione del lettore lontano dai messaggi importanti contenuto nei suoi libri.

D10-12. Prima Edizione per il Colportori

E già stato detto che Ellen White e i suoi assistenti ritenevano che il materiale pubblicato nella collana Spirit of Prophecy fosse adatto anche per il pubblico in generale; effettivamente molti di questi capitoli, dopo essere stati adattati, sono apparsi come articoli in Signs of the Times. Durante gli ultimi anni del decennio del 1870 e i primi del decennio successivo gli avventisti del settimo giorno intuirono che molto poteva essere realizzato nel vendere al pubblico, porta a porta, i libri che presentavano le dottrine della chiesa. Le opere scritte da  Uriah Smith, Thoughts on Daniel  e Thoughts on Revelation, furono riunite in un unico libro perché fosse venduto dai colportori e le vendite andarono bene. Quando il volume 4 de Spirit of Prophecy, fu stampato nel 1884, gli editori pensarono che tale libro potesse essere venduto a coloro che non erano della nostra fede. Fu così che, con la collaborazione di Ellen White, riutilizzarono le lastre e ristamparono un’edizione su una carta più pesante e con dei margini più larghi. Il libro fu venduto a $1.50. Esso conteneva 22 illustrazioni a piena pagina ed era il primo libro di Ellen G. White che era arricchito con delle illustrazioni. Molte delle immagini provenivano da case editrici europee che avevano stampato opere sulla Riforma. Altre erano opere di artisti religiosi. Tra il 1885 e il 1888 ne furono stampate e vendute dieci edizioni, per un totale di 50.000 copie.

D10-11. Descrivere le scene con il linguaggio degli uomini

Quando iniziò a mettere per iscritto ciò che aveva ricevuto nelle visioni, dovette cercare di esprimere con linguaggio umano le scene, che permettessero ai lettori di visualizzare ciò che lei aveva visto.

Nessuna forza sovrannaturale prese controllo meccanico della sua mano e raramente è successo che lei scrivesse le parole esatte dettate dal messaggero celeste che era a suo fianco. Questo è ciò che la sor. White ha scritto sulla scelta delle parole da utilizzare per verbalizzare ciò che vedeva:

Sebbene io dipenda dallo Spirito di Dio sia per ricevere che per trascrivere ciò che vedo, le parole che utilizzo per descrivere ciò che ho visto, sono mie, a meno che  esse provengano direttamente da un angelo; in quel caso le metto tra virgolette — Review and Herald, 8 Ottobre 1867.

La sor. White ha sempre provato del rammarico quando pensava alla sua breve esperienza scolastica e alla sua inevitabile limitata conoscenza della lingua scritta. Suo figlio, William C. White, dice di ricordarsi chiaramente di quando, i primi anni trascorsi a Battle Creek, suo padre James White, rientrando a casa dal suo ufficio alla Review and Herald, aiutava sua moglie, che gli chiedeva di assisterla per preparare per la stampa ciò che lei aveva scritto. Quando lei leggeva ciò che aveva scritto, lui faceva i suo commenti, si felicitava sulla incisività del messaggio e poi segnalava i punti grammaticalmente deboli della composizione.

Riguardo a questo tipo di esperienze nel 1906 la sor. White affermò:

Quando mio marito era ancora in vita, mi assisteva e mi dava dei consigli prima di spedire i messaggi che io avevo ricevuto. A quel tempo viaggiavamo molto e a volte ricevevo rivelazioni durante la notte, a volte di giorno quando mi trovavo davanti grandi congregazioni. Non appena avevo del tempo e sufficienti energie, trascrivevo fedelmente le istruzioni che avevo ricevuto in visione. In seguito esaminavamo il testo insieme, mio marito correggeva errori grammaticali ed eliminava inutili ripetizioni. Poi il testo veniva spedito al destinatario o alla tipografia.

Via via che l’opera si espandeva, altri mi assistettero nella preparazione del materiale per la stampa. Dopo la morte di mio marito, fedeli assistenti si unirono a me e lavorarono senza sosta nel ricopiare le testimonianze e nella preparazione di articoli per le nostre riviste. — Selected Messages, libro 1, p. 50.

La sor. White aveva l’abitudine di scrivere in modo esaustivo e dettagliato sugli argomenti che presentava, e a volte le sue opinioni e quella degli editori divergevano sulla quantità di materiale che doveva essere pubblicato. Lei era ovviamente soddisfatta quando il materiale veniva pubblicato integralmente, ma a volte gli editori preferivano condensare o abbreviare il testo dei manoscritti per evitare che i libri fossero troppo voluminosi. A volte lei consentiva loro di farlo. Ma succedeva a volte che, dopo aver condensato il più possibile certi capitoli per consegnarli agli editori, la sor. White ricevesse nuove rivelazioni su un argomento. In tal caso lei scrisse ulteriore materiale e insistette perché fosse incorporato. (Vedasi la prefazione degli editori in Spirit of Prophecy, Volume 4.)

Ellen White non era una scrittrice ‘meccanica’. Le profonde impressioni spesso fatte sui suoi lettori sono dovute anche alla intensità di spirito con la quale scriveva. Occasionalmente nella sua corrispondenza fa riferimento alla profonda emotività che provava quando scriveva dei solenni messaggi da parte di Dio, rivolti ad un mondo morente perishing. Ad esempio, il 9 Febbraio 1884, mentre stava completando il quarto volume, ecco cosa scrisse in una lettera indirizzata al pastore Uriah Smith:

Scrivo dalle quindici alle venti pagine al giorno. Adesso sono le 11 e ho scritto quattordici pagine del manoscritto per il volume IV…. Mentre scrivo questo libro, provo un’intensa commozione. Voglio che sia stampato al più presto, il nostro popolo ne ha un grande bisogno. Se il Signore mi dà la salute come lo ha fatto fino ad ora, terminerò il libro il mese prossimo. Le notti non riesco a dormire al pensiero delle cose importanti che devono avere luogo. Dormo tre ore, al massimo cinque. La mia mente è così agitata che non riesco a dormire. Scrivere, scrivere, devo assolutamente scrivere senza indugio.

Grandi eventi avranno luogo e vogliamo scuotere la gente dalla loro indifferenza affinché si prepari. Eventi di valore eterno si susseguono nelle visioni, di giorno e di notte. Tutto ciò che è temporale scompare dalla mia vista. — Citato in Ellen G. White, Messenger to the Remnant, p. 57.

Nell’autunno del 1884 questo libro era pronto per essere stampato. Non si riuscì a contenerlo entro le 400 pagine, com’era previsto. Il testo contava 492 pagine più un appendice di quattordici pagine, il libro aveva un totale di 506 pagine. Tuttavia si riuscì a mantenere il prezzo a un dollaro, come annunciato nella promozione, stesso prezzo stabilito per gli altri tre libri che facevano parte della collana.

D10-09. Come la Luce raggiunse Ellen White

Considerato che stiamo esponendo le varie fasi di sviluppo del Gran Conflitto, è opportuno esaminare le modalità con le quali Ellen White ricevette le informazioni che lei ha presentato (NDT esposto) nel corso della sua vita.

E’ già stato accennato al resoconto quasi ‘condensato’ presente nel primo volume di  Spiritual Gifts, del 1858, nel quale è frequente l’uso di espressioni come “ho visto”  (“I saw”) e “mi è stato mostrato” (“I was shown”). Il terzo volume, del 1864, che commenta i primi libri biblici, contiene una prefazione dell’autrice, che esordisce con queste parole:

Nel presentare al pubblico questo mio terzo volumetto, sono consolata dalla convinzione che il Signore ha fatto di me il Suo umile strumento, attraverso il quale s’irradiano raggi di preziosa luce verso il passato.—Pagina v.

