D20-20. La lettera di W. C. White al pastore Prescott (Appendice B)

APPENDICE B

La lettera di W. C. White al pastore Prescott

Sanitarium, California
12 Marzo 1915

 

Pastore W. W. Prescott
Takoma Park,
Washington, D. C.

Caro fratello Prescott,

Desidero risponderle subito, sebbene al momento mi è impossibile esprimere le mie opinioni sui manoscritti che lei mi ha consegnato a Washington.

Quando sono arrivato a casa ho visto che tutti i nostri operai erano molto presi con lavori urgenti, e sebbene abbia mostrato loro questi manoscritti, sia il fr.Crisler che il fr. Robinson non hanno avuto il tempo di studiarli. Sperano di farlo prima che passi troppo tempo.

Avrà saputo mediante la Review e il giornale della Union Conference dell’incidente che ha subito mia madre il 13 febbraio. Allego alla presente una dichiarazione che che mia madre ha fatto domenica scorsa, con la quale esprimeva il pensiero che la sua opera era terminata e che presto si sarebbe messa a riposo. Quando pensiamo al futuro si ha l’impressione che senza di lei saremo perduti. Tutti i nostri piani, tutti i nostri pensieri e i nostri sforzi per tanti anni  have been centered in her work.

Mia madre si rallegra del fatto che moltissimo è stato fatto in questi ultimi anni perché i suoi scritti fossero pronti a essere pubblicati e diffusi in vasta scala. Il manoscritto per Gospel Workers è stato esaminato da lei stessa eccetto uno o due capitoli composti interamente di brani selezionati dai suoi scritti già pubblicati.

La storia del Vecchio Testamento che va da Salomone fino a Malachia è quasi pronta da essere consegnata alle stampe. Il manoscritto sull’organizzazione è completo ed è stato consegnato al comitato della Conferenza Generale. Il lavoro di selezione tra i suoi scritti perché fossero pubblicati nel Orient (NDT:?) iniziò l’anno scorso quando mia madre era ancora attivamente coivolta  e poteva esaminare i manoscritti. Siamo profondamente grati al Signore che ha prolungato la sua vita perché potesse partecipare a questa opera.

L’utima volta che sono stato a Washington ho visitato brevemente i suoi genitori. Mi hanno chiesto di portare a mia madre le loro parole di affetto e simpatia. Ma prima di raggiungere casa per trasmettere queste parole a mia madre, suo padre (NDT di Prescott) è deceduto. Il nostro popolo lo amava e lo onorava e esprime a lei, ai suoi fratelli e sorelle e a sua madre, le condiglianze più sincere.

Fratello Prescott, non ho mai trovato l’opportunità di presentare a mia madre le perplessità che hanno appesantito e rattristato il suo cuore, ma è mio privilegio dirle che in questi ultimi anni le parole che mia madre diceva riguardo a lei e il suo lavoro esprimevano la tenerezza e l’amore di una madre. Mia madre ha sempre avuto un’alta considerazione per lei e per sua moglie ed era rattristata ogni volta che veniva a conoscenza delle sue perplessità.

A volte ho provato a parlare con mia madre degli argomenti che sono stati un peso nel suo cuore, ma lei non arrivava a capire e quindi lasciavo l’argomento in disparte, pensando che un giorno mia madre riflettesse sulle questioni. Vorrei sinceramente trovare le parole o fare qualcosa per consolarla, per aiutarla a riscoprire  la gioia, la speranza e la fiducia nella sua opera; che è durata una vita e nella quale i fratelli hanno visto la presenza di Dio.

Oggi il fr. Robinson ed io stavamo leggendo alcuni paragrafi negli ultimi capitoli di Gospel Workers e abbiamo letto il seguente brano, pensando anche a lei:  “In questa vita il nostro lavoro per Dio sembra spesso non dare dei frutti. I nostri sforzi per fare del bene possono essere pieni di entusiasmo e perseveranza, ma a volte non ci è permesso di contemplarne i risultati. Ai nostri occhi i nostri sforzi possono sembrare inutili. Ma il Salvatore ci assicura che in cielo viene presa nota del nostro lavoro e che la ricompensa sarà consegnata. L’apostolo Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, scrisse: “Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.” (NDT Gal 6:9) E il salmista dice: “Se ne va piangendo colui che port ail seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia quando porterà I suoi covoni.”  (NDT Sal 126:6). . .

“Sebbene molti frutti del nostro lavoro non siano così evidenti in questa vita, gli operai di Dio hanno la Sua promessa del successo ultimo. Come Redentore del mondo Cristo dovette consantemente confrontarsi con  apparenti insuccessi. Aveva l’impressione di fare poco rispetto al suo grande desiderio di servire e consolare. Forze sataniche erano costantemente al lavoro per ostacolare la Sua opera. Ma Egli non si faceva scoraggiare. Egli riusciva a vedere i risultati della Sua missione. Egli sapeva che alla fine la verità avrebbe trionfato nella sua lotta contro il male e ai suoi discepoli disse: “vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. (NDT Giov 16:33) La vita dei discepoli di Cristo deve essere simile alla Sua, una serie ininterrotta di vittorie  — forse non considetare tali su questa terra, ma riconosciute sicuramente come tali nella great hereafter.”

“Sinceri saluti,
W. C. White.”