D20-19. La lettera di Prescott a W.C. White (Appendice A)

 

APPENDICE A

La lettera di Prescott a W.C. White

Takoma Park, D.C., 6 Aprile 1915.
Pastore W. C. White
Sanitarium, Napa County, California

Caro Fratello White,

Ho apprezzato la sua lettera del 12 marzo [Appendice B] e la ringrazio per le sue parole di condoglianze a seguito del decesso di mio padre.

Ho letto ciò che lei ha scritto sulle condizioni di sua madre, sebbene lei abbia dimenticato di accludere le dichiarazioni alle quali fa riferimento. Quando penso a questi primi credenti, come sua madre, mio padre e il pastore Olsen, che se ne stanno andando cosi rapidamente, e quando penso quanto poco è stato fatto per avvertire solennemente il mondo dell’imminente ritorno di Cristo, mi chiedo se alcuni tra di noi, che facciamo parte di questo movimento, ne vedranno il coronamento. E’ una questione che mi fa riflettere.

A me pare che una parte di responsabilità poggia su coloro tra di noi che sanno che nei libri autorizzati sono presenti dei seri errori e che tuttavia non fanno nessuno sforzo per correggerli. I fratelli (NDT people) e i nostri pastori comuni credono che affidiamo loro dichiarazioni affidabili, e nei loro sermoni essi usano i nostri libri che credono essere autorevoli , ma per anni permettiamo loro di asserire cose che noi sappiamo non essere vere. Non credo che questo sia giusto. Ho l’impressione che stiamo tradendo la fiducia che i pastori e i fratelli hanno riposto in noi e che li stiamo ingannando. Ho l’impressione che si ha più paura dell’ansietà eventualmente provocata  (NDT INGL difficile there is much more anxiety to prevent a possible shock to some trustful people than to correct error.

Nella sua lettera lei menziona il desiderio di aiutarmi ma credo che sia ormai troppo tardi. Le esperienze che ho vissuto negli ultimi sei – otto anni, e specialmente le questioni delle quali le ho parlato, hanno avuto un effetto su di me. Ho dovuto superare esperienze traumatiche e dopo aver dato il meglio della mia vita a questo movimento, provo poca soddisfazione  e sono arrivato alla conclusione che l’unica cosa che mi resta da fare è di fare con coscienza e in silenzio il mio lavoro e permettere agli altri di andare avanti senza di me. Ovviamente questo non è certo un modo felice di concludere un opera che è durata una vita, ma questo mi pare il modo mogliore di adattarmi alla situazione.

Il modo in cui gli scritti di sua madre sono stati gestiti e la falsa impressione che la gente si è fatta, hanno creato forti perplessità in me. Ho l’impressione che è con un inganno, sebbene probabilmente involontario, che sono stati fatti alcuni dei suoi libri e che nessun sforzo serio sia stato fatto per togliere dalle menti della gente ciò che era considerata una erronea comprensione dei suoi scritti

Ma è inutile addentrarsi in tali questioni. Ne ho parlato per anni con lei  e non è cambiato niente. Tuttavia penso che ci stiamo dirigendo verso una crisi, che prima o poi arriverà e forse più prima che poi. Un desiderio di reagire sta prendendo piede

Le ultime settimane sono state molto tranquille, molti fratelli lavorano nei campi. E’ stato parecchio freddo e abbiamo avuto cinque pollici di neve sabato scorso, ma oggi sembra essere una giornata di primavera.

Mia madre è molto debole ma a volte la sua forza mi sorprende. Mio padre le manca molto. Sono vissuti insieme per 67 anni.

Il lavoro in ufficio non manca, siamo tutti molto presi nel cercare di soddisfare tutti.

Sarò lieto di avere sue notizie in futuro. Se lei crede che sia appropriato, esprima a sua madre il mio dispiacere per le sue sofferenze.

In fede,

W. W. Prescott