All’interno della sua prefazione, lei afferma:

I grandi fatti della fede riguardo la storia di santi uomini del passato, mi sono stati rivelati in visione, (ingl. have been opened to me in vision).—Ibid.

Nella sua introduzione all’edizione del 1888 de The Great Controversy, spiega:

Grazie all’illuminazione dello Spirito Santo, le scene di questo millenario conflitto tra il bene e il male sono state rivelate (ingl. opened) a chi ha scritto queste pagine. Di tanto in tanto mi è stato permesso di contemplare l’evolversi, attraverso i secoli, del gran conflitto tra Cristo, il Principe della vita, il Realizzatore (ingl. author)  della nostra salvezza, e Satana, il principe del male, l’autore del peccato, colui che ha trasgredito per primo la santa legge di Dio. — Introduzione, p. x. (corsivo aggiunto)

Essa poi aggiunge:

Lo Spirito di Dio ha aperto la mia mente alle grandi verità contenute nella Sua parola e alle scene del passato e del futuro; mi è stato ordinato di far conoscere agli altri ciò che mi è stato rivelato—ho tracciato la storia del conflitto nel corso dei millenni, e l’ho presentato in modo tale da fare luce sull’imminente conflitto futuro. — Ibid., p. xi. (corsivo aggiunto)

Sebbene Dio non limiti ad una sola modalità la Sua rivelazione relative ad eventi storici, accade spesso che il profeta la riceva con una modalità visiva, che riguarda eventi passati e futuri.

In altre parole, sembra che Ellen White abbia osservato gli eventi storici come se lo avesse fatto un testimone oculare. Qualcosa di molto simile deve aver avuto luogo quando a Mosé, prima di morire, fu permesso di vedere, in anticipo, la storia e fortunes (NDT: sorte?) del popolo d’Israele. Il resoconto che Ellen White fa nel suo libro Patriarchs and Prophets chiarisce la dinamica:

NDT cercare la citazione nel libro in italiano

And now a panoramic view of the Land of Promise was presented to him. Every part of the country was spread out before him, not faint and uncertain in the dim distance, but standing out clear, distinct, and beautiful to his delighted vision. In this scene it was presented, not as it then appeared, but as it would become, with God’s blessing upon it, in the possession of Israel. He seemed to be looking upon a second Eden. There were mountains clothed with cedars of Lebanon, hills gray with olives and fragrant with the odor of the vine, wide green plains bright with flowers and rich in fruitfulness, here the palm trees of the tropics, there waving fields of wheat and barley, sunny valleys musical with the ripple of brooks and the song of birds, goodly cities and fair gardens, lakes rich in “the abundance of the seas,” grazing flocks upon the hillsides, and even amid the rocks the wild bee’s hoarded treasures….

Moses saw the chosen people established in Canaan, each of the tribes in its own possession. He had a view of their history after the settlement of the Promised Land; the long, sad story of their apostasy and its punishment was spread out before him. He saw them, because of their sins, dispersed among the heathen, the glory departed from Israel, her beautiful city in ruins, and her people captives in strange lands. He saw them restored to the land of their fathers, and at last brought under the dominion of Rome.

He was permitted to look down the stream of time and behold the first advent of our Saviour. He saw Jesus as a babe in Bethlehem. He heard the voices of the angelic host break forth in the glad song of praise to God and peace on earth…. He beheld Christ’s humble life in Nazareth, His ministry of love and sympathy and healing, His rejection by a proud, unbelieving nation. Amazed he listened to their boastful exaltation of the law of God, while they despised and rejected Him by whom the law was given. He saw Jesus upon Olivet as with weeping He bade farewell to the city of His love….

He followed the Saviour to Gethsemane, and beheld the agony in the garden, the betrayal, the mockery and scourging—the crucifixion…. He heard Christ’s agonizing cry, “My God, My God, why hast Thou forsaken Me?” He saw Him lying in Joseph’s new tomb. The darkness of hopeless despair seemed to enshroud the world. But he looked again, and beheld Him coming forth a conqueror, and ascending to heaven escorted by adoring angels and leading a multitude of captives. He saw the shining gates open to receive Him, and the host of heaven with songs of triumph welcoming their Commander. And it was there revealed to him that he himself would be one who should attend the Saviour, and open to Him the everlasting gates.—Pages 472-476. (Italics supplied.)

 

Questa drammatica descrizione continua, ma non abbiamo bisogno di proseguire. Affascinato, Mosé osserva gli eventi che si susseguono —vede, ascolta, osserva e sente anche degli odori. E’ mediante vivide immagini che al profeta viene rivelato il futuro. E’ probabile che gli siano state rivelate anche delle date. Probabilmente non conosceva i nomi delle città che vide. Questi sono comunque dettagli di secondaria importanza.

Senza dubbio è con le stesse modalità che la storia passata e futura fu presentata a Ellen White, storia sulla quale veniva intessuto, come su un arazzo, il tema del Gran Conflitto. La sorella ricevette delle visioni riguardanti la seconda venuta di Cristo e in una occasione scrisse: “Mi sono state presentate delle scene così emozionanti e solenni, che non ci sono parole per descriverle. (ingl. Scenes of such thrilling, solemn interest passed before me as no language is adequate to describe). Ai miei occhi appariva tutto come una realtà vivente.”—Selected Messages, libro 1, p. 76.

Così come Mosè osservò in anticipo lo scorrere della storia, Ellen White osservò in visione l’evolversi della storia, passata e futura, e poi le fu chiesto di “to trace this history.” (NDT ….) Questo è ciò che fece, aggiungendo al resoconto sempre più dettagli via via che la chiesa crescente poteva produrre e leggere libri sempre più voluminosi.

D10-09. Adattato per essere pubblicato in “Signs of the Times”

Nel mese di giugno del 1874, James White, in Oakland, California, iniziò a pubblicare la rivista missionaria della chiesa, Signs of the Times. Via via che i capitoli venivano scritti per il secondo volume di Spirit of Prophecy, nel 1876, era logico pensare che potessero essere considerati adatti per essere pubblicati anche in questa rivista settimanale molto diffusa. Prima della stampa del libro da parte della Review and Herald di Battle Creek, alcuni capitoli, a iniziare con quello intitolato “Il Sabato,” apparvero in ogni numero del giornale pubblicato negli stati occidentali. All’esclusione di due capitoli, nel corso di un anno l’intero libro fu messo a disposizione dei lettori di Signs. La stessa cosa avvenne l’anno successivo per il terzo volume. Via via che i capitoli erano pronti, una copia era spedita a Signs e un’altra agli uffici della Review perché fosse preparato e stampato il libro. Il libro uscì mentre i capitoli venivano ancora pubblicati come articoli sulla rivista.

La sor. White era determinata a preparare il quarto volume della serie Spirit of Prophecy e nel mese di febbraio del 1878, scrisse che aveva deciso che fosse stampato alla Pacific Press in Oakland, and to have the type set, first for the Signs. Previse di stampare il libro più tardi from the same type. La White temeva che sotto forma di libro i suoi scritti non potessero raggiungere molti credenti nell’Avvento che osservavano ancora il primo giorno della settimana, ma che fosse più facile raggiungerli con la rivista Signs.

