D20-10. Il problema più grande per W. W. Prescott – la produzione dei libri di E.G. White

Il problema più rilevante esposto nella lettera del 1915 del pastore  Prescott riguarda gli scritti di E. G. White e il modo in cui venivano gestiti. Questo problema potrebbe avere origine dalla concezione che il fr. Prescott aveva dell’ispirazione. In una lettera che W. C. White scrisse nel gennaio del 1928 a L. E. Froom, segretario aggiunto dell’Associazione Pastorale, il nome di Prescott appare associato ad una affermazione alquanto significativa. A quel tempo la natura dell’ispirazione non era un argomento che veniva studiato e c’erano molti che, senza aver riflettuto a lungo sulla questione, mantenevano un concetto che in seno alla nostra chiesa abbiamo chiamato “ispirazione verbale.” W. C. White ne aveva parlato e ne aveva scritto nel 1911 in un documento che Ellen White approvò:

“Mia madre non ha mai sostenuto l’ ispirazione verbale, e neanche mio padre o i pastori  Bates, Andrews, Smith, o Waggoner, sostengono questa idea. Se lei scrivesse i manoscritti sotto ispirazione verbale, perché avrebbe bisogno di apportare delle aggiunte o modifiche?  E’ un fatto che mia madre spesso prende un manoscritto e lo riesamina dettagliatamente, facendo delle aggiunte per sviluppare meglio un pensiero.”–W. C. White, in un discorso rivolto al concilio della Conferenza Generale del 30 ottobre 1911; 3SM p. 437.

Inoltre, in occasione della sessione della Conferenza Generale del 1883, fu preso un voto formale  sulla questione dell’ispirazione. Ecco il testo del voto:

“Noi crediamo che la luce che Dio accorda ai Suoi servitori si manifesti sotto forma di illuminazione della mente; ispirati sono quindi i pensieri che sono impartiti e non (ad esclusione di alcuni casi rari) le parole con le quali le idee dovrebbero essere espresse.”–Review and Herald, 27 Nov. 1883.

Segue la dichiarazione di W.C. White scritta a L. E. Froom in cui si fa riferimento al pastore  Prescott:

“Lei si riferisce alla breve affermazione che le ho mandato, riguardo all’ispirazione verbale. Questa dichiarazione [citata sopra] votata alla Conferenza Generale del 1883 era in perfetta armonia con le convinzioni e le posizioni dei pionieri di questo movimento ed era, credo, la sola posizione adottata da tutti i nostri pastori e insegnanti fino a quando il professore [W. W.] Prescott, presidente del Battle Creek College presentò con vigore un’altra posizione – la posizione tenuta e presentata dal professore Gaussen. Il fatto che gli studenti del Battle Creek College e molti altri, incluso il pastore Haskell, abbiano accettato questa posizione ha sollevato domande e perplessità senza fine, anzi esse stanno aumentando.

“La sorella White non ha mai accettato la teoria di Gaussen riguardo alla ispirazione verbale, che la si applichi alla sua propria opera o alla Bibbia.”–W. C. White a L. E. Froom, 8 Gennaio 1928; 3SM pp. 454, 455.

La corrispondenza epistolare tra W. C. White e S. N. Haskell sostiene con forza l’affermazione di  White secondo la quale il fatto che Haskell avesse accettato tale teoria, avrebbe creato perplessità. Esiste una lettera in particolare di W. C. White sulla quale Ellen White scrive con la sua penna: “Approvo le osservazioni fatte in questa lettera. Ellen G. White.” Questo è ciò che aveva appena letto:

“Io credo, fratello Haskell, che si rischia di ferire l’opera di mia madre asserendo più di quello che mia madre stessa sostiene, più di quello che hanno asserito i pastori Andrews, Waggoner o Smith. Non vedo coerenza nel sostenere l’inspirazione verbale quando mia madre non lo ha mai fatto.” — W. C. White a S. N. Haskell, 31 Ott. 1912.