A causa della malattia di James White e dei tanti impegni, la sor. White non fu in grado di realizzare questo programma; nel mese di dicembre del 1878, scrisse che utilizzava capitoli del primo volume di Spirit of Prophecy, come articoli per la rivista missionaria pubblicata negli stati occidentali. Il contenuto veniva adattato alle caratteristiche dei lettori (non avventisti) e poi i capitoli,  che subirono minimi cambiamenti, apparvero per la prima volta nel numero del 9 gennaio 1879, aventi come titolo generale:  “The Great Controversy.” Giunta all’esperienza di Giacobbe, Ellen White iniziò a espandere notevolmente i capitoli e via via che commentava gli eventi dell’Antico Testamento, risultava difficile compararli con il volume Spirit of Prophecy. Questi capitoli, apparsi in modo irregolare nel 1880, 1881 e nel 1882, sembrano essere una fase intermediaria tra la stesura di Spirit of Prophecy, volume 1, e Patriarchs and Prophets.

Dopo la morte di James White, mentre risiedeva in California, Ellen White si dedicò intensamente alla preparazione dei capitoli per Spirit of Prophecy, volume 4. Lavorando in anticipo rispetto al libro, fece pubblicare in Signs of the Times una serie di articoli su Lutero e la storia della Riforma. In tutto furono pubblicati diciannove articoli, che apparvero fra maggio e ottobre del 1883. In essi lei presentò la storia della Riforma in modo più particolareggiato rispetto a ciò che scrisse per il libro, considerato lo spazio destinato al periodo preso in studio.

Nel 1885, dopo la stampa di Spirit of Prophecy, volume 4, su Signs of the Times apparve un certo numero di articoli tratti dai capitoli del libro, usati integralmente o solo in parte.

D10-08. Volume 4, “The Great Controversy”

La sor. White scrisse alcuni capitoli perché facessero parte del volume 4; ma fu solo nell’autunno del 1882, un anno dopo la morte di James White, che lei fu in grado di dedicare del tempo alla preparazione di questo volume. Il manoscritto fu completato e il libro fu pubblicato nel 1884.

Mediante una rivelazione fu chiesto a Ellen White di presentare la controversia tra Cristo e Satana, così come si è sviluppata nei primi secoli dell’era cristiana e nel contesto della grande Riforma del sedicesimo secolo. L’intenzione era quella di aiutare i lettori a comprendere chiaramente come questa controversia sia presente e si manifesti anche ai nostri giorni. Adesso possiamo capire che queste direttive divine relative a questa opera, siano state di incalcolabile importanza sia per la chiesa che per il pubblico in generale.

Tuttavia, quando la sor. White scrisse questo libro, come tutti gli altri libri precendenti, lo considerava destinato soprattutto alla chiesa. E’ per questo che nello scriverlo lei utilizzò frasi ed espressioni che potevano essere capite meglio dagli avventisti, che dal pubblico in generale.

Consideriamo questa come la prima edizione del libro che oggi è molto ben conosciuto con il nome The Great Controversy.

Mentre era all’opera su questo libro, nella sua casa di Healdsburg, la sor. White si ammalò gravemente e temette di non ristabilirsi. Un giorno richiese con insistenza che fosse accompagnata al camp meeting che si stava svolgendo non lontano da lì. Temendo che quella fosse l’ultima opportunità di rivolgersi ai presenti, chiese di essere assistita per potersi alzare e parlare al pubblico. Appoggiandosi al leggio, iniziò a salutare la chiesa e a congedarsi. Ma presto i fratelli notarono che le sue guance diventarono più rosee e che il suo corpo prese forza. La sua voce divenne forte e chiara. Tutti furono testimoni della sua rapida guarigione. Non appena si ristabilì riprese a lavorare sul libro. Un altro tentativo di satana di stroncare la sua opera fu miracolosamente sventato.

D10-07. “The Spirit of Prophecy,” (Lo Spirito di Profezia) volumi 1-4

Trascorsero alcuni anni e il numero dei credenti aumentava; si sentì il bisogno di ristampare i piccoli volumi della serie Spiritual Gifts, che i fratelli impararono ad apprezzare. Tuttavia la sor. White non era d’accordo con questa idea. Dopo che questi libri furono stampati, la White ricevette altre rivelazioni, alcune ripetute, altre arricchite di dettagli; la sorella chiese pertanto del tempo per poter presentare gli argomenti in modo più completo, prima che i libri fossero ristampati. Furono elaborati dei precisi piani che prevedevano la pubblicazione di quattro libri, di quattrocento pagine ciascuno, che contenessero un completa esposizione del tema del gran conflitto, dai suoi inizi fino alla consumazione finale. Fu deciso di pubblicare questa collezione con il nome di Spirit of Prophecy.

La preparazione di questa nuova collana progredì più lentamente del previsto. Nel 1865 James White fu vittima di un severo ictus e la ripresa fu lenta e complessa, e la sor. White dedicò molto tempo e molte energie alle cure di suo marito. Il volume 1, che fu pubblicato nel 1870, narrava la storia del conflitto che va dalla caduta di Lucifero e la Creazione al tempo del re Salomone, una narrazione che, a parte alcune aggiunte, risulta parallela al libro Spiritual Gifts pubblicato nel 1864, volumi 3 and 4. Anche in questo libro (NDT. Vol. 01) è presente un’introduzione scritta da James White che riguarda la manifestazione del dono di profezia. Questo documento è stato pubblicato anche nella Review and Herald.

Il volume 2, pubblicato nel 1877, presentava la vita e l’opera di Cristo fino all’ingresso trionfale in Gerusalemme. Il volume 3, pubblicato l’anno successivo, completava la vita di Cristo e proseguiva fino alla prima parte del ministerio di Paolo. Alla pagina 392 il libro si chiudeva con il capitolo “Opposizione a Tessalonica.” Ellen White e gli editori facevano in modo che ogni volume non superasse le 400 pagine.

Quando iniziò a lavorare sul quarto volume, Ellen White aveva previsto di riprendere dove il volume 3 si fermava, considerato che aveva già preparato i capitoli sulle scene finali della chiesa primitiva, che si concludeva con il martirio di Paolo e Pietro. Tuttavia il Signore, mediante una visione, le chiese di seguire il piano presente in The Great Controversy e di iniziare il quarto volume con il resoconto sulla distruzione di Gerusalemme. La ragione di questa decisione fu presto chiara. Ma ciò creò un intervallo nel resoconto storico che era già stato pubblicato e la sor. White si ritrovò con cinque capitoli non utilizzati.

Questi capitoli furono aggiunti alla seconda edizione del volume 3, che portò il libro ad un totale di 442 pagine. Pertanto il resoconto completo sulla vita di Gesù e sull’opera degli apostoli era raccolto nei volumi 2 e 3 di Spirit of Prophecy.

D10-06. La Storia del Vecchio Testamento ampliata e illustrata

La presentazione del tema del Gran Conflitto così com’è contenuta in Spiritual Gifts, edizione del 1858, dedicava solo tre capitoli al Vecchio Testamento. La visione base sul Gran Conflitto e le visioni successive espansero le vedute di Ellen White sui punti salienti  dell’A.T. Nel 1864 furono pubblicati Spiritual Gifts, volumi 3 and 4, essi contenevano dettagliate descrizioni sulla caduta di Lucifero, la Creazione, la caduta dell’uomo, le vite dei patriarchi e l’esperienza d’Israele. Quest’ampia presentazione del Vecchio Testamento richiese 383 pagine. Questi due volume avevano come sotto-titolo “Importanti Esperienze di Fede Relative alla Storia di Santi Uomini del Passato” (“Important Facts of Faith in Connection With the History of Holy Men of Old”). Il volume 3 conteneva un’introduzione di ventiquattro pagine sui “Doni Spirituali”, scritta da James White. Anche questi volumi sono disponibili in formato facsimile (NDT fotocopia).

D10-05. “Spiritual Gifts,” volume 2, un’Opera Biografica

Quando ricevette la visione del Gran Conflitto nel mese di Marzo 1858 con l’ordine di trascriverla, la sor. White aveva già intrapreso un’opera nella quale presentava la sua esperienza e le sue visioni. Una volta che Spiritual Gifts (vol.1) fu pubblicato, la White tornò a lavorare sulla preparazione della sua opera biografica. Essa fu pubblicata nel 1860 nel libro Spiritual Gifts, volume 2, con il titolo “La Mia Esperienza Cristiana, la Mia Opera in Relazione alla Nascita e al Progresso del Messaggio del Terzo Angelo” (“My Christian Experience, Views and Labors in Connection With the Rise and Progress of the Third Angel’s Message”).

E’ un’opera di 304 pagine, ora disponibile in versione ‘facsimile’ (NDT fotocopia), in un libro che raggruppa il volume 1 e 2.

D10-04. Dato per Rivelazione (Given by Revelation)

Nella prima frase di questo libretto Ellen White afferma: “Il Signore mi ha mostrato che un tempo Satana in cielo era un angelo onorato.” Le parole “Ho visto” (“I saw”) o le loro equivalenti in questo piccolo libro appaiono in media più di una volta in ogni pagina del libro. (Quando fu preparata una nuova edizione, pubblicata nel 1882, la frase “Ho visto” e i suoi equivalenti fu spesso omessa). Al lettore è chiaro che a volte Ellen White mette per iscritto scene che fanno parte di grandi visioni panoramiche (Vedasi Early Writings, p. 289). Altre volte certi eventi e il loro significato le furono presentati in modo simbolico. (Vedasi Early Writings, pp. 211, 213.)

Periodi importanti della storia venivano riassunti con affermazioni generali brevi e concise, ma che allo stesso tempo rivelavano sullo sfondo le forze del bene e del male che si contendevano (vedasi Early Writings, pp. 222-226).

D10-03. La Visione viene Verbalizzata e Pubblicata

Nonostante l’intensa sofferenza, Ellen White iniziò a tracciare le scene relative al gran conflitto, così come le furono state rivelate. A riguardo, scrisse:

All’inizio fui in grado di scrivere solo una pagina al giorno per poi passare tre giorni in riposo; ma via via che progredivo, le mie forze ritornavano. Lo stordimento che aveva colpito la mia testa sembrava non annebbiare più la mente e prima che completassi il mio lavoro [Spiritual Gifts, vol. 1] l’effetto di quella paralisi mi abbandonò completamente — Ibid., p. 163.

Mentre stava completando il manoscritto per il libro, nel mese di giugno del 1858 la sor. White ricevette una visione relativa all’esperienza vissuta a casa del fratello Palmer, ecco cosa scrisse a riguardo:

Mi fu rivelato in visione che l’improvviso attacco che mi colpì a Jackson, fu un tentativo di Satana di prendere la mia vita con lo scopo di ostacolare l’opera che stavo per intraprendere; ma Dio inviò i Suoi angeli per salvarmi — Ibid.

Il mese di settembre fu annunciato agli avventisti osservatori del sabato, che in quel periodo erano meno di tre mila, che Spiritual GiftsThe Great Controversy Between Christ and His Angels, and Satan and His Angels era pronto per essere distribuito. Le sue 219 pagine presentavano brevemente le fasi più importanti del conflitto, nei tre brevi capitoli i cui titoli sono: “La Caduta di Satana” (“The Fall of Satan”), la “Caduta dell’Uomo”  (“Fall of Man”), e “Il Piano della Salvezza” (“The Plan of Salvation”). Poi la narrativa salta al “Primo Avvento di Cristo” (“First Advent of Christ”), con tredici capitoli dedicati alla vita e al ministerio de nostro Signore e degli apostoli. Negli ultimi venticinque capitoli del libro la White presenta gli eventi riguardanti i temi seguenti: “La Grande Apostasia” (“The Great Apostasy”), “La Riforma” (“The Reformation”), il Movimento dell’Avvento e le conclusive scene relative alla storia della Terra. Il libro chiude il tema del gran conflitto con un capitolo intitolato “La Seconda Morte” (“The Second Death”).

Mentre James e Ellen White si preparavano a pubblicare questo materiale, si rivolsero al pastore Roswell F. Cottrell, un pastore e studioso residente nella parte occidentale dello stato del New York. Essi gli chiesero di preparare un capitolo introduttivo sulla manifestazione dello spirito di profezia. Il libro inizia con un’introduzione di dodici pagine intitolata “Doni Spirituali” (“Spiritual Gifts”) firmata  “R.F.C.”

Questa prima opera, Spiritual Gifts, volume 1, fu ben accolta. Fu ristampata più volte. Poi nel 1882 fu pubblicata una nuova edizione, dapprima come un volume unico, e poi, alla fine dello stesso anno, fu incorporata come terza sezione del libro intitolato Early Writings (Primi Scritti).

D10-02. La Visione del Gran Conflitto, del 1858

Il fine settimana del 13 e 14 marzo 1858 il fratello James White e sua moglie Ellen G. White parteciparono agli incontri di Lovett’s Grove, nei pressi di Bowling Green, Ohio. La domenica pomeriggio James White stava dirigendo un funerale nei locali dove la mattina si era tenuto il culto. Dopo che parlò suo marito, la sor. White prese la parola per consolare la famiglia, che piangeva il suo caro. Mentre stava parlando la sor. White fu rapita in visione e per due ore, mentre la congregazione restò seduta (presente), il Signore si manifestò rivelandole una serie di soggetti importanti per la chiesa. A seguito di questa visione, la sorella scrisse:

Durante la visione che ho ricevuto a Lovett’s Grove, mi fu ripresentato il grande conflitto tra Cristo e Satana, che io ricevetti già dieci anni prima, e mi fu chiesto di metterla per iscritto. Mi fu rivelato che nonostante il fatto che io dovessi contendere con le forze dell’oscurità – difatti Satana avrebbe fatto di tutto per ostacolarmi – io dovevo confidare in Dio e nella presenza degli angeli; nel conflitto non sarei rimasta sola.—Life Sketches of Ellen G. White, p. 162.

Il giorno successivo James ed Ellen White intrapresero il loro viaggio di ritorno. Mentre erano in treno, riesaminarono le recenti esperienze e discussero sul da farsi per mettere per iscritto le visioni e per pubblicare quelle relative al gran conflitto. Fu deciso che la sor. White avrebbe fatto tutto questo appena sarebbero rientrata a casa.

La coppia non si rese conto che rivelare il carattere e gli inganni di Satana, avrebbe scatenato le sue ire, e che il nemico avrebbe fatto di tutto, con intensità e determinazione, per impedire la pubblicazione di un tale libro.

Arrivati a Jackson, Michigan, sulla strada per Battle Creek, la coppia si fermò per visitare i loro vecchi amici a casa di Daniel R. Palmer. In questo periodo la sor. White godeva di buona salute e l’esperienza che ebbe luogo la sorprese profondamente; ecco come la descrive:

Mentre stavo conversando con la sorella Palmer, la mia lingua si rifiutò di esprimere ciò che volevo dire e sembrò ingrossarsi e intorbidirsi. Una strana sensazione di freddo colpì il mio cuore, passò sopra la mia testa e scese sul mio fianco destro. Per un breve periodo persi la sensibilità, ma fui scossa dalla voce di una fervente preghiera. Provai a usare i miei arti sinistri, ma non ci riuscii—Ibid.

La sor. White si rese conto che questo fu il terzo episodio di paralisi che la colpì e per un po’ di tempo credette di non poter recuperare le forze; ma grazie alle perseveranti preghiere dei fratelli, lei recuperò in parte le forze e il giorno successivo fu in grado di proseguire il suo viaggio verso casa.