Va detto che, in base alla sua lettera del 1915, è difficile determinare con chiarezza quale fosse la posizione di Prescott sull’ispirazione.  Ma è un fatto che all’incontro di insegnanti di storia e di Bibbia del 1919 il pastore Prescott negò di mantenere il concetto rigido dell’ispirazione verbale, quando si tratta degli scritti di E. G. White. Tuttavia egli non si espresse sulla sua posizione in generale.

C’è un altro fattore da tenere presente, ovvero il suo rapporto con l’edizione del 1911de Il Gran Conflitto. Nei primi mesi del 1910, C. H. Jones della Pacific Press richiamò l’attenzione di W. C. White e del personale che lavorava a Elmshaven sul fatto che le NDT tradurre printing plates per Il Gran Conflitto erano logore e che (NDT Tradurre) the type per il libro dovenano essere reset. Il lavoro iniziò normalmente, nella speranza che il mese di luglio si potesse stampare il libro con le new plates. Ma via via che il lavoro avanzava , si capiva che non bastava soltanto a simple resetting of the type. Una volta che il libro fu stampato Ellen White rifletté sul progetto e scrisse:

“Quando appresi che  Il Gran Conflitto doveva essere ristampato ingl.reset, decisi che tutta l’opera doveva essere esaminata attentamente per accertarsi che le verità in esso contenute fossero espresse nel modo migliore, al fine di convincere coloro che non sono della nostra fede, che il Signore mi ha diretto e sostenuto nella stesura di questo libro.”– Lettera 56 1911.

Poiché W. W. Prescott era il redattore del Protestant Magazine, era logico che a lui, insieme ad altri, fosse chiesto di partecipare a tale riesame del libro, il quale aveva molto da dire sulla chiesa cattolica. W. C. White presentò la questione a Prescott i primi giorni del mese di aprile del 1910, durante una visita personale mentre si trovava a Washington. Il 26 aprile Prescott mandò il suo rapporto (i suggerimenti di Prescott, trasmessi mediante una lettera datata 26 aprile 1910, insieme a una nota di ricevuta recezione e la documentazione sulle variazioni presenti nella edizione del 1911 de Il Gran Conflitto, sono raccolti in documento di 38 pagine disponibile presso il White Estate. Chiedere di “W. W. Prescott and the 1911 Edition of Great Controversy.”). Circa la metà dei suoi suggerimenti possono essere considerati di minore importanza, come ad esempio la precisazione su alcune paole, o una richiesta di referenze a sostegno di un certo punto. L’altra metà dei suggerimenti ha una certa rilevanza: alcuni rimettevano in questione le date profetiche, come ad esempio le date del periodo di 1260 anni e la chiusura del periodo profetico dei 2300 giorni in autunno. I suoi suggerimenti, che se seguiti cambiavano gli insegnamenti del libro, non furono accettati (per es. la relazione di Apocalisse  9 con la predizione di Josiah Litch dell’11 agosto 1840 e Apocalisse 11, che ha a che fare con i due testimoni e la Rivoluzione Francese). Questi (NDT Cosa?) furono attentamente riesaminati per accuratezza of position e _______ documentazione fu aggiunta and buttressed with reliable documentation.

Un punto che Prescott considerava particolarmente significativo aveva a che fare con una affermazione presente alle pagine 382 e 383 riguardanti le chiese protestanti apostate, alla quale fu aggiunta la parola  “solo (ingl.alone)” per armonizzare una affermazione di E.G. White con il resto del capitolo e del libro stesso. Ellen White e i collaboratori di Elmshaven considerarono l’aggiunta della parola “alone” come una cosa normale e di poca importanza. Prescott invece la considerò un cambiamento importante nell’insegnamenti di Ellen White e anni dopo usò l’episodio per far vedere che gli insegnamenti de The Great Controversy furono cambiati dietro suo suggerimento.

Di tutti i suggerimenti che Prescott propose nell’insieme, circa la metà furono considerati accettabili  (NDT inglese non chiaro)     as doing for the book what Ellen White called for when the work was begun, as noted above. Il libro non subì una revisione. Furono fatti dei ritocchi.