D10-01. Introduzione

La presentazione di Ellen G. White della storia del Gran Conflitto

(Ellen G. White’s portrayal of the Great Controversy story)

di ARTHUR L. WHITE

Ex Segretario del Ellen G. White Estate

(Questo articolo è apparso per la prima volta come supplemento alla ristampa di Spirit of Prophecy, vol. 4, pp. 507-549, edizione del 1969).

La collana di quattro volumi di Spirit of Prophecy di Ellen White, di cui questo libro fa parte, è solo una fase della presentazione completa e definitiva del conflitto tra Cristo e Satana. Poiché questi volumi sono ristampati, fornendo un anello storico nella presentazione e  riformulazione di tale conflitto, è opportuno esporre il modo in cui Ellen White ricevette le visioni che formano la base di questa opera. Intendiamo inoltre esporre il lavoro necessario alla scrittura e pubblicazione di questo materiale; desideriamo inoltre fare alcune considerazioni sull’affidabilità e autorevolezza di queste opere storiche, così come scaturiscono dalla penna ispirata.

La presentazione del tema ‘Gran Conflitto’ divenne un lavoro imponente e costituisce un’attività importante, presente durante tutto il ministerio della sor. White. I concetti che compongono la storia del conflitto hanno permeato tutta la sua vita e hanno plasmato le posizioni dottrinali e le attività della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. Alcuni porzioni di notevole importanza le furono rivelate i primi anni  e la sorella li fece rapidamente pubblicare sotto forma di articoli, come ad esempio  “La Mia Prima Visione” (“My First Vision”), “Visioni Successive” (“Subsequent Visions”) eccetera, articoli che si trovano nel libro Early Writings. Poi nel 1848, in una visione alla quale la sor. White dà but scant reference, la visione globale e panoramica le fu rivelata. A quel tempo l’attrezzatura per scrivere e le opportunità di stampare erano estremamente limitate. Alcune porzioni of the depiction furono presentati nei capitoli del suo primo libro, A Sketch of the Christian Experience and Views of Ellen G. White (1851). Questi ora sono presenti nella prima parte del libro Early Writings. Ma adesso esaminiamo la visione relativa al Gran Conflitto, del 1858.

D09-01. La genealogia di Ellen G. White – Un aggiornamento

Nel 1920 la linea ancestrale di Ellen White dalla parte del padre, fu ben documentata con la pubblicazione di The Harmon Genealogy, di Artemas C. Harmon. Pochi anni dopo il 1980, in attesa che fosse pubblicata la biografia in sei volumi di Ellen White, scritta da by Arthur White, il White Estate chiese ad un genealogista di professione di tracciare la linea ancestrale dalla parte della madre, di nome Eunice Gould Harmon. I risultati di tale ricerca furono pubblicati nel 1983 sotto forma di una mappa ancestrale (ancestral chart) (NDT albero genealogico??) che, risalendo indietro fino a cinque generazioni, identificò come antenato John Gold, figlio di Jarvis e Mary Gold, coppia che giunse in Massachusetts proveniente dalla Kent County, Inghilterra, nel 1635. La genealogia traccia la discendenza diretta (madre – padre – figlio) di Ellen White. La ricerca non si è estesa ai fratelli o ai fratelli degli zii, delle zie, cugini, ecc.

 

Durante gli ultimi anni del decennio dopo il 1990 furono sollevate delle questioni, alcuni si chiesero se la genealogia di Ellen White risaliva allo stato del New Jersey piuttosto che alla regione del New England. Pertanto, nel marzo del 2000 il White Estate chiese ad un qualificato genealogista indipendente, Roger D. Joslyn, attualmente presidente della American Society of Genealogists, di fare delle ricerche. Egli era specializzato negli stati nord-orientali compresi tra il New Jersey e il New England. Al signor Joslyn fu chiesto di ricontrollare l’accuratezza della genealogia che era a disposizione, per capire se gli antenati di Ellen White fossero originari del New Jersey; gli fu chiesto anche di esporre qualunque altra informazione rilevante che potesse emergere durante la sua ricerca, e di confrontarla con quella eseguita nel 1983.

 

Il Signor Joslyn consegnò il suo rapporto al White Estate nel mese di Maggio del 2002. Le sue conclusioni concordano con quelle raggiunte dalla ricerca eseguita venti anni prima. Pertanto la posizione del White Estate riguardo alla genealogia di Ellen White si basa su due ricerche genealogiche professionali, le quali dimostrano che Ellen White aveva delle origini Anglo-Sassoni. Poiché non sono emerse evidenze che dimostrano il contrario, il White Estate accetta le conclusioni dei due specialisti secondo le quali gli antenati di Ellen White giunsero nel New England nel 1635 provenienti dall’Inghilterra.

Si trovino in allegato il rapporto sulla ricerca genealogica eseguita dal Sig. Joslyn consegnata al White Estate, le sue note introduttive e le sue conclusioni relative alla sua ricerca.

 

Ellen G. White Estate
Aprile 2003

D08-01. Lo sviluppo del pensiero avventista sulle carni pure e impure

La distinzione dietetica tra carni pure e impure , basata su Levitico 11 e su Deuteronomio 14, è generalmente compresa e accettata tra gli Avventisti di oggi.  Diversamente dalle leggi cerimoniali del Vecchio Testamento, che si riferivano a Cristo, o dalle leggi civili, che governarono la teocrazia, queste leggi della salute erano basate sulla legge naturale e quindi non sono semplicemente applicabili a un’epoca e a un tempo determinato.

Così anche fra gli Avventisti che mangiano carne, queste carni impure sono evitate.  Gli Avventisti del XIX secolo, tuttavia,  in genere non accettarono questa distinzione tra carni pure e impure fondata sulla legge del Levitico, anche se condannarono chiaramente la carne di maiale.[1]

La proibizione della carne di maiale fu la prima ad essere stabilita, ma  anche per questo occorse del tempo. Prima che il messaggio sulla salute pervenisse a a Ellen White nel 1863, sia lei che James White scoraggiarono i membri che tentavano di imporre una proibizione del maiale.  “ Noi non crediamo, in nessun modo, che la Bibbia insegni che il suo uso , nell’ordinamento evangelico, è peccaminoso,” scrisse James White nel 1850.[2]

Nel 1858 un fratello del New England, si trattava senza dubbio di S.N.Haskell, iniziò nuovamente a scoraggiare l’uso del maiale e avrebbe voluto farne una  prova di fedeltà alla Parola di Dio.  La Signora White gli scrisse dicendo: “ Se è dovere della chiesa astenersi dalla carne di maiale, Dio lo renderà palese a più di due o tre persone.”[3]

Dopo la visione sulla riforma sanitaria, naturalmente, la Sig. White prese posizione contro il consumo del maiale, sostenendo che questo poteva causare “ scrofola, lebbra e umori cancerosi.” [4]

E’ significativo che lei ed altro Avventisti che scrissero contro l’uso del maiale entro l’anno 1866, ricavarono i loro argomenti in modo rigoroso da una prospettiva sanitaria. In altre parole, proprio perché alcuni argomenti biblici furono impiegati per rafforzare la proibizione del maiale, non possiamo concludere che in quel momento gli Avventisti fossero già ben avviati verso un insegnamento compiuto sulla distinzione tra carni pure e impure.

D.M. Canright, nel 1866, allude a Deuteronomio 14:8, “ E anche il porco, che ha l’unghia spartita, ma non rumina; lo considererete come impuro. Non mangerete della loro carne e non toccherete i loro corpi morti.”  Ma Canright non menziona nessun altra carne impura, e non fa alcun uso del materiale ulteriore che si trova in Deuteronomio 14 sull’argomento.[5] Quando, in un articolo dell’anno seguente, menziona le ostriche, egli fa riferimento ai poteri loro attribuiti di suscitare “un certo genere di sensazioni”, e non introduce alcun argomento biblico.[6]

Nel 1870 W.C. Gage, si assume il compito di confutare un periodico avventista rivale che obiettava alla “ asserzione scritturale secondo la quale il maiale è impuro.”  Ma Gage non cita né Deuteronomio 14Levitico 11. Infatti, Gage nota che “ Se le Scritture  mancano di dirimere la questione, allora sia la ragione a decidere. Esaminate l’animale e osservate le sue abitudini indecenti.” [7] Discute alcune delle testimonianze bibliche sul maiale, ma il suo articolo è ben lontano dall’offrire un contributo a una comprensione più vasta dell’insegnamento biblico sulle carni pure e impure,dimostrandosi, in effetti, piuttosto grossolano con i suoi argomenti naturalistici, ed esclusivamente interessato alla questione del maiale.

James White, in un articolo del 1872 sulla “ Carne di maiale,” mostra gli inizi di un’applicazione più estesa della legge del Levitico. Menziona di nuovo Deuteronomio 14:8, e cerca di confutare l’argomento secondo il quale la proibizione del maiale fosse puramente giudaica e di conseguenza non vincolante per i Cristiani. Ricorda ai suoi lettori che la distinzione tra puro e impuro nella Bibbia era riconosciuta molto prima che “esistesse un singolo giudeo.” Ma, ancora, tutto l’interesse della sua argomentazione sta nello screditare il maiale, non nello stabilire categorie generali di carni pure e impure. Non discute assolutamente i criteri biblici per tale distinzione.[8]

La distinzione generale tra carni pure e impure rimase, nella cerchia degli Avventisti, indeterminata per tutto il XIX secolo. Quando gli Avventisti argomentarono vigorosamente contro l’uso del maiale, la forza dei loro argomenti continuò ad essere rappresentata da criteri fisiologici. Uriah Smith rifiutò esplicitamente l’applicabilità della distinzione mosaica: “Noi crediamo che ci sia un fondamento migliore della legge cerimoniale della prima dispensazione sul quale poggiare ( la proibizione del maiale), perché se assumiamo la posizione che la legge è ancora vincolante, dobbiamo accettarla completamente, e allora avremo a nostra disposizione più di quanto possiamo facilmente liberarci. [9]

Per gli Avventisti del XIX secolo quindi era da scoraggiare, mentre il consumo di carne di maiale era  in pratica proibito. Altre carni che noi considereremmo impure evidentemente non erano considerate alla stregua del maiale.

Una volta, quando Ellen White era ammalata, suo figlio, W.C. White, riferisce che fu incoraggiata a bere un po’ di brodo di ostriche per rimettere in sesto il suo stomaco. Si dice che abbia provato a prenderne uno o due cucchiai, ma poi rifiutò il resto.[10]

E’ tuttavia provato che in un’occasione nella sua vita la Sig. White molto probabilmente mangiò delle ostriche. Nel 1882, quando viveva a Healdsburg, in California, scrisse una lettera a sua cognata, Mary Kelsey White, a Oakland, nella quale faceva la richiesta seguente: “ Mary, se ti è possibile fammi avere una buona scatoletta di aringhe, fresche, per piacere. Queste ultime, che Willie ha preso sono amare e vecchie. Senti, se puoi comprare una mezza dozzina di scatolette di buoni pomodori, per favore fallo. Ne avremo bisogno. E se puoi trovare alcune scatoletter di buone ostriche, prendile anche quelle.” [11]

Ellen White non fece alcun mistero del fatto che, in circostanze difficile, come quando viaggiava, oppure durante questi, quando era molto impegnata, mangiava un po’ di carne. Il libro Counsels on Diet and Foods, pubblicato nel 1938, riferisce quanto segue a proposito del suo modo di rapportarsi con l’uso della carne dopo che le fu data la visione sulla riforma sanitaria: “ Immediatamente tolsi la carne dalla lista dei miei cibi. Dopo di che, di tanto in tanto, mi trovai in situazioni in cui fui costretta a mangiare un po’ di carne.”[12]

Ciò è in armonia con le sue precedenti affermazioni che apparvero a stampa nel 1890, nel libro Christian Temperance and Bible Hygiene, in questi termini: Quando non mi era possibile avere il cibo di cui avevo bisogno, talvolta ho mangiato della carne; ma sto diventando sempre più timorosa a farlo.” [13]

Ma,inoltre, c’è traccia di una qualche negligenza, negli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento, che fece sì che un po’ di carne apparisse sulla sua tavola quando  poteva non essere necessario. Tenuto conto delle difficoltà di refrigerazione e di trasporto dei cibi nel XIX secolo,a quei tempi era un problema molto più consistente provvedere ad una dieta adeguata senza usare cibi carnei.

Nei primi anni ’90 la Sig. White espresse il suo mancato apprezzamento per la carne mentre era in viaggio per l’Australia.  Scrisse quel che segue: “ Loro posseggono una grande abbondanza di cibo nell’ambito dei prodotti della carne, preparati in modi diversi; ma, visto che io non gradisco una dieta carnea, mi resta  un vitto piuttosto misero.”[14]

Mentre era in Australia, all’inizio del 1894, Ellen White prese la decisione di non mangiare più carne, una posizione dalla quale non si allontanò per il resto della sua vita. Ne scrisse in questi termini: “ Fin dal congresso ( Camp-meeting) a Brighton ( Gennaio, 1894) ho bandito in modo assoluto la carne dalla mia tavola. Si tratta di una comprensione tale che, sia che mi trovi a casa oppure all’estero, nulla di questo genere deve essere usato nella mia famiglia, né giungere sulla mia tavola.  La mia mente, durante la notte, è stata raggiunta da molte indicazioni su questo soggetto.”[15]

La comprensione di Ellen White sulla distinzione puro-impuro sembra essersi consolidata nel corso del tempo. Nel 1864 notò incidentalmente che a Noè fu consentito di mangiare animali “puri” dopo il Diluvio.[16] E nel 1890, l’anno in cui fu pubblicato  Patriarchs and Prophets, osservò che i genitori di Sansone erano stati istruiti a negargli “ogni cosa impura”.

Questa distinzione “tra generi di alimenti puri e impuri”, non era  – disse – “ una normativa puramente  cerimoniale e arbitraria, ma si basava su principi sanitari.” Inoltre, la “meravigliosa vitalità” del popolo giudaico nel corso di migliaia di anni poteva essere fatta risalire a tale distinzione.[17] E’ significativo che non avesse notato questo aspetto della vita di Sansone nel 1881, quando scrisse gli articoli sui quali la maggior parte del materiale di Patriarchs and Prophets è basato. [18]

Nel 1905 si espresse ancora in modo favorevole sulla distinzione come era stata data ai Giudei, menzionando, stavolta, oltre al maiale, altri animali e uccelli le cui carni erano dichiarate impure.”[19]

Lo stesso passo continua enumerando altri aspetti delle leggi di salute giudaiche che gli Avventisti del Settimo giorno non avevano mai cercato di imporre, tanto che, riassumendo, può dirsi che la Sig. White non dichiarò mai in modo esplicito che la distinzione generale tra carni pure e impure era compresa tra quello che gli Avventisti del Settimo giorno erano ancora tenuti a osservare.  Le sue dichiarazioni che vanno nel senso di raccomandare la pratica giudaica certamente incoraggiano quella posizione, ma non la rendono mai esplicita.

Gli Avventisti di oggi, con la loro comprensione della distinzione tra carni pure e impure, devono dare il peso dovuto alla generale mancanza di tale insegnamento nella chiesa avventista del suo tempo  Nel 1883 W.H. Littlejohn, in una rubrica di domande e risposte della Review , disse che non era sicuro se le ostriche cadessero propriamente sotto la proibizione sulle carni impure che si trova in Levitico 11. Se era così, disse, sarebbe stato a motivo di qualche ragione naturale.[20] Fu proprio in questo periodo che Uriah Smith espresse il suo deciso disconoscimento dell’applicazione della legge Mosaica in questo ambito, come abbiamo sopra menzionato.

I riformatori della salute inizialmente menzionarono talvolta le ostriche nello spiegare perché i cibi carnei erano dannosi. Russell Trall, nel suo Hydropathic Cookbook (1857), disse che tutti i molluschi, incluse le ostriche, erano “cattivi alimenti.”[21]

Probabilmente erano più familiari agli Avventisti i commenti sulle ostriche di James C. Jackson, inclusi, insieme con altre critiche ai cibi carnei, in un articolo che James e Ellen White ristamparono in  Health: or How to Live.   Jackson si opponeva alle ostriche perché erano come degli spazzini.[22]

J.N. Loughborough disse che tutti i molluschi, comprese le ostriche, erano da riprovare perché contenevano poveri elementi nutritivi ed erano molto difficili da digerire.[23]

Infine, nel 1891, reagendo energicamente a dei commenti favorevoli sulle ostriche espressi da alcuni scienziati, Kellogg condannò tale creatura perché difficile da digerire, “ l’infimo degli spazzini,” e con la tendenza a contenere un veleno mortale, il tirotossico.[24]

Paragonate alla quantità di materiale letterario contro il consumo del maiale, tuttavia, le obiezioni alle ostriche e ad altre carni “impure” sono così minime da essere notate con difficoltà.

Di qualunque tipo possano essere state le consuetudini o le concezioni dei nostri pionieri su questo problema, noi non dovremmo mai basare le nostre personali decisioni relative a uno stile di vita sano sull’esempio di altri esseri umani. La Sig. White affermò questo principio chiaramente  nel 1901, durante una conversazione estemporanea avuta a Battle Creek:

[E’ lei stessa che parla] “ La Sorella White non ha avuto nella sua casa carni morte, né le ha cucinate in un modo o nell’altro per anni e anni. Ed ecco qui il principio sul quale alcuni poggiano la loro adesione alla riforma sanitaria: ‘ Ti ho detto che la Sorella White non ha mangiato carne e , ora, voglio che tu non mangi carne, perché la Sorella White non la mangia.’

“Bene, io non darei un fico secco, né me ne importa alcunché di una motivazione come questa. Se non avete acquisito una motivazione migliore – se cioè non volete mangiare carne perché la Sorella White non ne mangia – se sono io l’autorità, io non attribuirei alcun valore alla vostra riforma sanitaria.  Quello che voglio è che ognuno di voi si ponga con tutta la sua dignità personale davanti a Dio, con tutta la sua personale consacrazione a Dio, in modo che il tempio del suo spirito sia dedicato a Dio. ‘Chiunque distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui.’ Quindi voglio che tu rifletta su questo, senza fare di alcun essere umano il tuo criterio.”[25]

Senza alcuna sorpresa, risulta che S.N. Haskell, che fu trai primi a  sollecitare la chiesa ad andare verso l’abbandono del consumo di maiale, fu anche il primo a sostenere una chiara proibizione di tutte le carni impure, facendo un uso completo delle proibizioni di Levitico 11. Nel maggio del 1903, scrisse quel che segue:

“In molte cose la Bibbia pronuncia dei principi e a noi è lasciato il compito di esercitare il nostro giudizio in materia, mentre in molte altre questioni ci è dato un comandamento preciso…Nel suo progetto infinito [Dio] stabilì che una parte del regno animale adempisse un ruolo da spazzino…Affinché noi potessimo conoscere quegli animali che si nutrono di cibo pulito, egli pose su di loro un segno o un marchio.”[26] Haskell proseguiva citando Levitico 11:1-8 e concludeva così:  “L’uso alimentare di queste cose che Dio ha proibito è molto penoso agli occhi suoi.”


[1] Lo studioso del Nuovo Testamento John Brunt di recente ha messo in discussione la validità dell’uso della legge Levitica per stabilire la distinzione puro//impuro. La sua affermazione per cui l’interpretazione del Levitico di Ellen White spiega la posizione attuale della chiesa non è giustificata, come questo scritto cercherà di mostrare. Vedi John Brunt, “ Unclean or Unhealthful, An Adventist Perspective,” Spectrum,  vol. 11 ( Feb. 1981) , pp.17-23.

[2] James White, “Swine’s Flesh,” Present Truth, vol.1 (Novembre, 1850), p.87. Almeno due studi precedenti hanno discusso l’argomento prima di noi. Uno fu scritto da Richard Hammill nel 1945 durante gli anni  trascorsi come studente al Seventh-day Adventist Seminary; l’altro da David Giles, un altro studente del Seminario, nel 1977.  Giles non aggiunge molto a quanto scritto prima da Hammill. Io sono in debito con Hammill per avermi indirizzato a un numero di fonti rilevanti, ma penso che il suo scritto trascuri alcune distinzioni importanti.

[3] Ellen G. White, Testimonies for the Church,  vol.1 ( Mountain View, CA, 1948), p.207.

[4] Ellen G. White, Spiritual Gifts, vol.4 ( Battle Creek, MI, 1864) p.146.

[5] D.M.Canright, “The Bible on Meat,” Health Reformer,  vol.1 (dicembre, 1866) , p.66.

[6] D.M. Canright, “Why I do non Eat Swine”, Health Reformer, vol.1 ( aprile, 1867) p.135.

[7] W.C. Gage, “Pork Unclean”,  Health Reformer,  vol.4 ( Febbr., 1870) , p.150.

[8] James White, “Swine’s Flesh, Forbidden in the Word of God,” Health Reformer , vol.7 ( Gennaio 1872), p. 18.

[9] Uriah Smith, “Meats Clean and Unclean,” Review and Herald,  vol. 60 ( 3 Luglio, 1883), p.424.

[10] Arthur L. White, “Dietary Witness of the Ellen G. White Household,” ( Saggio non pubblicato, Washington D.C.,1978), p.15.

[11] Ellen G. White to Mary Kelsey White, 31 Maggio,1882. Lettera 16, 1882, p.1, ( Ellen G. White Estate, Washington, D.C.)

[12] Lettera 83,1901: Ellen G. White, Counsels on Diet and Foods ( Washington , D.C.,1938), p. 487.

[13] Ellen G. White, Christian Temperance and Bible Hygiene ( Batlle Creek, MI, 1890), p.118; in  Counsels on Diet and Foods, p. 394. )

[14] Lettera 32a,1891.

[15] Lettera 76,1895; in  Counsels on Diet and Foods ,  p.488. ( Vedi anche   Critique of Prophetess of Health,  pp.78-81)

[16] Ellen G. White, Spiritual Gifts, vol.3, Battle Creek, MI, 1860), p. 76.

[17] Ellen G. White,  Patriarchs and Prophets ( Washington, D.C., 1958 ), p. 562.

[18] Vedi Signs of the Times,  vol.7, 15,22,29 Settembre; 6,13 Ottobre, 1881.

[19] Ellen G. White,  Ministry of Healing ( Mountain View, CA, 1905) , pp. 311,312.

[20] W.H. Littlejohn, “Oysters,” Review and Herald, vol.60, (14 agosto 1883),p.522.

[21] Russell Trall, The New Hydropathic Cookbook  ( New York, 1857) , p.104.

[22] James C. Jackson, “Flesh as Food”, ibn James White, ed. Health: or How to Live (  Battle Creek, MI, 1865), p.19.

[23] John Loughborough, i The Hand Book of Health  ( Battle Creek , MI, 1868), pp. 191,192.

[24] J.H. Kellogg, Household Monitor of Health (Battle Creek,1891) pp. 131-136.

[25] Ellen G.White, “Talk by Mrs. E.G. White Before Representative Brethren, in the [Battle Creek] College Library, 1 Aprile , 1901, p.13. ( Ellen G. White Estate, Washington, D.C.)

[26] S.N. Haskell,  The Bible Training School,  vol.1 ( Maggio,1903) , p. 186.

 

Ellen G. White Estate

Washington, D.C.

27 Aprile,1981, Ristampato nel Marzo 1989.

D07-16. Le Attrattive della Vita Cristiana

 

Vogliamo fare tutto quello che è in nostro potere per conquistare le anime, presentando loro le attrattive della vita Cristiana. Il nostro Dio è un amante del bello. Avrebbe potuto rivestire la terra di marrone e di grigio, e gli alberi con abiti da lutto invece che col loro fogliame di un verde vivace; invece egli vuole che i suoi figli siano felici.  Ogni foglia, ogni gemma che si apre e ogni fiore che sboccia è un segno del suo tenero amore, e noi dovremmo aspirare a rappresentare agli altri quest’ amore meraviglioso che si esprime nelle opere da lui create.

Dio vuole far sì che ogni famiglia e ogni chiesa eserciti un potere vittorioso per allontanare i bambini dai piaceri seducenti del mondo, e dall’associazione con coloro la cui influenza produrrebbe una tendenza alla corruzione.  Mettete ogni studio per conquistare i giovani a Gesù. Lasciate nelle loro menti l’impronta della misericordia e della bontà divine permettendo loro, per quanto siano peccatori, di gioire dei vantaggi, della gloria e dell’onore di essere figli e figlie dell’Altissimo. Che pensiero stupendo, che condiscendenza inaudita, che amore sorprendente,il fatto che degli uomini finiti possano essere simili all’Onnipotente ! “A loro egli ha dato la possibilità di divenire i figli di Dio, proprio a quelli che credono nel suo nome.”  “ Amati, ora voi siete i figli di Dio.”  Può un qualsiasi onore mondano eguagliare tutto questo?

Rappresentiamo la vita cristiana per quello che è veramente; rendiamo il cammino gioioso, invitante, interessante. Possiamo farlo se lo vogliamo.  Possiamo riempire le nostre menti di immagini vive di cose spirituali ed eterne, e così facendo contribuire a trasformarle in realtà anche per altre menti.  La fede vede Gesù che si pone come nostro Mediatore alla destra di Dio. La fede contempla le dimore che Egli è andato a preparare per quelli che lo amano. La fede vede l’abito e la corona preparati per il vincitore. La fede ode i canti dei redenti e avvicina a noi le glorie dell’eternità. Dobbiamo accostarci a Gesù in atto di obbedienza amorevole, se vogliamo vedere il Re nella sua bellezza.  — Review and Herald, 29 gennaio, 1884.


Ellen G. White Estate
Settembre, 1962
Rivisto nel Dicembre 1989
Silver Spring, Maryland

D07-15. Vacanze Interessanti

Abbiamo cercato di rendere le vacanze il più possibile interessanti per i giovani e per i bambini, impegnandoci contemporaneamente a cambiare quest’ordine di cose. Il nostro obiettivo è stato quello di tenerli lontani dai luoghi di divertimento consueti tra i non credenti.  Invece di seguire abitudini egoistiche che consistono nel dare a coloro dai quali ci aspetteremo dei regali in contraccambio, facciamo le nostre offerte al Signore. Questo piano si è dimostrato efficace in molte delle nostre chiese, ed è stato un successo in questa occasione, producendo un totale di 138 dollari di donazioni. Il nuovo anno, quindi, si è aperto con le offerte rese al Donatore di tutte le misericordie e benedizioni.

Ho  pensato che, se allontaniamo i nostri figli dai piaceri mondani che tendono a corrompere e a sviare, dovremmo offrire loro una ricreazione innocente per condurli in sentieri piacevoli ma privi di pericolo. Nessun figlio di Dio è necessario che abbia esperienze tristi o luttuose. I comandamenti divini, le promesse divine, mostrano che le cose stanno così. Le vie della saggezza “sono vie di piacevolezza , e tutti i suoi sentieri portano alla pace.” I piaceri di questo mondo producono infatuazione; e per il loro momentaneo diletto molti sacrificano l’amicizia del Cielo, insieme alla pace, all’amore e alla gioia  che questa comporta. Ma questi oggetti che scegliamo per il nostro godimento presto diventano ripugnanti, insoddisfacenti.

D07-14. Un Albero per il Nuovo Anno

Alla fine del mio lungo viaggio a Est, ho raggiunto la mia casa in tempo per trascorrere l’ultimo dell’anno a Healdsburg. L’aula magna del College era stata preparata per una riunione della Scuola del Sabato. Ghirlande di cipresso, foglie autunnali, piante sempreverdi e fiori erano sistemate con gusto e una grande campana fatta di piante sempreverdi era appesa sul vano a forma di arco  all’ingresso della stanza.  L’albero era carico di doni, che dovevano essere impiegati a beneficio dei poveri e per contribuire all’acquisto di una campana. A parte pochi casi, i nomi dei donatori non erano riportati, ma si leggevano testi biblici e citazioni appropriati quando i doni erano tolti dall’albero. In questa occasione nulla era detto o fatto che potesse appesantire la coscienza di alcuno.

Alcuni mi hanno detto: “ Sorella White, che cosa ne pensa? E’ in accordo con la nostra fede?” Io rispondo: “ Lo è con la mia fede.”  A Healdsburg, San Francisco e Oakland ci sono molte cose che possono attrarre i nostri bambini; grandi somme di denaro sono spese ogni anno, a Natale a Capodanno, per acquistare doni per gli amici.  Questi doni in genere non producono soddisfazione, perché molti ricevono regali di cui non hanno bisogno, mentre sarebbero felici di ricevere qualche articolo diverso; alcuni ricevono lo stesso articolo da persone diverse, e altri non ricevono assolutamente nulla.

D07-13. Un Albero di Natale

Ci stiamo approssimando alla fine di un altro anno: non coglieremo tutte le opportunità offerte da questi giorni festivi per portare a Dio le nostre offerte?  Non parlo di sacrifici, perché di fatto non faremo altro che restituire a Dio quello che è già suo, e che lui ci ha solo affidato finché non ce lo richiederà.  Dio si compiacerebbe davvero se a Natale ogni chiesa avesse un albero di Natale sul quale si appenderanno le offerte, grandi e piccole, per queste case di adorazione.  Ci sono pervenute delle lettere in cui ci era chiesto: -Dobbiamo avere un albero di Natale? Non sarebbe come imitare il mondo? Noi rispondiamo così: – Potete imitare il mondo se vi disponete in tal senso, oppure potete discostarvi da esso il più possibile.  Non c’è alcun peccato particolare nella scelta di un fragrante sempreverde e nel collocarlo nelle nostre chiese; il peccato invece sta nella motivazione che ci spinge ad agire e nell’uso che è fatto dei doni che sono posti sull’albero.

L’albero può essere tanto alto e i suoi rami tanto ampi per quanto l’occasione lo richiede; ma i suoi rami siano carichi dei frutti d’oro e d’argento della vostra beneficienza e presentatelo al Signore come il vostro regalo di Natale.  Le vostre donazioni siano santificate dalla preghiera e il frutto che porrete su quest’albero consacrato sia volto a rimuovere i debiti dalle nostre case di adorazione a Battle Creek, nel Michigan, e a Oakland, in California.

Una sola parola è sufficiente per chi è saggio.   Review and Herald, 11 dicembre, 1879.